Visibilità e invisibilità delle donne migranti a Napoli. Il caso delle donne Ucraine e Polacche



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Transcript:

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II FACOLTA DI SOCIOLOGIA Tesi di Laurea in Etnologia delle culture mediterranee Visibilità e invisibilità delle donne migranti a Napoli. Il caso delle donne Ucraine e Polacche Relatore Candidata Ch.mo Prof. Anna Carmela Cucinotta Adelina Miranda Matr. 027/ 019969 ANNO ACCADEMICO 2005/2006

INDICE p.1 Introduzione p.5 Parte I p.11 Considerazioni teoriche sulle problematiche dei processi di femminilizzazione e globalizzazione del lavoro domestico e di cura Premessa p.12 Capitolo I Migrazione e globalizzazione del lavoro domestico e di cura I.1. La femminilizzazione dei movimenti migratori: un fenomeno ancora da approfondire p.14 I.2. Le tipologie di donne migranti attualmente presenti p.16 I.3. La femminilizzazione del lavoro salariato nel mercato globale p.20 I.4. La globalizzazione dei processi migratori p.22 I.5. Il lavoro domestico e di cura: una dislocazione dell accudimento su scala mondiale p.27 Capitolo II Studi di genere e migrazioni II.1. La triplice oppressione delle donne globali p.31 II.2. Lavoratrici invisibili: occuparsi di una persona indipendente p.35 Capitolo III Il contesto italiano del lavoro domestico e di cura III.1. L arrivo delle colf migranti in Italia p.40 III.2. Alcuni dati statistici sul panorama italiano p.44 III.3. Le tappe storiche dell immigrazione delle colf in Italia p.47 Conclusione p.50 1

Parte II p.52 Lo scenario internazionale dell allargamento dell'unione Europea ai paesi dell'est e del Centro Europa CAPITOLO IV I paesi dell Est nell Unione Europea: il caso dell Ucraina e della Polonia Premessa p.53 IV.1. L immigrazione dell Est nell Unione Europea post-allargamento p.54 IV.2. Un complesso economico e politico-istituzionale p.58 IV.3. Il coinvolgimento dell Est Europa nell ultima regolarizzazione. Nuova graduatoria per i gruppi dell Est dopo la regolarizzazione p.60 IV.4. La crisi politica ed economica dei paesi dell Est p.61 IV.5. I processi migratori nell Ucraina, fino e dopo la disgregazione dell URSS p.64 IV.6. Le caratteristiche dei processi migratori attuali dell Ucraina p.69 IV.7. L immigrazione ucraina verso l Italia p.72 IV.8 La presenza ucraina in Campania p.81 IV.9. L immigrazione polacca in Italia, dagli anni novanta ad oggi p.86 IV.10. La presenza dei Polacchi in Campania p.88 Parte III p.90 La ricerca sul campo CAPITOLO V Alcuni percorsi di donne migranti: le polacche e le ucraine a Napoli Premessa p.91 V.1. Le caratteristiche socio-demografiche delle migranti intervistate p.92 V.2. Le motivazioni del viaggio p.95 2

V.3. Il percorso migratorio: le reti di mediazione formali e informali p.100 V.4. Il lavoro come legittimazione della presenza p.106 V.5. Il mercato competitivo tra le ucraine e le polacche nel settore del lavoro domestico p.114 V.6. La gestione della vicinanza e della distanza all interno dello spazio domestico p.116 V.7. Il lavoro di cura, tra responsabilità e doveri p.121 V.8. Datrici di lavoro autoctone e donne immigrate: un incontro culturale asimmetrico p.125 V.9. Essere madri globali: il modello migratorio delle famiglie transnazionali p.135 V.10. Il ri-modellamento dei rapporti di genere nel contesto migratorio p.138 V.11. Il progetto migratorio: tra aspettative collettive e libertà individuale p.144 V.12. Tra mobilità e radicamento p.149 CAPITOLO VI Luoghi di incontro, formali e informali, delle domestiche migranti a Napoli Premessa p.154 VI.1. Le migranti, tra tempi di lavoro e tempi di svago p.155 VI.2. Modalità e organizzazione del tempo libero delle domestiche migranti p.157 VI.3. Il cibo come pratica di identità p.163 VI.4. Spazi di incontro e luoghi di riunione formali e informali p.168 VI.5. Il centro di accoglienza della parrocchia San Carlo Borromeo, nel Centro Direzionale di Napoli p.169 VI.6. Il servizio ginecologico p.173 VI.7. La Piazza Garibaldi di Napoli p.175 VI.8. Spazi del commercio, tempi dello scambio: il mercato ucraino a Napoli p.176 VI.9. L esercizio commerciale dell Emporio Cristiani p.180 3

VI.10. La comunità cattolica dei polacchi p.184 VI.11. Pratiche di accoglienza formali-informali nei confronti dei migranti p.188 CAPITOLO VII Spazi di condivisione e di conflitto tra migranti e autoctoni VII.1. Gli effetti dei processi migratori transnazionali sulle dinamiche di produzione globale-locale dei consumi p.191 VII.2. La percezione dello spazio urbano a Napoli p.193 VII.3. Forme e modalità di appropriazione spaziale di alcune aree urbane della città di Napoli p.197 VII.4. Uso e fruizione degli spazi tra mobilità e ancoraggi p.205 VII.5. Identità e alterità del confronto tra autoctoni e stranieri, nello spazio urbano p.208 VII.6. La costruzione della visibilità femminile: l occupazione degli spazi urbani espressi nella logica di genere p.214 VII.7. Mutamento dello scenario cittadino: divario disciplinare e tentativi di incontro tra la progettistica urbana e l antropologia delle società complesse p.221 Adottando un punto di vista: interpretazioni conclusive p.226 Indicazioni Bibliografiche p.234 Sitografia p.239 Ringraziamenti p.241 4

Abstract I crescenti fenomeni migratori danno luogo a notevoli mutamenti sia sul piano sociale che sul piano fisico nei contesti urbani. I migranti si appropriano di alcuni spazi dove si riconoscono come una comunità. Questi nuovi spazi diventano cerniere nelle quali s incrociano percorsi multipli, originati da una conoscenza collettiva dei modi d uso del territorio urbano e dalle differenti pratiche sociali di scambio da parte delle comunità di migranti. Nell usufruire degli spazi e della città solo per frammenti temporali e spaziali, esprimono la necessità di sostare, di collocarsi in spazi della città spesso poco usati o abbandonati. E come se alcuni spazi della città fossero maggiormente fruiti dalle nuove popolazioni per occasioni d incontro e con modalità di uso differenti, che al contrario gli autoctoni, sono meno propensi ad usare per se stessi, secondo il loro uso personale. Nel presente lavoro ho, infatti, in gran parte utilizzato il termine migrante 1, in sostituzione del termine immigrato, di uso più corrente, che non evidenzia la condizione di "mobilità" del soggetto; riferimento del migrante è infatti il territorio che "costruisce, percorre, attraversa, talvolta conquista senza preoccuparsi oltre misura dei valori e delle usanze dei luoghi". Il migrante è, dunque, soggetto di mobilità, "il cui spazio è quello del movimento che suggerisce di concepire la città non come luogo di sedentarietà ma come incrocio di "mobilità" 2. Essi attraversano ed abitano le nostre città in termini che non sono puramente residenziali. Le loro pratiche di attraversamento urbano delineano inediti processi di significazione degli spazi, mettendo a dura prova la convivenza urbana ed interroga una città che diviene sempre più incrocio di interazioni, ibridazioni e conflitti. Il territorio napoletano rappresenta un esempio di come la città sia attraversata in termini nuovi e significativi da incessanti flussi migratori. Partendo da questa premessa, la mia ricerca ha come oggetto di studio le domestiche migranti originarie dalla Polonia e dall Ucraina. Ho voluto in particolar modo delineare le modalità attraverso cui le donne straniere circolano e si appropriano degli spazi pubblici urbani del territorio napoletano durante il tempo libero. Un tempo libero, che, come espliciterò nel corso del lavoro, è il risultato di continue negoziazioni relative all orario di lavoro e al riposo giornaliero e settimanale da stabilire con i 1 A. Tarrius, "Spazi "circolatori" e spazi urbani. Differenza tra i gruppi migranti", in Studi Emigrazione /Etudes Migrations, Roma, XXXII (1995), n. 118 pp. 247-261. 2 A. TARRIUS, op.cit.,p.248. 5

propri datori. Ciò che rende difficile l esercizio del lavoro di domestica è il fatto di doverlo svolgere all interno di una famiglia, quindi in un contesto protetto ma nello stesso tempo isolato e molto vincolante. La condizione di convivenza in casa dei datori spesso costringe le migranti a sottoporsi a prolungate ed estenuanti ore di lavoro, con poco tempo da dedicare a se stesse. Il più delle volte, il riposo settimanale non ha cadenze certe né fisse, e dunque, non è prevedibile, né gestibile in autonomia. E anche un lavoro che si svolge in condizioni di isolamento, in quanto la domestica non condivide con altri la stessa attività, aspetti, e i problemi della propria condizione, nello stesso sito di lavoro. La mia ricerca si è articolata sull ipotesi che all invisibilità che caratterizza la condizione lavorativa della domestica migrante corrisponde un alta visibilità e percezione sul territorio urbano. Una seconda ipotesi correlata, alla precedente, è che questo alto grado di visibilità dipende dall impossibilità delle domestiche migranti di poter usufruire di spazi propri. Il presente elaborato è il risultato di uno lavoro di ricerca sul campo durato due anni, durante il quale ho effettuato una fase preliminare di osservazione nel quartiere S. Lorenzo Vicaria (area Nor-Ovest di Napoli), precisamente negli assetti urbani del Centro Direzionale, Piazza Garibaldi, e di Via Ponte della Maddalena, dove dal 2000, la domenica mattina, si svolge regolarmente il cosiddetto mercatino ucraino. A questo lavoro di monitoraggio sul campo segue la fase delle interviste ad alcune domestiche migranti, Polacche e Ucraine, contattate nella parte conclusiva dell osservazione. Ho ricostruito i percorsi migratori e le strategie messe in atto da migranti polacche e ucraine emigrate a Napoli, attraverso lo studio di sei casi di donne. La tesi è suddivisa in tre parti. Nella prima parte della ricerca ho analizzato i processi migratori legati al mercato globale del lavoro domestico e di cura, soffermandomi sulla figura della donna migrante vista come donna globale, e dunque, sul legame significativo che intercorre tra il processo di globalizzazione e l emigrazione femminile. Molte attività riproduttive, in passato di competenza delle donne nella famiglia, sono diventate veri e propri servizi, inseriti in specifici mercati economici: il lavoro domestico e di cura. Nella storia delle migrazioni, in genere alla migrante non è stato riconosciuto il motivo più importante della sua migrazione: l aspirazione all emancipazione non solo politica, economica e sociale, ma da ogni subalternità, compresa, ovviamente, quella rispetto all uomo. 6

Attraverso l analisi trasversale dei contenuti emersi nelle diverse narrazioni biografiche, l obiettivo è stato trovare e descrivere immagini e riflessioni ripetute nei racconti, che potessero illuminare le relazioni tra contesto emigratorio e vissuto immigratorio, per capire come famiglia e realtà d origine fossero connesse al modo in cui la persona migrante vive la realtà migratoria, ma soprattutto dimostrare come l esperienza migratoria non sempre si configura come un progetto, un invio in missione 3, maturato in ambito familiare, ma determina un processo progressivo di individualizzazione della donna. Inoltre, ho voluto cogliere le specificità dell interazione migranti-autoctone, ossia sulla dimensione del confronto culturale, che si stabilisce tra collaboratrici e datori, attraverso lo sguardo delle persone migranti su tale realtà La seconda parte comprende un capitolo in cui focalizzo l attenzione sulle conseguenze prodotte dall allargamento dell'unione Europea ai paesi dell'est e del Centro Europa, sulle relazioni intercorrenti tra il processo di espansione comunitario e l apertura ai nuovi ed inediti scenari geopolitici delle migrazioni internazionali; in particolare quelle dell Ucraina e della Polonia. In quasi tutte le interviste effettuate alle migranti ricorrono riferimenti alla situazione politica ed economica dei paesi di origine, offrendomi una maggiore consapevolezza dell impatto della storia collettiva sulle vicende individuali. La terza parte conclusiva rappresenta la tematica principale dell oggetto della ricerca. Ho analizzato, utilizzando lo strumento analitico delle modalità di assegnazione, appropriazione, e appaesamento, proposto da Amalia Signorelli, le relazioni che migranti, (sia quelli oggetto dell osservazione che le domestiche intervistate) e autoctoni intrattengono con, nei e tra i luoghi. In che modo essi si rappresentano e usufruiscono degli spazi pubblici, e vedremo se in loro presenza è possibile scindere analiticamente spazio pubblico da spazio privato, o meglio quanto e quando lo spazio pubblico si fonde con quello privato. Attraverso questi riferimenti ho messo in discussione l idea secondo la quale lo spazio possa ridursi esclusivamente alla sua dimensione materiale e metrica, fatta di forme ed architetture silenziose e misurabili. Lo spazio cui si fa riferimento è uno spazio che viene informato dalla presenza di individui, gruppi, soggettività fluide, reti di relazioni. L ipotesi è quella di spazio fisico e relazionale al tempo stesso: un terzo spazio, elaborato ed esperito a partire da rappresentazioni fisiche e percezioni mentali. Uno spazio vissuto. 3 A. Sayad, La doppia assenza. Dalle illusioni dell'emigrato alle sofferenze dell'immigrato., Cortina, Milano, 2002 7

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