FEDERALBERGHI - TRENTINO



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ANNO XXXV N. 8 AGOSTO 2007 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abbonam. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1, comma 1, DCB Trento Organo ufficiale della FEDERALBERGHI - TRENTINO MENSILE - Direttore Responsabile: Roberto Pallanch Trento - Via Degasperi, 77 - Tel. 0461923666 - Fax 0461923077 www.asat.it - www.trentinowelcome.com - www.docservice.com La nuova risorsa delle vacanze Tutti in ciclabile pag. 16 Il presidente degli impiantisti lamenta le nuove difficoltà pag. 20 Stanziati per Apt e Pro Loco cinque milioni di euro pag. 34 Un gestore di rifugi nel Consiglio dei Giovani Albergatori

NUOVA FORD MONDEO. PURO DESIDERIO. VENDITA: NUOVO E USATO ASSISTENZA RICAMBI TRENTO - Gardolo - Via Bolzano 61 Tel. 0461/957311 TRENTO - Gardolo - Via Bolzano 61 Tel. 0461/957327-328 TRENTO - Gardolo - Via Bolzano 61 Tel. 0461/957331-332 ROVERETO - Loc. Valdiriva - Via S. Giorgio 42 Tel. 0464/432277 ROVERETO - Loc. Valdiriva - Via S. Giorgio 42 Tel. 0464/400274 ROVERETO - Loc. Valdiriva - Via S. Giorgio 42 Tel. 0464/437698 ARCO - Via S. Caterina, 83 Tel. 0464/520069 ***CARROZZERIA*** - Gardolo - Via Bolzano 61 Tel. 0461/957350

In questo numero Tema del mese La bici risorsa turistica pag. 2 Un turista germanico ringrazia pag. 4 Nel cuore della natura pag. 5 Vita associativa Si diversifica l accoglienza pag. 7 Predazzo, la qualità della vita pag. 9 Modificare gli studi di settore pag. 14 Miscellania Metà degli italiani restano a casa pag. 12 È del tutto infondata la fama degli impiantisti foraggiati pag. 16 Oltre 470 piste da sci pag. 18 5 milioni alle Apt e Pro Loco pag. 20 Alberghi, inverno in rosso pag. 47 UniCredit per lo sviluppo del turismo pag. 48 Inserto speciale Le 10 piste ciclabili pagg. 21-28 Giovani La sfida del marchio di qualità pag. 30 A Canazei la festa dei tobiè pag. 31 Riunione direttivo GAT pag. 32 Nel Consiglio un gestore di rifugi pag. 34 Le pagine di DocService Le opportunità di internet pag. 36 Supporto alla creazione del sito pag. 37 Adeguamenti antincendio pag. 38 Le pagine di Asat Servizi Verifiche periodiche messa a terra pag. 44 I dubbi quotidiani pag. 45 Affittasi e vendesi pag. 46 In copertina: Pista ciclabile lungo l Adige. (Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi - ph R. Magrone) Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Degasperi, 77 38100 TRENTO - Tel. 0461 923666 - asat@asat.it Direttore Responsabile: Roberto Pallanch Direttore Editoriale: Alberto Frioli Comitato di Redazione: Christian Armani, Monica Basile, Donatella Bommassar, Claudia Bottamedi, Davide Cardella, Pierantonio Cordella, Carlo Giovanazzi, Laura Licati, Mariarosa Lucchi, Clara Pedrelli, Elisa Resegotti, Michele Viola Foto: Archivio Trentino Spa, Panato, Bernardinatti, Curti, Magrone Poli, Lira Abbonamento annuo: e 40,00 Editore: Associazione Albergatori ed Imprese Turistiche della Provincia di Trento Realizzazione: Litografica Editrice Saturnia - Trento Pubblicità: Antonio Casagranda - cell. 348 3190831 Tel./Fax 0461 827028 - saturnrc@tin.it - mauro@grafart.info Quando privato e pubblico parlano la stessa lingua L Italia è il paese che possiede il record degli adempimenti burocratici: per iniziare un attività servono mediamente 65 passaggi in 18-20 amministrazioni. Viene stimato in circa 90 giorni il tempo che ciascun imprenditore dedica all assolvimento degli adempimenti amministrativi, giorni necessariamente sottratti all esercizio della propria attività. Per questo motivo l Associazione ha sempre sollecitato gli organi politici ed amministrativi competenti, anche attraverso le pagine di questo giornale, ad una semplificazione dei procedimenti ed ad un miglioramento dell efficienza della pubblica amministrazione. Non a pochi era sfuggita la delibera della Giunta Provinciale che recepiva un accordo Stato Regioni con il quale si stabiliva che le imprese alimentari e quindi anche alberghi o e pubblici esercizi dovevano aspettare, dopo aver effettuato la realizzazione o ammodernamenti della propria struttura, 45 giorni dal momento di presentazione della denuncia di inizio attività prima di poter effettivamente lavorare. Questa procedura di fatto bloccava operativamente l imprenditore, che non poteva dare immediatamente inizio alla propria attività con una conseguente penalizzazione organizzativa ed economica. Asat segnalava questa situazione proponendone la modifica. La Giunta Provinciale, su proposta dell Assessore Remo Andreolli, ha accolto questa nostra proposta ed ha modificato l iter autorizzativo e procedurale in caso di denuncia di inizio attività, togliendo il termine dei 45 giorni prima necessario, e consentendo così di poter operare immediatamente dopo la comunicazione all Azienda sanitaria. Questo provvedimento ha chiaramente una duplice valenza positiva: da un lato dimostra che quando pubblico e privato si parlano e, soprattutto, si ascoltano, è possibile arrivare a risultati soddisfacenti anche in tempi brevi. Dall altro dimostra, parafrasando le parole dell Assessore, che una pubblica amministrazione realmente al servizio del cittadino e, aggiungiamo noi dell imprenditore, è quella che lo supporta, liberandolo da adempimenti burocratici obsoleti e superati. A questo punto ci auguriamo solo che la Giunta Provinciale continui con coraggio nella direzione intrapresa dello snellimento e del miglioramento dell efficienza della macchina amministrativa. Questa decisione rappresenta un chiaro esempio di dialogo proficuo tra privato e pubblico. Il Direttore 1

PPier Dal Rì è dirigente generale della Provincia Autonoma di Trento, con incarico specifico alla promozione del lavoro sociale in campo ambientale. Coordina il sostegno a Comuni, associazioni ed enti vari non con contributi in denaro bensì in idee e servizi. Ha avuto, ad esempio, un grande ruolo nell apprezzatissimo allestimento al Castello del Buonconsiglio (e poi all Istituto Ladino di Val di Fassa e quindi a Fai ed Andalo) della mostra promossa da Asat in tutte le scuole trentine di ogni ordine e grado sui temi del turismo visto dai giovani. Tra i settori di attenzione di Pier Dal Rì anche lo sviluppo e la promozione della rete di piste ciclabili sull intero territorio provinciale. Corre sulle piste ciclabili la risorsa turistica futura Foto: Nicola Angeli - PAT Il dirigente della Provincia Pier Dal Rì traccia un bilancio sulle dieci piste fino ad ora realizzate. I passaggi nel 2006 sono stati circa 1milione e nei primi mesi del 2007 si è registrato un aumento del 30%. Sentiamo dall architetto Pier Dal Rì presente e prospettive future delle piste ciclopedonabili. Dal punto di vista turistico cosa portano le ciclabili? Nel target c è dentro un po di tutto: dal ciclista che fa allenamento al residente che ama farsi un giro in bici fuori dal traffico è la minoranza. Ma prevalgono nettamente turisti curiosi del territorio che attraversano. Spesso si mettono in relazione con i contadini oppure con i pescatori visto che numerose ciclabili fiancheggiano sponde di fiumi o torrenti paesaggisticamente suggestivi. La netta maggioranza è costituita da persone che scelgono la vacanza in bicicletta per motivi culturali, in funzione antistress, alla ricerca di dieci giorni di ricarica psicofisica staccando la spina dal ritmo frenetico della quotidianità urbana. Spesso coinvolgendo la famiglia ed i figli. Si tratta, quindi, di un target medio-alto che rifiuta ogni promiscuità con il traffico. Questo turismo non lascia C02, ha bisogno di tutto, durante il giorno si accontenta del pasto frugale ma in genere la sera mangia fuori. Per quanto concerne l ospitalità chiede un posto per dormire, dove potersi muovere anche in tuta. Ciò che più gli preme è la sicurezza per la bicicletta. Qualche cifra sui transiti? Nel 2006 i nostri punti di rilevamento parlano di un milione di passaggi. Nel 2007 abbiamo registrato un aumento, che direi vertiginoso, del 30%. Il bicigrill di Nomi segnala che il 20-30% dei passaggi è costituito da turisti stranieri. 2

Naturalmente non è in tutti i bicigrill così. Il nastro di collegamento con il Garda è quello più ricercato. Le ricerche di mercato dicono che 5 milioni di turisti in Germania e 32 in tutta Europa turisti vorrebbero fare cicloturismo. In genere si muovono in gruppo, sono sempre grandi passa-parola. Partono in treno o in macchina, cercano i parcheggiscambiano dove lasciare l auto e prendere la bici. Opera già qualche linea aerea americana su Bergamo, Verona, Brescia considerati punto di partenza per un avventura di vacanza in bicicletta. I vostri obiettivi oggi? Fare del Trentino non solo territorio di transito ma di intercettazione del cicloturista. Questo in diversi modi. Mettiamo in sistema le varie ciclabili, utilizzando i tre passanti ferroviari che ci attraversano, abbiamo eliminato le pendenze che, secondo i parametri europei non possono superare il 7 per cento, ciascun tratto è testato per i disabili. Rimane qualche strozzatura come il transito dal capoluogo alla Valle dei Laghi verso il Garda. Ma i costi per un transito oltre Bus di Vela e le relative gallerie avrebbe costi enormi. Preferiamo completare e perfezionare le direttrici cicloturistiche esistenti dotandole di servizi e attrattività. Sul piano promozionale stiamo sostituendo la numerazione fredda delle dieci ciclabili attuali con dei nomi evocativi: ad esempio La Via del Brenta per la Valsugana, i sentieri di Carlomagno per la Rendena, Castelli, chiese e mulini per la Val di Sole, stiamo pensando ad un Sentiero dell orso e così via. Dal Ministero ci è stato affidato il target Famiglia. È anche il più difficile perché richiede più protezione. Ma questo è un segnale anche di quanto la nostra rete sia apprezzata e offra delle potenzialità da valorizzare. Non dimentichiamo le salite mitiche che attraggono gli sportivi. Arriveremo all utilizzo di microcip e rilevatori sui percorsi più famosi, come il Bondone, i passi dolomitici che permettano al cicloturista di ricevere poi a casa per web il diploma che lui ha fatto quella salita. Il mondo alberghiero è attrezzato? Vi sono alcuni ottimi esempi d attenzione concreta a questo tipo di ospitalità. Alcuni alberghi comperano un certo numero di biciclette e le mettono a disposizione, in qualche caso, come l Hotel Sorriso di Levico, con applicato un navigatore satellitare. Ma si è ai primi passi, anche perché la sistemazione ideale per il cicloturista sarebbe quel- Foto: Nicola Angeli - PAT 3

Foto: Nicola Angeli - PAT la del motel o di un camper da affittare, collocato, ad esempio, nelle grandi aree lasciate vuote in estate perché parcheggi di servizio agli impianti di risalita invernali. C è chi pensa a veri e propri Bike Hotel, a forme di albergo diffuso, ad una rete di ospitalità convenzionate. Chi, ancora, come nel caso di Caderzone in Val Rendena, offre un chilo di pane al turista che arriva e consegna in Comune le chiavi della macchina e si muove a piedi o in bici. Le idee non mancano In generale si avverte però un ritardo nell incoming, nella costruzione di pacchetti mirati anche da parte delle Agenzie. Si preferisce, ad esempio, far da supporto al Bike Festival, interessante certo ma anche una sorta di colonizzazione da parte dei tedeschi che prendono per quei giorni in affitto il Garda. Attorno alle ciclabili gravita anche la popolazione locale: Naturalmente stiamo attenti a creare attorno al cicloturista un atteggiamento positivo e di accoglienza. Ad esempio rilasciando permessi specifici a contadini che per lavoro debbano utilizzare per brevi tratti le ciclabili. Oppure aprendole ad un uso curativo, ad esempio indicando con appositi cartelli quelle distanze brevi dei 200, 500 metri a piedi o in bici spesso indicate dai medici come sforzo riabilitativo. Chi può muoversi sulla ciclabile in mezzo ad altri si sente anche più protetto nella sua privacy. Un po più complesso, ma affascinante, il progetto di mettere i bambini nelle condizioni di andare a scuola in bicicletta. È ancora in fase di studio. Ma sarebbe fortemente educativo all uso di mezzi di trasporto alternativa nel quadro dell esigenza complessiva di una maggior attenzione da parte di tutti noi alla tutela dell ambiente in cui viviamo. Il plauso e il ringraziamento di un turista germanico Egregio Signore Dal Ri, Scusa il mio Italiano abbastanza approssimativo, però vorrei dire grazie per le meravigliose piste ciclabile nel Trentino. Abbiamo fatto un giro di Germania verso Resia - Merano - Trento - Bassano e è stato un dei piu bei giri che io e tre amici hanno mai fatto. Non abbiamo mai contratto piste piu belle, ne nella Germania ne Francia ne Austria. Però c era una difficolta: non abbiamo trovato l inizio della continuazone della pista dopo Primolano, non c erano avvisi o notizie o mappe. Speriamo che la prossima volta - è certo che ritoneremo! - non sarà più necessario di usare la statale per 4 o 5 chilometri. Ancora una volta Grazie Cordialmente Hans Rudi Nasshan 4

Attualmente sono aperti 303 km di piste mentre altri 40 sono in costruzione. Foto: Nicola Angeli - PAT Sono attivi 4 bicigrill, posti di assistenza e di utili informazioni. Il Ministro Rutelli ha individuato nella rete realizzata in provincia di Trento un modello d ecellenza del cicloturismo familiare. Pedalando si è più vicini al cuore della natura L Italia diventa europea anche in bicicletta. In Austria, Germania, Paesi Bassi la bici è importante mezzo di trasporto di massa, oltre che di relax. In Italia non ancora e ciò pesa sulla qualità dell ambiente, la qualità della vita ed anche sulle opportunità che si possono offrire a potenziali turisti. Il Ministro per i Beni e le Attività culturali con competenza al turismo Francesco Rutelli ha avviato un progetto di marketing per potenziare il turismo in bicicletta, articolato su tre fasi: sviluppo dei servizi specifici, divulgazione della cultura del turismo sostenibile, affermazione di una nuova offerta turistica. Il Ministero ha individuato nella rete di ciclabili realizzata in provincia di Trento un modello d eccellenza cui affidare l obiettivo più ambizioso del progetto, vale a dire il cicloturismo per le famiglie. La Provincia di Trento ha cominciato ad occuparsi di piste ciclabili nel 1988 (Legge 49). Oggi i chilometri sono 400 (tra strade provinciali e comunali), spesso dotate di servizi di avanguardia come aree di sosta attrezzate, aree di interscambio Foto: Nicola Angeli - PAT auto-bici, treno-bici, bicigrill ecc., un sito internet (www.ripristino.provincia.tn.it./piste ciclabili) e la collana Cicloguide del Trentino cui sta aggiungendosi un cartografia su sistemi GPS. Due operatori privati presentano sui mercati turistici del Centro Europa pacchetti appositi ed è in fase elaborativa il progetto Trentino Family Byking Dal Garda alle Dolomiti. In generale i percorsi ciclopedonali sono realizzati con una larghezza massima di 3 metri secondo modalità e con materiale molto attenti al rispetto ambientale. Sono dotati di specifica segnaletica prevista dal Codice stradale arricchita con segnali e tabelle informative con indicazioni di carattere storico, culturale, ambientale dei luoghi attraversati. Ogni percorso è identificato con uno specifico simbolo e colore per un immediato riconoscimento 5

Foto: Nicola Angeli - PAT Cicloturisti e agricoltori La ciclabile attraversa spesso aree agricole. Nei primi tempi il contadino nutriva una certa diffidenza verso il turismo di massa che invadeva la sua area, intralciava certi lavori necessari (ad esempio l irrorazione delle viti). Oggi l atteggiamento è diventato soprattutto di simpatia per il cicloturista visto come amico che rispetta la natura ed il lavoro dell uomo che la organizza, porta valori ambientali, spesso anche reddito distribuito su una pluralità di soggetti privilegiando spesso per l ospitalità l agritur ed interessandosi ai I numeri del cicloturismo trentino 10 piste ciclabili 303 km aperti 40 km in costruzione 3 metri larghezza della pista 90 km la pista più lunga (Valle dell Adige) 11 km La pista più corta (Primiero) 505 metri di dislivello la pista Fiemme e Fassa 4 bicigrill aperti 2 in realizzazione 65 milioni (euro) di investimento economico 7,5 milioni (euro) investimento annuo 8 postazione di rilevazioni dei passaggi 1 milione cicloturisti sulle piste trentine nel 2006 360.000 passaggi sulla pista Valle dei Laghi (più frequentata) 2.976 il picco giornaliero (15/08/06) 10.000 all anno i visitatori del sito prodotti ed ai sapori della tradizione agricola locale. Servizi La diffusione delle ciclabili e del cicloturismo hanno posto il problema di garantire all utente alcuni servizi per la sosta, per consumare il pasto, per riempire le borracce. Nascono nuovi bicigrill per assistere, ristorare, informare, con bar, officina, punto internet ed una gamma di informazioni e contatti per conoscere cosa offre il territorio circostante. Attualmente sono attivi quattro bicigrill a Nomi, Novaledo, Tezze di Grigno e Vigo Rendena. Ne sono previsti altri due a Pellizzano e a Levico Terme. Il business Il nuovo business promette bene. Per svilupparlo servono soprattutto pacchetti personalizzati da parte di chi commercializza la vacanza e l attivazione dei servizi richiesti da questo tipo di turista. 6

La vicepresidente Asat Felicetti analizza le nuove opportunità Agli alberghi si affiancano altri tipi di accoglienza Si sta ampliando nelle forme e nel grado di qualità l offerta trentina dell accoglienza all ospite. L albergo resta il perno ma attorno ad esso hanno preso piede altre opportunità più leggere: dai tradizionali campeggi, rifugi e appartamenti, ai più recenti RTA, garnì, agritur, Bed&Brekfast, fino a quell albergo diffuso di cui proprio in questi tempi si sta ragionando. Come valuta questo fenomeno Maria Emanuela Felicetti, vicepresidente Asat? Positivamente. Alla base del nostro sviluppo turistico sta una sempre maggiore conoscenza del Trentino e la motivazione a sceglierlo come meta di vacanza. L ospite verificherà i diversi tipi di proposta legati alle sue specifiche attese, si fidelizzerà per una ma non rimane chiuso, lui o qualche conoscente interessato tramite la promozione o il passaparola, a sperimentarne anche altre a seconda delle sue Maria Emanuela Felicetti possibilità economiche o del suo gusto culturale di fronte alla vacanza. L albergo non soffre di questa concorrenza? Nessuna formula di offerta turistica, sia nuova o sia tradizionale, può chiudersi aggressivamente nei confronti delle consorelle maggiori o minori. Può pretendere che tutte rispettino gli standard di qualità che devono caratterizzare l immagine turistica complessiva del Trentino, che ognuna risponda alle sue finalità specifiche, ad esempio evitando Centri Benessere in un agritur. Poi però ognuna deve esprimere da se stessa se stessa il dinamismo che le è specifico per proporsi in modo convincente sul mercato. In questa competizione l albergo sconta rigidità di gestione che si riflettono sui costi e sui bilanci aziendali e deve dare una risposta moderna e propositiva. Qualche esempio? È di riconosciuta importanza la capacità di operare intelligentemente sulla formazione dei prezzi, sulla fidelizzazione del cliente, sulle economie di gestione. Certo rispondere operando con la leva dei prezzi bassi può risolvere qualche difficoltà nell immediato ma chiude reali prospettive di continuità qualitativa dell azienda. La maggior flessibilità della Biancheria alberghiera anche personalizzata, tessuti per arredamento, tappeti, scendibagno, coperte, trapunte, tendaggi, produzione piumini DAUNEX Via del Commercio, 8 Centro Commerciale - Trento Tel. 0461 827132 Fax 0461 432051 info@hoteliergallizioli.com www.hoteliergallizioli.com 7

gestione alberghiera va ricercata in altro modo. Sempre partendo dal principio che alcuni capisaldi di qualità e di sicurezza vanno tenuti fermi sia in albergo sia nelle altre forme di ospitalità. Quindi non si possono intaccare al ribasso le prescrizioni comprese nella legge di classifica. Quali aree di intervento individuerebbe? La risposta più frequente data dagli albergatori esprime disagio sugli aspetti burocratici che obbligano ad un continuo inseguimento e recepimento di norme e normine, regole e regolette su aspetti decisamente inessenziali della conduzione alberghiera. La loro rilevanza effettiva è minima ma sono formulate spesso con scarsa precisione, con margini di lettura discrezionale, quasi sempre con un eco repressiva. Ne risente, per lo meno, la possibilità dell albergatore di svolgere con un minimo di serenità il suo lavoro e di dedicarsi alla parte che chiamerei creativa di esso. Un suggestivo scorcio in Val di Fiemme. Non mancano poi prescrizioni sulla sicurezza o sull igiene pensate per situazioni produttive o di servizio diverse molto differenti e trasferite o scaricate di peso sull albergo. Rapporti con il personale? Non mancano precisazioni minuziose su aspetti riguardanti il rapporto con il personale che non aggiungono alcuna effettiva tutela ai nostri collaboratori. La flessibilità del personale di fronte ad un extra, ad un picco di lavoro per una settimana o un giorno, sugli orari o il giorno libero in un attività che non si rapporta a macchine ma al servizio di persone in libertà come sono i turisti sono storici temi di discussione. Par di cogliere, ultimamente, nelle organizzazioni sindacali una certa apertura, la capacità di dare al confronto modalità meno conflittuali. Il contenimento dei costi? Naturalmente una leva è quella di agire sui costi degli acquisti. Su questo terreno l Associazione ed anche il singolo albergatore hanno sperimentato e sperimentano tutte le strade possibili: dal risparmio energetico in tutte le sue modulazioni (ed il C.A.P.E. è un classico esempio) al risparmio idrico, alle forme di acquisti consortili, terreno complesso su cui pare stia muovendosi con bravura la Gestor. Si parla a volte di una flessibilità non solo difensiva, ma propositiva. In effetti flessibile verso l alto dovrebbe diventare anche il concetto di qualità in albergo, quindi non per abbassare ma per valorizzarne l effettivo livello di offerta. Esso va apprezzato sulla base dei parametri contemplati dalla legge ma anche guardando all estensione dei servizi offerti in più ed oltre la legge. L obiettivo del marchio di qualità merita di essere tenuto sempre presente. A mio avviso potrebbe risultare efficace un tavolo della qualità dove rappresentanti della categoria si trovano ogni anno o sei mesi e aggiornano sull evoluzione dei gusti e delle attese rilevata nel contatto quotidiano con l ospite (che ora vuole internet, ora il wireless). Alla struttura alberghiera verrebbe in tal modo riconosciuto il dinamismo per sfuggire alla ripetitività dell offerta. A volte (o spesso) assessori o funzionari non appaiono tempestivamente informati o pronti ad intervenire. Almeno è indubbia la loro disponibilità verso idee e proposte concrete che arrivino dagli albergatori e dalla Associazione, ci sono gli spazi per dare noi delle idee prima di lamentarci delle regole. Si tratta di occuparli con tempestività ed intelligenza. 8

Il rapporto tra turismo e ambiente I Confronto non sempre facile tra operatori e amministratori pubblici Maria Emanuela Felicetti, albergatrice di Predazzo, unisce da qualche anno un intensa collaborazione associativa che l ha vista presidente del Gruppo Giovani, componente di Giunta ed oggi vicepresidente di Asat, all impegno di assessore al Turismo e commercio nel comune natale. È quindi guida esperta sul terreno dei rapporti tra un ente locale e l impresa turistica, scheggia ruvida e tagliente nel più ampio quadro del confronto tra pubblico e privato, imprenditoria e regole istituzionali. Il giudizio secondo il quale un amministrazione locale è meno sensibile di quanto l imprenditore si aspetterebbe è in genere fondato, ovviamente con le sue eccezioni. In Comuni come Canazei, Pinzolo-Campiglio, Riva del Garda, Levico o in Primiero dove l economia turistica è predominante ed interessa direttamente la maggior parte della popolazione si crea una sollecitazione reciproca da parte Intervista a Maria Emanuela Felicetti, albergatrice ed assessore al Turismo e Commercio del Comune di Predazzo. Si dimentica che l indotto turistico è trasversale a tante economie. della comunità ad interessarsi di turismo e degli imprenditori del settore a muoversi anche in una dimensione pubblica. Probabilmente qualche albergatore è presente in giunta o in consiglio ed opera anche come portavoce della categoria. Diversa è invece la situazione nella maggioranza dei Comuni trentini dove il turismo non è attività economica portante ma convive con altre attività di tipo industriale, agricolo, artigianale, commerciale. L ente pubblico deve, per le sue stesse finalità istituzionali, rivolgere uguale attenzione a tutte le attività economiche, oltre a garantire quelle forme di servizi e di tutela sociale cui ha diritto ogni cittadino. Può nascere da qui il rilievo di scarsa sensibilità verso le esigenze del turismo da parte dell ente pubblico. Come si manifesta? Guardando oltre alle grandi scelte urbanistiche o di interventi specifici di carattere edilizio, pur importanti, direi che si riflette soprattutto nella strutturazione leggera del territorio. Penso all arredo urbano nell ottica dell ospite, oppure al sostegno ad iniziative che rendano gradevole il soggiorno dell ospite ma anche ad un orientamento culturale positivo trasmesso alla popolazione verso chi arriva da noi in vacanza capace di evitare forme di antiturismo. 9

Cosa dovrebbe fare, a sua volta, l imprenditore turistico? La scelta di occuparsi o meno della cosa pubblica rimane individuale. In altre zone vicine a noi le associazioni di categoria indicano con una sorta di primarie il candidato di categoria e lo fanno quasi sempre anche eleggere. Questo avviene in Alto Adige che però ha una storia, una tradizione una organizzazione delle attività economiche diversa dalla nostra. Non credo che sia questa per noi la strada. Da tempo però l operatore turistico trentino, l albergatore in particolare, si è accorto che la sua azienda non finisce dove comincia il suolo pubblico. L ospite non vive solo in albergo ma respira nell arco dell intera giornata la qualità ambientale circostante. Ciò che fa star bene il turista è positivo anche per il residente che non vive di turismo? Una volta si diceva così, poi sono emerse situazioni di tipo urbanistico come la viabilità o di tipo residenziale come il costo degli appartamenti che hanno reso più cauti su questa identificazione. Oggi l equilibrio turismo-residenti è più delicato. A Predazzo il bilancio 2007 stanzia per il settore turistico meno del dieci per cento. Come amministratore mi potrebbe andare anche bene, guardando al computo numerico delle aziende alberghiere in paese e a Bellamonte rispetto a quelle artigiane o commerciali. Si dimentica però che l indotto turistico è trasversale a tante economie e la presenza massiccia di ospiti innesta fenomeni culturali che vanno a toccare nel profondo le nostre comunità. Così può avvenire che una società impiantisti-albergatori-commercianti promuova un campo di pattinaggio in piazza ed il Comune rifiuti di concedere gratuitamente la concessione del suolo pubblico o semigratuitamente l energia elettrica. Si pone allora il problema di come far valere le ragioni del turismo rispetto alle esigenze generali della comunità. Penso che vadano cercate proposte che risultino utili alla qualità della vita anche del residente e di conseguenza alla qualità del soggiorno per il turista. L operatore economico dovrebbe sapersi muovere tra i problemi in modo più complessivo, meno strettamente categoriale, avanzando richieste meno frontali, arrivando ai medesimi obiettivi passando attraverso un percorso più aperto alla socialità generale. Capisco che è più facile dirlo che farlo e che in determinate situazioni eventuali margini mediativi si riducono. Non vedo però altra strada per uscire da quella separatezza in cui ci confina spesso l ambiente attorno a noi. Del resto l imprenditore, anche quello turistico, è portatore di competenze ed esperienze specifiche che può mettere a disposizione perché tanti problemi arrivino alla loro sintesi migliore. Non sarebbe questo proprio il compito dell amministratore pubblico? Su tante questioni il confronto con chi è più esperto in questo o quel campo è utile. L amministratore stesso lo cerca perché spesso si trova anche lui a corto di idee. Pensare le cose da soli è a volte necessario, ma sicuramente discuterne prima partendo da punti di vista più dialogati aiuta ad assumere decisioni che alla lunga risultano migliori per tutti. In generale ritengo che l imprenditore turistico abbia ulteriori margini per contribuire attivamente alla vita sociale della comunità in cui opera e dar voce alle esigenze del proprio settore d attività anche senza assumere, se non lo vuole, responsabilità pubbliche dirette. 10

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Da un indagine di Federalberghi evidenziato il momento di crisi Oltre la metà degli italiani non può andare in vacanza C Sì No Non sa ancora Che una improvvisa crisi stesse per abbattersi sui consumi turistici degli italiani, dovuta alle scelte di politica fiscale del Governo, ne eravamo coscienti. Ma non ci saremmo mai aspettati un crollo di questa entità. È l amaro commento del Presidente della Federalberghi e di Confturismo, Bernabò Bocca, I risultati, infatti, che andavamo registrando dall inizio dell anno, ci avevano fin qui fornito indicazioni preoccupanti dovute prima alla scarsità di neve per le settimane bianche, poi al calo del turismo a Pasqua ed infine allo scarso movimento vacanziero dei ponti del 25 aprile e del 1 maggio. Adesso - prosegue Bocca - la probabile perdita di oltre 1 milione di italiani rispetto all estate 2006 e quasi il 51% della popolazione a casa, mette in grave crisi il sistema turismo e ci porta a chiedere al Governo una misura coraggiosa ed innovativa nella politica sociale di questo Paese. Poiché la causa del crollo, -spiega il Presidente di Federalberghi-Confturismo-come risulta inequivocabilmente dall indagine, è tutta dovuta alla mancanza di liquidità delle famiglie (non certo alle tariffe elevate delle strutture turistiche del Bel Paese), liquidità drenata da una manovra economica molto pesante per consentire all Italia di rientrare nei parametri europei, il Governo Prodi, per tentare un recupero in extremis della stagione turistica, dovrebbe concedere un bonus alle famiglie per le spese sostenute e documentate per le vacanze fatte in Italia nel 2007. Dall indagine di Federalberghi si evidenzia che il 51% degli italiani non faranno vacanze estive: una vera e propria emorragia, un milione in meno rispetto alla scorso anno. Se questa previsione dovesse rivelarsi corretta, alla fine della stagione estiva il turismo rischierebbe di perdere una cifra tra i 12 ed i 15 milioni di pernottamenti (determinati dal moltiplicatore del numero di notti medie dormite da chi farà vacanza nel quadrimestre estivo), distribuiti nel seguente modo: quasi il 35% negli alberghi (da 4,2 milioni a 5,25 milioni in meno di pernottamenti), il 14,5% in appartamenti in affitto, il 13% in case di proprietà, il 9,4% in villaggi QUANTI IN VACANZA E QUANTI NO 3,2 2,1 Fonte: Federalberghi-Confturismo/Dinamiche 2006 2007 49,5 47,3 47,3 50,6 turistici, l 8,8% in casa di parenti o amici, il 6,6% in campeggi, il 4,9% in residence e l 1,3% in agriturismo. Quest anno si spenderanno in media, per l intera durata della vacanza estive principale (quantificata in 12 notti complessive), 825 Euro (rispetto ai 935 Euro del 2006, per una flessione dell 11,8%) che determineranno un giro d affari pari a 18,5 miliardi di Euro (rispetto ai 21,9 miliardi di Euro del 2006 per una flessione del 15,5%). Coloro che rimarranno a casa questa estate saranno la maggioranza degli italiani: 23,9 milioni (pari al 50,6% degli italiani), rispetto ai 22,4 milioni dell estate 2006 (quasi il 7% in più). I motivi per i quali così tanti italiani non si muoveranno di casa, saranno dovuti addirittura nel circa 40% dei casi a motivi economici. Il 22,2% enuncia motivi di 12

salute (probabilmente, considerando l elevata percentuale, mascherandoli con i problemi economici), il 14,1% dichiara impegni di lavoro e l 11,8% parla di motivi famigliari. Gli unici dati incoraggianti arrivano dalla scelta geografica delle vacanze estive. L Italia si conferma la meta preferita dalla stragrande maggioranza degli italiani. Infatti il 74,1% (rispetto al 68% del 2006) rimarrà nei confini nazionali ed il 23,8% (rispetto al 28,5% del 2006) sceglierà mete estere. Nella generalità dei casi la vacanza estiva degli italiani sarà consumata in località marine. Il 75,4% preferirà la spiaggia (rispetto al 71% del 2006) con il dettaglio che vede il 68,4% che sceglierà il mare della Penisola o delle due isole maggiori, mentre il 7% (rispetto al 9% del 2006) si riverserà nelle isole minori. Segue in classifica generale la montagna con il 15,3% delle preferenze (rispetto al 13,4% del 2006), e le località d arte con il 2,9% (rispetto al 2,7% del 2006). Crollo nelle località termali dove si attesterà l 1,4% della domanda complessiva italiana, rispetto al 4,7% del 2006. LE REGIONI PIÙ GETTONATE Sarà la Sardegna la regina dell estate 2007. Con il 10,7% di preferenze della quota di mercato di italiani, l isola distanzierà di pochissimo l Emilia Romagna ferma al 10,6% delle preferenze. Seguono la Toscana con il 9,4%, la Puglia con il 9%, la Sicilia con l 8%, la Calabria con il 7,6% ed il Veneto con il 6%. DOVE ALL ESTERO IN VACANZA Dall esame delle tipologie prescelte dagli italiani per le vacanze all estero, assistiamo ad una crescita delle grandi capitali europee (30,7% rispetto al 28,9% del 2006) e ad un drastico calo dei mari tropicali (13,3% rispetto al 24,8% del 2006), a tutto beneficio del viaggio all estero dettato da altri motivi, che vedrà interessati il 33,7% degli italiani rispetto al 28,9% del 2006. LA TENDENZA PER GLI STRANIERI Anche sul fronte estero l estate non si preannuncia positiva, mentre incrementi generalizzati si sono avuti da gennaio a maggio. I tedeschi dovrebbero far registrare un lievissimo incremento. Statunitensi e giapponesi continueranno a fare la differenza nelle principali città d arte italiane. Inglesi e francesi in stagnazione. LE REGIONI PIU GETTONATE Sardegna Emilia Romagna Toscana Puglia Sicilia Calabria Veneto Lig uria Lombard ia Campania Lazio Trentino Alto Adige Marche Abruzzo Valle d'aosta Friuli Venezia Giulia Piemonte Basilicata Molise Umbria Non sa ancora 3,3 2,8 2,4 2,3 1,9 1,9 1,0 0,3-5,3 4,2 4,1 3,6 9,0 8,0 7,6 6,0 5,6 10,7 10,6 9,4 2,3 1,9 10,7 4,2 5,3 10,6 3,3 9,4 6,0 0,0 2,8 3,6 CHECK TURISMO 1,9 2,4 0,3 8,0 4,1 1,0 7,6 9,0 Fonte: Federalberghi-Confturismo/Dinamiche 13

All assise di Confartigianato il Ministro ha ammesso incomprensioni Asat punta a modificare gli amari studi di settore I In modo diplomatico ma chiaro il Ministro per lo sviluppo economico Pierluigi Bersani (nella foto) all Assemblea nazionale di Confartigianato lo ha ammesso: qualcosa sugli studi di settore non è andato, nel senso che si è creata una grave incomprensione tra amministrazione ed imprese. Una constatazione doverosa quanto dovuta a fronte delle fortissime proteste alzatesi da tutte le categorie produttive nei confronti di uno strumento che introducendo indici di normalità economica determina a tavolino il reddito delle imprese e quindi l ammontare delle tasse da versare allo stato. La contestazione da parte del mondo imprenditoriale è sia nel metodo sia nel merito del provvedimento governativo e quindi della Amministrazione finanziaria. Per quanto riguarda il metodo il governo si era impegnato ad un confronto preventivo con le Associazione di categoria, secondo criteri di concertazione. Nel merito la realtà multiforme di situazioni aziendali, di settori economici, di categorie di imprese, di differenze territoriali non omogenee non possono vedersi applicati indici che non tengano conto di questa realtà. I bilanci aziendali non si costruiscono a tavolino, ma nascono da oggettive e difficili condizioni di mercato. Una presunzione di reddito costretta I bilanci aziendali non si costruiscono a tavolino, ma noscono da oggettive e difficili condizioni di mercato. e derivata da parametri ipotetici quanto distanti dai fatti implica la penalizzazione delle attività economiche, l appesantimento del livello di tassazione già a livelli elevatissimi. Con questi criteri molte aziende sono marginalizzate nel mercato, impedite nelle loro attività di crescita e di investimento. Da un punto di vista economico anziché favorire la crescita dell economia la si deprime con provvedimenti dannosi non solo per i bilanci ma che mortificano lo stesso spirito imprenditoriale. Va detto che negli ultimi giorni il governo ha dato la propria disponibilità al confronto e che Senato e Camera hanno approvato un Ordine del giorno e una Risoluzione con i quali si chiede che lo stesso Governo interpreti in maniera sperimentale la norma sulla introduzione degli indicatori di normalità economica. La Giunta Esecutiva dell Associazione albergatori ed imprese turistiche della provincia di Trento si è ovviamente occupata del problema segnalando sia in sede locale sulla stampa, all opinione pubblica e ai politici l insostenibilità di quanto previsto dal Governo. Da un punto di vista tecnico si sta lavorando assieme ai colleghi dell Hgv della Provincia di Bolzano per individuare i punti più controversi all interno della norme sugli studi di settore e proporne la modifica. Anche a livello nazionale Federalberghi si è mossa con decisione sia a livello politico che tecnico segnalando le conseguenze dell applicazione degli studi di settore alle aziende alberghiere e turistiche, individuandone le specificità. A settembre Federalberghi avrà un incontro con l Amministrazione finanziaria al quale arriverà con dati e proposte concrete. In Trentino le Associazioni di categoria hanno indicato all Agenzia delle Entrate i propri rappresentanti nell Osservatorio provinciale per l adeguamento degli studi di settore alle realtà economiche locali, che si auspica possa essere luogo di confronto produttivo sulle modalità di applicazione degli studi di settore nel contesto locale. 14

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Alberto Pedrotti presidente della sezione impianti a fune dell A.N.E.F. fa il punto sulla situazione del settore in Trentino ed avanza alcune ipotesi di lavoro. Gli stakanovisti dell Est Si sta assistendo, e le cifre dell inverno 2006/2007 lo hanno confermato, ad un continuo aumento degli arrivi dall Est europeo. Questi clienti hanno una grande voglia di sciare e infatti passano tutta la giornata, dall apertura alla chiusura degli impianti, sulle piste. Pesano molto anche sull indotto. Ad esempio negli ultimi anni i negozi di noleggio hanno dovuto rinnovare completamente l attrezzatura con prodotti al top in quanto questi clienti sono al proposito molto esigenti. Del tutto infondata la fama degli impiantisti foraggiati I Il dott. Alberto Pedrotti, presidente dell Anef trentina (l associazione degli impiantisti) è stufo dei complimenti caramellosi verso gli impiantisti come salvatori della stagione invernale trentina: E vero oggi ed è stato vero anche in passato. Si calcola che, in stagioni normali, un euro di finanziamento degli impianti avvii un circuito economico di 13 euro. Ma sembra proprio che tali riconoscimenti si traducano poi in tante promesse e mai in una politica concreta a soluzione dei nostri problemi, che sono tanti. A volte si dimentica che lo sci alpino è lo sport per eccellenza che garantisce il turismo invernale. Poi va bene tutto, da servizi complementari, al wellnes, alla gastronomia, agli eventi culturali o sportivi. Ma senza lo sci l economia turistica invernale finisce. Noi da dove cominciamo? L ingresso in Europa ha creato non poche difficoltà al lavoro degli impiantisti. In primo luogo con la creazione dei SIC Alberto Pedrotti (siti di interesse comunitario) e delle ZPS (Zone a protezione speciale). In Trentino i SIC sono 152 e 14 le ZPS e coprono il 24% del territorio provinciale (19,9% in Alto Adige) e l area raddoppia se inseriamo i parchi naturali e le aree protette. Le aree sciabili sono invece lo 0,62. L impatto delle piste sulle zone tutelate è ridotto. Tuttavia lo scarso coordinamento e la lentezza di alcuni uffici provinciali preposti ai controlli ritardano le procedure e disincentivano gli investimenti.. Un altro tasto dolente è il Piano di Utilizzo delle acque pubbliche che oggi riduce in misura insostenibile le risorse idriche disponibili per l innevamento delle piste. In tema impianti, quali interventi urgono, dal vostro punto di vista, nel Trentino sciistico? Non solo dal punto di vista nostro, si badi bene, ma da quello condiviso da tutti gli operatori turistici. Il sistema impiantistico trentino è tra i più evoluti dell arco alpino ed in Europa, quello che presenta gli impianti meno obsoleti. Come interventi nuovi guardiamo alla biposto di Molveno in via di ultimazione, il collegamento Daolasa-Valmastellina con passaggio diretto rotaia-fune, pronto per il prossimo inverno. Invece restano in sospeso da anni e assolutamente da ri- 16

solvere il collegamento S. Martino-Passo Rolle, mentre per la Pinzolo-Campiglio si prospetta una soluzione che è ben lontana dal soddisfare sia le attese dello sciatore sia la logica di un sistema turistico. Sempre caldo il fronte degli ambientalisti. Chiedo solo una cosa. Chi parla più oggi della Val Giumella che pareva la Stalingrado dell ambientalismo alpino, la cittadella ultima perduta dalla quale sarebbe cominciato il crollo totale?. Scottante anche il fronte contributi. E qui torniamo in Europa. Nel 2007 è entrato a regime il limite comunitario di erogazione di contributi pubblici imposto anche alla nostra Provincia. Ne consegue una drastica riduzione degli incentivi per ammodernamento di impianti esistenti o per la realizzazione di nuovi (15% per le micro e piccole imprese quindi quasi tutte e 7,5% per la pochissime altre ). Da noi viene data una interpretazione rigoristica che sembra non valere invece per la Lombardia (vedi la Ponte di Legno-Tamu) o per il Piemonte favorito in questo dalle Olimpiadi. Pensate a proposte alternative? A Bruxelles sono convinti che il Trentino sia ricco, e ad ogni modo non c è un nostro comune con aree sciabili che rientri in quelli svantaggiati. Come impiantisti noi chiediamo l ampliamento delle spese ammissibili a contributo: ad esempio che i costi per l innevamento siano separati da quello dell impiantistica, come anche le voci sui battipista e la sorveglianza sulle piste. Aiuterebbero a compensare i crescenti oneri fissi, quindi a frenare la minore propensione all investimento che ormai si fa strada. Gli impianti aperti in estate Numerosi impianti di risalita restano aperti anche in estate a servizio degli escursionisti. Naturalmente lavorano in perdita e si avvalgono di accordi tra impiantisti, enti locali, APT e categorie economiche, in primo luogo gli albergatori. Passare, come in Francia, la titolarità delle piste agli enti locali? Da noi è impensabile, per le complicazioni burocratiche o le contrapposizioni politiche che ne potrebbero derivare tra i vari Comuni che spesso insistono sulla medesima area sciabile. Meglio che la titolarità delle piste resti in capo al concessionario. Si parla tanto di sicurezza dello sciatore: Per fortuna oltre il 98% degli incidenti avviene tra sciatori. Da parte nostra, in collaborazione con un pool di avvocati abbiamo elaborato un documento per definire in maniera più precisa e meno soggetta ad interpretazioni di parte le responsabilità dell esercente dell impianto. Un tema ancora aperto ma in via di soluzione è quello della assicurazione obbligatoria generalizzata da parte dei gestori degli impianti. A proposito di tassa sul turismo? Come ANEF siamo favorevoli in quanto da tempo versiamo su base volontaria contributi a sostegno delle Aziende di promozione turistica. Aspettiamo però chiarezza sulle moda- 17

lità di calcolo delle aliquote e sull equità in rapporto a tutte le altre categorie. La fama degli impiantisti ricchi, potenti e foraggiati? La realtà è che in Trentino quando si parla di impianti tutti pensano alle 3 o 4 grandi società o consorzi. In realtà solo 5 hanno più di dieci impianti, dieci ne hanno tra sei e nove, 47 ne hanno meno di cinque, quindi sono microimprese per la maggior parte a gestione familiare. Si capisce l importanza che per i loro bilanci riveste il sostegno pubblico anche di fronte agli enormi costi fissi e di gestione. Mi pare che i problemi con cui ci dobbiamo confrontare cancellino l immagine fasulla degli imprenditori funiviari mantenuti dalla Provincia e interessati solo al profitto a scapito dell ambiente. Generano invece un indotto enorme che risulta vitale per tutti gli operatori del turismo: alberghi, negozi, pubblici esercizi, tour operator ecc. Garantita la percorribilità di oltre 470 piste di sci Il sistema sciistico trentino presenta oggi 237 impianti di cui 73 ad ammorsamento automatico, con capacità di trasporto oraria complessiva ed unitaria di 326.044 persone ora e 1.376 p/h. Gli impianti servono 472 piste per circa 600 chilometri, di cui quasi il 90 per cento dotati di innevamento artificiale. Negli ultimi anni si è assistito ad una razionalizzazione degli impianti, calati per numero ma con un forte miglioramento qualitativo ((Nel 1980 gli impianti in Trentino erano 340, cento più di oggi mentre in Alto Adige si hanno ancora 343 impianti). Chiudiamo con qualche cifra dell inverno 2006/2007? Sostanzialmente negativa, quanto mai difficile all inizio, poi migliorata a febbraio-marzo anche non in modo uniforme. Il tempo bello e soleggiato, le poche nevicate significative (non più di quattro o cinque per vallata), i lunghi periodi di temperature elevate, il fenomeno dell inversione termica hanno causato un calo a due cifre nella vendita di tessere giornaliere, soprattutto nel medio e basso Trentino; più contenuta quella di tessere plurigiornaliere dai 2-3 o dai 6-7 giorni. Il numero dei passeggeri nelle quindi aree sciabili considerate in Trentino è calato nel 2006/2007 di circa il 12%. Solo Madonna di Campiglio e Val di Fiemme-Obereggen hanno registrato l apertura massima stagionale di 130 giorni, mentre la media è stata di 115-120 con Impianti a S. Martino di Castrozza 105 nel basso e medio Trentino. Gli incassi lordi hanno fatto registrare un -9,16%, con due soli consorzi funiviari in crescita, vale a dire Fiemme-Obereggen (+4,09) e Tre Valli Moena (+1,9). 18