Aspetti emotivo-comportamentali. Cinzia Cadoni Psicoterapeuta

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Aspetti emotivo-comportamentali Cinzia Cadoni Psicoterapeuta Roma 29 maggio 2011

Definizione Definizione di disprassia di De Ajuriaguerra e Marcelli (1987) in Psicopatologia del bambino: Non ci sono frontiere precise tra l impaccio motorio grave e quelle che ora vengono definite disprassie del bambino. Queste sono caratterizzate dall esistenza di profonde perturbazioni nell organizzazione dello schema corporeo e della rappresentazione spaziotemporale. Sono bambini che non sono in grado di eseguire una data sequenza di gesti o che lo fanno con una grave mancanza di destrezza. Le loro difficoltà sono ancora maggiori a livello della organizzazione di sequenze ritmiche, nelle attività grafiche, nelle operazioni spaziali o nelle operazioni logicomatematiche

la complessità del disturbo e l influenza che il deficit motorio-prassico può avere su tutte le aree dello sviluppo, non possono essere sottovalutate nella presa in carico del bambino. va considerato l importante carico di frustrazione che il bambino disprattico deve sopportare nel corso dello sviluppo e rispetto alle richieste dell ambiente; c è il rischio di profonde alterazioni dell organizzazione della personalità, disturbi comportamentali e psicopatologici.

Esperienze e stati d animo del bambino disprattico -1 si trova, fin dalla prima infanzia, a far parte di contesti (in primo luogo la scuola) nei quali vengono proposte attività per lui troppo complesse ed astratte; osserva però che la maggior parte dei suoi compagni affronta con serenità le attività proposte ed ottiene buoni risultati; sente su di sé continue sollecitazioni da parte degli adulti ( stai più attento! ; "devi impegnarti di più! );

Esperienze e stati d animo del bambino disprattico -2 può non trovare gratificazione nelle attività ludiche e sportive, poiché le lacune percettivo-motorie possono non farlo brillare e non renderlo pienamente autonomo nella quotidianità; può sentire su di sé critiche e giudizi da parte degli adulti, ma anche da parte degli altri bambini, rispetto alle sue prestazioni. Sperimenta continui fallimenti ed insuccessi!

Come si sente -1 si percepisce incapace, inadeguato e incompetente rispetto ai coetanei; pensa che ci sia qualcosa di sbagliato in lui, di non valere abbastanza, di non meritare l approvazione e la stima degli altri; può maturare un forte senso di colpa, sentendosi responsabile delle proprie difficoltà e dei propri limiti.

Come si sente -2 ritiene che nessuno sia soddisfatto e fiero di lui; non si sente al pari dei compagni e parte del gruppo; mette in atto meccanismi di difesa che rinforzano il circuito negativo e aumentano il senso di colpa, come il forte disimpegno, la distraibilità e l evitamento delle prestazioni. Sente un grosso carico di rabbia e frustrazione!

Spesso tende a rinunciare ad ogni impresa e a non iniziarla neppure. Non si mette in gioco. L insuccesso prolungato genera scarsa autostima Il bambino inizia a costruire un immagine di sé priva di valore. Quando un bambino pensa di non valere nulla, inizia gradualmente a ritrarsi e a rimanere ai margini, perché si sente inadeguato. Arriva a non stare bene con sé stesso, preda di un forte senso di autocritica; può considerare privo di valore tutto ciò che lo riguarda: i compiti di scuola, quello che fa, dice, inventa e sogna.

Dalla mancanza di fiducia nelle proprie possibilità scaturisce un disagio psicologico che può strutturarsi e dare origine ad una elevata demotivazione all apprendimento e a manifestazioni emotivo- comportamentali problematiche ed inadeguate.

Caso clinico M. 7 anni compiuti Diagnosi: Disprassia con deficit dell attenzione ed iperattività. Terapia logopedica dall età di 4 anni e tuttora in corso. A 5 anni valutazione optometrica e training visivo per difficoltà di oculomozione di inseguimento e saccariche. A 5 anni inizia psicoterapia per problematiche emotive e comportamentali, in particolare bassa autostima e difficoltà nella gestione delle emozioni, con importanti ricadute nella relazione con i pari. La psicoterapia è oggi in fase conclusiva

Conclusioni -1 Data la complessità del disturbo e l influenza che il deficit motorio-prassico può avere su tutte le aree dello sviluppo di un bambino, è importante sottolineare che l intervento riabilitativo nella disprassia, deve essere precoce e di tipo globale e avere per scopo l integrazione tra le diverse linee evolutive per permettere un armonico sviluppo cognitivo, neuropsicologico ed affettivo-relazionale.

Conclusioni -2 Nella fase di valutazione dei bambini con disprassia, indipendentemente dalla gravità del disturbo, si debbono considerare le variabilità individuali e rivolgere particolare attenzione non solo agli aspetti motorio-prassici (e se necessario a quelli del linguaggio, dell apprendimento, dell attenzione) ma anche agli aspetti emotivocomportamentali, al livello di partecipazione sociale e all autostima (Mandich et al., 2003)