FILOSOFIA PER IL QUOTIDIANO Incontri per il pensiero e la comprensione Conversazioni introduttive aperte a tutti gli studenti del triennio Liceo Scientifico E. Fermi a.s. 2011-2012 Ragusa Stiamo attenti! Il potere ci controlla. Le analisi di Michel Foucault, le soluzioni possibili! (Prof. Giorgio La Rocca) 22 marzo 2012
1926-1984 1926-1984
Tre figure filosofiche che si rapportano al potere, per limitarlo La figura del filosofo legislatore, rappresentato, emblematicamente, da Solone La figura del filosofo-pedagogo, rappresentato da Platone in viaggio a Siracusa La figura del filosofo che ride e si fa beffe del potere ( i cinici)
Foucault La filosofia può continuare ad avere la funzione di contro-potere cessando però di presentarsi come legislazione, profezia o pedagogia. Impegnandosi semplicemente nell analisi delle lotte che si svolgono intorno al potere.
Non porre più la questione del potere in termini di buono/cattivo, di legittimo/illegittimo, questioni più attinenti alla morale o al diritto, ma chiedersi in che cosa consistano i rapporti di potere, quali tattiche e strategie vengono messi in atto dagli antagonisti.
Ciò che viene studiato non il potere in quanto tale, la sua sostanza, ma le relazioni di potere, cioè come di fatto i meccanismi del potere funzionano nella società.
«Vivere in una società significa vivere in modo tale che sia possibile un azione su altre azioni, come di fatto avviene. Una società senza relazioni di potere non può che essere un astrazione» P. Cesaroni, La distanza da sé. Politica e filosofia in Michel Foucault, CLEUP, Padova, 2010, p. 148.
Le relazioni di potere sono sempre presenti nelle relazioni di produzione, di alleanza, di famiglia, di sessualità e giocano un ruolo che è sempre ed insieme condizionante e condizionato: di imposizione e ribellione, rifiuto e resistenza ad essa.
Nei suoi studi sui meccanismi di potere, Foucault sostiene che alla base di ciascuno di essi vi è un sistema che per garantire il dominio e il relativo assoggettamento ricorre sempre a forme di controllo per cui il soggetto è, quasi naturalmente, tenuto in uno stato permanente di comando a fare o non fare, ad essere o non essere in rapporto al modo voluto, determinato, imposto da uno specifico sistema di potere.
PANOPTISMO
Panopticon di Bentham formulazione architettonica della composizione di tutti quei meccanismi di potere che si dispongono intorno all anormale, o comunque intorno al soggetto da gestire e governare, al fine di modificarlo
Pensato intorno al 1879 in particolare per le carceri, ma viene presentato dallo stesso Bentham come un modello valido, con le opportune varianti, anche per gli ospedali, per le scuole, per la fabbriche e per qualsiasi contesto in cui bisognava gestire degli individui.
Si tratta di una vera e propria «tecnologia di potere capace di risolvere i problemi di sorveglianza», con la funzione di ottenere la buona condotta dal condannato, la calma dal pazzo, il lavoro dall operaio, l applicazione dallo scolaro, l osservanza delle prescrizioni dall ammalato. È un autentica forma sociale del potere disciplinare, un meccanismo o schema che dà forza ad ogni istituzione.
Altro diagramma esplicativo la dimensione del governo come prodotto del potere pastorale
Attraverso l esercizio del potere psichiatrico, si governa la dimensione della follia perché l alienato possa guarire; attraverso l esercizio del potere carcerario, si governa la dimensione della criminalità perché il delinquente possa essere educato al vivere civile; attraverso lo specifico potere pastorale esercitato nella pratica della confessione, si governa la sessualità dei corpi, affinché l individuo sia puro interiormente.
Sono tutte finalità di tipo salvifico che hanno la loro origine in ciò che nel corso della storia si è delineato appunto come potere pastorale.
LA COSTRUZIONE DEL SOGGETTO NELLE RELAZIONI DI POTERE: LA FOLLIA
L idea che stava alla base del sapere psichiatrico e della relativa pratica terapeutica fino alla fine del Settecento era quello che il folle è colui che è soggetto all inganno. È il sistema delle credenze dice Foucault che qualifica lo stato del pazzo.
Foucault cita Sauvages che nella sua Nosologie méthodique definiva così la follia: «Chiameremo folli coloro che sono attualmente privi della ragione o che persistono in qualche errore notevole: ebbene quest errore costante dell anima, il quale si manifesta nella sua immaginazione, nei suoi giudizi e nei suoi desideri, costituisce il carattere di questa classe»[1]. [1] Michel Foucault, Storia della follia nell età classica, Rizzoli, Milano, 1998, p. 210.
Le conseguenze di queste forme di sapere e relative diagnosi sono una pratica terapeutica finalizzata al controllo e all assoggettamento delle forze del malato.
La terapeutica della follia è l arte di soggiogare e domare, per così dire, l alienato, ponendolo in una condizione di stretta dipendenza da un uomo che, per le sue qualità fisiche e morali, sia in grado di esercitare su di lui un imperio irresistibile e di mutare il concatenamento vizioso delle sue idee- Pinel, Traité médico-philosophique
Le predisposizioni necessarie ad impressionare coloro su cui ci si deve imporre nella fierezza di contegno, e in un corpo «nobile e virile», accentuati da «capelli bruni o incanutiti dagli anni», «occhi vivaci», «membra e torace che comunichino forza e salute», considerando che sono loro, i folli, a credere di essere al di sopra di tutti. Traité du délire di Fodéré del 1917 Scopo: attuare «un asimmetria essenziale del potere»
In un sorvegliante addetto agli stolti dobbiamo cercare una statura corporea ben proporzionata, muscoli pieni di forza e vigore, contegno fiero e all occasione intrepido, voce dall intonazione tonante, quando occorre; deve essere inoltre caratterizzato da una probità severa, da purezza di costumi, da fermezza che si accordi con maniere dolci e persuasive [ ] e da un assoluta docilità agli ordini del medico. Traité du délire di Fodéré del 1917
A. H. era di una petulanza indomabile; balzava come un gatto, scappava come un topo, ed era impossibile pensare di farlo restare fermo per più di tre secondi. Decisi allora di metterlo su una sedia, mi sedetti di fronte a lui, tenendogli i piedi e le ginocchia tra i miei; una delle mie mani teneva ferme le sue due sulle ginocchia, mentre con l altra lo obbligavo di continuo a tenere il suo volto mobile fisso nel mio. Siamo rimasti in questa posizione per cinque settimane, escluse le ore dei pasti e del sonno. «Quello che caratterizza le istituzioni scuola, fabbrica, ospedale è la netta divisione fra chi ha il potere e chi non lo ha». F. Basaglia
LA COSTRUZIONE DEL SOGGETTO NELLE RELAZIONI DI POTERE: LA CRIMINALITÀ E LE PRIGIONI
La prima forma della repressione penale era basata sull idea di un potere del supplizio che aveva la facoltà di scatenarsi senza freni contro il corpo umano
Il supplizio, che si manifestava come il dispiegamento di una forza invincibile, aveva infatti una chiara funzione giuridicopolitica, con il compito di ricostituire e restaurare la sovranità ferita.
Scrive Foucault: «il supplizio non ristabiliva la giustizia, riattivava il potere», proprio perché: «in ogni infrazione c è un crimen maiestatis e, nel più infimo dei criminali, un regicida in potenza». Michel Foucault, Sorvegliare e punire
Le critiche e le proteste contro i supplizi cominciarono a partire dalla seconda metà del 700. Filosofi, tecnici del diritto, giuristi, uomini di legge, parlamentari, cominciano a chiedere l abolizione di questa lotta fisica tra il sovrano e il condannato.
Si chiede che nel criminale che dovrà essere punito si lasci intatta e si rispetti quantomeno solo una cosa: la sua «umanità».
Con questo termine non s intende tanto l umanità del criminale in quanto tale, quanto la necessaria limitazione degli effetti del potere.
Si radica il principio che non bisogna mai applicare altro che punizione «umane», sia pure ad un criminale che può essere un traditore ed un mostro. Se la legge deve trattare «umanamente» colui che è «fuori natura», la ragione non si trova in una umanità profonda che il criminale nasconderebbe in se stesso, ma nella necessaria regolazione degli effetti del potere [ ].«Umanità» è il rispettoso nome dato a questa economia. Michel Foucault, Sorvegliare e punire
Si passa così lentamente dal potere di punire al potere di disciplinare, caratterizzato non più dalla funzione del prelevare e sottrarre, ma dalla funzione dell addestrare. Il carcere assume una funzione antropologica, mira alla formazione di un individuo docile che sappia accettare la disciplina e le norme sociali.