PATTO PER L ACQUA Il programma d azione regionale per le risorse idriche Guido Mariani
PERCHÉ IL PATTO/1: Affrontare il problema della siccità e della carenza idrica in Lombardia: Secondo le definizioni della Commissione Europea: Siccità = diminuzione temporanea della disponibilità di acqua dovuta a minori precipitazioni, in un particolare periodo e in una particolare zona. Carenza idrica = superamento della domanda rispetto alla disponibilità di risorsa idrica utilizzabile in condizioni sostenibili. (Comunicazione n. 414 luglio 2007)
PERCHÉ IL PATTO/2: Direttiva Quadro Acque (Dir. 2000/60/CE) Indica la necessità di definire una gestione delle acque: a livello di bacino idrografico; secondo principi di partecipazione alla definizione delle misure di pianificazione.
PERCHÉ IL PATTO/3: P.T.U.A. = principale strumento regionale di programmazione dell uso delle acque (dgr 2244/2006) integrato dal Patto quale programma d azione, d esito di un percorso condiviso che individui: le linee strategiche; i tempi, gli attori, gli strumenti finanziari ai quali ricorrere.
LO SCENARIO DEGLI ULTIMI ANNI: Cambiamenti climatici: tendenza alla riduzione delle precipitazioni nelle aree mediterranee; aumento della frequenza dei fenomeni meteorici estremi. Incremento della domanda di utilizzo: aumento della domanda di punta legato alla diffusione di colture idroesigenti; aumento della domanda di uso a carattere collettivo (balneazione, navigazione, pesca, )
L OBIETTIVO: Analisi precisa delle disponibilità e degli usi Ricerca di un equilibrio nell utilizzo della risorsa che possa prevenire i conflitti, sintetizzando le molteplici esigenze di tutti gli utilizzatori Trasformare le ricorrenti crisi idriche nell opportunit opportunità di ottimizzazione della gestione
A CHI SI RIVOLGE IL PATTO? Tutti i portatori di interessi: AdBPo + AIPo Province/Comuni Parchi Enti regolatori laghi Gestori demanio lacuale Gestori servizi navigazione Consorzi di bonifica, irrigazione e miglioramento fondiario Associazioni agricoltori Produttori idroelettrici Associazioni ambientaliste ATO 113 soggetti invitati alla prima riunione (maggio 2007)
IL PATTO NON Non mette in discussione le singole competenze in materia di risorse idriche; Non sostituisce gli strumenti normativi vigenti; Non sottrae valore agli strumenti programmatori vigenti; Non ha alcun valore impositivo (è un accordo volontario).
UN PROGRAMMA D AZIONE D CONDIVISO: Condivisione degli indirizzi strategici per l adattamento ai cambiamenti climatici; Condivisione delle modalità di gestione del patrimonio idrico; Condivisione di linee di azione ed azioni comuni; all insegna di: solidarietà; sussidiarietà (ricerca di una soluzione insieme ai soggetti più piccoli ); impegno collettivo tra tutte le istituzioni pubbliche e private, fondato sulla costanza e sulla permanenza degli interventi realizzati con il contributo di tutti i soggetti utilizzatori.
LA REALTÀ LOMBARDA: I PUNTI DI FORZA L apporto idrico annuo medio dovuto alle precipitazioni è considerevole: 27 mld m 3 ; Stima delle riserve: laghi: 120 mld m 3 acque sotterranee: 300 mld m 3 ghiacciai: 4 mld m 3 Considerando i soli usi soggetti a concessione (130 mld m 3 /y), si stima un utilizzo in cascata pari a circa 5 volte; L uso plurimo delle risorse idriche,, per tradizione, è sempre stato uno dei principali motivi dello sviluppo economico della regione; La possibilità d invaso, particolarmente felice, ha facilitato questa tendenza.
E E DI DEBOLEZZA: Le modalità di gestione, stabilite molti anni fa,, in contesti colturali e climatici diversi da oggi; La diffusione e l estensione l di colture idroesigenti; La mancata diffusione delle informazioni sulle tendenze idro-meteorologiche; La necessità di adeguamenti infrastrutturali.
LE PRINCIPALI LINEE STRATEGICHE: I. Individuazione di una fonte di dati comune per un informazione più corretta; II. Coordinamento della gestione degli invasi esistenti; III. Strumenti per l efficienza l della gestione irrigua; IV. Sostenibilità degli ordinamenti colturali; V. Nuovi interventi per il miglioramento delle capacità d invaso.
I CINQUE TAVOLI : I. Conoscere per decidere. II. Meno acqua, come preservarla. III. Adattare l uso l dell acqua alle disponibilità attuali. IV. Coltivare il futuro. V. La banca dell acqua.
I) CONOSCERE PER DECIDERE Strumenti e azioni per diffondere una corretta informazione Individuare una fonte di dati univoca, che sia di riferimento per tutti ed aiuti a gestire sia i momenti di carenza, sia di eccedenza: raccolta informazioni di tipo diverso; elaborazione e restituzione in tempi brevi; sviluppo previsioni sugli scenari futuri; costruzione dell informazione come patrimonio comune.
II) MENO ACQUA, COME PRESERVARLA Analisi e valutazione delle logiche di gestione degli invasi Migliorare l efficienza l degli usi delle acque, intervenendo sulle regole di gestione che determinano le modalità d invaso: sviluppo di strumenti di negoziazione tra utilizzatori concorrenti; analisi disponibilità per l utilizzazione; l valutazione delle regole di gestione vigenti; approfondimento degli aspetti finanziari.
III) ADATTARE L USO L DELL ACQUA ALLE DISPONIBILITÀ ATTUALI Analisi ed approfondimenti sull efficienza gestionale delle acque irrigue e dei sistemi irrigui Garantire l efficienza l dei sistemi irrigui lombardi: individuazione di aree irrigue con caratteristiche differenti; definizione degli adeguamenti tecnici e tecnologici; adeguamento dei metodi irrigui; analisi degli aspetti economici e di gestione; adeguamento degli strumenti di gestione.
IV) COLTIVARE IL FUTURO Uso sostenibile delle risorse idriche per la tutela e la competitività dei sistemi colturali Definire una disponibilità idrica per ogni singola area: analisi della domanda idrica di ciascuna coltura; verifica del valore delle colture più idroesigenti per l economia lombarda; individuazione delle relazioni con lo sviluppo delle politiche agricole.
V) LA BANCA DELL ACQUA Dotazioni strutturali per gestire e valorizzare la risorsa acqua Aumentare le possibilità di stoccaggio delle risorse idriche: individuazione interventi per potenziare le capacità di invaso di strutture già esistenti; individuazione delle possibilità di invaso in strutture o aree già esistenti, ma aventi funzioni differenti; ricognizione di studi ed esperienze di soluzioni alternative per lo stoccaggio dell acqua; valutazione della possibilità di effettuare nuovi interventi.
LE TAPPE: 9 febbraio 2007 ( Vegetalia Vegetalia -CR): promozione del Patto. 10 maggio 2007: riunione plenaria e primi incontri operativi. giugno/luglio 2007: riunioni dei Tavoli di lavoro, con cadenza settimanale. settembre 2007: integrazione delle attività dei Tavoli. 12 ottobre 2007: presentazione plenaria degli esiti dei Tavoli. novembre 2007/marzo 2008: confronto e stesura documento sintetico. 28 marzo 2008 (giornata mondiale dell Acqua): presentazione plenaria del testo finale e proposta di sottoscrizione. aprile/maggio 2008: sottoscrizione (in corso).
LE PROSSIME SCADENZE: Entro fine anno: stesura dei Piani d azione del Patto avvio sperimentazioni DMV: in corso stesura linee guida per attuazione WFD: l approccio su base volontaria - caratterizzazione corpi idrici; - definizione di obiettivi su tutti i corpi idrici, dipendenti da parametri ecologici, idromorfologici e chimici; - per i corpi idrici artificiali e/o fortemente modificati, definizione dei rispettivi obiettivi ecologici