LEZIONE 2 STORIA DEL DIRITTO ROMANO
(STORIA DI ROMA E DEL SUO DIRITTO) PERIODIZZAZIONI 753 a.c. - 565 d.c. età regia (753-509 a.c.) età repubblicana (509-23 a.c.) età del principato (23-284 a.c.) età postclassica e giustinianea (284-565 d.c.)
ALTRA POSSIBILE PERIODIZZAZIONE (DI REGOLA USATA NEI TESTI DI STORIA DEL DIRITTO) 1) periodo arcaico (753 a.c. - 367 a.c., leges Liciniae Sextiae) 2) periodo preclassico sino al 27 a.c (avvento di Ottaviano Augusto, Princeps) 3) periodo classico sino al 254 d.c. (morte del giurista Modestino) o sino al 284 d.c. (avvento dell Imperatore Diocleziano) 4) periodo postclassico (giustinianeo) sino al 565 d.c. (morte dell imperatore Giustiniano I)
Le fonti di cognizione, vale a dire di «conoscenza», del diritto romano (rispetto all età regia: 753-509 a.c.) Lefonti non giuridiche 1) la documentazione manoscritta - storici latini e greci (figli, per via diretta o anche solo per comune tradizione, di quell ampia produzione, andata perduta, venutasi ad elaborare nel corso del IV-III sec. a.c. (5 secoli circa dopo la fondazione di Roma), per opera di Timeo di Tauromenio, greco di Taormina, Fabio Pittore e di Cincio Alimento, autori (anche loro scrissero in greco) dei primi libri di Annali - prendono il nome dagli Annales maximi: registrazioni cronachistiche redatte ogni anno dai pontefici massimi, incise su tabulae dealbatae, erano conservati nella regia, dimora del pontefice massimo; tra il 140 e il 120 ad opera di Publio Muzio Scevola, pontefice nel 130 a.c., vennero pubblicati in forma letteraria in 80 libri; in questo modo divennero fontw accessibile agli storici che si interessarono all età monarchica; è la fine della storiografia pontificale 390 a.c. incendio di gran parte di Roma a seguito dell occupazione operata dai Galli di Brenno (distruzione tavole originali, che, però, sarebbero subito state ricostituite ad opera dei pontefici)
II sec. a.c. Marco Porcio Catone il Censore (234-149 a.c.) -> Origines in 7 libri (rimangono solo frammenti pervenuti attraverso citazioni dirette o indirette) Primo scritto di storiografia (storia corale, di popolo), in lingua latina, inaugurano la letteratura nazionalistica romana Polibio di Megalopoli, Historiae L annalistica dopo Catone II sec. a.c. Lucio Cassio Emìna - Lucio Calpurnio Pisone Frugi - Gneo Gellio -Gaio Fannio I sec. a.c. Dionigi di Alicarnasso (60-7 a.c.) -> Antichità romane (20 libri) Tito Livio (59 a.c. - 17 d.c.) -> Ab urbe condita (142 libri)
Antiquaria (incentra la propria attenzione su questioni linguistiche, grammaticali, onomastiche connesse alla religione, ai costumi, all arte, a specifici avvenimenti storici) Marco Terenzio Varrone (116-27 a.c.) -> De lingua latina (25 libri) - De re rustica (3 libri) - grammatici - eruditi - retori - oratori - commediografi
Reazione negli ultimi 100 anni allo «storicismo ipercritico» imperante nell 800 Tale reazione, in un contesto di forte integrazione interdisciplinare, si è spesso alimentata dei dati offerti dalle fonti: - epigrafiche - papirologiche - archeologiche
Fonti epigrafiche ESEMPLIFICAZIONI Cippus vetustissiumus del Foro Iscrizione in caratteri latini arcaici, disposti in verticale e con andamento bustrofedico (da bous = bue e strepho = mi giro ), incisa sulle cinque facce di un blocco di tufo a forma troncopiramidale, mancante della parte superiore, scoperto nel 1899 sotto la Niger Lapis
CIPPUS VETUSTISSIMUS
SCRITTURA CIPPUS I 1. quoi hon[ 2. ]sakros es 3. ed sord[ II 4. ]a ias 5. recei io[ 6. ]evam 7. quos re[ III 8. ]m kalato 9. rem hab[ 10. ]tod iouxmen 11. ta kapta do tau[ 12. m i ter pe[ IV 13. ]m quoi ha 14. velod neq(.)u[ 15. ]iod iovestod V 16. loivqviod qo[
FRAMMENTO DI COPPA RINVENUTO NELLA REGIA (VI SEC. A.C.)
DATAZIONE DELLA FONDAZIONE DI ROMA 753 Secondo Varrone 752 secondo i Fasti Capitolini 752/1 secondo Dionigi di Alicarnasso 751/0 secondo Polibio e Diodoro 750 per Livio 748 per Fabio Pittore 729/8 secondo Cincio Alimento 848 (lo stesso anno della fondazione di Cartagine) per Timeo di Tauromenio
L ETA REGIA MONARCHIA LATINO-SABINA 1. Romolo (per un periodo assieme a Tito Tazio, Sabino) (753? a.c. - 716 a.c.) 2. Numa Pompilio (715 a.c. - 674 a.c., Sabino) 3. Tullo Ostilio (673 a.c. - 642 a.c.) 4. Anco Marzio (642 a.c. - 617 a.c.) MONARCHIA ETRUSCO-LATINA 5. Tarquinio Prisco (616 a.c. - 579 a.c., Lucumone da Tarquinia) 6. Servio Tullio (578 a.c. - 535 a.c., genero di Tarquinio Prisco) 7. Tarquinio il Superbo (535 a.c. - 510 a.c., figlio o nipote di Tarquinio Prisco e genero di Servio Tullio) Complessivamente, secondo la tradizione circa 244 anni 753-509 ac.
ROMOLO, LATINO (CORREGGENZA CON TITO TAZIO, SABINO) Secondo il racconto della tradizione, già Romolo avrebbe dato a Roma un compiuto assetto costituzionale basato su: REX - CONSILIUM PATRUM (GENTIUM) poi senatus - COMITIA (CURIATA = POPULUS) a) divisione del populus in: PATRIZI e PLEBEI (plèzos = moltitudine) b) Romolo divise tutta la popolazione in 3 ripartizioni poi suddivise ciascuna delle tre in altre 10 ripartizioni chiamò le ripartizioni maggiori TRIBU e le minori CURIE divise poi le curie in 10 parti (DECURIE) e vi era un capo su ciascuna di esse, detto DECURIONE (Dion. 2.7.2-4)
Varr., De l.l., V.55 Il territorio romano fu originariamente diviso in tre parti, da cui presero nome le tribù dei Tiziensi, dei Ramni e dei Luceri. Come dice Ennio, i Tiziensi presero il nome da Tazio, i Ramnensi da Romolo, i Luceri, come dice Giunio Graccano, da Lucumone; ma tutte queste parole sono etrusche, come diceva Volnio, che scrisse tragedie in etrusco
D. 1.2.2.2 (Pomp. l sin. Enchiridii): All inizio della nostra città, il popolo dapprima cominciò a compiere atti senza legge certa, senza diritto certo e tutte le cose erano governate dalla mano dei re. Poi, essendosi accresciuta in una certa misura la popolazione, si tramanda che lo stesso Romolo abbia diviso il popolo in trenta parti, che chiamò curie, per il fatto che allora espletava la cura della cosa pubblica attraverso le deliberazioni di tali parti. Così egli stesso propose al popolo alcune leggi curiate: ne proposero anche i re che seguirono
Cic., De rep. II.14 (Romolo insieme a Tito Tazio) aveva diviso il popolo in tre tribù e trenta curie, che chiamò col nome di quelle vergini sabine che, dopo essere state rapite, erano state promotrici della pace e dell alleanza
- 3 tribù gentilizie? (Tities da Tito Tazio, Sabini?, Ramnes da Romolo, Latini?, Luceres da Lucumone, Etruschi?): scopi militari (distretti di leva, tribuni militum), politici, elettorali - ogni tribù divisa in 10 curiae (= co-viria) per un totale di 30 curiae (comitia curiata - populus; curio maximus, convocati in comitium da coeundo = andare insieme, riunirsi, di norma nel Foro) - Divise ogni curia in 10 decuriae (ripartizion di 10 uomini) (3 tribù x 10 curiae x 10 decuriae x 10 uomini = 3000 uomini = populus = esecito fanteria, pedites; gli equites erano 300, 1 centuria per ogni tribù) a) esercito -> 3 centuriae equites (300 cavalieri); 30 centuriae di pedites (3000 uomini = legione) Varr. De l.l., V.89: Si chiamano milites (soldati) perché in origine la legione era fatta di tre milia (migliaia) e ognuna delle tribù dei Tiziensi, dei Ramni e dei Luceri inviava 1000 soldati Serv. Ad Aen XI.603 E i celeri latini (Virgilio) allude all esercito romano. Infatti Romolo ebbe anche dei cavalieri che chiamò Celeri o dalla loro celerità o dal loro comandante Celero, che si dice abbia ucciso Remo; come ricompensa di questa azione meritò di essere nominato da Romolo tribuno della cavalleria
b) consilium patrum (gentium) di 100 membri Plut. Rom. 13.2-3: senatus significa esattamente consiglio degli anziani; si dice che i suoi membri furono chiamati patrizi perché erano padri di figli legittimi, secondo alcuni invece perché potevano indicare chi fosse il loro padre (portati a 200 a seguito della divisione del regnum con Tito Tazio - ratto delle sabine) DIARCHIA Ps. Aur. Vict. De vir. Ill. 2.10: Romolo fece un patto e accolse i Sabini nella città e chiamò il popolo Quiriti da Curi, città dei Sabini C) Collegi sacerdotali (augurium) Cic. De divinatione I.3 Innanzitutto Romolo, padre di questa città, si dice che non solo abbia fondato la città dopo avere preso gli auguri, ma che egli stesso sia stato un ottimo augure
NUMA POMPILIO, SABINO INTERREGNUM - INAUGURATIO Re sacerdote e legislatore Le riforme che avrebbe operato secondo la tradizione: b) collegi sacerdotali (Flamines, Vestali, Pontifices, Salii) c) riforma del calendario d) edificazione tempio di Giano e) edificazione del pons Sublicius
TULLO OSTILIO, LATINO Re guerriero distruzione di Alba Longa (combattimento Orazi/Curiazi) Provocatio ad populum? Fetiales? Curia Ostilia
ANCO MARZIO, SABINO Le riforme che avrebbe operato secondo la tradizione: infrastrutture (porto di Ostia, via Ostiense, carcer)
IL PERIODO ETRUSCO 616-509 LUCIO TARQUINIO PRISCO (Lucumone di Tarquinia, moglie Tanàquila) SERVIO TULLIO (genero di Tarquinio Prisco) LUCIO TARQUINIO IL SUPERBO (figlio o nipote di Tarquinio Prisco e genero e uccisore di Servio Tullio)
LUCIO TARQUINIO PRISCO Il racconto della tradizione - esercito portato a 1800 armati - senatori portati a 300 (patres minorum gentium) - importanti opere pubbliche (Cloaca massima, terminata sotto Tarquinio il Superbo; Circo Massimo, tempio di Giove sul Campidoglio) - distribuzione di ager publicus ai privati - insegne rex (forme esteriori imperium)
SERVIO TULLIO (MASTARNA?) Il racconto della tradizione exercitus centuriatus (Ordinamento serviano) suddivisione del popolo in 5 classi in base al censo costituzione 4 tribù urbane (Suburana, Palatina, Esquilina, Collina, ricomprese all interno delle mura cittadine) e 16 tribù rustiche Censimento (suovetaurilia, lustratio)
Lucio Tarquinio il Superbo TIRANNIDE Il racconto della tradizione: guerra contro la popolazione dei Rutuli, assedio di Ardea (episodio che coinvolse Lucrezia, moglie di Lucio Tarquinio Collatino e il figlio di Lucio Tarquinio il Superbo, Sesto Tarquinio) Rivolta capeggiata da Lucio Giunio Bruto (prodigio e responso di Delfo) e da Lucio Tarquinio Collatino
IL REX (da regere? = reggere, guidare) Sacerdote (attribuzioni magico-religiose: Romolo è definito da Cicerone optimus augur - rex sacrorum) - capo militare (vitalizio <regifugium>?): fondamentale elemento di mediazione fra gli dei e la civitas, il principale garante e custode della pax deorum (auspicia) NOMINA: INTERREGNUM (auspicia ad patres <10 patres> redeunt, interrex, creatio, lex (lag = dire, pronunciare, stabilire) curiata de imperio <fase etrusco-latina>, inauguratio <da augeo = accresco>) LEGES REGIAE CURIATAE secondo la tradizione votate dai comitia curiata, ma che la gran parte della dottrina è propensa ad assimilarle ad ordinanze pronunciate dai reges, forse innanzi all assemblea curiata, enucleanti cristallizzazioni o precipitati dei MORES MAIORUM (2 raccolte: la prima realizzata da Servio Tullio, la seconda riferita all età di Tarquinio il Superbo e attribuita ad un Sesto Papirio - IUS CIVILE PAPIRIANUM)
D. 1.2.2.2 (Pomp. l sin. Enchiridii):... Così egli stesso (Romolo) propose al popolo alcune leggi curiate: ne proposero anche i re che seguirono. Tali leggi restano conservate, tutte scritte insieme, nel libro di sesto Papirio, il quale fu uno tra gli uomini preminenti ai tempi in cui visse Tarquinio il Superbo, figlio di Demarato di corinto. Tale libro è chiamato Diritto civile Papiriano, non perché Papirio vi aggiunse qualcosa di suo ma perché mise insieme in unità le leggi approvate senza ordine
Gell. N.A. 10.20.2: Ateio Capitone, espertissimo nel diritto pubblico e privato, ha definito il termine legge con queste parole: Una legge è un comando generale del popolo o della plebe su richiesta del magistrato: generale iussum populi aut plebis rogante magistratu. le leges publicae (rogatae), frutto dell incontro delle volontà del magistrato (inter)rogante e del populus riunito in comitio e, dopo l estensione, operata nel 286 a.c. dalla lex Hortensia, dell efficacia delle deliberazioni comiziali ai plebiscita, anche della plebs riunita in concilio Gai. 1.3: La legge è ciò che il popolo comanda e dispone D. 1.3.1 (Papin. 1 Def.): La legge è un comando generale, una decisione degli uomini saggi un impegno comune della repubblica
Le fonti sulle leges regiae risalente tutte all età imperiale o, al massimo, all ultima fase dell età repubblicana, tendono a riprodurre il meccanismo di formazione della lex publica repubblicana (elemento chiarificatore la lex curiata de imperio) Suffragium (non farebbe riferimento ad un ordinato sistema di voto, ma al caotico schiamazzo di una moltitudine che esprime la propria approvazione disordinatamente) / in contione (assembramento disordinato di uomini)