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Rassegna Stampa Venerdì 28 marzo 2014 Rassegna Stampa realizzata da SIFA Srl Servizi Integrati Finalizzati alle Aziende 20129 Milano Via Mameli, 11 Tel. 0243990431 Fax 0245409587

Rassegna del 28 marzo 2014 ASL BRESCIA Il Giornale Di Brescia 9 «A BREVE INIZIERÀ LO STUDIO SULLA CORRELAZIONE TRA PCB, MIELOMA E 1 LINFOMI» Il Giorno 6 L'AZIENDA SANITARIA: CIBO FONTE DI CONTAMINAZIONE F.p. 2 Bergamo_brescia Avvenire 33 ANALISI ASL: IL PCB NEL SANGUE È QUASI DIMEZZATO IN DIECI ANNI Carlo Guerrini 3 CAFFARO Corriere Della Sera - 12 PCB, DIMEZZATI IN 10 ANNI I VELENI NEL SANGUE DEI BRESCIANI P.c. 4 Milano Corriere Della Sera (bs) 1, 3 IL PCB «RISPARMIA» I PIÙ GIOVANI P. Gorlani / M. Trebeschi 5 Il Giornale Di Brescia 1, 9 PCB NEL SANGUE DIMEZZATO IN 10 ANNI CONFERMATI I DIVIETI SULL'AREA Anna Della Moretta 8 CAFFARO Il Giornale Di Brescia 9 «SIAMO IN LINEA CON L'EUROPA INDUSTRIALIZZATA» 11 Il Giornale Di Brescia 10 CROMO VI, SULL'ACQUA DI BRESCIA I CONTROLLI CI SONO Ra.mo. 12 Bresciaoggi 1, 8, DATI ASL, DIMEZZATO IL PCB NEL SANGUE DEI BRESCIANI Natalia Danesi 13 Bresciaoggi 8 CASTEL MELLA E CAPRIANO L'EMERGENZA È ASSODATA Ma.da. 17 Bresciaoggi 8 L'ORDINANZA FUNZIONA ORA SI STUDIANO I RITOCCHI 18 Il Giorno Bergamo_brescia Il Giorno Bergamo_brescia 1, 6 PCB DIMEZZATO NEL SANGUE VALORI PIÙ ALTI NEGLI ANZIANI Federica Pacella 19 6 LA BONIFICA NON PUÒ ATTENDERE F.p. 21

IL PROGRAMMA «A breve inizierà lo studio sulla correlazione tra Pcb, mieloma e linfomi» «Il risultato del primo studio sull'esposizione a Pcb nella popolazione bresciana evidenzia che i sistemi di contenimento adottati, quali le ordinanze sanitarie del Comune su indicazione dell'asl, hanno prodotto concreti risultati nella diminuzione dei valori nel sangue» ha sottolineato Carmelo Scarcella, direttore generale dell'asl di Brescia (nella foto). Che ha annunciato le prossime «mosse». Innanzitutto, l'indicazione di «prorogare di altri tre mesi il divieto di consumare alimenti prodotti nelle aree contaminate» da parte del Comune. «Questo in attesa di conoscere le indicazioni del tavolo tecnico sulle aree agricole durante il quale diversi soggetti stanno ridefinendo le coltivazioni consentite e le precauzioni da mettere in atto a tutela della salute pubblica» ha aggiunto Scarcella. Entro l'estate potrebbero inoltre esserci i primi risultati sull'analisi delle coltivazioni dell'«orto sperimentale» seminato all'istituto Pastori. Dopo i dati presentato ieri, il secondo passo è lo studio «caso-controllo», condotto su centinaia di persone insieme all'ospedale Civile, usato per investigare, in tempi relativamente brevi e a costi contenuti, informazioni sui meccanismi di insorgenza e sviluppo di malattie quali melanomi e linfomi non-hodgkin. L'Asl sta, infine, preparando un terzo studio sulla correlazione tra Pcb nel sangue, gravidanza e latte materno. Ed entro l'estate dovrebbe concludere la georeferenziazione dei casi di tumore. BRESCIA&PROVINCIA =/" :*«" CITTÀ L INQUINAMENTO Cala II Pcb nel ungile, ora cambiare cohhraiiofii ASL BRESCIA Pag. 1

ANALISI IL DIRETTORE GENERALE COMMENTA SODDISFATTO I RISULTATI L'azienda sanitaria: cibo fonte di contaminazione - BRESCIA - «L'AVER interrotto la catena alimentare ha avuto effetti benefìci, che si manifestano nelle fasce di età più giovani, sotto i 40 anni. Ciò a testimoniare che i provvedimenti adottati dal Comune, ispirati da Asl, hanno avuto ricadute positive». Lo ha spiegato il direttore generale di Asl Carmelo Scarcella che, con il direttore del dipartimento di prevenzione Fabrizio Speziani, ha sottolineato come l'esito dell'indagine confermi che la principale fonte di contaminazione sono gli alimenti. Anche la volatilità del Pcb, messo in evidenza da un recente studio scientifico dell'istituto superiore di sanità e dell'istituto Mario Negri e commissionato dal Comune di Brescia, non inciderebbe particolarmente sull'esposizione dei cittadini. Seppur confortanti, i dati dell'indagine epidemiologica non comporteranno comunque alcuna modifica nel testo dell'ordinanza comunale, che sarà reiterata così com'è (salvo una piccola aggiunta richiesta dal ministero) a partire dall'i aprile, con valenza di tre mesi. Fondamentale, ora, sarà comparare i dati dell'indagine epidemioligica con quelli dell'analisi fatta da Arpa sui terreni, che non sono ancora stati resi noti. F.P. GUIDA II dg dell'asi di Brescia Carmelo Scarcella (Fotolive) ASL BRESCIA Pag. 2

Brescia. Analisi Asl: il Pcb nel sangue è quasi dimezzato in dieci anni CARLO GUERRINI BRESCIA I n attesa del decollo delle bonifiche, prime indicazioni incoraggianti a Brescia dal "fronte" inquinamento da policlorobifenili. Dall'indagine condotta dall'asl, con finanziamento regionale - curata dal Comitato scientifico consta di 54 pagine che da oggi saranno disponibili anche sul sito www.aslbrescia.it - in dieci anni i valori di "Pcb" nel sangue dei bresciani si sono pressoché dimezzati: questo in conseguenza, come evidenziato durante la presentazione, soprattutto dell'interruzione del consumo di alimenti prodotti nelle aree inquinate coinvolte dall'emergenza che interessa il sito di interesse nazionale «Caffaro». Lo studio ha interessato 614 persone residente in cinque zone: una appena a Sud della fabbrica, due confinanti (quartiere I Maggio e ex Quinta circoscrizione), alcuni quartieri non confinanti e i territori dei comuni di Castel Mella e Capriano del Colle irrigati dalle rogge. Il confronto con l'indagine del 2003 ha fatto emergere che si è dimezzato sia il valore mediano di Pcb (da 4,8 a 2,5 microgrammi per litro) sia il valore estremo (da 23,7 a 11,6 microgrammi) riscontrato nel totale delle persone coinvolte, con un analogo esito nella popolazione non esposta. È scesa dal 10,1 al3,5 lapercentuale di soggetti con un valore di Pcb superiore ai 15 microgrammi per litro, e da 18,1 a 6,3 quella si soggetti con un livello superiore ai 10 microgrammi. Un calo - ha spiegato l'asl di Brescia (Carmelo Scarcella è il direttore generale) - in tutte le fasce d'età (con prevalenza sotto i 60 anni), tra i consumatori di alimenti prodotti in area Caffaro e non. In diminuzione anche i valori di tossicità equivalente da Pcb. Di rilievo la correlazione del Pcb con l'età: tra le persone più anziane (70-79 anni) il valore medio (11,18 microgrammi per litro ) è dieci volte superiore a quello dei ragazzi tra i 20 e i 29 anni (0,74). L'effetto della catena alimentare è testimoniato dai numeri: chi ha consumato cibi provenienti dall'area «Caffaro» ha una percentuale sensibilmente più elevata di presenza di Pcb nel sangue superiore a 15 microgrammi per litro (18,8%) rispetto ai non consumatori (1,6%). A seguire quanti hanno utilizzato cibo prodotto a Castel Mella e Capriano del Colle (8,3%) e nelle aree confinanti con la fabbrica della città (7,8%). Un'associazione, però, i cui effetti sono proporzionali all'età. Proprio l'interruzione del consumo di cibo prodotto nelle aree interessate dall'emergenza Caffaro ha avuto "effetti benefici", che si manifestano sotto i 40 anni. La causa principale è stata l'interruzione del consumo di alimenti prodotti nelle aree inquinate ASL BRESCIA Pag. 3

Il caso Uno studio della Asl evidenzia come l'assimilazione degli inquinanti della Caffaro sia avvenuta attraverso il cibo Pcb, dimezzati in 10 anni i veleni nel sangue dei bresciani... 'il.-.;«tra r Chiusura Lo stabilimento bresciano della Caffaro, che ha prodotto Pcb fino al 1984 (Fotogramma BRESCIA Nel sangue dei bresciani ci sono tanti Pcb. Ma si sono dimezzati in dieci anni. E i giovani «under trenta» ne hanno dieci volte in meno dei loro nonni, tre volte in meno dei loro papà. Come se fossero nati in un'altra città del Nord Italia, non in quella Brescia che fino al 2001 ha mangiato carni e latte provenienti dalle (ignare) venti aziende agricole presenti nei terreni inquinati dalla Caffaro. Inquinati da quei fluidi cancerogeni usati in trasformatori e vernici (messi fuorilegge nel 1984) e sfuggiti dalla fabbrica di via Milano. Lo studio dell'asl «sull'esposizione a Pcb nella popolazione di Brescia, Castel Mella e Capriano del Colle» presentato ufficialmente ieri conferma l'ipotesi di partenza. Ovvero: i bresciani si sono contaminati mangiando cibi (soprattutto animali) inquinati. E una volta interrotta la catena alimentare (l'ordinanza del Comune è del 2001) i veleni presentirei sangue si sono dimezzati. È bastato confrontare i recenti prelievi (614 soggetti) a quelli effettuati nel 2003. Lo studio da una parte rincuora i cittadini. Dall'altra concretizza le paure degli abitanti di Capriano e Castel Mella: esclusi i residenti all'ombra della Caffaro, sono loro che hanno nel sangue più veleni di tutti. Il perché viene spiegato dal dottor Michele Magoni, dell'osservatorio epidemiologico dell'asl: i fossi che dalla Caffaro hanno portato nei decenni i Pcb sui terreni agricoli della Bassa, sono finiti negli alimenti. Magari nelle galline ruspanti e nelle uova allevate dalla nonna. Nel latte delle vacche che hanno mangiato foraggi inquinati. Ma se a Castel Mella già dal 2006 sapevano di vivere in un sito inquinato, per Capriano la doccia fredda è arrivata solamente nell'ottobre del 2012. Due paesi che «vanno classificati come se fossero le zone limitrofe del sito Caffaro», riflette il primo cittadino di Capriano, Claudio Lamberti. Che però sottolinea come il problema «sia limitato ad una parte di terreno che si trova tra il fiume Mella e la Quinzanese. Anche il sindaco sa che la popolazione più esposta è quella anziana, male abitudini alimentari e le ordinanze hanno limitato alcuni danni. (P. G. e M.T.) Zona rossa Il caso di Capriano che ha scoperto solo due anni fa di avere una parte dei terreni contaminati CAFFARO Pag. 4

I dati dell Asl Chi abita in città e ha meno di trentanni ha valori nettamente inferiori rispetto agli anziani Il Pcb «risparmia» i più giovani In dieci anni si sono dimezzati i veleni nel sangue dei bresciani La lotta al Pcb, l'allarme Loggia danno i loro frutti: zione di Pcb nel sangue dei molto inferiori rispetto agli sociale attorno a questo in dieci anni la concentra- bresciani s'è dimezzata, e anziani. Lo certifica l'asl. veleno e le ordinanze della gli under-30 hanno valori Salute e ambiente Pcb nel sangue, valori dimezzati in dieci anni I giovani hanno veleni dieci volte in meno degli anziani. Ma scoppia il caso Capriano Nel sangue dei bresciani ci sono tanti tipi di Pcb. Ma le quantità si sono dimezzate in dieci anni. E i giovani «under trenta» ne hanno dieci volte in meno dei loro nonni, tre volte in meno dei loro papà. Come se fossero nati in una «normale» città del Nord Italia, non in quella Brescia che fino al 2001 si è alimentata di carni e latte provenienti dalle (ignare) venti aziende agricole presenti nei terreni inquinati dalla Caffaro. Avvelenati da quei fluidi cancerogeni usati in trasformatori e vernici (messi fuorilegge nel 1984) e sfuggiti dalla fabbrica di via Milano. Lo studio dell'asl «sull'esposizione a Pcb nella popolazione di Brescia, Castel Mella e Capriano del Colle» presentato ufficialmente ieri conferma l'ipotesi di partenza. Ovvero: i bresciani si sono contaminati mangiando cibi (soprattutto di origine animale) inquinati. E una volta interrotta la catena alimentare (l'ordinanza del Comune è del 2001) i veleni presenti nel sangue si sono di- La filiera alimentare La contaminazione è proseguita fino al 2001 col consumo di latte e carne inquinati mezzati. E bastato confrontare i recenti prelievi (su 614 soggetti) e quelli effettuati nel 2003. Lo studio da una parte rincuora i cittadini. Dall'altra concretizza le paure degli abitanti di Capriano e Castel Mella: esclusi i residenti all'ombra della Caffaro, sono loro che hanno nel sangue più veleni di tutti. Il perché viene spiegato dal dottor Michele Magoni, dell'osservatorio epidemiologico dell'asl: i veleni, portati per decenni dai fossi che dalla Caffaro raggiungono i terreni agricoli della Bassa, sono finiti negli alimenti. Magari nelle galline ruspanti (e relative uova) allevate dalla nonna. Nel latte delle vacche che hanno mangiato foraggi inquinati. Ma se a Castel Mella già dal 2006 sapevano di vivere in un sito inquinato, per Capriano la doccia fredda è arrivata solamente nell'ottobre del 2012. Due paesi che «vanno classificati come se fossero le zone limitrofe del sito Caffaro», riflette il primo cittadino di Capriano, Claudio Lamberti. Che però sottolinea come il problema «sia limitato ad una parte di terreno che si trova tra il fiume Mella e la Quinzanese. Anche il sindaco sa che la popolazione più esposta è quella anziana, ma le abitudini alimentari e le ordinanze hanno limitato alcuni danni. Anche a Capriano i giovani risultano «graziati» dai veleni: anche se hanno consumato cibi prodotti localmente. Insomma, per tutti i curatori dello studio dal direttore generale dell'asl Carmelo Scarcella al direttore del dipartimento di prevenzione Medico Fabrizio Speziani, dal professore universitario di Medicina del lavoro Pietro Apostoli al suo collega epidemiologo Francesco Donato il picco massimo di contaminazione, quello riscontrato ancora oggi nelle persone con più di 60 anni, è avvenuto negli anni Sessanta e Settanta. Entrando nei dettagli dei numeri (vedi la tabella) lo studio spiega come la media aritmetica di Pcb nel sangue di tutti i 614 soggetti analizzati è di 5,39 microgrammi al litro. Ma la media, come quella del «pollo», è sempre foriera di grandi oscillazioni: c'è il settantenne con il record di 124 ug e il ventenne con il sangue pulito. Un raffronto con dei bresciani 0 italiani che vivono in zone non inquinate della provincia non c'è. Anche se come conferma il professor Apostoli il valore di riferimento per località non inquinate come «certi paesi delle nostre CAFFARO Pag. 5

valli, è intorno ad 1 micro- II confronto Il Pcb dei bresciani è in linea con città del Nord ma molto superiore rispetto a Sud Italia e Usa grammo per litro». Lo studio paragona invece tre congeneri di Pcb (138,153 e 180) a quelle di altre città del Nord (Pavia, Milano e Novafeltria di Rimini) scoprendo che a Brescia sono leggermente inferiori. Ma nel contempo i dati bresciani sono doppi e tripli rispetto a quelli rilevati nella Campania della «terra dei fuochi» ed in Sicilia. E diverse volte maggiori a quelli degli Stati Uniti. Ora si attende il passo successivo: stabilire quale rapporto esiste tra Pcb e insorgenza di malattie tumorali. Le autorità sanitarie invitano alla prudenza perché dal punto di vista medico-scientifico una correlazione diretta esiste solo se è provata. Un anno fa la lare (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha tuttavia inserito i Pcb tra i cancerogeni più pericolosi. Pietro Gorlani Matteo Trebeschi ) RI PRODI I7IHNF RKFRVATA L'esperto: Pietro Apostoli «Questo veleno non dovrebbe esserci» Quanto dovrebbe essere il livello di Pcb nel sangue? «Zero. Questa sostanza non dovrebbe esserci», ha spiegato ieri Pietro Apostoli, ordinario di Medicina del lavoro dell'università di Brescia. Il professore ha sottolineato che non è possibile stabilire un limite oltre il quale il Pcb genera problemi di salute. Questo tipo di diossina è stato disperso dappertutto, «si ritrova anche nelle zone artiche, ma non dovrebbe esserci», ha ricordato Apostoli. Eppure la popolazione presa in esame dall'indagine epidemiologica dell'asl raggruppa persone con un livello medio di Pcb nel sangue di 5,4 microgrammi, con punte di 124. La popolazione «non esposta» direttamente all'inquinamento della Caffaro registra valori di 3,2 microgrammi. In entrambi i casi si tratta di dati che rientrano nei «valori di riferimento» (1-7,2 microgrammi). Valori che però «non rappresentano lo stato di salute di una popolazione precisa Apostoli, ma il livello di esposizione». Perciò, se anche Brescia rientra nei valori di riferimento, questo non significa che la città sia in salute, ma solo che il suo livello di esposizione sia all'interno di un certo range. Non a caso l'asl partirà nei prossimi mesi con uno studio che mira a indagare eventuali correlazioni tra il Pcb e l'insorgenza di alcuni tumori. Le autorità sanitarie prenderanno in esame il linfoma non Hodgkin, il tumore della mammella e l'insorgenza dei melanomi. Un caso, quest'ultimo, sul quale si è già espressa l'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (lare) sottolineando il ruolo cancerogeno del Pcb. L'Asl cercherà di capire se e in che modo queste sostanze tossiche siano in grado di produrre disordini anche a livello endocrino. E chiaro che i tumori sono patologie multifattoriali, ma l'indagine potrebbe far luce sul ruolo del Pcb. (m.tr.) & RIPRODUZIONE RISERVATA CAFFARO Pag. 6

La statistica Gli ultrasessantenni sono i più contaminati L'interruzione della catena alimentare nei siti contaminati ha permesso di ridurre il livello di Pcb nel sangue. Se nel 2003 la media era di 8,5 microgrammi per litro, dieci anni dopo questo livello è sceso a 4,5. Anche i picchi massimi sono scesi da 271 microgrammi (2003) a 99 dell'anno scorso. Il discorso vale anche per la popolazione di Brescia «non esposta»: se cinque anni fa il 95% dei bresciani aveva nel sangue al massimo 15 microgrammi, oggi questo livello si è abbassato a 10. A soffrire di più sono le persone anziane. E mentrefinoa sessant'anni il livello medio di Pcb nel sangue è in linea con la media (5,56), nelle fascie di età seguenti questo dato raddoppia. Per decenni quelli che oggi sono anziani hanno mangiato latte, carne e uova prodotti su terreni contaminati da Pcb. Unafilosofiamolto di moda, quella dei prodotti «a chilometro zero», che per queste zone sarebbe meglio non applicare. Comprese le aree di Castelmella e Capriano finite nello studio dell'asl: i livelli di Pcb nel sangue di chi consumava alimenti sono più alti nei paesi della Bassa rispetto a quartieri di Brescia come il «Primo Maggio», (m. tr.) RIPRODUZIONE RISERVATA L'indagine giovani sotto i 40 anni con la metà del Pcb nel sangue rispetto ai loro padri Età Mediano Medio Ronge (min-max) 20-29 0,62 «0,74 0,00 2,92 70-79 8,10 1,09 123,71 CAFFARO Pag. 7

Pcb nel sangue dimezzato in 10 anni Confermati i divieti sull'area Caffaro I dati di un'indagine deltasl Brescia confrontati con quelli del 2003 «Funzionano le restrizioni sugli alimenti prodotti nel sito inquinato» BRESCIA Dimezzati i valori di Pcb nel sangue dei bresciani. Dati confortanti, quelli che emergono dall'indagine epidemiologica dell'asl condotta su un campione di popolazione residente nell'area del sito di interesse nazionale Caffaro. La diminuzione dei CITTÀ E INQUINAMENTO valori - paragonati alla precedente indagine di dieci anni fa - si è registrata in persone di tutte le età, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno mangiato alimenti coltivati o allevati in aree contaminate. Decremento in linea con quanto descritto dalla letteratura scientifica. A Brescia dovuto sia all'interruzione di produzione di Pcb risalente al 1984, sia all'efficacia dei sistemi di contenimento adottati dal 2001. Della Moretta a pagina 9 Cala il Pcb nel sangue, ora cambiare coltivazioni Dimezzati i valori rispetto al 2003 tra i residenti nell'area inquinata del «Sito nazionale» della Caffaro Scarcella (Asl): le restrizioni alimentari funzionano, studiare con gli agricoltori un nuovo uso delle aree LO STUDIO Effettuato su 614 persone, pari al 40,3% delle invitate, valori dieci volte più alti negli anziani Dimezzati i valori di Pcb nel sangue dei bresciani. Dati confortanti, quelli che emergono dall'indagine epidemiologica dell'asl condotta su un campione di popolazione residente nell'area a sud della Caffaro, nel quartiere Primo Maggio, nell'ex 5 Circoscrizione, nei quartieri non confinanti con queste aree e nei residenti nei comuni di Castel Mella e di Capriano del Colle, precisamente nella porzione di territorio delle rogge provenienti dall'area a sud della Caffaro. La diminuzione dei valori - paragonati allaprecedente indagine di dieci anni fa - si è registrata in persone di tutte le età, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno mangiato alimenti coltivati o allevati in aree contaminate. I risultati dello «Studio trasversale sull'esposizione a Pcb nella popolazione generale dei Comuni di Brescia, Castel Mella e Capriano del Colle» sono stati illustrati ieri nella sede dell'asl dal direttore generale Carmelo Scarcella, dal direttore sanitario Francesco Vassallo, dal direttore del dipartimento di Prevenzione medico Asl e responsabile scientifico dello studio, Fabrizio Speziani e da Michele Magoni, responsabile Osservatorio epidemiologico. Erano presenti tutti i componenti del Comitato scientifico dello studio. La Dercentuale di adesione allo studio è stata complessivamente del 40,3%, pari a 614 persone sulle 1.523 invitate. «Il risultato è legato, in gran parte, anche ai provvedimenti del Comune che, con successive ordinanze, ha vietato il consumo alimentare di prodotti delle aree contaminate» ha sottolineato Scarcella. Per questa ragione, l'aslhaindicato al Comune di prorogare di altri tre mesi l'ordinanza sanitaria di divieto di consumo di alimenti nell'area inquinata in scadenza lunedì prossimo. Un orientamento che dovrebbe essere confermato, aparere dell'asl, anche per le limitazioni che riguardano l'uso dei parchi pubblici nella zona inquinata. Altri elementi emersi dai risultati dello studio, il fatto che non esista alcuna associazione tra presenza di Pcb nel sangue e storia lavorativa delle persone - che, lo ricordiamo, durante l'indagine sono state sottoposte ad un prelievo di sangue ma hanno dovuto an- CAFFARO Pag. 8

che rispondere a dettagliate domande di un questionario inerenti le loro abitudini e i loro stili di vita - e nemmeno tra lo sport praticato e la residenza nell'area contaminata. «L'associazione vera è, dunque, quello che si mangia - ha spiegato Michele Magoni -. In alcune persone, soprattutto nella fascia di età più anziana, i valori sono ancora elevati». Infatti, si è rilevata una forte correlazione dei Pcb nelle due decadi più vecchie (60-79 anni) che sono dieci volte più elevati rispetto alla fascia di età dai 20 ai 29 anni. «Questo è dovuto in gran parte al fatto che le persone anziane hanno accumulato inquinanti negli anni: ricordo che l'utilizzo di Pcb a livello industriale è terminato nel 1984 - ha aggiunto Magoni -. I giovani, dunque, sono stati esposti di meno agli inquinanti da Pcb. Un altro elemento da non sottovalutare è legato al fatto che le aree agricole inquinate attualmente sono molto meno coltivate che in passato. Dall'analisi dei dati, in alcune persone persistono valori estremi, ma si tratta di una minoranza». Anna Della Moretta VALORI NELLE AREE INDAGATE NEL 2013 A Area Sud Caffaro B Quartiere I Maggio C Ex 5a Circoscrizione D Aree non confinanti E Castel Mella Capriano del Colle infogdb Totale VALORI DEI PCB TOTALI NEL SANGUE PER CATEGORIA D'ETÀ Età in anni soggettj Medìa 20-29 99 30-39 91 40-49 116 50-59 109 60-69 113 Range min-max 70-79 86 1,09 123,71 Giovani: 10 volte più bassi valori in microgrammi per litro info gdb CAFFARO Pag. 9

L'ingresso della Caffaro di via Milano in cui fino al 1984 sono stati prodotti polidorodifenili CAFFARO Pag. 10

«Siamo in linea con l'europa industrializzata» Magoni: «Il dimezzamento rispetto a dieci anni fa si registra in persone di tutte le età» I risultati dell'indagine 2013 - presentata ieri all'asl - sono stati confrontati con un'analoga indagine effettuata dall'asl nel 2003. «La comparazione è stata eseguita mettendo a confronto gli stessi congeneri di Pcb valutati nel 2003 (erano 24 a fronte dei 33 attuali) e la stessa sensibilità di laboratorio» ha spiegato Michele Magoni. Dal confronto si è riscontrato un dimezzamento dei livelli di Pcb nel sangue nel 2013 rispetto a dieci anni prima. La diminuzione si registra sia per i valori centrali, sia per quelli estremi. Un dato riscontrato anche nella popolazione non esposta: nel 2003 il valore arrotondato del 95 percentile (valore al di sotto del quale si colloca il 95% della popolazione) era pari ad una presenza di 95 microgrammi per litro di sangue, mentre nel 2013 - a parità di numero di congeneri, ovvero di molecole dello stesso genere ma non isomeri, ovvero differenti nella formula di struttura - è di circa la metà (7,7). Ancora, nel2013 la diminuzione dei valori di Pcb nel sangue è stata riscontrata in tutte le età e tra coloro che hanno consumato alimenti prodotti localmente nelle diverse aree e coloro che non li hanno consumati, ed in modo più spiccato in chi ha meno di sessantanni. «Tale decremento è in linea con quanto si riscontra nella letteratura scientifica internazionale - ha spiegato Magoni -.A Brescia la diminuzione potrebbe essere spiegata dall'interruzione della produzione di Pcb negli anni Ottanta e dall'efficacia dei sistemi di contenimento adottati nel Bresciano dal 2001». Dunque, in base ai dati illustrati ieri dall'asl, i livelli di Pcb nel sangue dei bresciani «sono in linea con i valori di riferimento italiani ed europei ad elevata industrializzazione». Magoni: «Pur essendoci alcune persone con valori estremi assai elevati, lapopolazione nel complesso ha valori simili rispetto a quelli riportati dalla Società italiana valori di riferimento per le zone fortemente industrializzate. Limitando l'analisi ai bresciani senza alcuna esposizione al Sito di interesse nazionale Caffaro, i livelli sono notevolmente più bassi e simili a quelli riscontrati nelle zone italiane poco industrializzate». Dal confronto tra valori bresciani, europei e mondiali, di tre congeneri di Pcb più frequenti, che comprendono circa il 65% dei Pcb totali e che sono presenti nei mangimi e nei prodotti alimentari, emerge che Brescia ha valori simili ad altre zone del Nord Italia e alla Francia, ma più elevati del Sud Italia e degli Usa. Ma negli Stati Uniti la produzione di Pcb è stata interrotta dieci anni prima rispetto all'italia. a.d.m. Michele Magoni, epidemiologo dell'asi BRESCIA&PROVINCIA CAFFARO Pag. 11

Cromo VI, sull'acqua di Brescia i controlli ci sono Sala Piamarta gremita per l'incontro promosso dall'associazione X Brescia Civica «Aqua azzurra, acqua chiara». L'associazione culturale X Brescia Civica presieduta dal consigliere comunale Nini Ferrari si è rifatta alla nota canzone italiana di Lucio Nattisti per l'incontro di martedì sera in una gremita sala Piamarta moderato da Francesco Rastrelli, presidente dell'ordine provinciale dei farmacisti nonché fondatore dell'associazione. Oggetto dell'appuntamento, vien da sé, l'acqua: non tanto la sua potabilità, accertata dai valori, ma «la qualità», introduce il vice presidente Fabio Filippini. Sotto i riflettori, com'è noto, il Cromo VI esavalente. Elemento legato alla storia di Brescia e della sua industrializzazione, «dal sito Caffaro - spiega Marino Ruzzenenti, storico dell'ambiente - ai siti Baratti e Forzanini in città, per arrivare poi ai contaminanti che il Mella porta al piano dalla Valtrompia». Area che peraltro non dispone del depuratore, uno degli interventi prioritari secondo Ruzzenenti insieme a bonifica della falda, eliminazione di consumi inutili e pratiche individuali. Il gestore, ossia A2A, «non si può dire che gioisca della situazione», esordisce Mario Tomasoni, responsabile del Ciclo idrico dell'azienda. Anche perché «risponderemmo personalmente di mancate comunicazioni di emergenze: i valori sono attestati da un laboratorio certificato Accredia. Non abbiamo apprendisti stregoni che camuffano chissà cosa e chissà come». I dati elaborati, per essere raffrontabili, devono essere ottenuti con criteri di analisi omogenei, senza dimenticare «che nemmeno le acque minerali sono scevre dalla presenza di Cromo e altro» con l'aggravante che «mentre l'acqua di A2A costa 1,39 euro al metro cubo» quella in bottiglia si aggira tra «i 150 e i 400». II chimico Silvia Palladini, dal canto suo, spiega come il Cromo IV venga scomposto in Cromo trivalente una volta ingerito. Diverso il discorso per l'inalazione: a registrare danni «i lavoratori delle galvaniche», ma nessun rischio sussiste per i bresciani sotto la doccia. Visti i dati relativi allanostra città, è l'opinione dipalladini, se si resta «in un limite di Cromo VI fino a 10 si può parlare di acqua di qualità. Oltre inizierei a dubitare, specie per i bambini». Le ultime puntualizzazioni spettano a Fabrizio Speziani, responsabile del dipartimento bresciano di prevenzione dell'asl. Asl che, come A2A, non manca di effettuare controlli periodici - all'insaputa del gestore - la cui frequenza aumenta sulla scorta di particolari criticità. La sfida, secondo Speziani, è in primis la ripulitura del sito Caffaro. ra. mo. La fonte di Mompiano (foto d'archivio} CAFFARO Pag. 12

IN DIECI ANNI. Le rilevazioni-campione in città, a Castel Mella e a Capriano Dati Asl, dimezzato il pcb nel sangue dei bresciani IN DIECI ANNI I VALORI DI PCB nel sangue dei bresciani si sono dimezzati. Merito soprattutto dell'interruzione del consumo di alimenti prodotti nelle aree inquinate per l'emergenza Caffaro a beneficio dei più giovani, per i quali si registrano valori bassi. È l'esito dell'indagine condotta dall'asl (con il contributo regionale) sull'esposizione di 614 residenti in cinque aree: una appena a Sud della fabbrica, due confinanti, alcuni quartieri non confinanti e i Comuni di Castel Mella e Capriano del Colle. O PAG 8 1 LE PERSONE INVITATE PER LO STUDIO DELL'ASL I partecipanti volontari sono stati 614. Un tasso di adesione registrato del 40,3 per cento simile tra le diverse aree e per le diverse fasce d'età I valori più elevati negli anziani che hanno mangiato cibi prodotti nell'area contaminata. L'interruzione della catena alimentare ha «preservato» i giovani CAFFARO Pag. 13

EMERGENZA CAFBVRO. Gli esiti dell'indagine effettuata dall'asl a distanza di 10 anni Il Pcb nel sangue? Oggi si è dimezzato Natalia Danesi In dieci anni i valori di PCB nel sangue dei bresciani si sono dimezzati. Merito soprattutto dell'interruzione del consumo di alimenti prodotti nelle aree inquinate per l'emergenza Caffaro a beneficio dei più giovani, per i quali si registrano livelli molto bassi. È in estrema sintesi l'esito del'indagine condotta dall'asl (con il contributo regionale) sull'esposizione di 614 residenti in cinque aree: una appena a Sud della fabbrica, due confinanti (quartiere I Maggio e ex Quinta circoscrizione), alcuni quartieri non confinanti e i comuni di Castel Mella e Capriano del Colle. Curata dal Comitato scientifico, ha fruttato una relazione di 54 pagine che a partire da oggi sarà pubblicata sul sito Internet www.aslbrescia.it. L'obiettivo era confrontare i valori con quelli riscontrati nell'indagine del 2003, con distinguo - precisa il direttore generale Carmelo Scarcella -: oltre al perfezionamento dei metodi di indagine allora furono analizzati 24 congeneri di PCB contro i 33 di oggi. Tre (138,153 e 180) rappresentano il 65%, i diossina simili sono poco rappresentati. LA CAMPAGN A rivela che nei residenti dell'area a Sud della Caffaro i livelli di policlorobifenili sono più elevati. Il valore massimo al di sotto del quale si colloca il 95 per cento della popolazione (95 percentile) è quasi sei volte superiore (54,95 microgrammi per litro) a quello dei soggetti non esposti (9,27 microgrammi). Incide la presenza di pochi casi con livelli molto più elevati (il picco è di 123,71 microgrammi). Nelle altre aree la contaminazione è inferiore, senza differenze significative tra una e l'altra. Importante è invece la correlazione del Pcb con l'età. Tra le persone più anziane (70-79 anni) il valore medio (11,18 microgrammi per litro ) è dieci volte superiore a quello dei ragazzi trai 20 e i 29 anni (0,74). L'effetto della catena alimentare, si diceva, è evidente. In percentuale, sono di più i consumatori di cibi provenienti dall'area Caffaro con una presenza di PCB nel sangue superiore a 15 microgrammi per litro (18,8%) rispetto ai non consumatori (1,6%). A seguire i consumatori di cibo prodotto a Castel Mella e Capriano del Colle (8,3%) e nelle aree confinanti con quella della fabbrica (7,8%). Un'associazione, però, i cui effetti sono proporzionali all'età. Probabilmente grazie ali restrizioni imposte dal 2001, oltre che al blocco della produzione della Caffaro, il livello mediano (rispetto a cui metà dei valori della popolazione è inferiore e metà superiore) di PCBemia negli under 40 che hanno consumato alimenti prodotti in area Caffaro è pressoché identico a quello dei non consumatori (0,88 microgrammi contro 0,65, il massimoriscontrato è stato di 5,33). Cresce però nelle fasce d'età superiori, con il picco tra i 60 e i 79 anni (9,79). Non si sono invece registrate differenze legate a specifiche abitudini, alla storia lavorativa, alla sola residenza in aree contaminate, all'avervi praticato sport. IL CONFRONTO con l'indagine del 2003 dice che si è dimezzato sia il valore mediano di PCB (da 4,8 a 2,5 microgrammi per litro) sia il valore estremo (da 23,7 a 11,6 microgrammi), con un analogo esito nella popolazione non esposta. È scesa dal 10,1 al 3,5 la percentuale di soggetti con un valore di PCB superiore ai 15 microgrammi per litro, e da 18,1 a 6,3 quella si soggetti con un livello superiore ai 10 microgrammi. Un calo che interessa tutte le fasce d'età (di più sotto i 60 anni), consumatori di alimenti prodotti in area Caffaro e non. In diminuzione anche i valori di tossicità equivalente da PCB. Lo studio infine evidenzia che la contaminazione nel sangue dei bresciani è in linea con quella di altre aree italiane ed europee ad elevata industrializzazione. RIPR0DUZI0NERISERVATA CAFFARO Pag. 14

IL CAMPIONE CONCENTRAZIONE PCB NEL SUOLO MG/ FABBRICA C^FFARQ Una a Sudi I partecipanti all'indagine epidemiologica dell'asl sono stati 614 CAFFARO Pag. 15

I VALORI PER CONSUMO DI ALIMENTI aerogrammi per litro Soggetti Mediana 95 percentile % con PCB 15pg/L NON CONSUMATORI 312 2,60 9,99 D -Aree non confinanti B+C - Aree confinanti 66 116 2,23 3,50 9,69 21.34 0,0% 7,8% 55 A-AreaasudCaffaro 48 5,56 96.42 18,8% ooa u E - Castel Mella/Capriano del Colle 72 4,88 21,93 8,3% Bau»' 20-39 anni 50-59 anni 60-79 anni Mediana 95 Mediana 95 Mediana 95 percentile percentile percentile NON CONSUMATORI I 0.65 I 2,91 2,76 7,05 5,66 15,40 Aree non confinanti <i"t Aree confinanti zfg AreaasudCaffaro Castel Mella/Capriano IL CONFRONTO ZUUJ'ZUU microgrammi per litro 0.65 0,64 0.88 0,94 2.35 3,03 2,92 3,25 2.34 3,31 4,74 4,76 Mediana Il valore di riferimento per gli inquinanti «Il valore di riferimento di tutte le sostanze tossiche in teoria dovrebbe essere pari a zero» PIETRO APOSTOLI COMITATO SCIENTIFICO Divieti congrui per abbattere l'esposizione «Nell'ordinanza divieti congrui e conformi a ridurre il valore di esposizione degli inquinanti» FABRIZIO SPEZIANI DIPARTIMENTO PREVENZIONE ASL CAFFARO Pag. 16

La novità Castel Mella e Capriano L'emergenza è assodata L'indagine dell'asl affronta per la prima volta in modo ampio e organico la situazione sanitaria dei residenti nelle aree potenzialmente contaminate di Castel Mella e Capriano del Colle, per la porzione di territorio irrigata dalle rogge provenienti dal sud della Caffaro. EBBENE, ne emerge che i valori di PCB nel sangue qui sono analoghi a quelli delle zone confinanti con la fabbrica (il 95% è sotto i 15,88 microgrammi per litro contro i 14,05, per esempio, dell'ex quinta circoscrizione). Si conferma la connessione tra il consumo di alimenti e la PCBemia: quest'area è seconda tra quelle indagate per quantità di soggetti con un valore superiore ai 15 microgrammi per litro (8,3%). Il 95 percentile è di 39,77 microgrammi per litro tra i 60 e i 79 anni e va via via decrescendo in base all'età. L'Asl sta valutando l'opportunità di realizzare uno studio anche nelle parti non contaminate di quei due Comuni, per poter ottenere un raffronto. «Il picco è nella fascia di età più alta, dovuto soprattutto al consumo alimentare - commenta il sindaco di Castel Mella, Marco Franzini -. Le concentrazioni maggiori sono state trovate nelle persone più anziane che non erano a conoscenza del problema e che poi negli anni successivi si sono informate». Per Claudio Lamberti (Capriano del Colle) i dati confermano che l'inquinamento è arrivato fino ai Comuni a Sud, tuttavia che il problema nei giovani si sta risolvendo. Insomma il tempo aiuta è «il termine di prospettiva è positivo». In più «da verifiche, ci sono orti che non sono toccati in alcun modo, il problema è rimasto solo per quelli più a ridosso della roggetta» contaminata. Per metà aprile è in programma un'assemblea pubblica aperta alla cittadinanza per discutere di questo tema. «NA.DA. RIPRODUZIONE RISERVATA CAFFARO Pag. 17

Cannello Scarcella (Asl) L'interruzione del consumo di cibo prodotto nelle aree toccate dall'emergenza Caffaro ha avuto «effetti benefici» che si manifestano sotto i quarant'anni. Ne è convinto il direttore generale dell'asl Carmelo Scarcella nel commentare gli esiti dell'indagine sulla contaminazione da PCB nel sangue dei bresciani. Una contaminazione di cui, ha confermato ancora il direttore dell'asl Francesco Vassallo, «viene confermata l'origine alimentare». È evidente che sui valori riscontrati nei più giovani incidono anche - ha precisato Michele Magoni, responsabile Osservatorio epidemiologico - le diverse abitudini sul consumo di cibo. IN TUTTI I CASI l'ordinanza Caffaro contiene diveti che si In scadenza il 31 marzo: sarà reiterata L'ordinanza funziona Ora si studiano i ritocchi conrermano «congrui e conformi a ridurre il valore di esposizione degli inquinanti - ha spiegato il responsabile del Dipartimento prevenzione Fabrizio Speziani -, quindi la reitereremo» con durata dal 1 Aprile e fino al 30 giugno. Alcune modifiche,già annunciate, verranno effettuate per meglio specificare le restrizioni relative all'utilizzo dei parchi, come deciso in una riunione al ministero. La sfida futura è tuttavia riuscire ad apportare ritocchi sostanziali. L'Asl, ha spiegato Speziani, sta già mietendo i primi frutti dell'orto sperimentale al «Pastori» e, tra quelle analisi e l'esito di un lavoro avviato con gli agricoltori, c'è la convinzione di poter approntare un testo nel quale si dica cosa si può coltivare, e cosa no. «Non esiste un limite di PCB al di sotto del quale siamo sicuri che non ci sono effetti - ha spiegato il professor Pietro Apostoli, componente del comitato scientifico -. Il valore dello studio è dimostrare che una persona o un gruppo di persone è più esposto, per interventi preventivi e osservazionali. Il valore di riferimento di tutte le sostanze tossiche dovrebbe essere zero. Il nostro compito è sottrarre il peso dei fattori di rischio sottraibili». QUELLI ambientali però - ha aggiunto il professor Francesco Donato - hanno un peso «molto piccolo» nello sviluppo delle patologie tumorali. Si pensi, ha aggiunto, che al fumo di tabacco viene attribuito il ruolo principale (30%), alle infezioni il 15-20%, mentre il ruolo dell'inquinamento atmosferico stimato tra l'i e il 3%. Il che, se si aggiunge che l'aspettativa di vita aumenta ogni anno di tre mesi, dovrebbe in parte tranqullizzare. In tutti i casi l'asl intende approfondire la correlazione tra l'esposizione a PCB, linfomi e melanomi. «Ci auguriamo che ad aprile il comitato etico dell'ospedale darà il via libera al nostro studio», ha detto Scarcella, annunciando anche che prosegue il lavoro per la georeferenziazione, importante per comprendere l'origine delle patologie.«na.da. CAFFARO Pag. 18

Brescia, indagine Asl Pcb dimezzato nel sangue Valori più alti negli anziani In dieci anni Pcb dimezzato nel sangue I valori più alti si registrano tra gli anziani Brescia, rassicuranti i dati emersi dall'indagine delvasl di FEDERICA PACELLA BRESCIA IN DIECI anni non ci sono state bonifiche, ma il Pcb presente nel sangue dei bresciani si è dimezzato. E quanto rivelano i dati dell'indagine epidemiologica condotta dall'asl di Brescia su 614 cittadini di Brescia e di alcune aree di Castel Mella e Capriano. La relazione di 54 pagine è consultabile da oggi sul sito dell'asl, ma la conclusione è che la presenza di Pcb nel sangue si è dimezzata per tutti. A passarsela meglio sono i giovani. I picchi si sono registrati, infatti, tra i più anziani: nella fascia 60-79 anni la presenza è 10 volte più elevata rispetto alla decade 20-29 anni. Entrando più nello specifico, la fotografia del 2013 dice che nei residenti dell'area a Sud di Caffaro, i valori medi, il TENDENZA Tra i 20 e i 29 anni i valori rilevati sono 10 volte inferiori rispetto agli over 60 75 e il 95 percentile (rispettivamente il valore sotto cui si colloca il 75% e il 95% della popolazione) sono ì più elevati rispetto ai residenti delle altre zone, per la presenza di valori estremi (si arriva a 123,71 /xg/1). I più esposti sono soprattutto i più anziani che hanno consumato negli anni cibi prodotti nelle aree inquinate, mentre non si sono osservate differenze legate alla storia lavorativa, alla residenza o all'aver praticato sport nelle aree contaminate, come il campo Calvesi. LA PRESENZA di Pcb nel sangue è diminuita anche nella popolazione non esposta direttamente alla Caffaro: il 95 percentile misura 9,27/xg/l, arrotondabile a 10 /xg/1, che a questo punto diventa il nuovo valore soglia di confronto per l'intera popolazione, contro i 15 /xg/1 del 2003. Se nel 2003, per i soggetti esposti la mediana era di 4,8 /xg/1, la media aritmetica 8,5 /xg/1, il range minimo-massimo da 0,1 /xg/1 a 271,2 /xg/1, il 75 percentile 8/xg/l, il 95 23,7 /xg/1 e il 10,1% aveva più della soglia di 15 /xg/1 (il 18,1% era sopra i 10), nel 2013 la mediana è 2,4/xg/1 (-50%), la media aritmetica 4,5 /xg/1 (-47%), il range minimo -massimo da 0 /xg/1 a 99 /xg/1 (-63%), il 75 percentile 5 /xg/1 (-38%), il 95 11,6 /xg/1 ( : 51%), e il 3,5% è sopra la soglia di 15 /xg/1, mentre il 6,3% sopra la soglia di 10 /xg/1. La diminuzione è stata riscontrata per tutte le categorie d'età (più forte tra gli under-60), per coloro che hanno consumato alimenti prodotti localmente nelle diverse aree e anche per chi non li ha consumati. 60-79 La fascia di età della popolazione in cui si sono rilevate le concentrazioni più elevate di Pcb 614 I cittadini di Brescia e di alcune aree di Castel Mella e Capriano oggetto d'indagine CAFFARO Pag. 19

SCAVI I lavori nei giardini di via Nullo Nel tondo la Caffaro (Fotolive) qwnjciobno = Bergamo Brescia Abdul, mistero irrisolto AUTODEMOLIZIONI CAFFARO Pag. 20

SICURO Pietro Apostoli si occupa di Caffaro (Fotolive) - BRESCIA - CONI VALORI di Pcb nel sangue dimezzati, cosa cambia per la salute dei bresciani? «I dati ha spiegato Pietro Apostoli, membro del comitato scientifico dell'asl che si occupa del caso Caffaro DOPO IL REPORT La bonifica non può attendere indicano esclusivamente l'esposizione al Pcb. Il fatto di avere 15 o 0,5 microgrammi/litro di Pcb non è indice di malattia, ma indica solo se c'è stato un assorbimento significativo, su cui poi fondare interventi di carattere preventivo». Secondo Apostoli, comunque, non si possono evitare gli interventi di bonifica che sono stati già programmati. Ma a Brescia, come in tutte le zone industriali, non c'è solo il Pcb. Qual è l'effetto sulla salute dell'interazione tra molteplici inquinanti? «Esistono rapporti sottolinea Francesco Donato, membro del Comitato scientifico ma vanno studiati. Prendiamo fumo ed alcol: sono sinergici per il cancro al cavo orale, ma non per il cancro polmonare. Stesso dicasi per il cromo che è associato a possibili tumori gastrointestinali, che non c'entrano con il Pcb, accertato come cancerogeno certo solo per i melanomi». «È vero aggiunge Apostoli che abbiamo ereditato una situazione dal passato che va corretta, ma gli indicatori primari come l'aspettativa e la qualità della vita ci dicono che non dobbiamo fuggire. Detto questo, nostro compito è ridurre il più possibile i fattori di rischio». F.P. Brescia In dieci anni Pcb dimezzato nel sangue I valori più alti siregistranotra gli anziani M CAFFARO Pag. 21