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ENERGIA Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore dell energia; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto a valori concatenati, ovvero espresso in termini reali (depurato cioè dall inflazione specifica del settore). 1 Il settore produttore e distributore di energia elettrica, gas e acqua calda nell ultimo decennio ha prodotto in media il 2.1 per cento del Pil italiano. La dinamica del valore aggiunto del settore ha mostrato un trend crescente negli ultimi trent anni. La crescita dell attività produttiva si è indebolita solo nella seconda metà degli anni novanta; con il nuovo decennio la dinamica ha ripreso vivacità. Tra il 2001 ed il 2005 la produzione è aumentata del 2.4 per cento all anno, mediamente. Nel periodo successivo, tra il 2006 ed il 2010, il tasso di incremento medio annuo è invece risultato più modesto, pari allo 0.9 per cento. Tale risultato è da attribuire interamente alla contrazione del valore aggiunto osservata nel 2009, pari a 13.5 punti percentuali in un solo anno. Il settore è infatti stato colpito pesantemente dalla crisi. Nonostante parte dell energia prodotta sia destinata ai consumi domestici o al settore terziario, una quota non trascurabile rappresenta invece un fattore di produzione dell attività industriale. La pesante caduta nei livelli produttivi dell industria manifatturiera ha avuto come effetto la contrazione della domanda energetica, non stoccabile e quindi immediatamente reattiva. In prospettiva, la produzione è prevista proseguire lungo il trend evidenziato negli ultimi anni, data anche la crescente intensità energetica di consumi e servizi e la ripresa, in media, dell industria. In media, nel periodo tra il 2011 ed il 2015 il valore 1 Il valore aggiunto è definito, per ogni impresa, come la differenza tra il valore della sua produzione e il valore dei beni intermedi utilizzati. La somma dei valori aggiunti per le imprese operanti in un determinato comparto produttivo rappresenta il valore aggiunto settoriale. Mediante la tecnica del concatenamento, utilizzata nella contabilità nazionale a partire dal 2005, si è introdotta un indicatore delle variazioni di volume che non tenga conto solo dei valori assunti in due momenti precisi (l anno corrente e quello base), ma che sia in grado di incorporare l andamento complessivo del fenomeno nell intervallo di tempo considerato. 1

aggiunto del settore dell energia è previsto aumentare ad un tasso dell 1.1 per cento all anno. Valore Aggiunto (*) Variazioni % annue 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0 93 96 99 02 05 08 11 14 (*) A prezzi costanti La produttività del lavoro 2 è un altra variabile di rilievo al fine di cogliere le tendenze di ciascun settore dell economia. La dinamica della produttività nell ultimo ventennio ha mostrato un trend decisamente positivo per tutti gli anni novanta. I guadagni nella produttività del lavoro che caratterizzano il settore sono stati permessi dal costante processo di contrazione della forza lavoro impiegata, che riflette la ristrutturazione del sistema produttivo innescata dalle liberalizzazioni del settore delle utilities iniziate negli anni novanta. Nella seconda metà degli anni duemila, invece, la tendenza crescente si è interrotta. Se nel periodo tra il 2001 ed il 2005 il tasso medio annuo di incremento è stato del 4.4 per cento, in quello successivo (tra il 2006 e il 2010), è sceso all 1.2 per cento. Ha indubbiamente pesato la crisi, che ha comportato una correzione congiunturale della produttività, dovuta al labour hoarding, nel 2009. La contrazione dell attività è stato quasi interamente assorbito da un impiego meno intensivo della manodopera, e nel 2010 si è osservato un rimbalzo che ha parzialmente compensato gli squilibri. 2 La produttività del lavoro è misurata dal valore aggiunto per unità di lavoro. Incrementi di produttività permettono di conseguire determinati livelli produttivi con un minor fabbisogno di lavoro. In altre parole, la produttività aumenta se l occupazione cresce a ritmi inferiori a quelli del prodotto. 2

In prospettiva, la produttività del settore è prevista continuare ad evidenziare l andamento sostanzialmente stabile che si era evidenziato negli anni precedenti la crisi. Tra il 2011 ed il 2015 la produttività del lavoro nel settore dell energia è prevista variare ad un tasso medio annuo dello 0.1 per cento. Produttività del lavoro Livello, 1980=1 2,2 2,0 1,8 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 80 85 90 95 00 05 10 15 Nel terzo grafico si confronta l andamento dell occupazione con quello degli equivalenti a tempo pieno, ovvero le unità di lavoro 3. Come già accennato, il graduale ridimensionamento del ruolo del settore pubblico e lo stimolo indotto dall introduzione delle liberalizzazioni hanno spinto le imprese del comparto a realizzare una progressiva riorganizzazione del processo produttivo. Sulla continua caduta dei livelli occupazionali, che nel 1990 erano pari a oltre 182 mila addetti, hanno inoltre influito le scelte dell ex-operatore pubblico, l Enel, che deteneva un ruolo predominante nel settore. Tra il 1996 e il 2000 il numero di occupati è sceso di 21 mila addetti, ad un tasso medio annuo del 2.7 per cento. Sebbene nei periodi successivi la flessione sia risultata meno intensa, il trend di medio termine si è mantenuto negativo. Tra il 2001 ed il 2005 l occupazione si è ridotta a ritmi dell 1.8 per cento all anno, in media; tra il 2006 ed il 2010 i ritmi di riduzione si sono ulteriormente attenuati, pari allo 0.4 per cento all anno. 3 L unità di lavoro rappresenta la quantità di lavoro prestata da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o che svolgono un doppio lavoro, al netto della Cassa Integrazione. Le unità di lavoro sono dunque utilizzate come unità di misura del 3

Probabilmente, come evidenziato anche dall evoluzione della produttività, la lunga fase di ridimensionamento dei livelli occupazionali si è conclusa. Il settore, uno dei pochi settori industriali ad aver evidenziato una dinamica crescente dell attività negli ultimi decenni (ad eccezione dell episodio del 2009), ha smesso di recuperare in produttività anche perché ne sono venuti meno gli stimoli, che per altri settori possono provenire dalla concorrenza dall estero e tradurrà quindi il futuro sviluppo in un aumento dell occupazione. Nel medio termine, pertanto, l occupazione nel settore energetico è prevista crescere dell 1 per cento in media all anno; nel 2015 la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore sarà pari a quasi 6 mila 600 addetti. Occupati totali - Unità di lavoro Livello, migliaia 190 180 170 160 150 140 130 120 110 Unità di lavoro Occupati totali 100 80 85 90 95 00 05 10 15 L andamento degli aggregati professionali al 2015 La tabella che segue distribuisce la previsione dell occupazione al 2015 per i Grandi Gruppi professionali della Classificazione delle Professioni ISTAT CP 2001. volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi; con tale misura si tiene conto delle variazioni dell orario di lavoro. 4

L'occupazione al 2010 e le previsioni al 2015 GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI*** Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali ad elevata specializzazione Tecnici Professioni amministrative e di ufficio Professioni relative alle vendite ed ai servizi alle famiglie Artigiani, agricoltori e operai specializzati Conduttori di macchinari e impianti Professioni non qualificate Numero occupati Variazione 2010* 2015** 2010-2015** 3.307 3.476 169 6.797 6.970 173 40.709 42.226 1.517 31.177 34.866 3.688 4.455 5.255 800 25.003 24.678-325 13.096 13.997 901 4.056 3.725-331 Totale occupazione 128.600 135.193 6.593 *Dati riproporzionati sui valori di Contabilità Nazionale **Previsioni ISFOL-IRS basate su proiezioni metodo dei coefficienti fissi e metodo delle variazioni sempice (media ponderata ***Si riportano i grandi gruppi professionali rlevanti per il settore Fonte: elaborazioni ISFOL-IRS su microdati Istat Forze di Lavoro e previsioni ISFOL-REF 5