Alessandro Guidi Federico Nomi



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COLLE ROTONDO (ANZIO, RM): UN AGGERE DIFENSIVO PROTOSTORICO CON ARMATURA LIGNEA Alessandro Guidi Federico Nomi Scienze dell Antichità 19.2-3 2013 Alessandro Guidi Federico Nomi COLLE ROTONDO (ANZIO, RM): UN AGGERE DIFENSIVO PROTOSTORICO CON ARMATURA LIGNEA Il pianoro di Colle Rotondo, posto 8 chilometri a nord di Anzio, si trova nella fascia subcostiera tra Ardea ed Anzio, caratterizzata dalla presenza di una serie di insediamenti che sfruttano pianori di modesta estensione, disegnati dall erosione fluviale lungo le propaggini delle colline tufacee prospicienti il Mar Tirreno. Le tracce di frequentazione preistorica, protostorica e di età storica sono state individuate da Dinu Adamesteanu sin dagli anni 60 grazie alla fotografia aerea e, poco dopo, confermate dalle raccolte di superficie effettuate da Alessandro Fioravanti. Negli anni 80, in seguito ai surveys di Lorenzo e Stefanella Quilici è stato possibile individuare i due sistemi difensivi che lo caratterizzano e datare meglio materiali ceramici dell età del Ferro e di età arcaica (Fig. 1b). Inoltre a poco più di 1 chilometro di distanza è stata localizzata, in seguito a lavori agricoli, la necropoli ad incinerazione dell età del Bronzo Recente di Cavallo Morto, in seguito scavata dalla Soprintendenza Archeologica per il Lazio e da quella alla Preistoria e all Etnografia. Negli anni successivi, grazie ai sopralluoghi dell Istituto di Topografia Antica della Sapienza Università di Roma, si sono potuti rinvenire materiali ceramici della media età del Bronzo e del Bronzo Recente, a conferma dell ipotesi che l ampio pianoro (8 ettari) fosse l abitato relativo alla vicina necropoli. Dal 2009 è in atto un progetto congiunto dei tre atenei romani, che in un primo tempo ha riguardato la ricerca di superficie sul pianoro e nel territorio circostante, dal 2010 lo scavo stratigrafico in più aree (Fig. 1a). Il primo consistente abitato stabile risale alla fase iniziale della media età del Bronzo 1, epoca cui si datano i materiali 1 Oltre all ansa rinvenuta nel corso delle ricognizioni dell Istituto di Topografia Antica della Sapienza Università di Roma negli anni Ottanta del secolo scorso, si deve segnalare come un sondaggio effettuato nell aggere nel corso della campagna di scavo del 2012 nell ambito dell area di scavo 1, seguito da Federico Nomi, ha permesso di individuare un consistente livello con materiali del Bronzo Medio 2; allo stesso periodo appartiene un ansa rinvenuta durante una ricognizione di superficie da Massimo Pennacchioni sul ciglio del pianoro nella porzione orientale. 35 trovati nel corso delle ricognizioni di superficie effettuate nel 2009 sul bordo del pianoro posto a nord-ovest di Colle Rotondo 2 e, forse, un ulteriore sito satellite, a sud del pianoro, con materiali di incerta datazione tra l età del Bronzo Media e Recente 3, a testimonianza di un sistema insediamentale già strutturato. L ampiezza dell area difesa, di 7,5 ettari, è superata per estensione, nel Latium vetus, solo da quella del pianoro del Campidoglio (10 ettari), in Etruria meridionale dal Vignale, presso Civita Castellana (14 ettari), da Sovana (13 ettari), Monte Abbadone (12 ettari), Pitigliano (9 ettari) e Luni sul Mignone (8 ettari) 4. Nonostante l esiguità dei materiali attribuibili alla successiva fase del Bronzo Recente 5, la ben nota necropoli di Cavallo Morto, certamente riferibile all abitato di Colle Rotondo, costituisce un altro serio indizio dell importanza di questo centro 6. In quest epoca solo il sito dei Cappuccini, sopra Albano Laziale (9 ettari), e il già citato abitato del Campidoglio superano per grandezza il pianoro di Colle Rotondo, mentre ai siti dell Etruria meridionale già menzionati si aggiungono ora Orte e San Giuliano (8/9 ettari). Si trattava dunque di un centro egemone; tale status dovette durare almeno fino alla fine dell età del Bronzo, quando l imponenza e la complessità della fortificazione più esterna sembrerebbero indicare un periodo di forti tensioni. È con l inizio dell età del Ferro, epoca segnata dalla progressiva comparsa dei primi grandi centri protourbani medio-tirrenici, estesi nel Latium Vetus decine di ettari, in particolare quelli più vicini al sito, come Ardea (42 ettari) e Anzio (24,5 ettari), che ha inizio un inevitabile declino. L area 1 si trova nella propaggine nordorientale del pianoro, dove era già conosciuta dagli anni 60 7 la localizzazione di uno dei due aggeres difensivi, quello maggiore, che chiudeva esternamente l intero abitato di Colle Rotondo 8. Negli anni 80, 2 Guidi et al. 2011, pp. 376-378, fig. 8, nn. 8-9, fig. 12. 3 Guidi et al. 2011, figg. 8-9, n. 1. 4 I dati aggiornati sulle fasi di occupazione dei siti protostorici dell Etruria meridionale sono presi da di Gennaro - Barbaro 2008; quelli sull estensione delle aree difese da Guidi 1985 (Latium vetus) e Barbaro 2010 (Etruria meridionale). 5 Si veda l ansa in Guidi et al. 2011, fig. 13. 6 L assenza della tipica ceramica appenninica riferibile alla fase avanzata del Bronzo Medio potrebbe essere del tutto casuale; va però sottolineato come in diversi siti dell Etruria meridionale occupati nel BM1/2 e nell età del Bronzo Recente manchino proprio le attestazioni di questa fase (di Gennaro 1991-92). 7 Adamesteanu 1964; Fioravanti 1967, pp. 306-309. 8 Lo stesso toponimo potrebbe derivare da questo aggere esterno definito Il Tondo, la cui imponente

COLLE ROTONDO (ANZIO, RM): UN AGGERE DIFENSIVO PROTOSTORICO CON ARMATURA LIGNEA Alessandro Guidi Federico Nomi Scienze dell Antichità 19.2-3 2013 infatti, in seguito a dei surveys 9 furono individuati e rilevati i due sistemi difensivi che caratterizzano il sito, con attestazioni di materiali ceramici tra l età del Ferro e l età arcaica (Fig. 1b) 10. Purtroppo una consistente parte della struttura difensiva più esterna è stata asportata per ricavare sabbia da costruzione nello scorso decennio. Dalle riprese aeree possiamo apprezzare come fino al 2002 (Fig. 2a) la struttura dovesse essere ancora ben conservata, ma già dopo l estate del 2006 ne era evidente la distruzione (Fig. 2b). Dalle foto (Fig. 1c) e dai rilievi, effettuati da L. Quilici e S. Quilici Gigli, si può ipotizzare un asporto di deposito archeologico di circa 2/3 metri dell ipotetico elevato originario (Fig. 2c), probabilmente identificabile con il più tardo aggere arcaico, e purtroppo di circa 60 metri nel suo sviluppo orizzontale nord-sud, che costituiva la vera e propria barriera di difesa all antico accesso. Nel corso della prima campagna di scavo (2010) venne individuata in questa zona un esteso deposito di terra rossa battuta, composta da copiosi resti di concotto, nel quale vennero riscontrate buche di palo con numerosi elementi lignei, che portarono gli scavatori ad ipotizzare la presenza di fondi di capanna. A causa anche della totale assenza di frammenti ceramici, i resti di legno carbonizzato vennero sottoposti a datazione radiometrica, dando come risultato cronologico un orizzonte iniziale dell età del Ferro. Nell estate 2011 venne effettuato un allargamento a nord dell area di scavo, evidenza appariva come un marcato rialzo del terreno per coloro che entravano dall accesso naturale più agevole, quello da est. 9 Quilici - Quilici Gigli 1984, pp. 107-132. 10 Mentre nell articolo del 1984 l aggere più interno viene considerato databile in base ai frammenti ceramici di superficie del pianoro (inediti) alla prima età del Ferro (ma non si esclude un inizio più antico), in una recente sintesi sulle fortificazioni ad aggere del Lazio (Quilici 1994) Lorenzo Quilici rialza la datazione dell aggere più interno all età del Bronzo Finale e conferma la datazione di quello più esterno all età arcaica. 36 al fine di verificare l ipotesi della presenza di strutture abitative. La situazione si rivelò però da subito più complessa e, tramite un attenta lettura della stratigrafia riscontrabile nella sezione nord della campagna precedente (Fig. 3a), si pensò ad una interpretazione alternativa e forse anche più logica. I depositi più recenti erano, infatti, costituiti da alcuni riempimenti sabbio-argillosi di colore marrone nerastro, che costituivano la macro-attività di messa in opera dell aggere arcaico (Fig. 3a.A), con la presenza al suo interno di laterizi coevi a tale fase. Tale deposito di età arcaica era ormai conservato solamente nelle zone periferiche dell area, grazie allo sbancamento moderno già evidenziato. La sottostante stratigrafia era costituita da un potente deposito molto compatto sabbio-argilloso di colore giallastro, che può essere facilmente identificato anche dalla sezione e che copriva la quasi totale estensione dell ampliamento, nel quale vennero anche ritrovati alcuni resti di elementi lignei (Fig. 3a.B). Questo medesimo deposito, la cui matrice geologica è facilmente confrontabile con quella del sottostante terreno vergine, altro non è che la terra di rincalzo della prima fase di creazione del fossato difensivo. Procedendo verso nord questa stratigrafia ribaltata diminuiva di spessore, mettendo in luce un ulteriore livello archeologico inclinato (Fig. 3a.C). Si tratta di un consistente pacco di concotti soprastante un deposito di matrice densamente carboniosa caratterizzato anch esso da sporadiche sacche di terra cotta (Fig. 3b). La struttura è caratterizzata da una armatura interna di pali lignei verticali e orizzontali in giacitura primaria, che per densità, complessità e dimensioni ricostruibili ipoteticamente ci porta a pensare ad una funzione diversa da quella abitativa. Le datazioni C14 all età del Bronzo Finale degli elementi lignei 11, sia quelli soprastanti il deposito giallastro sia quelli inseriti nella struttura in concotto, ci danno un risultato pressoché omogeneo, facendoci considerare questa sequenza stratigrafica come il risultato di un unica azione. La struttura sembrerebbe essere stata costituita da un consistente nucleo in terra, ricoperto e foderato da un livello di carboni e concotti, internamente caratterizzato da una struttura a graticcio di pali lignei 12, e infine ul- 11 Si tratta di tre datazioni effettuate (come quelle dei pali campionati nel 2010) dal laboratorio CEDAD di Lecce (1225-1010 BC; 1220-1010 BC; 1315-1100 BC); l ultima forse appare troppo alta. 12 Si ringrazia per una indispensabile attività di restauro e consolidamento degli elementi lignei

COLLE ROTONDO (ANZIO, RM): UN AGGERE DIFENSIVO PROTOSTORICO CON ARMATURA LIGNEA Alessandro Guidi Federico Nomi Scienze dell Antichità 19.2-3 2013 teriormente ricoperto da uno spesso deposito di terra compatta (Fig. 4a: ricostruzione 3D). Sulla base delle datazioni coerenti della sua intelaiatura lignea, della constatazione di totale assenza di frammenti ceramici e considerando la posizione strategica per visibilità e difendibilità all interno del pianoro, si può ipotizzare che si trattasse di una struttura difensiva precedente il classico sistema di fortificazione ad aggere dell età arcaica. La discordanza tra le date C14 dei campioni del 2010 e del 2011, ci spingerebbe inoltre a pensare ad attività di manutenzione o articolazione maggiore della struttura tra la fine dell età del Bronzo e la fase iniziale dell età del Ferro. Una struttura del genere sembrerebbe non avere confronti puntuali nella protostoria laziale. Per la prima età del Ferro, un esempio su scala maggiore è quello rinvenuto nel versante settentrionale dell antica Felsina. Nei pressi di Piazza Azzarita 13 (Bologna) è stato messo in luce un apprestamento della città villanoviana che separava, in modo evidente, un contesto funerario da un comparto artigianale dell abitato. A differenza dei più semplici fossati difensivi tipici del Latium vetus, quest area era inoltre caratterizzata da un sistema tripartito di canalizzazioni. A meridione di questi canali si sviluppava una struttura profonda 8 metri e lunga 40 (Fig. 4b), costituita da una serie di impalcati lignei con differenti dimensioni, che al suo interno presentava una fila mediana di grossi pali rettangolari, creando quindi due navate. Per gli autori, infatti, si doveva trattare di una struttura a galleria chiusa sulle fronti ma con la struttura lignea in parte a vista, priva di un rincalzo di terreno di riporto. Un ulteriore retrostante struttura con doppia palizzata, riconducibile alla medesima progettazione e interpretabile come un camminamento, rendeva l entità dell ampiezza della costruzione di m 23 circa. Anche per il contesto in esame, come per quello di Colle Rotondo, sono state evidenziate attività di costante manutenzione degli elementi lignei. Una seconda fase, sempre pertinente all età del Ferro, ampliò la già considerevole opera difensiva. La seconda doppia palizzata, posta a sud, venne totalmente obliterata da un imponente terrapieno a scarpata e, calcolando la profondità dal primo fossato esterno a settentrione, portò l estensio- (Fig. 3c) la Dott.ssa W. Bailissi (ISCR). 13 Ortalli 2012. 37 ne dell opera difensiva a ben 80 metri e uno sviluppo verticale di almeno 6 metri. Questi dati, relativi a un grande centro protourbano sono certamente sovradimensionati rispetto alla struttura difensiva di Colle Rotondo, dove l ampiezza del sistema fossato/aggere doveva arrivare a circa 60 metri, con un alzato ipotetico di 5 metri. La morfologia degli abitati protostorici medio-tirrenici, del resto, grazie alla presenza di pianori tufacei scavati e quasi sempre già naturalmente difesi, consentiva una difendibilità già sufficientemente adeguata. Solo alcuni punti, nevralgici, andavano artificialmente rinforzati e difesi. Un altro terreno di confronto sono i contesti protostorici europei caratterizzati da cinte fortificate che difendono hill-forts e promontory-forts. Si tratta di varie tipologie di fortificazioni lignee 14, di cui sono state proposte anche interpretazioni non esclusivamente difensive 15 (Fig. 4c). Riferimenti bibliografici Alessandro Guidi Università degli Studi Roma Tre Dipartimento di Studi Umanistici alessandro.guidi@uniroma3.it Federico Nomi Università degli Studi Roma Tre Dipartimento di Studi Umanistici nomifederico@gmail.com Adamesteanu 1964: D. Adamesteanu, Contribution of the Archaeological Aerofototeca of the Ministry of Education to the solution of problems of ancient topography in Italy, in Tenth International Congress of Photogrammetry (Lisboa 1964), Firenze 1964. 14 Ralston 1994. 15 «dimostrazioni di prestigio e di status, specialmente da parte di coloro che controllavano le attività di costruzione, e il desiderio di provvedere alla costruzione di barriere fisiche per giurisdizioni sociali, rituali, economiche o politiche. Non solo le strutture architettoniche create da tali necessità potrebbero enfatizzare simbolicamente tali considerazioni astratte, ma così potrebbe fare anche il riconoscimento della mobilitazione implicito nella loro edificazione» (da Ralston 1994, p. 161).

COLLE ROTONDO (ANZIO, RM): UN AGGERE DIFENSIVO PROTOSTORICO CON ARMATURA LIGNEA Alessandro Guidi Federico Nomi Scienze dell Antichità 19.2-3 2013 Angle - Jaia 2007: M. Angle - A.M. Jaia, Colle Rotondo, in C. Belardelli - M. Angle - F. di Gennaro - F. Trucco, Repertorio dei siti protostorici del Lazio. Province di Roma, Viterbo e Frosinone, Firenze 2004, pp. 125-140. Barbaro 2010: B. Barbaro, Insediamenti, aree funerarie ed entità territoriali in Etruria meridionale nel Bronzo Finale, Borgo San Lorenzo (FI) 2010. Bietti Sestieri 1979: A.M. Bietti Sestieri (a cura di), Ricerca su una comunità del Lazio protostorico. Il sepolcreto di Osteria dell Osa sulla via Prenestina, Cat. della Mostra (Roma1979), Roma 1979. Cifani et al. 2013: G. Cifani - A. Guidi - A.M. Jaia - A. Cama - D. De Giovanni - E. Di Leo - F. Nomi - G. Peresso, Colle Rotondo (Anzio, Roma): le campagne di scavo del 2010 e del 2011, in G. Ghini - Z. Mari (a cura di), Lazio e Sabina 9, Atti del Nono Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina (Roma 2012), Roma 2013, pp. 371-383. di Gennaro 1991-92: F. di Gennaro, Insediamento e territorio, in Congresso l età del Bronzo in Italia nei secoli dal XVI al XIV a.c. (Viareggio 1989), (RassAPiomb, 10), Firenze 1991-92, pp. 197-205. di Gennaro - Barbaro 2008: F. di Gennaro - B. Barbaro, Tabella riassuntiva degli insediamenti dell età del bronzo in Etruria meridionale, in Preistoria e Protostoria in Etruria, Paesaggi reali e paesaggi mentali: ricerche e scavi, Atti dell Ottavo Incontro di Studi (Valentano-Pitigliano 2006), Milano 2008, pp. 129-150. Egidi - Guidi 2009: R. Egidi - A. Guidi, Anzio: saggi di scavo sul Vallo Volsco, in G. Ghini (a cura di), Lazio e Sabina 5, Atti del Quinto Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina (Roma 2007), Roma 2009, pp. 355-361. Fioravanti 1967: A. Fioravanti, La fotointerpretazione nella preistoria del lido di Lavinio, in Archeologia 40, 1967, pp. 306-309. Guaitoli 1984: M. Guaitoli, Urbanistica, in S. Quilici Gigli (a cura di), Archeologia Laziale VI, Sesto Incontro di Studio del Comitato per l Archeologia Laziale (Roma 1983) (QuadAEI, 8), Roma 1984, pp. 365-370. Guidi 1985: A. Guidi, An Application of Rank-Size Rule on middle Tyrrenian Area, in C. Malone - S. Stoddart (eds.), Papers in Italian Archaeology IV: the Cambridge Conference (Cambridge 1984) (BAR International Series, 243-246), Oxford 1985, pp. 217-242. Guidi 2012: A. Guidi, Attività di ricerca della cattedra di Paletnologia nel 2010, in R. Dolce - A. Frongia (a cura di), Quinterni 5, Giornata della ricerca 2010 (Roma 2011), Roma 2012, pp. 9-11. Guidi et al. 2011: A. Guidi - A.M. Jaia - G. Cifani, Nuove ricerche nel territorio di Colle Rotondo ad Anzio, in G. Ghini (a cura di), Lazio e Sabina 7, Atti del Settimo Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina (Roma 2010), Roma 2011, pp. 371-380. Jaia 2004: A.M. Jaia, I luoghi di culto del territorio di Anzio, in Lazio e Sabina 2, Atti del Secondo Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina (Roma 2003), Roma 2004, pp. 255-264. Quilici 1994: L. Quilici, Le fortificazioni ad aggere nel Lazio antico, in Ocnus 2, 1994, pp. 147-158. Quilici - Quilici Gigli 1984: L. Quilici - S. Quilici Gigli, Longula e Polusca, in S. Quilici Gigli (a cura di), Archeologia Laziale VI, Sesto Incontro di Studio del Comitato per l Archeologia Laziale (Roma 1983) (QuadAEI, 8), Roma 1984, pp. 107-132. Ralston 1994: I. Ralston, Fortificazioni celtiche dell età del Ferro in Europa, in Ocnus 2, 1994, pp. 159-180. Abstract Colle Rotondo is a plateaux between Ardea and Anzio, on the coastal area of Latium. From the Sixties it was possible to identify here a protohistoric and archaic settlement; in the Eighties a Recent Bronze Age graveyard, quite surely connected with the settlement, was found and excavated. while Lorenzo and Stefanella Quilici made an accurate survey of the site producing the first plans and sections of the two defensive ditches of the settlement. From 2009 the three Rome Universities work on the site. The excavations of 2010 and 2011 allowed to examinate more carefully the ditches. While the western one is of archaic age, the big eastern rampart, at the time of Quilici survey 3 or 5 meters higher, actually quite totally destroyed from quarries, revealed a protohistoric phase of Final Bronze Age - Early Iron Age, with a complex wood and earth structure here described and compared with other Italian and European archaeological sites. 38

Fig. 1 a. Aerofotogrammetrico con ubicazione delle aree e dei saggi di scavo delle campagne 2010-2012 (da Cifani et al. 2013, p. 371, fig. 1); b. pianta e sezione relative alle indagini degli anni 80 (da Quilici - Quilici Gigli 1984); c. foto anni 80 dell aggere esterno da est e da sud (da Quilici - Quilici Gigli 1984).

Fig. 2 a. Area 1, aeroripresa 2002; b. Area 1, aeroripresa 2006; c. Area 1, visione sud-nord ad apertura scavo 2009.

Fig. 3 a. Area 1, sez. nord a fine scavo 2010; b. Area 1, struttura in concotto e pali lignei; c. Area 1, fasi di restauro elementi lignei.

Fig. 4 a. Area 1, ricostruzione 3D della struttura in pali lignei; b. cinta di Piazza Azzarita (Bologna); c. modelli di strutture fortificate centro-europee.