18 LO STATO DELLE COSE FRANCO LORENZANI - Direttore Generale Dipartimento Pianificazione Territoriale A questo fine parlerò qui essenzialmente dell'arco costiero. Non per voler trascurare l'altro territorio, (il territorio rurale e montano che rappresenta una delle due Ligurie di cui ha par- lato Ruggeri), ma perché, proprio per le cose già dette, l'arco costiero è quello che nell'immaginario collettivo (dall'epoca del viaggio in Italia dell'800 ad oggi), è il paesaggio che fa della Liguria la Liguria che conosciamo. Anche perché è il paesaggio sotto gli occhi di tutti coloro che vivono o vengono in Liguria, per la ragione semplicissima che tutte le modalità di spostamento inevitabilmente riportano all impatto visivo ed emotivo col paesaggio costiero: dall'aurelia storica, dalla fer- rovia, dalla più recente autostrada per finire con i traghetti o con le rotte aeree che sorvolano a fil di costa la nostra regione. Proseguirò in continuità con l'intervento fatto dall'assessore che ha dato una panoramica esauriente delle complessità che dobbiamo affrontare. Trattare del Paesaggio è tema complesso non solo per le cose che abbiamo appena sentito ma anche per le molte altre sfumature che il concetto stesso di paesaggio si porta dietro. Concetto non separabile da una percezione legata al sentimento, alla cultura, a momenti specifici della storia individuale e collettiva. insomma un concetto molto complesso. E non solo come nozione, ma in senso pratico e in termini operativi, trattandosi per la Regione anche di una precisa competenza. Il nostro ordinamento prevede, infatti, che sul paesaggio (o meglio per la tutela del paesaggio) ci siano dei soggetti, fra i quali, in primis, la Regione, che insieme devono esercitare funzioni tecnico-amministrative preordinate a piani, indirizzi, autorizzazioni, dinieghi. Ne consegue che, per affrontare con speranze di successo, l'insieme delle complessità connesse alla tutela del paesaggio, c'è una condizione fra le tante, una prima semplice, ma importante condizione, che è quella di avere una percezione comune e condivisa di che cosa possiamo intendere per paesaggio ligure, in una accezione di necessaria essenzialità. Percezione sintetica che proveremo qui a dare, poiché se non c'è una percezione condivisa sull'oggetto da tutelare è ben difficile che si riescano ad identificare quali sono le qualità che vogliamo salvare, i punti critici che vogliamo superare, le situazioni di degrado rispetto alle quali occorre dare risposte risolutive e trasformatrici per creare nuovi paesaggi. Dunque su questa percezione condivisa dobbiamo tentare di delineare un punto di vista comune. Chi ha infatti la fortuna, o l'accortezza, di prenotare un posto finestrino destro nelle rotte di ritorno da Roma, può godersi il panorama di tutta la costa ligure di levante. In una visione così suggestiva (specie se il paesaggio si coglie, con la luce radente da ponente, sull imbrunire) che quello che vede resta negli occhi per sempre. Questo paesaggio che è dunque il più noto, è anche il più aggredito, quello oggetto delle più forti pressioni insediative. Insomma il più esposto e il più fragile.
Il paesaggio ligure tra tutela e trasformazione, pressione edilizia e abbandono. Capire e governare il conflitto - Il giudizio e le riflessioni della Regione Liguria 19 GENOVA - ROMA TRAGHETTI AUTOSTRADA 1970 FERROVIA 1870 AURELIA 1800 Bisogna dunque soffermarsi bene a capire le condizioni di questo paesaggio della costa ligure. Costa ligure che raccoglie il 90% degli insediamenti e 1.260.000 abitanti sul 1.600.000 dell'intera regione tutto concentrato su una strisciolina di territorio pari solo al 5% del totale, con una profondità della parte pianeggiante spesso di poche centinaia di metri, e però molto diversa fra levante e ponente. GLI INSEDIAMENTI 260.000 abitanti - 172.640 abitazioni Annuario Statistico Regionale 2007 ISTAT Censimento 2001 Genova 600.000 Paradiso/Tigullio - 65.000-56.200 Chiavari /Lavagna/Sestri- L. 60.000-40.780 il levante spezzino - 40.000-30.860 La Spezia 95.000-44.800 RIVIERA DI LEVANTE non urbana 105.000 abitanti - 87.060 abitazioni La riviera di levante (da Genova alla foce del Magra) ha caratteristiche molto diverse rispetto a quella di ponente sia per ragioni insediative, (gli abitanti e le abitazioni sono circa la metà di quelli della riviera di ponente. 260.000 con 170.000 abitazioni) - e se togliamo le vere e proprie città, (La Spezia, Chiavari, Lavagna, Sestri) i tratti non urbani sono assai meno abitati e in condizioni di evidente maggiore conservazione. Per tante ragioni, la prima delle quali dovuta al fatto che una delle caratteristiche fondamentali della riviera di levante è l essere prevalentemente costituita da costa alta. Inoltre i territori della riviera di levante, 5 Terre in testa, sono stati quasi inaccessibili fino a pochi anni fa e si sono così preservati, un tempo poveri oggi in ben altra situazione. Molti tratti, fra i più belli, sono di proprietà del Demanio Militare come il Golfo delle Grazie, o l'isola Palmaria o uniche grandi proprietà private come la bassa foce del Magra, territorio di confine fra Liguria e Toscana che è stata preservata dalla circostanza di essere una unica proprietà del Monte dei Paschi di Siena da prima della seconda guerra mondiale.
20 costa alta (punta Baffe - Sestri Levante) aree militari nel levante spezzino (Le Grazie) territori storicamente di difficile accessibilità (Vernazza - Terre) proprietà unica Piana di Marinella
21 Fatto che ha consentito la permanenza di una straordinaria soluzione di continuità rispetto alla diffusione dell'edificato che ha invece interessato il resto della piana del Magra e le aree pianeggiati della vicina Toscana, da Marina di Carrara a Marina di Massa (come ben si percepisce dalle immagini qui riprodotte). A questi aspetti si aggiunge una ulteriore circostanza abbastanza diffusa nella riviera di levante, l'esistenza di numerose proprietà appartenenti ad alte fasce di reddito, proprietà che hanno garantito il mantenimento di parchi, ville, giardini che nel ponente sono ben più rari. E ancora, come fatto centrale, l'eccellenza rappresentata dai Parchi, che sono largamente concentrati nel levante della Regione Liguria, da Portofino a tutto il sistema delle 5 Terre, Portovenere, Monte Marcello Magra, cui aggiungere altre eccellenze come il versante della collina delle Grazie, in quel di Chiavari, Punta Mesco a Levanto, Punta Manara a Sestri Levante. In sintesi, e lo dico senza troppe sfumature spinto dalla convinzione che occorra riconoscersi in concetti sostanziali di pensiero comune, possiamo affermare che il paesaggio costiero di levante, e quello non urbano in particolare, si trova in uno stato di sostanziale equilibrio. E' un paesaggio di grandi e diffuse eccellenze. Quando facciamo incontri sulle questioni costiere nell'ambito di progetti comunitari, si ha occasione di confrontarsi con i colleghi francesi che parlano del loro Conservatoire du littoral, cioè della legge vigente in l effetto non sempre povero e bello! Sestri Levante: punta Manara Chiavari: collina delle Grazie
22 I PARCHI DEL LEVANTE parco naturale regionale PORTOFINO parco nazionale MONTEMARCELLO-MAGRA parco naturale regionale CINQUE TERRE parco naturale regionale PORTOVENERE
23 biamento che possano preoccupare. Anzi possono essere, specie per La Spezia e per Chiavari, occasioni di ulteriore qualificazione. Gli assetti urbani esistenti, almeno per un futu- ro di medio periodo, non destano allarmi per le Amministra- zioni che vadano oltre l'ordinaria buona gestione da mettere in campo in ogni caso per indirizzare e controllare gli interventi previsti dagli strumenti urbanistici vigenti. Per concludere, nella riviera di levante, dovremo affrontare, solo (lasciate- melo dire!) poche questioni fondamentali: il progetto dell'area di Marinella; la riorganizzazione della Spezia, attraverso il nuo- vo waterfront e il riuso urbano delle aree militari dell'arsenale; i progetti di riassetto urbano portuale che interessa Chiavari e quello cantieristico che interessa Lavagna alla foce del Tor- rente Lavagna. Certo ci sono anche alcune situazioni da os- servare con molta attenzione, come la conclusione della passeggiata mare di Deiva Marina, il riordino del Golfo di Lerici, il porto a secco di Levanto. Tuttavia se ci concentriamo su questi punti, e se conveniamo su quanto detto, avremo raggiunto il risultato di circoscrivere i temi sui quali poter co- munemente (Regione, Comuni, progettisti, imprese) cercare col massimo di confronto e trasparenza le risposte migliori. Più complicato è invece affrontare i nodi della riviera di ponen- te. La riviera di ponente è più lunga di quella di levante (180 km anziché 130 Km) anche se non è questo l'elemento signi- ficativo di differenziazione. Ciò che rileva è che quella di po- nente è una riviera dove le porzioni di territorio libere da inse- diamenti (quelle che invece abbiamo visto essere numerose Francia dagli anni '70 grazie alla quale lo Stato ha potuto acquistare aree sulla costa da conservare e proteggere. In quelle occasioni lo ricordo sempre che in Liguria pur non avendo avuto la possibilità di avvalerci di una analoga normativa (certamente esemplare), siamo riusciti a garantire lungo la costa di levante un esempio sostanziale di conservatorio del litorale che neanche in Francia hanno saputo o potuto realizzare. Infatti nel tratto di litorale francese insediato abitato e appetito come la nostra riviera, - ossia lungo la costa azzurra - non esiste un contesto territoriale costiero così diffusamente salvaguardato come lo è il levante costiero della Regione Liguria. Non è un caso che il Conservatoire du littoral si sia affermato in modo significativo in aree come la costa di Normandia, la costa umida di Tolone, e simili. Dove cioè proteggere dalla pressione speculativa e d uso può anche essere relativamente semplice. Qui, nonostante tutte le pressioni a consumare il territorio, abbiamo invece saputo mantenere il paesaggio in uno stato di sostanziale equilibrio. Di questo possiamo dunque essere fieri e proporci di mantenerlo così. Salvo i temi di trasformazione urbana di La Spezia (di cui dirò) e il progetto per l'area di colmata a levante nel porto di Chiavari, il previsto ampliamento nell'area cantieristica del porto di Lavagna in riva sinistra della foce del Torrente Lavagna, anche le parti urbane della riviera di levante, costituite da La Spezia e dalle 3 cittadine del Tigullio, non hanno all'orizzonte previsioni di cam-
24 ed eccellenti nel levante) sono rare, concentrate e non riescono a costituire continuità territoriale. Le poche realtà di rilievo esistenti sono l'arcinoto parco botanico dei Giardini Hanbury, il tratto di costa che da Ventimiglia raggiunge la Francia comprensivo dei Balzi Rossi e della Piana di Latte, Capo Cervo, il versante collinare del Castello Borrelli a Borghetto S. Spirito e infine il Malpasso nel finalese, tratto costiero decisamente straordinario che dalla costa raggiunge l'altopiano delle Manie e che la Regione intende, non a caso, includere nel nascente Parco del Finale. E per concludere le Isole Gallinara e Bergeggi. A fronte di questi tratti isolati di qualità paesaggistica, c'è un sistema insediativo ad alta densità, disordinato, complesso e diffuso. La riviera di ponente in termini insediativi pesa infatti il doppio di quella di levante,(400.000 abitanti anziché 260.000) a formare quasi un continuum urbano fra piccoli centri, città capoluogo e medie città, molto complesso per le diversificate funzioni e a tratti assai caotico, per essere cresciuto prevalentemente negli anni '60 - '70 fuori da ogni strategia di pianificazione e sulla base delle spinte del mercato immobiliare della seconda casa che hanno generato le colate di cemento di Borghetto, Loano, Andora, Riva, ecc. Per la pressione insediativa e per la conformazione orografica della costa è storicamente più diffusa anche la realizzazione di porti turistici, al punto che dei circa 16.000 posti barca attualmente esistenti in Liguria, tolti i 1.500 presenti a Genova e i 2.850 del Golfo di La Spezia, gli altri 11.650 sono distribuiti nei porti turistici del ponente. Ventimiglia: giardini Hanbury Ventimiglia: Piana di Latte