LA LINGUA PARLATA. Primo incontro di formazione Trento 13 maggio 2009

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1 INSEGNARE CON I TASK LE NUOVE TECNOLOGIE NELL EDUCAZIONE LINGUISTICA: UN AMBIENTE MULTIMEDIALE PER SVILUPPARE LA COMPETENZA NELL USO DELL ITALIANO NEI DIVERSI CONTESTI LA LINGUA PARLATA Primo incontro di formazione Trento 13 maggio 2009 Elena Nuzzo

2 Il progetto Il ruolo del parlato Caratteri del parlato Fare cose con le parole

3 Il progetto L idea nasce dalla constatazione di una generalizzata difficoltà da parte dei giovani a dominare i registri della lingua parlata e quindi a sapersi esprimere in modo appropriato alla situazione comunicativa, sia nell ambito della scuola sia al di fuori.

4 Il progetto I motivi che spingono a sperimentare rinnovate metodologie della didattica e dell apprendimento risiedono: nella forte motivazione data dal mezzo, non tipicamente scolastico e più legato all ambito ludico; nella possibilità di dare attenzione alla lingua parlata, ancora molto screditata anche nel mondo della scuola; nella possibilità di esercitare anche la scrittura, ma in forme non tradizionali e orientate a precisi obiettivi piuttosto che al puro esercizio scolastico; nella creazione di uno strumento aperto e in continua evoluzione, potenzialmente utilizzabile e incrementabile anche dopo la fine della sperimentazione.

5 Il progetto ELEMENTI DISTINTIVI Attenzione a un problema concreto e diffuso e conseguente ricerca di nuove pratiche metodologiche e didattiche. Aspetto di ricerca-azione: attenzione forte a coniugare pratica didattica e ricerca scientifica. Novità : si sfruttano tutte le indicazioni più aggiornate nel campo della linguistica applicata, della glottodidattica e dell educazione linguistica. Logica multidisciplinare, garantita dalla trasversalità della lingua e resa ancora più evidente dall intenzione di lavorare sia sulla lingua per comunicare e interagire nelle situazioni ricorrenti della vita quotidiana, in classe e fuori dalla scuola, sia sulla lingua per studiare, apprendere le diverse discipline e i linguaggi specifici e settoriali.

6 Il ruolo del parlato Verba volant Parla come un libro stampato Non ci credo se non lo metti nero su bianco!

7 Il ruolo del parlato La tradizione culturale italiana ha sempre privilegiato la lingua scritta: per secoli l italiano è stata solo lingua scritta (per parlare si usavano i dialetti).

8 Il ruolo del parlato Priorità culturale dello scritto, ma priorità filogenetica del parlato priorità ontogenetica del parlato priorità antropologica del parlato priorità funzionale del parlato

9 Il ruolo del parlato A scuola s insegna a scrivere: la padronanza della lingua parlata è data per scontata; si analizzano diversi tipi di testi scritti, ma non diversi tipi di testi orali: la lingua parlata è concepita come entità monolitica, ma

10 Il ruolo del parlato La presenza di alunni stranieri ci induce a riflettere sulla necessità di sviluppare anche la competenza orale. Gli studi sul parlato ci mostrano che anche nella comunicazione orale esistono diversi tipi di testo, che sono dotati di caratteristiche differenti e che richiedono specifiche competenze.

11 Caratteri del parlato Quando parliamo Abbiamo meno tempo per pianificare, quindi i ripensamenti, le riformulazioni, le correzioni vengono prodotti sul momento. Siamo aiutati dalla voce e dall intonazione, che consentono di presentare in modo chiaro anche concetti apparentemente disordinati. Abbiamo il riscontro immediato dell interlocutore, quindi possiamo riprogrammare continuamente l andamento della nostra esposizione. Possiamo fare riferimento al contesto in cui si svolge la comunicazione, lasciando implicite molte informazioni. Quando scriviamo Abbiamo più tempo per pianificare, riformulare, correggere: nel prodotto finale non c è più traccia di tutti questi passaggi. Possiamo affidarci solo al segno grafico, quindi dobbiamo rendere il più possibile ordinate e gerarchizzate le informazioni. Dobbiamo immaginare la reazione del destinatario e ipotizzare un esposizione che possa risultare chiara, interessante, accattivante ecc. per chi leggerà. Non abbiamo appigli al contesto, quindi dobbiamo esplicitare tutte le informazioni necessarie per comprendere il contenuto.

12 Caratteri del parlato scarsa pianificazione (autocorrezioni, riformulazioni, false partenze) dipendenza dal contesto (riferimenti immediati) risorse di attenzione e di memoria limitate (ridondanza tematica, semplificazione sintattica) feedback immediato (correzioni, aggiustamenti) supporto della voce (impliciti, ellissi, espressività)

13 Caratteri del parlato Il parlato non è un entità monolitica conferenze, discorsi politici, trasmissioni radiofoniche lezioni, esami, riunioni ufficiali sceneggiature filmiche o teatrali conv ersazioni tra amici parlato colloquiale prosa informativa o argomentativa saggi, articoli scientifici, articoli di fondo articoli di cronaca, lettere ed di lavoro lettere ed personali, appunti, fumetti chat, blog, forum, sms

14 Fare cose con le parole Quando parliamo facciamo cose diverse: nella lingua c è variabilità. Un parlante maturo è sensibile alla variabilità linguistica e sa quali risorse (morfologiche, sintattiche, lessicali ) utilizzare secondo il contesto.

15 Fare cose con le parole Il contesto comprende: lo scopo della comunicazione (quale compito comunicativo sto svolgendo, cosa voglio ottenere ) il destinatario della comunicazione (che ruolo ha, che rapporto ha con me ) la situazione (dove mi trovo, quali sono le regole comunicative che vigono in questo ambiente )

16 Fare cose con le parole Il parlante maturo considera tutti questi elementi e sceglie il tono della voce la postura e i gesti gli elementi linguistici le parole (lessico) la forma delle parole (morfologia) l ordine delle parole (sintassi)

17 Fare cose con le parole E il parlante non maturo? non ha una padronanza completa del materiale linguistico -> non può scegliere non conosce le scelte linguistiche più adeguate per un dato compito in una certa situazione con un determinato interlocutore -> non sa scegliere

18 Fare cose con le parole Il parlante maturo fa queste scelte in modo automatico, quasi inconsapevole. Es: se mi rivolgo a un interlocutore sconosciuto mi viene naturale dire Scusi! o Buongiorno, mentre se parlo con un amico mi viene naturale dire Scusa! o Ciao. Per insegnare ai ragazzi a fare le scelte linguistiche più adeguate dobbiamo prima di tutto diventare consapevoli di tali scelte.

19 Fare cose con le parole Come acquisire questa consapevolezza? Attraverso l analisi del parlato in diversi contesti comunicativi.

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