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FONDAMENTI DI ALGEBRA LINEARE E GEOMETRIA INGEGNERIA CHIMICA E DEI MATERIALI GENNAIO 2015 DOCENTE: M. LONGO 1. Domande Domanda 1. Dire quando una funzione f : X Y tra dee insiemi X ed Y si dice iniettiva. Se f : V W è una funzione lineare tra due spazi vettoriali V e W di dimensione finita, definire il nucleo ker(f) di f e dimostrare che f è iniettiva se e solo se ker(f) = 0. Svolgimento. Una funzione f : X Y si dice iniettiva se vale la seguente implicazione: x y f(x) f(y). Il nucleo ker(f) di un applicazione lineare f : V W è l insieme dei vettori del dominio la cui immagine nel codominio è il vettore nullo. Dunque ker(f) = {v V : f(v) = 0}. Mostro che se f è iniettiva il suo nucleo è zero. Se v ker(f) allora f(v) = 0. Poiché f è lineare, f(0) = 0. Poiché f è iniettiva e v e 0 hanno la stessa immagine tramite f, ottengo v = 0. Ho quindi mostrato che ker(f) contiene solo il vettore nullo. Viceversa, se ker(f) è zero, mostro che f è iniettiva. Se non lo fosse, esisterebbero v e w tali che f(v) = f(w). Essendo f lineare, f(v w) = f(v) f(w) = 0, quindi v w ker(f). Ma ker(f) = 0, da cui segue v w = 0 ovvero v = w, perciò f è iniettiva (infatti l implicazione x y f(x) f(y) è equivalente all implicazione f(x) = f(y) x = y). Domanda 2. Sia f a un endomorfismo di uno spazio vettoriale V di dimensione 4 sul campo dei numeri reali R, dove a R è un parametro reale. Supponiamo che il polinomio caratteristico di f sia X 2 (X 2 ax + 3). (1) Supponiamo che f a sia diagonalizzabile. Calcolare la dimensione del nucleo e dell immagine di f a. (2) Supponiamo che f a sia diagonalizzabile. Dire a quali intervalli di R appartiene il parametro a. (3) Per tutti i valori del parametro a al punto precedente, dare condizioni necessarie e sufficienti per assicurare la diagonalizzabilità di f a. Domanda 3. Sia V uno spazio vettoriale di dimensione 5, e consideriamo due sottospazi U e W di V, entrambi di dimensione 2. Fissiamo delle basi U = u 1, u 2, W = w 1, w 2. Supponiamo che U W = v abbia dimensione 1. Supponiamo infine che v {u 1, w 1 } (in altre parole, v u 1 e v w 1 ). E vero o falso che {v, u 1, w 1 } è una base di U + W? Fornire una dimostrazione o un controesempio. 2. Esercizi Esercizio 1 (9 punti). Indicare con B il seguente insieme di vettori di R 4 : B = {v 1 = (1, 1, 1, 0), v 2 = (0, 1, 1, 0), v 3 = (0, 2, 1, 0), v 4 = (0, 1, 0, 1)}. 1

2 FALG Indicare inoltre con C la base canonica di R 4 data dai vettori C = {e 1 = (1, 0, 0, 0), e 2 = (0, 1, 0, 0), e 3 = (0, 0, 1, 0), e 4 = (0, 0, 0, 1)}. (a) Dimostrare che l insieme B è una base di R 4. (b) Scrivere la matrice di cambio di base P dalla base C alla base B e la matrice di cambio di base P 1 dalla base B alla base C. (c) Dire per quali valori del parametro α R esiste un endomorfismo f α di R 4 che soddisfa le seguenti condizioni: f α (v 1 ) = v 1 ; f α (v 2 ) = v 1 αv 2 ; f α (v 3 ) = 0; f α (v 4 ) = v 4 v 3 ; f α (v 1 + v 2 + v 3 + v 4 ) = 2(α 2 α + 1)v 1 αv 2 v 3 + v 4. (d) Per tutti i valori per i quali esiste f α, scriverne la matrice rispetto alla base C e la matrice rispetto alla base B. (e) Per tutti i valori per i quali esiste f α, determinare il nucleo e l immagine di f α, specificandone basi e dimensioni. Svolgimento. Matrici di cambio di base: 1 0 0 0 P 1 = 1 1 2 1 1 1 1 0 1 0 0 0 P = 1 1 2 1 0 1 1 1 Noto che f α (v 1 + v 2 + v 3 + v 4 ) = 2v 1 αv 2 v 3 + v 4 perciò f α esiste se e solo se 2(α 2 α + 1)v 1 αv 2 v 3 + v 4 = 2v 1 αv 2 v 3 + v 4 e dunque deve essere α = 0 e α = 1. Discutiamo separatamente i due casi: α = 0. La matrice rispetto alla base B è 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 il cui rango è 2. Quindi la dimensione del nucleo e dell immagine è 2. α = 1. La matrice rispetto alla base B è 1 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 il cui rango è 3. Quindi la dimensione dell immagine è 2 mentre la dimensione del nucleo è 1. Alle stesse conclusioni si giunge analizzando le matrici rispetto alla base C. Utilizzando la matrice P 1, ottengo: f α (e 1 ) = f α (v 1 +v 2 ) = 2v 1 αv 2 = (2, 2, 2, 0) (0, α, α, 0) = (2, 2+α, 2 α, 0);

FALG 3 f α (e 2 ) = f α (v 2 +v 3 ) = v 1 αv 2 = (1, 1, 1, 0) α(0, 1, 1, 0) = (1, 1+α, 1 α, 0); f α (e 3 ) = f α (2v 2 + v 3 ) = 2v 1 2αv 2 = (2, 2, 2, 0) α(0, 2, 2, 0) = = (2, 2 + 2α, 2 2α, 0); f α (e 4 ) = f α (v 2 + v 2 v 4 ) = v 1 αv 2 + v 4 v 3 = (1, 1, 1, 0) α(0, 1, 1, 0) + (0, 1, 0, 1) (0, 2, 1, 0) = (1, α, α, 1) e la matrice rispetto alla base canonica diventa quindi: 2 1 2 1 2 + α 1 + α 2(1 + α) α (2 + α) (1 + α) 2(1 + α) α ed in conclusione, abbiamo le matrici: α = 0: α = 1: 2 1 2 1 2 1 2 0 2 1 2 0 2 1 2 1 3 2 4 1 3 2 4 1 Esercizio 2 (9 punti). Sia S α il sistema: x 1 + x 2 + x 4 = 0 x 1 + 2x 2 x 3 + x 4 = 1 S α : x 1 x 2 + αx 3 + (α 1)x 4 = α x 1 x 2 + x 3 + (α 2 + α 1)x 4 = α al variate del parametro reale α. Sia inoltre W il sottospazio di R 4 descritto dalle soluzioni del sistema omogeneo associato a S 0. Infine, al variare del parametro reale β, sia V β il sottospazio di R 4 generato dai vettori (1, 1, 1 + β, 2) e (0, 0, 1, 1). (a) Trovare dimensione e base di W e di W (ortogonale di W rispetto al prodotto scalare standard di R 4 ). (b) Per quali β si ha W +V β = W V β? Per i valori di β per i quali W V β {0}, determinare una base di W V β {0} e completarla ad una base di W +V β. (c) Discutere la risolubilità del sistema al variare del parametro α R. (d) Per tutti i valori del parametro a per i quali il sistema è risolubile, calcolarne la soluzione. Svolgimento. Risolvo prima gli ultimi punti dell esercizio. Operazioni elementari mostrano che il sistema dato è equivalente ad uno che ha matrice completa: 1 1 0 1 A = 0 1 1 0 0 0 1 α(α + 1) 0 0 0 α(α 2 + α 1)

4 FALG e matrice completa 1 1 0 1 0 C = 0 1 1 0 1 0 0 1 α(α + 1) α 0 0 0 α(α 2 + α 1) α(α 1) Se α 0 e α α 1, α 2 (dove α i sono le soluzioni dell equazione X 2 + X 1 0) il rango della matrice A è massimo, e quindi il sistema ammette una sola soluzione. Se α = α 1 o α 2, il rango della matrice incompleta è 3 mentre quello della matrice completa è 4, quindi il sistema non ha soluzione. Se α = 0, il rango della matrice completa ed incompleta è 3, quindi il sistema ammette soluzioni, di dimensione 1. Il sottospazio W richiesto ha base (1, 0, 0, 1). Si conclude facilmente che ogni V β è in somma diretta con W per qualunque valore di β. Ad esempio, basta notare che il sistema t(1, 0, 0, 1) = x(1, 1, 1 + β, 2) + y(0, 0, 1, 1) ammette come unica soluzione t = x = y = 0. Esercizio 3 (5 punti). Sia A a, al variare del parametro a, la seguente matrice: 1 1 0 1 A a = 0 2 2 0 0 1 1 0 0 0 0 α (1) Posto a = 0, dimostrare che A 0 è diagonalizzabile, trovando una base di autovettori. (2) Discutere la diagonalizzabilità di A al variare del parametro a R. Svolgimento. Per α = 0 la matrice diventa: 1 1 0 1 A a = 0 2 2 0 0 1 1 0 0 0 0 0 ed il suo poloniomio caratteristico è 1 t 1 0 1 det 0 2 t 2 0 0 1 1 t 0 = t(t 1)(t2 + t 2 + 2) = t 2 (t 1)(t + 1). 0 0 0 t Calcolo gli autospazi: V 0 = (1, 1, 1, 0), (1, 0, 0, 1) V 1 = (1, 0, 0, 0) V 1 = (1, 2, 1, 0). Il polinomio caratteristico di A a risulta 1 t 1 0 1 det 0 2 t 2 0 0 1 1 t 0 = (t α)(t 1)(t2 + t 2 + 2) = 0 0 0 α t = t(t α)(t 1)(t + 1).

FALG 5 Per α 0, 1, 1 la matrice A a è quindi diagonalizzabile (4 autovalori distinti). Per α = 0 abbiamo già visto che A 0 è diagonalizzabile. Per α = 1 il pol caratt è t(t 1) 2 (t + 1) e quindi devo occuparmi dell autospazio di autovalore 1. Il rango di 0 1 0 1 A 1 1 = 0 3 2 0 0 1 0 0 0 0 0 0 è 3, quindi A 1 non è diagonalizzabile. Per α = 1 il pol caratt è t(t + 1) 2 (t 1) e quindi devo occuparmi dell autospazio di autovalore 1. Il rango di 2 1 0 1 A 1 + 1 = 0 1 2 0 0 1 2 0 0 0 0 0 è 2, quindi A 1 è diagonalizzabile. Esercizio 4 (6 punti). Sia t la retta di equazione cartesiana: { x + y + z = 0 t : 2x y = 1 (a) Trovare la retta r passante per il punto P = (0, 0, 3), incidente la retta t e perpendicolare ad essa. Trovare il punto di intersezione tra r e t ed indicarlo con A. (b) Trovare l equazione cartesiana del piano π contenente sia t che r. (c) Indichiamo con s la retta per A e parallela al vettore (1, 0, 0). Trovare i punti di s la cui proiezione ortogonale su π abbia distanza 1 da A. Svolgimento. La direzione di t è (1, 2, 3), quindi il fascio di piani perpendicolare a t ha equazione π d : x + 2y 3z = d al variare di d. Quello che passa per P ha d = 9 (sostituire le coordinate di P ). L intersezione tra questo piano π 0 e la retta t è x + y + z = 0 2x y = 1 x + 2y 3z = 9 e quindi A = (1, 1, 2) (risolvendo il sistema). consideri la retta per A e P, ovvero la retta Per trovare r, basta allora che r : (0, 0, 3) + (0, 0, 3) (1, 1, 2) = (0, 0, 3) + (1, 1, 1). L equazione cartesiana si ottiene facilmente risolvendo il sistema x = t { x y = 0 y = t = x z 3 = 0 z = 3 + t Chiaramente π passa per A ed il suo spazio direttore è generato da (1, 2, 3), direzione di t, e (1, 1, 1), direzione di r. Un vettore ortogonale sia a (1, 1, 1) che a (1, 2, 3) è (5, 4, 1), quindi il piano richiesto è del tipo 5x 4y z = d. Sostituendo le coordinate di A ottengo d = 5 4 + 2 = 3, quindi il piano richiesto è π : 5x 4y z = 3.

6 FALG L equazione parametrica di s è (1 + t, 1, 2). La direzione ortogonale a π è (5, 4, 1). Calcolo la proiezione ortogonale del vettore (t, 0, 0) sul sottospazio direttore di π. Per far questo, basta che calcoli la proiezione ortogonale sul sottospazio generato da (5, 4, 1) e poi faccia la differenza con il vettore (t, 0, 0). La norma di (5, 4, 1) è 25 + 16 + 1 = 42, quindi la proiezione cercata è ((t, 0, 0) (5, 4, 1))(5, 4, 1)/42 = (25t, 20t, 5t)/42. La proiezione di (1, 0, 0) sul sottospazio direttore di π è quinidi (t, 0, 0) (25t, 20t, 5t)/42 = (22t, 20t, 5t)/42 e quindi l equazione da imporre perchè questo vettore abbia norma 1 è t 2 (22 2 + 20 2 + 5 2 ) = 42 2 da cui ottengo due valori di t, 42 t 1,2 = ± 222 + 20 2 + 5 2 42 e i due punti richiesti come (1 ± 22, 1, 2). 2 +20 2 +52