PROGRAMMA DI MONITORAGGIO E TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ

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Transcript:

PROGRAMMA DI MONITORAGGIO E TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ

Sommario Introduzione... 5 Mappatura delle conoscenze scientifiche in relazione alle principali risorse naturalistiche presenti nelle aree... 7 Messa a punto dei metodi e degli strumenti per il monitoraggio delle risorse naturali individuate... 15 Definizione di un protocollo comune per il monitoraggio e la tutela della biodiversità... 24 Definizione delle specie target. Approccio metodologico... 24 Elenco delle specie target individuate per la Riserva Naturale Foce dell Isonzo... 29 Anser anser - Oca selvatica... 30 Anser albifrons - Oca Lombardella... 32 Circus aeruginosus - Falco di palude... 34 Ixobrychus minutus - Tarabusino... 36 Himantopus himantopus - Cavaliere d Italia... 38 Grus grus - Gru... 40 Sternula albifrons - Fraticello... 42 Emys orbicularis - Testuggine palustre europea... 44 Triturus carnifex Tritone crestato... 46 Rana latastei - Rana di Lataste... 48 Elenco delle specie target individuate per la Riserva Naturale Val Stagnon... 50 Ixobrychus minutus - Tarabusino... 51 Anser albifrons - Oca lombardella... 52 Rallus aquaticus - Porciglione... 53 Himantopus himantopus - Cavaliere d'italia... 54 Sterna hirundo - Sterna comune... 55 Emys orbicularis Testuggine palustre europea... 56 Natrix natrix Natrice dal collare... 57 Natrix tessellata Natrice tassellata... 58 Triturus carnifex - Tritone crestato... 59 Genere Pelophylax spp. Rane verdi (Fitzinger, 1883)... 60 Ordine Odonata - Genere Libellula spp... 61 ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 2

Elenco delle specie target individuate per Vallevecchia... 64 Anser anser - Oca selvatica... 65 Anser albifrons - Oca lombardella... 65 Circus aeruginosus - Falco di palude... 67 Emys orbicularis - Testuggine palustre europea... 69 Elenco delle specie target individuate per la Riserva Integrale di Bosco Nordio... 71 Accipiter nisus - Sparviere... 72 Pelobates fuscus - Pelobate fosco italiano... 74 Emys orbicularis - Testuggine palustre europea... 76 Elenco delle specie target individuate per la Riserva Naturale Bocche di Po... 78 Himantopus himantopus - Cavaliere d Italia... 79 Sternula albifrons - Fraticello... 81 Sterna hirundo - Sterna comune... 81 Merops apiaster Gruccione... 82 Emys orbicularis - Testuggine palustre europea... 84 Definizione del Protocollo di Monitoraggio... 86 Zone di censimento... 86 Definizione dei livelli di monitoraggio... 93 Protocollo generale... 94 Protocollo di monitoraggio avifaunistico con rilevatori generici... 94 Campi Database... 95 Monitoraggi specifici... 95 Protocollo di monitoraggio per l erpetofauna... 95 Protocollo di monitoraggio avifaunistica con rilevatori specializzati... 96 Monitoraggi specie del genere Anser... 97 Monitoraggi Circus aeruginosus... 97 Monitoraggi per le specie acquatiche meno contattabili... 98 Metodo di censimento nel periodo di nidificazione del porciglione eurasiatico Rallus aquaticus... 98 Metodo di censimento nel periodo di migrazione e svernamento del porciglione eurasiatico Rallus aquaticus... 100 Metodo di censimento nel periodo di nidificazione del tarabusino Ixobrychus minutus... 101 Bibliografia... 103 ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 3

ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 4

INTRODUZIONE Le attività di monitoraggio, fondamento della ricerca faunistica in senso lato, sono state spesso considerate come meritevoli di minore interesse rispetto a una fase di successiva elaborazione dei dati raccolti, talora portata a termine da persone in tutto o in parte prive di personali esperienze sul campo. Per tale motivo, coloro i quali si dedicano correntemente alla faticosa raccolta e all archiviazione di dati, su lunghi periodi, vengono frequentemente trattati con una certa dose di sufficienza da parte di sedicenti ricercatori puri. Nella realtà dei fatti tuttavia, e nel settore delle ricerche sperimentali dedicate alla fauna in particolare, non esiste e non potrà mai esistere una separazione netta tra le due attività, in quanto per definizione non è possibile giungere a conclusioni degne di nota se non esiste una base di dati affidabili, confrontabili e sufficientemente numerosi su cui lavorare. D altro canto, la dimostrazione della validità di ipotesi di lavoro elaborate a tavolino, frutto di intuizione gestaltica (sensu K. Lorenz), sarà tanto meno valida quanto più sommaria potrà essere la base di dati di partenza, su cui in definitiva si lavora. La elaborazione stessa di ipotesi appare poi alquanto difficile, criticabile ed infondata se chi ha il compito di elaborare i dati di campagna da altri raccolti non conosce, anche per esperienza diretta, luci ed ombre relative a tale attività e se non ha maturato sul campo sufficiente esperienza, tale da consentire la comprensione, sia pur a livello preliminare, dei fenomeni che legano la biologia delle varie specie tra loro e nei confronti dell habitat di appartenenza. Purtroppo non è infrequente, specie alla luce delle recenti riforme in campo universitario e della applicazione solo parziale o carente delle riforme stesse, assistere alla presentazione dei risultati di indagini sulla base di dati troppo scarsi per essere in alcun modo rappresentativi da un lato ed alla conseguente dimostrazione di ciò che risulta essere del tutto ovvio dall altro, quantomeno per chi un minimo esperienza di settore l abbia già maturata magari al di fuori delle regole della moderna ricerca scientifica sperimentale. E anche sulla base di tali considerazioni che la promozione di una attività di monitoraggio su aree più ampie di quelle sino ad ora studiate e con metodi coordinati appare quanto mai utile e necessaria. Partendo da alcune esperienze già esistenti e che hanno dato buoni frutti, su aree peraltro abbastanza limitate, nell ambito dell arco costiero nord-adriatico, l idea è quella di estendere metodo e applicazione su zone via via più ampie, con metodologia omogenea e, se sarà possibile, sul lungo periodo. Ci si propone quanto meno, perciò, di poter accostare alle semplici liste di controllo, che ciascuna area protetta elabora in modo indipendente e che poco offrono al di là di una percezione di ricchezza specifica quasi irrilevante se riferita al confronto tra aree tra loro diverse per dimensioni e habitat, elementi che in prospettiva permettano di valutare, da un lato le tendenze delle diverse popolazioni specie per specie; dall altro la biodiversità e quindi il valore in termini di conservazione delle singole zone. Va da sé che la valutazione del valore naturalistico di un area non può che essere relativa al confronto con zone diverse, per le quali analoghi criteri siano stati impiegati. Nel presente lavoro uno sforzo particolare è stato perciò dedicato alla condivisione dei criteri sia per quanto riguarda il metodo di raccolta dei dati sul campo (e relativa archiviazione), sia per il valore da attribuire alle singole entità tassonomiche rilevate, anche nel tentativo ovviamente di trovare una relazione il più possibile significativa tra la presenza delle specie e le condizioni peculiari delle diverse tipologie ambientali. Il tutto, senza dimenticare la necessità di elaborare verso la fine dell indagine un documento comune in grado di indicare i migliori e più efficaci metodi di gestione per i diversi habitat oggetto di studio, nel nostro caso sulla base di consistenza, ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 5

permanenza e tendenza delle specie ritenute di maggiore interesse e selezionate per il ruolo da esse esercitato quali indicatori ecologici. Dall analisi del contesto e dei problemi alla base del progetto emerge la questione generale di come la tutela della biodiversità possa non essere un limite, bensì un opportunità per lo sviluppo socio economico sostenibile nelle zone umide di Natura 2000. Per far questo è tuttavia necessario favorire lo sviluppo di una base comune di conoscenze tecniche e scientifiche legate alla biodiversità mettendo a punto metodi di rilevamento confrontabili, definendo regole comuni di monitoraggio e creando apposite piattaforme di gestione e diffusione dei dati e delle conoscenze. Questi sono gli obiettivi della Work package 2, intitolata Programma di monitoraggio e tutela della biodiversità. Essa diventa un tappa propedeutica per le successive WP, che mirano alla messa a punto di processi di gestione integrata e sostenibile delle aree natura 2000, tra conservazione della biodiversità e sviluppo socioeconomico. Sul valore della biodiversità, e sulla sua conoscenza, si basano gli studi che consentiranno di individuare processi virtuosi di gestione del territorio, in grado di valorizzare economie legate alla gestione sostenibile dell ambiente oggetto di tutela. La prima attività prevista nell ambito della WP2 è stata la mappatura delle conoscenze bibliografiche relative al patrimonio della biodiversità, in relazione soprattutto alla consistenza e densità di popolamento in rapporto all estensione dei vari habitat censiti. A questa fase di studio è seguita quella di messa a punto della metodologia e degli strumentini monitoraggio e la definizione di un protocollo comune, del quale si attuerà una fase applicativa sperimentale a partire dalla presente stagione tardo autunnale-invernale. L azione si completerà con la realizzazione di una piattaforma informatica dedicata che consentirà di archiviare ed elaborare le informazioni raccolte e con la realizzazione di un seminario divulgativo finale. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 6

MAPPATURA DELLE CONOSCENZE SCIENTIFICHE IN RELAZIONE ALLE PRINCIPALI RISORSE NATURALISTICHE PRESENTI NELLE AREE Per mappare le principali conoscenze relative al patrimonio di biodiversità sono state identificate ed aggiornare le tipologie di risorse naturali comuni alle aree di progetto (habitat naturali e seminaturali, flora e fauna selvatiche) secondo quanto previsto dalle Direttive Habitat (Dir. 92/43/CEE) e Uccelli (Dir. 79/409/CEE) con particolare riferimento alla consistenza e alla densità di popolamento in relazione all estensione dei vari habitat. Tali direttive valorizzano in particolare la funzionalità degli habitat e dei sistemi naturali chiedendo di valutare infatti non solo la qualità attuale del sito ma anche la potenzialità che hanno gli habitat di raggiungere un livello di maggiore complessità. Sulla base dell analisi del materiale bibliografico esistente sono state prodotte delle tabelle in cui sono state sintetizzate le informazioni relative alla conoscenze sulle risorse comuni di ciascuna area interessata dal progetto. I dati sono stati organizzati nelle seguenti categorie: Habitat d interesse comunitario Uccelli inseriti nell allegato I della Direttiva Uccelli Uccelli migratori non compresi nell allegato I della Direttiva Uccelli Mammiferi inseriti nell allegato II della Direttiva Habitat Anfibi e rettili inseriti nell allegato II della Direttiva Habitat Pesci inseriti nell allegato II della Direttiva Habitat Invertebrati inseriti nell allegato II della Direttiva Habitat ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 7

RNR Foce dell'isonzo Skocjanski zatok Vallevecchia Bosco Nordio Cà Mello Surface ha Code N2000 Habitat N2000 1110 Sandbanks which are slightly covered by sea water all the time 1200.2 1130 Estuaries 198.38 1140 Mudflats and sandflats not covered by seawater at low tide 68.91 x 0,35 1150* Coastal lagoons x f.a. 1210 Annual vegetation of drift lines 5.73 f.a. 1310 Salicornia and other annuals colonizing mud and sand 22.97 x f.a. 1,26 1320 Spartina swards (Spartionion maritimae) 11.21 1410 Mediterranean salt meadows (Juncetalia maritimi) 84.91 x 0,55 0,27 1420 Mediterranean and thermo-atlantic halophilus scrubs Sarcocronetum fruticosi 28.97 x 2,68 1510* Mediterranenan salt steppes (Limonetalia) f.a. 2110 Embryonic shifting dunes 3,99 2120 Shifting dunes along the shoreline with Ammophila arenaria (white dunes) 3,43 2130 Fixed coastal dunes with herbaceous vegetation (grey dunes) 1.15 36,83 1,51 2190 Humid dune slacks 0,25 0,16 2220 Coastal dunes with Euphorbia terracina f.a. 2250* Coastal dunes with Juniperus spp. f.a. 0,25 2270* Wooded dunes with Pinus pinea and/or Pinus pinaster 59,05 0,27 3130 Oligotrophic to mesotrophic standing waters with vegetation of the Littorelletea uniflorae and/or of the Isoeto-Nanojuncetea 11.48 3150 Natural eutrophic lakes with Magnopotamion or Hydrocharition-type vegetation 0,08 0,29 3240 Alpine rivers and their ligneous vegetation with Salix eleagnos 10.79 3260 Water courses of plain to montane levels with the Ranunculion fluitantis and Callitricho- Batrachion vegetation 14.95 62A0 Eastern sub-mediterranean dry grasslands (Scorzoneratalia villosae) 4.53 6410 Molinia meadows on calcareous, peaty or clayey-silt-laden soils (Molinion caenuleae) f.a. 6420 Mediterranean tall humid grasslands of the Molinio-Holoschoenion 9.35 19,84 0,25 6430 Hydrophilous tall herb fringe communities of plains and of the montane to alpine levels 6.12 6510 Lowland hay meadows (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis) 4.97 7210 Degraded raised bogs still capable of natural regeneration 0.68 f.a. 91E0* Alluvial forests with Alnus glutinosa and Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion alvae) 17.55 91F0 Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris) 4,99 91L0 1.93 92A0 Salix alba and Populus alba galleries 69.74 0,24 9340 Quercus ilex and Quercus rotundifolia forests 99,55 2130*/G1.C4 mix with 2130*dominance on G1.C4 Other broadleaved deciduous plantations and G1.C3 and G1.C3 [Robinia] plantations 1,65 91F0/9340 mix with 91F0 dominance 4,53 9340/2270* mix with 9340 dominance 0,27 9340/G1.C4 mix with 9340 dominance 0,34 9340/G1.C3 mix with 9340 dominance 1,04 C1.3/3140 mix with C1.3 Permanent eutrophic lakes, ponds and pools on 3140 Hard oligo-mesotrophic waters with benthic vegetation of Chara spp. 0,12 Tabella 1 - Habitat d interesse comunitario Nota: la dicitura f.a indica habitat presenti nel sito d interesse comunitario posti al di fuori dei confini dell azienda Valle vecchia. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 8

Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha RNR Foce dell'isonzo Skocjanski zatok Vallevecchia Bosco nordio Cà Mello Code Species A001 Gavia stellata 2 1752 0,001 0,114 p p A002 Gavia arctica 88 1752 0,050 5,023 p p A003 Gavia immer 1 1752 0,001 0,057 A007 Podiceps auritus 1 1554 0,001 0,064 A013 Puffinus yelkouan 10 1554 0,006 0,644 A018 Phalacrocorax aristotelis desmarestii 650 1554 0,418 41,828 A019 Pelecanus onocrotalus p A020 Pelecanus crispus ( ) p A021 Botaurus stellaris 2 125 0,016 1,600 2 p p A022 Ixobrychus minutus 16 63 0,254 25,397 12 p p A023 Nycticorax nycticorax 22 405 0,054 5,432 17 p p p A024 Ardeola ralloides 6 125 0,048 4,800 12 p p A026 Egretta garzetta 125 894 0,140 13,982 250 p p p A027 Casmerodius albus 75 894 0,084 8,389 44 p p A029 Ardea purpurea 10 68 0,147 14,706 6 p p p A030 Ciconia nigra p 2 p A031 Ciconia ciconia 3 2 p A032 Plegadis falcinellus 10 87 0,115 11,494 4 p A034 Platalea leucorodia 15 87 0,172 17,241 8 A035 Phoenicopterus roseus p p A037 Cygnus columbianus p A038 Cygnus cygnus p p p A042 Anser erythropus p p A045 Branta leucopsis p A060 Aythya nyroca 11 63 0,175 17,460 26 A068 Mergellus albellus 5 p A072 Pernis apivorus 4 1121 0,004 0,357 p p A073 Milvus migrans p p A074 Milvus milvus p p A075 Haliaeetus albicilla p p p A078 Gyps fulvus p 2 A080 Circaetus gallicus p 2 A081 Circus aeruginosus 4 834 0,005 0,480 7 p p A082 Circus cyaneus 3 p p A084 Circus pygargus 1 p p p p A090 Aquila clanga p p A091 Aquila chrysaetos p A092 Aquila pennata ( ) ( ) p A094 Pandion haliaetus 1 p A095 Falco naumanni p A097 Falco vespertinus 10 p A098 Falco columbarius p p p A100 Falco eleonorae p A101 Falco biarmicus p A103 Falco peregrinus 1 7 p A119 Porzana porzana p 2 p A120 Porzana parva p 5 p p A121 Porzana pusilla p A122 Crex crex p A127 Grus grus 150 773 0,194 19,405 70 p A128 Tetrax tetrax p p A129 Otis tarda p A131 Himantopus himantopus 20 87 0,230 22,989 22 p p A132 Recurvirostra avosetta 5 87 0,057 5,747 2 p p Tabella 2 Uccelli inseriti nell allegato I della Direttiva Uccelli Nota: in giallo la stima della popolazione nidificante. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 9

Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha RNR Foce dell'isonzo Skocjanski zatok Vallevecchia Bosco nordio Cà Mello Code Species A133 Burhinus oedicnemus ( ) p A135 Glareola pratincola 5 p p A138 Charadrius alexandrinus 1 156 0,006 0,641 1 p A140 Pluvialis apricaria 20 2 p 390,8 Philomachus pugnax A151 340 87 3,908 05 98 p A154 Gallinago media p p A157 Limosa lapponica 10 156 0,064 6,410 p p A159 Numenius tenuirostris p 114,9 Tringa glareola A166 100 87 1,149 43 87 A167 Xenus cinereus p A170 Phalaropus lobatus p 23,95 Larus melanocephalus A176 420 1753 0,240 9 74 A177 Hydrocoloeus minutus 50 1753 0,029 2,852 p A180 Chroicocephalus genei p p A189 Gelochelidon nilotica 10 1753 0,006 0,570 2 A190 Hydroprogne caspia 1 1753 0,001 0,057 3 A191 Sterna sandvicensis 30 1753 0,017 1,711 3 p A193 Sterna hirundo 50 1753 0,029 2,852 25 p p A195 Sternula albifrons 7 1753 0,004 0,399 1 p p A196 Chlidonias hybrida 10 1753 0,006 0,570 8 p A197 Chlidonias niger 100 1753 0,057 5,705 5 p p A215 Bubo bubo p A222 Asio flammeus 1 1 p p p A223 Aegolius funereus p A224 Caprimulgus europaeus 4 122 0,033 3,279 2 p p A229 Alcedo atthis 4 203 0,020 1,970 15 p p p A231 Coracias garrulus p p p A234 Picus canus p A236 Dryocopus martius 2 102 0,020 1,961 A243 Calandrella brachydactyla p A246 Lullula arborea p 9 A255 Anthus campestris p A272 Luscinia svecica p 5 p A293 Acrocephalus melanopogon p 2 A294 Acrocephalus paludicola p A307 Sylvia nisoria p p A321 Ficedula albicollis p A339 Lanius collurio 4 182 0,022 2,198 8 p p A339 Lanius minor p A379 Emberiza hortulana p A393 Phalacrocorax pygmeus 10 231 0,043 4,329 12 p A396 Branta ruficollis p p A397 Tadorna ferruginea p p p A403 Buteo rufinus p A404 Aquila heliaca p A416 Chlamydotis undulata (macqueenii) (*) p Tabella 2 Uccelli inseriti nell allegato I della Direttiva Uccelli Nota: in giallo la stima della popolazione nidificante. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 10

Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Bosco nordio Cà Mello Code Species A006 Podiceps grisegena A036 Cygnus olor A039 Anser fabalis A041 Anser albifrons A043 Anser anser A050 Anas penelope A051 Anas strepera p A052 Anas crecca p A053 Anas plathyrhynchos p A054 Anas acuta A055 Anas querquedula p A056 Anas clypeata p A059 Aythya ferina p A061 Aythya fuligula A062 Aythya marila A063 Somateria mollissima A064 Clangula hyemalis A065 Melanitta nigra A066 Melanitta fusca A067 Bucephala clangula A070 Mergus merganser A085 Accipiter gentilis A086 Accipiter nisus p A087 Buteo buteo p p A113 Coturnix coturnix A118 Rallus aquaticus p A125 Fulica atra p A130 Haematopus ostralegus A136 Charadrius dubius A141 Pluvialis squatarola p A143 Calidris canutus A144 Calidris alba A145 Calidris minuta A147 Calidris ferruginea A153 Gallinago gallinago p A147 Vanellus vanellus A158 Numenius phaeopus A160 Numenius arquata p A162 Tringa totanus A164 Tringa nebularia A168 Actitis hypoleucos A171 Oenanthe oenanthe A179 Chroicocephalus ridibundus A182 Larus canus A184 Larus michahellis p A208 Columba palumbus p A214 Otus scops A221 Asio otus p A230 Merops apiaster p A232 Upupa epops A233 Jynx torquilla p p A237 Dendrocopos major p A247 Alauda arvensis p A249 Riparia riparia Tabella 3 Uccelli migratori non compresi nell allegato I della Direttiva Uccelli ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 11

Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Bosco nordio Cà Mello Code Species A262 Motacilla alba p A266 Prunella modularis A273 Phoenicurus ochrurus A274 Phoenicurus phoenicurus p A275 Saxicola rubetra p A274 Turdus viscivorus A288 Cettia cetti p A289 Cisticola juncidis p A290 Locustella naevia A292 Locustella luscinioides p A295 Acrocephalus schoenobaenus p A296 Acrocephalus palustris p A297 Acrocephalus scirpaceus p A298 Acrocephalus arundinaceus p A305 Sylvia melanocephala p A316 Phylloscopus trochilus A317 Regulus regulus A319 Muscicapa striata A322 Ficedula hypoleuca p A329 Parus caeruleus p p A330 Parus major p A324 Aegithalos caudatus p p A336 Remiz pendulinus p A342 Garrulus glandarius p A347 Corvus monedula A356 Passer montanus p A361 Serinus serinus p A366 Carduelis cannabina A378 Emberiza cia A383 Miliaria calandra A377 Phoenicurus phoenicurus A391 Phalacrocorax carbo sinensis Tabella 3 Uccelli migratori non compresi nell allegato I della Direttiva Uccelli RNR Foce dell'isonzo Skocjanski zatok Vallevecchia Bosco nordio Cà Mello Code Species 1349 Tursiops truncatus p Tabella 4 Mammiferi inseriti nell allegato II della Direttiva Habitat ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 12

Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha Population Habitat ha Density ind/ha Density ind/100ha RNR Foce dell'isonzo Skocjanski zatok Vallevecchia Bosco nordio Cà Mello Code Species 1217 Testudo hermanni p p 1220 Emys orbiculalris p p p p p 1224 Caretta caretta p 1215 Rana latastei p p 1167 Triturus carnifex p p p 1199* Pelobates fuscus insubricus p 1193 Bombina variegata p Tabella 5 Anfibi e rettili inseriti nell allegato II della Direttiva Habitat RNR Foce dell'isonzo Skocjanski zatok Vallevecchia Bosco nordio Cà Mello Code Species 1103 Alosa fallax p 1152 Aphanius fasciatus p p p 1154 Pomatoschistus canestrini p p 1155 Knipowitschia panizzae p p 1100 Acipenser naccarii* p 1107 Salmo marmoratus p 1131 Leuciscus souffia p 1115 Chondrostoma genei p 1137 Barbus plebejus p 1095 Petromyzon marinus p 1149 Cobitis taenia p 1163 Cottus gobio p Knipowitschia caucasica p Tabella 6 Pesci inseriti nell allegato II della Direttiva Habitat ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 13

Population Habitat ha Density ind/ha Population Habitat ha Density ind/ha Population Habitat ha Density ind/ha Population Habitat ha Density ind/ha Population Habitat ha Density ind/ha RNR Foce dell'isonzo Skocjanski zatok Vallevecchia Bosco nordio Cà Mello Code Species 1014 Vertigo angustior p p 1060 Lycaena dispar p p 1078 Euplagia quadripunctaria p p Tabella 7 Invertebrati inseriti nell allegato II della Direttiva Habitat ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 14

Census techniques Period Cost Quality of data Census techniques Period Cost Quality of data Census techniques Period Cost Quality of data Census techniques Period Cost Quality of data MESSA A PUNTO DEI METODI E DEGLI STRUMENTI PER IL MONITORAGGIO DELLE RISORSE NATURALI INDIVIDUATE L analisi delle metodologie di ricerca utilizzate nei differenti siti è risultata essenziale per definire metodi di rilevamento confrontabili da utilizzare in ambiti con habitat similari. In linea generale per la maggior parte dei gruppi faunistici sono stati condotti studi generali nelle RNR Foce dell Isonzo, Val Stagnon, Valle Vecchia, Bosco Nordio e Cà Mello. In alcuni siti sono inoltre stati condotti studi specifici su alcune specie. Di seguito viene riportata una tabella di sintesi in cui vengono riportate le principali attività di monitoraggio condotte nelle differenti aree di studio. RNR Foce dell'isonzo Vallevecchia Bosco nordio Cà Mello Species or taxa Amphibians Reptilian Mammals Birds Cygnus olor Anser anser Himantopus himantopus Rallus aquaticus Nesting birds Direct observ. Direct observ. Direct observ. Direct observ. 300 ind. Ringed and Direct observ. Introd., ringing and direct observ. Ringing and direct observ. transect with playback Territory mapping 1996/ 2012 1996/ 2012 1996/ 2012 1996/ 2012 2005/ 2012 1994/ 2012 1996/ 2012 2005/ 2006 2002/ 2007 xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx xxx medium medium medium high high high high high high Direct observ. Direct observ. Direct observ. Direct observ. Direct observ. Direct observ. Direct observ. Direct observ. Direct observ. 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 medium medium medium medium medium medium medium medium medium Direct observ. / trapping Direct observ. / trapping Direct observ. Direct observ. Direct observ. 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 high high low medium low Direct observ. Direct observ. Direct observ. Direct observ. Direct observ. Direct observ. 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 2000/ 2012 high medium low medium medium medium Birds Birds Birds Birds Mito point count Roost count Point transect count Daylight time count on high tide 2000/ 2012 2006/ 2008 2006/ 2008 2006/ 2008 xxx high Ringing xxx xxx xxx high high high 2002/ 2005 high Ringing 2007 medium Ringing 2006/ 2009 high Tabella 8 Monitoraggi effettuati nei vari siti. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 15

Per quanto concerne la RNR Foce dell Isonzo monitoraggi generali relativi alla presenza assenza delle specie di vertebrati sono stati effettuati dalla fine degli anni 90 del secolo scorso ad oggi con regolarità, specie nelle aree di ripristino ambientale. Per questi gruppi si dispone quindi di un set di dati di presenza e distribuzione buono e su un periodo di un ventennio. Le metodologie utilizzate sono quelle dell osservazione diretta o indiretta (segni di presenza). Relativamente all avifauna la qualità dei dati disponibili è decisamente superiore in quanto per questo gruppo sono stati effettuati nel tempo monitoraggi standardizzati che forniscono delle serie storiche di dati utili a descrivere il trend di presenza di ciascuna specie. Inoltre sempre per gli uccelli sono state svolte indagini specifiche (progetto ANSER, progetto MITO, ricerca su Cygnus olor, ricerca su Anser sp., atlante degli uccelli nidificanti, inanellamenti e marcature standardizzate (studio delle migrazioni), studi specifici o per gruppi di specie oggetto di pubblicazioni, dottorati di ricerca, tesi di laurea etc), che permettono di avere informazioni molto puntuali sulla presenza delle specie nel sito. Alcuni ulteriori studi e approfondimenti, che hanno portato alla elaborazione di tesi di laurea, relazioni non pubblicate e materiale utile alla gestione del sito (come ad es. il Piano Faunistico) hanno riferimento diretto o indiretto alla fauna della Riserva naturale, e si riferiscono inoltre alla presenza di mammiferi domestici quali cavalli e buoi e il loro impatto su habitat e fauna. Per gli anfibi, i rettili ed i mammiferi sono stati raccolti nel tempo dati di presenza assenza basandosi su osservazioni dirette ed indirette raccolte nel tempo dal personale operante nella riserva, inoltre sono stati elaborati studi specifici dulla erpetofauna dell area. Oggetto di successive pubblicazioni o teso di laurea; per alcune specie sono stati fatti per brevi periodi ( uno o due anni) alcuni monitoraggi di dettaglio secondo metodologie standardizzate (Myocastor coypus, Capreolus capreolus, Meles meles). In linea generale i dati raccolti (presenza/assenza) sono stati riferiti alla griglia UTM 1km x 1km. Figura 1 - RNR Foce Isonzo Distribuzione di Triturus carnifex. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 16

Per gli uccelli, oltre ai monitoraggi generali condotti con le metodologie sopra descritte, e stato condotto sino al 2007 il censimento delle specie nidificanti; tale monitoraggio è stato svolto su tutto il territorio della Riserva, del SIC/ZPS ed aree adiacenti ed i dati sono stati riferiti anche in questo caso alla griglia UTM 1km x 1km. Im base ai risultati delle osservazione la nidificazione di ciascuna specie presente in periodo riproduttivo è stata definita possibile, probabile o certa. Figura 2 - RNR Foce Isonzo Carta dell atlante degli uccelli nidificanti nella riserva. Anas plathyrhynchos. Il principale limite dei monitoraggi svolti sino ad oggi nella RNR Foce Isonzo (escludendo da questa considerazione l atlante dei nidificanti) è stato quello di riferire i dati ad aree piuttosto vaste, limitando la possibilità di analizzare le relazioni specie/habitat. In questo senso il presente progetto può fornire l opportunità di migliorare quest aspetto individuando delle zone di censimento a cui riferire le osservazioni congruenti con la carta degli habitat del sito. La Riserva Naturale di Val Stagnon si estende su 122 ettari ed è una grande zona umida mediterranea, come anche la più grande palude salmastra della Slovenia. La riserva è composta dalla laguna salmastra, circondata da habitat di alofite e dalla palude di acqua dolce nella Bonifica di Bertocchi. Stato: Area protetta minore riserva naturale (IUCN categoria IV), area Natura 2000 (ZPS Zona di Protezione Speciale), potenzialmente anche area Natura 2000 (SIC). ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 17

Figura 3 - La parte salmastra della Riserva Naturale di Val Stagnon La parte con acqua dolce della Riserva Naturale di Val Stagnon In generale la riserva naturale si divide nelle seguenti zone ecologiche: 1. palude con acqua dolce e canneti 2. prati umidi e palustri 3. laguna salmastra con isolette di nidificazione, paludi con acqua salata e lingue di terra, sui quali crescono diversi tipi di piante alofile 4. area con l affluente in laguna 5. superficie di acqua dolce denominata»jezerce«adriawet 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 18

Figura 4 Aree di censimento della Riserva Val Stagnon. La riserva è di eccezionale importanza per la presenza di una ricca fauna e un abbondante varietà di flora, tra cui numerose specie rare e minacciate nel territorio sloveno. Dal 1999 gestisce l'area il DOPPS BirdLife Slovenia. In questo periodo sono state svolte nell'area della riserva naturale numerose ricerche e monitoraggi di diverse specie animali. La prima ricerca della fauna degli invertebrati e dei vertebrati in Val Stagnon è stata redatta nel 2000 e trattava la valutazione dello stato dei cimicomorfi, delle libellule, dei granchi di acqua dolce e salata, pesci, anfibi, rettili e mammiferi. Nell'ambito del progetto LIFE00NAT/SLO/7226 Rinaturalizzazione e conservazione degli habitat e dell'avifauna nella Riserva Naturale di Val Stagnon abbiamo potuto valutare l efficacia delle attività di progetto anche con il monitoraggio dei parametri biotici ed abiotici. É stato svolto costantemente il monitoraggio dello stato dell'avifauna, della qualità dell'acqua e dei parametri idrologici, attività queste che assieme alle ricerche rappresentano anche la base per la pianificazione delle misure da adottare. Tra queste ultime, degne di nota sono la ricerca svolta sulle popolazioni di pesci nella valle e quella sulle potenziali capacità naturali di ripopolazione della riserva. Sono poi in atto dal 2008, cioè dopo che nel 2006 si sono concluse le misure di risanamento e rinaturalizzazione, vaste ricerche su determinate specie di animali della Riserva Naturale di Val Stagnon. La specie più studiata nella riserva sono gli uccelli, dato che il monitoraggio regolare dell'avifauna ha luogo dal 2001. Dal 2007 sono in atto anche le mappature regolari dei tipi di habitat della parte salmastra e con acqua dolce della riserva naturale. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 19

I risultati del monitoraggio a lungo termine rappresentano anche la migliore informazione di ritorno sull'efficacia delle misure di risanamento e rinaturalizzazione e sulla gestione nell'area della riserva naturale. Nel prosieguo indichiamo l'elenco delle ricerche svolte e dei monitoraggi dello stato nell'area della Riserva Naturale di Val Stagnon: La verifica dello stato della fauna degli invertebrati e dei vertebrati Istituto Nazionale di Biologia, 2000 Ricerche ittiologiche per la stima dello stato attuale nella Riserva Naturale di Val Stagnon Istituto di pesca, 2001 Ricerca delle potenziali capacità di ripopolazione naturale della Riserva Naturale di Val Stagnon - DOPPS in collaborazione con diversi esperti, 2002 Mappatura dei tipi di habitat nella Riserva Naturale di Val Stagnon Mitja Kaligarič, Nina Šajna, 2007 Mappatura dei tipi di habitat nella parte lagunare nella Riserva Naturale di Val Stagnon Mitja Kaligarič, 2008 Mappatura dei tipi di habitat della parte lagunare e della Bonifica di Bertocchi nella Riserva Naturale di Val Stagnon Mitja Kaligarič e Josip Otopal, 2009 Verifica dello stato dei gruppi bentonici di invertebrati prescelti della Val Stagnon prima e dopo l'attuazione della rinaturalizzazione della parte lagunare - Istituto Nazionale di Biologia, Stazione biologica marina, 2009 Verifica dello stato dei gruppi bentonici degli invertebrati prescelti della Val Stagnon nel periodo estivo 2009 - - Istituto Nazionale di Biologia, Stazione biologica marina, 2009 Mappatura dei tipi di habitat della parte lagunare della Riserva Naturale di Val Stagnon Mitja Kaligarič e Dani Ivanjšič, 2010 Censimento e monitoraggio delle farfalle (lepidotteri) della Riserva Naturale di Val Stagnon Slavko Polak, 2010 Libellule (Odonata): Predisposizioni degli spunti per il monitoraggio e la conservazione degli habitat nell area della Riserva Naturale di Val Stagnon Matjaž Bedjanič, 2010 Mappatura dei tipi di habitat della parte lagunare della Riserva Naturale di Val Stagnon Mitja Kaligarič e Dani Ivanjšič, 2011 Mappatura dei tipi di habitat della parte lagunare e della Bonifica di Bertocchi nella Riserva Naturale di Val Stagnon Mitja Kaligarič e Josip Otopal, 2011 Verifica degli invertebrati bentonici della parte lagunare nella Riserva Naturale di Val Stagnon Shoreline, 2011 Verifica dell ittiofauna della parte lagunare nella Riserva Naturale di Val Stagnon Shoreline, 2011 Censimento degli anfibi nella Riserva Naturale di Val Stagnon Cristian Trani, 2011 Monitoraggio dell'avifauna nella Riserva Naturale di Val Stagnon DOPPS BirsLife Slovenia, costantemente dal 2001 Le attività di ricerca e di monitoraggio condotte nelle aree gestite dall Azienda Regionale Veneto Agricoltura sono state spesso realizzate da gruppi o singoli ricercatori su iniziativa volontaria, o nell ambito di progetti di ricerca a scala provinciale, regionale o nazionale, gestiti comunque, nella gran parte dei casi, basandosi sul volontariato. Per tanto rappresentano un supporto informativo che presenta delle lacune, riferendosi a periodi di monitoraggio discontinui ed essendo state realizzate con differenti ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 20

metodologie e livelli di approfondimento. Negli ultimi quindici anni tuttavia Veneto Agricoltura ha più volte realizzato delle specifiche campagne di ricerca faunistica, attingendo a finanziamenti regionali o nazionali. Ciò ha permesso di ottenere un quadro conoscitivo generale rappresentativo del momento d indagine che però presenta il suo maggior limite nella saltuarietà dei rilievi, mancando così di fatto una conoscenza dell evoluzione dei popolamenti faunistici. Tra le indagini faunistiche più rilevanti svolte a Vallevecchia si evidenzia, nel periodo 2000-2002, un primo incarico di monitoraggio sui vertebrati (uccelli nidificanti, di passo, svernanti e check list generale, pesci, anfibi, rettili e mammiferi), al quale hanno fatto seguito alcune campagne di inanellamento, a cavallo dei primi anni 2000. Negli anni 2004 e 2005 sono state condotte specifiche indagini su alcuni ordini di insetti (Odonati, Ortotteri e Lepidotteri) e sull erpetofauna, che hanno consentito di raccogliere una discreta quantità di informazioni su questi gruppi e la scoperta, per quanto riguarda i Lepidotteri, di alcune specie mai osservate fino ad allora in Italia e, in alcuni casi, di alcune specie nuove per la scienza. Una recente tesi di laurea ha consentito di stimare la popolazione di testuggine palustre, individuando gli habitat maggiormente frequentati. La vastità dell area ed il suo valore naturalistico rendono l area, liberamente accessibile, oggetto di rilievi ornitologici durante le attività condotte in progetti di monitoraggio dell avifauna (ad esempio, progetti su nidificanti e sugli svernanti). Molti dati sull avifauna dell area compaiono nei Rapporti ornitologici per la Regione Veneto, dell Associazione Faunisti Veneti e dell Associazione IBN Italia. Annualmente, l Associazione Naturalistica Sandonatese pubblica un quaderno delle osservazioni salienti svolte nel territorio del Veneto orientale, molte delle quali fanno riferimento all area di Vallevecchia. Nella Riserva Naturale di Bosco Nordio nel corso degli anni sono stati raccolti meno dati rispetto all area precedente. Gli unici dati pregressi, si riferiscono a relazioni tecniche del Corpo Forestale dello Stato, che ha gestito l area fino al 1997, o ad alcune tesi di laurea. A partire dal 2007 sono stati effettuati regolari monitoraggi sull erpetofauna, condotti parallelamente a progetti di reintroduzione di alcune specie (Emys orbicularis, Pelobates fuscus). Tali indagini sono state svolte con metodologie che prevedono sia l osservazione diretta degli animali, sia campagne di trappolaggio con sistemi di barriere e trappole a caduta, oppure nasse, nello specifico per Emys orbicularis. Recentemente è stato condotto un censimento delle testuggini di terra presenti nella riserva (Testudo hermanni). I censimenti condotti sui testudinati e sul pelobate fosco (Pelobates fuscus) si basano su metodologie di cattura-marcatura-ricattura. Nell ultimo periodo i dati vengono anche georeferenziati ed introdotti in un data base che consente di gestire, oltre ai dati ottenuti nei monitoraggi faunistici, anche le informazioni relative agli habitat di specie riferiti alla Direttiva 92/43/CE ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 21

Figura 5 - Punti di rinvenimento di Testudo hermanni nella Riserva Naturale Integrale Bosco Nordio, sovrapposti alla carta della vegetazione secondo gli habitat della Direttiva 92/43/CEE: la localizzazione dei rinvenimenti consente di evidenziare la diffusione disomogenea della specie all'interno della Riserva, dovuta presumibilmente alla scelta di particolari tipi di habitat. Indagini sulla presenza dei mammiferi sono state condotte tramite l ausilio di fototrappola. In questo caso vengono generalmente ottenute semplici informazioni sulla presenza/assenza delle specie, ad ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 22

esempio, per confermare la presenza del tasso (Meles meles), o, nel caso dei daini (Dama dama), per una stima della consistenza della piccola popolazione presente, ottenuta dal confronto delle immagini. Per quanto riguarda gli uccelli, è stata effettuata, nell anno 2007, una breve campagna di inanellamento, che ha consentito di confermare la presenza di specie già segnalate durante i rilievi eseguiti in occasione di alcune tesi di laurea. Più in generale, l aggiornamento dell ornitofauna presente in bosco nelle varie stagioni, si basa sulle osservazioni eseguite durante l attività ordinaria di gestione e le numerose visite guidate all interno della Riserva; un eccezione è rappresentata dallo studio della popolazione nidificante del Succiacapre (Caprimulgus europaeus), condotto durante un progetto LIFE NATURA nel 2007, e poi ripetuto durante il 2011, utilizzando il metodo del playback, mediante sessioni di richiamo ed ascolto eseguite durante la notte. Per quanto riguarda le conoscenze faunistiche relative all Oasi di Cà Mello, i dati più significativi si riferiscono al periodo tra il 2006 ed il 2009, in cui l area ha ospitato una stazione di inanellamento. Come nel caso di Vallevecchia, l area è stata oggetto di osservazioni da parte di ornitologi nell ambito di progetti di censimento e monitoraggi di ampio raggio, che comunque hanno privilegiato aree contermini all oasi, come la Sacca degli Scardovari. A partire dal 2011, nell ambito delle attività del Progetto LIFE 09NATIT000110, si eseguono monitoraggi più assidui, destinati a verificare la presenza e l eventuale nidificazione di alcune specie (Martin pescatore Alcedo atthis, Gruccione Merops apiaster, Topino Riparia riparia, Sterna Comune Sterna hirundo, Beccapesci Sterna sandvincensis, Fraticello Sterna albifrons). Nell ambito di tale progetto sono state realizzate anche attività di monitoraggio su anfibi e rettili, con le medesime metodologie utilizzate nella Riserva di Bosco Nordio. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 23

DEFINIZIONE DI UN PROTOCOLLO COMUNE PER IL MONITORAGGIO E LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ Una volta analizzati i metodi e strumenti per il monitoraggio utilizzati nei differenti siti è stato messo a punto dai differenti partners, un protocollo generale per le azioni di monitoraggio. Nel progettare questo protocollo di monitoraggio sono state preventivamente scelte alcune specie target verso cui focalizzare alcune delle attività di monitoraggio; queste specie sono state individuate sulla base di criteri oggettivi che evidenziassero la connessione delle medesime con gli obiettivi generali del progetto. Considerata le peculiarità specifiche di alcune aree (Bosco Nordio e Cà Mello) il protocollo definisce alcuni criteri metodologici generali (tipo di censimento, modalità di raccolta delle informazioni etc.) mentre le specie su cui effettuare i monitoraggi potranno essere definite sito per sito. Il protocollo verrà applicato in fase sperimentale nelle aree partner per monitorarne l efficacia e per validarne i contenuti. Il primo passaggio nella definizione di un protocollo comune per il monitoraggio e la tutela della biodiversità è stato quello di individuare alcune specie target. Definizione delle specie target. Approccio metodologico Per definire le specie target nei confronti delle quali avviare attività comuni, quali monitoraggi specifici, attività didattiche, programmi di valorizzazione del territorio etc., è stata fatta una prima scelta arbitraria che ha portato a considerare unicamente le entità segnalate nei formulari standard di riferimento dei vari siti d interesse comunitario interessati dal progetto. La logica di questa scelta è legata al fatto che le specie che vengono segnalate in questi documenti richiedono una particolare attenzione per quanto concerne la conservazione delle stesse e dei rispettivi habitat e sono state individuate secondo criteri condivisi a livello europeo. Il passaggio successivo è stato quello di individuare secondo dei criteri oggettivi quali tra queste specie rivestissero un ruolo significativo a livello locale considerando differenti parametri, non ultimi gli obbiettivi di sviluppo socioeconomico e sostenibile delle comunità locali del presente progetto. Il passaggio successivo è stato quello di eliminare dalle liste delle specie tutte le entità accidentali, considerando quindi unicamente le specie inserite nei formulari per le quali il sito ha un ruolo significativo in termini di conservazione e per le quali siano presenti delle popolazioni in una fase del ciclo biologico (sono state scartate quindi quelle specie per le quali vengono osservati singoli individui). Al fine di definire poi una gerarchia tra le specie individuate con questa prima cernita, l approccio utilizzato è stato quello di attribuire ad ogni entità vari indici in funzione del loro valore ai fini della conservazione e degli scopi del progetto scegliendo alcuni parametri. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 24

Sono quindi stati attribuiti ad ogni parametro i seguenti punteggi: Diffusione: viene considerata la diffusione della specie su scala regionale. Diffusione bassa 1 media 2 alta 3 Osservabilità: viene considerata la facilità con cui un osservatore generico, non specialista, riesce a contattare la specie. Osservabilità bassa 1 media 2 alta 3 Rilevabilità: viene considerata la facilità di verificarne la presenza (attraverso segni diretti/indiretti) per dare un peso a quanto sia praticamente possibile verificare la reale presenza della specie. Rilevabilità bassa 1 media 2 alta 3 Attrattività: viene intesa come una misura del grado di interesse che la specie riscuote nel pubblico. Attrattività bassa 1 media 2 alta 3 Presenza nel sito considerato: viene considerato il periodo di tempo in cu la specie compare nel sito. Presenza nel sito considerato rara 1 durante la migrazione 2 durante lo svernamento 3 in periodo riproduttivo 4 tutto l'anno 5 ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 25

Presenza negli altri siti: viene considerata la presenza della specie negli altri siti del progetto. Presenza in altri siti del progetto non presente 1 presente in almeno in altro sito 2 presente in più di un altro sito 3 Criteri conservazionistici: viene considerata l inclusione della specie negli allegati delle principali direttive europee di riferimento e la presenza di popolazioni di consistenza significativa in rapporto alla consistenza totale delle popolazioni della specie in oggetto. Criteri conservazionistici altro 1 specie inserita nell'allegato IV della Dir. 92/43/CE o presente con pop. sign. 2 specie inserita nell'allegato I della Dir. 09/147/CE o II della Dir. 92/43/CE 3 Legami con sistemi produttivi locali/ capacità di generare sviluppo economico: viene considerata il legame della specie per una determinata parte del ciclo biologico con i sistemi produttivi locali (es. oche, disponibilità di stoppie e frumenti) e la capacità di generare sviluppo economico (es. ecoturismo). Legami con sistemi produttivi locali/ capacità di generare sviluppo economico bassa 1 medio 2 alto 3 Tali indici sono poi stati matematicamente combinati (somma), per fornire una scala di priorità entro cui operare la scelta delle specie. Un esempio è fornito dalla tabella seguente in cui vengono evidenziati valori per alcune delle specie presenti nella Riserva Naturale Regionale Foce dell Isonzo. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 26

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RNR Foce dell'isonzo Skocjanski zatok Vallevecchia Bosco nordio Cà Mello Nell ambito della scala di priorità ottenuta, per ciascun sito del progetto sono state individuate delle specie target, nei confronti delle quali avviare programmi comuni di monitoraggio, ricerca e didattica. Nella tabella successiva vengono riportate le specie target individuate per ciascuna delle aree che partecipano al progetto. Species Anser anser x x Anser albifrons x x x Circus aeruginosus x x Accipiter nisus x Himantopus himantopus x x x Ixobrychus minutus x x Grus grus x Sternula albifrons x x Sterna hirundo x x Rallus acquaticus x Merops apiaster x Pelobates fuscus x Emys orbicularis x x x x x Triturus carnifex x x Rana latastei x Natrix natrix x Natrix tesselata x Genere Pelophylax spp Genere Libellula spp x x ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 28

ELENCO DELLE SPECIE TARGET INDIVIDUATE PER LA RISERVA NATURALE FOCE DELL ISONZO Per quanto concerne la scelta delle specie target si è cercato di individuare alcune specie in grado di soddisfare nel migliore dei modi le esigenze di appetibilità per una campagna di marketing finalizzata ad aumentare l interesse turistico economico e didattico insito nel progetto (Anser sp., Himantopus himantopus, Grus grus), di altre specie di notevole rilievo da un punto di vista prettamente conservazionistico (Ixobrychus minutus, Sternula albifrons, Triturus carnifex, Rana latastei) e di altre ancora in grado di soddisfare entrambi gli obbiettivi (Emys orbicularis, Circus aeruginosus). Le specie individuate sono quindi le seguenti: Uccelli: Anser anser - Oca grigia o selvatica Anser albifrons - Oca lombardella Circus aeruginosus - Falco di palude Himantopus himantopus - Cavaliere d Italia Ixobrychus minutus - Tarabusino Grus grus - Gru Sternula albifrons - Fraticello Rettili: Emys orbicularis - Testuggine palustre europea Anfibi: Triturus carnifex - Tritone crestato Rana latastei - Rana di Lataste ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 29

Anser anser - Oca selvatica Aves Anseriformes Anatidae Anser anser (Linnaeus, 1758) M reg, W, B Popolazione residente: 300 Popolazione svernante: 800-1000 L oca grigia è stata scelta in quanto nel sito è presente una popolazione stanziale riproduttiva a cui si uniscono nei mesi invernali individui provenienti dal nord Europa; la specie risulta presente anche in altri siti inclusi nel presente progetto, è facilmente visibile e riconoscibile anche da parte di osservatori non particolarmente esperti e la sua presenza è legata anche ai sistemi agricoli presenti nelle aree limitrofe al sito. Significato della specie in termini di conservazione Nell area in oggetto è presente un importante nucleo riproduttivo risultato di immissioni avvenute verso la metà degli anni ottanta del secolo scorso; la presenza di questa popolazione in un area ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 30

tutelata, che comprende anche vaste colture cerealicole, favorisce la sosta migrazione o svernamento. di stormi in fase di Significato della specie in termini turistico economici L oca grigia è specie facilmente contattabile dai fruitori della Riserva, inoltre presentandosi talvolta in stormi consistenti (assieme ad altre oche congeneri) garantisce un colpo d occhio notevole in grado di attrarre anche turisti generici. Eventi specifici finalizzati all osservazione di questi animali organizzati in passato dalla Riserva hanno evidenziato la capacità attrattiva di questa ed altre specie simili, collegate (ad es.: Anser albifrons, Anser fabalis, Anser erythropus, Branta ruficollis ecc.). Le oche utilizzano per alimentarsi i campi coltivati inclusi ed adiacenti alla riserva e questo fatto ha indotto a prevedere nel redigendo Piano di Gestione del SIC/ZPS una serie di misure di incentivazione per le arature tardive e le cover crops a cui potranno accedere i conduttori dei fondi. Significato della specie in termini didattici La facilità di osservazione e la relativa confidenza degli individui che si riproducono all interno dei ripristini creati all Isola della Cona permettono di utilizzare questa specie a fini didattici con una certa efficacia, specie con riferimento ad espetti ecologici ed etologici (comportamento sociale, imprinting, apprendimento delle rotte migratorie ecc.). ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 31

Anser albifrons - Oca Lombardella Aves Anseriformes Anatidae Anser albifrons (Scopoli, 1769) M reg, W, E irr Popolazione svernante: 1500 2500 L oca lombardella è stata scelta in quanto nel sito compaiono, nei mesi invernali, significativi contingenti provenienti dal nord Europa; la specie risulta presente anche in altri siti inclusi nel presente progetto, e i grossi stormi sono facilmente visibile anche da parte di osservatori non particolarmente esperti; la sua presenza è legata in gran parte ai sistemi agricoli presenti nelle aree limitrofe al sito. Significato della specie in termini di conservazione La riserva ed il SIC/ZPS ad essa connessi presentano aree idonee alla sosta di stormi in fase di migrazione o svernamento. Le vaste colture cerealicole comprese all interno del sito e limitrofe ad esso garantiscono idonei siti di alimentazione. Il numero di individui che sostano risulta essere significativo in rapporto alle popolazioni svernanti nel territorio nazionale. All interno degli stormi di Anser albifrons svernanti, grazie alle attività di monitoraggio, è stata accertata, in anni diversi, la ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 32

ripetuta presenza di esemplari di Anser erythropus e Branta ruficollis, specie di all. I della Direttiva Uccelli un tempo date come solamente accidentali per l Italia e che potrebbero in prospettiva meritare la definizione di regolarmente svernanti (w.reg.). Significato della specie in termini turistico economici L oca lombardella è specie contattabile dai fruitori della Riserva, inoltre presentandosi talvolta in stormi consistenti (assieme ad altre oche congeneri) garantisce un colpo d occhio notevole in grado di attrarre anche turisti generici. Eventi specifici finalizzati all osservazione di questi animali organizzati in passato dalla Riserva hanno evidenziato la capacità attrattiva di quest entità. Le oche utilizzano per alimentarsi i campi coltivati inclusi ed adiacenti alla riserva e questo fatto ha indotto a prevedere nel redigendo Piano di Gestione del SIC/ZPS una serie di misure di incentivazione per le arature tardive e le cover crops a cui potranno accedere i conduttori dei fondi. Significato della specie in termini didattici Si tratta di un esempio notevole di una specie proveniente da siti riproduttivi remoti che, dopo essersi estinta recentemente come svernante in Italia, ha ricolonizzato aree umide artificialmente ripristinate e opportunamente gestite. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 33

Circus aeruginosus - Falco di palude Aves Falconiformes Accipitridae Circus aeruginosus (Linnaeus, 1758) M reg, W, B Popolazione nidificante: 1-2 p Il falco di palude è un rapace presente tutto l anno nella riserva, dove si riproduce con una o due coppie. Nel periodo della migrazione primaverile è possibile osservare diversi individui in transito. E stata scelta come specie target in quanto tra i rapaci è una specie facilmente osservabile e riconoscibile anche dai fruitori meno esperti ed al contempo è una specie di elevato interesse conservazionistico che ha manifestato nell area in oggetto e nel territorio regionale un decremento della popolazione nidificante. Significato della specie in termini di conservazione La riserva ed il SIC/ZPS ad essa connessi presentano alcune aree idonee alla nidificazione della specie (canneti) e zone di prati e barene che vengono utilizzati per la ricerca del cibo. Le formazioni a canneto appaiono in questi ultimi anni in leggero regresso per varie ragioni e questo potrebbe aver prodotto una contrazione della popolazione nidificante. Sono quindi necessarie opportune indagini sulla presenza della specie e sulla disponibilità di habitat idonei. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 34

Significato della specie in termini turistico economici Il falco di palude come tutti gli uccelli rapaci suscita un certo fascino nei confronti dei fruitori dalla riserva; opportuni interventi che rendano la specie più percepibile (webcam su nido, punti di osservazione nelle aree di caccia) potrebbero favorire l aumento di visitatori. Significato della specie in termini didattici Questa specie risulta idonea a scopi didattici per studenti in grado di utilizzare strumenti ottici (binocoli, canocchiali); la sua presenza nel corso dell anno garantisce sempre buone possibilità di contatto. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 35

Ixobrychus minutus - Tarabusino Aves Ciconiiformes Ardeidae Ixobrychus minutus (Swinhoe, 1873) M reg, B Popolazione nidifcante: 12-16 coppie. Il tarabusino è stato scelto per ragioni prevalentemente conservazionistiche in quanto specie inserita nell Allegato I della direttiva Uccelli ed entità legata agli ambienti di canneto. Considerata la gestione attiva che viene effettuata nel sito nei confronti di questo habitat, il tarabusino si rivela un buon indicatore di integrità dello stesso. Questa specie risulta inoltre presente anche in altri siti inclusi nel presente progetto. Significato della specie in termini di conservazione La riserva ed il SIC/ZPS ad essa connessi presentano alcune aree idonee alla nidificazione della specie (canneti). Le formazioni a canneto appaiono in questi ultimi anni in leggero regresso per varie ragioni e questo potrebbe aver prodotto una contrazione della popolazione nidificante. Sono quindi necessarie opportune indagini sulla presenza della specie e sulla disponibilità di habitat idonei. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 36

Significato della specie in termini turistico economici Opportuni interventi che rendano la specie più percepibile (webcam su nido, punti di osservazione nelle aree di caccia) potrebbero favorire la conoscenza della specie e l interesse del turista nei confronti della stessa. Significato della specie in termini didattici L osservazione della specie anche da siti anche molto frequentati dai visitatori (grazie ai punti di osservazione attrezzati) consente di evidenziare l importanza ecologica dei habitat altrimenti poco attrattivi (e spesso considerati perciò di scarso pregio) quali i canneti, che invece ospitano parecchie specie di rilevanza comunitaria.. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 37

Himantopus himantopus - Cavaliere d Italia Aves Charadriformes Recurvirostridae Himantopus himantopus (Linnaeus, 1758) M reg, B Popolazione nidificante: 10-20 p Il cavaliere d Italia è stato scelto in quanto nel sito è presente una popolazione riproduttiva di 10-20 coppie; la specie risulta presente anche in altri siti inclusi nel presente progetto, è facilmente visibile e riconoscibile anche da parte di osservatori non particolarmente esperti. Significato della specie in termini di conservazione Nell area in oggetto è presente un importante nucleo riproduttivo di questa specie inserita nell Allegato I della Direttiva Uccelli particolarmente legate alle paludi eutrofiche, poco profonde e povere di vegetazione. Nidifica in aree ex agricole che sono stato in passato oggetto di interventi di ripristino ed è quindi un buon indicatore dell efficacia di questo tipo di interventi. Significato della specie in termini turistico economici Il cavaliere d Italia è specie dall aspetto notevole e vistoso, perciò facilmente contattabile e facilmente riconoscibile dai fruitori della Riserva: è quindi una specie che riesce a soddisfare il visitatore medio. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 38

Significato della specie in termini didattici La facilità di osservazione e la relativa confidenza degli individui che si riproducono all interno dei ripristini creati all Isola della Cona permettono di utilizzare questa specie a fini didattici con una certa efficacia. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 39

Grus grus - Gru Aves Gruiformi Gruidi Grus grus (Linnaeus, 1758) M reg, W irr Popolazione svernate: fino a 150 indd. La gru è stata scelta in quanto nel sito compaiono, nei mesi autunnali ed all inizio della primavera, significativi contingenti in migrazione; occasionalmente la specie ha svernato nel sito anche con stormi consistenti (50 individui circa). La gru risulta presente anche in altri siti inclusi nel progetto, e i grossi stormi sono facilmente visibili anche da parte di osservatori non particolarmente esperti; la sua presenza è legata in gran parte ai sistemi agricoli presenti nelle aree limitrofe al sito ed alle zone di barena e piana di marea, oltre che alla presenza di ampie zone di restauro ambientale che sono spesso utilizzate dai grandi stormi di uccelli quali siti preferenziali di riposo notturno (roost). Significato della specie in termini di conservazione La riserva ed il SIC/ZPS ad essa connessi presentano aree idonee alla sosta di stormi in fase di migrazione o svernamento. Le vaste colture cerealicole comprese all interno del sito, in particolare in ambito golenale, garantiscono idonei siti di alimentazione. Si tratta di una specie estinta come nidificante in Italia nell area alto-adriatica nei primi decenni del secolo XX che potrebbe teoricamente ricolonizzare antichi siti riproduttivi, anche in conseguenza dell incremento recente a livello europeo. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 40

Significato della specie in termini turistico economici La gru, a causa delle notevoli dimensioni, è specie facilmente contattabile dai fruitori della Riserva, inoltre presentandosi talvolta in stormi consistenti garantisce un colpo d occhio notevole in grado di attrarre anche turisti generici. Le gru utilizzano per alimentarsi, tra l altro, i campi coltivati inclusi ed adiacenti alla riserva e questo fatto ha indotto a prevedere nel redigendo Piano di Gestione del SIC/ZPS una serie di misure di incentivazione per le arature tardive e le cover crops a cui potranno accedere i conduttori dei fondi. Significato della specie in termini didattici La gru rappresenta un notevole esempio di specie in graduale recupero dopo secoli di declino. La sua presenza è legata alla gestione attenta di zone umide nelle quali si esercita una attenta gestione dell habitat e del disturbo umano.. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 41

Sternula albifrons - Fraticello Aves Charadriformes Laridae Sternula albifrons (Pallas, 1764) M reg, B Popolazione nidifcante: 0-5 coppie. Il fraticello è stato scelto per motivi prettamente conservazionistici; questa specie nidificava un tempo con diverse coppie (fino a 40) nelle isole poste presso la foce dell Isonzo ed attualmente è quasi scomparso come nidificante (analogamente a quanto è accaduto in molte zone del litorale regionale. Per tali ragioni risultano necessari monitoraggi ed interventi finalizzati al nuovo insediamento di colonie riproduttive. Significato della specie in termini di conservazione La riserva ed il SIC/ZPS ad essa connessi presentano aree idonee alla nidificazione della specie interdetti al pubblico accesso, sulle quali agiscono però fattori di pressione non ben chiari. Nella riserva possono essere anche ricreati ambienti artificiali per ospitare la specie. Significato della specie in termini turistico economici Opportuni interventi che rendano la specie più percepibile (webcam su nido, punti di osservazione nelle aree di caccia) potrebbero favorire la conoscenza della specie e l interesse del turista nei confronti della stessa. Potrebbe inoltre essere utilizzata come indicatore di qualità di ambienti litoranei incontaminati ed integri. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 42

Significato della specie in termini didattici Questa specie non risulta essere particolarmente idonea a scopi didattici nell area in oggetto. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 43

Emys orbicularis - Testuggine palustre europea Reptilia Testudines Emidae Emys orbicularis (Linnaeus, 1758) La testuggine palustre è stata scelta per motivi conservazionistici e per finalità didattiche; questa specie infatti risulta essere piuttosto comune nelle zone dei ripristini dell Isola della Cona dove si svolge la maggior parte delle attività didattiche della riserva. Significato della specie in termini di conservazione Nell area in oggetto è presente un importante nucleo riproduttivo di questa specie, inserita nell Allegato II della Direttiva Habitat e particolarmente legate alle paludi poco profonde. In ambito planiziale le popolazioni di quest entità sono fortemente isolate in conseguenza della sparizione degli habitat idonei. In Riserva è presente con popolazioni consistenti in aree ex agricole che sono stato in passato oggetto di interventi di ripristino ed è quindi un buon indicatore dell efficacia di questo tipo di interventi. Significato della specie in termini turistico economici La presenza significativa di quest entità contribuisce alla ricchezza della diversità biologica del sito e per tali ragioni lo rende più interessante anche da un punto di vista prettamente turistico. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 44

Significato della specie in termini didattici Essendo molto comune e facilmente osservabile in modo particolare nei mesi dell anno in cui si svolgono prevalentemente le attività didattiche, quest animale si presta molto bene alle attività anche con i bambini più piccoli. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 45

Triturus carnifex Tritone crestato Amphibia Caudata Salamandridae Triturus carnifex (Laurenti, 1768) Il tritone crestato è stata scelto per motivi conservazionistici e per finalità didattiche; questa specie infatti risulta essere piuttosto comune nelle zone dei ripristini dell Isola della Cona dove si svolge la maggior parte delle attività didattiche della riserva ed in alcuni fossi e depositi d acqua minori in ambito intra ed extra golenale. Significato della specie in termini di conservazione Nell area in oggetto è presente un popolazione significativa di questa specie, inserita nell Allegato II della Direttiva Habitat. In ambito planiziale anche quest entità ha risentito nel tempo della scomparsa degli habitat idonei a seguito degli interventi di bonifica e della razionalizzazione dei processi agricoli. In Riserva è presente con popolazioni consistenti anche dove sono stati effettuati interventi di ripristino ed è quindi un buon indicatore dell efficacia di questo tipo di interventi. Significato della specie in termini turistico economici La presenza significativa di quest entità contribuisce alla ricchezza della diversità biologica del sito e per tali ragioni lo rende più interessante anche da un punto di vista prettamente turistico. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 46

Significato della specie in termini didattici Non essendo facilmente osservabile quest animale non si presta molto bene alle attività didattiche ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 47

Rana latastei - Rana di Lataste Amphibia Anura Ranidae Rana latastei Boulenger, 1878 La rana di Lataste è stata scelta per motivi puramente conservazionistici; questa specie endemica del distretto padano veneto infatti risulta essere piuttosto comune nei boschi planiziali e nei principali boschi golenali presenti nel sito. Significato della specie in termini di conservazione Nell area in oggetto è presente un popolazione significativa di questa specie, inserita nell Allegato II della Direttiva Habitat. In ambito planiziale anche quest entità ha risentito nel tempo della scomparsa degli habitat idonei a seguito della contrazione delle zone boschive, degli interventi di bonifica e della razionalizzazione dei processi agricoli. Significato della specie in termini turistico economici La presenza significativa di quest entità contribuisce alla ricchezza della diversità biologica del sito e per tali ragioni lo rende più interessante anche da un punto di vista prettamente turistico. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 48

Significato della specie in termini didattici Non essendo facilmente osservabile quest animale non si presta molto bene alle attività didattiche ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 49

ELENCO DELLE SPECIE TARGET INDIVIDUATE PER LA RISERVA NATURALE VAL STAGNON L'implementazione del progetto LIFE contribuirà in modo cospicuo alla creazione di un favorevole stato di conservazione degli habitat e delle specie nella Val Stagnon, visto che gli habitat rinnovati ed ampliati, sono rari ed a rischio tanto in Slovenia quanto a livello europeo. Grazie a questa azione sono state poste le condizioni per l'aumento del numero delle specie e delle popolazioni degli uccelli nella riserva, ed anche in questo caso si tratta di specie importanti come già sottolineato tanto in Slovenia quanto a livello europeo. La creazione di uno stato favorevole di conservazione degli habitat e delle specie è anche il fulcro del futuro della riserva, visto che in questo modo la Val Stagnon acquisisce nuovamente la sua piena valenza quale bene naturale e quale area importante nell'ambito della rete europea Natura 2000. Il valore aggiunto che il progetto ha conferito, non si riflette in modo positivo solo sul rinnovo dell habitat bensì anche in altri settori, in particolare nelle attività di promozione e di sensibilizzazione da una parte e nel monitoraggio e nel controllo naturalistico dall altra. Nella scelta delle specie target abbiamo incluso i tipici rappresentanti dei diversi gruppi faunistici per le singole zone ecologiche della riserva naturale di val Stagnon. In primo luogo abbiamo considerato gli obiettivi di sviluppo della riserva, aperta al pubblico, che sono dedicati in particolare a: conservazione delle specie di flora e fauna a rischio, conservazione della biodiversità, relax attivo e formazione dei cittadini, formazione e sensibilizzazione dei bambini e ragazzi in età scolare come anche attività scientifica e di ricerca. Poiché la riserva naturale di Val Stagnon si trova in un ambito urbano, siamo partiti dal punto di vista turistico economico e dai potenziali educativi e di formazione dell'area (oca lombardella, cavaliere d'italia, rana verde). Nella scelta delle specie target ci siamo concentrati anche nella conservazione dello stato di tutela favorevole degli habitat e specie prioritarie (tarabusino, sterna comune, natrice tassellata, testuggine palustre europea, tritone crestato italiano) e nella predisposizione delle linee generali, ovvero dei punti di partenza per la conservazione degli habitat esistenti e la sistemazione di nuovi habitat acquatici partendo dalla fauna delle libellule. L elenco delle specie target della riserva naturale di Val Stagnon: Avifauna: Ixobrychus minutus tarabusino Anser albifrons oca lombardella Himantopus himantopus - cavaliere d'italia Rallus aquaticus - porciglione Sterna hirundo sterna comune ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 50

Rettili: Emys orbicularis testuggine palustre Natrix natrix biscia dal collare Natrix tesselata biscia tassellata Anfibi Triturus carnifex tritone crestato Genere Pelophylax spp. Rane verdi (Fitzinger, 1883) Pelophylax ridibundus rana verde maggiore Pelophylax klepton esculentus rana verde Pelophylax lessonae rana verde minore Insetti Genere Libellula spp - libellule Ixobrychus minutus - Tarabusino Aves Ciconiiformes Ardeidae Ixobrychus minutus (Swinhoe, 1873) M reg, B Popolazione nidificatrice: 10-15 coppie Il tarabusino in Slovenia è una specie di passaggio, raramente nidificatrice. Ritorna dalle zone di svernamento in Aprile; il massimo numero di voli si registra, invece, a Maggio. Rispetto alla Lista rossa dell avifauna nidificatrice il tarabusino è contemplato tra le specie colpite. La stima della popolazione nidificatrice in Slovenia si aggira dalle 40 alle 60 coppie. Abbiamo scelto come specie target il tarabusino in quanto nella riserva naturale di Val Stagnon negli ultimi anni è diventato una delle specie nidificatrici più importanti in Slovenia. Importanza dal punto di vista della conservazione della specie Il tarabusino è una specie ad estremo rischio di estinzione. Per la nidificazione ha bisogno della combinazione di una superficie a canneto sufficientemente grande e delle superfici d'acqua aperte. Il tarabusino popola principalmente le superfici d'acqua, ricche di insetti acquatici, anfibi e pesci, che rappresentano anche la fonte di nutrimento principale. A causa della bonifica e delle costruzioni della Val Stagnon, che hanno avuto luogo nell'area trattata negli Anni '80 del secolo scorso, il tarabusino ha perso numerosi habitat. Dopo il ripristino della riserva naturale, che ha avuto luogo nell'ambito del progetto LIFE, il numero delle coppie di tarabusino ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 51

nidificatrici ha raggiunto il numero odierno che va dalle 10 alle 15. La presenza sul territorio costiero sloveno di questa specie nidificatrice estremamente rara ed a rischio è strettamente legata e dipende dagli habitat idonei alla nidificazione nell'area della riserva naturale di Val Stagnon. Importanza della specie da un punto di vista turistico - economico Il nostro piccolo tarabusino vive nascosto. Con le sue piume a chiazze riesce a nascondersi bene nei canneti. Durante la nidificazione può essere intravisto in volo sull'area dove si trova il suo nido. Per tale motivo da un punto di vista turistico ed economico non ha una valenza particolare. Nell'area della riserva naturale oltre al tarabusino vi sono altre otto specie della stessa famiglia. Con la costruzione del centro informazioni ed altre infrastrutture del parco, per le quali è pianificata la conclusione dei lavori entro il 2014, vorremmo dare maggiore attenzione anche a questo gruppo di uccelli, che nelle sere d'estate può essere osservato in un'occasione di socializzazione sugli alberi della riserva naturale e per la precisione nelle aree di acqua dolce. In questo legame possiamo evidenziare anche i parenti più vicini del tarabusino, la spatola o spatola bianca (Platalea leucorodia) ed il mignattaio (Plegadis falcinellus) che con il suo aspetto "esotico" attirano altresì l'attenzione della maggior parte dei visitatori della riserva. Valore educativo e di formazione della specie Il tarabusino è diventato il simbolo della riserva naturale di Val Stagnon e dell'importanza della conservazione delle zone umide mediterranee. L aumento del numero delle coppie di tarabusino nidificatrici è un buon indicatore che prova il successo delle attività di progetto ed è un esempio modello di buona prassi naturalistica, che ha avuto un impatto positivo sulla politica ambientale nazionale. Anser albifrons - Oca lombardella Aves Anseriformes Anatidae Anser albifrons (Scopoli, 1769) M reg, W Popolazione svernante: 100 600 L'oca lombardella appare in Slovenia regolarmente durante il periodo migratorio e lo svernamento. La sua presenza è più frequente nel periodo invernale nella regione della Stiria, in particolare sul lago di Ormož e negli ultimi anni anche sul lago di Ptuj. Alle volte sulla costa slovena appare anche nelle Saline di Sicciole, dove in piccoli stormi sverna o sorvola l area. Importanza dal punto di vista della conservazione della specie Con il degrado ambientale le oche granaiole, lombardelle e selvatiche (Anser sp.) hanno perso la maggior parte delle aree idonee allo svernamento sulla costa slovena. Dopo il ripristino della Val Stagnon, invece, le oche hanno incominciato nuovamente ad apparire in numero più rilevante. Il numero delle oche ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 52

lombardelle è sensibilmente aumentato nel 2012, quando sui prati umidi della parte dell'area con acqua dolce della riserva hanno svernato più di 500 soggetti della predetta specie. Nel sorvolo dei prati umidi e delle acque trovano delle buone aree dove trovare cibo e soprattutto dei posti sicuri dove trascorrere la notte. Importanza della specie da un punto di vista turistico - economico Durante il periodo della migrazione e dello svernamento i prati palustri e le superfici d'acqua della parte con l'acqua dolce della riserva attirano anche grandi stormi di palmipedi, in particolare oche (Anser sp.) e diverse specie di anatre (Anas sp.), che si cibano prevalentemente di nutrienti vegetali: foglie di piante acquatiche, germogli di erbe, canneti e radici. I prati umidi e palustri rappresentano un'area importante per il reperimento di cibo per numerose specie di caradriformi, che si cibano prevalentemente di invertebrati. Gli stormi più numerosi rappresentano nei mesi invernali anche una vera attrazione per i visitatori della riserva naturale. Valore educativo e formativo derivante dalla specie Vista l agevole possibilità di individuazione ed osservazione da distanze ravvicinate, questo grande e chiassoso volatile attira l'attenzione di numerosi visitatori della riserva. Considerando i gruppi guidati nella riserva alla ricerca dell'oca lombardella è possibile capire l importanza della conservazione dei prati palustri ed umidi ed i metodi di gestione (sfalcio, pascolo, regime idrico ). Rallus aquaticus - Porciglione Aves Gruiformes Rallidae Rallus aquaticus (Linnaeus, 1758) M reg, W, B Popolazione nidificatrice stimata: 10 coppie Il porciglione eurasiatico è una specie presente in Slovenia tutto l anno. Il numero maggiore di porciglioni eurasiatici è stato individuato a Febbraio ed a Novembre, fatto questo probabilmente conseguente allo spostamento degli stessi da e verso aree di svernamento più calde. Nella Lista rossa dell avifauna nidificatrice esso è annoverato tra le specie colpite. Con il gruppo target abbiamo scelto il porciglione eurasiatico al fine di poter individuare con maggiore precisione il numero delle coppie nidificatrici nell'area della riserva naturale. Al contempo vorremmo monitorare la specie durante tutto l'anno, anche nel periodo di migrazione e svernamento. Importanza dal punto di vista della conservazione della specie Il porciglione eurasiatico è una specie che vive sulle sponde ricoperte di vegetazione e ben si adatta ai cambiamenti dell'ambiente. Per poter sopravvivere, ha bisogno di sufficiente vegetazione su tali sponde, ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 53

che gli offrono la copertura necessaria tanto nel periodo di nidificazione quanto durante il sorvolo e svernamento. Dal punto di vista della protezione e degli spazi idonei alla nidificazione e all'alimentazione per il porciglione eurasiatico sono di fondamentale importanza stagni, superfici in rilievo e meandri all interno di canneti più folti. Importanza della specie da un punto di vista turistico economico Da un punto di vista turistico ed economico la specie, visto il tipo di vita ritirata, non è particolarmente interessante. Valore educativo e formativo derivante dalla specie Il porciglione eurasiatico da un punto di vista educativo e formativo è una specie molto interessante visto che i gruppi scolatici possono essere avviati alla conoscenza dei metodi di censimento per accertare la sua presenza e possiamo riferire loro i metodi di valutazione dei risultati. Per poter includere un pubblico più vasto potremmo organizzare anche un censimento di gruppo del porciglione eurasiatico su tutte le aree di progetto contemporaneamente, che potremmo chiamare "Rallus night". Himantopus himantopus - Cavaliere d'italia Aves Charadriformes Recurvirostridae Himantopus himantopus (Linnaeus, 1758) M reg, B Popolazione nidificatrice: 15-20 coppie Il Cavaliere d'italia è un uccello migratore che sverna in Africa centrale. In primavera ritorna da noi e si trattiene sul nostro territorio sino a Settembre. In Slovenia, oltre che nelle Saline di Sicciole, nidifica con regolarità anche nella riserva naturale di Val Stagnon. È annoverato nella Lista rossa dell avifauna nidificatrice tra le specie vulnerabili. Per la specie target abbiamo scelto il Cavaliere d'italia quale nuovo nidificatore della riserva. Nella Val Stagnon ha iniziato a nidificare nel 2007, subito dopo la conclusione delle misure di rinaturalizzazione e bonifica, attuate nell'ambito del progetto LIFE. Da allora, nell area della riserva naturale nidifica con regolarità, il numero delle coppie nidificatrici, invece, di anno in anno aumenta. Importanza dal punto di vista della conservazione della specie Nell'area della riserva dei prati palustri con acqua dolce, il Cavaliere d'italia nidifica o singolarmente o in gruppi più piccoli, con al massimo tre coppie nidificatrici. Nell'area salmastra della riserva naturale nidifica in colonie, spesso anche insieme alla sterna comune. I nidi, a forma di piccoli cumuli, vengono costruiti nelle dirette vicinanze dell'acqua, su isolotti di fango e sabbia, in mezzo alla vegetazione alofita. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 54

Importanza della specie da un punto di vista turistico - economico Questo splendido uccello guada con facilità l'acqua bassa ed immerge il suo lungo e stretto becco nel morbido fondale fangoso, cercando così piccoli invertebrati ed altri piccoli molluschi, dei quali si ciba. Così come molte altre specie di colonie anche il Cavaliere d'italia con giri frenetici, schiamazzi e attacchi vorticosi difende veementemente i suoi nidi contro gli intrusi e i possibili rapaci. La specie è ben riconoscibile ed attira l attenzione dei visitatori della riserva. Valore educativo e formativo derivante dalla specie Con il Cavaliere d'italia possiamo comunicare ai visitatori della riserva ed ai gruppi guidati l'importanza della conservazione delle zone umide mediterranee, spiegando al contempo anche i diversi concetti di formazione ed educazione come ad esempio la migrazione e la nidificazione in colonie. Al contempo questa specie è anche un buon indice di successo delle misure di bonifica e rinaturalizzazione, che abbiamo svolto nell area della riserva naturale nell ambito del progetto LIFE. Sterna hirundo - Sterna comune Aves Charadriformes Laridae Sterna hirundo (Pallas, 1764) M reg, B Popolazione nidificatrice: 20-30 coppie La sterna comune è un uccello migratore, che dalle aree di svernamento lungo le coste dell'africa ritorna nelle nostre aree a fine Marzo. Ancora fino a pochi anni fa nidificava solo nella Slovenia nordoccidentale e nelle Saline di Sicciole. Nella Lista rossa dell avifauna nidificatrice esso è annoverato nella categoria delle specie vulnerabili. Per la specie target abbiamo scelto la sterna comune quale nuovo nidificatore della riserva. Nella Val Stagnon ha iniziato a nidificare nel 2007, subito dopo la conclusione delle misure di rinaturalizzazione e bonifica, attuate nell'ambito del progetto LIFE. Importanza dal punto di vista della conservazione della specie La sterna comune nidifica nella parte semisalmastra della riserva naturale. Le prime sterne comuni iniziano a sostare sulle isolette di fango nella parte centrale della laguna a fine Aprile. A Maggio già formano delle colonie di media grandezza, che contano più di dieci coppie nidificatrici. Nidificano vicino all'acqua, su suoli spogli e fangosi, semi salmastri con poca vegetazione e ricoperti da steli, alle volte invece scelgono come luogo per il nido dei cespugli creatisi dalla Lepidium cartilagineum, cosparso dalle alghe. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 55

Nel passato la sterna comune in Slovenia nidificava su isolotti fluviali di sabbia e ghiaia, che si creavano in seguito alle annuali esondazioni dei fiumi. Dopo la costruzione della centrale idroelettrica questi isolotti si sono ricoperti di vegetazione e di nuovi non se ne creano; in questo modo, stanno sparendo le aree naturali di nidificazione di tale volatile. Per tale motivo il destino della sterna comune in Slovenia dipende, per il futuro, in gran misura dalla gestione e dalla manutenzione delle predette zone. Importanza della specie da un punto di vista turistico - economico La specie è molto interessante per i visitatori per il metodo di nidificazione a colonie. Nel futuro vorremmo posizionare sugli isolotti con i nidi delle webcam, con l aiuto delle quali potremmo osservare la specie direttamente dal centro informazioni. Valore educativo e formativo derivante dalla specie Questa specie è anche un buon indice di successo delle misure di bonifica e rinaturalizzazione, che abbiamo svolto nell area della riserva naturale nell ambito del progetto LIFE. Nel 2011 per le necessità della ricerca delle nidificazioni della sterna comune e del Cavaliere d'italia nell'area della riserva naturale di Val Stagnon abbiamo iniziato a contrassegnare entrambe le specie con degli anelli colorati dotati di codice. Per entrambe le specie abbiamo inanellato gli esemplari utilizzando gli anelli che il coordinatore l'organizzazione International Wader Study Group (IWSG Colour-Marking Register) ha consegnato alla Riserva naturale Val Stagnon. Il risultato rilevato dal contrassegno della sterna comune con gli anelli colorati è eccezionale. Di 62 pulcini della sterna comune, che abbiamo contrassegnato nel 2011 con gli anelli colorati, addirittura 8 soggetti, provenienti dalla riserva naturale Val Stagnon sono stati individuati nella riserva naturale regionale delle foci dell'isonzo. Per la sterna comune è infatti risaputo che sverna lungo le sponde dell Africa occidentale, la migrazione evidentemente ha luogo, invece, attraverso le zone umide italiane, per tale motivo si vuole proseguire anche nel futuro con tale attività di contrassegno. Emys orbicularis Testuggine palustre europea Reptilia Chelonii (Testudines) Emidae Emys orbicularis (Linnaeus, 1758) Questa specie è stata scelta sia per fini didattici che conservazionistici, grazie alle recenti osservazioni di alcuni esemplari tra la primavera e l autunno 2012. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 56

Significato della specie in termini di conservazione La specie è inserita nell Allegato II della Direttiva Habitat e nella categoria LR/nt IUCN. E un indicatore ambientale sensibile e particolarmente legata ad acque stagnanti o debolmente correnti di bassa profondità con vegetazione acquatica; è altresì un vorace predatore ma poco competitivo e maggiormente sensibile alle variazioni di habitat rispetto alla comune Trachemys spp. La sopravvivenza delle popolazioni attuali a livello europeo dipende essenzialmente da due habitat chiave : da un lato zone umide con superfici d acqua aperta e vegetazione rigogliosa, dall altro, nelle loro vicinanze, prati aridi o altri ambienti aridi. Attualmente in riserva, Emys orbicularis e Trachemys spp. coesistono nello Jezerce, piccolo corpo d acqua di risorgiva e salmastra distaccato dal resto della Bonifika. Le recenti osservazioni di Trachemys spp. nella Bonifika hanno fatto ipotizzare un corridoio ecologico di connessione tra le due aree. Di conseguenza, pur aspettandoci di osservare anche qualche individuo di Emys orbicularis assieme a loro, un piano di monitoraggio e di cattura-marcatura-rilascio sarebbe auspicabile. Una vola censita la popolazione, si potrebbe pensare di attuare l eradicazione delle Trachemys spp. seguita da un graduale ripopolamento di Emys orbicularis. La protezione della specie può aver successo prima di tutto attraverso la tutela delle popolazioni esistenti e dei loro habitat. Per questo sono necessari: un chiarimento sulla situazione attuale, un controllo scientifico a lungo termine sulle popolazioni esistenti, la conservazione (e ricostruzione) di habitat idonei, l eradicazione di specie esotiche, un informazione mirata alla collettività e agli addetti ai lavori. Significato della specie in termini turistico economici La presenza di questa specie molto sensibile alle variazioni di habitat contribuisce sicuramente ad un aumento della diversità biologica all interno della riserva e di conseguenza la rende più interessante per un turismo di tipo naturalistico. Significato della specie in termini didattici Vista la notevole difficoltà di osservare la specie in natura, una volta identificate le aree di maggior presenza della specie e installate apposite schermature lungo i sentieri della riserva, essa assumerà un ruolo molto importante e ad elevato impatto emotivo per studenti di tutte le età. Natrix natrix Natrice dal collare Reptilia Serpentes (Ophidia) Colubridae Natrix natrix (Linnaeus, 1758) ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 57

Specie scelta prevalentemente per fini conservazionistici in seguito al graduale declino registrato negli ultimi anni nella riserva. Significato della specie in termini di conservazione La specie è inserita nell Allegato III della Convenzione di Berna. E una specie meno sensibile e più opportunista della natrice tassellata (Natrix tessellata) e con abitudini meno acquatiche; la si trova prevalentemente in zone umide ma anche in boschi asciutti, siepi e prati. Negli ultimi anni, all interno della riserva, si è assistito ad una graduale diminuzione delle specie assieme alla natrice tassellata. Partendo dal fatto che l habitat non è sostanzialmente cambiato in questi anni, i possibili fattori del declino potrebbero essere ricondotti alle variazioni dei parametri chimico-fisici dei corpi idrici, il perdurare dei periodi di piena in prossimità o durante il periodo invernale, marcati sbalzi termici e presenza di predatori ittici di recente immissione. Pertanto il monitoraggio risulta d obbligo per capire i motivi del declino e mettere in atto eventuali misure di conservazione per la specie. Significato della specie in termini turistico economici Grazie alle caratteristiche generaliste della specie, la natrice dal collare può essere delineata come specie ombrello in quanto la sua presenza all interno della riserva probabilmente indica la presenza di altre specie più sensibili. Di fatto, contribuisce anch essa ad un aumento della diversità biologica all interno della riserva e di conseguenza la rende più interessante per un turismo di tipo naturalistico. Significato della specie in termini didattici La specie risulta interessante per le attività didattiche in quanto è forse l unico serpente non molto difficile da osservare negli stagni e di facile cattura e manipolazione. Natrix tessellata Natrice tassellata Reptilia Serpentes (Ophidia) Colubridae Natrix tessellata (Laurenti, 1768) Specie scelta prevalentemente per fini conservazionistici in seguito al graduale declino registrato negli ultimi anni nella riserva. Significato della specie in termini di conservazione La specie è inserita nell Allegato IV della Direttiva Habitat e nell Allegato II della Convenzione di Berna. E una specie più elusiva della natrice dal collare (Natrix natrix) e con abitudini più acquatiche, capace di restare anche per tempi considerevoli in immersione cacciando prevalentemente pesci in acque a lento deflusso. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 58

Negli ultimi anni, all interno della riserva, si è assistito ad una graduale diminuzione delle specie assieme alla natrice dal collare. Partendo dal fatto che l habitat non è sostanzialmente cambiato in questi anni, i possibili fattori del declino potrebbero essere ricondotti alle variazioni dei parametri chimico-fisici dei corpi idrici, il perdurare dei periodi di piena in prossimità o durante il periodo invernale, marcati sbalzi termici e presenza di predatori ittici di recente immissione. Pertanto il monitoraggio risulta d obbligo per capire i motivi del declino e mettere in atto eventuali misure di conservazione per la specie. Significato della specie in termini turistico economici La presenza di questa specie molto sensibile alle variazioni di habitat contribuisce sicuramente ad un aumento della diversità biologica all interno della riserva e di conseguenza la rende più interessante per un turismo di tipo naturalistico. Significato della specie in termini didattici La natrice tassellata risulta interessante per le attività didattiche in quanto non è molto difficile da osservare in prossimità dell estuario del fiume Ara e talvolta in qualche canale lungo i sentieri. Triturus carnifex - Tritone crestato Amphibia Caudata (Urodela) Salamandridae Triturus carnifex (Laurenti, 1768) Questa specie è stata scelta sia per fini didattici che conservazionistici, grazie alle recenti osservazioni di alcuni esemplari nel periodo pre e post-riproduttivo di quest anno. Significato della specie in termini di conservazione La specie è inserita negli Allegati II e IV della Direttiva Habitat e nell Allegato II della Convenzione di Berna. Le principali cause del suo declino sono da ricondurre alla scomparsa degli habitat idonei sia per la riproduzione, sia per i siti di ibernazione. Anche la frammentazione degli habitat crea una notevole barriera per i flussi migratori pre e post-riproduttivi della specie. Le popolazioni della riserva non sono ancora state censite con accuratezza ma la sua apparizione durante quest anno potrebbe indicare che gli interventi di ripristino sono stati effettuati con una certa efficacia. Significato della specie in termini turistico economici La presenza di questa specie molto sensibile alle variazioni di habitat contribuisce sicuramente ad un aumento della diversità biologica all interno della riserva e di conseguenza la rende più interessante per un turismo di tipo naturalistico. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 59

Significato della specie in termini didattici Il tritone crestato è un animale elusivo che, come la maggior parte degli anfibi è più facilmente osservabile durante la notte ma di non così difficile reperimento anche durante il giorno. Per questa sua caratteristica, risulta interessante anche per fini didattici inerenti l ecologia degli stagni. Genere Pelophylax spp. Rane verdi (Fitzinger, 1883) Amphibia Anura Ranidae Pelophylax ridibundus (Pallas, 1771) Rana verde maggiore Amphibia Anura Ranidae Pelophylax klepton esculentus (Linnaeus, 1758) Rana esculenta Amphibia Anura Ranidae Pelophylax lessonae (Camerano, 1882) Rana verde di Lessona Questo genere è stato scelto sia per fini didattici che conservazionistici. Significato della specie in termini di conservazione La rana verde maggiore è una specie strettamente acquatica, inserita nell Allegato V della Direttiva Habitat e nell Allegato III della Convenzione di Berna. La rana esculenta è un ibrido ben adattato a tutti gli ambienti intermedi, spesso quelli particolarmente mutevoli generati dalle molteplici attività dell uomo; inserita solamente nell Allegato V della Direttiva Habitat. La rana verde di Lessona è legata ad habitat freschi e maturi oppure a torbiere e a prati umidi; è inserita nell Allegato IV della direttiva Habitat e nell Allegato III della Convenzione di Berna. Negli ultimi anni, all interno della riserva, si è assistito ad un graduale declino delle rane verdi per cause ancora sconosciute. Le rane verdi possono essere utilizzate per valutare la qualità dei corpi idrici sia lotici che lentici, dove spesso è impossibile applicare altre tecniche di biomonitoraggio. La proporzione esistente fra gli ibridi clèptici (P. klepton esculentus) e le specie genitrici dei diversi sistemi ibridogenetici di una data area rappresenta un indice di qualità ambientale piuttosto preciso, già applicato in diverse realtà ambientali dell Italia appenninica. Una prima determinazione delle diverse specie appartenenti al genere Pelophylax spp. si attuerebbe tramite la valutazione dei parametri biometrici, morfologici e cromatici, per poi essere seguita da un analisi biochimico-genetica come verifica. Significato della specie in termini turistico economici La presenza di tutte tre le specie appartenenti al genere Pelophylax spp. contribuiscono alla biodiversità nonché assumono un importante ruolo di indicatori biologici per il monitoraggio ambientale della riserva. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 60

Significato della specie in termini didattici Le rane verdi sono specie comuni e poco elusive, pur avendo abitudini prevalentemente notturne, si possono facilmente osservare anche durante il giorno. Inoltre, per la loro facile cattura e manipolazione, risultano interessanti anche per fini didattici inerenti l ecologia delle zone umide. Ordine Odonata - Genere Libellula spp Insecta Odonata Coenagrionidae Coenagrion scitulum Insecta Odonata Coenagrionidae Ceriagrion tenellum Insecta Odonata Libellulidae Sympetrum meridionale La presenza delle libellule nell'area della Val Stagnon è stata sottoposta a ricerca nel 2010. Il compito comprendeva il censimento e la visione dello stato presente al momento della fauna delle libellule nell'area della riserva naturale per poi confrontarlo con lo stato rilevato alcuni anni fa (lo stato prima delle misure di bonifica e rinaturalizzazione). Abbiamo scelto come gruppo target le libellule, poiché nell'ambito della tutela della natura, si presentano a due livelli molto importanti: quale soggetto di tutela e quale bioindicatore. Nell ambito di quest ultimo, le libellule, in particolare, nella valutazione naturalistica degli habitat ben si adattano al ruolo del così detto "key groups" ovvero "umbrella groups", in base alle osservazioni dei quali è possibile trarre delle conclusioni sulla biodiversità e sullo stato ovvero sul livello di conservazione di un determinato biotopo. Le nuove esigenze di vita infatti sono abbastanza ben conosciute, inoltre, sono un elemento faunistico ben comprensibile con delle specie facilmente individuabili. La loro sopravvivenza dipende da molto fattori e diverse strutture tanto dall'habitat acquatico quanto da quello terrestre più vasto, fatto questo che significa come una grande diversità delle libellule sia una prova eloquente della conservazione degli habitat acquatici e terrestri più vasti. Per la conservazione degli habitat esistenti e la sistemazione di nuovi habitat acquatici dal punto di vista della fauna delle libellule è di fondamentale importanza la conoscenza delle esigenze biologiche delle singole specie e la numerosità della loro popolazione. Per tale motivo vogliamo proseguire con il monitoraggio dello stato delle specie target della libellula e vogliamo altresì elaborare delle proposte per la manutenzione degli habitat della parte con acqua dolce della riserva naturale e per i punti di partenza generali volti alla sistemazione ottimale degli habitat sostitutivi ovvero delle nuove acque stagne proprio partendo dal punto di vista della fauna delle libellule; queste proposte serviranno anche alla sistemazione e gestione degli habitat sulle altre aree di progetto. Quali specie target di libellule abbiamo scelto la Coenagrion scitulum, la Ceriagrion tenellum e la Sympetrum meridionale, che in base alle ricerche sino ad ora svolte vengono inserite tra le specie di libellule importanti a livello naturalistico della riserva naturale di Val Stagnon. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 61

Importanza dal punto di vista della conservazione della specie Similmente a quanto accade altrove in Europa, anche la fauna delle libellule in Slovenia è fortemente a rischio. Addirittura 40 delle 73 specie di libellule - ovvero il 55% della fauna slovena degli odonati nel 2002 sono state fatte rientrare nel regolamento sulla categorizzazione delle specie vegetali e animali a rischio nella Lista rossa, che ufficialmente, a livello internazionale, suddivide le singole, riconosciute categorie IUCN di rischio. La specie Coenagrion scitulum, che in Slovenia appartiene alle specie a rischio, è stata individuata per la prima volta nella parte di acqua dolce della riserva naturale nel 2010. A Maggio e Giugno è stata regolarmente vista nelle aree marginali, invece, nella parte centrale della palude con acqua dolce è stata solo intravista, anche se per questa specie queste aree sono particolarmente idonee e probabilmente non è stata semplicemente notata. È però interessante vedere come si svilupperà la popolazione della libellula Coenagrion scitulum nella Bonifica di Bertocchi. In Slovenia la Ceriagrion tenellum appartiene alle specie di libellule più a rischio visto che le bonifiche, i regolamenti ed altre attività antropiche nelle zone umide hanno causato quasi l'estinzione della specie. Per il momento, la più importante e stabile popolazione di questa specie è presente sulla costa slovena nei pressi dei laghetti a Fiesa, alcune località importanti invece si trovano anche, sporadicamente, nelle vicinanze di Strugnano. Nel 2010 è stata constatata per la prima volta la presenza di questa specie fortemente a rischio nell'area della riserva naturale, anche se per il momento solo saltuariamente. Per tale motivo possiamo dedurre che la parte della riserva naturale con acqua dolce ha svolto il suo ruolo naturalistico ed ha anche un enorme potenziale nel popolamento odontologico. Le condizioni per l'insediamento e la sopravvivenza della popolazione Ceriagrion tenellum in quest'area sono, evidentemente, almeno in parte idonee. Le ricerche del 2010 hanno dimostrato che la specie Sympetrum meridionale nella parte della riserva naturale con acqua dolce si riproduce con successo, ed essa rappresenta anche al momento l'unica località, dove si è avuta conferma della sua presenza e riproduzione in Slovenia. Molto probabilmente, questa popolazione in forte e costante sviluppo in Val Stagnon avrà un impatto positivo sulla possibilità di un maggiore sviluppo della specie Sympetrum meridionale sulla costa slovena nei prossimi anni e decenni. La Sympetrum meridionale da un punto di vista naturalistico e odonatologico è un importante indicatore del valore e dell'importanza della Val Stagnon. La sistemazione attuale e lo stato della zona umida nella Bonifica di Bertocchi offre delle condizioni favorevoli alla Sympetrum meridionale ed anche per il futuro ci si attende che la popolazione continui a svilupparsi in questa area. Importanza della specie da un punto di vista turistico - economico La riserva naturale di Val Stagnon, grazie al suo principio naturalistico fondamentale, cioè la conservazione degli ambienti semisalmastri e salmastri, con la presenza di una flora, vegetazione e fauna particolare, ovviamente preserva delle specie di avifauna estremamente eterogenee come anche diversificati sono gli habitat, e con la nuova costituita palude con acqua dolce presso la Bonifica di Bertocchi rappresentano un elemento importante ed interessante anche da un punto di vista odonatologico. Per tale motivo è assolutamente opportuno continuare con le ricerche nel settore ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 62

dell'odonatologia proprio in questa zona. La fauna delle libellule, in particolare la rappresentatività delle singole specie, nei prossimi anni sicuramente s'integrerà e si modificherà in modo dinamico, dall altra parte è importante anche ai fini naturalistici ovvero per preservare la specie a rischio monitorare lo sviluppo delle popolazioni e lo stato degli habitat. Valore educativo e formativo della specie L'osservazione delle libellule è semplice, i loro colori, le evoluzioni in volo e la biologia di estremo interesse, invece, interesseranno proprio tutti gli amanti della natura. Per tale motivo è indubbiamente una specie idonea a svolgere il ruolo di uno dei gruppi chiave per la promozione della biodiversità della fauna delle acque stagnanti. Le libellule che sostano vicino allo stagno non vengono disturbate dalla presenza dell'uomo. Gli stagni e gli stretti canali sono come fatti apposta per l'osservazione del comportamento di questi insetti, che si può svolgere a tutti gli effetti proprio dinnanzi ai nostri occhi, e questo conferisce all'escursione nella natura un tocco magico. Con il posizionamento di rami secchi è possibile attirare alcune specie proprio nel luogo da dove la loro osservazione è più agevole. Nel caso delle libellule è possibile osservare con estrema precisione la differenza delle esigenze biologiche dei soggetti adulti delle singole specie e con ciò promuovere in modo pianificato la gestione naturalistica degli habitat. Un grande successo nella creazione delle condizioni biologiche adatte e con ciò anche degli habitat per numerose specie animali e vegetali a rischio può essere rappresentato in modo esplicito anche per mezzo delle libellule, che utilizziamo quale gruppo indicatore. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 63

ELENCO DELLE SPECIE TARGET INDIVIDUATE PER VALLEVECCHIA Anche per quest area si sono scelte specie con finalità prettamente turistiche economiche e didattiche (Anser anser, Anser albifrons), ed altre due che presentano caratteristiche che le rendono valide inoltre per obiettivi di tipo conservazionistico (Emys orbicularis, Circus aeruginosus). Le specie individuate sono quindi le seguenti: Uccelli: Anser anser - Oca selvatica Anser albifrons - Oca lombardella Circus aeruginosus - Falco di palude Rettili: Emys orbicularis - Testuggine palustre europea ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 64

Anser anser - Oca selvatica Anser albifrons - Oca lombardella Aves Anseriformes Anatidae Anser anser (Linnaeus, 1758) M reg, W, B*; Anser albifrons (Scopoli, 1769) M reg, W Popolazione residente Anser anser: 5-10 coppie Popolazione svernante Anser anser: < 50 ess. Seppur non siano presenti stabilmente popolazioni apprezzabili di queste due specie nell area dell azienda, Valle Vecchia si pone in un contesto territoriale che ospita importanti contingenti svernanti (nelle vicine valli da pesca, in particolare in Valle Zignago) che sporadicamente utilizzano anche le zone coltivate a frumento e medica all interno del comprensorio di Valle Vecchia. Si ritiene che attuando idonei interventi di riqualificazione ambientale e una gestione adeguata delle aree coltivate, l area potrebbe diventare un rilevante sito di svernamento per le specie. La presenza di coppie nidificanti di Oca selvatica è comprovata da osservazioni di esemplari estivanti e di pullus, ma si ipotizza che si tratti di pochi casi, con frequenza non regolare. Con i monitoraggi del presente progetto si potrà verificare sia la consistenza del fenomeno sia presenza temporanea di piccoli nuclei svernanti. L Azienda Veneto Agricoltura realizzerà inoltre nei prossimi anni, nell ambito di un progetto LIFE, la realizzazione di una nuova zona umida con funzione di bacino di stoccaggio di acque meteoriche ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 65

che potrà costituire un ambiente idoneo alle oche. Parimenti, verranno modificate alcune usuali pratiche di conduzione delle colture agricole, in modo da attrarre i nuclei in svernamento così da sviluppare, durante il periodo invernale, la frequentazione dell area da parte di visitatori interessati all osservazione della specie, considerate le sue caratteristiche di osservabilità e di interesse da parte del pubblico già ricordate. Significato della specie in termini di conservazione Le oche svernano tipicamente nelle aree delle valli da pesca (dove vengono registrate le maggiori concentrazioni di questi uccelli), ma anche in alcune aree coltivate, normalmente aree di bonifica caratterizzate da appezzamenti di ampia estensione e poco urbanizzate, cioè con caratteristiche ben differenti da quelle di gran parte della pianura, ormai sottoposta al fenomeno dell urbanizzazione diffusa. Gli ambienti adatti per la sosta dei contingenti in svernamento sono le vaste estensioni di colture lasciate a riposo durante l inverno, con presenza di stoppie, oppure di colture erbacee invernali quali le cover crops. Questi territori rivestono una notevole importanza anche per la sosta temporanea, durante la migrazione, di contingenti di oche svernanti in altri territori europei. La possibilità di attrarre i contingenti di oche svernanti sui territori limitrofi entro i confini del comprensorio di Valle Vecchia, ove la caccia è vietata, rappresenta una garanzia di salvaguardia della specie. Significato della specie in termini turistico economici Essendo l oca una specie facilmente osservabile dai visitatori, sviluppare un turismo legato alla presenza di nuclei svernanti nei campi aziendali potrebbe consentire di creare attività turistiche anche nel periodo invernale, complementare a quello estivo in cui la visitazione del territorio di Valle Vecchia è già notevole, a causa dell utilizzo della spiaggia a scopo di balneazione. Significato della specie in termini didattici La facilità di osservazione dei nuclei svernanti potrà permettere di utilizzare questa specie ai fini didattici con una certa efficacia. Per Veneto Agricoltura, è particolarmente importante collegare alla tutela della biodiversità ai principi dell agricoltura sostenibile e in tal senso, l oca selvatica, rappresenta un simbolo di come l agricoltura, con i campi aperti coltivati a frumento e/o foraggera, costituisce un tassello importante del mosaico ambientale del comprensorio. A tal fine si prevede di sviluppare un area tematica riservata alle oche selvatiche nel museo ambientale di Valle Vecchia, visitato da diverse migliaia di studenti nel corso dell anno. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 66

Circus aeruginosus - Falco di palude Aves Falconiformes Accipitridae Circus aeruginosus (Linnaeus, 1758) M reg, W, B* Popolazione residente: 2 coppie Popolazione svernante: 3-6 individui Il falco di palude è presente tutto l anno a Valle Vecchia, anche se la sua nidificazione finora non è stata accertata. I canneti, che rappresentano l habitat tipico per la costruzione del nido, sono in gran parte di recente costituzione, successivi alla realizzazione delle zone umide eseguite dal 1997 al 2003. Un fattore limitante la specie potrebbe essere individuato proprio nella limitata estensione del fragmiteto,rispetto al quale si ipotizzano interventi di ampliamento delle superfici. La specie è stata scelta per la facilità di osservazione degli esemplari in caccia, e per l interesse suscitabile nel pubblico da parte di questo rapace. Significato della specie in termini di conservazione La specie è generalmente associata alla presenza di canneti di discreta dimensione. Nell area frequenta soprattutto gli ambiti dulcaquicoli delle vicine foci di Falconera e Baseleghe e delle valli da pesca. L evoluzione spontanea degli interventi già effettuati a Valle Vecchia, unita a nuovi interventi previsti in altri progetti, potranno permettere l aumento delle coppie nidificanti. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 67

Significato della specie in termini turistico economici Questo rapace suscita in genere interesse da parte dei visitatori, grazie alla facile osservabilità del suo volo durante la caccia; sono ipotizzabili interventi specifici sulla sentieristica e la realizzazione di materiale didattico divulgativo specifico. Significato della specie in termini didattici La specie risulta idonea a scopi didattici per tutto l anno. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 68

Emys orbicularis - Testuggine palustre europea Reptilia Testudines Emidae Emys orbicularis (Linnaeus, 1758) La testuggine palustre è presente a Valle Vecchia con una popolazione di discreta entità; gli interventi recentemente effettuati hanno aumentato le disponibilità di ambienti e quindi la sua diffusione nell area seppure, allo stato attuale, la specie non sia facilmente osservabile da parte dei visitatori con normale preparazione naturalistica, a causa della conformazione degli habitat in cui vive. Significato della specie in termini di conservazione A Valle Vecchia è presente un nucleo vitale di una certa consistenza di questa testuggine, che trova nella fascia costiera ambienti ancora favorevoli alla sua conservazione. Nel resto della pianura le attività antropiche hanno rarefatto la specie, che si rifugia in ambiti naturali relitti spesso di limitata estensione, con popolazioni di limitata consistenza. La testuggine palustre è presente nell allegato II della direttiva Habitat. Significato della specie in termini turistico economici La testuggine palustre è un esempio di flag species, che può riscuotere un certo interesse nel pubblico. è ipotizzabile la valorizzazione della presenza della specie, attraverso interventi sulla sentieristica e in alcuni punti delle zone umide, che la rendano più facilmente osservabile da parte dei visitatori, ad ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 69

esempio attraverso la realizzazione di schermature ed il posizionamento di punti di termoregolazione osservabili, dove attirare gli animali. Significato della specie in termini didattici Questa testuggine si presta bene ad attività di didattica naturalistica, gli interventi citati potrebbero favorire anche queste attività. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 70

ELENCO DELLE SPECIE TARGET INDIVIDUATE PER LA RISERVA INTEGRALE DI BOSCO NORDIO In questo caso sono state identificate tre specie, di cui una (Pelobates fuscus) con finalità prevalentemente conservazionistiche. Mentre Emys orbicularis, come nel caso dell area precedente, è stata scelta per motivazioni sia conservazionistiche che turistico economiche/didattiche, Accipiter nisus è una specie la cui scelta è finalizzata allo sviluppo di attività divulgative e didattiche. L elenco delle specie target della riserva naturale di Bosco Nordio: Uccelli: Accipiter nisus - Sparviere Anfibi: Pelobates fuscus Pelobate fosco italiano Rettili: Emys orbicularis - Testuggine palustre europea ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 71

Accipiter nisus - Sparviere Aves Falconiformes Accipitridae Accipiter nisus (Linnaeus, 1758), SB** Popolazione residente: presente Popolazione nidificante: presente Lo sparviere è presente a Bosco Nordio tutto l anno, probabilmente nidificante; non esistono però dati sul numero di coppie che si riproducono nella Riserva. Più volte esemplari di questa specie sono stati fotografati durante monitoraggi faunistici con foto trappola, e spesso vengono rinvenute le tracce di predazione della specie su altri uccelli ed in particolare, nel periodo invernale, su colombaccio (Columba palumbus). Significato della specie in termini di conservazione Lo sparviere, pur essendo ancora abbastanza diffuso, è legato ad ambienti boschivi, divenuti ormai rari nella pianura pesantemente alterata dalle attività umane. Significato della specie in termini turistico economici I rapaci riscontrano un discreto grado di interesse da parte del pubblico, a causa del loro aspetto e della biologia di questi uccelli predatori. Pur non essendo una specie facilmente osservabile, percorrendo i ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 72

sentieri del bosco si può frequentemente osservare tracce di predazione consistenti in abbondanti spiumate delle prede. La presenza della specie potrebbe inoltre essere documentata attraverso immagini e riprese effettuate con foto trappola all interno della Riserva. Il materiale fotografico potrà essere utilizzato per realizzare uno specifico punto didattico informativo presso il centro visitatori. Significato della specie in termini didattici Anche lo sparviere può essere utilizzato per la didattica naturalistica, considerato anche il suo ruolo di predatore all apice della complessa rete di rapporti trofici esistente nell ecosistema del Bosco. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 73

Pelobates fuscus - Pelobate fosco italiano Amphibia Anura Pelobatidae Pelobates fuscus Laurenti, 1768 Il pelobate fosco è una delle specie di anfibi italiani maggiormente minacciata di estinzione ed è stata oggetto di progetti di conservazione a lei dedicati. La Riserva Naturale Integrale di Bosco Nordio è inserita nel contesto ambientale litoraneo nel quale sono segnalate una serie di popolazioni relitte, in Veneto ed Emilia Romagna, legate agli ambienti con substrato sabbioso delle dune e retro dune costiere. Nella Riserva esiste una popolazione di questa specie all interno di un area recintata, nell ambito di un progetto di reintroduzione che ha permesso di liberare un discreto numero di animali nel resto del territorio del sito. Inoltre sono stati realizzati una serie di interventi, nell ambito di altri progetti comunitari, per favorire l espansione della specie nel sito, ed è in corso di allestimento un impianto destinato all allevamento dei girini in vasche protette fino alla loro metamorfosi. Significato della specie in termini di conservazione Il pelobate fosco è una flag species legata a problematiche di conservazione. La sua estrema rarefazione ne fa un esempio di specie sensibile, fortemente minacciata dalle attività antropiche. In particolare, l introduzione della specie nel sito di Bosco Nordio è un esempio di un attività di conservazione anche utilizzabile ai fini della didattica e della divulgazione. ADRIAWET 2000 IL PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO FAUNISTICO 74