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Geometria Appello I Sessione Invernale Corso di laurea in fisica A.A 208/209 Canali A C, L Pa, Pb Z Durata: 2 ore e 30 minuti Alessandro D Andrea Simone Diverio Paolo Piccinni Riccardo Salvati Manni 2 gennaio 209 Esercizio. Dire per quali valori del parametro reale k il sistema di tre equazioni in tre incognite kx + y 2z = ( k 2 )x + 3k z = 2k (k 2 + )x + (k + )y 2z = 0 ammette soluzioni. Esercizio 2. Sia R[t] 2 lo spazio vettoriale dei polinomi a coefficienti reali di grado minore od uguale a 2 e sia l applicazione lineare definita da T : R[t] 2 R[t] 2 T (p)(t) = p ( 2 ) t 2 + p(0)t + p (t). Verificare che T non è un isomorfismo. Determinare una base di ker T. Esercizio 3. Sia V = M 2,2 (C) lo spazio vettoriale delle matrici quadrate di ordine due ad elementi complessi. Stabilire, giustificando ogni risposta, se i seguenti sottoinsiemi U,..., U 7 V sono sottospazi vettoriali, e in caso affermativo indicarne la dimensione. (i) U = {A V tr A = 0}. (ii) U 2 = {A V det A = 0}.

(iii) U 3 = U U 2. (iv) U 4 = {A = (a ij ) V a 2 = a 2 = 0}. (v) U 5 = U U 4. (vi) U 6 = {A V C GL(2, C) tale che C AC U 4 }. (vii) U 7 = {A V p A (λ) ha tutte le radici reali}. Esercizio 4. Si consideri R[x] 2 munito del prodotto scalare definito positivo p, q = p(0)q(0) + p()q() + p(2)q(2). Siano U, V R[x] 2 i sottospazi vettoriali definiti da U = {p R[x] 2 p() = 0}, V = {p R[x] 2 p(2) = 0}. Determinare una base per W = U V, la dimensione di U + V, ed una base per il sottospazio W. Esercizio 5. Sia 3 0 A = 3. 0 3 Dire perché A è diagonalizzabile e determinare una base ortonormale, rispetto al prodotto scalare canonico di R 3, di autovettori. Soluzioni Esercizio. Scriviamo la matrice dei coefficienti delle incognite e la matrice completa: k k A = k 2 0 3k, B = k 2 0 3k 2k. k 2 + k + k 2 + k + 0 Per il teorema di Rouché Capelli, il sistema ha soluzione esattamente quando i ranghi delle due matrici coincidono, e si vede abbastanza facilmente che se non coincidono, il rango di B è in più di quello di A. Calcoliamo il determinante di A per trovare i valori di k per i quali A ha rango 3. k det k 2 0 3k = det k 2 + k + k k 2 0 3k = det k 0 2k = ( k 2 )k + 3( k)k ( k 2 ) 3k k 2k = k( k)(2 + 2k 3) = k( k)(2k ), 2

che si annulla per k = 0, /2,. Pertanto, se k è diverso da tali tre valori, A ha rango 3, e così anche B, e il sistema ha un unica soluzione. Per quanto riguarda i casi k = 0, /2,, la cosa migliore è sostituire e verificare che cosa succeda. Per k = 0 le matrici diventano 0 0 A = 0 0, B = 0 0, 0 e si vede subito che in entrambe la terza riga è la somma delle prime due. Pertanto A e B hanno entrambe rango 2, e il sistema ammette soluzione. Per k = /2 le matrici diventano /2 /2 A = 3/4 0 3/2, B = 3/4 0 3/2 0. 5/4 3/2 5/4 3/2 0 La matrice A, che non ha rango 3, ha allora rango 2, mentre il minore 3 3 di destra della matrice B ha determinante 9/4 e quindi B ha rango 3. Il sistema non ha quindi soluzioni per k = /2. Se k =, allora A = 0 0 3, B = 0 0 3. 2 2 2 2 0 Una rapida eliminazione di Gauss sulla matrice B conduce a 0 0 3 0 0 3 0 0, 2 2 0 0 0 2 0 0 0 4 mostrando che il sistema non ha soluzioni. Esercizio 2. Fissiamo la base, t, t 2 la matrice che rappresenta T è 0 0 A = 0 2. 2 2 La prima e la terza colonna sono proporzionali, quindi T non è un isomorfismo. Una base per ker T è data da una soluzione del sistema { y = 0 Ad esempio v = (, 0, ) t. x + 2z = 0. 3

Esercizio 3. Quesiti (i), (iv), (v). I sottoinsiemi U, U 4, U 5 sono sottospazi vettoriali di M 2,2 (C). Se a, a 2, a 2, a 22 sono le coordinate in M 2,2 (C) (rispetto alla base canonica delle matrici), essi si rappresentano con equazioni lineari omogenee o sistemi lineari omogenei, rispettivamente U : a + a 22 = 0, U 4 : a 2 = 0, a 2 = 0, U 5 : a + a 22 = 0, a 2 = 0, a 2 = 0. Quesiti (ii), (iii). I sottoinsiemi U 2, U 3 non sono sottospazi vettoriali di M 2,2 (C). Si verifica infatti con semplici controesempi che essi non sono chiusi rispetto alla somma. Per esempio ( ) ( ) 0 A =, A 2 = 0 0 sono sia in U 2 che in U 3, ma la loro somma ( ) 2 A + A 2 = non è né in U 2 né in U 3. Quesiti (vi), (vii). Anche i sottoinsiemi U 6, U 7 non sono sottospazi vettoriali di M 2,2 (C). Un controesempio che mostra che U 6 non è chiuso rispetto alla somma è dato dalle matrici B = ( i 0 2 ), B 2 = ( ) 0, 0 con autovalori distinti risp., 2 e, ( e dunque ) entrambe diagonalizzabili. i La loro somma tuttavia B + B 2 = non è diagonalizzabile. Per 0 quanto riguarda U 7, si considerino p. es. ( ) ( ) 0 i C =, C i 0 2 =, 0 ( ) + i entrambe con autovalori reali,. La somma C + C 2 == i ha traccia nulla e determinante i, e dunque non ha autovalori reali. Esercizio 4. Il sottospazio W è dato da tutti e soli i polinomi di grado minore o uguale a due tali che p() = p(2) = 0. Per il Teorema di Ruffini ad esempio, un tale polinomio è necessariamente della forma λ(x )(x 2), al variare di λ R. Dunque W = Span{(x )(x 2)}, e dunque dim W =. Inoltre, sia U che V hanno dimensione 2 = 3, essendo entrambi descritti da una sola equazione lineare non nulla nei coefficienti del polinomio. La Formula di Grassmann ci fornisce dunque dim(u + V ) = dim U + dim V dim(u V ) = 3, 4

cioè U + V = R[x] 2. Infine, un polinomio è perpendicolare a W se e solo se (x )(x), q = 0. Ma (x )(x 2), q = 2q(0). Quindi W consiste esattamente nei polinomi di grado minore o uguale a due con termine noto nullo, e dunque W = Span{x, x 2 }. Esercizio 5. Per il Teorema Spettrale A è diagonalizzabile, essendo simmetrica. Il polinomio caratteristico è p A (t) = (3 t)(t 2 6t + 7). Quindi, gli autovalori sono λ = 3, λ 2 = 3 2, λ 3 = 3 + 2. Una base di autovettori automaticamente ortogonale è data da (, 0 ) t, (, 2, ) t, (, 2, ) t. Per ottenere una base ortonormale di autovettori è dunque sufficiente normalizzare le lunghezze della base appena data, ottenendo (/ 2, 0, / 2) t, (/2, 2/2, /2) t, (/2, 2/2, /2) t. 5