CONVEGNO DA MILANO ALL ADRIATICO,



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CONVEGNO DA MILANO ALL ADRIATICO, svolto il 26 novembre 1999 presso il Centro Servizi del Comune di Milano, appunti raccolti durante gli interventi dei relatori. Ha aperto la seduta il Signor Iosa, Presidente del Circolo Perini che ha organizzato il convegno, ricordando il vasto lavoro di ricerca e documentazione attivato dal Circolo negli ultimi dieci anni. E quindi iniziata l esposizione delle relazioni. Dott. Damiano Zoffoli, Sindaco di Cesenatico. In seguito alle gravi conseguenza causate nell estate 1989 dalla presenza della mucillagine, gli Enti locali della Riviera Adriatica hanno più volte chiesto una periodica verifica delle iniziative proposte e del lavoro svolto da tutti gli interessati ai problemi ambientali dell Adriatico per individuare gli obiettivi da perseguire, in particolare per quanto riguarda: - la ricerca delle indispensabili risorse economiche per concretizzare le idee e i progetti che le Regioni, le Provincie, i Comuni e gli Enti preposti elaborano, perché il tutto non rimanga a solo livello teorico; - ricercare il consenso sui progetti proposti. Il mare è, per gli abitanti della Regione, la fonte di vita e di sviluppo in quanto consente le attività più proficue, turismo e pesca. Il mare crea però anche difficoltà in presenza di violente mareggiate; ultimamente esso ha invaso anche il centro storico con le immaginabili conseguenze sulla vita degli abitanti. Cesenatico è il centro delle ricerche marine della Regione Emilia (nave Daphne II) e qui sono monitorati i problemi di qualità del mare, determinando le sue condizioni e l evoluzione dell eutrofizzazione. Il controllo avviene settimanalmente e i dati raccolti vengono inviati ai Comuni della costa, al Ministero, alla Regione, alla Stampa, ecc.. Inoltre segnala in tempo reale la situazione di anossia del mare, che produce perdite nelle coltivazioni di mitili, ecc. L area milanese contribuisce, per mezzo del Po, all inquinamento apportando circa 5.000 t di N 1.000 t di P, quindi le possibilità di vita sono fortemente condizionate dalle decisioni degli amministratori pubblici milanesi e lombardi. Dott. Raimondi, Direttore Progetto Integrato Acqua del Comune di Milano. Interviene in sostituzione dell Assessore Zampaglione, assente per necessità di Giunta; il suo intervento è incentrato sui progetti che il Comune di Milano sta avviando nel campo della depurazione ed è una precisa risposta a coloro che vivono e si affacciano lungo le sponde le Lambro, del Po e dell Adriatico. Il progetto del sistema depurativo della città di Milano si articola su tre poli, Nosedo, Milano Sud e Peschiera Borromeo. I costi di costruzione sono alti, ma sono già tutti coperti finanziariamente.

- Nosedo: si è iniziato a parlarne dal lontano 1974, il 14/09/1995 è stato siglato l accordo e il progetto si prevede sia ultimato entro il 15/01/2001, quindi saranno necessari 240 giorni per ottenere le autorizzazioni e sviluppare il progetto esecutivo. Entro il 2000 dovrebbero partire i lavori che dovranno essere completati in 730 giorni lavorativi. Poiché il 45% del costo è finanziato dal Comune di Milano si prevede che il primo stralcio funzionale, con messa in servizio parziale, possa avvenire entro un anno e mezzo. - Milano Sud: è ubicato in località Ronchetto delle Rane ed il suo appalto è già stato concluso il 05/05/1999 con la presentazione di sei progetti elaborati a livello europeo. Le proposte sono all esame della Commissione Giudicatrice dal 15/09/1999 e si prevede la conclusione del lavoro per il febbraio 2000, dopo di che saranno assegnati 240 giorni per lo sviluppo del progetto esecutivo e l inizio dei lavori entro la fine del 2000. - Peschiera Borromeo: verrà realizzato su un area del Comune omonimo in collaborazione con il Consorzio Acqua Potabile che è proprietario dell impianto esistente; il nuovo è in pratica la seconda linea di quest ultimo. La convenzione è già stata sottoscritta ed è ora all esame del Consiglio Comunale di Milano che prevede di trattarla forse ancora prima di Natale. I principali problemi e gli ostacoli da superare sono, soprattutto, di natura autorizzativa, ma tutti gli Enti interessati hanno formulato direttive tese a sveltire l analisi dei progetti e il rilascio delle autorizzazioni medesime. Ing. Antonio Dalmiglio, Dirigente Ufficio Tutela delle Acque della Regione Lombardia. Ha svolto una relazione di carattere strettamente tecnico, documentando dati e notizie sullo stato delle acque del Po e le cause del suo inquinamento. Il problema nasce all origine, lungo tutto il corso del fiume, dove le Regioni rivierasche, nessuna esclusa, apportano problematiche di natura industriale, civile, agricola, ecc. L Autorità di Bacino del Fiume Po cerca di regolare e gestire le conoscenze sotto l aspetto normativo e legislativo. E necessario sviluppare una serie di attività per meglio conoscere le condizioni del corso d acqua e delle aree con lui interagenti, perciò vanno ampliate le informazioni, le capacità di gestione tecnologica e quelle d impresa. Mentre la seconda e la terza attività sono a livello accettabile, non così si può dire per il primo aspetto poiché ancora carenti sono le conoscenze sul fiume, il mare e il loro ambiente. Una serie di leggi promulgate negli ultimi dieci anni hanno favorito lo sviluppo di attività di coordinamento (Legge 183/89, costituzione Autorità di Bacino, Legge 36/1994, o Legge Galli, formulazione della gestione integrata dal ciclo delle acque, e

D. L. 152/99, testo unico sulle acque), consentendo una più accurata gestione del territorio, rispetto a non molti anni fa. In concomitanza sta per essere divulgata una normativa della Comunità Europea sotto forma di legge quadro sulle acque. Zone di maggiore apporto di inquinanti sono quelle a maggiore densità demografica quali i grandi centri urbani come Milano, Bergamo e Brescia. E necessario indagare cosa proviene da questi territori sotto gli aspetti civili e industriali dove, per questi ultimi, la fascia lombarda si allarga fino a comprendere, oltre le tre citate provincie, anche quella di Varese. Le tipologie di inquinanti sono tra loro diverse, con apporti di N e P, ma anche di altri elementi. Gioca, in questa situazione, un importante ruolo il patrimonio zootecnico lombardo (bovino e suino) concentrato in particolare nelle aree del Mantovano e della bassa Bresciana, ma in ogni modo significativo lungo tutto il corso lombardo del Po. L uso del suolo in Lombardia presenta tutte le tipologie, dalla pianura alle aree urbanizzate fortemente impermeabilizzate, e quindi con modifica dei tempi di corrivazione e del trasporto degli inquinanti, dalla collina alla montagna con presenza agro forestale e, infine, dalla bassa milanese al mantovano dove è privilegiata l agricoltura. - Difficoltà di drenaggio verso il Po e da qui all Adriatico. La regione Lombardia, dal 1988 ad oggi, ha avviato campagne di analisi in tempi diversi sul reticolo idrografico, anche minore, per accertare le qualità chimiche dei corpi d acqua; queste sono apparse mediamente nella media. Solo su alcuni corsi d acqua tale qualità è apparsa molto bassa, nel Mella, Lambro, basso Chiese; indagini svolte secondo I.R.S.A..., classifica 152. Il Mella (Iseo) è apparso inquinato da CR e NI, chiaro segno del passaggio attraverso la Val Trompia, zona di industrie metalmeccaniche, anche se nel complesso non è dei peggiori, ma se si considerano altri parametri la situazione non appare più quella descritta. Quindi diventa fondamentale classificare non solo N e P, ma bisogna invece fare una vera e propria fotografia della realtà. - I Laghi in Lombardia Importanza primaria assume in Lombardia il comprensorio dei laghi; questi sono circa 170, un terzo di tutti quelli presenti sul territorio nazionale, e di questi almeno 37 sono da monitorare secondo D 152, essendo i volumi d acqua trattenuti estremamente influenti. La gestione dei grandi laghi avviene inoltre con altre nazioni, la Svizzera per il Maggiore e il Lugano; i meglio mantenuti appaiono essere il Maggiore ed il Garda, mentre critiche appaiono le condizioni di Iseo e Varese (nella tabella allegata alla memoria i dati nominati PERP si riferiscono agli anni 80 e quelli PORP agli ultimi dieci anni). Oggi le acque del lago Maggiore portano N, sul quale è impossibile intervenire, mentre è presente inquinamento da DDT, proveniente da Pieve Vergonte.

Efficaci si sono dimostrate le condutture circumlacuali che hanno consentito un buon miglioramento della qualità nel Garda, giudicate quasi ottime; ma qui manca il coordinamento con le altre Regioni che vi si affacciano, ad esempio la Provincia di Trento, dove non viene applicata la 36 (Galli) o le leggi vengono applicate in modo diverso. Sul lago di Varese sono stati programmati grossi interventi per il recupero dall eutrofizzazione, ma i tempi sono lunghi e per risolvere i problemi sono richiesti notevoli interventi tecnologici. Il lavoro sarà puntuale con riferimento alle situazioni più disastrate, il lago di Varese appunto e quello di Iseo. Il Po arriva all Adriatico svolgendo un buon effetto filtro, anche con riferimento a situazioni provenienti da aree molto inquinate, come quelle drenate dal Lambro; proprio il Lambro ci da l esempio più significativo di quest effetto, verificandosi al suo scarico una pessima qualità dell acqua che poco a valle, allo sbocco dell Adda, risulta già discreta. Interventi locali, ad esempio sugli allevamenti suinicoli del Mantovano, sono necessario, anche se, come risulta dai dati elaborati e pubblicati dall Autorità di Bacino del Po la qualità del fiume non è poi così pessima. Tutte le acque dei fiumi non sono utilizzabili per uso potabile, e ciò vale anche per il Piemonte e l Emilia; potranno sorgere grossi problemi per scarsità d acqua, nonostante l abbondanza di quella di falda, se non si razionalizzano gli usi in agricoltura. La Lombardia interviene sulla qualità attivando impianti di trattamento, nel rispetto della Legge 21, di grande dimensione, in dodici ambiti territoriali riferiti a Milano città e alle dodici provincie. Al problema dei depuratori va associato quello delle fognature, vero buco nero d Italia, per le quali non esistono conoscenze precise; in Lombardia, con l attivazione dei sopraddetti ambiti territoriali, sarà avviato il catasto degli impianti fognari. Attualmente la Regione è attiva su due precisi progetti nell ambito degli interventi sui bacini Lambro Seveso Olona: - uno studio particolare nella zona dell Abbazia di Chiaravalle; - attivazione di osservatori per lo studio della qualità delle acque dei laghi in rapporto al territorio circostante. Dott. Ballarin Denti, moderatore della conferenza, Coordinatore scientifico della fondazione Lombardia per l Ambiente. Nella quantificazione dei prodotti eutrofici non va trascurato il carico che proviene dalle deposizioni atmosferiche; la pioggia apporta 10, 15 kg/anno di prodotti eutrofizzanti. Il bacino del Po raccoglie circa 100.000 t/anno di carico N, di cui 2.500 t/anno arrivano in Adriatico. L ordine dell apporto di una grande meteora è circa uguale agli apporti civili e agricoli.

Dott. Fontana, Regione Emilia Romagna, Dirigente Settore Analisi e pianificazione ambientale. Il Po alla stazione di Pontelagoscuro ha un po diminuito i propri apporti di inquinanti, ma è sempre in categoria 3; in particolare sono calati i valori di P, grazie al minore contenuto nei detersivi. L Adriatico è oligotrofico, mentre, sotto costa, diviene eutrofico perché le correnti spingono sotto costa i prodotti eutrofizzanti che favoriscono lo sviluppo del pesce. Il problema si aggrava se la pioggia cade a Milano poiché arrivata all Adriatico favorisce la crescita di bloom algale se non vi è moto ondoso; in questo senso va tutto bene se soffia la Bora. L eutrofizzazione è un fenomeno naturale che va affrontato con grande dispendio di energie e capitali. I principali fattori di veicolazione sono la generazione di nutrienti attraverso gli scarichi civili e agricoli. In Romagna, per contenere tali fenomeni, sono presenti quattordici impianti di depurazione, con linee di depurazione e reti fognarie separate (acque bianche e nere) con vasche di raccolta per la prima pioggia (Riccione), con controllo della rete fognante durante i periodi di pioggia con trattenuta dei primi 20'/30' di precipitazione, mentre il P è trattenuto nelle vasche munite di sistemi di filtraggio. Il reticolo drenante e fluviale del corso d acqua più importante della zona, il fiume Savio, prevede il contenimento delle acque piovane in ambiti ben definiti. A tale scopo è prevista una rilettura generale dei canali di bonifica, ampliandoli dove possibile per aumentare la capacità durante gli afflussi, mantenendo e creando aree nuove a evoluzione naturale (zone umide, aree di rifugio, ecc.) che trattino il P. I problemi dell Adriatico si manifestano soprattutto durante la stagione estiva, per cui è indispensabile la movimentazione delle acque che, fortunatamente, durante gli ultimi sei anni si è sempre verificata grazie alla presenza della Bora. Gli obiettivi che la Regione Emilia Romagna intende perseguire risultano: - attivare una serie di sezioni strategiche di controllo lungo il Po; - avere a Pontelagoscuro carichi < del 50% rispetto agli attuali; - avere concentrazioni minime annue pari a 0,1 mg/l; - ottenere la fascia costiera trofica nel 2008 con trix 5,5, per risolvere i problemi del bloom algale; - idem c.s. nel 2016 con trix 4,5; Aperto il dibattito sono successivamente intervenuti: - Dott. Ladina, del Consorzio Provinciale di Cremona, ha sottolineato il notevole degrado delle acque, spesso dovuto al problema irrisolto degli allevamenti suini, per cui si rende indispensabile il risanamento della zootecnia. Per i problemi del Po propone un tavolo permanente tra le provincie interessate per l attivazione del quale saranno necessari contributi annuali.

Ultimo punto il canale navigabile fermo a Pizzighettone, dove si rende necessario completare l infrastrutturazione, per il quale auspica la ripresa dei lavori, senza completarne il prolungamento fino a Milano. Dott. Mondonico, Sindaco di Oliveto Lario, propone il proprio Comune come sede dell istituendo centro di osservazione per il lago di Como. Dott. Mengolli, Assessorato all Ambiente della Provincia di Ravenna, informa che già dalla fine del 700 era noto il fenomeno delle mucillagini. Arch. Benedetti, Comune di Piacenza, illustra sommariamente i progetti del proprio Comune per la rinaturalizzazione delle sponda del Po, mediante la costituzione di appositi parchi.