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Rassegna stampa A cura dell Ufficio Stampa FIDAS Nazionale Martedì 23 maggio 2017 Rassegna associativa 2 Rassegna Sangue e emoderivati 5 Rassegna sanitaria, medico-scientifica e Terzo settore 8 Prima pagina 19

Rassegna associativa

Rassegna sangue e emoderivati

QUOTIDIANO SANITÀ.IT Donazioni sangue. Iss: Il sistema italiano tiene, ma è in cala il numero di donatori Nel 2016 sono stati registrati circa 1 milione e 688mila donatori, una cifra in calo di 40mila unità rispetto all anno precedente. Anche le donazioni di plasma, necessarie anche per la produzione di farmaci utilizzati per molte terapie salvavita, sono in calo di circa il 5%. A garantire l autosufficienza è soprattutto il meccanismo di compensazione che prevede che Regioni che raccolgono più sangue del fabbisogno lo cedano a chi è in crisi. 22 MAG - Il sistema sangue italiano tiene, ma inizia a dare qualche segnale di logoramento, a partire da un calo dei donatori fisiologico per l invecchiamento della popolazione ma che richiede un rilancio delle donazioni soprattutto fra i giovani. Il dato è stato presentato durante la Consultazione plenaria del Sistema sangue, che ha riunito a Roma rappresentanti delle associazioni di volontariato e delle istituzioni. Secondo i numeri elaborati dal Centro Nazionale Sangue nel 2016 sono stati registrati circa un milione e 688mila donatori, una cifra in calo di 40mila unità rispetto all anno precedente e che è anche la più bassa dal 2011. Anche le donazioni di plasma, necessarie anche per la produzione di farmaci utilizzati per molte terapie salvavita, sono in calo di circa il 5%, anche se la quantità inviata alle industrie di lavorazione nel 2016 è maggiore perché è aumentato il volume raccolto per ogni singola donazione. A fronte del calo dalla parte della donazione si registra invece un aumento del numero di pazienti trasfusi, circa 660mila nel 2016 (+3,7%), anche se la quantità di sangue trasfuso è in leggero calo per l adozione delle tecniche di Patient Blood Management, che permettono un risparmio della risorsa. A garantire l autosufficienza nazionale, sottolinea il Direttore del Cns Giancarlo Maria Liumbruno, è soprattutto il meccanismo di compensazione che prevede che Regioni che raccolgono più sangue del fabbisogno lo cedano a chi è in crisi. A contribuire maggiormente sono state nel 2016 Piemonte (32%), Veneto (16%), Friuli-Venezia Giulia (13%), Lombardia (12%), Provincia autonoma (PA) di Trento (8%), Emilia-Romagna (4%), Campania, Valle d Aosta e PA di Bolzano (circa 2% ognuna). Il sistema è sostanzialmente in equilibrio, ma in alcune regioni periodicamente è necessario ricorrere alla compensazione - sottolinea Liumbruno -. La Sardegna ad esempio ha un ottima raccolta, ma non è autosufficiente perché ha molti pazienti talassemici, che necessitano di molto sangue per le terapie. Proprio in questi ultimi giorni la Regione sta registrando delle carenze importanti che rischiano di fare ritardare le terapie trasfusionali programmate destinate ai numerosi pazienti sardi affetti da talassemia, ed è necessario che le altre mantengano gli impegni. Per questo è importante che tutte le Regioni cerchino di contribuire il più possibile al sistema di compensazione nazionale e che incrementino la raccolta, anche aumentando la ricettività dei servizi trasfusionali.

Anche il volontariato si è mobilitato per ringiovanire i donatori con una serie di iniziative volte al coinvolgimento delle nuove generazioni. Il prossimo 14 giugno ad esempio, in occasione della Giornata Mondiale sulla donazione proclamata dall Oms, le principali associazioni con il Ministro della Salute hanno programmato un convegno con rappresentanti del ministero dell Istruzione e del Coni per portare avanti la collaborazione con il mondo della scuola e dello sport. Le Associazioni e Federazioni dei donatori di sangue hanno il compito di coinvolgere i cittadini su un tema che interessa tutta la collettività dichiara il Civis (Coordinamento interassociativo volontariato italiano sangue) -. È indispensabile continuare l attività di informazione e sensibilizzazione sulla donazione di sangue ed emocomponenti, in modo da favorire una sempre più ampia partecipazione.

Rassegna Politica sanitaria, Medico-scientifica e Terzo Settore

OK SALUTE.IT La sanità italiana è tra le 12 migliori al mondo I ricercatori hanno analizzato i tassi di mortalità per 32 malattie in 195 Paesi di tutto il mondo. L'Italia è fuori dalla top ten per un soffio La sanità italiana è tra le migliori al mondo. A dirlo è un team internazionale di ricercatori che, sulle pagine della rivista Lancet, ha classificato la qualità dei sistemi sanitari del mondo sulla base dei dati del Global Burden of Disease (Gbd) aggiornati al 2015. Come è stata stilata la classifica? Gli studiosi hanno analizzato i tassi di mortalità per 32 malattie (tra le quali tubercolosi, patologie cardiache, morbillo, tosse, tetano, difterite, ecc) in 195 Paesi di tutto il mondo, correlando a essi un numero su una scala da zero a cento denominata Healthcare Access and Quality Index. (Indice dell Accessibilità e della Qualità dell Assistenza Sanitaria, ndr) Italia al dodicesimo posto Come si è piazzato il nostro Paese in questa lunghissima classifica? L Italia è rimasta fuori dalla top ten ma, con 89 punti, si è comunque aggiudicata un pregiatissimo dodicesimo posto, primeggiando anche su Germania e Stati Uniti. Da noi solo la mortalità per linfoma di Hodgkin e leucemia ha un punteggio inferiore a 70, due patologie che hanno una valutazione bassa in quasi tutti gli stati, anche quelli ai massimi livelli. E il resto della classifica? Dalla classifica è emerso un ottimo dato: delle 195 nazioni, 167 hanno registrato aumenti significativi nella qualità di assistenza sanitaria. Al primo posto, con un punteggio combinato di 95, si posiziona Andorra, seguita da Islanda, Svizzera, Norvegia e Svezia. La Germania guadagna 86 punti, cioè tre in meno dell Italia, e gli Stati Uniti sono al 35esimo posto. In ultima posizione troviamo la Repubblica Centrafricana, preceduta da altre nazioni dell Africa subsahariana.

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