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2.2 Area politiche per l infanzia, adolescenza, giovani, responsabilità familiari: priorità di intervento Sostegno alle relazioni familiari Criticità: - rottura e separazioni all interno del nucleo familiare; - rottura dell equilibrio familiare conseguente al ricongiungimento familiare; - scarsa capacità dei nuclei familiari di fronteggiare i momenti di crisi; - conflittualità intrafamiliare; - aumento di comportamenti aggressivi e violenti; - aumentano le famiglie in condizione di povertà; le difficoltà economiche innescano spesso problematiche di altra natura (difficoltà di relazioni tra i coniugi e/o con i figli, stress, ansia). Bisogni: - bisogno diffuso degli adulti di supporto, confronto, formazione e aiuto nella gestione del delle relazioni familiari nelle diverse fasi evolutive; - supporto alle funzioni genitoriali; - bisogno dei genitori stranieri di supporto, confronto e aiuto nella fase pre e post-ricongiungimento; - sostegno materiale, relazionale e gestionale, alle famiglie nei momenti di crisi e in condizioni post-traumatiche: malattia, lutto, separazione e perdita del lavoro; - bisogno dei genitori di sentirsi competenti e capaci nel fronteggiare i momenti di crisi (capacità di resilienza). - incremento delle competenze genitoriali attraverso percorsi formativi su funzioni genitoriali/life skill; - promozione di occasioni per la socializzazione e il confronto tra genitori per mettere in rete esperienze e risorse per incrementare l auto efficacia; - promozione di interventi preventivi e di supporto alla famiglia in fase di progettazione del percorso di ricongiungimento familiare; - promozione di momenti e incontri informativi su tematiche familiari; - percorsi di counseling; - interventi specialistici e di cura, a fronte di una offerta pubblica in netta contrazione; - percorsi di mediazione familiare e sociale; - sostegno economico e materiale nei momenti di crisi; - sostegno nella gestione delle relazioni familiari e dei carichi di cura. Introduzione del fattore famiglia per il riconoscimento dei carichi di cura. - Linee regionali per l affidamento familiare DGR n. 1772 del 24 maggio 2011 e pubblicate sul BURL serie ordinaria n. 22 del 30 maggio 2011. - Determinazione in ordine all attuazione di interventi integrati a favore della famiglia DGR 2055 del 28.07.2011. - Legge Regionale 23/99 bando 2011. - Legge Regionale 34/2004 Politiche regionali per i minori. 1

Trasversalità delle tematiche: Politiche a favore delle persone disabili e Politiche a favore dei cittadini immigrati Promozione dell affido familiare L affido familiare occupa un posto particolare tra gli strumenti socio-assistenziali ed educativi a favore dei minori e delle famiglie in difficoltà. E innanzitutto un servizio limitato nel tempo, che accompagna bambini e adolescenti nel percorso di crescita educativa, formativa e affettiva, ponendosi in un ottica di sostegno e affiancamento alla famiglia di provenienza nella fase di superamento delle criticità e di cambiamento. Ci sono diversi tipi di affido: diurno, per alcuni giorni la settimana, nei periodi di vacanza, nei fine settimana, o a tempo pieno in cui l inserimento in un altra famiglia ha carattere di continuità. L affido familiare, salvo alcune eccezione, prevede il mantenimento dei rapporti con la famiglia di origine, parte attiva del progetto, e ha tra i suoi presupposti: la temporaneità, la collaborazione di tutti gli attori coinvolti, il rientro nella famiglia biologica del bambino/adolescente. La famiglia affidataria è una preziosa risorsa di promozione delle potenzialità del bambino, un contesto di socializzazione sana, arricchente dal punto di vista affettivo e sociale sia per il bambino/adolescente che per la sua famiglia e rende, a suo modo, concreta l affermazione che la famiglia è il luogo naturale della crescita dei bambini. L affido familiare è uno strumento della Tutela Minori ed è normalmente disposto da un provvedimento dell Autorità Giudiziaria. Rappresenta, inoltre, una valida opportunità per limitare il ricorso al ricovero in comunità educative o ridurre i tempi di istituzionalizzazione di quei minori momentaneamente privi di un ambiente familiare idoneo alla loro crescita. E possibile attivare forme di affido anche in assenza di un provvedimento dell Autorità Giudiziaria costruendo una rete di famiglie di appoggio. Il fabbisogno del territorio attivazione a seguito di provvedimento dell Autorità giudiziaria - ha modellato l offerta del Servizio Affidi; il tema delle famiglie di appoggio sarebbe da sviluppare maggiormente. Criticità: - aumento del numero di progetti in tutela minori che ricorrono all affido familiare per sostenere il minore e le famiglie di origine al fine di garantire un adeguato sviluppo psico-fisico e affettivo dei minori; - percorsi di affido che si protraggono a lungo e che riguardano situazioni fortemente problematiche e cronicizzate; - percorsi di affido che presentano scarsi margini di recupero; - limitata possibilità di intervento sulla famiglia di origine a causa delle poche risorse disponibili; - scarsa corrispondenza tra domanda e offerta: aumentano le richieste di affido che più difficilmente trovano collocazione (elevata complessità, presenza di più minori appartenenti allo stesso nucleo, età elevata del minore); - scarsa capacità dei nuclei familiari di fronteggiare i momenti di crisi. Bisogni: - sostegno alle funzioni genitoriali; - sostegno e supporto ai tre soggetti coinvolti nel progetto di affido: famiglia di origine, famiglia affidatarie e minore/i; 2

- crescente bisogno di famiglie affidatarie sul territorio. - sostegno alle famiglie affidatarie durante l'esperienza di affido; - sostegno alla famiglia di origine; - formazione e supporto alle famiglie potenzialmente affidatarie in attesa di iniziare tale esperienza; - promozione della cultura dell accoglienza e della dell istituto dell'affido familiare sul territorio dell'ambito e sensibilizzazione della cittadinanza con azioni diffuse e mirate; - ricerca di famiglie affidatarie; - individuazione a livello territoriale della formula organizzativa più adeguata e corrispondente alle necessità del territorio per sostenere la promozione dell Affido. Linee regionali per l affido familiare orientata al superamento della frammentarietà degli interventi, del supporto alla famiglia affidataria e della buona riuscita del progetto. - Linee regionali per l affidamento familiare DGR n. 1772 del 24 maggio 2011 e pubblicate sul BURL serie ordinaria n. 22 del 30 maggio 2011; - Determinazione in ordine all attuazione di interventi integrati a favore della famiglia DGR 2055 del 28.07.2011 (Bando Legge 23/99 anno 2011) Trasversalità delle tematiche: - Questa area di intervento ha una stretta connessione con la priorità Sostegno alle relazioni familiari Area politiche per l infanzia, adolescenza, giovani, responsabilità familiari. - Politiche a favore dei cittadini immigrati Tenuto conto del significativo numero di minori stranieri in carico ai Servizi Sociali sarebbe auspicabile costruire una rete di sostegno alle famiglie coinvolgendo le comunità straniere che vedono una presenza maggiormente strutturata e consolidata. Nel triennio è aumentato, soprattutto a Sesto San Giovanni, il numero di minori stranieri non accompagnati. Conciliazione Criticità: - aumenta la difficoltà di conciliazione delle famiglie a causa di orari di lavoro sono sempre più estesi e spesso articolati su sette giorni lavorativi e nelle fasce serali; - presenza di consistenti liste di attesa per l accesso ai nidi comunali; - aumentano le richieste di accesso alla scuola dell infanzia che si distribuiscono in modo disomogeneo sul territorio cittadino; - aumento delle richieste di adesione alle attività di custodia e cura dei bambini nei periodi di sospensione del calendario scolastico sia relativamente al numero di iscritti, sia ai tempi di permanenza; - aumento dei nuclei monoparentali che esprimono una maggiore bisogno di supporto organizzativo e gestionale; - diminuzione della rete parentale per la gestione dei carichi di cura; 3

- scarsa capacità delle famiglie di elaborare soluzioni organizzative autonome, per rispondere ai bisogno di conciliazione, attraverso forme di mutuo aiuto; - carenza di luoghi per l incontro e la socializzazione tra famiglie al fine di favorire soluzioni forme di auto-organizzaione; - sul territorio non sono presenti servizi che prevedano aperture durante il week-end e la sera; - aumenta il numero di interruzioni volontarie di gravidanza motivate dalla precarietà del lavoro e dal rischio di licenziamento e disoccupazione; - atrofizzazione delle reti sociali e ridotta possibilità da parte delle famiglie di fare riferimento a relazioni positive con le quali condividere le responsabilità connesse ai compiti di cura ed educazione dei propri figli; - lo stato di disoccupazione e la precarietà lavorativa rendono difficoltoso l accesso ai servizi di conciliazione; il difficile accesso ai servizi di conciliazione rende problematica la ricerca di un lavoro, in particolare quello femminile. Bisogni: - realizzare un sistema nidi integrato a livello territoriale costituito da unità d offerta pubbliche, unità d offerta private accreditate, unità d offerta private autorizzate al funzionamento; - flessibilità oraria dei servizi; - elevata diversificazione dei bisogni di conciliazione delle famiglie nelle diverse fasi di vita; - sostenere le soluzioni organizzative autonome promosse dalle famiglie per rispondere ai bisogni di conciliazione anche attraverso forme di mutuo aiuto. - sostenere l accesso ai servizi per la conciliazione; - sostenere la funzione e i carichi di cura; - supportare le famiglie nell individuazione e nella ricerca di soluzioni organizzative adeguate a rispondere al bisogno di conciliazione; - valorizzare le buone prassi maturate in ambito di conciliazione all interno degli strumenti di programmazione locale; - valorizzazione delle esperienze in materia di politiche di conciliazione attivate negli anni dalle Amministrazioni Comunali e dalle imprese del territorio nei confronti dei propri dipendenti (Family Friendly). Percorsi di conciliazione tempi di vita e tempi di lavoro Dgr. 381 del 4 agosto 2010 in ordine al recepimento e all attuazione dell intesa sottoscritta il 29 aprile 2010 tra Governo, Regioni, Province autonome di Trento e Bolzano, ANCI, UPI e UNICEM per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, prevedendo uno specifico programma attuativo mirato alla facilitazione del rientro al lavoro di lavoratrici che abbiano usufruito di congedo parentale e per motivi legati a esigenze di conciliazione, all erogazione di incentivi per l acquisto di servizi di cura, allo sviluppo di un sistema di rete a livello territoriale. Trasversalità delle tematiche: 4

Il tema della conciliazione si caratterizza come trasversale alle differenti aree oggetto della programmazione, i compiti di cura, infatti, si differenziano al variare delle fasi di vita del nucleo famigliare e interessano i soggetti con limitati livelli di autosufficienza (bambini, anziani, disabili). Politiche a favore dei cittadini immigrati, Politiche a favore delle persone disabili, Politiche a favore della popolazione anziana. Promozione del benessere e del successo scolastico Il Tavolo Tematico Area Politiche per l infanzia, adolescenza, giovani, responsabilità familiari accogliendo la proposta metodologica elaborata dal sottogruppo di lavoro che ha approfondito il tema della dispersione scolastica pone l accento sulla necessità di orientare gli interventi in un ottica promozionale e non solo riparativa, agendo in reale collaborazione con il contesto scolastico, conoscendo e assumendo gli obiettivi stessi che l istituzione scolastica è chiamata a realizzare a favore degli alunni. Si precisa, inoltre, che il termine dispersione scolastica include differenti significati: mancati ingressi, abbandoni, elusione dell obbligo (adempimento solo formale), proscioglimento dall obbligo senza proseguimento del titolo, ripetenze e ritardi rispetto all età, frequenze irregolari, qualità scadente degli esiti. Come indicato nel Decreto ministeriale Fioroni la scuola ha il compito di conseguire obiettivi didattici e formativi, anche sostenendo i propri studenti nella costruzione e nel rinforzo delle competenze chiave di cittadinanza di seguito elencate: Imparare ad imparare, Comunicare, Progettare, Collaborare e partecipare, Agire in modo autonomo e responsabile; risolvere problemi; individuare collegamenti e relazioni; acquisire e interpretare le informazioni. Le risorse territoriali pertanto dovrebbero indirizzare i propri interventi e le proprie azioni con l obiettivo di sostenere il sistema scuola in un percorso di rinforzo delle competenze chiave di cittadinanza. Criticità: - cresce il fenomeno dell abbandono scolastico e mancano interventi di individuazione precoce del problema - sia relativamente alla durata dell anno scolastico e sia relativamente a cicli di scuola; - i dati sull abbandono scolastico individuano quale momento critico la conclusione del biennio delle Secondarie di secondo grado e l ingresso nel triennio conclusivo; - il contesto scolastico quale ambito di vita prevalente per i ragazzi è quello nel quale maggiormente il disagio si esplicita e concretizza; non sempre le difficoltà che si manifestano nel contesto scolastico sono legate al rendimento; - elevato livello di conflittualità tra genitori e figli a causa di problemi legati al rendimento scolastico; - scarsa possibilità della scuola di metabolizzare e risolvere i problemi autonomamente anche a causa delle critiche condizioni organizzative e gestionali. Bisogni: - necessità di focalizzarsi maggiormente sulla promozione del successo scolastico che sulla dispersione come prodotto finale; - rinforzo e costruzione di competenze di cittadinanza; - richiesta di supporto espressa da parte di genitori e insegnanti per sostenere la motivazione scolastica dei ragazzi; - bisogno di ascolto e sostegno da parte degli studenti nei momenti di crisi; 5

- sostegno per conseguire il successo scolastico. - promuovere azioni e di interventi di promozione delle competenze chiave di cittadinanza. - promuovere interventi di promozione e non solo riparativi; - agire precocemente per intervenire in modo efficace sul problema, promuovendo azioni a partire dalla scuola primaria; - promuovere azioni e interventi di promozione delle competenze che si richiamano a un sistema di valutazione di efficacia e di efficienza degli interventi che sia diffuso e condiviso nella rete territoriale; - coinvolgere il mondo adulto di riferimento; ciò costituisce un importante elemento di qualità nella realizzazione di interventi efficaci. In coerenza con l'obiettivo (del progetto, dell'intervento, della presa in carico) verranno di volta in volta declinate le strategie di coinvolgimento degli adulti e individuate le specifiche competenze sulle quali intervenire; - strutturare attività di sostegno per conseguire il successo scolastico; - strutturare attività di orientamento alla scelta del percorso scolastico che prevedano la realizzazione di percorsi individuali rivolti ad alunni e famiglie, in particolare per le fasce maggiormente fragili (disagio, immigrazione e disabilità). 2012-2014 si/no (quali): Linee generali di indirizzo per le politiche giovanili approvate con DGR 2508 del 16 novembre 2011 ed in particolare: Promozione di competenze alla vita apprese in ambiti complementari ai sistemi di educazione e formazione tradizionale (Stili di vita e promozione della salute; prevenzione del disagio in chiave promozionale dei fattori protettivi). Coerenza con priorità regionali si/no (quali): - Determinazione in ordine all attuazione di interventi integrati a favore della famiglia DGR 2055 del 28.07.2011. - Legge regionale 23/99 bando 2011. Trasversalità delle tematiche Politiche a favore dei cittadini immigrati, Politiche a favore delle persone disabili. Prevenzione al fenomeno delle dipendenze da sostanze legali e illegali Criticità 1 : - precocizzazione dell'utilizzo e dell'iniziazione ad alcool e droghe con conseguente aumento del rischio per la salute; - alla precocizzazione del consumo si associa, inoltre, un maggior rischio di consumo problematico; - progressiva diffusione del consumo e del poli-consumo di sostanze nelle fasce giovanili della popolazione, in contesti di normalità e con scarsissima consapevolezza del rischio; - sottovalutazione dei rischi connessi all uso e abuso; - forte prossimità dei giovani con la disponibilità di droghe; 1 Per la costruzione del quadro conoscitivo si è fatto riferimento ai dati contenuti nel Piano Locale di prevenzione 2011-2012 ASL Dipartimento dipendenze; i dati fanno riferimento al territorio dell ASL di Milano. 6

- diffusione dell uso e abuso di sostanze in differenti contesti socio economici e culturali; - tendenza a non riconoscersi come consumatori problematici; - ritardo da parte dei consumatori nel richiedere aiuto e prestazioni di cura e riabilitazione; - i dati del contesto milanese risultano ancora molto elevati, il capoluogo Lombardo si attesta su valori circa doppi rispetto alla media nazionale per cannabinoidi e cocaina, e oltre tripli per amfetamine e allucinogeni; - la percentuale di 15enni che dichiarano di aver provato almeno una volta nella vita l uso di cannabis è pari a circa 28.22% dei maschi e 13.72% delle femmine. La percentuale di coloro che ne hanno fatto uso 10 volte o più è invece pari a: 11.24% dei maschi e 4.97% delle femmine; - la percentuale di giovani che consuma alcolici frequentemente (ogni settimana oppure ogni giorno) è pari a: 4.26% per gli 11enni, 9.53% per i 13enni, 36.33% per i 15enni, con una maggior incidenza fra i maschi. L uso e l abuso di alcolici aumenta considerevolmente al crescere dell età. Il consumo settimanale di alcolici aumenta notevolmente in questa fascia d età: la percentuale di coloro che dichiara di bere alcol ogni settimana passa da 2.48% per gli 11enni a 30.68% per i 15enni. La percentuale di giovani che riporta di bere alcol ogni giorno passa invece da 1.78% per gli 11enni a 5.65% per i 15enni. - La maggior parte dei giovani consuma alcolici nel weekend e questa tendenza si accentua al crescere dell età: la percentuale di giovani che riportano di consumare alcol solo il sabato e la domenica è pari a: 5.96% per gli 11enni, 11.44% per i 13enni, 37.24% per i 15enni. Tale fenomeno si configura spesso come l abbuffata del week-end. Bisogni: - bisogno, anche non espresso, di sviluppare competenze che favoriscono un migliore adattamento al proprio contesto di vita (esempio: fronteggiare i momenti difficili; aumentare la propria capacità di resistenza alle pressioni del gruppo; imparare ad agire una comunicazione efficace tra pari e con gli adulti; elaborare soluzioni per fronteggiare i problemi). - Maggiore diffusione di consapevolezza in merito ai rischi legati al consumo (uso e abuso). Contrastare i fattori di rischio e promuovere i fattori di protezione individuati dalla letteratura scientifica attraverso la realizzazione di progetti di prevenzione primaria e di lotta al fenomeno delle dipendenze da sostanze legali e illegali che prevedono la realizzazione di training mirati all incremento delle Life skills, in coerenza con le direttive dell Osservatorio Europeo sulle Dipendenze e Tossicodipendenze, le linee guida regionali di cui DGR n. 6219 del 19.12.2007, con la DGR 1999/201. Nella progettazione di interventi e azioni dovranno essere utilizzati modelli teorici di provata efficacia scientifica e strumenti di valutazione validati. Linee generali di indirizzo per le politiche giovanili approvate con DGR 2508 del 16 novembre 2011, ed in particolare: Promozione di competenze alla vita apprese in ambiti complementari ai sistemi di educazione e formazione tradizionale (Stili di 7

vita e promozione della salute; prevenzione del disagio in chiave promozionale dei fattori protettivi). - Documento di programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e socio sanitari, 2011 ASL Milano: Allegato 2 - Piano locale di promozione della salute 2011- Area bambini Adolescenti: (Interventi integrati nelle scuole secondo la metodologia Life Skills ; Interventi integrati nelle scuole secondo la metodologia dell educazione tra pari e delle Life Skills ; Attività di prevenzione consumi sostanze legali e illegali). - Linee Guida Regionali di cui alla DGR n. 6219 del 19.12.2007 e alla DGR VIII/10158 del 16.09.2009; - DGR n. 1999 del 13.07.2011 - indicazioni operative 2011/2012 per l attuazione delle azioni sulla prevenzione dei comportamenti di abuso di alcol e droga. - Documento di programmazione dei servizi sanitari e socio sanitari dell ASL di Milano (approvato nel gennaio dei 2011) vede, nell area dipendenze, declinato il seguente obiettivo: Attuazione a livello territoriale dei Programmi preventivi regionali, con particolare riferimento all ambito scolastico: Lst Lombardia e UNPLUGGED 1. Trasversalità delle tematiche: Politiche per la salute mentale e Politiche di contrasto della povertà e grave emarginazione. Promuovere il protagonismo e la partecipazione giovanile Le Linee di indirizzo per una governance delle politiche giovanili in Lombardia 2012-2014 approvate con DGR 2508 del 16 novembre 2011 individuano quale target di riferimento la popolazione compresa tra i 14 e i 35 anni. Le aree di criticità identificate sono le seguenti: - il tasso di scolarità 2 è pari al 85,8 più basso di sette punti rispetto alla media nazionale; - aumenta il numero di NEED: giovani che non studiano e non lavorano (NEED, Not in Education, Employment or Training); - cresce la disoccupazione giovanile; - il tempo di permanenza dei giovani presso la famiglia di origine è in costante aumento. A tali criticità si aggiunge la scarsa adesione e partecipazione dei giovani alla vita della comunità. Sono quattro gli assi di intervento individuati da Regione Lombardia: 1. Politiche per lo sviluppo di competenze alla vita apprese in ambiti complementari ai sistemi di educazione e formazione tradizionale (aggregazione, turismo giovanile, scambi interculturali, sport, stili di vita e promozione della salute, prevenzione del disagio in chiave promozionale). 2. Politiche per lo sviluppo della creatività: percorsi in ambito artistico ed espressivo, creatività e impresa, espressività e valorizzazione dei talenti. 3. Politiche per l autonomia: formazione, imprenditoria, politiche abitative. 4. Politiche per la responsabilità e la cittadinanza attiva in una dimensione di costruzione e sviluppo del senso di comunità: associazionismo, volontariato, servizio civile. 2 Rapporto tra iscritti alla scuola secondaria di secondo grado e la popolazione compresa tra i 14-19 anni. 8

Di particolare interesse sono gli ambiti di lavoro declinati negli assi 1) e 3) di seguito riportati: - favorire percorsi di socializzazione e aggregazione che qualifichino il tempo libero come occasione di crescita, con un attenzione non solo a contrastare i fattori di rischio, ma soprattutto a promuovere i fattori protettivi; - potenziare i collegamenti istituzionali che consentano ai giovani di fruire per più tempo degli spazi già disponibili e da loro riconosciuti; - riconoscere le nuove forme aggregative dei giovani, anche con riferimento alle nuove tecnologie (forum, blog, web-radio ); - creare condizioni favorevoli per promuovere la salute e stili di vita sani, anche coinvolgendo soggetti che non hanno un riferimento diretto all obiettivo salute, ma che nel loro agire intercettano la popolazione giovanile (discoteche, locali ). - sviluppare occasioni di formazione sia in ambito formale che complementare al sistema tradizionale di apprendimento, con particolare attenzione alla conoscenza di professioni innovative e a esperienze di «pre-formazione», valorizzando il metodo del «fare per apprendere»; Il contesto sopra descritto, per complessità e dimensione, impone di valorizzare e mettere a sistema nell ambito degli strumenti di programmazione le politiche e gli interventi a favore della popolazione giovanile; il Piano di Zona si configura come lo strumento privilegiato per conseguire forme di integrazione tra le varie politiche mediante l analisi dei bisogni, la definizione di priorità la gestione innovativa, flessibile e partecipata del sistema di risposta alla domanda. Tra le azioni si individuano, in via prioritaria, le seguenti: - promuovere progetti a sostegno del protagonismo giovanile e della partecipazione alla vita della comunità locale attraverso strategie di empowerment, con l obiettivo di sostenere e mette le persone nelle condizioni di svolgere un ruolo guida per ottenere cambiamenti nel contesto di vita e nella risoluzione di problemi specifici. Le progettazioni dovranno di preferenza prevedere: o Interventi rivolti a gruppi per di innescare e accompagnare processi che promuovano forme di organizzazione o partecipazione che sviluppino strategie efficaci per il cambiamento. o Coinvolgimento del target nelle fasi di analisi del contesto, individuazione di problemi e definizione degli obiettivi; identificazione delle forme organizzative, di ruoli e responsabilità nei gruppi; sviluppo delle di azione. Linee generali di indirizzo per le politiche giovanili integrazione delle politiche DGR 2508/2011 Linee di indirizzo per una governance delle politiche giovanili in Lombardia 2012-2014 Trasversalità delle tematiche: Politiche attive del lavoro 9

Promozione di stili di vita sani Sono numerose le evidenze scientifiche che indicano come i comportamenti individuali non corretti possano agire in modo importante nello sviluppo di condizioni patologiche come le malattie cardiovascolare, i tumori e il diabete. I Piani Sanitari, nazionali e regionali, ormai da anni riportano tra gli obiettivi la promozione di comportamenti e stili di vita in grado di favorire la salute, soprattutto nei confronti di gruppi sociali più a rischio: l obiettivo è di attivare nella popolazione modificazioni dei fattori, legati agli stili di vita, che possono determinare la comparsa di patologie. Criticità: - il fumo è un importante fattore di rischio per numerose patologie tumorali, respiratorie e circolatorie ed è considerato dall OSM la prima causa di morte evitabile. Provoca, inoltre, una forte dipendenza e danneggia la salute anche delle persone che non fumano. Negli ultimi anni si assiste ad aumenti considerevoli di consumo proprio nel periodo preadolescenziale. - E confermato da molteplici ricerche che un attività fisica di moderata intensità, svolta in modo regolare agisce come fattore protettivo nei confronti di numerose patologie molto diffuse. - Le abitudini alimentari scorrette e l obesità rivestono un problema di grande rilevanza sociale ed economica in quanto costituiscono fattori di rischio di numerose patologie. L aspetto più preoccupante riguarda le giovani generazioni: l obesità infantile rappresenta, infatti, un fattore predittivo di obesità nell età adulta, e predispone a patologie di natura cardiocircolatoria. - adozione di programmi per la cessazione del fumo da tabacco nei giovani; - programmi di promozione dell attività fisica (30 minuti di attività giornaliera) - programmi volti a promuovere corrette abitudini alimentari e l adozione di una dieta bilanciata, ricca di frutta fresca e verdura. Integrazione delle politiche strumento di Documento di programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e socio sanitari e Piani integrati locali di promozione alla salute. Documento di programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e socio sanitari, 2011 ASL Milano: Allegato 2 - Piano locale di promozione della salute 2011. Criticità: Impoverimento delle famiglie - negli ultimi tre anni sono sensibilmente aumentate le richieste, anche in sede di Segretariato, di sostegno economico da parte delle famiglie, molte delle quali provengono da nuclei monoreddito che non riescono più a fronteggiare l elevato costo della vita. La questione economica viene spesso associata alla richiesta di sostegno per l alloggio. 10

- Le richieste di aiuto relativamente alla casa sono in costante crescita a causa dell aumento dei mutui, dell elevato costo degli affitti e della scarsa opportunità di accesso a canoni di locazione moderata. - Aumenta il numero di sfratti esecutivi che vedono coinvolte famiglie con minori. - Aumentano le famiglie in condizione di povertà spesso conseguenza di fattori estemporanei legate a difficoltà anche momentanee: separazioni, perdita del posto di lavoro, morte di un familiare, problematiche sanitarie, gravidanze indesiderate. - Le difficoltà economiche innescano spesso problematiche di altra natura (difficoltà di relazioni tra i coniugi e/o con i figli, stress, ansia). - Nell ambito della tutela aumentano le situazioni emergenziali, spesso i casi sono multiproblematici e complessi anche caratterizzati dalla presenza di grave povertà materiale. - Il dato di impoverimento economico delle famiglie connesso a situazioni di difficoltà lavorativa e abitativa si accompagna ad un indebolimento delle reti sociali di riferimento; sempre più di frequente si assiste a una loro atrofizzazione e quindi a una ridotta possibilità da parte delle famiglie di fare riferimento a relazioni positive con le quali condividere le responsabilità connesse ai compiti di cura ed educazione dei propri figli. 11