RASSEGNA STAMPA AMD Aggiornamento 22 marzo 2019
Sommario = da attività ufficio stampa TESTATA TITOLO DATA La Sicilia Diabete di tipo 1 previsto aumento del 70% 16/03/2019 SaniHelp.it Diabete in gravidanza: si può evitare il cesareo? 19/03/2019 SanitainSicilia.it Sanità, diabete e rene: il corso per i professionisti a Palermo 19/03/2019 Ansa Piccola attività fisica ha effetti importanti su diabete 22/03/2019
LA SICILIA Data: 16/03/2019
SANIHELP.IT Data: 19/03/2019 Utenti unici: ND Sanihelp.it - In Italia ogni anno si contano circa 500mila gravidanze. Di queste 50mila vengono complicate dal diabete, che può essere pre-gestazionale, ossia già presente nella donna prima che questa rimanga incinta, o gestazionale, che fa la sua comparsa nel corso della gravidanza. Nel primo caso, il problema è rappresentato dalla mancanza di programmazione e dalle gravidanze a sorpresa: una donna con diabete non controllato, che non sa di essere incinta, espone il bambino a un rischio di malformazioni, dovute alla glicemia e agli eventuali farmaci assunti (come statine e ace-inibitori), 10 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Nel caso del diabete gestazionale, invece, l aumento di glicemia può portare a un eccessivo aumento di nutrienti al feto, che predispone a tagli cesarei, parti pretermine e altre complicanze. Il diabete gestazionale, inoltre, successivamente al parto, aumenta il rischio di sviluppare diabete tipo 2, perché la fisiopatologia delle due malattie è la stessa. Con l obiettivo di favorire presso diabetologi, infermieri esperti in diabetologia, dietisti, ma anche ostetriche e ginecologi, una maggiore conoscenza di queste problematiche e delle strategie per farvi fronte, l Associazione Medici Diabetologi ha avviato un nuovo progetto formativo itinerante che, nel corso di 16 tappe, attraverserà tutto il territorio nazionale.
SANIHELP.IT Data: 19/03/2019 Utenti unici: ND «I risultati di studi e ricerche sono incoraggianti: nelle donne diabetiche una gravidanza senza complicanze né parto cesareo è possibile - afferma illustra Domenico Mannino, presidente dell'associazione - Ma serve l impegno di tutti (équipe medica, genitori, famiglia) per programmare il concepimento e il controllo metabolico in modo costante, soprattutto nei primi mesi di gestazione. L obiettivo del corso è offrire agli operatori del team diabetologico gli strumenti più efficaci per garantire una gravidanza serena e la nascita di un bambino sano». Nonostante già nel 1989, l Organizzazione Mondiale della Sanità avesse fissato l obiettivo di rendere la gravidanza diabetica uguale, come esiti, a quella delle donne sane, entro l inizio degli anni 2000, il diabete in gravidanza resta ancora oggi un problema aperto. Per quanto riguarda le forme pre-gestazionali, ii consiglio è: programmate la gravidanza, in modo che inizi in una fase di controllo glicemico buono, scongiurando le complicanze correlate allo scompenso. Per quanto concerne il diabete gestazionale: mantenere la calma e impegnarsi in un percorso che comprende dieta, stretto monitoraggio della glicemia, ricorso all insulina, controlli ambulatoriali. Dal punto di vista emotivo può essere faticoso, specie se si è alla prima gravidanza. Ma grazie al supporto del team diabetologico, il problema può essere gestito. È fondamentale partorire in strutture dotate di Terapia intensiva neonatale, perché il bambino potrebbe andare incontro a diverse problematiche, soprattutto ipoglicemia. «Negli ultimi 20 anni l outcome della gravidanza nelle donne che hanno problemi di diabete è migliorato, ma ci sono ancora margini su cui lavorare - aggiunge Annunziata Lapolla, responsabile scientifica del progetto - Per esempio, nell ambito dello screening del diabete gestazionale, eseguito nel secondo trimestre. Secondo le linee guida italiane, le donne con grandi fattori di rischio, come una grave obesità, che hanno già avuto diabete gestazionale alla gravidanza precedente e con alterata glicemia, dovrebbero essere sottoposte a screening già alla 14-16asettimana, per diagnosticare la patologia il prima possibile e monitorarla in modo rigoroso. Andrebbero seguite con attenzione anche dopo il parto, per aiutarle a intervenire sui fattori correggibili ed evitare che sviluppino diabete tipo 2». http://www.sanihelp.it/news/28199/diabete-gravidanza--gestazionale-glicemia/1.html
SANITAINSICILIA.IT Data: 19/03/2019 Utenti unici: ND Il gruppo di lavoro Diabete e Rene AMD Sicilia, nell ambito delle sue attività, ha deciso di realizzare una survey sulla nefropatia diabetica rivolta a tutti i diabetologi AMD Sicilia e un successivo percorso formativo/educativo. A questo proposito si terrà il 22 marzo, a Palermo, il corso Progetto NEPHRONET. Diabete tipo 2 (T2D) e danno renale sono legati da una relazione complessa: il diabete è la principale causa di insufficienza renale terminale (ESRD) nei paesi sviluppati, e circa un terzo dei pazienti con diabete sviluppa, nel corso del tempo, la malattia renale cronica, usualmente definita e classificata in base alla stima del filtrato glomerulare (egfr) e al grado di albuminuria. Tale condizione si associa, inoltre, a un incremento di morbidità e mortalità (CV), che costituisce la principale causa di morte nel paziente diabetico nefropatico. Questa temibile complicanza rappresenta un severo problema di salute pubblica anche perché, al contrario delle complicanze macrovascolari del diabete (infarto miocardico, ictus e amputazione), per le quali, nel ventennio 1990-2010, si è osservato un decremento, la prevalenza della nefropatia diabetica si è mantenuta stabile, a dispetto della grande attenzione volta al miglioramento del controllo metabolico e pressorio, anche attraverso la personalizzazione della terapia. Inoltre, l allungamento della vita media del soggetto con diabete e l enorme aumento d incidenza della malattia, ormai vista come una vera e propria epidemia determinerà nei prossimi anni un ulteriore incremento della malattia renale cronica. La rilevanza clinica di questa temibile complicanza ha richiamato, negli ultimi anni, l attenzione di molti ricercatori, con un aumento significativo delle conoscenze in termini di fisiopatologia del danno renale in corso di T2D.
SANITAINSICILIA.IT Data: 19/03/2019 Utenti unici: ND Studi recenti, avvalorando dati già presenti in letteratura sull eterogeneità delle alterazioni strutturali in soggetti microalbuminurici, hanno messo in luce il ruolo del tubulo renale nella fisiopatologia della ND, mettendo in discussione la classica visione glomerulocentrica. Nel T2D, il tubulo va incontro a importanti alterazioni energetico-funzionali e a processi infiammatori-fibrotici, oltre a essere molto suscettibile al danno acuto, che potrebbe concorrere a spiegare la prevalenza rilevante di soggetti con fenotipo non albuminurico di danno renale. Recenti acquisizioni suggeriscono come il tubulo, attraverso un cross-talk con il glomerulo, sia coinvolto anche nella genesi dell albuminuria. Data la rilevanza clinica della ND, è fondamentale identificare precocemente i soggetti a rischio di sviluppare la complicanza, concentrando su questi gli sforzi maggiori in termini di prevenzione e trattamento; pertanto, accanto ai classici biomarcatori, ne stanno emergendo di nuovi, con forte interesse per marcatori di danno tubulare, alla luce delle suddette acquisizioni di fisiopatologia. Grazie alle moderne tecniche di proteomica, metabolomica e genomica, risulta promettente l elaborazione di pannelli, in grado di migliorare significativamente la predittività, pur essendo al momento difficilmente implementabili nella pratica clinica, anche in ragione dei costi elevati. Infine, mentre fino a pochi anni fa l unica strategia per contrastare lo sviluppo e la progressione della ND era uno stretto controllo metabolico e pressorio, farmaci ipoglicemizzanti di recente introduzione nella pratica clinica, quali GLP- 1R agonisti e SGLT2 inibitori, appaiono dotati di importanti effetti di riduzione della albuminuria e di stabilizzazione del filtrato glomerulare. E emersa quindi prepotentemente la necessità di identificare precocemente i soggetti a rischio di sviluppare tale complicanza, sui quali dovrebbero concentrarsi gli sforzi maggiori in termini di prevenzione e di trattamento. Se per la diagnosi precoce è sufficiente un periodico controllo della microalbuminuria e della creatininemia, per prevenire il danno renale nei pazienti diabetici occorre agire a più livelli sia modificando lo stile di vita attraverso percorsi educativi dedicati sia controllando in modo ottimale i livelli di glicemia, pressione arteriosa e grassi circolanti. Tutto ciò permette di realizzare un approccio personalizzato che consenta di ritardare l insorgenza e di rallentare la progressione del danno renale. Il compito del diabetologo è fondamentale, dunque, per la diagnosi precoce e la gestione iniziale della nefropatia, mentre il coinvolgimento del nefrologo è successivo. Il gruppo di lavoro Diabete e Rene AMD Sicilia, ha ritenuto di realizzare una Survey, per ottenere una interessante fotografia real life del management della nefropatia diabetica nella nostra realtà siciliana, focalizzando nella pratica clinica quotidiana i limiti e le problematiche che si incontrano nella gestione di questa complicanza. Scopo ultimo è quello di migliorare a livello decisionale l organizzazione dei nostri Servizi e non quello di verificare lo stato delle conoscenze scientifiche del diabetologo. https://www.sanitainsicilia.it/sanita-diabete-e-rene-il-corso-per-i-professionisti-apalermo_403449/
ANSA Data: 22/03/2019 Piccola attività fisica ha effetti importanti su diabete Studio italiano unico, cruciali i consigli di personale formato ROMA (ANSA) - ROMA, 22 MAR - Con l'aiuto di personale formato pazienti diabetici riescono a cambiare stile di vita, si muovono di più, abbandonando la poltrona e i risultati si vedono: con un'ora in più di movimento al giorno ci sono miglioramenti sostanziali della forma fisica (la capacità cardiorespiratoria e muscolare) che si traducono in una riduzione del rischio di morte e malattie cardiovascolari. Resi noti sulla rivista JAMA, sono i risultati principali di un lavoro sul campo senza precedenti, tutto italiano, che ha coinvolto 300 pazienti diabetici. Lo studio è stato condotto da Giuseppe Pugliese, Ordinario di Endocrinologia, Sapienza Università di Roma e Responsabile della UOC di Medicina Specialistica Endocrino-Metabolica, Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant'Andrea e da Stefano Balducci, de La Sapienza e Presidente della Associazione Fitness Metabolica O.N.L.U.S., Monterotondo. "Lo scopo principale del lavoro - spiega Pugliese all'ansa - era dimostrare la reale fattibilità di cambiare in modo duraturo nel tempo lo stile di vita di persone con diabete, seguendo le linee guida che raccomandano di aumentare l'attività fisica e ridurre il tempo sedentario. Finora una simile ricerca sul campo non era mai stata condotta". E' in corso una vera e propria epidemia globale di obesità e diabete di tipo 2, causate oltre che da diete scorrette anche da attività fisica insufficiente (meno di 150 minuti a settimana) e da sedentarietà, (troppo tempo seduti o stesi), rileva Balducci che esercitano i loro effetti deleteri indipendentemente l'una dall'altra e sono molto comuni tra le persone con diabete di tipo 2. Superare questi comportamenti è tuttavia difficile nella vita reale per la presenza di molteplici barriere, ad esempio per mancanza di informazione e di luoghi dove praticare attività fisica in sicurezza e perché spesso si tratta di pazienti anziani e in sovrappeso che hanno scarsa attitudine al movimento. (ANSA). Y27-LOG/ S04 QBKN Piccola attività fisica ha effetti importanti su diabete (2) Studio italiano unico, cruciali i consigli di personale formato ROMA (ANSA) - ROMA, 22 MAR - "Questo studio testimonia la possibilità di ottenere risultati a lungo termine su una componente importante, ma molto spesso trascurata, dello stile di vita - commenta Paolo Moghetti, Coordinatore del gruppo di studio intersocietario AMD/SID Attività Fisica e Diabete. Gli aspetti molto rilevanti dello studio sono in particolare due: il risultato è stato ottenuto attraverso un intervento ben organizzato ma che ha impiegato una quantità limitata di risorse ed è quindi riproducibile nella pratica clinica reale e poi vi è stata l'interazione virtuosa fra specialista diabetologo e laureati in scienze motorie, una risorsa importante che abbiamo a disposizione e che dobbiamo impiegare in maniera sistematica per poter conseguire questi risultati".(ansa). Y27-LOG/LOG S04 QBKN