Toulon, 28/02/2019. Dott. Agr. Alessandro Errico DAGRI - Università degli Studi di Firenze

Documenti analoghi
Rodolfo GENTILI DISAT - Università degli Studi di Milano-Bicocca Carlo BARONI Dip. Sci. Terra - Università degli Studi di Pisa

Evoluzione della gestione del rischio idraulico in Provincia di Trento

Progetto di Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI) Interventi sulla rete idrografica e sui versanti

CROCE ROSSA ITALIANA. Idrogramma di piena. Pluviometria e valutazione delle piene Valutazione delle piene; Analisi dell idrogrammadi piena.

L IDROLOGIA ED IL CICLO IDROLOGICO

ELENCO ALLEGATI AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE. Prima elaborazione del Progetto di Piano di Bacino

INDICE GENERALE. COMITATO PARITETICO D INTESA (DPR n. 381/74, art. 8) PROGETTO DI PIANO. (settembre 2004) PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

ALTO SEVESO Naturale ed Urbano: sicurezza idraulica, riqualificazione fluviale e interventi integrati multi-obiettivo

DEFINIZIONE DELL ALGORITMO DI CALCOLO DEL DEFLUSSO MINIMO VITALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA

VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO

Introduzione. deposito sia laterali che verticali è d interesse per la progettazione e la gestione delle

ELENCO DEGLI INTERVENTI ANNO 2018

Valutazione della pericolosità per colate di detrito e dell efficacia delle opere di difesa presenti. Regione Autonoma Valle d Aosta

SVILUPPO MAPPE DI PERICOLOSITÀ DA ALLUVIONI

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto

Cambiamento climatico e pericoli naturali: a che punto è la pianificazione territoriale?

PROGETTO ANCONAPACO Analisi delle condizioni del patrimonio naturale, ambientale e paesaggistico delle aree di collina, pianura e costiere

Dipartimento di Scienze della Terra

Problematiche ambientali legate al dissesto idrogeologico

ATTIVITA RELATIVE ALLE MAPPE PRELIMINARI DI PERICOLOSITA E DI RISCHIO

Mitigazione del rischio relativo ai dissesti dei corsi d acqua e dei versanti

Richiede Perché può produrre..

CROCE ROSSA ITALIANA. Legislazione

L INQUINAMENTO da PFAS: ASPETTI IDROLOGICI E IDROGEOLOGICI

ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA COMUNE DI PISTOIA

Ambito estrattivo 20S - La Para 2

La gestione sostenibile delle acque meteoriche e del deflusso urbano

Pianificazione e gestione del territorio in materia idraulica

PRELIMINARE PROGETTAZIONE DEFINITIVA

Tabella riassuntiva Fabbisogno finanziario 2002

COMUNE DI SARSINA - P.A.E. - VARIANTE 2016 Ambito estrattivo 8S - Monteriolo Comune di: Sarsina Località: Monteriolo Cartografia di riferimento (C.T.R

COLLABORAZIONI TRA COMUNI E CONSORZI DI BONIFICA: DUE ESEMPI VIRTUOSI

UNIVERSITA DEL SALENTO COSTRUZIONI IDRAULICHE

COMUNE DI MONTEMARCIANO PROVINCIA DI ANCONA

SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO

REGIONE LAZIO. Direzione Regionale Ambiente e Cooperazione tra i popoli Area Difesa del suolo Sistema Informativo per la Difesa del Suolo

PROGETTAZIONE DI FATTIBILITA TECNICO-ECONOMICA DI UNA VASCA DI LAMINAZIONE DELLE PIENE DEL TORRENTE TROBBIA IN COMUNE DI GESSATE (MI)

Progetto di Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI) Interventi sulla rete idrografica e sui versanti

Corso Integrato: Idrologia e Infrastrutture Idrauliche T

LA FURIA DELLA NATURA!

La pianificazione di settore nella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: elementi di coerenza con il Piano di Gestione

SCHEMA DI PROGETTO DI VARIANTE AL PAI. Torrente Seveso

LA PREVENZIONE RISCHIO IDROGEOLOGICO IN LOMBARDIA

RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA

Ambito estrattivo 8S - Monteriolo

AMMODERNAMENTO DEL TRACCIATO DELLA S.P. 46 ISPICA POZZALLO - PROGETTO DEFINITIVO INQUADRAMENTO DELL'OPERA ELENCO ELABORATI -

IMPLICAZIONI NEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE

ALTO SEVESO NATURALE ED URBANO OLTRE IL 2015

STUDIO DI FATTIBILITA AMBIENTALE

PROGETTARE L INVARIANZA: PRESENTAZIONE DI CASI STUDIO

Ambito estrattivo 3S - Scalello

Provincia di Firenze Palazzo Medici Riccardi

METODOLOGIE PER LA MAPPATURA DELLE AREE SOGGETTE A RISCHIO DI INONDAZIONE

Raffaella Lovreglio Filippo Giadrossich Roberto Scotti Ilenia Murgia Guillermo Tardío Slobodan Mickovski Josè Luis García- Rodríguez

Gemellaggi per l Internalizzazionel Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) 06 novembre 2007

La difesa del suolo in LOMBARDIA

REGIONE LAZIO. Direzione Regionale Ambiente e Cooperazione tra i popoli Area Difesa del suolo Sistema Informativo per la Difesa del Suolo

Fenomeni di instabilità sui ravaneti (Bacini Marmiferi di Carrara)

RIQUALIFICAZIONE FLUVIALE PRINCIPI E BUONE PRATICHE PER INTEGRARE TUTELA AMBIENTALE, GESTIONE DEI RISCHI IDROGEOLOGICI E SVILUPPO LOCALE

Consorzio di bonifica Medio Valdarno. Manutenzione (??) dei corsi d acqua

COMUNE DI BORDIGHERA

Presentazione Compendio di ingegneria naturalistica per docenti e professionisti: analisi, casistica ed elementi di progettazione

INDICE. 1. Contenuti 2

Il fiume Lambro e la città Fra sicurezza e natura

STUDIO DI FATTIBILITA AMBIENTALE COMPLETAMENTO OPERE DI URBANIZZAZIONE SECONDARIA PIAZZALE SALANDRA

Gli aspetti di sistemazione idrogeologica e idraulica nel loro rapporto con il PdG Po. Ing. Lorenzo Masoero Geol. Giorgio Gaido

RIASSETTO IDROGEOLOGICO E MITIGAZIONE DEI RISCHI NATURALI PRESENTI IN VAL TORREGGIO

STUDIO DELL EVOLUZIONE MORFOLOGICA DEGLI ALVEI FLUVIALI

Il Servizio Idrologico Regionale. Alessio Turi

CAVA DI SCAGLIAME DI MARMO OFICALCE

Titolo Ciclo idrico e governo delle acque

PROGETTO E REGOLA D ACQUA

Piano Nazionale contro il Dissesto Idrogeologico - Stralcio Aree Metropolitane T. GHIRONDA

STUDIO PER L ANALISI DEL RISCHIO IDRAULICO E ALLUVIONALE DEL COMUNE DI PARMA

REGIONE LAZIO. Direzione Regionale Ambiente e Cooperazione tra i popoli Area Difesa del suolo Sistema Informativo per la Difesa del Suolo

A U T O R I T A D I B A CI N O D E L F I U M E A D I G E. Mercoledì 17 gennaio 2007 Aula magna del museo tridentino di scienze naturali

CORSI D ACQUA MINORI DEI VERSANTI MONTUOSI INTERFERENTI CON IL NUOVO TRONCO STRADALE STUDIO IDROLOGICO

Dalle mappe di pericolosità e di rischio al Piano di gestione delle alluvioni Art. 7 della Direttiva 2007/60/CE e del D.lgs. n. 49 del

REGIONE TOSCANA PIANO DI SVILUPPO RURALE 2014/2020 REGOLAMENTO (UE) 1305/2013

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4

Rapporto 2018 sul dissesto idrogeologico in Italia

Impermeabilizzazione dei suoli ieri-oggi e domani

Comune di Santarcangelo di Romagna Provincia di Rimini. rue. Tavola dei vincoli e scheda dei vincoli a cura dei Servizi Urbanistici Comunali

STUDIO DEL RETICOLO MINORE COMUNALE E REGOLAMENTO DI POLIZIA IDRAULICA L.R. 1/ DGR N. 7/13950

- ESTE (PD) 14 giugno

La prevenzione e la manutenzione idraulica a quarant'anni dall'alluvione di Firenze

Approccio modellistico integrato per la gestione delle cave del Consorzio per la Valorizzazione del Travertino a Guidonia

Idraulica e Idrologia: Lezione 2

sedimenti, realizzando adattamenti morfologici (dimensioni, forma, tracciato,

Distretto del Fiume Serchio ALLEGATO 10G CODICI MISURE

Sintetica descrizione dell Allegato 5. Disposizioni per le attività estrattive nelle Alpi Apuane

Applicazioni Gis in Campo Territoriale e Ambientale

"Vogliamo fare un parco eolico in un crinale geologicamente instabile e franoso?"

Criteri Generali per l Elaborazione dei Piani delle Attività Estrattive

2. DESCRIZIONE DELLA STAZIONE E DELL INTERVENTO

Analisi del Territorio e degli insediamenti - C Prof. Arch. Valeria Lingua. Modulo 5

Geol. Donato Sollitto, PhD. Distretto Idrografico dell'appennino Meridionale Autorita' di Bacino della Puglia Segreteria Tecnica Operativa

Transcript:

Toulon, 28/02/2019 Il bosco e la pianificazione territoriale: Comprendere il ruolo della vegetazione per il contrasto al dissesto idrogeologico e l'adattamento ai cambiamenti climatici Dott. Agr. Alessandro Errico DAGRI - Università degli Studi di Firenze

Indice: 1) Il ruolo idrologico del bosco 2) Carrara e il torrente Carrione 3) Analisi della vegetazione

Il ruolo idrologico del bosco

Bacino: area di territorio che drena in un punto specifico (Foto J. Kirchner, ETH) Il bacino idrografico

Ciclo idrologico a scala di bacino P ET Q = P ET ds dt Deflusso sottosuperficiale in ingresso Dingman, 2002 (modificato) DS: volume immagazzinato Deflusso in alveo (Q) Deflusso sottosuperficiale in uscita

Risposta idrologica a scala di bacino

Bosco e acqua: un legame indissolubile Daniele Penna, Firenze, 17/01/2019

Aumento dell infiltrazione Ricarica delle falde acquifere Diminuzione deflusso superficiale

Portata (m 3 /s) Variazioni di portata in presenza/assenza di bosco La laminazione delle piene Bacino deforestato e/o urbanizzato Bacino boscato Tempo Deflusso di base Bierman e Montgomery, 2014 (modificato)

Riduzione del trasporto di sedimenti e inquinanti ai corsi d acqua e alla falda acquifera

Effetti sulla stabilità dei versanti Consolidamento particelle di suolo (+) Coesione radicale (+) Ancoraggio (+) Peso (+/-) Vento (-)

Effetti sulla stabilità dei versanti

In sintesi: effetti principali del bosco sulle acque

Carrara e il Torrente Carrione

Carrara e il Torrente Carrione Area: circa 50 km^2 Lunghezza asta principale: 15.4 km BACINO MARMIFERO Escursione altimetrica: 0-2000 m CARRARA AVENZA CARRARA MARINA DI CARRARA

Carrara e il Torrente Carrione La città di Carrara raccoglie le acque defluenti da 5 sottobacini inseriti nelle Alpi Apuane CARRARA AVENZA MARINA DI CARRARA

Carrara e il Torrente Carrione La città di Carrara raccoglie le acque defluenti da 5 sottobacini inseriti nelle Alpi Apuane CARRARA

Il Rischio Idrogeologico a Carrara La città di Carrara raccoglie le acque defluenti da 5 sottobacini inseriti nelle Alpi Apuane

Il Rischio Idrogeologico a Carrara Le sezioni sono di dimensioni ridotte Ponti storici le riducono ulteriormente

Il Rischio Idrogeologico a valle di Carrara Alveo pensile: più alto della pianura circostante Completamente arginato fino al mare Pianura completamente urbanizzata: insediamenti e industrie per la lavorazione del marmo 2014

L idrologia del Carrione Un tema complesso Alta piovosità, con valori annui che possono raggiungere 3000 mm; Elevata intensità delle precipitazioni Morfologia del bacino, con forte acclività nella parte montana: grande capacità di trasportare a valle sedimenti di notevole dimensione e generare correnti detritiche (debris flows) Forte e disordinata antropizzazione: viabilità e insediamenti in aree a pericolosità molto elevata Risultato, esondazioni frequenti: 23 settembre 2003; 1º novembre 2010; 11 novembre 2012; 28 novembre 2012; 5 novembre 2014

Il Rischio Idrogeologico a valle di Carrara Un recente studio idraulico finanziato da Regione Toscana (2016) ha ben evidenziato le criticità e proposto soluzioni per la mitigazione del rischio per la città di Carrara e la piana circostante Con il nostro studio vogliamo analizzare la possibilità di impiegare tecniche a basso impatto ambientale (Nature Based Solutions) a supporto e integrazione degli interventi previsti nel masterplan

Analisi della vegetazione

I ravaneti dell area marmifera Sono depositi di materiale lapideo risultante dall estrazione del marmo Nei secoli le diverse tecniche estrattive hanno prodotto depositi con granulometrie diverse, spesso stratificati uno sull altro Si ipotizza che i ravaneti a matrice più permeabile (principalmente quelli antichi) abbiano un ruolo positivo nel trattenere l acqua di pioggia ritardandone l arrivo a valle, quindi laminando i picchi di piena rispetto ad una situazione di roccia nuda I ravaneti ricchi di materiale fine (principalmente quelli più recenti) invece presentano delle importanti criticità: 1) Scarsa capacità di infiltrazione: gran parte della pioggia ruscella in superficie causando erosione e contribuendo ad innalzare le portate dei corsi d acqua 2) Problemi di debris flows: rischio per le infrastrutture sottostanti, grande apporto di sedimenti al reticolo idrografico, soprattutto durante gli eventi estremi 3) Problemi di qualità dell acqua: durante le piogge intense la polvere di marmo ruscella in superficie e raggiunge i corsi d acqua, oppure si infiltra nel sottosuolo e inquina le acque di falda NEGLI ULTIMI ANNI ALCUNI GESTORI DI CAVE HANNO INZIATO A «SMONTARE» I RAVANETI, ASPORTANDO IL MATERIALE GROSSOLANO, CHE PRESENTA UN CERTO VALORE ECONOMICO PER LA PRODUZIONE DI CARBONATO DI CALCIO. L AMMINISTRAZIONE RITIENE PERO CHE ALCUNI RAVANETI SIANO DA TUTELARE, PROPRIO PER IL RUOLO RUOLO IDROLOGICO E PER LA TESTIMONIANZA STORICA DELL ESTRAZIONE DEL MARMO (RAVANETI ANTICHI)

I ravaneti dell area marmifera

I ravaneti dell area marmifera

I ravaneti dell area marmifera

I ravaneti dell area marmifera

I ravaneti dell area marmifera

I ravaneti dell area marmifera

I ravaneti dell area marmifera

L insediamento di vegetazione sui ravaneti: comprendere le dinamiche naturali per massimizzarne i benefici

Il ruolo della vegetazione sui ravaneti La vegetazione si insedia spontaneamente sui ravaneti; sono presenti formazioni, erbacee, arbustive ed arboree, continue o a nuclei. Dove le condizioni sono più favorevoli, la successione vegetazionale arriva allo stadio di bosco di alto fusto (principalmente boschi a Ostrya carpinifolia, Fraxinus ornus, Quercus pubescens, Quercus ilex) La vegetazione può svolgere un ruolo importante nel contrastarne le criticità dei ravaneti : Aumento della capacità di infiltrazione, riduzione del ruscellamento superficiale Difesa dall erosione, contrasto ai fenomeni di debris flow: riduzione dell apporto di sedimenti dai versanti al reticolo idrografico Fissazione delle polveri di marmo nel suolo, riduzione dell inquinamento delle acque PER COMPRENDERE LE DINAMICHE DI SUCCESSIONE SUI RAVANETI E STATO PREDISPOSTO UNO STUDIO CONOSCITIVO, BASATO SU UN RILIEVO BOTANICO DISTRIBUITO ALL INTERNO DELL INTERA AREA ESTRATTIVA

Analisi della vegetazione 1) Ripetizione del rilievo botanico (2008) su 74 punti dislocati all interno del bacino marmifero, prevalentemente su ravaneto 2) Popolamento di un database con le informazioni raccolte nel rilievo 3) Spazializzazione dei dati rilevati a terra tramite fotointerpretazione (Università degli Studi di Pisa, Dipartimento di Scienze della Terra) I confini delle aree vegetate sono stati tracciati su base fotointerpretativa e classificati tramite controlli a terra eseguiti durante il rilievo botanico

Analisi della vegetazione 4) Confronto dei dati attuali con i dati contenuti nella Carta della Vegetazione del 2008: Gentili, R. (2008). E importante comprendere il trend evolutivo naturale per progettare misure di protezione, interventi di rimboschimento o di manutenzione efficaci

2008 2017

2008 2017

Esempio di ravaneto con vegetazione sviluppata - Copertura prossima al 100 % - Portamento arboreo - Assenza di segni di deperienza o sofferenza - Assenza di specie alloctone - Presenza di suolo organico - Presenza di specie rare ed endemismi - Nel 2008 era già censito bosco di carpino: popolamento stabile

Altri esempi di ravaneto con vegetazione sviluppata

Altri esempi di ravaneto con vegetazione sviluppata

Individuazione dei ravaneti di maggior interesse: la Carta dei ravaneti da sottoporre a tutela In collaborazione con l Università di Pisa, è in fase di realizzazione una carta finalizzata alla classificazione dei ravaneti, distinguendo quelli da tutelare da quelli che potrebbero essere asportati perché problematici o comunque non utili per la mitigazione del rischio idrogeologico a valle. La scelta è effettuata intersecando vari strati, in particolare: Assenza di dissesti Copertura vegetale di specie autoctone e ben sviluppate Tessitura Contenuto in acqua gravimetrica media (Storage effect), dati di Gardin e Castelli Criteri di selezione in base alla vegetazione: presenza di uno o più dei seguenti caratteri - Elevato grado di copertura - Portamento arbustivo o arboreo - Prevalenza di specie autoctone - Tendenza evolutiva promettente - Presenza di specie rare/endemiche

Attività previste per la prossima stagione vegetativa: Indagine sugli apparati radicali di piante cresciute su ravaneti con differenti granulometrie dei sedimenti Modellazione della stabilità dei versanti vegetati sulla base delle evidenze sperimentali stima del possibile apporto di sedimenti e Large Wood al reticolo idrografico tramite l utilizzo di modelli di trasporto solido

Conclusioni Gli studi sono ancora in corso, ma i primi risultati stanno permettendo di: Comprendere i trend evolutivi: come e dove ci dobbiamo aspettare lo sviluppo della vegetazione verso forme più strutturate e stabili? Individuare i ravaneti da sottoporre a tutela perché importanti sia da un punto di vista sia ecologico, sia idrogeologico Individuare le specie più adatte ad eventuali interventi di rinverdimento: ipotesi di cantieri sperimentali con opere di Ingegneria Naturalistica per favorire la stabilità e la rivegetazione di ravaneti da tutelare

Grazie per l attenzione Merci pour l attention www.interreg-maritime.eu/adapt