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1. Riferimenti normativi regionali 1.1 Deliberazione regionale n. 881 del 16 maggio 2014 di recepimento del DM 30125/09, come modificato dal DM n. 10346/11 e dal DM 15414/13, relativa alla Disciplina del regime di condizionalità nel territorio della Regione Autonoma FVG per l anno 2014 2.1 Riferimenti normativi regionali presenti nell allegato 1 della delibera sopraindicata e relativi al singolo atto. Atto A1 Direttiva 2009/147/CE del Consiglio concernente la conservazione degli uccelli selvatici Articolo 3 paragrafo 1, articolo 3 paragrafo 2, lettera b), articolo 4 paragrafi 1, 2 e 4 e articolo 5 lettere a), b) e d). DGR 1723/2006 recante Direttiva 92/43/CEE (CD Habitat), direttiva 79/409/CEE (CD Uccelli). Aggiornamento rete Natura 2000 pubblicata sul BUR n. 34 del 23 agosto 2006. DGR 1018/2007 recante LR 17/2006, art. 22, comma 2. Istituzione zona di protezione speciale Magredi di Pordenone. DGR 217/2007 recante Direttiva 79/409/CEE "uccelli" - Esecuzione sentenza di condanna della Corte di giustizia europea Individuazione Zona di protezione speciale IT3341002 "Aree carsiche della Venezia Giulia" e nuova perimetrazione della zona di Protezione speciale IT3321001 "Alpi Carniche". DGR 2203/2007 recante DPR 357/1997 - nuovi indirizzi applicativi in materia di valutazione di incidenza. LR 17/2006 artt. 22 e 23 Norme urgenti di salvaguardia della natura e della biodiversità e relative sanzioni pubblicata sul BUR n. 35 del 30 agosto 2006. LR 14/2007 Disposizioni per l'adempimento degli obblighi della Regione Friuli Venezia Giulia derivanti dall'appartenenza dell'italia alle Comunità europee. Attuazione degli articoli 4, 5 e 9 della direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici in conformità al parere motivato della Commissione delle Comunità europee C(2006) 2683 del 28 giugno 2006 e della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (Legge comunitaria 2006). LR 7/2008 Disposizioni per l adempimento degli obblighi della Regione Friuli Venezia Giulia derivanti dall appartenenza dell Italia alle Comunità europee. Attuazione delle direttive 2006/123/CE, 92/43/CEE, 79/409/CEE, 2006/54/CE e del regolamento (CE) n. 1083/2006 (Legge comunitaria 2007). Atto A3 Direttiva 86/278/CEE del Consiglio concernente la protezione dell ambiente, in particolare del suolo, nell utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura. Articolo 3. Decreto del Presidente della Regione 24 maggio 2010, n. 0108/Pres.: LR 17/2006, art. 19. Regolamento di attuazione dell articolo 19 della legge regionale 25 agosto 2006, n. 17 (Interventi in materia di risorse agricole, naturali, forestali e montagna e in materia di ambiente, pianificazione territoriale, caccia e pesca) recante il programma d azione della Regione Friuli Venezia Giulia per la Friuli Venezia Giulia 2 di 23

tutela ed il risanamento delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola per le Aziende localizzate in zone vulnerabili., pubblicato sul BUR n. 22 del 03/06/2010. Atto A4 Direttiva 91/676/CEE del Consiglio relativa alla protezione delle acque dall inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole. Articoli 4 e 5. DGR 1516 del 23/05/2003 designazione quale zona vulnerabile del comune di Montereale Valcellina, pubblicata sul BUR n. 27 del 02/07/2003. DGR 25 settembre 2008 n. 1920: D. lgs 152/2006, art. 92. Individuazione zone vulnerabili da nitrati di origine agricola. Approvazione definitiva di designazione quale zona vulnerabile da nitrati del bacino scolante della laguna di Marano e Grado, pubblicata sul S.O. n. 23 del 17 ottobre 2008 al BUR n. 42 del 15/10/2008; Decreto del Presidente della Regione 11 gennaio 2013, n. 03/Pres.: Regolamento recante la disciplina dell utilizzazione agronomica dei fertilizzanti azotati e del programma d azione nelle zone vulnerabili da nitrati, in attuazione dell articolo 20 della legge regionale 16/2008, dell articolo 3, comma 28 della legge regionale 24/2009 e dell articolo 19 della legge regionale 17/2006., pubblicato sul BUR n. 04 del 23/01/2013. Atto A5 Direttiva 92/43/CEE del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. Articolo 6 e articolo 13 paragrafo 1, lettera a). Aggiornamento rete Natura 2000 pubblicata sul BUR n. 34 del 23 agosto 2006. DGR 1018/2007 - LR 17/2006, art. 22, comma 2. Istituzione zona di protezione speciale Magredi di Pordenone. DGR 217/2007 - Direttiva 79/409/CEE "uccelli" - Esecuzione sentenza di condanna della Corte di giustizia europea Individuazione Zona di protezione speciale IT3341002 "Aree carsiche della Venezia Giulia" e nuova perimetrazione della zona di Protezione speciale IT3321001 "Alpi Carniche". DGR 2203/2007 - DPR 357/1997 - nuovi indirizzi applicativi in materia di valutazione di incidenza. LR 14/2007 Disposizioni per l'adempimento degli obblighi della Regione Friuli Venezia Giulia derivanti dall'appartenenza dell'italia alle Comunità europee. Attuazione degli articoli 4, 5 e 9 della Direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici in conformità al parere motivato della Commissione delle Comunità europee C(2006) 2683 del 28 giugno 2006 e della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (Legge comunitaria 2006). LR 7/2008 Disposizioni per l adempimento degli obblighi della Regione Friuli Venezia Giulia derivanti dall appartenenza dell Italia alle Comunità europee. Attuazione delle direttive 2006/123/CE, 92/43/CEE, 79/409/CEE, 2006/54/CE e del regolamento (CE) n. 1083/2006 (Legge comunitaria 2007). Atto A6 - Direttiva 2008/71/CE del Consiglio del 15 luglio 2008, relativa alla identificazione e alla registrazione dei suini. Articoli 3, 4 e 5. Friuli Venezia Giulia 3 di 23

Atto A7 - Regolamento (CE) n. 1760/2000 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un sistema di identificazione e registrazione dei bovini e relativo all etichettatura delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine e che abroga il regolamento (CE) n. 820/97. Articoli 4 e 7. Atto A8 - Regolamento (CE) n. 21/2004 del Consiglio del 17 dicembre 2003 che istituisce un sistema di identificazione e registrazione degli ovini e dei caprini e che modifica il regolamento (CE) n. 1782/2003 e le direttive 92/102/CEE e 64/432/CEE (GU L 5 del 9 gennaio 2004, pagina 8). Articoli 3, 4 e 5. Atto B9 - Direttiva 91/414/CEE del Consiglio concernente l immissione in commercio dei prodotti fitosanitari. Articolo 3. A decorrere dal 14 giugno 2011 il presente riferimento all art. 3 s intende fatto all art. 55 del Reg. CE 1107/09 (GUUE 24/11/2009 n. L309), il quale all art. 83 abroga la Direttiva 91/414/CEE. Atto B10 - Direttiva 96/22/CE del Consiglio, e successive modifiche apportate dalla direttiva 2003/74/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, concernente il divieto d'utilizzazione di talune sostanze ad azione ormonica, tireostatica e delle sostanze beta-agoniste nelle produzioni animali e abrogazione delle direttive 81/602/CEE, 88/146/CEE e 88/299/CEE. Articolo 3 lettere a), b), d), ed e), e articoli, 4, 5 e 7. Atto B11 Regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa le procedure nel campo della sicurezza alimentare. Articoli 14, 15, 17 (paragrafo 1)*, 18, 19 e 20. *attuato in particolare da: Articoli 2, 4 e 5 del Regolamento (CE) n. 2377/90 del Consiglio, che definisce una procedura comunitaria per la determinazione dei limiti massimi di residui di medicinali veterinari negli alimenti di origine animale, come confermati dall'art. 29 del Regolamento (CE) n. 470/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, che stabilisce procedure comunitarie per la determinazione di limiti di residui di sostanze farmacologicamente attive negli alimenti di origine animale, abroga il regolamento (CEE) n. Friuli Venezia Giulia 4 di 23

2377/90 del Consiglio e modifica la direttiva 2001/82/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e il Regolamento (CE) n. 726/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio; Regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 sull igiene dei prodotti alimentari (G.U.C.E. L139 del 30 aprile 2004): articolo 4, paragrafo 1, e allegato I parte A (cap. II, sez. 4 (lettere g), h) e j)), sez. 5 (lettere f) e h)) e sez. 6; cap. III, sez. 8 (lettere a), b), d) e e)) e sez. 9 (lettere a) e c))); Regolamento (CE) n. 853/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 sull igiene dei prodotti alimentari di origine animale (G.U.C.E. L139 del 30 aprile 2004): articolo 3, paragrafo 1 e allegato III, sezione IX, capitolo 1 (cap. I-1, lettere b), c), d) ed e); cap. I-2, lettera a) (punti i), ii) e iii)), lettera b) (punti i) e ii)) e lettera c); cap. I-3; cap. I-4; cap. I-5; cap. II-A paragrafi 1, 2, 3 e 4; cap. II-B 1(lettere a) e d)), paragrafi 2, 4 (lettere a) e b)) e allegato III, sezione X, capitolo 1, paragrafo 1); Regolamento (CE) n. 183/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 gennaio 2005 che stabilisce requisiti per l igiene dei mangimi (G.U.C.E. L 035 dell 8 febbraio 2005): articolo 5, paragrafo 1) e allegato I, parte A, (cap. I-4, lettere e) e g); cap. II-2, lettere a), b) e e)), articolo 5, paragrafo 5 e allegato III (cap. 1 e 2), articolo 5, paragrafo 6; Regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio, concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale e che modifica la direttiva 91/414/CEE del Consiglio (G.U.U.E. 16 marzo 2005, n. L 70): articolo 18. Atto B12 - Regolamento (CE) n. 999/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni per la prevenzione, il controllo e l'eradicazione di alcune encefalopatie spongiformi trasmissibili. Articoli 7, 11, 12, 13 e 15. Atto B13 - Direttiva 85/511/CEE del Consiglio concernente misure comunitarie di lotta contro l'afta epizootica, abrogata dalla direttiva 2003/85/CE del Consiglio, del 29 settembre 2003, relativa a misure comunitarie di lotta contro l'afta epizootica. Articolo 3. Atto B14 - Direttiva 92/119/CEE del Consiglio concernente l introduzione di misure generali di lotta contro alcune malattie degli animali nonché di misure specifiche per la malattia vescicolare dei suini. Articolo 3. Friuli Venezia Giulia 5 di 23

Atto B15 - Direttiva 2000/75/CE del Consiglio che stabilisce disposizioni specifiche relative alle misure di lotta e di eradicazione della febbre catarrale degli ovini. Articolo 3. Atto C16 Direttiva 2008/119/CE del Consiglio del 18 dicembre 2008 che stabilisce le norme minime per la protezione dei vitelli (Versione codificata). (G.U.U.E. 15 gennaio 2009, n. L 10) che abroga la Direttiva 91/629/CEE del Consiglio del 19 novembre 1991, che stabilisce le norme minime per la protezione dei vitelli. Articoli 3 e 4. Atto C17 Direttiva 2008/120/del Consiglio del 18 dicembre 2008 che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini (Versione codificata). (G.U.U.E. 18 febbraio 2009, n. L 47) che abroga la Direttiva 91/630/CEE del Consiglio del 19 novembre 1991, e successive modifiche, che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini. Articolo 3 e articolo 4. Atto C18 Direttiva 98/58/CE del Consiglio del 20 luglio 1998, riguardante la protezione degli animali negli allevamenti. Articolo 4. Friuli Venezia Giulia 6 di 23

CRITERI OBBLIGATORI DI GESTIONE ATTO A1 Direttiva 2009/147/CE Conservazione degli uccelli selvatici Articolo 3, paragrafo 1 e paragrafo 2, lettera b), Articolo 4, paragrafi 1, 2 e 4 Articolo 5, lettere a), b) e d) 1. IMPEGNI PREVISTI A LIVELLO NAZIONALE Le aziende agricole sono tenute al rispetto delle pertinenti disposizioni di cui agli articoli 3, 4 e 5 commi 1 e 2 nonché degli obblighi e divieti elencati all articolo 6 del Decreto del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 17 ottobre 2007 n.184 relativo alla Rete Natura 2000 Criteri minimi uniformi per la definizione delle misure di conservazione relative alle zone speciali di conservazione (ZSC) e a zone di protezione speciale (ZPS). La Circolare ACIU.2014.529 del 22.08.2014 indica che il presente Atto risulta conforme quando sono rispettati i seguenti impegni di natura agronomica: Terreni compresi nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS), facenti capo alla Rete Natura 2000: 1. superfici di cui alle lettere a) e b) del paragrafo 6 dell articolo 3 del DM 30125/2009 e smi; a. divieto di bruciatura delle stoppie e delle paglie su seminativi e foraggere a fine ciclo; 2. superfici di cui alla lettera c) del paragrafo 6 dell articolo 3 del DM 30125/2009 e smi; a. divieto di conversione ad altri usi delle superfici a pascolo permanente; 3. superfici di cui alla lettera b) del paragrafo 6 dell articolo 3 del DM 30125/2009 e smi; a. presenza di copertura vegetale naturale o artificiale durante tutto l anno; b. attuazione di pratiche agronomiche (sfalcio, trinciatura) con cadenza almeno annuale; c. attuazione del pascolamento (solo per le superfici ritirate volontariamente dalla produzione); d. rispetto del periodo di divieto di intervento di 150 giorni consecutivi, compreso tra il primo marzo ed il 31 luglio di ogni anno; 4. superfici di cui alla lettera f) del paragrafo 6 dell articolo 3 del DM 30125/2009 e smi: a. eliminazione dei terrazzamenti esistenti; b. divieto di esecuzione di livellamenti non autorizzati dagli enti preposti. Il vincolo aziendale, per quanto attiene al presente Atto, è limitato ai terreni compresi nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS), facenti capo alla Rete Natura 2000. Sarà inoltre verificata: 5. la presenza, all interno delle ZPS, di interventi strutturali ed altri interventi aziendali realizzati a partire dal 1 gennaio 2005, data di entrata in vigore dell Atto A1, o in corso di realizzazione, che rendano necessaria l autorizzazione da parte degli enti preposti e la valutazione d incidenza. Tutti i terreni, anche al di fuori delle Zone di Protezione Speciale (ZPS), facenti capo alla Rete Natura 2000. Friuli Venezia Giulia 7 di 23

Sarà soggetto a verifica il rispetto dei seguenti requisiti e divieti: 6. divieto di realizzazione di attività agricole o legate alla conduzione agricola dell azienda oppure svolte all interno dei terreni a disposizione dell azienda, che abbiano lo scopo deliberato di: a. uccidere gli uccelli selvatici, catturarli o disturbarli nel corso del periodo di riproduzione e ovideposizione; b. distruggere o danneggiare volontariamente nidi, uova, aree di riproduzione degli uccelli selvatici; c. catturare, uccidere o disturbare gli uccelli selvatici tramite avvelenamento; 7. divieto, all interno dei terreni aziendali, di inquinare o deteriorare volontariamentegli habitat degli uccelli selvatici o distruggerne i nidi o le uova tramite bruciatura di vegetazione, distruzione di siepi o formazioni agroforestali. N.B.: si considerano violazioni con effetti extra aziendali le infrazioni agli impegni 1 e 4 le cui conseguenze siano rilevabili anche all esterno dei terreni detenuti dall azienda stessa; in relazione alla determinazione delle non conformità per i requisiti e divieti evidenziati ai punti 6 e 7 degli elementi di verifica, sono espressamente escluse le conseguenze delle normali operazioni colturali e delle ordinarie attività di gestione operativa dell azienda agricola. 2. IMPEGNI PREVISTI A LIVELLO REGIONALE Le aziende agricole, con terreni che ricadono in zone di protezione speciale, sono tenute al rispetto degli impegni previsti dalla normativa regionale. Tali impegni sono indicati nel paragrafo 2.1, che segue, e nell allegato 1 delle presenti Istruzioni operative. 2.1 Impegni verificati da Organi di controllo incaricati dall Organismo Pagatore AGEA Gli impegni che l azienda agricola è tenuta a rispettare, verificati da Organi di controllo incaricati dall Organismo Pagatore AGEA, sono quelli previsti a livello nazionale come riportati nel paragrafo 1 e quelli di seguito indicati: 1. eliminazione degli elementi naturali e seminaturali caratteristici del paesaggio agrario con alta valenza ecologica individuati con deliberazione della Giunta regionale, previo parere della competente Commissione consiliare, e l'eliminazione dei terrazzamenti esistenti, delimitati a valle da muretti a secco ovvero da una scarpata inerbita, fatti salvi i casi autorizzati di rimodellamento dei terrazzamenti eseguiti allo scopo di assicurare una gestione economicamente sostenibile. Come previsto dalla L.R. n. 9 del 23 aprile 2007 il divieto non si applica per le attività volte al mantenimento e al recupero delle aree a vegetazione aperta, dei prati e dei pascoli effettuate a qualsiasi titolo in zona montana. Friuli Venezia Giulia 8 di 23

2.2. Determinazione dell infrazione Si ha violazione del presente Atto quando sia stata individuata una infrazione per almeno uno degli impegni richiamati al paragrafo 2.1: impegni di natura agronomica o sia stata rilevata l assenza o l incongruenza della valutazione d incidenza e/o dell autorizzazione degli interventi realizzati in azienda. Per quanto riguarda il calcolo delle riduzioni ed esclusioni applicabili a seguito del rilevamento di una infrazione agli impegni indicati per il presente Atto si rimanda a quanto definito dalla Circolare ACIU.2014.529 del 22.08.2014. Si evidenzia inoltre che, ai fini determinazione del calcolo delle riduzioni e delle esclusioni, potranno altresì essere considerate, con le modalità stabilite nel paragrafo 7 delle presenti Istruzioni operative, le segnalazioni di violazioni pervenute dagli Enti competenti in materia di ambiente, nonché le segnalazioni pervenute dagli Organi di Polizia giudiziaria ATTO A4 Direttiva 91/676/CEE Protezione delle acque dall inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole Articoli 4 e 5 1. IMPEGNI PREVISTI A LIVELLO NAZIONALE ED EVENTUALI DEROGHE In ottemperanza a quanto previsto dal titolo V del Decreto ministeriale 7 aprile 2006, si distinguono le seguenti tipologie d impegno a carico delle aziende agricole che abbiano a disposizione terreni compresi in tutto o in parte nelle Zone Vulnerabili da Nitrati: A. obblighi amministrativi; B. obblighi relativi allo stoccaggio degli effluenti; C. obblighi relativi al rispetto dei massimali previsti; D. divieti relativi all utilizzazione degli effluenti (spaziali e temporali). Al fine di stabilire gli obblighi amministrativi delle aziende, esse sono classificate in funzione della produzione di azoto al campo, calcolato in kg/anno in funzione del tipo di allevamento e della presenza media di capi di bestiame in stabulazione nell allevamento (cfr. Allegato 7 della Circolare ACIU.2014.529 del 22.08.2014). Per definire la presenza media annuale di capi in azienda sono presi in esame il tipo di allevamento, l organizzazione per cicli ed i periodi di assenza di capi in stabulazione (anche giornalieri). 2. IMPEGNI PREVISTI A LIVELLO REGIONALE A livello regionale le aziende agricole, che abbiano a disposizione terreni compresi in tutto o in parte nelle Zone Vulnerabili da Nitrati (ZVN), sono tenute al rispetto degli impegni indicati nel paragrafo 2.1, che segue, e nell allegato 1 della presenti Istruzioni operative. Friuli Venezia Giulia 9 di 23

2.1 Impegni verificati da Organi di controllo incaricati dall Organismo Pagatore AGEA Gli impegni che l azienda agricola è tenuta a rispettare e che sono verificati da Organi di controllo incaricati dall Organismo Pagatore AGEA sono quelli previsti a livello nazionale, riportati nel paragrafo 1, e i cui elementi di verifica sono definiti nella Circolare ACIU.2014.529 del 22.08.2014. 2.2 Determinazione dell infrazione Si ha violazione del presente Atto quando sia stata individuata una infrazione per almeno uno degli impegni previsti nel pagrafo 2.1. Per quanto riguarda il calcolo delle riduzioni ed esclusioni applicabili a seguito del rilevamento di una o più infrazioni agli impegni indicati per il presente Atto si rimanda a quanto definito dalla Circolare ACIU.2014.529 del 22.08.2014. Si evidenzia inoltre che, ai fini determinazione del calcolo delle riduzioni e delle esclusioni, potranno altresì essere considerate, con le modalità stabilite nel paragrafo 7 della presente Istruzioni operative, le segnalazioni di violazioni pervenute dagli Enti competenti in materia di ambiente, nonché le segnalazioni pervenute dagli Organi di Polizia giudiziaria ATTO A5 Direttiva 92/43/CEE Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche Rete NATURA 2000 Articolo 6 e articolo 13 paragrafo 1, lettera a) 1. IMPEGNI PREVISTI A LIVELLO NAZIONALE Le aziende agricole sono tenute al rispetto delle pertinenti disposizioni di cui all articolo 2 del Decreto del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 17 ottobre 2007 n.184 relativo alla Rete Natura 2000 Criteri minimi uniformi per la definizione delle misure di conservazione relative alle zone speciali di conservazione (ZSC) e a zone di protezione speciale (ZPS) e successive modifiche ed integrazioni e le disposizioni di cui all art. 5 del DPR 8 settembre 1997, n. 357. La Circolare ACIU.2014.529 del 22.08.2014 indica che il presente Atto risulta conforme quando sono rispettati i seguenti impegni di natura agronomica: Terreni compresi nei Siti di Interesse Comunitario (SIC), facenti capo alla Rete Natura 2000. 1. superfici di cui alle lettere a) e b) del paragrafo 6 dell articolo 3 del DM 30125/2009 e smi; divieto di bruciatura delle stoppie e delle paglie su seminativi; 2. superfici di cui alla lettera c) del paragrafo 6 dell articolo 3 del DM 30125/2009 e smi; divieto di conversione ad altri usi delle superfici a pascolo permanente; 3. superfici di cui alla lettera b) del paragrafo 6 dell articolo 3 del DM 30125/2009 e smi; presenza di copertura vegetale naturale o artificiale durante tutto l anno; attuazione di pratiche agronomiche (sfalcio, trinciatura) con cadenza almeno annuale; Friuli Venezia Giulia 10 di 23

attuazione del pascolamento (solo per le superfici ritirate volontariamente dalla produzione); rispetto del periodo di divieto di intervento di 150 giorni consecutivi, compreso tra il primo marzo ed il 31 luglio di ogni anno; 4. superfici di cui alla lettera f) del paragrafo 6 dell articolo 3 del DM 30125/2009 e smi: divieto di eliminazione dei terrazzamenti esistenti; divieto di esecuzione di livellamenti non autorizzati dagli enti preposti. Il vincolo aziendale, per quanto attiene al presente Atto, è limitato ai terreni compresi nei Siti di Importanza Comunitaria (SIC), facenti capo alla Rete Natura 2000. Sarà inoltre verificata: 5. la presenza, all interno dei Siti Natura 2000, di interventi strutturali ed altri interventi aziendali realizzati a partire dal 1 gennaio 2005, data di entrata in vigore dell Atto A5, o in corso di realizzazione, che rendano necessaria l autorizzazione da parte degli enti preposti e la valutazione d incidenza. Tutti i terreni, anche al di fuori dei Siti di Interesse Comunitario (SIC), facenti capo alla Rete Natura 2000. Sarà soggetto a verifica il rispetto dei seguenti requisiti e divieti: 6. Divieto di realizzazione di attività agricole o legate alla conduzione agricola dell azienda oppure svolte all interno dei terreni a disposizione dell azienda, che abbiano lo scopo deliberato di tagliare, estirpare o distruggere piante selvatiche protette. N.B.: si considerano violazioni con effetti extra aziendali le infrazioni agli impegni 1 e 4 le cui conseguenze siano rilevabili anche all esterno dei terreni detenuti dall azienda stessa; in relazione alla determinazione delle non conformità per i requisiti e divieti evidenziati al punto 6 degli elementi di verifica, sono espressamente escluse le conseguenze delle normali operazioni colturali e delle ordinarie attività di gestione operativa dell azienda agricola. 2. IMPEGNI PREVISTI A LIVELLO REGIONALE Le aziende agricole, con terreni che ricadono nei siti di importanza comunitaria, sono tenute al rispetto degli impegni previsti dalla normativa regionale. Tali impegni sono indicati nel paragrafo 2.1, che segue, e nell allegato 1 della presenti Istruzioni operative. 2.1. Impegni verificati da Organi di controllo incaricati dall Organismo Pagatore AGEA A livello regionale il presente Atto prevede il rispetto degli impegni indicati dalla normativa nazionale al paragrafo 1, e degli impegni aggiuntivi di seguito riportati. Detti impegni sono verificati da Organi di controllo incaricati dall Organismo Pagatore AGEA. 2.2. Deroghe previste a livello regionale Friuli Venezia Giulia 11 di 23

A livello regionale, ai sensi dell art. 9 della LR 7/2008, sui terreni ritirati dalla produzione interessati da interventi di ripristino di habitat e biotopi, in deroga all'obbligo della presenza di una copertura vegetale, naturale o artificiale, sono ammesse lavorazioni meccaniche durante tutto l'anno. 2.3 Determinazione dell infrazione Si ha violazione del presente Atto quando sia stata individuata una infrazione per almeno uno degli impegni stabiliti e applicabili all azienda agricola. Per quanto riguarda il calcolo delle riduzioni ed esclusioni applicabili a seguito del rilevamento di una o più infrazioni agli impegni indicati per il presente Atto si rimanda a quanto definito dalla Circolare ACIU.2014.529 del 22.08.2014. Si evidenzia inoltre, che ai fini determinazione del calcolo delle riduzioni e delle esclusioni, potranno altresì essere considerate, con le modalità stabilite nel paragrafo 7 delli Istruzioni operative, le segnalazioni di violazioni pervenute dagli Enti competenti in materia di ambiente, nonché le segnalazioni pervenute dagli Organi di Polizia giudiziaria Friuli Venezia Giulia 12 di 23

BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI Standard 4.6: Densità di bestiame minime e/o regimi adeguati 1. APPLICABILITA Il presente standard si applica al pascolo permanente (superfici di cui alla lettera c) dell articolo 3 comma 6 del DM 30125/2009 e s.m.i.). 2. DESCRIZIONE DELLO STANDARD E DEGLI IMPEGNI Al fine di assicurare un livello minimo di mantenimento dei terreni ed evitare il deterioramento dell habitat, tutte le superfici a pascolo permanente sono soggette al rispetto della densità di bestiame da pascolo per ettaro di superficie pascolata. 3. IMPEGNI PREVISTI A LIVELLO NAZIONALE 3.1 Descrizione degli impegni applicabili Il presente standard prevede il rispetto della densità di bestiame da pascolo per ettaro di superficie pascolata: carico massimo non superiore a 4 UBA/Ha anno, carico minimo non può essere inferiore a 0,2 UBA/Ha anno. Il numero di UBA presenti è calcolato in base ad un valore medio annuo di presenza dei capi in azienda. Il bestiame da considerare per il calcolo della densità minima e massima è quello da pascolo: bovini, bufalini, ovicaprini, equini. È possibile il pascolamento di animali di terzi, purché dichiarato da parte dell azienda detentrice del pascolo, che deve indicare gli elementi identificativi del o degli allevamenti interessati. La verifica di questo impegno aziendale può avvenire anche attraverso controlli di tipo amministrativo. 3.2 Descrizione delle deroghe Nel caso di interventi agronomici e/o impegni, diversi da quelli del presente standard, ove previsti dal Reg. CE 1122/09. 4. IMPEGNI PREVISTI A LIVELLO REGIONALE Le aziende agricole sono tenute al rispetto di impegni previsti dalla normativa regionale. Tali impegni sono indicati nel paragrafo 4.1, che segue. 4.1 Descrizione degli impegni verificati da Organi di controllo incaricati dall Organismo Pagatore AGEA Di seguito sono riportati gli impegni che le aziende agricole sono tenute a rispettare e che sono verificati da Organi di controllo incaricati dall Organismo Pagatore AGEA. Friuli Venezia Giulia 13 di 23

Il presente standard prescrive il rispetto della densità di bestiame da pascolo per ettaro di superficie pascolata; il carico massimo non può essere superiore a 4 UBA/Ha anno, mentre il carico minimo non può essere inferiore a 0,2 UBA/Ha anno. Per le superfici a prato permanente o a prato pascolo in alternativa al pascolamento il rispetto dello standard è garantito dalla pratica di almeno uno sfalcio all anno. 4.2. Descrizione delle deroghe Le deroghe al presente standard sono ammesse nel caso di interventi agronomici e/o impegni, diversi da quelli del presente standard, ove previsti dal regolamento (CE) n.1122/09. 4.3. Determinazione dell infrazione Si ha violazione al presente Standard nel caso sia rilevata almeno una non conformità agli impegni precedentemente indicati. Le violazioni al presente Standard concorreranno alla determinazione dell infrazione alla Norma 4. Per quanto riguarda l applicazione del sistema di calcolo delle riduzioni ed esclusioni si rimanda a quanto indicato dalla Circolare ACIU.2014.529 del 22.08.2014. Si evidenzia inoltre, che ai fini determinazione del calcolo delle riduzioni e delle esclusioni, potranno altresì essere considerate, con le modalità stabilite nel paragrafo 7 delle presenti Istruzioni operative, le segnalazioni di violazioni pervenute dagli Enti competenti in materia di ambiente, nonché le segnalazioni pervenute dagli Organi di Polizia giudiziaria. Standard 5.2: Introduzione di fasce tampone lungo i corsi d acqua 1. APPLICABILITA Ambito di applicazione: Il presente standard si applica a tutte le superfici (superfici di cui alla lettera f) dell articolo 3 comma 6 del DM 30125/2009 e s.m.i.). Normativa di riferimento: Decreto 7 aprile 2006; D.lgs 152/2006 s. m. i.; D.M. 16/06/2008 n. 131 Decreto 17 luglio 2009 D.M. 8/11/2010, n. 260 2. DESCRIZIONE DELLO STANDARD Friuli Venezia Giulia 14 di 23

Al fine di proteggere le acque superficiali e sotterranee dall inquinamento derivante dalle attività agricole, il DM 30125/20199 e ss.mm.ii per il presente standard prevede: - il rispetto di determinate condizioni per l esecuzione degli interventi di fertilizzazione organica e inorganica sul terreno adiacente ai corsi d acqua; - la costituzione/non eliminazione di una fascia stabilmente inerbita spontanea o seminata di larghezza pari a 5 metri, che può ricomprendere anche specie arboree o arbustive qualora presenti, adiacente ai corpi idrici superficiali di torrenti, fiumi o canali. Tale fascia è definita fascia inerbita. Pertanto il presente standard stabilisce i seguenti impegni: a) Divieto di fertilizzazioni E vietato applicare fertilizzanti inorganici entro cinque metri dai corsi d acqua. L utilizzo dei letami e dei materiali ad esso assimilati, nonché dei concimi azotati e degli ammendanti organici, è soggetto a quanto stabilito dall art. 22 del DM 7 aprile 2006; l uso dei liquami è soggetto a quanto stabilito dall art. 23 del DM 7 aprile 2006. La eventuale inosservanza del divieto in questione costituendo al contempo violazione dell atto A4 e, in caso di adesione ai contratti agroambientali per i pagamenti di cui all'articolo 36, lettera a), punto iv), del il Requisito Minimo dei Fertilizzanti., viene considerata un unica infrazione. Le deiezioni di animali al pascolo o bradi non costituiscono violazione al presente impegno b) Costituzione/non eliminazione di fascia inerbita Nel caso di assenza della fascia inerbita in corrispondenza dei corpi idrici superficiali di torrenti, fiumi o canali, l agricoltore è tenuto alla sua costituzione. I corpi idrici soggetti al presente vincolo sono quelli individuati ai sensi del D. Lgs. 152/2006, i cui aspetti metodologici di dettaglio sono definiti nel DM 131/2008 e nel D.M. 8/11/2010, n. 260. L ampiezza della fascia inerbita viene misurata prendendo come riferimento il ciglio di sponda; i 5 metri di larghezza previsti devono considerarsi al netto della superficie eventualmente occupata da strade, eccetto i casi di inerbimento, anche parziale, delle stesse. Ai fini del presente standard, si intende per: Ciglio di sponda : il punto della sponda dell alveo inciso (o alveo attivo) a quota più elevata; Alveo inciso : porzione della regione fluviale associata a un corso d'acqua compresa tra le sponde dello stesso, sede normalmente del deflusso di portate inferiori alle piene esondanti. sponda : alveo di scorrimento non sommerso. Friuli Venezia Giulia 15 di 23

Argine : rilevati di diverse tipologie costruttive, generalmente in terra, che servono a contenere le acque onde impedire che dilaghino nei terreni circostanti più bassi. Sono esclusi gli elementi di seguito indicati e descritti. Scoline e fossi collettori (fossi situati lungo i campi coltivati per la raccolta dell acqua in eccesso) ed altre strutture idrauliche artificiali, prive di acqua propria e destinate alla raccolta e al convogliamento di acque meteoriche, presenti temporaneamente. Adduttori d acqua per l irrigazione: rappresentati dai corpi idrici, le cui acque sono destinate soltanto ai campi coltivati. Pensili: corpi idrici in cui la quota del fondo risulta superiore rispetto al campo coltivato. Corpi idrici provvisti di argini rialzati rispetto al campo coltivato che determinano una barriera tra il campo e l acqua. Sulla superficie occupata dalla fascia inerbita è vietato effettuare le lavorazioni, escluse quelle propedeutiche alla capacità filtrante della fascia inerbita esistente. Sono escluse tutte le lavorazioni che eliminano, anche temporaneamente, il cotico erboso, con eccezione per le operazioni di eliminazione di formazioni arbustive o arboree, le quali vanno condotte con il minimo disturbo del cotico; in ogni caso, è fatto salvo il rispetto della normativa vigente in materia di opere idrauliche e regime delle acque e delle relative autorizzazioni, nonché della normativa ambientale e forestale Si precisa che gli impianti arborei coltivati a fini produttivi e/o ambientali preesistenti alla data di entrata in vigore del presente provvedimento e ricompresi in una fascia tampone, così come sopra descritta, sono considerati parte integrante della fascia stessa. Intervento delle Regioni e delle Province Autonome Le Regioni e Province autonome, a norma dell articolo 22 comma 1 del DM n.30125/2009 e ss.mm.ii, con propri provvedimenti stabiliscono quanto segue: per l impegno a): relativamente all utilizzo dei letami e dei materiali ad essi assimilati, dei concimi azotati, degli ammendanti organici nonché dei liquami, i corsi d acqua ai quali si applica l impegno coerentemente con quanto disposto dai relativi programmi d azione di cui al decreto 7 aprile 2006. In assenza di programmi d azione, ci si riferisce al piano di tutela delle acque; relativamente al divieto di fertilizzazione inorganica: si intende rispettato con limite di tre metri, in presenza di frutteti e vigneti inerbiti di produzione integrata o biologica; si considera assolto nel caso in cui, in presenza di frutteti e vigneti inerbiti di produzione integrata o biologica, si utilizzi la fertirrigazione con micro-portata di erogazione; per l impegno b) relativamente all ampiezza della fascia inerbita questa potrà variare in funzione dello stato ecologico e/o chimico associato ai corpi idrici superficiali monitorati di torrenti, fiumi o canali, definito nell ambito del Piano di gestione del distretto idrografico di appartenenza comunicato dalla autorità competente al sistema Europeo WISE ai sensi del DM del MATTM del 17 luglio 2009 (Individuazione delle informazioni territoriali e modalità per la raccolta, lo scambio e Friuli Venezia Giulia 16 di 23

l utilizzazione dei dati necessari alla predisposizione dei rapporti conoscitivi sullo stato di attuazione degli obblighi comunitari e nazionali in materia di acque). Le possibili classi di stato sono: stato ecologico: ottimo/elevato, buono, sufficiente, scarso/scadente e pessimo/cattivo ; stato chimico: buono, non buono. Sulla base dello stato ecologico e/o chimico associato ai corpi idrici superficiali l impegno b) relativo all ampiezza della fascia inerbita può: considerarsi assolto nel caso in cui lo stato ecologico del corpo idrico superficiale interessato sia di grado ottimo/elevato e lo stato chimico sia buono o non definito; ridursi fino a tre metri nel caso in cui lo stato ecologico del corpo idrico superficiale interessato sia di grado sufficiente o buono lo stato chimico sia buono o non definito. In tutti gli altri casi, si applica il vincolo maggiore pari ad un ampiezza della fascia inerbita di 5 metri. Nel caso di assenza della suddetta classificazione, ma in presenza della precedente classificazione, basata sullo stato complessivo del corpo idrico, così come definito nell ambito del Piano di gestione del distretto idrografico di appartenenza, e nella fase di aggiornamento dei criteri di classificazione, le ampiezze della fascia inerbita sono così definite; 5 metri in presenza di stato complessivo scarso o cattivo ; 3 metri in presenza di stato complessivo buono o sufficiente ; impegno della fascia inerbita è assolto in caso di stato complessivo elevato. L informazione della classificazione sopra descritta, ossia l informazione sull ampiezza della fascia inerbita da realizzare/non eliminare, deve essere assicurata a livello di singola azienda agricola per garantire l effettiva controllabilità del requisito. L'informazione della classificazione sopra descritta, ossia l informazione sull ampiezza della fascia inerbita da realizzare/non eliminare, deve essere fornita dalle Regioni e Province Autonome agli Organismi Pagatori competenti per territorio ed ad AGEA Coordinamento entro il 31 dicembre 2013 a livello di singola azienda agricola per garantire l effettiva controllabilità del requisito. A norma dell articolo 22, comma 3 del DM 30125/2009 e ss.mm.ii., in assenza dei provvedimenti delle Regioni e Province Autonome vigono gli impegni descritti ai punti a) e b) del presente standard, fissati dallo stesso DM. In assenza dei provvedimenti delle Regioni e Province Autonome In assenza dei provvedimenti delle Regioni e Province Autonome, a norma dell articolo 22, comma 3 del DM n.30125/2009 e ss.mm.ii, vige lo standard con gli impegni fissati dallo stesso decreto: a) Divieto di fertilizzazioni è vietato applicare fertilizzanti inorganici entro cinque metri dai corsi d acqua; l utilizzo dei letami e dei materiali ad esso assimilati, nonché dei concimi azotati e degli ammendanti organici, è soggetto a quanto stabilito dall art. 22 del DM 7 aprile 2006; l uso dei liquami è soggetto a quanto stabilito dall art. 23 del DM 7 aprile 2006. Friuli Venezia Giulia 17 di 23

La eventuale inosservanza del divieto in questione viene considerata un unica infrazione costituendo al contempo violazione dell atto A4 e, in caso di adesione ai contratti agroambientali per i pagamenti di cui all'articolo 36, lettera a), punto iv), del Requisito Minimo dei Fertilizzanti. Le deiezioni di animali al pascolo o bradi non costituiscono violazione al presente impegno b) Costituzione/non eliminazione di fascia inerbita nel caso di assenza della fascia inerbita in corrispondenza dei corpi idrici superficiali di torrenti, fiumi o canali, l agricoltore è tenuto alla sua costituzione. I corpi idrici soggetti al presente vincolo sono quelli individuati ai sensi del D. Lgs. 152/2006, i cui aspetti metodologici di dettaglio sono definiti nel DM 131/2008 e nel D.M. 8/11/2010, n. 260. l ampiezza della fascia inerbita viene misurata prendendo come riferimento il ciglio di sponda; i 5 metri di larghezza previsti devono considerarsi al netto della superficie eventualmente occupata da strade, eccetto i casi di inerbimento, anche parziale, delle stesse. Nei casi in cui le Regioni non abbiano individuato con proprio provvedimento i corpi idrici ai sensi del D. Lgs. 152/2006, includendo eventualmente le indicazioni delle Autorità di Bacino competenti per il loro territorio, i corpi idrici a cui si applica l impegno b) sono quelli evidenziati e trasmessi al WISE, Water Information System of Europe (http://water.europa.eu/) ai sensi del DM del MATTM del 17 luglio 2009 (Individuazione delle informazioni territoriali e modalità per la raccolta, lo scambio e l utilizzazione dei dati necessari alla predisposizione dei rapporti conoscitivi sullo stato di attuazione degli obblighi comunitari e nazionali in materia di acque). Deroghe Il DM n.30125/2009 e ss.mm.ii, relativamente alle deroghe per il presente standard prescrive quanto segue: la deroga agli impegni a) e b) è ammessa nel caso: di risaie; dei corsi d acqua effimeri ed episodici ai sensi del D.M. 16/06/2008 n. 131, come caratterizzati dalle Regioni e Provincie Autonome nelle relative norme e documenti di recepimento. la deroga all impegno b) è ammessa nei seguenti casi: 1. particelle agricole ricadenti in "aree montane" come da classificazione ai sensi della Direttiva CEE 268/75 del 28 aprile 1975 e s.m.i.; 2. terreni stabilmente inerbiti per l intero anno solare; 3. oliveti (superfici di cui alla lettera d) articolo 3 comma 6 del presente decreto; 4. pascolo permanente (superfici di cui alla lettera c) articolo 3 comma 6 del presente decreto. 3. IMPEGNI PREVISTI A LIVELLO NAZIONALE 3.1 Descrizione degli impegni applicabili a livello di singola azienda Friuli Venezia Giulia 18 di 23

A norma dell articolo 22, comma 3 del DM 30125/2009 e s.m.i., in assenza dei provvedimenti delle Regioni e Province Autonome vigono gli impegni descritti ai punti a) e b) del presente standard, fissati dallo stesso DM. Nei casi in cui le Regioni non abbiano individuato con proprio provvedimento i corpi idrici ai sensi del D. Lgs. 152/2006, includendo eventualmente le indicazioni delle Autorità di Bacino competenti per il loro territorio, i corpi idrici a cui si applica l impegno b) sono quelli evidenziati e trasmessi al WISE, Water Information System of Europe (http://water.europa.eu/) ai sensi del DM del MATTM del 17 luglio 2009 (Individuazione delle informazioni territoriali e modalità per la raccolta, lo scambio e l utilizzazione dei dati necessari alla predisposizione dei rapporti conoscitivi sullo stato di attuazione degli obblighi comunitari e nazionali in materia di acque). Qui di seguito si riassumono gli impegni applicabili: 1. Impegno a) Operazioni di fertilizzazione È vietato applicare fertilizzanti di qualsiasi natura sulla fascia tampone, compresi gli effluenti zootecnici palabili o non palabili, salvo i casi stabiliti nei provvedimenti delle Regioni e Province autonome. 2. Impegno b) Lavorazioni ammesse sulla fascia tampone Nel caso di fascia tampone naturale o semi-naturale, nessuna lavorazione del terreno è ammessa. Nel caso in cui sia già presente una copertura erbosa, sono escluse tutte le lavorazioni profonde o che prevedono il rovesciamento della zolla. Sono ammesse le sole lavorazioni leggere connesse alla gestione dello sgrondo delle acque (come ad esempio erpicature con erpici a denti). In ogni caso non è ammessa la distruzione del cotico erboso. 3.2 Descrizioni delle deroghe La deroga agli impegni a) e b) è ammessa nel caso di risaie e nel caso dei corsi d acqua effimeri ed episodici ai sensi del D.M. 16/06/2008 n. 131, come caratterizzati dalle Regioni e Provincie Autonome nelle relative norme e documenti di recepimento. La deroga all impegno b) è ammessa nei seguenti casi: 1. particelle agricole ricadenti in "aree montane" come da classificazione ai sensi della Direttiva CEE 268/75 del 28 aprile 1975 e s.m.i.; 2. terreni stabilmente inerbiti per l intero anno solare; 3. oliveti (superfici di cui alla lettera d) articolo 3 comma 6 del DM 30125/2009 e s.m.i.; 4. pascolo permanente (superfici di cui alla lettera c) articolo 3 comma 6 del DM 30125/2009 e s.m.i.. 4. IMPEGNI PREVISTI A LIVELLO REGIONALE ED EVENTUALI DEROGHE Le aziende agricole sono tenute al rispetto degli impegni previsti dalla normativa regionale. Tali impegni sono indicati nel paragrafo 4.1, che segue. 4.1 Descrizione degli impegni verificati da Organi di controllo incaricati dall Organismo Pagatore AGEA Friuli Venezia Giulia 19 di 23

Gli impegni che le aziende agricole sono tenute a rispettare a livello regionale e che sono verificati da Organi di controllo incaricati dall Organismo Pagatore AGEA sono di seguito riportati. Il presente standard stabilisce i seguenti impegni: a) Divieti di fertilizzazioni è vietato applicare fertilizzanti inorganici entro cinque metri dai corsi d acqua; in presenza di colture permanenti inerbite di produzione integrata o biologica, l impegno si intende rispettato con limite di 3 metri; se alle colture permanenti inerbite di produzione integrata o biologica viene abbinata la fertirrigazione con micro-portata di erogazione, l impegno si considera assolto; l utilizzo dei letami e dei materiali ad esso assimilati, nonché dei concimi azotati e degli ammendanti organici è soggetto - sia all interno sia all esterno delle zone vulnerabili da nitrati - ai limiti spaziali stabiliti dal programma d azione obbligatorio per la tutela e il risanamento delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola nelle zone vulnerabili, art. 18 del Decreto del Presidente della Regione 11 gennaio 2013, n. 03/Pres.; l utilizzazione è pertanto vietata: i. entro 10 metri di distanza dalle sponde dei corsi d acqua superficiali significativi individuati dall allegato E del DPR 11 gennaio 2013 n. 3/Pres; ii. entro 5 metri di distanza dalle sponde dei restanti corsi d acqua superficiali; iii. in golena, entro gli argini; tale divieto non si applica quando i letami, i concimi azotati o gli ammendanti organici sono distribuiti nel periodo di magra e sono interrati entro il giorno successivo allo spandimento; l utilizzo dei liquami è soggetto - sia all interno sia all esterno delle zone vulnerabili da nitrati - ai limiti spaziali stabiliti dal programma d azione obbligatorio per la tutela e il risanamento delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola nelle zone vulnerabili, art. 19 del Decreto del Presidente della Regione 11 gennaio 2013, n. 03/Pres.; l utilizzo è pertanto vietato: i. entro 10 metri di distanza dalle sponde dei corsi d acqua superficiali; ii. in golena, entro gli argini; tale divieto non si applica quando i liquami sono distribuiti nel periodo di magra e sono interrati entro il giorno successivo allo spandimento; La eventuale inosservanza del divieto in questione viene considerata un unica infrazione, nonostante costituisca violazione anche dell atto A4 e, in caso di adesione ai contratti agroambientali per i pagamenti di cui all art. 36, lettera a), punto iv) del Requisito Minimo dei Fertilizzanti. Le deiezioni di animali al pascolo o bradi non costituiscono una violazione del presente impegno. b) Costituzione/non eliminazione di fascia inerbita Nel caso di assenza della fascia inerbita in corrispondenza dei corpi idrici superficiali di torrenti, fiumi o canali, l agricoltore è tenuto alla sua costituzione. Sulla superficie occupata dalla fascia inerbita è vietato effettuare lavorazioni, escluse quelle propedeutiche alla capacità filtrante della fascia inerbita esistente. Sono escluse tutte le lavorazioni che eliminano, anche temporaneamente, il cotico erboso, con eccezione per le operazioni di eliminazione di formazioni arbustive o arboree, le quali vanno condotte con il minimo disturbo del Friuli Venezia Giulia 20 di 23

cotico; in ogni caso, è fatto salvo il rispetto della normativa vigente in materia di opere idrauliche e regime delle acque e delle relative autorizzazioni, nonché della normativa ambientale e forestale. Si precisa che gli impianti arborei coltivati a fini produttivi e/o ambientali preesistenti alla data di entrata in vigore del presente provvedimento e ricompresi in una fascia inerbita, così come sopra descritta, sono considerati parte integrante della fascia stessa, ma non sono soggetti agli impegni descritti nel presente Standard. L ampiezza della fascia inerbita viene misurata prendendo come riferimento il ciglio di sponda; i metri di larghezza previsti devono considerarsi al netto della superficie eventualmente occupata da strade, eccetto i casi di inerbimento, anche parziale, delle stesse. Ai fini del presente Standard, si intende per: Ciglio di sponda : il punto della sponda dell alveo inciso (o alveo attivo) a quota più elevata; Alveo inciso : porzione della regione fluviale associata a un corso d'acqua compresa tra le sponde dello stesso, sede normalmente del deflusso di portate inferiori alle piene esondanti; Sponda : alveo di scorrimento non sommerso; Argine : rilevato di diverse tipologie costruttive, generalmente in terra, che serve a contenere le acque onde impedire che dilaghino nei terreni circostanti più bassi. I corpi idrici soggetti al presente vincolo sono quelli superficiali di torrenti, fiumi o canali individuati e monitorati ai sensi del D. Lgs. 152/2006 - e dei DM 131/2008 e DM 8/11/2010 n. 260 per gli aspetti metodologici di dettaglio - nell ambito del progetto di Piano regionale di tutela delle acque adottato con DGR 15 novembre 2012 n 2000 e riportati nei relativi elaborati. La ricognizione ambientale condotta da ARPA FVG nell ambito del progetto di Piano regionale di tutela delle acque è la stessa del Piano di gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali e viene comunicata al sistema europeo WISE, ai sensi del DM del MATTM del 17 luglio 2009 (Individuazione delle informazioni territoriali e modalità per la raccolta, lo scambio e l utilizzazione dei dati necessari alla predisposizione dei rapporti conoscitivi sullo stato di attuazione degli obblighi comunitari e nazionali in materia di acque). I corpi idrici superficiali di torrenti, fiumi o canali cui fare riferimento sono quelli indicati nell allegato 2 - Analisi conoscitiva, Tabella 11 - Elenco dei corpi idrici individuati per la categoria "corsi d'acqua" e Tabella 15 - Corpi idrici artificiali. L esito del monitoraggio condotto da ARPA FVG è riportato nell allegato 2 - Analisi conoscitiva, tabella 189 - Risultati per corpo idrico.. Friuli Venezia Giulia 21 di 23