Il Protocollo per l accoglienza sanitaria dei minori adottati all estero L esperienza della Regione Lazio dr.ssa Carla Scarfagna Dirigente sociologo A.O. San Camillo Forlanini Roma Componente del Comitato tecnico di coordinamento regionale dei Servizi integrati per le Adozioni nazionali ed internazionali Giudice Onorario Minorile dr.ssa Carla Scarfagna 1
La scelta nel Piano Sanitario Regionale del Lazio La Regione Lazio con Decreto del Commissario ad Acta del 18.12.2009 n. U0018 ha approvato il Piano Sanitario Regionale 2010-2012, che evidenzia, altresì, la necessità di potenziare e qualificare il sistema di accoglienza sanitaria di bambini adottati all estero. In considerazione della rilevanza sociale del fenomeno dell adozione, come si legge nel PSR, e tenendo conto delle indicazioni della Commissione Adozioni Internazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Lazio sta proponendo linee guida diagnostico-assistenziali al fine di garantire una completa e competente valutazione dello stato di salute del bambino adottato all estero, subito dopo l arrivo in Italia e di norma prima dell inserimento in comunità infantili, attraverso l attività dei pediatri e dei servizi sociosanitari del territorio dr.ssa Carla Scarfagna 2
Proposta di Protocollo interistituzionale Le linee guida per l accoglienza sanitaria dei minori adottati all estero sono inserite nella proposta di Protocollo interistituzionale operativo per la collaborazione tra Servizi Territoriali, Tribunale per i Minorenni di Roma, Enti Autorizzati ed Associazioni familiari, in materia di adozione nazionale ed internazionale, predisposta dal Comitato Tecnico Regionale per le Adozioni, insediato presso l Assessorato alle Politiche Sociali in concerto con l Assessorato alla Sanità e sarà valutato dalla nuova Giunta per la relativa approvazione. L accoglienza sanitaria è prevista nella fase Post-Adozione e trova un utile e corretto sviluppo nelle sinergie di rete auspicabili tra gli operatori coinvolti nell iter adottivo e i Pediatri. dr.ssa Carla Scarfagna 3
Il ruolo del Pediatra nella fase del post - adozione Il Pediatra ha una funzione di particolare rilevanza nell accoglienza del bambino e dei genitori adottivi ed è un importante riferimento nella gestione di eventuali difficoltà che possono presentarsi, favorendo l inserimento del minore adottato nella nuova famiglia e incidendo significativamente sulla qualità della vita di tutti i soggetti coinvolti. L applicazione del protocollo di accoglienza sanitaria può rappresentare l'occasione per avviare percorsi di collaborazione ed attuare strategie condivise tra le figure-chiave nella fase del postadozione, in particolare, il Pediatra può rivestire il fondamentale ruolo di presa in carico della salute del bambino adottato, favorendo un clima di fiducia tra la famiglia e i diversi contesti di vita del minore, quali la scuola e tutti gli ambienti comunitari. dr.ssa Carla Scarfagna 4
Pertanto: La corretta applicazione del progetto promuove e favorisce l avvio di percorsi di collaborazione - secondo una logica di rete - tra il Pediatra e le altre componenti professionali coinvolte nel processo adottivo, quali i Gruppi Integrati di Lavoro per le Adozioni ( GIL A ), Consultori e Reparti Pediatrici Ospedalieri. ll Pediatra, in sinergia con gli altri professionisti incaricati, supporta l'integrazione del bambino nella famiglia e nei differenti contesti sociali ed educativi e concorre alla realizzazione di un piano strategico finalizzato al successo del progetto adottivo, utilizzando appieno la sua professionalità dr.ssa Carla Scarfagna 5
Il Diritto alla salute Il protocollo della Regione Lazio e il relativo screening sono il risultato della positiva collaborazione tra alcuni componenti del Comitato Tecnico Regionale Adozioni e il GLNBI, fondamentale protagonista nelle politiche sanitarie per i minori resi fragili da una pregressa condizione di vita, come gli adottati o da una precaria condizione di vita, come i minori figli di immigrati. La Regione Lazio, è tra le prime regioni, con l Emilia Romagna, il Veneto e il Piemonte, ad individuare un percorso che potrebbe essere un modello estensibile per una specifica, civile e garantita accoglienza sanitaria e sociale di tutti i minori presenti nel nostro Paese, diritto alla salute sancito e ribadito in tutti gli Accordi Internazionali. dr.ssa Carla Scarfagna 6
Conclusioni L'adozione è quel fenomeno dove la buona pratica del lavoro in rete è: più visibile perché richiede l'intervento integrato di diverse professionalità; più necessaria perché mette in comune i diversi elementi conoscitivi; più utile perché il minore adottato e la sua nuova famiglia sono trattati nel medesimo contesto. dr.ssa Carla Scarfagna 7
Grazie dr.ssa Carla Scarfagna 8