IL TENDINE È UNA STRUTTURA FONDAMENTALE DELL APPARATO LOCOMOTORE osso tendine muscolo NELL ATTO MOTORIO INTERVIENE COME TRASMETTITORE E MODULATORE DELL ATTIVITÀ MUSCOLARE NEI CONFRONTI DELLE LEVE SCHELETRICHE
ANATOMIA 1-3mm Tenociti: Collagene (resistenza) Matrice extracellulare proteoglicani Peritenonio: Epitenonio (vasi, nervi) Paratenonio (fibre elastiche, collagene, cellule sinoviali)
DUE ZONE ANATOMICHE AD ALTA SPECIFICITÀ DI FUNZIONE: 1. LA GIUNZIONE MUSCOLO-TENDINEA 2. LA GIUNZIONE OSTEO-TENDINEA
ALTA SPECIFICITÀ DI FUNZIONE Giunzione mio-tendinea (brusco passaggio muscolotendine) Giunzione osteo-tendinea (tendine, fibrocartilagine, fibrocartilagine mineralizzata, osso)
entesi:giunzione osteotendinea tipo diretto Osso Cartilagine Calcificata Fibrocartilagine Tendine
LE ENTESOPATIE Il termine entesopatia si applica ad un gruppo eterogeneo di affezioni che interessano le sedi di inserzione all'osso di tendini, legamenti, fasce, capsule articolari Altre denominazioni che vengono comunemente usate sono:entesiti, tendinopatie d inserzione, sindromi entesopatiche
Anatomia delle entesi Le entesi, comprendono, anatomicamente, le porzioni dei tendini, dei legamenti, fasce e capsule articolari che si inseriscono sull'osso. Si tratta di strutture importanti per la regolazione delle funzioni motorie e, in particolare, a livello degli arti inferiori, sono fondamentali per la regolazione delle funzioni posturali.
Definizione delle entesiti Le entesiti sono affezioni a carattere flogistico-degenerativo che, pur essendo invalidanti, vengono spesso, sottovalutate e trattate come un'espressione clinica banale.
Sono difficili da curare Le numerose recidive e l'invalidità che può conseguirne rendono doverosa una corretta osservazione diagnostica e una corretta impostazione terapeutica
ETIOLOGIA Le entesiti vengono inquadrate nell'ambito delle tendinopatie ad eziologia meccanica Sono spesso provocate dal sovraccarico funzionale che si realizza nel corso di attività sportive e lavorative
CAUSE Le cause che contribuiscono alla genesi delle entesiti riconoscono come agenti etiologici: Fattori esogeni Fattori endogeni
Fattori esogeni -stress di natura meccanica -microtraumatismi ripetuti -bruschi raffreddamenti Fattori endogeni -difetti congeniti -disturbi vascolari -disturbi endocrini -disturbi trofici
Pertanto le Entesiti possono insorgere: Attività lavorative Sport: il tennis, il golf In seguito all utilizzo di attrezzi sportivi o strumenti da lavoro MA possono anche realizzarsi nell ambito di patologie più complesse come le Artriti
ETIOLOGIA 2 Il trauma che può verificarsi si può estrinsecare sottoforma di trauma unico microtraumi iterativi I microtraumi ripetuti rappresentano i fattori più frequentemente responsabili della comparsa di queste affezioni
ETIOLOGIA 3 Nel gruppo dei fattori esogeni vanno considerate le sollecitazioni abnormi che nascono dall'uso di un attrezzo sportivo con caratteristiche tecniche o strutturali non ottimali per quel dato soggetto o arnesi in uso in alcune attività lavorative
MA Per produrre il danno il fattore meccanico, deve agire su un substrato anatomico, umorale e metabolico che condizioni la reattività l'instaurarsi di manifestazioni cliniche; perciò a parità di esposizione traumatica non tutti vanno incontro a questo tipo di patologia
PATOGENESI Ischemia È il principale fattore chiamato in causa nella genesi delle entesiti
PATOGENESI 2 L eccessivo lavoro muscolare sottopone le entesi a sovraccarico e ne riduce l'apporto ematic che viene principalmente dirottato verso il tessuto muscolare. Durante il movimento le entesi vengono sottoposte ad intense sollecitazioni meccaniche e, inoltre, risentono del tono muscolare durante la fasi di immobilità.
Eccessivo lavoro muscolare, sovraccarico Tono muscolare durante l immobilità Sollecitazione meccanica durante il movimento ENTESI Vascolarizzazione Muscoli Ischemia
ANATOMIA PATOLOGICA Frammentazione delle fibre tendinee Ridotta coesione delle stesse e della cartilagine all'osso
ANATOMIA PATOLOGICA 2 L organismo tenta di riparare il danno con la formazione di tessuto di granulazione che tende a ricostruire l osso e la cartilagine ciò induce la comparsa di nuovo osso in corrispondenza della zona danneggiata, dando luogo alla produzione di entesofiti.
ANATOMIA PATOLOGICA Il tendine appare: di colorito grigiastro; iperplasia angiofibroblastica; calcificazioni in prossimità della giunzione muscolo-tendinea
FASI DELL ENTESITE Flogosi Fibrosi Ossificazione Osteite Sindesmofiti
SINTOMI ENTESOPATIE dolore a livello dell'area giunzionale interessata, impotenza funzionale del segmento scheletrico colpito, ipotrofia da disuso del gruppo muscolare interessato, rottura traumatica dell'entesi
SEDI DI ENTESOPATIE Localizzazioni frequenti sono: Cuffia dei rotatori (capsulite adesiva) Adduttori della coscia (pubalgia), Tendinopatia del rotuleo, Estensori della mano (epicondilite) tendinopatia dell'achilleo (tallodinia)
PATOLOGIE DA SOVRACCARICO DEL GOMITO Nell ambito delle patologie da sovraccarico funzionale al gomito sono da segnalare le tendinopatie degli estensori e dei flessori del polso e della mano che prendono il nome di: epicondilite omerale o "gomito del tennista" epitrocleite omerale o "gomito del golfista".
L'articolazione del gomito è formata da diverse articolazioni singole dotate di movimenti propri: l'articolazione tra omero e ulna, l'articolazione tra omero e radio e l'articolazione tra radio e ulna.
Gomito sinistro Visione anteriore Visione postero-laterale omero radio ulna
ARTICOLAZIONE A CERNIERA Ciascuna articolazione a cerniera ha un legamento di sostegno laterale che viene posto in tensione sia nella flessione che nell'estensione, limitando i movimenti non richiesti. In corrispondenza della faccia interna ed esterna della capsula articolare, ci sono due robusti legamenti: il legamento collaterale mediale (ulnare) e il legamento collaterale laterale (radiale). Ad articolazione estesa vengono posti in tensione i legamenti anteriori, ad articolazione flessa quelli posteriori.
L'articolazione tra omero e ulna è un'articolazione a cerniera che consente movimenti di flessione ed estensione. Estensione-flessione Supinazione-pronazione
Le strutture interessate da tale patologia sono i tendini degli estensori e dei flessori di polso e mano all inserzione, rispettivamente, su epicondilo ed epitroclea omerale Estensori del polso e delle dita Flessori del polso e delle dita
Quadri clinici Epicondilite Epitrocleite Tendinopatia inserzionale distale del muscolo tricipite brachiale Tendinopatia inserzionale distale dei muscoli bicipite brachiale e brachiale anteriore
TENDINOPATIE INSERZIONALI DEL GOMITO Patologie dei tendini a carattere infiammatoriodegenerativo causate da sovraccarico funzionale dei relativi muscoli FATTORE MECCANICO Macrotrauma - Microtraumi ripetuti PATOLOGIA TENDINEA INSERZIONALE PREDISPOSIZIONE INDIVIDUALE Substrato anatomico, umorale e metabolico
EPICONDILITE (gomito del tennista) Tendinopatia inserzionale prossimale dei muscoli estensori della mano Cause: movimenti ripetitivi di flessoestensione del polso e pronosupinazione dell avambraccio
TENDINI INTERESSATI Estensore radiale breve del carpo Estensore comune delle dita Estensore ulnare del carpo Estensore proprio del v dito Supinatore breve
Muscoli Epicondiloidei Anconeo AVAMBRACCIO a) estensione Estensore comune delle dita MANO a) estensione. DITA b) estensione (eccetto il pollice) Cubitale posteriore (o Estensore ulnare del carpo) MANO a) estensione ;b) adduzione
Muscoli Epitrocleari Cubitale anteriore (o Flessore ulnare del carpo) AVAMBRACCIO a) flessione. MANO b) flessione; c) adduzione Flessore superficiale delle dita AVAMBRACCIO a) flessione. MANO b) flessione. DITA c) flessione (eccetto il pollice)
Grande palmare (o Flessore radiale del carpo) AVAMBRACCIO a) flessione; b) rotaione interna. MANO c) flessione. Palmare lungo AVAMBRACCIO a) flessione. MANO b) flessione. Pronatore rotondo AVAMBRACCIO a) flessione; b) rotazione interna
Sintomi: dolore sulla regione laterale del gomito dolore nella prensione della mano Segni clinici: dolore sull epicondilo; dolore sul terzo dito; dolore nell estensione della mano controresistenza
Sintomi Il dolore è il sintomo principale che all inizio si manifesta solo con taluni movimenti; per esempio l epicondilite si manifesta inizialmente nel tennista solo nei colpi di battuta e rovescio, mentre l epitrocleite in quelli di diritto; in seguito il dolore diviene continuo disturbando il riposo notturno e limitando la vita quotidiana poiché si risveglia con movimenti banali per esempio afferrando una bottiglia
TEST DELLA SEGGIOLA
TEST ISOMETRICO DEL III RAGGIO
Fattori favorenti l epicondilite del tennista
DIAGNOSI E TRATTAMENTO DIAGNOSI è essenzialmente clinica eventualmente integrata da esami radiologici standard per escludere microlesioni ossee e da RMN per indagare le strutture tendinee. TERAPIA riposo articolare, antinfiammatori seguiti da fisiokinesiterapia. Talora si praticano infiltrazioni con steroidi, solo raramente e nei casi ribelli alle succitate terapie si pratica terapia chirurgica.
Protocollo per il trattamento conservativo dell epicondilite acuta, cronica e postacuta Trattamento conservativo Riposo Crioterapia FANS Fase iniziale Splint di sostegno per ridurre lo stress sull epicondilo Possibile iniezione di steroidi Elettrostimolazione Fase intermedia Esercizi contro resistenza progressiva per flessori, estensori, pronatori e supinatori
R Rest (riposo) I Ice (ghiaccio) C Compression (compressione) E Elevation (elevazione) Il riposo facilita la guarigione ed evita l aggravamento della lesione Il raffreddamento dell area traumatizzata (Crioterapia) riduce la risposta acuta ad un trauma, inibendo i processi attivi coinvolti nella reazione infiammatoria iniziale l elevazione dell arto si oppone alla comparsa dell edema
PROTOCOLLO TERAPEUTICO PER LE EPICONDILITI
Trattamento conservativo dell epicondilite cronica e post-acuta Ultrasuoni Ionoforesi Allungamenti degli estensori e flessori del polso Esercizi contro resistenza progressiva per tutti i gruppi muscolari agenti sull avambraccio e sul polso Tutore di neutralizzazione
PREVENZIONE L elevata incidenza di queste patologie in atleti non più giovanissimi conferma la notevole importanza che, per prevenirle, occorre che il soggetto abbia una buona condizione fisica generale ed occorre che ci sia una buona efficienza ed elasticità dei gruppi muscolari che sono coinvolti nella comparsa di queste affezioni.