Sport è salute 02 febbraio 2012 palazzo chiaramonte Sala Cerere Enna
Sport e Benessere psicologico A cura di LAURA GIAIMI psicologo - psicoterapeuta
Salute o.m.s. Stato di benessere fisico, psichico e sociale, non semplice assenza di malattia attività fisica Fattore importante per il benessere psicologico
Greci - 776 a.c. Istituirono i giochi olimpici Giovenale Satirae - I secolo d.c. Mens sana in corpore sano Il benessere psicologico dell individuo passa anche attraverso la pratica sportiva
Lo Sport oggi come un tempo Rappresenta una fonte di sviluppo delle capacità fisiche, mentali ed emotive dell individuo nel mondo sociale e relazionale di cui fa parte
Fattori che influenzano il benessere e che sono indicatori di salute Competenza sociale Buona stima di sé Problem solving Percezione, controllo e appropriata espressione delle emozioni
Aspetti igienici e mentali nello sport (Antonelli e Salvini, 1978) 1. Maggiore capacità a tollerare gli insuccessi 2. Possibilità di esprimere, dominare e controllare la propria aggressività 3. Acquisizione di una sicurezza di sé, attraverso la partecipazione alla vita di gruppo 4. Maggiore identificazione di sé, attraverso l'acquisizione di ruoli determinati 5. Senso di partecipazione sociale, derivante dall'accettazione di categorie comuni di valori 6. Compensazione di sentimenti di inferiorità e maggiore aderenza alla realtà, attraverso gli effetti concreti derivanti dall'osservanza delle regole del gioco 7. Gratificazione, socialmente approvata, di certi bisogni esibizionistici
La Psicologia dello Sport Si pone due obiettivi principali: 1.Capire come i fattori psicologici influenzino le prestazioni fisiche di un individuo 2.Studiare le dinamiche con cui lo sport influenza lo sviluppo psicologico, la salute e il benessere di una persona
Il ruolo dei genitori nella pratica sportiva dei propri figli
Il genitore Ha delle aspettative nei confronti del figlio es. Proietta su di lui i propri sogni spingendolo a seguire un tipo di attività sportiva che forse spontaneamente non avrebbe mai scelto da solo
Il genitore In maniera inconsapevole può vedere nel proprio figlio il prolungamento di se stesso e vivere le esperienze del proprio bambino in prima persona Es. Se il proprio figlio vince una gara, il genitore si sente forte e vincente, se perde è come se il genitore stesso avesse subito una sconfitta
Il genitore Esalta il proprio figlio anche senza che questo ultimo abbia le doti necessarie per diventare campione, aumentando le frustrazioni del giovane sportivo che si sforza di raggiungere ottimi livelli di prestazione nonostante non abbia la classe per essere il migliore
DECALOGO DEL GENITORE NELLO SPORT
LE RESPONSABILITÀ DEI GENITORI ALL'AVVIAMENTO DEI FIGLI ALLA PRATICA DELLO SPORT Foundation of Sport and Exercize Psychology, di Weinberg e Gould
Incoraggiate il vostro bambino a fare sport, ma senza costringerlo e senza pressioni. Lasciate che sia lui a scegliere quale sport praticare e quando smettere Cercate di capire che cosa vuole vostro figlio dalla propria attività sportiva, creando attorno a lui un atmosfera adatta al raggiungimento dei suoi obiettivi Assicuratevi che vostro figlio pratichi attività fisica in un contesto protetto, sia dal punto di vista fisico che emotivo Assicuratevi che gli allenatori siano qualificati
Aiutate il vostro bambino scegliere obiettivi sportivi realistici ed adatti a lui ed alle sue capacità Aiutate vostro figlio a rispettare l allenatore, gli avversari ed i compagni di gioco Aiutate vostro figlio ad assumersi le responsabilità nei confronti dell allenatore e della squadra Sappiate imporre in modo appropriato una disciplina a vostro figlio,quando necessario Supportate l allenatore e/o lo staff medico circa eventuali problematiche o patologie di vostro figlio (es. allergie)
IL CODICE DI CONDOTTA PER I GENITORI ( Foundation of Sport and Exercize Psychology, di Weinberg e Gould)
Rimanete in tribuna durante le gare, evitando di intralciare il lavoro dello staff organizzatore Evitate di dare consigli all allenatore su questioni tecniche o tattiche Evitate di parlare male dell allenatore o dei dirigenti di vostro figlio Evitate di dare consigli tattici o tecnici a vostro figlio durante le competizioni
Incitate la squadra del vostro bambino in maniera garbata Dimostrate interesse ed entusiasmo, supportando vostro figlio Cercate di controllare le vostre emozioni Cercate di aiutare la squadra quando richiesto esplicitamente da dirigenti o allenatori Ricordate di ringraziare allenatori, arbitri e gli altri volontari che organizzano le gare: spesso non sono retribuiti
LA CARTA DEI DIRITTI DEI BAMBINI NELLO SPORT (UNESCO, 1992) Diritto di divertirsi e di giocare come un bambino; Diritto di fare lo sport; Diritto di beneficiare di un ambiente sano; Diritto di essere trattato con dignità; Diritto di essere allenato e circondato da persone qualificate; Diritto di seguire allenamenti adeguati ai propri ritmi; Diritto di misurarsi con giovani che abbiano la stessa probabilità di successo; Diritto di partecipare a gare adeguate; Diritto di praticare il suo sport nella massima sicurezza; Diritto di avere tempi di riposo; Diritto di non essere un campione.
I bambini e l attività sportiva
Capire se la richiesta di svolgere un attività fisica proviene dal bambino o dal genitore Spesso il bambino mostra una naturale volontà di muoversi, mentre è del genitore il desiderio di iscriverlo ad un corso piuttosto che ad un altro, magari per motivi di comodità organizzativa nella gestione familiare
Il bambino si deve divertire a fare quello che fa Iscriverlo ad un corso, magari prestigioso, dove il piccolo allievo non si trova a suo agio, è deleterio
Motivazioni allo sport Tra i 5 ed i 7 anni Quando si appassiona ad un attività motoria, sotto forma di gioco e di divertimento, manifesta impegno ed evidenzia la presenza di una motivazione concreta Agiscono da molla: Fattori primari il gioco e l agonismo Fattori secondari
agonismo Traduce bisogni naturali in questa età collegati all aggressività, all autoaffermazione, all interazione con la realtà Essendo un fattore equilibratore e liberatorio, se gestito da un istruttore preparato, favorisce la crescita psichica ed emotiva dell allievo Ciò vale quando l'allenamento non è indirizzato verso l'avversario o la vittoria, ma verso se stessi, verso il proprio corpo, quindi praticato per il proprio benessere
fattori secondari Più importanti nel ragazzo e nell adulto che non nel bambino Variabili legate a fattori: Comunicativi Liberatori Estetici Affiliativi Conformistici Economico-sociali Forme compensative
Iscrivere un bambino ad un corso di avviamento allo sport significa agire sul suo sviluppo psichico, oltre che su quello fisico
La pratica sportiva prolungata ha degli effetti sulla personalità Il bambino cerca se stesso e può regolare alcuni aspetti di sé che lo disturbano Il bambino ansioso può imparare a tollerare la tensione Il bambino timido a mettersi in gioco
sport di gruppo Favoriscono la socializzazione e la comunicazione, insegnano a contare sugli altri Svolti nel giusto clima possono aiutare i più timidi
sport individuali Portano a misurare i propri limiti, sviluppano autodisciplina e senso di autonomia, aumentando la gratificazione personale. Un buon insegnante può creare un clima di squadra anche in sport individuali es. organizzando saggi
Lo stress agonistico deve essere evitato L atleta adulto lavora e si allena in funzione del risultato, ciò non deve avvenire per il bambino Uno specialista di domani deve oggi essere un bambino che si diverte a fare sport e che cresce equilibrato e ricco di esperienze motorie
Per bimbi di età tra i 5 ed i 7 anni non è opportuno individuare un indirizzo specialistico
Caratteristiche psicologiche degli allievi di età tra 5 e 7 anni
A 5 anni il gioco tra bambini è caratterizzato da litigi ed aggressioni fisiche, magari violente, ma di breve durata. Il processo in corso porta ad atteggiamenti di tipo sempre più associativo, all interno dei quali i bambini giocano ed agiscono per realizzare un identico scopo Dai 6 anni cominciano i progressi nell acquisizione della consapevolezza del proprio corpo e della propria psiche. Inizia a comprendere come gli altri lo vedono, richiede di essere rispettato e tenuto in considerazione Reagisce ai rimproveri e alle gratificazioni
A 7 anni manifesta interesse per il proprio corpo e si diverte ad esplorarne le caratteristiche e le capacità La sua capacità di socializzazione aumenta e tendono a diminuire le tendenze egocentriche A 8 anni aumenta il bisogno del bambino di autorealizzarsi, anche in funzione dei modelli che l adulto gli dà
Gli adolescenti e lo sport In adolescenza, la pratica sportiva costituisce un importante occasione di sviluppo, assolvendo funzioni di crescita individuale, sociale, cognitiva ed emotiva
Lo sviluppo degli obiettivi e la presa di decisioni sono aspetti della vita di tutti giorni, ed il gioco sportivo promuovendo la programmazione, le regole, l'impegno e la fatica, aiuta l'individuo a riproporre questo al di fuori dell'ambiente sportivo.
Lo stesso processo vale per gli aspetti emotivi, in cui la capacità di tollerare la frustrazione di una sconfitta, porta a fare i conti con i propri limiti, accettando la sconfitta come esperienza di crescita e di miglioramento
In adolescenza lo sport diviene uno strumento di conoscenza di sé I ragazzi imparano a conoscere il proprio corpo, le proprie abilità e sperimentano il confronto con gli altri, collaborando in modo leale e rispettoso Promuovendo processi di socializzazione, e strategie di abbassamento della conflittualità, fa sì che l'altro sia vissuto come risorsa e l'esperienza della condivisione restituisce fiducia nel gruppo e in sé stessi
L'adolescente e la squadra La squadra costituisce un importante gruppo di appartenenza per l'adolescente, di cui sentirsi parte e con cui identificarsi La squadra è un gruppo diverso dai gruppi adolescenziali spontanei è formato da coetanei ed adulti
I coetanei La condivisione di obiettivi comuni, l'accettazione delle regole, la cooperazione, il senso di appartenenza, rinforzano la coesione del sé e contribuiscono alla presa di coscienza della propria identità Attraverso il proprio apporto al lavoro collettivo si alimenta la sensazione di sentirsi utili e competenti, aumentando la propria autostima
ruolo dell'allenatore Guida ed indirizza, aggiunge al gruppo funzioni normative, di sostegno e di responsabilità
L'aggressività La pratica sportiva può fungere come strumento di prevenzione al disagio psichico e sociale promuovendo l'interiorizzazione delle norme, valori e obiettivi, caratterizzanti la cultura sportiva L'aggressività, la rivalità e la competizione, possono essere vissute ed espresse attraverso il gioco, con modalità socialmente riconosciute
L'adolescente e l'approccio all'attività sportiva I giovani amano lo sport, come occasione di socializzazione e di divertimento Se la società sportiva li lascia insoddisfatti molto probabilmente la mancanza di tempo e gli impegni scolastici porteranno l'atleta all'abbandono
Burn out e drop out Pressione psicologica della performance e aspettative vincenti dell'ambiente circostante, potrebbero divenire fattori di disagio o/e disturbi psicologici Se la prestazione è accompagnata da eccessiva ansia, da numerosi insuccessi, uniti a giudizi colpevolizzanti, il senso di autoefficacia viene ridotto, questo può generare vissuti frustranti tali da provocare la perdita di interesse per l'attività svolta e l'abbandono della pratica sportiva
Burn out (alienazione) Disinvestimento emotivo, l unica cosa importante è percepire lo stipendio come in qualsiasi altro rapporto di lavoro; l atleta si appiattisce, rinuncia a giocare per divertirsi e si allena solo per contratto Senso di depersonalizzazione per il proprio corpo, che inizia ad essere considerato più in base al valore di mercato che per il piacere di trarre soddisfazione dalle proprie prestazioni L'atleta può deformare le categorie spazio-temporali, iniziando a percepire il tempo in termini di stagioni agonistiche e tempi di recupero ed a delimitare lo spazio all interno delle strutture organizzative sportive Possono deteriorarsi i rapporti sociali con i compagni e l allenatore che iniziano ad essere percepiti come ostacoli ed antagonisti In alcuni casi i rapporti interpersonali iniziano a deteriorarsi anche all esterno dell ambiente sportivo
Adolescenti e abbandono dello sport I giovani sembrano non tollerare più l agonismo esasperato, che alberga più nei pensieri degli adulti che gravitano attorno all attività sportiva Vi è una minore volontà al sacrificio, all'impegno e alle regole, che spinge i giovani verso pratiche più divertenti Modalità di svolgimento dell'attività e rapporto con allenatori e compagni Istruttori troppo esigenti, istruttori che non seguono, troppa fatica, difficoltà a socializzare L atteggiamento troppo critico dei genitori che va a limare l autostima
campionismo Quando sia i genitori che gli allenatori desiderano la vittoria a tutti i costi, anche quando si tratta di bambini di otto anni
regole per genitori e allenatori (Small & Smith) Vincere non è tutto, è un obiettivo importante ma non è l unico La sconfitta nella competizione non è un fallimento personale o una minaccia al proprio valore come persona Vittoria e successo non sono sinonimi: una sconfitta può coincidere con un miglioramento della prestazione o con un raggiungimento dell obiettivo stabilito Successo non è solo vincere ma soprattutto lottare per vincere