CERAMICA VENEZIANA DALLA CITTÀ MEDIEVALE DI RODI (1309-1522) NOTA PRELIMINARE * Nel 1309 i Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme occuparono l'isola di Rodi e la maggior parte delle isole del Dodecanneso 1. L'isola e soprattutto la città di Rodi vennero trasformate in un centro internazionale di vita economica e culturale. Nuove idee per le fortificazioni, l'urbanistica e l'architettura arrivarono a Rodi da ogni parte d'europa 2 e a incontrarono con la cultura preesistente che proveniva da Bisanzio e dal vicino Oriente. All'epoca dei Cavalieri fu una delle più importanti città d'europa. Nel suo porto commerciale, diventato ormai uno dei più famosi del Mediterraneo Orientale, si incontravano navi di tutte le nazionalità 3. Per Rodi bizantina nuovi e interessanti elementi sono venuti alla luce negli scavi degli ultimi anni. La più antica ceramica ingobbiata a vetrina piombifera in base alle monete può datarsi alla fine del XI inizio del XII secolo. Appartiene alle tipologie graffite (sgraffito, incised sgraffito) e dipinte ed è associata sia alla fortificazione che agli edifici pubblici o ecclesiastici della città bizantina 4. Nel XIII, ma soprattutto nel XIV secolo, vengono importate ceramiche da centri siriani ed egiziani ma anche da Cipro. [333] Dalla metà del XIV secolo cominciano le importazioni dall'occidente. Una gran parte della ceramica importata è spagnola e proviene da Paterna o Manises o dalla zona di Valencia ed è databile dalla fine del XIV fino agli ultimi decenni del XV secolo. Dagli inizi dello stesso secolo si osserva un grande afflusso di ceramica graffita policroma proveniente da Venezia e dal Veneto. Queste importazioni continuano fino ai primi del secolo seguente. La ceramica smaltata policroma di tipi rinascimentali è poco presente. Questo forse si deve, fra le altre ragioni, alla conquista di Rodi da parte dei Turchi di Solimano il Magnifico nel 1522 5 ; quando lo Stato dei Cavalieri di Rodi cessò di esistere Rodi venne a far parte dell'impero Ottomano e gli scambi commerciali e culturali con l'occidente si interruppero 6. La ceramica bizantina che presentiamo proviene da vecchi scavi di emergenza all'interno della città medievale ed era depositata nei magazzini della Soprintendenza. Fra le ceramiche italiane che circolavano a Rodi al tempo dei Cavalieri abbiamo scelto di presentare la ceramica graffita policroma, tralasciando per il momento altre tipologie, come la protomaiolica, RMR, la maiolica rinascimentale etc. I1 materiale è pubblicato per la prima volta e si trova in fase di studio da parte di chi scrive. La ceramica ingobbiata graffita appartiene a tipologie già note e la presenza a Rodi coincide con l'epoca della loro massima diffusione in tutto il Mediterraneo Orientale. I1 materiale * Lo studio fa parte di un più ampio lavoro che costituisce la mia tesi di specializzazione presso 1'Università di Salonicco. Ringrazio profondamente la collega dott.ssa F. Saccardo per i suoi preziosi suggerimenti. 1 Per la storia di Rodi all'epoca dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme la bibliografia è molto vasta. Cfr. ad esempio: LUTTRELL 1978; KOLLIAS 1990 che riporta quasi tutta la bibliografia precedente. 2 GABRIEL 1921-23, v. II, pp. 133-142. 3 HEYD 1923, v. I, pp. 182, 247, 527, 545. 4 KOLLIAS 1970, p. 521; PHILOTHEOU-MICHAILIDOU 1991, in cui si pubblicano alcuni esemplari; PAPAVASSILIOU-ARCHONTOPOULOS 1991, pp. 346-347. 5 La bibliografia relativa al secondo grande assedio di Rodi è molto ampia. Riferiamo alcune opere fondamentali: BOSIO 1695, V. II, pp. 631-707; BROCKMAN 1969, pp. 111-155. 6 EFTYMIOU-HADZILACOU 1988, p. 19.
rientra nella c.d. graffita arcaica padana e rinascimentale e copre un arco di tempo dai primi decenni del XV secolo fino al primo quarto del successivo 7. La graffita arcaica padana è caratterizzata da un linguaggio comune ai centri produttori di ceramica di tutta l'area 8. All'inizio del XV secolo i motivi decorativi che caratterizzano la graffita arcaica sono di tipo geometrico o vegetale (rombi, croci, palmette, quadrifogli, melograni stilizzati). La decorazione, detta anche a quartieri, è disposta entro settori spartiti da una croce, oppure replicata entro riquadri 9. [334] da pennellate di colore verde ramina e giallo ferraccia e nel cavo delle forme aperte sono sempre evidenti i segni del treppiede. 10 [335] A questa categoria appartiene la maggior parte del materiale ceramico di Rodi. Per quanto riguarda le forme, predominano quelle aperte, cioè le scodelle emisferiche, i bacini, talvolta con cordoni punzonati sul bordo esterno (Fig. 2b), e i piatti con piede a disco, o per lo più ad anello, spesso con fondino umbonato. L'esterno è di solito grezzo. La presenza di boccali è attestata solo da pochi esemplari. Dal punto di vista decorativo si ripetono i motivi geometrici e vegetali. Si riconosce la decorazione in cui la superficie è suddivisa in zone: nella parte centrale del cavetto sono graffite entro un medaglione foglie polilobate o croci mentre la superficie delle pareti è suddivisa in settori, in cui sono inserite larghe foglie (Figg. 1 e 2a-b). Siccome la graffita arcaica è abbastanza diffusa in tutta l'area padana i confronti sono molto numerosi 11. [335] Tra i disegni di tipo vegetale stilizzato piuttosto comune è a Rodi quello delle tre foglie reniformi su uno stelo, quasi sempre segnate da grata dipinta o graffita o da linee dritte che occupano tutte le foglie (Fig. 3). I1 motivo ha molti confronti in tutto il Veneto 12. 7 Per quanto riguarda la ceramica importata a Rodi dai centri dell'occidente la data 1522 può considerarsi terminus ante quem perché dopo questa data i contatti commerciali dell'isola con i paesi dell'europa furono interrotti 8 NEPOTI 1987, p. 43 9 SACCARDO 1990, pp. 31-32. 10 ERICANI 1986, p. 83. 11 Riferiamo: BERTACCHI 1977, n. 182, n. 183; ERICANI 1986, nn. 26, 27; SACCARDO- GAI 1987, n. 39, n. 40. 12 ERICANI 1986, nn. 61, 61c, 62; BERTACCHI 1977, nn. 186, 187
Dopo la metà del XV secolo la graffita arcaica padana venne sostituita da prodotti con nuovi elementi decorativi e nuove forme 13. A partire dalla seconda metà del XV secolo si sviluppa il gusto per la raffigurazione umana. A Rodi è rappresentato da alcune scodelle e piatti che presentano entro la siepe di graticcio, isolati o inseriti nel fondo puntinato a rotella e costellato di rosette, busti maschili e femminili in genere di profilo verso sinistra. Questo tipo di ceramica graffita rinascimentale, detta anche ceramica amatoria 14, sembra essere particolarmente apprezzata dalla borghesia di Rodi (Figg. 5 e 6). Qualche volta al posto della figura umana compare un animale: un cane, un cervo o un coniglio (Fig. 4). [ 337] Alcuni ritratti risaltano su un fondo ribassato e in qualche caso, negli esemplari più tardi, ai colorì principali è aggiunto il cobalto 15. Per particolarità tecniche e stilistiche la ceramica graffita policroma di Rodi presenta forti affinità con la produzione veneziana ma non possono essere escluse importazioni dagli altri centri dell'area padana. Dato che lo studio del materiale si trova in una fase preliminare i punti interrogativi sono ancora molti. Per il momento, ad esempio non sono state trovate tracce di botteghe o locali e non è quindi possibile stabilire se esistesse anche una produzione locale distinguibile dalle importazioni. [339] MARIA MICHAILIDOU Bibliografia L. BERTACCHI, 1977, Ceramiche dal XIV al XIX secolo dagli scavi archeologici di Aquileia, Aquileia. J. BOSIO, 1695, Dall'istoria della sacra religione et illustrissima militia di S. Giovanni gerosolimitano, 1-3, Venezia. E. BROCKMAN, 1369, The two Sieges of Rhodes, London. M. EFTYMIOU HADZILACOU, 1988, Rhodes et sa région élargie au 18 è siècle: Les activités portuaires, Athènes. G. ERICANI (a cura di), 1986, Il ritrovamento di Torretta. Per uno studio della ceramica padana, Venezia. A. GABRIEL, 1921-23, La cité de Rhodes, I-II, Paris. S. GELICHI (a cura di), 1986, San Giovanni in Persiceto e la ceramica graffita in Emilia Romagna nel '500, Firenze. H. HEYD, l923, Histoire du commerce du Levant du moyen age, 1-2, Leipzig. E. KOLLIAS, 1970, Panaghia tou Kastro is Rodon (La chiesa di S. Maria di Castro in Rodi), Archeologicon Deltion, 25, pp. 518-527. E. KOLLIAS, 1930, The City of Rhodes and the Palace of the Grand Master Athens. A. LUTTRELL, 1978, The Hospitallers in Cyprus, Rodhes, Greece and the West, 1291-1440, London. S. NEPOTI, l987, Considerazioni sulla diffusione delle graffite arcaiche padane, in La ceramica graffita medievale e rinascimentale nel Veneto, Padova (= 1989), pp. 43-50. E. PAPAVASSILIOU, TH. ARCHONTOPOULOS 1991, Nouveaux éléments historiques et archeologiques de Rodhes à travers les fouilles dans la ville medieval, XXXVIII Corso di Cultura sull'arte Ravennate e Bizantina, Ravenna, pp. 307-350. 13 GELICHI 1981, p. 28. 14 SACCARDO 1990, pp. 42-43. 15 I ritratti sul fondo sono stati trovati nella chiesa di Aghioz Spiridon in associazione con altra ceramica graffita policroma e maiolica rinascimentale di tipo di Montelupo.
G. PHILOTEOU, M. MICHAILIDOU, 1991, Bizantina pinakia apo to fortio navagisme non pliou konta sto Kastelorizo (Bacini Bizantini da un relitto di una nave vicino all'isola di Castelrosso), Archeologikon Deltion, pp. 271-328. F. SACCARDO, S. GAI, 1987, Ceramica veneta dal XIV al XVII secolo dal Meschio al Livenza, Venezia. F. SACCARDO, 1990, Dal Museo alla città. Ceramica veneziana, Venezia. [340] [336]
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