RASSEGNA STAMPA Martedì 17 novembre 2015 Sommario: Rassegna Associativa 2 Rassegna Sangue e Emoderivati 4 Rassegna Medico-scientifica, politica sanitaria e terzo settore 8 Prime Pagine 18
Rassegna associativa FIDAS
IL PICCOLO (ed. Gorizia) Allarme dei donatori di sangue: Sempre meno a Ronchi RONCHI DEI LEGIONARI Un omaggio ai soci scomparsi. È quello che, nei giorni scorsi a Ronchi dei Legionari, ha visto protagonista la sezione dell'associazione donatori volontari del sangue. Non solo un ricordo di chi non c'è più, quello del direttivo guidato da Enzo Zuin, ma anche l'occasione per parlare della vita e del futuro del sodalizio. Zuin, infatti, nel suo intervento ha voluto ringraziare quanti si avvicinano al dono del sangue, in forma anonima, gratuita, volontaria e senza divergenze politiche o di religione e di razza, consapevoli del fatto che ciò va a vantaggio di coloro che ne hanno bisogno. «È auspicabile ha detto Zuin che tutti possano donare il sangue per un futuro migliore. Un sogno utopico, purtroppo, sarebbe quello di avere un donatore per ogni famiglia, almeno con una donazione all'anno. So bene che ciò appare impossibile, ma penso che il numero di donatori possa comunque essere maggiore». Da tempo, purtroppo, si assiste ad una crisi delle donazioni. La solidarietà rischia di sparire. Sopraffatta dagli impegni di ogni giorno, da altri interessi. Spesso dall egoismo. In questi ultimi anni il direttivo si è via via assottigliato, chi per età, chi per problemi di salute ed anche il presidente. Vinicio Pohlen, dopo vent anni di onorato servizio ha dovuto far mancare la sua collaborazione. «Ci servono persone, con nuove idee ha proseguito - con nuovi progetti, anche per migliorare la nostra presenza all'esterno. Sarebbe un vero peccato dover chiudere questa realtà proprio perché manca la collaborazione dei soci». La sede ronchese è in via delle Possessioni, nel rione di Selz ed è aperta al pubblico tutti i martedì, dalle 18 alle 19. I soci che aderiscono alla sezione dedicata a Pietro Pasqualetto sono complessivamente 640, ma di questi solo 300 sono attivi e, quindi, garantiscono l'approvvigionamento del preziosissimo liquido che può salvare numerose vite umane. (lu.pe.)
Rassegna sangue e emoderivati
CORRIERE DELLA SERA.IT Donazione sangue, sarà retribuito anche chi risulta non idoneo Decreto firmato dalla Lorenzin, che prevede lo stanziamento di 406mila euro all anno. La giornata lavorativa sara pagata anche a chi non ha i requisiti per il prelievo di Redazione Salute online EVIDENZIA ONOFF D ora in avanti anche chi, volendo donare il proprio sangue (o emocomponenti), risulti non idoneo avrà diritto alla retribuzione che spetta a chi effettivamente effettua il prelievo. Lo stabilisce un decreto interministeriale firmato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, per il quale sono stati stanziati 406mila euro all anno. Dunque l aspirante volontario (cui il medico del servizio trasfusionale abbia certificato la non idoneità alla donazione) si vedrà pagata, come gli altri, l intera giornata lavorativa e i contributi figurativi (ovvero i contributi non versati dal datore di lavoro né dal lavoratore, ma direttamente dall Inps). Un provvedimento, preso d intesa con il Ministero dell Economia, che vuole incentivare la donazione di sangue venendo incontro a quei cittadini che, pur ispirati dal valore della volontarietà e gratuità, vengano riconosciuti inidonei alla donazione (guarda i criteri per la donazione). Con questo decreto si conclude l iter previsto dall articolo 8, comma 2, della legge 21 ottobre 2005, n. 219, con cui sono disciplinate le modalità attraverso le quali i lavoratori dipendenti possono vedersi riconosciute la retribuzione e la contribuzione figurativa, nel caso in cui il medico del servizio trasfusionale certifichi la non idoneità alla donazione.
AGI.IT Salute: donazione sangue, saranno retribuiti anche i non idonei 17:28 16 NOV 2015 (AGI) - Roma, 16 nov. - Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha firmato un decreto interministeriale per garantire la retribuzione e la contribuzione figurativa anche a quei donatori di sangue e di emocomponenti ai quali il medico del servizio trasfusionale abbia certificato la non idoneita' alla donazione. Il provvedimento, preso d'intesa con il Mef, serve ad incentivare la promozione della donazione di sangue e per venire incontro a quei cittadini che, pur ispirati dal valore della volontarieta' e gratuita', vengano riconosciuti inidonei alla donazione. Si e' cosi concluso l'iter previsto dall'articolo 8, comma 2, della legge 21 ottobre 2005, n. 219, con cui sono disciplinate le modalita' attraverso le quali i lavoratori dipendenti, ovvero interessati dalle tipologie contrattuali di cui al decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, possono accedere alla garanzia a carico dello Stato che consente loro di vedersi riconosciuta la retribuzione e la contribuzione figurativa, nel caso in cui il medico del servizio trasfusionale certifichi la non idoneita' alla donazione. Per le finalita' del decreto sono stanziate risorse pari a 406 mila euro per anno. (AGI).
SIENAFREE.IT Chirurgia senza sangue: eccezionale intervento a Siena Lunedì 16 Novembre 2015 09:48 Complesso intervento al pancreas al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena durato 5 ore Per motivi religiosi il paziente rifiutava l'utilizzo di trasfusioni ed emoderivati Chirurgia senza sangue con complesso intervento al pancreas al policlinico Santa M a- ria alle Scotte di Siena. L'èquipe chirurgica del professor Franco Roviello, direttore UOC Chirurgia Oncologica, ha operato per 5 ore e senza la necessità di trasfusioni un giovane paziente che, per motivi religiosi, non accettava l utilizzo di emotrasfusioni. Il paziente spiega Roviello circa due anni fa, era stato operato in un altro ospedale italiano di una neoplasia del colon. Nell effettuare gli esami di controllo è stata individuata una ripresa della malattia locale che interessava la testa del pancreas. Vista la complessità dell'intervento, che poteva richiedere anche la necessità di emotrasfusioni, le altre strutture sanitarie a cui il paziente si è rivolto non hanno portato avanti il caso che è stato invece brillantemente risolto dalla nostra èquipe, in collaborazione con l'anestesia e tutto il personale della piastra operatoria. E' stato quindi effettuato un intervento chirurgico radicale con l asportazione della testa del pancreas; il paziente è stato dimesso dopo due settimane di degenza e non è stato mai sottoposto all'utilizzo di emoderivati. La chirurgia senza sangue aggiunge Roviello - rappresenta una frontiera avanzata della chirurgia generale ed il suo utilizzo, oltre che per necessità religiose, emerge sempre di più nella routine quotidiana. La necessita di avere un gruppo di persone ben addestrate a questo approccio è estremamente importante e delicato. L asportazione del pancreas è una procedura molto particolare che prevede una preparazione e dissezione anatomica molto delicata, in una zona dell organismo ricca di vasi e di strutture particolari facilmente sanguinanti.
Rassegna medico-scientifica e politica sanitaria
SCIENZE FANPAGE.IT Curare la fibrosi cistica grazie ad una terapia genetica aggiornata I ricercatori stanno studiando una terapia genetica utile a curare la fibrosi cistica che, per ora, risulta efficace dai primi test di laboratorio effettuati. 16 novembre 2015 19:58 di Zeina Ayache Una terapia genetica aggiornata potrebbe essere utilizzata per curare la fibrosi cistica, questo è quanto fanno sapere i ricercatori del Laboratory for Molecular Virology and Gene Therapy che sull'american Journal of Respiratory and Critical Care Medicine hanno pubblicato lo studio raav-cftr?r Rescues the Cystic Fibrosis Phenotype in Human Intestinal Organoids and CF Mice che dimostra come un trattamento già sperimentato in passato, ma migliorato, possa intervenire geneticamente sui pazienti affetti da fibrosi cistica. La fibrosi cistica, detta anche FC, è una malattia di tipo genetico che comporta una mutazione del gene CF che è responsabile della codifica di una proteina che funziona come canale per il cloro e che è detta CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane conductance Regulator). Nei pazienti affetti da FC vi è dunque un'anomalia nell'escrezione del cloro che porta invece alla secrezione i muco che finisce per ostruire i dotti principali al punto da provocare cirrosi epatica, infertilità, infezioni polmonari e insufficienza pancreatica, solo per citare i sintomi principali. Purtroppo non esiste una cura definitiva alla fibrosi cistica che può però essere monitorata e tenuta sotto controllo con farmaci specifici. La possibilità dunque che i ricercatori siano riusciti davvero a trovare un trattamento utile a sconfiggere la FC è fondamentale per i pazienti. Come spiega il professor Zeger Debyser, autore dello studio, in passato un farmaco simile era già stato sperimentato ma, purtroppo, non era efficace su tutti. Ultimamente, la terapia genetica è riuscita di inter venire con successo sull'emofilia e la cecità congenita e, per questo, i ricercatori hanno deciso di riesaminare il potenziale del vecchio farmaco. Sono così riusciti ad inserire il materiale genetico per i canali del cloro, codificati dal gene CFTR, dentro il genoma dei virus adeno-associati (AAV) ricombinanti utilizzati per inserire, nelle cellule malate, copie sane del gene CFTR. Per ora i test di laboratorio stanno dando risultati positivi, ma la strada per la somministrazione agli esseri umani è ancora lunga. Non vogliamo dare false speranze ai pazienti ha dichiarato lo stesso Debyser.
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