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PROVINCIA DI BIELLA REGIONE PIEMONTE CENTRALINA IDROELETTRICA IN VALSESSERA, SUL TORRENTE DOLCA, NUOVA CONCESSIONE DI DERIVAZIONE Proponente: Lanificio Ermenegildo Zegna & Figli S.p.a. Via Roma n.99/100, 13835 Trivero (Biella). S.I.A. STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE (L.R. n. 40/98, Art. 4 12) STUDIO DI COMPATIBILITA CON IL DISSESTO GRAVITATIVO FQ10 Art. 9 N.d.A. PAI - Deliberazione C.I. AdBPo n.10 del 22.07.2009 Giugno 2013 Agg. Maggio 2015

SOMMARIO 1 PREMESSA 3 2 ANALISI DI DETTAGLIO DELLA DOCUMENTAZIONE ESISTENTE 3 3 SINTESI E RILIEVO GEOMORFOLOGICO DI DETTAGLIO 9 4 COMPATIBILITA DELLE OPERE IN PROGETTO 13 4.1 VERIFICHE GEOTECNICHE 14 4.1.1 CRITERI DI CALCOLO E CENNI TEORICI 14 4.1.2 VERIFICHE DI STABILITA 17 5 CONCLUSIONI 21

1 PREMESSA A seguito della richiesta della Regione Piemonte Direzione Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Economia Montana e Foreste, Settore Prevenzione Territoriale del Rischio Geologico, in merito alla necessità di provvedere alla redazione di uno Studio di Compatibilità dell Intervento in progetto con il dissesto individuato sulla cartografia geologica del PRGC di Valle San Nicolao con sigla FQ10, si procede alla redazione del presente documento. Ai sensi dell Art. 4.1.3. Classe 3 - Pericolosità geomorfologica elevata delle NTA del Piano Regolatore di Valle San Nicolao, nelle aree in Classe IIIA, quali quella in oggetto E ammessa l attuazione di opere di interesse pubblico, non diversamente localizzabili (strade, linee elettriche, edifici per impianti tecnologici, fognature, acquedotti, ecc.)., la stessa possibilità è ammessa anche nelle aree con dissesti attivi, previo studio di compatibilità dell intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall'autorità competente. 2 ANALISI DI DETTAGLIO DELLA DOCUMENTAZIONE ESISTENTE La cartografia relativa alle condizioni di dissesto esistente è alquanto sviluppata e sovente le singole analisi geomorfologiche presentano differenze significative soprattutto per quanto attiene alla rappresentazione del dissesto presente in sponda destra del torrente Dolca lungo la pista forestale. Nella carta geomorfologica di dettaglio predisposta per questo settore allegata alla Relazione Geologica sono stati rappresentati i dati del rilevo eseguito, le forme del dissesto riscontrate sul terreno e la delimitazione dell area di frana nonché gli estratti della cartografia esistente (analisi geologica di PRGC, quadro IFFI, Tavola IGT-S del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Carta Geomorfologica e dei Dissesti della Comunità Montana Valle Mosso). Di seguito si propone un excursus relativo alla documentazione disponibile: 3

PIANO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) Nella cartografia di PAI, Atlante dei rischi idraulici ed idrogeologici-foglio 093-IV-Scopello, viene rappresentata l area di frana attiva posta in sponda sinistra del t.dolca, lungo il versante che degrada verso l alveo circa 100 m a monte del settore interessato dalla realizzazione dell opera di presa. Non risulta segnalato il dissesto a monte della pista forestale in sponda destra. 4

PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Carta IGT-S Nell ambito della Sezione 093 NO a scala 1: 25.000 viene rappresentato come frana attiva il dissesto localizzato lungo il versante che degrada verso la sponda idrografica destra del Dolca su cui si sviluppa la pista forestale. In dettaglio il dissesto si riferisce all inviluppo di una serie di fenomeni di flow (colamento) con un settore definito zona di passaggio. I dettagli del dissesto sono meglio individuabili negli attributi dello shapefile da cui si evince che il tematismo si riferisce a: Versanti interessati da frane superficiali causate dalla saturazione e fluidificazione della copertura eluvio-colluviale e che deriva dal Piano di Sviluppo Socio- Economico della Comunità Montana della Valle di Mosso, pubblicato nel marzo 1999. 5

INVENTARIO DEI FENOMENI FRANOSI IN ITALIA (IFFI) Il quadro IFFI fotografa una situazione più articolata con l individuazione dei dissesti a monte del ponte della pista forestale sul Dolca sia in sponda sinistra sia destra (movimenti complessi e colamenti) e con la definizione di una superficie sensibilmente più ridotta e sviluppata in senso longitudinale alla direzione della valle per quanto riguarda il dissesto in sponda destra a monte della pista forestale per il quale la descrizione è Aree soggette a frane superficiali diffuse. Lo stato di attività di tutti i dissesti rappresentati è quiescente. Il perimetro dell area in dissesto risulta in questo caso esterno all area di previsto intervento, con particolare riferimento alla posa della condotta forzata (linea rossa tratteggiata). 6

CARTA GEOMORFOLOGICA E DEI DISSESTI COMUNITA MONTANA VALLE MOSSO La cartografia della Comunità Montana rappresenta la sintesi degli studi geologici redatti per le varianti di adeguamento idrogeologico dei Piani Regolatori dei comuni della C.M. Valle di Mosso ai sensi della CPGR n.7/lap/1996 e del PAI Nel settore di interesse sono rappresentate le due forme principali costituite dal movimento della Balma del Martleir, in sponda sinistra del Dolca, a monte dell opera di presa e quella relativa al versante destro della valle; in entrambi i casi si tratta di Movimenti gravitativi compositi e lo stato di attività è definito Quiescente. 7

ANALISI GEOLOGICA DI PRGC Il medesimo quadro del dissesto è ovviamente rappresentato sulla cartografia del Piano regolatore di Valle San Nicolao (stralcio grafico seguente). 8

3 SINTESI E RILIEVO GEOMORFOLOGICO DI DETTAGLIO Come si evince dall analisi degli elaborati cartografici sopra riportati, la valutazione delle caratteristiche dei dissesti presenti nel settore di interesse differisce in modo piuttosto sostanziale tra una tavola e l altra. Dal punto di vista dell interesse per quanto riguarda il progetto dell impianto idroelettrico l interferenza oggetto di analisi si riferisce al dissesto in sponda destra del Dolca (FQ 10/32) in corrispondenza del quale è prevista la posa di un tratto della condotta forzata. Al di là delle diverse valutazioni sulle dimensioni e sullo stato di attività del dissesto in oggetto, ciò che emerge con una certa omogeneità dall analisi della documentazione esistente è che il tipo di fenomeno in oggetto è ascrivibile a movimenti diffusi di carattere superficiale (colamenti) che interessano in prevalenza il settore di versante posto a monte della pista forestale e in misura minore la porzione di versante di raccordo tra la pista stessa e la sponda destra del Dolca. Il rilievo di dettaglio ha evidenziato la presenza del dissesto a monte della strada che presenta caratteri effettivamente di tipo complesso, con componenti di colamento, ma anche fenomeni piuttosto rilevanti ascrivibili a scivolamenti di tipo rotazionale che coinvolgono il deposito glaciale nelle zone prossime al ciglio dove si riconoscono volumi ruotati e balze in contropendenza. Il ciglio superiore è in evidente fase di erosione regressiva, mentre i principali fenomeni di colamento si riscontrano lungo i fianchi dei colatori minori che solcano l intero sviluppo del versante. Estratto Ortofotocarta 2006 con linea di scarpata superiore 9

Panoramica con evidenziato il ciglio superiore della scarpata e quello del volume ruotato sottostante Questo settore del versante deve essere considerato sicuramente attivo in quanto la presenza di superfici denudate e le pendenze in gioco favoriscono lo sviluppo di fenomeni erosivi che tendono ad accelerare i processi gravitativi in atto e potenziali; l evoluzione probabile del fenomeno è legata al progressivo arretramento del fronte di frana e alla replica di fenomeni di scivolamento rotazionale. Il settore di versante sottostante la pista forestale presenta caratteristiche sostanzialmente diverse rispetto a quanto avanti descritto. L area innanzitutto risulta ricoperta da vegetazione di medio-alto fusto per tutta la sua estensione, non sono presenti settori denudati o privi di copertura vegetale a carattere permanente, ad eccezione delle incisioni dei colatori minori. L area è caratterizzata da un primo tratto della lunghezza di circa 300 m a pendenza modesta delimitato dall intersezione con il primo colatore dove non si riscontrano tracce di dissesto. Primo tratto condotta 10

In corrispondenza delle incisioni principali e in allineamento con le linee di deflusso rilevate a monte della strada si rileva la presenza di accumuli di materiale detritico grossolano stabilizzato proveniente dall erosione e dal trasporto della frazione clastica dei depositi glaciali incisi dai corsi d acqua che scorrono lungo i versanti a monte della pista forestale. Accumulo detritico Considerata la presenza di vegetazione colonizzante di piccolo e medio fusto anche in corrispondenza di questi settori, si può presumere che il trasporto e il deposito del materiale detritico sia avvenuto prima dell esecuzione degli interventi di sistemazione lungo la pista forestale e della pista stessa, che attualmente limitano in modo consistente l apporto di materiale lungo il versante a valle. Benché il versante sia caratterizzato localmente da pendenze elevate sono rare le forme di dissesto in atto riscontrate che si limitano a modesti scollamenti della coltre di copertura superficiale localizzati nei settori in cui la regimazione delle acque lungo la pista tende a convogliare i deflussi al di fuori delle linee principali di raccolta. Colamento superficiale 1 11

Colamento superficiale 2 Si tratta di forme di dissesto di dimensioni contenute (massima larghezza 2-3 m) che coinvolgono la coltre detritico-eluviale e mettono localmente in luce (cfr. foto sovrastante) i terreni glaciali consolidati sottostanti. Per le ridotte dimensioni sono state rappresentate sulla cartografia di dettaglio come elementi puntiformi. Alla luce di quanto sopra esposto si ritiene che i contorni dell area di frana, che può essere classificata come fenomeno di tipo composito (colamento+scivolamento rotazionale), debbano essere limitati al settore posto a monte della pista forestale e alle, talora profonde, incisioni dei colatori che solcano il versante, dove evidenti (e attivi) sono i fenomeni di evoluzione morfologica e di dinamica gravitativa in atto e incipiente. La porzione di versante a valle della strada è caratterizzata dalla presenza di accumuli stabilizzati di materiale detritico concentrati in corrispondenza dei solchi di corrivazione concentrata e di localizzati fenomeni di colamento superficiale. Non è stata riscontrata la presenza di indizi di movimenti gravitativi più estesi né di carattere profondo in grado di pregiudicare la stabilità globale di questa porzione di versante. 12

4 COMPATIBILITA DELLE OPERE IN PROGETTO La realizzazione delle opere in progetto che consistono sostanzialmente nello scavo della trincea e nella posa della tubazione della condotta forzata non andrà in alcun modo ad alterare le condizioni di stabilità generale del versante. Al fine di garantire la stabilità a lungo termine dei tratti di pendio oggetto di intervento è prevista la realizzazione di opere di consolidamento consistenti in palificate a doppia parete che saranno sviluppate a valle della condotta per tutto il tratto caratterizzato dalle pendenze più elevate e interessato dalla presenza di linee di deflusso concentrato. Schema tipo di intervento di consolidamento con palificata a doppia parete In corrispondenza degli attraversamenti dei corsi d acqua è prevista la calottatura della tubazione e la pavimentazione del fondo alveo al fine di proteggere l opera dall erosione e di fissare il profilo di fondo. Schema attraversamento colatori minori 13

La stabilità globale del versante nella configurazione di progetto viene verificata nella Relazione Geotecnica, la realizzazione degli interventi di consolidamento e di sistemazione del pendio e dei corsi d acqua risulteranno di fatto migliorativi nei confronti dell assetto generale del versante. L ampio sviluppo delle palificate a doppia parete consentirà di stabilizzare la coltre superficiale nei settori più critici, mentre la realizzazione degli attraversamenti, contestualmente alle necessarie opere di pulizia e manutenzione degli alvei, permetterà di migliorare in modo sostanziale l assetto idraulico locale con particolare riferimento al controllo dei fenomeni di erosione lineare e di trasporto. 4.1 VERIFICHE GEOTECNICHE Si riportano di seguito le verifiche geotecniche, già contenute all interno della Relazione Geotecnica, relative ai settori di intervento che interferiscono con il perimetro dell area in dissesto FQ10/32, di seguito rappresentate in sovrapposizione con la delimitazione di cui alla Carta Geomorfologica del PRGC di Valle San Nicolao. 4.1.1 CRITERI DI CALCOLO E CENNI TEORICI Le verifiche di stabilità globale sono state condotte sulle seguenti sezioni di progetto: Sezione 2 Sezione 3 Sezione 4 Le verifiche delle diverse sezioni, considerate le più critiche ai fini della stabilità, sono state eseguite nella configurazione definitiva del versante, a ripristini avvenuti. 14

I parametri geotecnici utilizzati sono quelli caratteristici definiti nella Relazione Geotecnica e viene considerato anche il contributo dell azione sismica, considerando cautelativamente i coefficienti sismici caratteristici della categoria di sottosuolo E. La verifiche vengono condotte considerando l azione sismica secondo l approccio 1 combinazione A2+M2+R2, con R2, che rappresenta il coefficiente di sicurezza richiesto, pari a 1.1 (EC7), considerando lo Stato Limite di Salvaguardia della Vita (SLV). In questa combinazione i valori dei carichi non vengono incrementati, mentre i parametri geotecnici vengono ridotti utilizzando i seguenti coefficienti (colonna M2): Introduzione all'analisi di stabilità La risoluzione di un problema di stabilità richiede la presa in conto delle equazioni di campo e dei legami costitutivi. Le prime sono di equilibrio, le seconde descrivono il comportamento del terreno. Tali equazioni risultano particolarmente complesse in quanto i terreni sono dei sistemi multifase, che possono essere ricondotti a sistemi monofase solo in condizioni di terreno secco, o di analisi in condizioni drenate. Nella maggior parte dei casi ci si trova a dover trattare un materiale che se saturo è per lo meno bifase, ciò rende la trattazione delle equazioni di equilibrio notevolmente complicata. Inoltre è praticamente impossibile definire una legge costitutiva di validità generale, in quanto i terreni presentano un comportamento non-lineare già a piccole deformazioni, sono anisotropi ed inoltre il loro comportamento dipende non solo dallo sforzo deviatorico ma anche da quello normale. A causa delle suddette difficoltà vengono introdotte delle ipotesi semplificative: (a) Si usano leggi costitutive semplificate: modello rigido perfettamente plastico. Si assume che la resistenza del materiale sia espressa unicamente dai parametri coesione ( c ) e angolo di resistenza al taglio (ϕ), costanti per il terreno e caratteristici dello stato plastico; quindi si suppone valido il criterio di rottura di Mohr-Coulomb. (b) In alcuni casi vengono soddisfatte solo in parte le equazioni di equilibrio. Metodo equilibrio limite (LEM) Il metodo dell'equilibrio limite consiste nello studiare l'equilibrio di un corpo rigido, costituito dal pendio e da una superficie di scorrimento di forma qualsiasi (linea retta, arco di cerchio, spirale logaritmica); da tale equilibrio vengono calcolate le tensioni da taglio (τ) e confrontate con la resistenza disponibile (τf), valutata secondo il criterio di rottura di Coulomb, da tale confronto ne scaturisce la prima indicazione sulla stabilità attraverso il coefficiente di sicurezza F = τf / τ. Tra i metodi dell'equilibrio limite alcuni considerano l'equilibrio globale del corpo rigido (Culman), altri a causa della non omogeneità dividono il corpo in conci considerando l'equilibrio di ciascuno (Fellenius, Bishop, Janbu ecc.). Di seguito vengono discussi i metodi dell'equilibrio limite dei conci. 15

Metodo dei conci La massa interessata dallo scivolamento viene suddivisa in un numero conveniente di conci. Se il numero dei conci è pari a n, il problema presenta le seguenti incognite: n valori delle forze normali Ni agenti sulla base di ciascun concio; n valori delle forze di taglio alla base del concio Ti (n-1) forze normali Ei agenti sull'interfaccia dei conci; (n-1) forze tangenziali Xi agenti sull'interfaccia dei conci; n valori della coordinata a che individua il punto di applicazione delle Ei; (n-1) valori della coordinata che individua il punto di applicazione delle Xi; una incognita costituita dal fattore di sicurezza F. Complessivamente le incognite sono (6n-2). mentre le equazioni a disposizione sono: Equazioni di equilibrio dei momenti n Equazioni di equilibrio alla traslazione verticale n Equazioni di equilibrio alla traslazione orizzontale n Equazioni relative al criterio di rottura n Totale numero di equazioni 4n Il problema è staticamente indeterminato ed il grado di indeterminazione è pari a i = (6n-2)-(4n) = 2n-2. Il grado di indeterminazione si riduce ulteriormente a (n-2) in quando si fa l'assunzione che Ni sia applicato nel punto medio della striscia, ciò equivale ad ipotizzare che le tensioni normali totali siano uniformemente distribuite. I diversi metodi che si basano sulla teoria dell'equilibrio limite si differenziano per il modo in cui vengono eliminate le (n-2) indeterminazioni. Il metodo utilizzato per il calcolo è quello di Bishop (1955) che viene di seguito brevemente descritto: Metodo di BISHOP (1955) Con tale metodo non viene trascurato nessun contributo di forze agenti sui blocchi e fu il primo a descrivere i problemi legati ai metodi convenzionali. Le equazioni usate per risolvere il problema sono: ΣF v = 0, ΣM 0 = 0: Criterio di rottura. Σ F = { c b + (W - u b + X) tan ϕ } ΣW sinα secα 1+ tanα tanϕ / F I valori di F e di X per ogni elemento che soddisfano questa equazione danno una soluzione rigorosa al problema. Come prima approssimazione conviene porre X= 0 ed iterare per il calcolo del fattore di sicurezza, tale procedimento è noto come metodo di Bishop ordinario, gli errori commessi rispetto al metodo completo sono di circa 1 %. 16

Ricerca della superficie di scorrimento critica In presenza di mezzi omogenei non si hanno a disposizione metodi per individuare la superficie di scorrimento critica ed occorre esaminarne un numero elevato di potenziali superfici. Nel caso vengano ipotizzate superfici di forma circolare, la ricerca diventa più semplice come, in quanto dopo aver posizionato una maglia dei centri costituita da m righe e n colonne saranno esaminate tutte le superficie avente per centro il generico nodo della maglia m n e raggio variabile in un determinato range di valori tale da esaminare superfici cinematicamente ammissibili. 4.1.2 VERIFICHE DI STABILITA SEZIONE 2 Stratigrafia c: coesione; Fi: Angolo di attrito; G: Peso Specifico; Gs: Peso Specifico Saturo; Strato c (kg/cm²) Fi ( ) G (Kg/m³) Gs (Kg/m³) Litologia 1 0 32.5 1900 2100 DEPOSITI RIMANEGGIATI 2 0.05 32.5 1900 2100 DEPOSITO GLACIALE 3 2.68 31.3 2650 2650 Risultati analisi pendio [NTC 2008: [A2+M2+R2]] Fs minimo individuato 1,06 Raggio superficie 9,44 m (ID=1) xc = 37,099 yc = 44,574 Rc = 9,438 Fs=1,06 SUBSTRATO ROCCIOSO Nr. B Alfa Li Wi Kh Wi Kv Wi c Fi Ui N'i Ti m ( ) m (Kg) (Kg) (Kg) (kg/cm²) ( ) (Kg) (Kg) (Kg) 1 0,95-0,5 0,95 846,23 16,92 8,46 0,04 27,0 0,0 854,8 9,5 2 0,76 4,7 0,77 1808,38 36,17 18,08 0,04 27,0 0,0 1817,3 184,9 3 0,17 7,6 0,17 727,6 14,55 7,28 0,04 27,0 0,0 726,5 110,3 4 1,2 11,8 1,22 6835,81 136,72 68,36 0,04 27,0 0,0 6730,1 1532,6 5 1,69 21,0 1,81 8914,03 178,28 89,14 0,04 27,0 0,0 8340,7 3362,4 6 1,16 30,6 1,35 6167,06 123,34 61,67 0,04 27,0 0,0 5298,2 3245,9 7 0,74 37,6 0,94 3961,16 79,22 39,61 0,04 27,0 0,0 3122,9 2477,8 8 0,95 44,5 1,34 4590,74 91,81 45,91 0,04 27,0 0,0 3243,8 3282,1 9 0,95 53,4 1,6 3575,66 71,51 35,76 0,04 27,0 0,0 2095,3 2913,6 10 0,95 65,2 2,27 1685,04 33,7 16,85 0,04 27,0 0,0 683,5 1543,7 17

VERIFICA DI STABILITA SEZIONE 3 Risultati analisi pendio [A2+M2+R2] Fs minimo individuato 1.26 Raggio superficie 40.23 m xc = -16.181 yc = 58.603 Rc = 40.227 Fs=1.262 Nr. B Alfa Li Wi Kh Wi Kv Wi c Fi Ui N'i Ti m ( ) m (Kg) (Kg) (Kg) (kg/cm²) ( ) (Kg) (Kg) (Kg) 1 3.25-3.7 3.25 3168.4 71.92 36.12 0.04 27.0 0.03315.6 2154.1 2 3.89 1.4 3.8915039.24 341.39 171.45 0.04 27.0 0.014887.3 6584.7 3 3.42 6.6 3.4424641.84 559.37 280.92 0.04 27.0 0.023687.8 9684.3 4 3.72 11.7 3.834852.44 791.15 397.32 0.04 27.0 0.032863.113155.1 5 3.57 17.1 3.7337309.09 846.92 425.32 0.04 27.0 0.034776.913838.6 6 3.57 22.5 3.8638610.09 876.45 440.16 0.04 27.0 0.035876.714279.5 7 4.43 28.9 5.0645707.211037.55 521.06 0.04 27.0 0.042742.817144.7 8 4.35 36.3 5.436775.63 834.81 419.24 0.04 27.0 0.035048.314417.4 9 1.93 42.0 2.5911562.2 262.46 131.81 0.04 27.0 0.011190.9 4853.9 10 3.57 47.7 5.39743.14 221.17 111.07 0.04 27.0 0.09118.1 4872.5 18

VERIFICA DI STABILITA SEZIONE 4 Stratigrafia Strato c Fi G Gs (kg/cm²) ( ) (Kg/m³) (Kg/m³) Litologia 1 0.05 32.5 1900 2100 DEPOSITO GLACIALE 2 2.68 31.3 2650 2650 SUBSTRATO ROCCIOSO Palificata semplice Diametro Lunghezza Inclinazione Interasse N (m) (m) ( ) (m) 1 0,12 1 60 1 19

Risultati analisi pendio [NTC 2008: [A2+M2+R2]] Fs minimo individuato 1,04 Raggio superficie 24,86 m (ID=221) xc = 23,386 yc = 39,555 Rc = 24,863 Fs=1,044 Nr. B Alfa Li Wi Kh Wi Kv Wi c Fi Ui N'i Ti m ( ) m (Kg) (Kg) (Kg) (kg/cm²) ( ) (Kg) (Kg) (Kg) 1 2,55-5,6 2,56 2776,47 63,03 31,65 0,04 27,0 0,0 3006,5 2225,0 2 2,74 0,5 2,74 9365,4 212,59 106,77 0,04 27,0 0,0 9318,2 5086,4 3 2,84 7,0 2,86 16387,21 371,99 186,81 0,04 27,0 0,0 15542,7 7891,3 4 2,44 13,2 2,51 16943,21 384,61 193,15 0,04 27,0 0,0 15578,7 7785,2 5 1,71 18,1 1,8 11953,23 271,34 136,27 0,04 27,0 0,0 10802,6 5419,7 6 3,22 24,3 3,53 24872,95 564,62 283,55 0,04 27,0 0,0 22274,0 11111,3 7 0,92 29,6 1,05 8814,42 200,09 100,48 0,04 27,0 0,0 7930,1 3885,1 8 1,72 33,2 2,06 17118,96 388,6 195,16 0,04 27,0 0,0 15490,9 7589,1 9 1,8 38,2 2,28 15753,27 357,6 179,59 0,04 27,0 0,0 14393,2 7181,1 10 6,48 53,5 10,88 40060,51 909,37 456,69 0,04 27,0 0,0 38885,9 21041,1 20

5 CONCLUSIONI Alla luce di tutto quanto sopra esposto, con particolare riferimento a: bibliografia geologica esistente analisi e rilievo geomorfologico di dettaglio verifiche geotecniche in condizioni di progetto si ritiene che le opere in progetto e, in dettaglio, la posa della condotta forzata non determino effetti negativi sulle condizioni di stabilità del versante interessato dal dissesto denominato FQ10/32, in ragione del quale viene prodotto il presente Studio di Compatibilità. Le stesse dimensioni effettive del dissesto risultano individuate in modo sostanzialmente diverso all interno dei differenti elaborati (PAI, Quadro IFFI, ecc), a testimonianza della difficoltà di definire un areale preciso di inviluppo dei fenomeni gravitativi che hanno prevalente carattere diffuso. A parere dello scrivente il settore attivo del dissesto va individuato nella porzione di versante a monte della strada dove sono evidenti anche i fenomeni evolutivi (rapidi) in corso; per quanto riguarda la porzione sotto strada, interessata dall esecuzione delle opere in progetto il quadro del dissesto si limita alla presenza di alcuni modesti fenomeni di colamento della coltre superficiale e di ruscellamenti concentrati in corrispondenza degli sgrondi della pista forestale. Si ritiene di conseguenza che le opere previste nel presente progetto risultino del tutto compatibili con le caratteristiche del dissesto individuato, che la loro realizzazione rappresenti anzi l occasione per procedere all esecuzione di interventi di consolidamento e sistemazione del versante con opere di ingegneria naturalistica e di sistemazione idrogeologica dei ruscellamenti concentrati che risulteranno senz altro migliorativi rispetto al quadro attuale, in riferimento alla stabilità del versante. Omegna, Maggio 2015 Dott. Geol. CORRADO CASELLI 21