N. 9-2008. Presidente: Prof. Giuseppe Bianchi. Via Piemonte, 101 00187 Roma telefono 06.4818443 gbianchi.isril@tiscali.it



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N. 9-2008 Presidente: Prof. Giuseppe Bianchi Via Piemonte, 101 00187 Roma telefono 06.4818443 gbianchi.isril@tiscali.it 1

Anche per i paesi a forte vocazione anarcoide, come l Italia, arriva il momento in cui i costi di insicurezza che derivano dall inosservanza delle regole di convivenza, alimenta la domanda di una risposta forte da parte dello Stato, Lo Stato, avendo il monopolio legale della forza è l autorità deputata a garantire la legalità nel territorio senonché, come è noto, la nostra esperienza storica ha da sempre convissuto con uno Stato relativamente debole. Da tempi lontani, vasti territori del paese sono stati e sono tuttora sotto il controllo della criminalità organizzata, così come viene da lontano il sentimento antistatale del cittadino a fronte di una macchina burocratica pubblica spesso inefficiente ed arrogante. Ma c è un limite alla debolezza dello Stato e il sentimento pubblico avverte che il superamento di tale limite può portare al fallimento dello Stato e alla destabilizzazione dei livelli di benessere e delle regole democratiche. Senza Stato non c è democrazia ed uno Stato democratico per non abdicare alle sue prerogative, deve saper distinguere tra ciò che è negoziabile e quello che non lo è. Alcuni problemi incombono come quelli degli immigrati che delinquono, dei rifiuti in Campania, della criminalità micro e macro. Il Governo ed il paese discutono di nuove leggi più severe, di maggior certezza della pena, ma pari, se non superiore attenzione, deve essere posta alle ragioni per cui quanto già previsto dall ordinamento giuridico non è posto in grado di funzionare. Per il cittadino sgomento per il trascinarsi nel tempo di problemi irrisolti, è quasi impossibile districarsi tra le molteplici istituzioni che concorrono ad uno stesso obiettivo, individuare le tracce delle responsabilità, valutare il rapporto tra risorse impiegate e risultati ottenuti, farsi un idea, in sintesi, di quando e come il problema troverà soluzione. Spesso l enfasi è posta sull aumento delle risorse necessarie: più poliziotti per garantire la sicurezza ed il rispetto delle leggi. A questo proposito Sergio Romano riportando i dai del Centro di Alti Studi della Difesa ci ricorda che in Italia c è un poliziotto (assimilando carabinieri, polizia di Stato, guardia di finanza) per ogni 175 abitanti, rispetto ad un rapporto 1-400 della Germania. Se poi si 2

aggiungono gli apparati di sicurezza (pubblici e privati) che operano a livello regionale, provinciale, comunale, la stima è di un angelo custode per ogni 100 abitanti, compresi i lattanti e i vegliardi. Ma un altra domanda si pone. L autorevolezza dello Stato può sostenersi solo con la forza coercitiva della legge e delle forze dell ordine? Il recente Festival dell Economia di Trento dedicato ai rapporti tra mercato e democrazia ha messo in luce come il fenomeno della crisi dello Stato e delle sue istituzioni democratiche tenda a coinvolgere, chi più chi meno, tutti i paesi ad economia avanzata che non a caso sono anche i più ricchi e i suoi cittadini più tutelati sul piano dei diritti umani. I sintomi sono solo quelli della maggiore criminalità, ma anche quelli del declino della partecipazione alla vita dei partiti, dei sindacati, della sfiducia crescente nei confronti dei Governi e delle stesse istituzioni Europee. Forse perché il trascinarsi nel tempo di una concezione centralistica e burocratica dello Stato ha evidenziato i limiti di procedure democratiche che identificando nella politica una sfera separata abitata dai professionisti della politica ed organizzata dalle élite di partito, ha accentuato il distacco tra società politica e società civile. Va ricordato che dopo l estensione del suffragio universale e del voto alle donne, nessuna altra innovazione è stata sperimentata al fine di accrescere i margini di partecipazione dei cittadini alle decisioni politiche. La mancanza di nuovi canali partecipativi con cui organizzare il consenso può aver contribuito anche allo scarso successo delle reiterate riforme, in campo sanitario, dell istruzione, del lavoro, perché il cittadino ha individuato in tali riforme un attenzione prevalente dedicata ai produttori che non ai consumatori di tali servizi. I cantieri, aperti e da aprire, per ridare autorevolezza allo Stato sono allora molteplici, accanto a quelli mirati specificatamente a ripristinare condizioni di sicurezza per i cittadini. Lo Stato democratico è un sistema politico mutevole ed insieme vulnerabile perché può essere piegato dal virus del conformismo, alimentato dal potere mediatico, come ci ricordano i classici del liberalismo. Ed alcuni fatti emergenti dai processi di globalizzazione, rappresentati da regimi autoritari che adottano con grande successo le regole del mercato (si veda la Cina) stanno mettendo 3

in dubbio che mercato e democrazia possano procedere sempre di pari passo evitando che il mercato possa minare le basi sociali ed economiche degli attuali sistemi democratici. E allora necessario rafforzare l autorevolezza dello Stato e delle istituzioni democratiche, nell attuale contesto internazionale in forte evoluzione, con approcci diversificati ma convergenti. Un obiettivo è quello di rafforzare la democratizzazione dello Stato perché la capacità di governare un paese richiede un rapporto più amichevole e partecipato tra cittadino e politica. Non è solo un problema di legalità: è un problema di equità e di trasparenza tra carichi fiscali e prestazioni sociali, è un problema di trasferimento verso il basso delle decisioni politiche recuperando le esperienze migliori di democrazia partecipativa basate su procedure ben definite di coinvolgimento dei cittadini su temi di loro interesse; è un problema di regole istituzionali con cui ridare efficacia ai problemi decisionali della politica, ai vari livelli, riassorbendo le attuali sovrapposizioni e conflitti di competenza. Ma non basta democratizzare lo Stato se nel contempo non si democratizza la società, orientando a tal fine le strategie riformistiche. Siamo in presenza di una nuova cittadinanza più informata, più acculturata che non si accontenta più della democrazia minima affidata alle periodiche elezioni. Essa vuole usufruire di una maggiore libertà di scelta, ridimensionando il ruolo invasivo e spesso prevaricatore delle istituzioni burocratiche. Le riforme sociali (scuola, sanità, lavoro) devono consentire interventi dei cittadini in grado di incidere sulla qualità e sulla quantità dell offerta, spesso ostacolata da interferenze politiche e da rigidità sindacali. Le riforme economiche devono correggere l iniqua redistribuzione dei costi/opportunità della globalizzazione che è all origine dei processi di esclusione per le fasce più deboli della popolazione. Democratizzare la società significa anche aprirsi a nuove forme di solidarietà attivate direttamente dagli attori sociali, con pratiche di autorganizzazione degli interventi sociali dal basso, sperimentate nel passato ed ora in grado di integrarsi in un Welfare meno statalistico. 4

Nel percorso indicato, che muove dai problemi più elementari di sicurezza per approdare ad obiettivi più ambiziosi di rivitalizzazione dei processi democratici, il Sindacato è chiamato a svolgere un ruolo importante. Certo anch esso è chiamato a compiti aggiuntivi rispetto a quelli storici per rappresentare e tutelare le nuove dinamiche sociali. La sua forza risiede nel radicamento nel territorio, espressione di quel policentrismo istituzionale ed economico che costituisce la migliore risorsa da valorizzare nella prospettiva di una crescita economica e democratica della nostra società. 5