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Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa Università degli Studi di Milano Lezione n. 8 25.10.2017 Equazioni di Poisson e di Laplace Coordinate curvilinee Soluzioni dell'equazione di Laplace Metodo di separazione delle variabili Anno Accademico 2017/2018

Equazioni di Poisson e di Laplace Abbiamo espresso la legge di Gauss in forma differenziale Abbiamo inoltre visto che, dal momento che il campo elettrico è conservativo può essere espresso tramite un potenziale Combinando le due equazioni L'operatore prende il nome di Laplaciano L'equazione diventa Equazione di Poisson Nello spazio vuoto, dove non esistono cariche, l'equazione diventa Equazione di Laplace Abbiamo già detto che si tratta di una delle equazioni differenziali più importanti della fisica matematica Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 151

Equazione di Laplace Le equazioni scritte sono generali e non dipendono dal sistema di coordinate scelto In coordinate cartesiane Le equazioni diventano Come vedremo in seguito è indispensabile definire le condizioni al contorno Un aspetto delicato e spesso molto complicato Reso più semplice dall'utilizzo di opportuni sistemi di coordinate La soluzione di queste equazioni richiede metodi matematici avanzati Non affronteremo sistematicamente il problema Esamineremo solamente alcuni dei casi più semplici Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 152

Funzioni armoniche Per trovare una soluzione dell'equazione di Laplace è indispensabile definire le condizioni al contorno (Boundary Conditions) Ad esempio, nelle equazioni differenziali ordinarie di secondo grado per avere una soluzione unica era necessario definire due condizioni iniziali Ad esempio, posizione e velocità iniziali per determinare univocamente la traiettoria di una particella determinata dalla seconda legge di Newton Nel caso delle equazioni differenziali alle derivate parziali la condizione iniziale assume una forma più complessa Supponendo che lo spazio di interesse sia delimitato da superfici, per trovare una soluzione occorre definire il valore di φ sulle superfici stesse Una delle superfici può essere all'infinito Le soluzioni dell'equazione di Laplace prendono il nome di funzioni armoniche Ne vedremo fra breve un'importante proprietà Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 153

Funzioni armoniche In pratica i campi elettrici si generano utilizzando elettrodi metallici posti a un definito potenziale Esempi di campi elettrici GEM: Gas Electron Multiplier MWPC: Multiwire Proportional Chamber Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 154

Funzioni armoniche Una importante proprietà delle funzioni armoniche Data una funzione armonica φ(x,y,z) e una sfera di superficie A centrata in x 0,y 0,z 0 x z y Il valore medio di una funzione armonica su una sfera arbitraria è uguale al valore della funzione nel centro della sfera Questa proprietà significa anche che una funzione armonica non può avere massimi o minimi locali Supponiamo, per assurdo, che abbia un minimo locale in r Significa che in tutti i punti r di un intorno di r deve essere φ(r) < φ(r ) Pertanto su tutti i punti r sulla superficie di una sfera contenuta nell'intorno avente centro in r sarà φ(r ) > φ(r) Il valor medio di φ(r ) sulla superficie della sfera sarà maggiore di φ(r) Incompatibile con la proprietà enunciata delle funzioni armoniche Ricordiamo la proprietà che in un campo elettrostatico non ci possono essere posizioni di equilibrio stabile Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 155

Equazione di Laplace Veniamo al problema delle condizioni al contorno Ci sono due modi per definire le condizioni al contorno per l'equazione di Laplace Condizioni di Dirichelet Si fissa il valore di φ su tutte le superfici (conduttori) che delimitano lo spazio di interesse Se lo spazio non è chiuso si introduce una superficie all'infinito sulla quale si fissa il valore del potenziale φ (di solito un valore nullo) Condizione di Neumann Si definisce il valore della derivata normale φ/ n su tutte le superfici (conduttori) che delimitano lo spazio di interesse Specificare la derivata normale del potenziale equivale a definire il campo elettrico sul conduttore In ultima analisi, la densità di carica sul conduttore Ancora una volta se lo spazio non è chiuso si introduce una superficie all'infinito sulla quale la derivata normale ha, di solito, valore nullo Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 156

Equazione di Laplace Teorema di unicità delle soluzioni Una volta fissate le condizioni al contorno la soluzione dell'equazione di Laplace che le soddisfa è unica Consideriamo una regione delimitata dalla superficie "esterna" S e (eventualmente all'infinito) e da un certo numero di conduttori S k I potenziali sulle superfici sono fissati dalle condizioni al contorno Supponiamo che esistano due soluzioni Φ 1 e Φ 2 dell'equazione di Laplace che assumono le stesse condizioni al contorno Anche la funzione Φ d = Φ 1 Φ 2 soddisfa l'equazione di Laplace L'operatore laplaciano è lineare Inoltre sulle superfici S k e S e Ma una funzione armonica non può avere massimi o minimi locali Pertanto concludiamo che Φ d = 0 che implica a sua volta che Φ 1 = Φ 2 La soluzione è unica Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 157

Schermo elettrostatico Il teorema di unicità ci permette di trovare un'altra proprietà dei conduttori Il potenziale all'interno di un conduttore cavo senza cariche all'interno è costante; il campo elettrico è nullo Abbiamo infatti già osservato che la superficie di un conduttore è una superficie equipotenziale Il problema elettrostatico all'interno della cavità è pertanto φ(s) = V 0 costante sulle superfici Pertanto una possibile soluzione è φ(x,y,z) = V 0 in tutto lo spazio della cavità Infatti se φ(x,y,z) è costante 2 φ = 0: soddisfa l'equazione di Laplace Soddisfa le condizioni al contorno Il teorema di unicità mi assicura che la soluzione trovata è anche l'unica Lo spazio interno è schermato dai campi elettrostatici esterni Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 158

Sistemi di coordinate curvilinee Coordinate cartesiane (per semplicità solo due dimensioni) Il vettore posizione r è individuato da due componenti Le componenti cartesiane x,y y Quali sono le componenti di un vettore applicato v? Possiamo tracciare due famiglie di curve (linee) Fissato y facciamo variare x in (, + ) In forma parametrica Analogamente fissiamo x e facciamo variare y in (, + ) Abbiamo ricoperto il piano con un grigliato di "curve" Troviamo adesso le "tangenti alle curve" nel punto di applicazione del vettore (x k,y l ) x Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 159

Sistemi di coordinate curvilinee I vettori t x e t y sono anche dei versori Come vedremo non è vero in generale Definiscono localmente due assi ortogonali Ricaviamo le coordinate di v rispetto a questi assi Pertanto, in coordinate cartesiane y Supponiamo che v sia un campo vettoriale costante Non cambia se ci spostiamo in un altro punto Ad esempio nel punto (x 3,y 2 ) Naturalmente per un vettore costante avremo x e analoghe in y Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 160

Sistemi di coordinate curvilinee Consideriamo adesso un sistema di coordinate polari Ripetiamo gli stessi ragionamenti Il vettore posizione r è individuato da due componenti Le componenti polari r,θ Quali sono le componenti di un vettore v applicato in (r,θ)? Possiamo tracciare due famiglie di curve Fissato r=r k facciamo variare θ in (0, 2π) Le componenti cartesiane sono Analogamente fissiamo θ = θ l e facciamo variare r in (0, + ) Ricopriamo il piano con un grigliato di curve Troviamo adesso le tangenti alle curve Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 161

Sistemi di coordinate curvilinee Calcoliamo i versori dividendo per i moduli t r = 1 t θ = r I versori definiscono localmente due assi ortogonali Le proiezioni (locali) di v sui due assi definiscono le componenti del vettore in coordinate polari Le componenti di v sono (v = v ) Attenzione: il vettore è sempre lo stesso (è un vettore costante) Le sue componenti cambiano in funzione dell'angolo polare del punto di applicazione Le componenti dipendono dal punto di applicazione! Il caso delle coordinate cartesiane è molto particolare Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 162

Sistemi di coordinate curvilinee Sottolineiamo le conseguenze del fatto che le componenti del vettore dipendono dal punto di applicazione Consideriamo il vettore costante in coordinate cartesiane Si ha Le componenti sono costanti inoltre Nel caso del vettore costante in coordinate polari Si ha Dobbiamo inoltre calcolare le derivate dei versori Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 163

Sistemi di coordinate curvilinee Ricordiamo i versori Abbiamo Sostituendo L'altra derivata è più semplice perché non ci sono dipendenze da r Concludiamo dicendo che in coordinate polari la variazione delle componenti di un vettore contiene anche le variazioni dovute al sistema di riferimento In una legge fisica le derivate devono esprimere variazioni legate a fenomeni fisici non a effetti geometrici Per questo le leggi fisiche si enunciano utilizzando i vettori Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 164

Sistemi di coordinate curvilinee Generalizziamo quanto fin qui detto a un generico sistema di coordinate curvilinee Il passaggio da un sistema cartesiano (x 1,x 2,x 3 ) ad un sistema di coordinate curvilinee (u 1,u 2,u 3 ) è definito dalle leggi di trasformazione Facendo variare u k tenendo costanti le altre due coordinate u l e u m punto r descrive una griglia di assi di coordinate curvilinee Lo spostamento infinitesimo è il Le tre derivate sono i vettori tangenti alle curve degli assi coordinati Non sono necessariamente vettori di norma 1 Si definiscono i tre versori Se i tre versori sono ortogonali il sistema di coordinate è ortogonale Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 165

Sistemi di coordinate curvilinee L'elemento di lunghezza diventa Il quadrato del modulo Se il sistema di coordinate curvilinee è ortogonale i versori sono ortogonali Inoltre, l'elemento di volume è Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 166

Sistemi di coordinate curvilinee Per concludere definiamo due dei più importanti sistemi di coordinate curvilinee Coordinate cilindriche (u 1 = r, u 2 = φ, u 3 = z) Coordinate sferiche (u 1 = r, u 2 = θ, u 3 = φ) Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 167

Soluzione di equazioni differenziali Consideriamo una equazione molto semplice e nota con le condizioni iniziali La soluzione a questa equazione si trova utilizzando una serie infinita per la condizione iniziale La derivata prima è per la condizione iniziale Calcoliamo infine la derivata seconda Modifichiamo la serie per rendere più esplicita la potenza di x Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 168

Soluzione di equazioni differenziali Scriviamo l'equazione differenziale utilizzando le due serie Raccogliendo i coefficienti della stessa potenza x n vale per tutti gli indici pari Questa serie ha un nome Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 169

Soluzione di equazioni differenziali Osservazioni Conosciamo la funzione sinx e le sue proprietà dalla trigonometria Si tratta di una funzione trascendente Non è esprimibile tramite un numero finito di funzioni elementari È definita dall'equazione differenziale Le sue proprietà possono essere ricavate indipendentemente dalla trigonometria Con una interpretazione astratta la soluzione trovata può essere vista come Generalizzazione a dimensione infinita dello sviluppo di un vettore rispetto ai vettori di una base Le funzioni f(x) sono i "vettori" I monomi u k (x) = x k sono i vettori della "base" Molto più che una semplice analogia I monomi x k non hanno particolari proprietà Si possono usare altre funzioni come base Ad esempio u k (x) = sinkx insieme a w k (x) = coskx Conducono alla serie di Fourier Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 170

Separazione Variabili: Coordinate Cartesiane Veniamo adesso ad uno dei metodi più importanti per la soluzione dell'equazione di Laplace Per semplificare l'esposizione supponiamo che il potenziale dipenda solo da due variabili Ad esempio due semipiani metallici infiniti posti a potenziale nullo Una striscia metallica a potenziale V 0 (y) Il potenziale non dipende dalla coordinata z Le condizioni al contorno sono L'equazione di Laplace diventa Il metodo consiste, innanzitutto, nel cercare soluzioni del tipo prodotto di funzioni di una sola variabile Si tratta di funzioni poco generali A priori sembrerebbe improbabile che possano risolvere il nostro problema Ricordiamo tuttavia che la somma di tanti x k ha prodotto la funzione sinx Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 171

Separazione Variabili: Coordinate Cartesiane Sostituiamo nell'equazione di Laplace Dividiamo per φ(x,y) = X(x)Y(y) Solo funzione di x Solo funzione di y Notiamo che le derivate parziali sono diventate derivate totali L'unica possibilità per soddisfare l'equazione è che i due termini siano costanti indipendenti sia da x che da y Abbiamo introdotto la costante k 2 per futura convenienza Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 172

Separazione Variabili: Coordinate Cartesiane Abbiamo pertanto trovato una famiglia di soluzioni (al variare di k) Si verifica immediatamente che è una soluzione dell'equazione di Laplace Ricordiamo le condizioni al contorno La quarta condizione impone che la costante A 1,k sia nulla Il termine e kx diverge per x Definiamo a questo punto B 1,k C 1,k = C k e B 1,k D 1,k = D k La prima condizione al contorno richiede D k = 0 La soluzione si è ridotta a La seconda condizione al contorno pone una condizione su k Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 173

Separazione Variabili: Coordinate Cartesiane Abbiamo pertanto trovato una famiglia infinita di soluzioni che soddisfano tre delle quattro condizioni al contorno Consideriamo adesso la terza condizione al contorno (l'ultima da soddisfare) Per x = 0 la soluzione si riduce a Pertanto, a meno che V 0 (y) abbia esattamente questa forma, non abbiamo ancora trovato la nostra soluzione Tuttavia, l'equazione di Laplace è lineare La somma di più soluzioni è ancora una soluzione Si tratta di verificare se esiste un insieme di costanti C n tali che Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 174

Separazione Variabili: Coordinate Cartesiane L'insieme di C n esiste anche se in generale la somma deve essere infinita Si tratta dello sviluppo di V 0 (y) in una serie di Fourier Per trovare i coefficienti C n si utilizza una semplice proprietà delle funzioni trigonometriche Pertanto si calcolano gli integrali Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 175

Separazione Variabili: Coordinate Cartesiane Per finire specializziamo V 0 (y) a un caso molto semplice Gli integrali possono essere calcolati semplicemente Il grafico mostra la somma dei primi termini della serie Si vede che al crescere di N la serie approssima sempre più il potenziale costante U 0 Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 176

Separazione Variabili: Coordinate Cartesiane Pertanto la soluzione al problema è La soluzione sotto forma di serie infinita potrebbe lasciare insoddisfatto qualcuno Tuttavia si tratta di una funzione come tante altre Una funzione trascendente Può essere manipolata Derivate, integrali. Anche le funzioni trigonometriche sono serie infinite Per calcolarne il valore per valori specifici di x e y occorre sommare numericamente la serie Anche per le funzioni trigonometriche Il caso vuole che questa serie abbia una somma esprimibile con funzioni trascendenti Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 177

Separazione Variabili: Coordinate Cartesiane La figura mostra un grafico del potenziale Per finire, si possono calcolare le componenti del campo elettrico Elettromagnetismo Prof. Francesco Ragusa 178