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UNIVERSITE EUROPEENNE JEAN MONNET ASSOCIATION INTERNATIONALE SANS BUT LUCRATIF BRUXELLES - BELGIQUE THESE FINALE EN ART THERAPIE YES, WE CAN Percorso di arte terapia all interno di un centro diurno psichiatrico Relatore: Dr.ssa Pierangela Bonvicini Specializzando: Elisa Bioli Matr. 2408 Bruxelles, ottobre 2010

Indice Introduzione.....2 1. Radici dell arteterapia nella storia dell arte...4 2. Artista, genio o follia?...9 2.1 Concetto di creatività..12 3. Radici psicologiche dell arteterapia 14 3.1 Modelli di riferimento delle arti terapie..15 3.2 Cos è l arteterapia...16 3.3 Fattori terapeutici...18 4. Arteterapia e sua applicazione con la psicosi..22 4.1 Teorie sulla psicosi.. 22 4.2 Arteterapia e psicosi...24 4.3 Funzioni dell arteterapeuta. 29 4.4 Esiti dell arteterapia....30 5. Setting.31 6. Relazione tra emozioni, funzioni cognitive, immagini, terapia..33 7. Attività di project work...36 8. Bibliografia.71 1

Introduzione E impossibile spiegare un dipinto. La vera ragione che ci ha indotto a dipingerlo è l impossibilità a spiegarsi in qualunque altro modo. Edward Munch. L arteterapia permette, a chi la pratica, di spiegarsi senza usare le parole, consente alle persone di dire, tramite le immagini, quello che non riescono ad esprimere in altro modo. Le emozioni e le sensazioni più profonde trovano una via di uscita, qualunque sia la loro natura. Le emozioni fanno parte della vita, della vita normale e della vita psicotica, ogni giorno le viviamo e le riconosciamo negli altri, sia in quelli che stanno bene, sia in chi soffre (Borgna) 1. Osservando un opera d arte, chiunque sia l autore, si costituisce tra l artista ed il fruitore, una sorta di dialogo, un campo emotivo comune. Il fruitore sente le emozioni evocate nell opera d arte e le collega inevitabilmente alle proprie esperienze, alla propria storia personale. L opera d arte riporta la persona ad esperienze emotive già vissute. Questo legame tra arte, emozioni e terapia, fa parte del processo arte terapeutico. Chi produce l opera lo fa entrando in contatto con le proprie emozioni, che vengono espresse attraverso l immagine, chi fruisce dell opera, in questo caso l arteterapeuta ed il gruppo, accolgono le emozioni espresse, le collegano alle loro e le restituiscono all autore, che può interiorizzarle in una nuova forma, arricchite di contenuti e significati. In questa tesi cerco di indagare i collegamenti tra arte, emozioni e terapia, in particolare ricercandoli nel mondo del disagio psichico, della psicosi, con cui, per motivi lavorativi mi confronto quotidianamente e che mi affascina. 1 Borgna E., Le emozioni ferite, 2009, Feltrinelli, Milano. 2

Nel primo capitolo ripercorro brevemente la storia dell arte ricercando in essa gli elementi che saranno le basi delle arti terapie; il secondo capitolo riguarda il legame che nella storia e nella letteratura ha legato il genio alla follia. Il terzo capitolo riassume i fondamenti teorici dell arteterapia, ed il quarto la mette in relazione con la psicosi. Nel quinto capitolo descrivo le caratteristiche e l importanza del setting, e nel sesto cerco le connessioni tra le emozioni, le immagini e la terapia. Il settimo capitolo è dedicato alla descrizione della mia attività di tirocinio, e l ottavo capitolo riporta le referenze bibliografiche utilizzate per la stesura della tesi. Il titolo fa riferimento ad una frase che mi ha colpito detta da una paziente durante il primo incontro, era una esortazione di incoraggiamento rivolta sia a lei che alle altre persone presenti, era il suo auspicio per sé stessa che dopo pochi giorni sarebbe stata dimessa. Mi auguro che l unica seduta di arte terapia a cui ha partecipato abbia rafforzato in lei la convinzione di farcela. 3

1. Radici dell arteterapia nella storia dell arte Fino all ottocento, con l avvento del movimento romantico, l arte è stata influenzata dai modelli greco-romani e dal classicismo. Con il romanticismo il valore assoluto ed indiscutibile delle regole classiche viene sostituito dalla libera creatività del pensiero umano individuale, l opera d arte diventa espressione del sentimento soggettivo, che è transitorio e relativo ad un momento irripetibile. Di conseguenza l artista non è più semplicemente un esecutore dei desideri del committente che deve seguire regole ben precise, ma diventa il libero creatore di un opera che è espressione solo del suo impulso istintivo. L opera d arte, nascendo dal sentimento, rende visibile tutto quello che ognuno sente dentro di sé ma che non riesce ad esprimere con chiarezza. Questa idea è definita dal concetto romantico di genio : l opera d arte non è più frutto dell intelligenza, ma dell intuito o del genio. Kant, nella Critica del giudizio, afferma che il genio è il talento di produrre ciò per cui non si può dare nessuna regola determinata, non l abilità a ciò che può apprendersi secondo una regola; che insomma è l originalità la sua prima qualità e ancora che l autore di un prodotto dovuto al suo genio non sa come in lui se ne trovano le idee 2, quindi al genio non possono essere imposte leggi esterne, e il genio è caratterizzato da idee ricche di fantasia che si sono formate nella sua mente e non da scoperte che possono venire da studi, riflessioni e ricerche effettuate secondo regole stabilite. Dall impressionismo (1870-1880) deriva il problema del rapporto con la realtà, la quale non è più percepita per frammenti isolati e definiti, ma nella sua totalità e continuità, ogni oggetto è inserito in un contesto generale ed ogni persona lo percepisce in modo diverso, poiché ognuno ha un proprio mondo interiore in base al quale decodifica la realtà che percepisce. 2 Kant I., Critica del giudizio, 1790. 4

Negli ultimi decenni dell 800, si afferma la corrente letteraria del simbolismo, a cui si accostano molti pittori, come Gauguin e Van Gogh. Il loro tentativo è di superare la rappresentazione dell oggetto esterno per sostituirla con l espressione del proprio io. I temi sono quelli presi dalla realtà, ma trasfigurata secondo i loro sentimenti, il dipinto diventa una libera espressione di sé stessi, essi rifiutano la pittura come mezzo per rendere l illusione del vero, accentuano le linee ed i colori che hanno maggiormente suscitato la loro reazione emotiva. Gaugain abbandona gradualmente la resa della realtà per interpretarla liberamente esprimendosi attraverso linee e colori a cui attribuisce significati, mentre Van Gogh in ogni rappresentazione di una qualsiasi veduta paesana esprime un suo stato d animo legato a quel momento. Con l inizio del nuovo secolo si afferma la corrente artistica dell espressionismo, che raggruppa opere in cui si intende esprimere il sentimento individuale dell artista piuttosto che rappresentare oggettivamente la realtà. Essa viene deformata coscientemente affinché sia evidente che quello che è rappresentato sulla tela non è la riproduzione di un oggetto come appare ma come lo sente l autore, il quale proietta in esso la propria vita interiore. Lo spettatore è coinvolto ed emozionato, l obiettivo è di provocare in lui una reazione psicologica violenta. Le posizioni dell espressionismo vengono estremizzate con l astrattismo, in cui si ha il completo capovolgimento della concezione dell arte come imitatrice della realtà. Se l arte non è più rappresentazione del mondo esteriore, ma solo esplicitazione di quello intimo, anche se originato ed influenzato da ciò che ci circonda, non bisogna limitarsi a proiettare la nostra vita interiore negli oggetti reali dipinti, ma abolirli completamente, visualizzando con forme, linee, colori i sentimenti che abitano dentro ogni persona, agendo psicologicamente sull inconscio dello spettatore attraverso il suo occhio, così come il musicista agisce sull inconscio dell ascoltatore attraverso l udito e la combinazione delle note. 5

Tra i maggiori esponenti di questa corrente artistica abbiamo Vasilij Kandinskij e Paul Klee. Kandinskij 3, dipinge quella che si può definire la prima opera astratta. Nel trattato L elemento spirituale dell arte (1912), affronta i problemi del rapporto tra musica e pittura e tra forma e colore. Egli dà molta importanza al valore simbolico dei colori a cui attribuisce il potere di suscitare reazioni psicologiche e che associa non solo con i suoni ma anche con i sensi, i pensieri, le azioni, organizzandoli in modo corrispondente al loro grado di intensità. Il suo obiettivo era di far percepire sensazioni uditive in accordo con determinati colori, la fusione perfetta tra suono e colore. Ad esempio il blu è il colore dell approfondimento che richiama il cielo e la tendenza verso l infinito ed è associato al suono del violoncello, il giallo è inquieto, eccitante e suona come una tromba, il rosso è ardente, è il dolore e sono gli ottoni, il verde è quieto, indifferente e si esprime con i violini. Inoltre ad ogni colore associa delle forme geometriche, l angolo acuto con il giallo, il quadrato e l angolo retto con il rosso, il cerchio e l angolo ottuso con il blu, insistendo sui contenuti interiori che devono comunicare. La pittura di Klee trasforma il reale, l oggetto che ha visto gli suggerisce, per associazione, una forma nuova che non è la sua riproduzione ma che nasce da dentro, l artista riceve dall esterno il visibile e trasmette dall interno l invisibile, nella sua opera c è uno spunto tratto dalla realtà esteriore che conferma l idea che l uomo non può immaginare niente che non esista già in natura. Dal 1910 gli artisti entrano in contatto con i diversi rappresentanti della psicologia moderna, in particolare con Freud e scoprono il potere del sogno ed i dedali dell inconscio. Nel 1924 lo scrittore francese Andrè Breton 4, pubblica il Manifesto del surrealismo, in cui spiega il significato del movimento. Il surrealismo è il tentativo di esprimere l io interiore in piena libertà, come è realmente, senza l intervento della ragione che attua meccanismi inibitori dovuti agli insegnamenti che riceviamo dalla nascita e ci condiziona obbligandoci a reprimere istinti e sentimenti, a nasconderli apparendo come la società richiede di essere. Per fare ciò occorre lasciarsi guidare 3 Kandinskij V., Lo spirituale nell arte, 2005, Se, Milano. 4 Breton A., Manifesto del surrealismo, 1924. 6

dall inconscio, come nei sogni. Attraverso l automatismo psichico essi cercano di scoprire il meccanismo con cui funziona l inconscio, non solo durante il sonno ma anche durante la veglia, lasciano cioè che un idea segua l altra senza la logica del ragionamento consueto, ma automaticamente: una parola ce ne fa venire in mente un altra completamente diversa, e lo stesso vale per una forma, una luce, un colore, in un concatenamento inarrestabile. Le immagini che vengono proiettate all esterno possono essere sia trasfigurazioni di quelle reali che creazioni libere. L artista è ancora il genio che crea per ispirazione, che intuisce, che sente, si ha l esaltazione dell immaginazione e la comprensione dello stato del folle, che, come dimostra la raccolta Prinzhorn del 1922 di opere di internati nei manicomi, può anche essere artista ed esprimere attraverso il disegno la sua immaginazione. Tra i maggiori esponenti Mirò, Dalì, Magritte. L idea che la fonte dell arte si possa trovare nell inconscio, colpisce i pittori americani del secondo dopoguerra, i quali scelgono di abbandonare ogni forma precostituita, i sentimenti possono essere espressi solo attraverso linee e colori liberamente fusi od accostati all infuori dell ordine razionale. Per fare ciò bisogna dipingere velocemente, seguendo l impulso, su superfici vaste, con movimenti rapidi, l azione coinvolge non solo la mano ed il braccio ma tutto il corpo. A questa corrente artistica viene dato il nome di espressionismo astratto o action painting. Tra i maggiori esponenti troviamo Jackson Pollock, il quale abbandona l uso del pennello preferendo usare bastoncini o il gocciolamento, per limitare il controllo della mano e quindi della mente, sul risultato finale. Le azioni devono essere istintive e non preventivamente meditate. Si torna alla tesi romantica del genio che crea liberamente, per ispirazione improvvisa, come espressione personale. Per trovare raffronti con l arte terapia, in questa catena di correnti artistiche che parte dal romanticismo e si conclude con il surrealismo, si può notare che nel romanticismo ci sono i primi segni dell ascolto di sé stessi, l opera d arte è espressione del sentimento che prova in quel momento chi la produce. Dall impressionismo deriva il concetto di contesto in cui va 7

inserita la realtà e quindi la persona che la vive, con l espressionismo e Van Gogh si lega l opera al qui ed ora in cui viene prodotta, il dipinto esprime il sentimento del momento in cui viene prodotta. Con il simbolismo e l astrattismo si attribuiscono significati a forme e colori ed alla relazione tra di loro, e si cerca di favorire sempre di più l espressione dell io dell artista, così come nell opera di Kandinskij, anche in arte terapia l astrattezza del segno, l apparente nonrappresentatività, manifesta il contenuto interiore dell individuo. Inoltre Kandinskij 5 teorizza l importanza del rapporto cinestesico suono colore, in cui i suoni possono essere percepiti visivamente ed i colori possono essere ascoltati attraverso la musica. L attivazione della sinestesia, cioè la percezione simultanea dovuta all attivazione di più canali percettivi da una unica fonte che si ha durante il processo creativo, è uno degli elementi base dell arte terapia, e parte integrante del processo terapeutico. Con il surrealismo, infine, si ha la totale e libera espressione dell io dell artista, la realtà si trasforma seguendo l inconscio e gli oggetti perdono la loro funzione originaria, per essere letti secondo la sensibilità, l immaginazione e le conoscenze di chi guarda. Nella lettura di queste opere si cerca di rintracciare elementi della realtà, da cui deriva l idea, teorizzata da Bateson 6 epistemologiche., che ognuno riconosce ed apprende solo ciò che conosce, in base alle sue premesse 5 Kandinskij V., Lo spirituale nell arte, 2005, Se, Milano. 6 Bateson G., Verso un ecologia della mente, 1977, Adelphi, Milano. 8

2. Artista, genio o follia? Fin dall antichità si è dibattuto se l artista fosse o meno un folle, quanto la follia abbia influenzato certi artisti e se i folli possono essere artisti. Specie nel campo dell arte, la storia insegna che i confini tra genio e follia sono molto labili, ed i due aspetti uniti nel creare capolavori. Già Aristotele 7, nel suo celebre trattato Problema XXX, si chiede perché gli uomini d eccezione siano così malinconici, sollevando il problema del legame tra genio e follia. Egli sosteneva che la malinconia fosse causata dalla bile nera e la sua maggiore o minore concentrazione determinasse una malinconia al più alto livello o degli esseri d eccezione. Questa idea rimarrà immutata nei secoli e si ritroverà negli scritti di tutti i commentatori del pensiero classico, da Cicerone a Seneca a Plutarco, tanto che un proverbio latino recita: non vi è grande ingegno senza un grano di follia. Nel 1500, Vasari 8 decretava l accettabilità o meno della follia dell artista in base al valore estetico dell opera prodotta, se l autore era da lui ritenuto un grande artista anche la sua eccentricità diventava accettabile. Nel XVIII secolo Diderot 9 nell Encyclopedie accomuna nuovamente il genio alla follia affermando che le due entità si toccano da vicino tra di loro ed ancora i primi psichiatri del XIX secolo ripropongono la tesi di un rapporto intimo tra genio e follia, portando come conferma casi clinici. Tra loro troviamo Esquirol, che partecipò insieme al suo maestro Pinel alla liberazione dei matti dalle catene ed alla creazione del trattamento morale, in cui veniva favorita l espressione con mezzi artistici del malato di mente. Cesare Lombroso compì in quegli anni studi di medicina sociale, dedicandosi alle autopsie di delinquenti e malati per cercare anomalie strutturali nel loro cervello, ed è ritenuto il fondatore dell antropologia criminale. 7 www.valtelesinanews.com 8 Sgarbi V., in Arte, genio, follia il giorno e la notte dell artista, 2009 catalogo della mostra, Mazzotta, Milano. 9 www.prodigio.it 9

Egli, in base ai suoi studi e riallacciandosi alla dottrina di Galton sulla criminalità innata e biologicamente condizionata, sostenne che le condotte atipiche del delinquente o del genio sono condizionate, oltre che da componenti ambientali socioeconomiche, di cui però non riconosce il vero peso, da fattori indipendenti dalla volontà, come l ereditarietà e le malattie nervose, che diminuiscono la responsabilità del criminale in quanto malato, rendendolo anche inguaribile. In Genio e follia (1864) Lombroso 10 sostenne che le caratteristiche degli uomini di genio vanno ricercate nella loro anormalità psichica, che la follia sviluppa la creatività poiché lascia libera la fantasia e permette di creare cose che una mente troppo razionale avendo maggiori difese non potrebbe concepire. In questa epoca si diffonde la psicopatologia dell espressione, ovvero la ricerca nelle opere dei segni della malattia, della degenerazione mentale di chi le ha prodotte. Quest'opera fu considerata un classico della scienza. Il secolo si chiude con l idea dello stretto legame esistente tra genio e follia. Jaspers 11, nel 1922, in un saggio, si chiede quanto incida come elemento propulsore il processo schizofrenico nella creazione di un opera e quanto di tipicamente schizofrenico si trovi nell opera stessa. Egli fa parte di quella tradizione psichiatrica che attribuisce al processo psicotico una sorta di plus alla funzione creativa, qualunque sia la patologia presa in esame, contribuendo a rafforzare ed in taluni casi esaltare le qualità espressive. La stessa teoria venne accolta da Prinzhorn 12, che sostenne che in alcuni casi di schizofrenia si ha un potenziamento della capacità di figurazione e messa in forma, portando come esempio artisti come Van Gogh. Alle volte però i grandi artisti sono stati considerati folli solo perché diversi dagli altri, con comportamenti insoliti diversi da tutti i loro contemporanei. Il rifiuto delle convenzioni è una caratteristica di numerosi artisti, pittori, scrittori, poeti che non si conformano al mondo che li circonda, come Socrate o Proust o Dalì. 10 Lombroso C., Genio e follia, 1864. 11 Jaspers K., Genio e follia, 2002, Cortina Editori, Milano. 12 Prinzhorn H., L arte dei folli, 2004, Mimesis, Milano. 10

Non è stato comunque mai dimostrato nessun nesso di causalità diretta tra le difficoltà psichiche e la genialità ed alcuni autori ipotizzano che il genio e la follia siano espressione di una stessa struttura della personalità. È evidente però che la follia influenza il genio partecipando ed influenzando la creazione ed il genio rende la follia più accettabile, come nel caso di artisti come Van Gogh e Munch. Il primo a considerare il valore artistico delle opere degli schizofrenici è stato lo psichiatra svizzero Walter Morgenthaler 13, in un saggio del 1921 consacra, elevando le sue opere al rango di opere d arte, la produzione artistica di un uomo ricoverato in manicomio da più di vent anni, restituendogli un nome, una storia, una dignità. Nel 1945 l artista francese Jean Dubuffet 14 conia il termine art brut per indicare la produzione artistica di persone che sono sfuggite al condizionamento culturale ed al conformismo sociale: solitari, disadattati, internati in ospedali psichiatrici, detenuti, emarginati di ogni tipo che hanno prodotto opere al di fuori dei luoghi di sapere e delle accademie. Egli visita gli atelier degli ospedali psichiatrici raccogliendo le opere che gli permettono di aprire il museo di Losanna, dedicato a quella che oggi viene definita arte outsider. Dubuffet cerca, fin dall inizio, di affermare il valore artistico di queste opere, che fino a quel momento erano considerate come casi di psicopatologia dell espressione. Egli, nel presentare la sua collezione, elimina ogni riferimento alla patologia del creatore, considerando solo gli aspetti formali e stilistici della creazione. L arte prodotta dai matti viene paragonata a quella infantile ed a quella primitiva delle pitture rupestri. In Italia, il primo atelier nacque nel manicomio di Verona, dove era rinchiuso Carlo Zinelli, il quale, scoperto da Andreoli, divenne uno dei rappresentanti italiani dell art brut. Secondo Andreoli 15, l art brut ha ridefinito i rapporti tra arte e follia, rendendo la seconda compatibile con la creatività. 13 Morgenthaler W., Arte e follia in Adolf Wolfli, 2007, Alet, Padova. 14 Dubuffet J., I valori selvaggi. Prospectus e altri scritti, 1982, Feltrinelli, Milano. 15 Andreoli V., I miei matti, 2004, Rizzoli, Milano. 11

Per essere un artista non è necessario essere folli, ma si è capito che la creazione artistica non riguarda solo i sani di mente, e le opere possono essere valutate in base al loro valore a prescindere dalla sanità o meno di chi le ha prodotte. 2.1 Concetto di creatività La creatività diventa una caratteristica attribuibile anche a chi soffre di disturbi psichici, nonostante le limitazioni imposte dalla malattia e dall uso di psicofarmaci. Secondo lo psicanalista austriaco Ernst Kris 16, la differenza principale tra il processo creativo dello psicotico e dell artista riguarda la possibilità, da parte dell artista, di controllare il processo. La regressione che si manifesta durante l atto creativo è intenzionale e controllata, al servizio dell io di chi la sta esercitando, l artista non risulta prigioniero delle forze regressive che si trovano dentro di lui. Secondo Winnicott La creatività è intesa da Winnicott 17, sia il bambino che l adulto sono liberi di essere creativi solo nel gioco, ed è nel gioco e nell essere creativo che l individuo scopre il sé. Questo perché il gioco avviene in quell area comune tra terapeuta e paziente in cui si sviluppa la comunicazione, in cui la persona può rilassarsi, ed in cui la creatività viene rispecchiata dal terapeuta, permettendo all individuo di ritrovarsi e postulare l esistenza di sé. 18 come una modalità di guardare il mondo esterno, appartiene al fatto di essere vivi, al percepire che sottointende l esistere della persona. Essa è legata alla parte sana dell individuo e non viene completamente distrutta dalla malattia, rimane anche se nascosta, generando una vita segreta soddisfacente, in quanto espressione creativa di quella persona. Benedetti 19 afferma che poiché pensando alla creatività viene in mente la produttività e la capacità di dare forma ai propri prodotti, questa dovrebbe mancare nello psicotico, in quanto 16 Kris E., Ricerche psicoanalitiche sull arte, 1988, Einaudi, Torino. 17 Winnicott D., Gioco e realtà, 1974, Armando, Roma. 18 Ibidem. 12

nella psicosi si ha la perdita della capacità di dare forma, ordine ed organizzazione alle attività dell Io. Egli osserva però che la malattia sembra distruggere più facilmente l attività verbale che non la capacità di creare immagini, le quali sono il fondo archetipico che resiste al processo schizofrenico. Egli sostiene che la creatività si manifesta nella relazione tra paziente e terapeuta e l uso di immagini concrete nasce dai vissuti terapeutici, dall attivazione della comunicazione e comunione all interno della relazione. 19 Benedetti G., Paziente e terapeuta nell esperienza psicotica, 1991, Bollati Boringhieri, Torino. 13

3. Radici psicologiche dell arteterapia Da sempre l arte è considerata una forma di comunicazione importante che riesce ad arrivare dove le parole non riescono. Proprio per questa sua peculiarità l arte è stata spesso oggetto di interesse per molti studiosi nel campo della psicologia a cominciare da Freud 20. Egli definisce l artista come uomo che si distacca dalla realtà poiché non riesce ad adattarsi alla rinuncia al soddisfacimento pulsionale che la realtà inizialmente esige e lascia che i suoi desideri di amore e di gloria si realizzino nella vita della fantasia. L artista, cioè, trasforma le sue fantasie in una creazione artistica invece che in sintomi. Per cui, il prodotto artistico per Freud 21 si rivela specchio del mondo interno del soggetto, delle sue strutture e dei suoi processi psichici e la creazione artistica diventa materiale di interpretazione per l analista. In questa visione l attenzione è rivolta verso il prodotto finale più che sul processo di creazione, in una concezione patologica dell arte. Da un ottica molto diversa, anche Jung 22 ha parlato di arte come un mezzo per contattare ed esprimere le immagini appartenenti all inconscio. A differenza di Freud, però, Jung 23 (1966) porta l attenzione sul processo creativo che consiste, a suo parere, nell attivare le immagini archetipe inconsce, rielaborarle e tramutarle in un prodotto finito. L artista è dunque colui che traduce le immagini archetipe che derivano dal profondo inconscio nel linguaggio del presente, rendendole così comprensibili a tutti. A partire dalla sua teoria degli archetipi e dal concetto di inconscio collettivo e ben lontano dalla concezione patologica di Freud Jung 24 attribuisce, dunque, all arte un valore sociale. Del valore sociale dell arte, in quanto mezzo fondamentale di comunicazione in cui le emozioni individuali diventano generali e collettive, ha parlato anche Vygotskij 25. 20 Freud S., Opere, 1980, Bollati Boringhieri, Torino. 21 Ibidem. 22 Jung C.G., Opere, Vol 19\1: Bibliografia generale, 1998, Bollati Borighieri, Torino. 23 Ibidem. 24 Ibidem. 25 Vigotskij L., Psicologia dell arte, 1972, Editori Riuniti, Roma. 14

Egli ha inoltre trattato il concetto di creatività e di immaginazione, ritenuti due momenti integranti e indispensabili ad una corretta conoscenza della realtà. La creatività stimola la ricerca di nuove soluzioni ed il cambiamento, dunque l espressione artistica non è più una fuga dalla realtà, bensì ne diventa uno strumento di conoscenza fondamentale. 3.1 Modelli di riferimento delle arti terapie I modelli di riferimento delle arti terapie vengono dalla psicoanalisi, dalla psicologia relazionale, cognitiva e dalla psicodinamica. Dal modello psicanalitico viene l idea che attraverso la creazione artistica si possano manifestare i contenuti interni dell individuo trasformandoli in immagini ed in oggetti reali, quindi l obiettivo primario è l espressione del proprio vissuto interiore. Il fattore principale è il legame che si stabilisce tra la vita interiore dell autore ed il suo prodotto. Secondo l ottica fenomenologica, la produzione artistica è legata alla relazione tra il soggetto ed il mondo circostante, quindi alla base dell intervento terapeutico si trovano la reciprocità, l identificazione vicendevole, la condivisione e la creazione di simboli comuni, l interesse si sposta verso le relazioni e verso la scoperta di un mondo comune che permetta di superare la solitudine e di includere l altro. L approccio sistemico - relazionale pone l attenzione all insieme delle relazioni che l individuo crea interagendo con l ambiente e con gli altri, passando da una visione lineare e positivista ad una visione circolare e costruttivista della realtà che deve essere considerata e presa in carico nella sua complessità. In quest ottica è il contesto, fatto dalle relazioni e dalle comunicazioni, a dare senso al comportamento ed anche al sintomo della persona che diventa espressione del contesto. Secondo Bateson 26, il contesto deve essere considerato la matrice dei significati. Un altro elemento che caratterizza questo approccio è il passaggio da una 26 Bateson G., Verso un ecologia della mente, 1977, Adelphi, Milano. 15

lettura lineare degli eventi (causa-effetto) ad una circolare e retroattiva che si basa sul calibrare le nuove comunicazioni sui feedback che si ricevono e ragionare in una ottica di complessità. Alla costruzione della realtà partecipa anche il terapeuta, il quale è parte attiva del processo e non può più essere considerato un osservatore esterno non influenzante. 3.2 Cos è l arteterapia Con arte terapia si intende l uso delle arti (pittura, scultura, musica, danza, teatro, narrazione ) e di altri processi creativi per promuovere la salute e favorire la guarigione (Warren) 27. L uso dell arte come terapia è molto antico, sembra che già gli antichi egizi incoraggiassero le persone affette da disturbi mentali a perseguire interessi artisti, i greci usavano il teatro e la musica come strumento catartico per liberare le emozioni represse, gli sciamani mescolano musica e danza nelle loro pratiche di guarigione. La storia scientifica dell arteterapia inizia quando il rapporto tra arte e terapia cessa di essere occasionale ed è inserito all interno di un contesto e di una situazione terapeutica definita (Caterina) 28. I principi base dell arteterapia sono: - presenza di un ambiente relazionale - uso di materiali artistici come mediatori - attivazione del processo creativo - uso e attivazione di risorse emotive e relazionali. Alla base dell arteterapia c è l idea che ognuno abbia il diritto di esprimersi e di lasciare la propria impronta creativa, producendo qualcosa che solo lui è in grado di fare e questa spinta 27 Warren B., Arteterapia in educazione e riabilitazione, 1995, Erickson, Trento. 28 Caterina R., Che cosa sono le arti-terapie, 2005, Carocci, Roma. 16

creatrice si trova nella parte sana dell individuo, e l esternarla dandole una forma permette alla persona di affermare la propria esistenza (Warren) 29. L arteterapia, utilizzando il fare attivo creativo espressivo, stimola, nella persona psicologicamente sana o malata, particolari modalità cognitive che agiscono su processi di pensiero (Alessandrini) 30. Attraverso l uso dei materiali artistici, permette a chi la pratica di dare forma ad emozioni inespresse esternando i propri vissuti emotivi. Attraverso l arte i sentimenti e le emozioni vengono oggettivati, si ha la possibilità di far emergere l esperienza interiore per riconoscerla, condividerla, trasformarla ed interiorizzarla nuovamente. Non si compie analisi del profondo, ma si cerca di promuovere la riscoperta di emozioni nascoste e dimenticate, offrendo un contenitore che possa assorbire tristezza e dolore. L arte terapia può essere utile per rianimare situazioni psicologiche irrigidite e per consentire di proseguire verso quelle trasformazioni ed evoluzioni che facilitano i cambiamenti profondi. Non è importante la qualità estetica del prodotto finito, ma l attivazione del processo creativo. Il processo creativo è connesso con il processo terapeutico in quanto processo di elaborazione e trasformazione della propria esperienza. Esso avviene per lo più nel preconscio ed ha a che fare con tutto quello che succede all interno della stanza di arte terapia, con quello che proviamo, le nostre sensazioni, con i materiali scelti e con l immagine creata, non si può controllare né determinarne il risultato, si può solo attivare e descrivere. L arteterapeuta deve quindi porre molta attenzione a tutto ciò che accade nell hic et nunc della seduta, per valutare l efficacia della sua proposta. Il processo creativo si attiva attraverso l interazione di quattro elementi: l ascolto interno e l immaginazione che permettono di entrare in contatto con sé stessi e trovare l immagine e la spontaneità e la produttività che permettono la costruzione dell immagine. 29 Warren B., Arteterapia in educazione e riabilitazione, 1995, Erickson, Trento. 30 Alessandrini M., Le terapie espressive: una via per la scoperta e l utilizzo dei fattori terapeutici nascosti, 2008. 17

Il fare concreto e la presenza di stimoli sensoriali permettono l attivazione di processi sinestesici che possono attivare connessioni che riattivano il processo creativo. Il setting dell arteterapia è di tipo triangolare o tri-polare (Luzzatto) 31, in quanto oltre al paziente ed al terapeuta è presente anche l immagine, attraverso cui si attiva la comunicazione tra paziente e terapeuta. Insieme all arteterapeuta si può parlare di come l immagine è emersa, come fa sentire chi la guarda, quale significato può avere e quali immagini possono seguire. La presenza dell immagine fa emergere tre dimensioni comunicative (Luzzatto) - la dimensione espressivo - creativa che si basa sul dialogo tra la persona e il suo prodotto, è per lo più di tipo non verbale e consente l espressione del mondo interiore attraverso le immagini; - la dimensione simbolico - cognitiva si basa sul dialogo tra paziente ed arte terapeuta attraverso l immagine, e favorisce l elaborazione delle emozioni espresse attraverso le immagini simboliche o collegate ad esse; - la dimensione interattivo - analitica si ha nella comunicazione diretta e prevalentemente verbale tra paziente e terapeuta, e può essere o no riferita all immagine prodotta. Il setting triangolare permette al paziente di attivare un doppio transfert, sull immagine e sul terapeuta, in cui le emozioni proiettate possono anche essere divergenti e di conseguenza si attiva anche un doppio controtransfert. 32 : 3.3 Fattori terapeutici La Luzzatto 33, in una ottica psicodinamica, seguendo la divisione proposta da Hermann 34 (1990), divide la Metodologia dell Espressione (o acquisizione di materiale psichico), dalla Metodologia dell Elaborazione (elaborazione del materiale psichico acquisito) e propone un 31 Caboara Luzzatto P., Arteterapia, una guida al lavoro simbolico per l espressione e l elaborazione del mondo interno, 2009, Cittadella Editrice, Assisi. 32 Ibidem. 33 Ibidem. 18

suo decalogo per il lavoro simbolico, con cui individua gli strumenti terapeutici specifici dell arteterapia. Questi strumenti sono distinti ma si intrecciano nella pratica, si possono variamente combinare nell intervento, hanno ciascuno vari livelli di profondità e non devono essere usati in ordine cronologico. Il decalogo dell arteterapeuta da lei elaborato comprende: Metodologia dell Espressione: - concentrazione: favorire uno stato mentale di calma e benessere, attraverso il silenzio, l uso dei materiali artistici e la concentrazione sul sé; - comunicazione concreta: rispettare l immagine concreta non simbolica; - catarsi protetta: offrire la possibilità di esternalizzare il proprio vissuto, anche di negatività e sofferenza, in una modalità non verbale, liberatoria e protetta; - creatività: stimolare il processo creativo attraverso l uso dei materiali, caratterizzato da spontaneità, energia, materiale inconscio, nuovi significati; - comunicazione simbolica: aiutare l emergere di immagini che siano simboliche del mondo interno del paziente, ed il passaggio dalle immagini concrete a quelle simboliche; Metodologia dell Elaborazione: - contenimento: si attua attraverso il setting, l immagine e la mente del terapeuta, per ricevere i messaggi della persona, armonizzare gli opposti ed integrare i frammenti; - contatto dinamico: aiutare il paziente sia ad entrare nelle sue immagini che a distanziarsene, per rafforzare l io osservante; - connessioni: incoraggiare la persona a mettersi in rapporto con la sua immagine, dialogare con essa ed esplorare fantasie, condividere il processo creativo, lasciar emergere ricordi ed entrare nella narrazione del sé; 34 Hermann I., Psicoanalisi come metodo, 1990, Bari, Dedalo. 19