Relazione Geologica 2 Relazione Geologica 1. PREMESSA La presente relazione riferisce dello studio geologico eseguito su un area situata in loc. Chiosca (Mo) (Fig. 1-2), in particolare espone gli aspetti geologici connessi con la realizzazione di un bacino ad uso irriguo. Nell area d intervento è stato eseguito uno studio geologico, caratterizzato da: - analisi della cartografia tecnica e geologica esistente; - analisi di dati bibliografici; - rilievo geologico-geomorfologico di superficie. Così operando, si è inteso: valutare le condizioni geologiche-geomorfologiche e idrogeologiche dell area; valutare le condizioni di stabilità generali e locali del versante; individuare le possibili problematiche geologiche-tecniche dell area in relazione all intervento previsto. Lo studio, pertanto, è rivolto ad accertare la compatibilità dell intervento con lo stato attuale del versante e a verificarne la non influenza negativa sulle condizioni di stabilità.
Relazione Geologica 3 RELAZIONE GEOLOGICA 2. CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE GEOLOGICA DEL SITO (6.2.1 NTC) 2.1 ELEMENTI GEOGRAFICI-GEOMORFOLOGICI DELL AREA L area in studio si colloca in località Chiosca a circa 2 km a NW dal capoluogo Montefiorino (Fig. 1). Questa porzione di territorio si colloca lungo la fascia della media collina nell Appennino modenese, ad un altimetrica media intorno ai 400-425 metri s.l.m. (Fig. 1-2). FIGURA 1 - INQUADRAMENTO GEOGRAFICO 1:25.000 (Tavoletta Ctr n 235ne)
Relazione Geologica 4 I terreni costituenti i versanti della zona in studio sono composti da una litologia prevalentemente argillosa e/o peliticaarenitica, tipica di questa fascia appenninica, che comporta forme del paesaggio blande e da poco a mediamente acclivi progradanti più o meno uniformemente e con contropendenze verso valle. FIGURA 2 - COROGRAFIA 1:5.000 (Elemento Ctr n 235043) I litotipi più competenti determinano dorsali o pendii più acclivi, contrastanti e dominanti sui terreni a composizione prevalentemente pelitica sottostanti. 2.1.1 Riferimenti Cartografici Cartograficamente l area in studio è individuata sulla C.T.R. nella Tavoletta 235ne a scala 1:25.000 (Fig. 1) nell Elemento n 235043 (Fig. 2).
Relazione Geologica 5 2.2 ELEMENTI GEOLOGICI Le caratteristiche geologiche dell area possono essere inquadrate nella tipica situazione riscontrabile lungo i versanti del medio Appennino modenese: si osserva la diffusione di litologie prevalentemente fliscioidi e argillose pelitiche appartenenti alle Unità Liguri. Questi terreni si presentano spesso estremamente deformati, essendo stati coinvolti in intensi movimenti tettonici di messa in posto. Nello specifico, il rilievo in esame è costituito dalla Formazione di Monghidoro (MOH). La cartografia geologica di riferimento di più recente pubblicazione é rappresentata dalla "Carta geologica del Progetto CARG (Fig. 3). Di seguito se ne riporta uno stralcio cartografico e la relativa legenda delle litologie presenti nell area. FIGURA 3 CARTA GEOLOGICA 1:5.000 Da Progetto CARG Regione Emilia Romagna.
Relazione Geologica 6 MOH - Formazione di Monghidoro Questa litologia costituisce il substrato dell area d intervento. Torbiditi arenaceo-pelitiche in strati spessi, raramente molto spessi, con rapporto A/P generalmente intorno a 2/1 cui si intercalano intervalli metrici di strati sottili e medi con rapporto A/P circa 1/2. Le arenarie sono gradate con base a granulometria da media a grossolana, talora microconglomeratica, localmente poco cementate, di colore grigio scuro ma generalmente marroni o giallastre per alterazione ed ossidazione dei minerali femici; passano ad argilliti più o meno siltose di colore nerastro. Nella parte bassa della formazione sono presenti rari strati sottili calcareo-marnosi o calcarei con abbondanti tracce di fucoidi. Localmente distinte: la litofacies arenacea (MOHa), caratterizzata da A/P>>1; la litofacies pelitico-arenacea (MOHb), caratterizzata da strati sottili pelitico-arenacei con rapporto A/P <1; la litofacies pelitica (MOHc) con A/P< 1/10. Torbiditi di piana bacinale. Limite inferiore graduale su MOV. La potenza geometrica è di qualche centinaio di metri. (Maastrichtiano sup. - Paleocene sup.) MOV - Formazione di Monte Venere Torbiditi arenaceo-marnose con base fine grigio-chiaro, in strati da medi a molto spessi, al tetto intervalli sottili o medi di argille scure o nerastre. Intercalazioni metriche di strati arenaceo-pelitici da sottili a spessi grigio brunastri, con rapporto A/P >1, a luoghi prevalenti sugli strati calcareo-marnosi. Regolari intercalazioni di megatorbiditi calcareo-marnose in strati spessi fino a 15 m. Contatto inferiore non preservato. Torbiditi di ambiente marino profondo. Potenza fino a 900 m. (Campaniano sup. - Maastrichtiano sup.) Nell area d intervento e nell immediato intorno, il rilevamento diretto offre ben poche indicazioni in quanto si tratta di area completamente ricoperta da un cotico vegetale impostato su falda di detrito. Nelle aree d intervento i terreni di substrato sono infatti ricoperti da depositi di versante. a3 - Deposito di versante s.l. Accumulo di detrito su versante sulla cui attribuzione genetica permane un grado di incertezza, non escludendo che sia dovuto a fenomeni franosi, mancando spesso i caratteri di forma tipici delle frane stesse. Solo una indagine più approfondita del semplice rilevamento sul terreno potrebbe chiarire la natura dei processi che hanno generato il deposito. Generalmente l'accumulo si presenta con una tessitura costituita da clasti di dimensioni variabili immersi e sostenuti da una matrice pelitica e/o sabbiosa (che può essere alterata per ossidazione e pedogenesi), solo localmente stratificato e/o cementato. Come indicato sopra la genesi può essere gravitativa, da ruscellamento superficiale, da soliflusso
Relazione Geologica 7 2.3 ELEMENTI IDROGRAFICI E IDROGEOLOGICI L area in esame è caratterizzata dai seguenti riferimenti idrografici: bacino principale: Torrente Dolo bacino secondario: Rio della Pieve Nel sito in studio l eduzione delle acque meteoriche e superficiali per lo più avviene per infiltrazione e filtrazione all interno della coltre detritica o direttamente all'interno del substrato alterato, che può essere considerato dotato di una sufficiente permeabilità secondaria per fessurazione. Nel settore d intervento, l erosione prodotta è praticamente assente. Le litologie presenti possono essere distinte, in base alle caratteristiche e al grado di permeabilità, in due complessi idrogeologici: a) complesso permeabile per fessurazione: fa parte di questo la litofacies arenacea della Formazione di Monghidoro, costituente il substrato dell area in studio. b) complesso permeabile per porosità: fanno parte di questo tutti quei terreni detritici di disfacimento e di alterazione che costituiscono la copertura, di limitato spessore. La permeabilità, che avviene per porosità, è legata principalmente alla granulometria dei clasti che costituiscono il detrito, per cui si ha una discreta permeabilità per i termini più grossolani. L area in oggetto insiste su terreni arenaceo-pelitici a loro volta ricoperti da una coltre detritica grossolana: pertanto può essere soggetta a filtrazione di acque in particolare nello strato di copertura e talora nella parte superficiale più fratturata del substrato litoide. Tali terreni sono quindi caratterizzati da una buona permeabilità e, in considerazione della pendenza del versante in oggetto, eventuali falde freatiche o sospese vengono drenate in tempi rapidi. Il movimento terra in progetto non interferirà in alcun modo con corsi d acqua. La dominanza dell area rispetto al corso d acqua principale e ai collettori drenanti secondari garantisce sull assenza di rischi relativi ad esondazioni o ristagno liquido. L intervento non determinerà sostanziali interferenze né modifiche ai processi di naturale alimentazione dell acquifero principale.
Relazione Geologica 8 2.4 STABILITÀ DELL AREA 2.4.1 Quadro conoscitivo - Cartografico Nella Figura 4 si riporta la Carta del dissesto del PTCP di Modena (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) dove l area in studio non rientra in zone di dissesto in atto né potenziale. Anche l analisi multitemporale della cartografia geologica e del dissesto a disposizione conferma come il sito d intervento non sia mai stato coinvolto direttamente in fenomeni gravitativi. FIGURA 4 CARTA DEL DISSESTO STRALCIO PTCP (scala grafica) Note bibliografiche La ricerca bibliografica si è incentrata su: - Carta delle Frane e della Stabilità dei Terreni del Bacino del Fiume Secchia a scala 1:50.000 (Provincia di Modena, 1970) - Carta della Propensione al Dissesto Idrogeologico della RER a scala 1:250.000 (1974); - Carta geologica dell Appennino Emiliano-Romagnolo a scala 1:10.000 (1986); - Inventario del Dissesto a scala 1:25.000 (Regione Emilia-Romagna, 1996); - Analisi multitemporale fotografie aeree; - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) (Prov. Mo1999-2006-2009). - Nuova Carta Geologica d Italia Progetto CARG (2000)
Relazione Geologica 9 2.5.2 Influenza dell opera sulle condizioni di stabilità - Quadro morfoevolutivo L analisi ed il rilievo diretto sulle condizioni geomorfologiche e di stabilità dell area d intervento ha messo in evidenza i seguenti aspetti: - l area oggetto d intervento, si pone lungo un pendio caratterizzato da terre formazionali di natura pelitico-arenacea, ricoperte una coltre detritica. - Sul terreno in esame e in un adeguato intorno d influenza non sono stati rilevati segni tensionali riconducibili a qualche fenomeno d instabilità gravitativa in atto di versante. - Nell intorno dell area non si sono rilevati fenomeni che possano interferire dal punto di vista geodinamico con il sito d intervento. - Non si rilevano particolari processi erosivi da parte delle acque di corrivazione. L intervento in progetto determina una lieve alterazione morfologica nel profilo attuale del pendio; verrà realizzato solo uno scavo di circa 1 m di profondità senza la realizzazione di argini fuori terra. L intervento determina quindi carichi d esercizio del tutto compatibili con le caratteristiche fisico-meccaniche e resistive della litologia presente. Tra gli obiettivi della progettazione geotecnica dell intervento vi dovrà essere quello di prevedere i dovuti accorgimenti per garantire che i terreni interessati nonché quelli all intorno conservino le attuali condizioni di resistenza e che l area mantenga le attuali caratteristiche di stabilità. Decisiva sarà la corretta regimazione delle acque superficiali ed il loro opportuno smaltimento, evitando così qualsiasi dispersione liquida nei terreni. Nell area d intervento ed in un opportuno intorno, dovranno quindi essere attuate e mantenute efficienti opere di regimazione idrica superficiale mediante fossi di scolo con recapito nell orizzonte idrico naturale posto a valle. Da quanto sopra elencato, la verifica complessiva di tipo geologico-tecnico e di compatibilità geomorfologica mette in risalto quindi la non influenza negativa dell intervento in progetto sulle condizioni di stabilità attuale del versante.
Relazione Geologica 10 3. MODELLO GEOLOGICO Al fine di verificare le condizioni di stabilità e il modello geologico dei luoghi oggetto dell intervento in progetto, è stato condotto un rilievo geologico di dettaglio, durante il quale si è potuto prendere visione diretta delle condizioni geologichegeomorfologiche di superficie dell area. L indagine ha permesso di ottenere risultati soddisfacenti e garanti per gli scopi preposti in questo studio. Il sito d intervento risulta ricoperto da un cotico vegetale impostato su una falda di detrito medio-fine (limo argilloso sabbioso a media compattazione e discretamente drenato). In questa fase non si ritiene necessario eseguire indagini dirette puntiformi. In fase esecutiva di sbanco sarà necessario verificare e accertare puntualmente gli assunti litostratigrafici e geotecnici scelti nella presente relazione. 4. BACINO IN PROGETTO Nell area in studio è in previsione la realizzazione di un bacino ad uso irriguo. Per i dettagli progettuali si rimanda ai relativi elaborati. Di seguito si riporta la planimetria generale di progetto. Figura 5 Planimetria di progetto (scala grafica).
Relazione Geologica 11 5. CONSIDERAZIONI FINALI Nell area in studio (Fig. 1-2), è stato eseguito uno studio geologico volto alla ricostruzione degli aspetti geologicigeomorfologici, di stabilità e di pericolosità geologica dell area connessi con la realizzazione di un laghetto irriguo. L indagine geologica ha messo in evidenza i seguenti aspetti: il sottosuolo dell area indagata è caratterizzato da un terreno costituito insiste su terreni arenaceo-pelitici a loro volta ricoperti da una coltre detritica. I dati geologici e geomorfologici rilevati permettono di apprezzare le attuali buone condizioni di stabilità naturali del sito in studio. Non si rilevano processi erosivi da parte delle acque meteoriche. I movimenti terra con i relativi terreni di risulta derivanti dalla realizzazione dello scavo dovranno prevedere i dovuti accorgimenti per garantire che i terreni interessati dai ricarichi nonché quelli all intorno conservino le attuali condizioni di resistenza e che l area mantenga le attuali caratteristiche di stabilità. Si raccomanda la regimazione delle acque corrive superficiali ed in esubero dal bacino ed il loro opportuno smaltimento, evitando la dispersione indiscriminata lungo il pendio a valle. Queste opere eviteranno l eccessiva infiltrazione d acqua nei termini più alterati e superficiali che potrebbe determinare condizioni di ammollimento dei terreni di copertura con scadimento delle caratteristiche resistive. Nel tempo sarà necessario eseguire normali operazioni di manutenzione e pulizia per garantirne appieno la funzionalità e l efficienza idraulica. Ogni intervento deve essere eseguito con modalità tali da inibire grosse alterazioni dello stato di equilibrio geostatico dei terreni. Solo in fase esecutiva, con l apertura degli scavi, si potrà qualificare la natura e i caratteri lito-tecnici dei terreni, e di conseguenza affinare la profondità di rimozione. Gli scavi dovranno essere realizzati con angoli di scarpata delle sezioni tali da garantire in ogni condizione la massima sicurezza per gli operatori e addetti ai lavori. Si consiglia di eseguire i lavori durante la stagione asciutta. I terreni di risulta derivanti dallo scavo di fondazione verranno utilizzati in sito per una leggera rimodellazione morfologica dell area adiacente. Si tratta di deboli ricarichi le cui modalità di stoccaggio seguiranno modalità efficaci a mantenere la stabilità nel tratto di pendio coinvolto e allo stesso tempo concretizzare piccoli riporti in totale sicurezza.
Relazione Geologica 12 In caso di varianti sostanziali a quanto previsto sarà cura eseguire le comunicazioni di merito. Lo scrivente dovrà essere avvisato all inizio del lavori e nelle prime fasi di scavo, al fine di acquisire quegli ulteriori elementi di conoscenza, a priori non prevedibili, e per avere conferma delle ipotesi fatte. Dalle considerazioni sopra esposte, e nel rispetto delle prescrizioni indicate, si ritiene l intervento compatibile con le caratteristiche geologiche e di stabilità dell area. Dott. Geol. Andrea Dolcini