Organizzare il discorso Giancarlo Sturloni, Master in Comunicazione della Scienza, SISSA Trieste, 11 marzo 2011
Scegliere le parole giuste
Le parole hanno un peso: occorre scegliere con attenzione quelle giuste. Nella comunicazione della salute, per esempio, ecco alcune parole che non dovrebbero mai essere usate (o usate con molta cautela): cura, miracolo, rivoluzionario, promettente, speranza, vittima. Nella comunicazione ambientale, per esempio, occorre riflettere su termini come sviluppo sostenibile, sviluppo umano, decrescita (felice), ecc.
Argomentare, spiegare, emozionare, convincere
I fatti non parlano da soli: per essere convincenti occorre anzitutto saper spiegare, cioè contestualizzare i fatti, ancorandoli alle conoscenze pregresse del pubblico, e saper argomentare, cioè portare argomenti a sostegno delle proprie tesi. Argomentare significa anche accettare che, almeno in linea di principio, le ragioni degli altri siano fondate tanto quanto le nostre.
Ogni argomentazione è costituita da 5 elementi basilari (non sempre esposti in quest ordine): tesi, presupposti, premesse, prove, argomenti. La retorica classica prevedeva questa sequenza: 1) exordium: introduzione in cui ci si ingrazia il pubblico e si spiega l importanza dell argomento. 2) narratio: esposizione dei fatti che introduce l argomento. 3) confirmatio: argomenti e prove a favore della tesi. 4) refutatio: argomenti e prove che smentiscono la tesi opposta. 5) peroratio: conclusioni e invito al pubblico a sostenere la tesi.
La comunicazione fra esperti è considerata neutra, perché si basa su fatti e argomentazioni, mentre la comunicazione pubblica deve saper emozionare. Perché sia efficace, la comunicazione deve parlare alla testa (razionalità) e alla pancia (emotività) delle persone. I fatti non sono persuasivi di per sé: l argomentazione deve fare leva su valori, interessi e motivazioni del pubblico a cui ci rivolgiamo. Ricordiamoci sempre che non stiamo solo comunicando qualcosa, bensì stiamo comunicando con qualcuno.
Organizzare un testo
Coerenza: pianificate il testo con una scaletta il più possibile dettagliata. Concisione: eliminate tutto ciò che non serve a veicolare il vostro messaggio. Chiarezza: tra due modi per dire la stessa cosa, scegliete quello più semplice. Efficacia: tenete sempre presente il pubblico a cui vi rivolgete.
Organizzare il testo: una check list Usate frasi brevi (massimo 25 parole), con poche subordinate (mai due che nello stesso periodo). Evitate le forme passive e impersonali a favore della sequenza: soggetto + verbo + complemento oggetto. Strutturate il testo in paragrafi, titolandoli se necessario; ogni paragrafo deve aggiungere un nucleo di informazione, mentre la sequenza dei paragrafi deve seguire il filo del ragionamento. Evitate d eufoniche, frasi fatte ( come tutti sanno ), domande retoriche, ripetizioni del medesimo termine in frasi successive. Evitate formule, grafici, abbreviazioni e inutili tecnicismi, oppure offrite una breve spiegazione: anche termini tecnici elementari come vaccinazione sono conosciuti solo dal 25% della popolazione italiana. Spiegate tutto ciò che è necessario a far comprendere il messaggio ma resistete alla tentazione di voler spiegare tutto. Rivedete sempre il testo, meglio se a distanza di tempo, magari leggendolo ad alta voce.
Il potere delle narrazioni
Spiegare le idee attraverso i fatti, e i fatti attraverso le persone La mente umana sembra essere fatta per costruire storie, che sono il modo più comune per scambiare le informazioni. Le rappresentazioni cognitive veicolate dalle narrazioni organizzano le esperienze e consentono di dare un significato condiviso a idee e fatti. Storie, aneddoti e vicende personali sono utili strumenti per conquistare l attenzione e chiarire il messaggio che vogliamo trasmettere.
Gli ingredienti base di qualsiasi narrazione sono riassunti dalle famose cinque W del giornalismo anglosassone: Who, What, When, Where, Why (a cui potremmo aggiungere la H di How). Elementi archetipici di ogni storia sono: i personaggi, l ambientazione, una trama fatta di azioni, conflitti e prove da superare, la rottura e la ricostituzione di un equilibrio, ecc. Perché sia efficace, la storia deve essere coerente con il messaggio, il pubblico, l obiettivo prescelto.
Veronesi ha un approccio da scienziato al problema. Guarda i numeri. Pensa ai morti in termini statistici. (Pecoraro Scanio, la Repubblica, 7 febbraio 2001) Affrontando la questione della mucca pazza, abbiamo fatto un calcolo del rischio di morire della malattia di Creutzfeldt-Jakob. Questo rischio è pari a quello di contrarre il cancro al polmone fumando una sigaretta in tutta la vita. (Veronesi, la Repubblica, 12 febbraio 2001) La possibilità è un caso su un milione. (Veronesi, la Repubblica, 18 febbraio 2001)
Perché tra tanti proprio mia figlia? Il rischio era minimo. Eppure è successo ed è terribile. Roger Tomkins, padre di Clare, vittima della nvcjd
Clare Tomkins Arnaud Eboli
Il potere delle immagini
Le immagini hanno il potere di attirare l attenzione, suscitare emozioni, semplificare la complessità, creare associazioni metaforiche, raccontare una storia: per questo si dice che una buona immagine vale più di mille parole. Le immagini possono essere ambigue, veicolando messaggi non codificati che si prestano a differenti interpretazioni a seconda del pubblico e del contesto in cui avviene la comunicazione.
Il potere delle azioni
John Gummer, maggio 1990
Amato/odiato Power Point