Welfare, crescita ed occupazione Relazione di Luca Beltrame7 Dipar9mento di Economia Università di Genova Genova, 28 Maggio 2015
Premessa Lavoro realizzato con Massimo Baldini (Università di Modena e Reggio Emilia) e Gabriele Cardullo (Università di Genova) Lavoro con9ene: Una rassegna cri9ca leleratura economica circa relazione tra welfare e crescita economica Un analisi del contributo del welfare al Pil riferito alla sanità in Liguria ed alla spesa sociale dei comuni italiani. La descrizione ed il commento di una recente sperimentazione in tema di assistenza agli anziani fragili aluata in Liguria. Una fotografia dell indennità di accompagnamento e due simulazioni rela9ve a due differen9 ipotesi di riforma Una fotografia della diffusione della povertà per classi di età in Italia.
Questa presentazione Si concentra su: estrema sintesi rassegna leleratura economica par9 più innova9ve analisi legate all alualità del diba7to di poli9ca economica.
Welfare e? Fine ul9mo del welfare non è la crescita del PIL ma la massimizzazione del benessere è l esistenza di un rapporto di causalità tra estensione del welfare e crescita economica non è condizione necessaria per desiderabilità stato sociale. Ma è importante indagare sulla relazione tra welfare e crescita perché: nel caso di una relazione nega9va il welfare è un lusso che un paese paga in termini di crescita del reddito e dell occupazione; Se invece la relazione tra welfare e crescita fosse posi9va è complementarietà tra crescita economica e welfare che sarebbe allora un falore produ7vo una condizione facilitante (Lisbona, 2000)
Globalizzazione e welfare: 2 canali Concorrenza paesi a basso costo del lavoroè per salvare pos9 di lavoro i paesi ricchi costre7 a tagliare cos9 produzione (tra cui contribu9 e imposte che finanziano i servizi sociali). FaLori produ7vi possono muoversi tra sta9 è sempre più difficile raccogliere ge7to senza provocare fuga delle basi imponibili (K e L). Se si accela l idea che welfare riduce compe99vità è race to the bo-om nei livelli di protezione dei paesi ricchi.
Più disuguaglianza e meno welfare? Disuguaglianza aumentata in quasi tu7 i paesi considera9: in alo tendenze di lungo periodo che favoriscono maggiore disuguaglianza dei reddi9 MA nella maggioranza paesi è aumentato anche impalo redistribu9vo dei sistemi di tax- benefit. Nessuna tendenza al ridimensionamento della spesa sociale sul PIL.
Spesa sociale pubblica in % PIL 1980-2013 Spesa sociale pubblica (% PIL) 35 30 25 20 15 10 5 0 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2009 Anni 2010 2011 2012 2013 Italia Francia Germania Regno Unito Stati Uniti Media OECD
Welfare: effe7 nega9vi sulla crescita tassazione (Alesina e Pero7) incen9vi a comportamen9 opportunis9ci (Lindbeck) secchio bucato : cos9 amministra9vi della redistribuzione (Okun) riduzione della propensione a risparmiare e inves9re.
Welfare: effe7 posi9vi sulla crescita Protezione efficiente da rischi disoccupazione, mala7a, vecchiaia Riduzione fluluazioni economiche: stabilizzatore automa9co Aumento capitale umano (++ istruzione e sanità) Promuove le a7vità rischiose: rete di protezione è incen9va rischio imprenditoriale distribuzione più equa della ricchezza e del reddito è autofinanziamento di a7vità imprenditoriali (merca9 finanziari imperfe7) Aumento del consumo aggregato (riduzione risparmio precauzionale) Minori resistenze al cambiamento nella strulura produ7va: rete di protezione ai lavoratori coinvol9 in processi di ristrulurazione; Pos9 di lavoro nei selori che producono servizi alla persona
Studi empirici Pressione fiscale media di ciascun paese Ocse non mostra correlazione significa9va con tasso medio di crescita del Pil pro capite: molte analisi econometriche ma nessuna conclusione condivisa. Le tasse più favorevoli per la crescita, nell ordine: tasse sulla proprietà, imposte sul consumo, imposte sui reddi9 da lavoro, imposte sui reddi9 da capitale Alcuni studi empirici trovano relazione nega9va tra welfare state e crescita, altri relazione posi9va. La maggioranza: legame non sta9s9camente significa9vo. è le tante verifiche empiriche non mostrano in modo decisivo alcun trade off tra equità ed efficienza; ma non c è neppure prova conclusiva di complementarietà.
Il contributo al Pil Pur con le necessarie cautele associate ai limi9 della procedura adolata (ed evidenzia9 nello studio): contributo della sanità pubblica al Pil ligure ordine del 7%. Contributo della spesa sociale dei comuni al Pil è molto diverso tra le diverse regioni: si passa da un minimo dello 0,22% in Calabria ad un massimo dell 1,16% in Toscana (media nazionale 0,62%).
In Liguria un programma interessante Pronto soccorso: personale sanitario segnala al Nucleo assistenza tutelare temporanea (NATT) la presenza di una persona ricoverata nelle ul9me 48 ore in condizione di fragilità (nessun vincolo di età): almeno un precedente ricovero negli ul9mi 60 giorni; codice del pronto soccorso di colore bianco, verde, giallo: sospela malnutrizione; stato confusionale; ulcere o lesioni da pressioni; igiene personale scadente; paziente non accompagnato da paren9 o caregivers Il NATT (composto da personale del Comune e della ASL) valuta e definisce un fabbisogno orario di assistenza a domicilio (6 ore giornaliere; 12 ore giornaliere; convivenza). Il NATT contala il soggelo imprenditoriale (scelto tramite gara con evidenza pubblica) del distrelo sociosanitario di appartenenza ed eroga un mese di prestazioni gratuite ( propone alla persona/famiglia la scelta tra due o tre assisten9 domiciliari). Persona fragile/famiglia sceglie l assistente domiciliare; eventuali sos9tuzioni dell assistente dovute a mala7a o vacanza sono organizza9 dal soggelo imprenditoriale. Il primo mese di assistenza è a carico del soggelo imprenditoriale, finanziato a sua volta dal distrelo sociosanitario. Tale soggelo di intermediazione può tralenere un valore non superiore al 12% del costo medio totale des9nato al pagamento delle assisten9 familiari. La famiglia può con9nuare ad usufruire con risorse proprie dei servizi.
Obie7vi del progelo Fornire alle persone più in difficoltà un sostegno nella fase più difficile che segue un ricovero e richiede un reinserimento nella casa di abitazione. Fornire un servizio qualificato professionalmente e garan9to 7 giorni su 7 (con sos9tuzioni in caso di mala7a e ferie). Favorire l emersione del lavoro di cura assicurando anche alle lavoratrici ed ai lavoratori del selore condizioni lavora9ve e remunerazioni dignitose. Fornire alle famiglie che decidano liberamente di proseguire ad avvalersi del lavoro di cura (pagando con risorse proprie servizi) alcuni servizi accessori quali il conteggio dei contribu9 da pagare e la sos9tuzione in caso di mala7a.
Presto per un bilancio ma: riduzione dei ricoveri sarebbe dell ordine di 3 o 4 giorni in media per ogni caso. Tenendo conto del costo giornaliero di un ricovero si o7ene 15% del costo del programma. A ciò si dovrebbe aggiungere il recupero di ge7to contribu9vo sulle badan9 che sono assunte in regola. Al pubblico spela l individuazione del bisogno ed il sostengo monetario temporaneo. Al privato il compito di fornire il servizio (le assisten9 domiciliari) e di allineare la domanda di cura con l offerta. Effe7 posi9vi in termini di emersione dal lavoro nero.. Cri9cità: modifiche delle aspela9ve e comportamen9 opportunis9ci? i criteri di definizione della fragilità sono discu9bili: manca ogni riferimento ogge7vo alla condizione economica (Isee o reddito).
Quota di percelori dell indennità di accompagnamento per classe di età e area 20,0% 18,0% 16,0% 14,0% 12,0% 10,0% 8,0% NordOvest Nordest centro sud isole 6,0% 4,0% 2,0% 0,0% 16-39 40-49 50-59 60-69 >=70
Beneficiari dell indennità di accompagnamento, per età ed area geografica di residenza
% famiglie con almeno un componente con indennità, per decili familiari di Isee 35,0% 30,0% 25,0% 20,0% tule le famiglie 15,0% 10,0% famiglie con capofamiglia >=65 anni 5,0% 0,0% 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Distribuzione,dei,percettori,di,indennità,per,reddito,individuale,e,reddito,familiare:,!! Reddito!individuale:!!! Reddito! familiare:!!!! <45mila! <30mila! >30mila! 75,5%! 4,5%!! 80,0%! >45mila! 16,4%! 3,6%! 20,0%! 91,9%! 8,1%! 100,0%!!
In defini9va In media, per le famiglie che ricevono l indennità di accompagnamento, essa rappresenta 20% del reddito disponibile monetario, e il 17% del reddito disponibile (comprensivo dell affilo imputato su immobili di proprietà. Nella classe di Isee più ricca (famiglie con Isee > 70mila), si trovano più di 22mila percelori di indennità, per una spesa totale a loro favore di 126 milioni è se si volessero risparmiare 100 milioni è soglia Isee 70mila. Se si escludessero coloro che hanno reddito individuale > 30mila (l8% dei beneficiari) e reddito familiare > 45mila (20%) è circa 420mila percelori in meno (- 25%) e minor spesa di 2,3 miliardi. Diverso impalo di una siffala riforma su base territoriale: perderebbe l indennità il 42% degli aluali beneficiari che risiedono nel Nord Est, il 32% dei residen9 nel resto del Nord; solo il 15% al Sud.
Una seconda ipotesi di riforma Differenziazione importo dell indennità in relazione a gravità della condizione: due livelli (es.: in Germania i livelli sono 4). Immaginiamo che il 20% degli aluali beneficiari siano gravi e che ad essi venga assegnata un indennità maggiorata. immaginiamo riforma a spesa invariata è si immagina di ridurre il numero beneficiari con prova dei mezzi sui non gravi. In pra9ca, l aluale platea dei beneficiari si dividerebbe in tre gruppi: a. Chi con9nua a ricevere la stessa cifra di oggi b. Chi riceve di più perché considerato grave (340mila persone) c. Chi non la riceve più in quanto selezionato tra i non gravi e ricco. I gruppi a) e c) hanno una numerosità variabile a seconda del livello della maggiorazione che si immagina di assegnare ai beneficiari gravi.
Soglie'di'prove'dei'mezzi'per'finanziari'livelli'diversi'di'maggiorazione'dell indennità' di'accompagnamento'per'i'casi'più'gravi' Importo'mensile' indennità'per' gravi '(20%' degli'attuali'1,7' Limite'di'reddito' complessivo'irpef' familiare' Limite'di'Isee' familiare' %'attuali' percettori'che' perderebbero' l indennità' Beneficiari'residui' dell indennità'(di' cui'340mila' gravi )' milioni'di' percettori'con' almeno'16'anni)' 750' 49.500' 30.000' 13%' 1.477.000' 800' 47.000' 27.000' 15%' 1.448.000' 850' 44.500' 25.000' 17%' 1.409.000' 900' 40.000' 23.000' 20%' 1.364.000' 950' 38.000' 21.000' 22%' 1.325.000' 1000' 36.000' 19.500' 24%' 1.291.000' '