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Capitolo 6 Risultati pag. 457 Figura 6.182. Confronto benzene sistema rifiuti e riscaldamento 2003-2007. Nel passaggio fra la situazione attuale a quella ipotetica futura di cogenerazione con teleriscaldamento urbano, nel caso del benzene, si registra effetto marcato di decremento delle concentrazioni rispetto ai valori attuali, nelle aree sottoposte al maggiore effetto di sostituzione dei sistemi convenzionali per riscaldamento. L effetto di incremento che viene indicato nella figura 6.182, si deve tenere presente che, come indicato nelle sezioni precedenti, è riferito a concentrazioni al suolo del tutto trascurabile rispetto alle condizioni limite di qualità dell aria.

Capitolo 6 Risultati pag. 458 Tali effetti sono determinati dal fatto che Il benzene non è un composto tipico delle emissioni di caldaie per riscaldamento civile e che quindi l introduzione del teleriscaldamento ha un effetto meno rilevante, o comunque meno localizzato, in termini di riduzione delle concentrazioni al suolo (presente già in bassissime concentrazioni), rispetto ad altre tipologie di inquinanti tipici. Figura 6.183. Confronto IPA sistema rifiuti e riscaldamento 2003-2007.

Capitolo 6 Risultati pag. 459 Nel passaggio fra la situazione attuale a quella ipotetica futura di cogenerazione con teleriscaldamento urbano, nel caso degli IPA, si registra un effetto diffuso di riduzione delle concentrazioni rispetto ai valori attuali, nell intera arie di studio, per effetto del fatto che gli impatti generati dai sistemi di cogenerazione con combustione di rifiuti e recupero energetico da biogas di discarica, risultano essere trascurabili. Il confronto fra lo scenario attuale di gestione e di sistemi di riscaldamento urbano attuale e lo scenario ipotetico futuro di creazione di un polo tecnologico di conversione energetica da rifiuti e da biogas di discarica, con produzione di fluidi termovettori applicati alla sostituzione, mediante idonea rete di teleriscaldamento, di caldaie ad uso civile e/o commerciale ed industriale mostra un effetto di potenziale miglioramento dal punto di vista della qualità dell aria, specialmente nelle aree maggiormente coinvolti dalla sostituzione del sistema di riscaldamento. L effetto che viene evidenziato, in termini generali, è il bilanciamento tra le emissioni aggiunte dagli impianti di cogenerazione (termovalorizzatore e sistema di recupero energetico da biogas) e le emissioni evitate dalle caldaie sostituite grazie al teleriscaldamento. Tale effetto comunque in generale si esprime in termini benefici andando a creare incrementi di carichi ambientali nelle aree meno urbanizzate (in prossimità agli impianti) e riducendo carichi nelle aree invece già oggi maggiormente antropizzate dall urbanizzazione raggiunta. Per alcuni inquinanti, quali Pb e IPA, l effetto di riduzione è diffuso all intera zone sensibile sottoposta a studio e non si hanno effetti di incremento delle concentrazioni. Per altri inquinanti, quali NO X, SO 2 e PM 10, l effetto di riduzione è sempre compreso fra il 20 ed il 50%, ma la distribuzione della riduzione è meno uniforme, essendovi nelle aree di immediata prossimità all impianto dei lievi incrementi, che comunque come già evidenziato nel capitolo 6.1, restano sempre ampiamente entro condizioni di distanza dai limiti di qualità dell aria. Infine per una terza classe di composti, quali Cd, Hg e benzene si hanno, a fianco di aree dove si osservano riduzioni dei carichi ambientali (nelle aree urbanizzate limitrofe agli impianti), vi sono aree dove le concentrazioni al suolo incrementano, trattandosi comunque sempre di livelli di crescita ben al di sotto delle condizioni di salvaguardia della salute umana (come evidenziato nel capitolo 6.1).

Capitolo 6 Risultati pag. 460 6.6.4. Confronto fra i risultati ottenuti dalle simulazioni per i tre siti alternativi di localizzazione del termovalorizzatore In questo paragrafo si analizzano nel dettaglio i risultati delle simulazioni della diffusione di inquinanti atmosferici effettuate per le diverse ipotesi di posizionamento del nuovo termovalorizzatore previsto dal Piano Provinciale Gestione Rifiuti della Provincia di Firenze. Le tre ipotesi di localizzazione dell impianto sono: Ipotesi indicata dal piano (area denominata Osmannoro 2000 ) Ipotesi alternativa 1 (area di Case Passerini) Ipotesi alternativa 2 (area di Ponte di Maccione) L attenzione è stata focalizzata su quattro inquinanti aventi per diversi motivi una maggiore significatività (NO x, PM 10, Cd e diossine). Le elaborazioni statistiche sono state effettuate in riferimento agli ossidi di azoto (NO x ), ma date le modalità di utilizzo del modello diffusionale le osservazioni risultanti restano valide in maniera del tutto analoga per tutti gli altri inquinanti considerati, essendo le valutazioni comunque relative alla sola variazione delle localizzazioni e non dei fattori di emissione dei diversi inquinanti. I risultati vengono presentatati, in analogia a quanto fatto per ciascuna singola localizzazione, in termini di: - mappe di concentrazione del singolo termovalorizzatore nelle tre localizzazioni; - confronto fra l effetto dovuto al termovalorizzatore nelle tre localizzazioni e l effetto delle sorgenti aerali diffuse; - confronto fra le condizioni attuale e futuro determinate dalla sommatoria dei carichi determinati dal sistema di trattamento e smaltimento rifiuti e dal riscaldamento urbano (tenendo presente l ipotesi futura di sostituzione delle caldaie convenzionali con idonea rete di teleriscaldamento), nei tre casi di localizzazione

Capitolo 6 Risultati pag. 461 Risultati delle simulazioni rappresentati come mappe di concentrazione per NO x, PM 10, Cd e diossine per le tre localizzazioni alternative del termovalorizzatore a) Osmannoro b) Case Passerini c) Ponte di Maccione Figura 6.184. Mappe di concentrazione per gli NO X. Lo spostamento della localizzazione dell impianto non comporta sostanziali modificazioni nella forma dell area di ricaduta e nei livelli di concentrazione di NOx prodotti, che nei tre casi, assumendo valori massimi sempre ben al di sotto dei limiti di qualità dell aria (D.M. 2 aprile 2002, n. 60: 40 µg/m 3, come media annuale, valore in vigore dal 01/01/2010). L effetto rilevabile dalla localizzazione nell area di Case Passerini, rispetto sia a Osmannoro che a Ponte di Maccione, è quello di spostare l area di ricaduta su una zona meno urbanizzata.

Capitolo 6 Risultati pag. 462 a) Osmannoro b) Case Passerini c) Ponte di Maccione Figura 6.185. Mappe di concentrazione per il PM 10. Lo spostamento della localizzazione dell impianto non comporta sostanziali modificazioni nella forma dell area di ricaduta e nei livelli di concentrazione di PM 10 prodotti, che nei tre casi, assumendo valori inferiori a 0,1 µg/m 3 che risultano ben al di sotto dei limiti di qualità dell aria (D.M. 2 aprile 2002, n. 60, 40 µg/m 3 come media annuale, in vigore da 01/01/2005). Per tale inquinante quindi l effetto del solo termovalorizzatore risulta sempre comunque di scarso significato rispetto ai valori limite di qualità dell aria. Anche in questo caso, lo spostamento della localizzazione permette in termini qualitativi di valutare come la localizzazione dell impianto nell area di Case Passerini determini, rispetto

Capitolo 6 Risultati pag. 463 sia alla localizzazione di Osmannoro che alla localizzazione di Ponte di Maccione, lo spostamento dell area di maggiore ricaduta (limitrofa sempre al sito di emissione) su una zona meno urbanizzata. a) Osmannoro b) Case Passerini c) Ponte di Maccione Figura 6.186. Mappe di concentrazione per il Cd. Lo spostamento della localizzazione dell impianto non comporta sostanziali modificazioni nella forma dell area di ricaduta e nei livelli di concentrazione di Cd prodotti, che nei tre casi, assumono valori massimi di circa 0,2 ng/m 3. Tali valori come già evidenziato nelle analisi delle ricadute definite in precedenza, non risultano essere comparabili con valori limite di concentrazione per la tutela delle qualità dell aria.

Capitolo 6 Risultati pag. 464 Al fine di effettuare una valutazione comparativa rispetto a valori di rispetto ambientale si è quindi tenuto conto del valore limite di concentrazione per l esposizione negli ambienti di lavoro TLV-TWA (Threshold Limit Value - Time Weighted Average) pari a 0,01 mg/m 3, che esprime la concentrazione media ponderata accettabile per un normale giorno lavorativo di 8 ore e per 40 ore settimanali, vale a dire il limite al quale i lavoratori possono essere esposti giorno dopo giorno senza effetti negativi per la salute. Ovviamente tale limite non è assolutamente direttamente confrontabile con valori di concentrazione dell aria ambiente. Per tutte le diverse ipotesi di localizzazione, lo stato di modificazione del carico ambientale atmosferico introdotto dal termovalorizzatore risulta ben al di sotto di tali limiti, garantendo livelli di trascurabilità dei carichi individuati. Anche per questo inquinante è rilevabile un effetto esclusivamente qualitativo (stante le bassissime concentrazioni risultanti stimate) per cui la localizzazione dell impianto nell area di Case Passerini, rispetto sia a Osmannoro che a Ponte di Maccione, provoca uno spostamento dell area di ricaduta massima su una zona meno urbanizzata.

Capitolo 6 Risultati pag. 465 a) Osmannoro b) Case Passerini c) Ponte di Maccione Figura 6.187. Mappe di concentrazione per i PCDD/F (TE). Lo spostamento della localizzazione dell impianto non comporta sostanziali modificazioni nella forma dell area di ricaduta e nei livelli di concentrazione di PCDD/PCDF prodotti, che nei tre casi, assumono valori massimi di circa 2 fg/m 3, e valori inferiori a 1 fg/m 3, anche nelle immediate vicinanze dall impianto. Per questi composti non esiste un valore di riferimento come limite per la salvaguardia della qualità dell aria ambiente e non è quindi possibile effettuare un confronto diretto. Tuttavia, sulla base delle risultanze di alcune campagne di monitoraggio svolte da ARPAT nella città di Firenze, specificatamente per tale tipologie di inquinanti [1], è stato possibile

Capitolo 6 Risultati pag. 466 verificare come tali valori risultino ben inferiori rispetto a quanto misurato in aree distanti dalle sorgenti urbane di antropizzazione e addirittura trascurabili rispetto ai valori già esistenti in ambito direttamente urbano.

Capitolo 6 Risultati pag. 467 Confronto fra l effetto dovuto al termovalorizzatore nelle tre localizzazioni e l effetto delle sorgenti aerali diffuse a) Osmannoro b) Case Passerini c) Ponte di Maccione Figura 6.188. Confronto termovalorizzatore-sorgenti diffuse per gli NO x. Il contributo del termovalorizzatore alle concentrazioni di NOx, nelle tre localizzazioni, è sempre inferiore a quello delle sorgenti diffuse, ad eccezione delle aree proprio intorno al camino. La localizzazione di tali aree segue lo spostamento nelle tre posizioni.