UNIVERSITA DEGLI STUDI DELLA BASILICATA Corso di TECNICA DELLE COSTRUZIONI LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI Docente: Prof. Ing. Angelo MASI Collaboratori: Ing. Giuseppe SANTARSIERO Ing. Vincenzo MANFREDI Ing. Giuseppe VENTURA
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI: DEFINIZIONI Dal capito 2 del Decreto Ministeriale 17.01.2018 Aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni NTC-18 La sicurezzae le prestazioni di un opera o di una parte di essa devono essere valutate in relazione agli stati limiteche si possono verificare durante la vita nominale Lo stato limiteè la condizione superata la quale l opera non soddisfa più le esigenze per le quali è stata progettata Si definisce azioneogni causa o insieme di cause capace di indurre stati limite in una struttura ( 2.5.1) La vita nominale(vn)di un opera strutturale è intesa come il numero di anni nel quale la struttura, purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI TIPI DI AZIONI SULLE STRUTTURE Classifica per tipo di azione: -Forze(peso, pressione del vento, neve, spinta della terra o di un liquido, ecc.) - Spostamenti impressi (es. cedimenti delle fondazioni) -Deformazioni impressedovute a fattori esterni (variazione di temperatura) o interni (ritiro del calcestruzzo, viscosità) - Azioni chimiche (carbonatazione del cls, corrosione dell acciaio) -Fuoco
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI Dal capito 2 del Decreto Ministeriale 17.01.2018 - NTC-18
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI Classificazione in base alla variabilità nella vita utile di una struttura 1. Azioni permanenti: sono invariabili oppure variano molto lentamente e di poco nel tempo (es. peso proprio strutturale, tamponature, ritiro) i t 2. Azioni variabili: posso variare con velocità che dipende dal tipo di azione i arredi t i Vento, persone t 3. Eccezionali: incendi, urti, esplosioni. Sono azioni che solo eccezionalmente si verificano nella vita utile della struttura i 4. Sismiche: eventi sismici la cui intensità e frequenza è legata alla pericolosità del sito t
LE AZIONI SULLE COSTRUZIONI I carichi (azioni dirette) possono essere schematizzate: a) Carichi puntuali o concentrati: azione concentrata su una superficie di contatto molto piccola che si può assimilare ad un punto. (es. piedi delle sedie, appoggi delle macchine industriali). Unità di misura [F] b) Carichi con distribuzione lineare: azione distribuita su una superficie avente una dimensione molto maggiore dell altra. (es. tramezzi). L intensità può essere costante o variabile. Unità di misura [FL -1 ] c) Carichi con distribuzione sulla superficie: es. azione distribuita su una superficie avente dimensioni confrontabili. (es. pressione dell acqua sul fondo di una piscina, spinta delle terre). L intensità può essere costante o variabile. Unità di misura [FL-2] a) b) c)
AZIONI SULLE COSTRUZIONI E LA NORMATIVA ITALIANA La normativa di riferimento: Decreto Ministeriale 17.01.2018 Aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni capitolo 3 Circolare applicativa NTC 2018 (n. 7/2019). Azioni permanenti G: Peso proprio degli elementi strutturali G1 Peso degli elementi non strutturali G2 (sono valutati in funzione del peso di volume e delle dimensioni degli elementi) Azioni variabili o di esercizio Q carichi legati al normale funzionamento della struttura (destinazione d uso) neve, vento
ESEMPI DI AZIONI PERMANENTI SULLE COSTRUZIONI tegole: azione permanente non strutturale G2 solaio: azione permanente strutturale G1 parapetto: azione permanente non strutturale G2 pilastro: azione permanente strutturale G1 Tramezzi e pavimenti: azione permanente non strutturale G2
ESEMPI DI AZIONI VARIABILI SULLE COSTRUZIONI Neve sulla copertura: azione variabile Q vento: azione variabile Q occupanti: azione variabile Q arredi: azione variabile Q
AZIONI PERMANENTI PESO PROPRIO DEI MATERIALI STRUTTURALI ( 3.1.2) L h b Peso di un elemento monodimensionale in cls armato b=30cm, h=50cm, L=100 cm P = γx b x h x L = 25 x 0.3 x 0.5 x 1=3.75 kn L elemento pesa 3.75 kn per ogni metro di lunghezza (3.75kN/m)
AZIONI PERMANENTI: GLI ELEMENTI NON STRUTTURALI Tramezzature (o partizioni interne): il carico può essere schematizzato come uniformemente distribuito sulla superficie, purché i solai abbiano un adeguata capacità di ripartire i carichi ( 3.1.3.1, NTC2018) Muratura di mattoni forati (b=10cm, h=280 cm) Peso specifico muratura γ=8 kn/m 3 h Peso a metro lineare G 2 = g*b*h*l= 8*0.1*2.8*1= 2.24 kn/m g 2 =1.2 kn/m 2 b
DISTRIBUZIONE DEI CARICHI VARIABILI Per una abitazione i carichi variabili non sono generalmente uniformemente distribuiti sulla superficie. Per semplicità vengono comunque considerati uniformemente distribuiti in quanto si fa affidamento sulla capacità di ripartizione dei carichi da parte degli orizzontamenti. Distribuzione reale dei carichi variabili Distribuzione uniforme dei carichi variabili
AZIONI VARIABILI ( 3.1.4) I carichi variabili dipendono dalla destinazione d uso della costruzione (civile abitazione, uffici, scuolee) e rappresentano il carico utile che la struttura deve essere in grado di sopportare. E detto variabile perché può cambiare posizione e valore durante la vita della costruzione Alcuni esempi: Per un abitazione: persone, arredamento 4, Per una biblioteca: persone, libri 4 Per un autorimessa: automobili Verticale distribuito Verticale concentrato Orizzontale lineare Il carico da utilizzare per progettare le strutture civili è quello verticale distribuito. Gli altri carichi si utilizzano per verifiche locali Econtinua
CARICHI VARIABILI (3.1.4) Altre destinazioni d uso contemplate dalle norme
AZIONE DEL VENTO ( 3.3) Il vento produce azioni di pressionee di depressioneagenti ortogonalmente alle superfici delle costruzioni, la cui intensità varia nel tempo (es. raffiche) e nello spazio. Andamento dei filetti fluidi del vento in presenza di un ostacolo Schema delle pressioni Nel caso di costruzioni o elementi di grande estensione, si deve inoltre tenere conto delle azioni tangenti esercitate dal vento ( 3.3.3)
AZIONE DEL VENTO ( 3.3) La normativa permette di semplificare la descrizione di queste azioni considerando delle azioni statiche equivalenti. La pressione (p) è valutata attraverso la seguente espressione: q r è la pressione cinetica di riferimento Ce è il coefficiente di esposizione Cp è il coefficiente di forma o aerodinamico (dipende dalla geometria della costr.) Cd è il coefficiente dinamico (assunto pari a 1 per costruzioni ordinarie) q r è la pressione cinetica di riferimento v r è la velocità di riferimento del vento (in m/s); ρè la densità dell aria assunta convenzionalmente costante e pari a 1,25 kg/m 3.
AZIONE DEL VENTO ( 3.3) Velocità di riferimento (vb) v r è la velocità del ventoche si può verificare con periodo di ritorno 50 anni è valutata attraverso: V r = V b0 x c a x c r dove il coefficiente di altitudine c a è valutato attraverso: c r è un coefficiente che porta in conto periodi di ritorno > 50 anni
ESEMPIO DI VALUTAZIONE DELL AZIONE DEL VENTO Sito di Potenza (zona 3) Altezza s.l.m: a s = 800m Dalla Tabella 3.3.I della NTC2018 si ha: a s =500 m, ks=0.37, v b,0 = 27 m/s = 97 km/h c a = 1 + 0.37(800/500-1)= 1.222 v r = 27 x 1.222 = 33 m/s 1 q = ρ 2 2 r v r = 0.5 x 1.25 x 33 2 = 680 N/m 2
AZIONE DEL VENTO ( 3.3) Coefficiente di esposizione Ce Dipende da: - altezza dal suolo z del punto considerato - topografia del terreno (anche se generalmente Ct = 1) - categoria di esposizione del sito dove sorge la costruzione La categoria di esposizioneè funzione della classe di rugosità del terrenoe della posizione geograficadella costruzione Categoria di esposizione prevista dalla NTC18
AZIONE DEL VENTO ( 3.3) Categoria di esposizione Assegnazione della classe di rugosità Classe D Classe B Classe A Classe C
AZIONE DEL VENTO ( 3.3) Categoria di esposizione Categorie di Esposizione in funzione della Posizione geografica e della Classe di rugosità
AZIONE DEL VENTO ( 3.3) Zona -distanza dal mare -altitudine Ipotesi: classe di rugosità A (aree urbane 4) La categoria di esposizione è V Ipotesi: Z = 6 m Ct = 1 C e =1.48
AZIONE DEL VENTO (3.3) Valori del coefficiente Ce al variare dell altezza z per le categorie di esposizione (Ct = 1) Ceè variabile con l altezza z da terra. Di solito si assume costante e pari al valore calcolato con la z massima ovvero l altezza totale della costruzione
AZIONE DEL VENTO ( 3.3) Coefficiente di forma Cp Cp positivo = pressione (flusso verso la superficie) Cp negativo= depressione, suzione(flusso in allontanamento dalla superficie) Per le pareti verticali delle costruzioni a pianta rettangolare bisogna distinguere pareti sopravento e sottovento Faccia sopravento (direttamente investita dal vento) Faccia sottovento (non direttamente investita dal vento)
AZIONE DEL VENTO Fattore di forma o coefficiente aerodinamico Cp
ESEMPIO DI VALUTAZIONE DELL AZIONE DEL VENTO Sito di Potenza (zona 3) a 0 =500 m, ka=0.02, v b,0 = 27 m/s = 97 km/h Altezza s.l.m: as = 800m 1 q = ρ 2 2 r v r = 0.5 x 1.25 x 33 2 = 680 N/m 2 Ce = 1.48 Ct = 1 Cp = 0.8 pareti sopravento (h/d=1) Cp = -0.5 pareti sottovento (h/d=1) Cd = 1 (si assume pari ad 1) Pressione del vento pareti sopravento = 805N/mq pareti sottovento = -503N/mq
AZIONE DELLA NEVE ( 3.4) Il carico neve al suolo dipende dalle condizioni locali di clima e di esposizione dove: q s è il carico neve sulla copertura; µ i è il coefficiente di forma della copertura; q sk è il valore caratteristico di riferimento del carico neve al suolo [kn/m 2 ], per un periodo di ritorno di 50 anni; C E è il coefficiente di esposizione; C t è il coefficiente termico. Si ipotizza che il carico agisca in direzione verticale e lo si riferisce alla proiezione orizzontale della superficie della copertura
ESEMPIO DI VALUTAZIONE DELL AZIONE DELLA NEVE ( 3.4) Sito di Potenza (zona III) Altezza s.l.m: a s = 800m Per la zona III, la NTC18 indica la seguente l espressione ( 3.3.11): q sk = 0.51 x [1+(800 / 481) 2 ] = 2.25 kn/m 2
AZIONE DELLA NEVE (3.4) coeff. di esposizione CEe termico Ct Il coefficiente di esposizione C E tiene conto della possibilità che il vento possa favorire la caduta della neve dalla copertura. Dipende dalla topografia del terreno intorno alla costruzione Il coefficiente termico C t tiene conto delle proprietà isolanti della copertura che potrebbero causare lo scioglimento della neve a causa della dispersione di calore dell abitazione. In mancanza di dati specifici si assume pari a 1
AZIONE DELLA NEVE coefficiente di forma della copertura µi(3.4.5.2) Per una copertura ad una falda µ1 è funzione dell angolo di inclinazione α
AZIONE DELLA NEVE coefficiente di forma della copertura µi(3.4.5.3) Il coefficiente di forma dipende dall angolo delle falde sull orizzontale Condizioni di carico da neve Carico neve senza vento Carico neve + vento La presenza del vento riduce l azione della neve perché ne favorisce la caduta.
ESEMPIO DI VALUTAZIONE DELL AZIONE DELLA NEVE ( 3.4) Sito di Potenza (zona III) Altezza s.l.m: as = 800m Dall espressione 3.3.11 della NTC08: q sk = 0.51 x [1+(800 / 481) 2 ] = 2.25 kn/m 2 α 1 =α 2 =16 coefficiente di forma della copertura µ i = 0.8 Condizione senza vento C E =1 (topografia normale ) C t =1 q s =0.8 x 2.25 x 1 x 1 = 1.8 kn/m 2
Metodo degli Stati Limite: le combinazioni di calcolo COMBINAZIONI PER LE VERIFICHE ALLO STATO LIMITE ULTIMO F d = γ G1 G 1 + γ G2 G 2 +γ q Q k1 + Σ (i>1) γ q Ψ 0i Q ki COMBINAZIONI PER LE VERIFICHE ALLO STATO LIMITE DI ESERCIZIO Combinazioni rare: F d = G 1 + G 2 + P +Q k1 + Σ(i>1) Ψ 0i Q ki Combinazioni frequenti: F d = G 1 + G 2 + P + Ψ 1i Q k1 + Σ(i>1) Ψ 2i Q ki Combinazioni quasi permanenti: F d = G 1 + G 2 + P +Σ(i>1)Ψ 2i Q ki G1 valore nominale delle azioni permanenti strutturali G2 valore nominale delle azioni permanenti non strutturali P valore nominale delle azioni di precompressione Qk1 valore caratteristico dell azione variabile di base di ogni combinazione Qki valore caratteristico delle altre azioni variabili Ψ0i, Ψ1i, Ψ2i coefficienti di combinazione
Coefficienti parziali per le azioni (γf) Coefficienti parziali per le azioni γ F nelle verifiche SLU ( 2.6.1, NTC2018) γ F (STR) Carichi permanenti Carichi permanenti non strutturali Carichi variabili Favorevoli Sfavorevoli Favorevoli Sfavorevoli Favorevoli Sfavorevoli γ G1 1.0 1.3 γ G2 0.8 1.5 γ Qi 0.0 1.5
Metodo degli Stati Limite: le combinazioni di calcolo I Coefficienti di combinazione(ψ 0j ; ψ 1j ;ψ 2j ) sono funzione della destinazione d uso dei locali