Direzione Generale Formazione Istruzione e Lavoro



Documenti analoghi
PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO PIANO DI ATTUAZIONE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

Comune di San Martino Buon Albergo

DELIBERAZIONE N. DEL

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

CARTA DEI SERVIZI MEDEA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte.

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE

La nuova Legge regionale in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro

/06/2014 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO. Identificativo Atto n. 537

ACCORDO. tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca. e Regione Lombardia

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

RUOLO DELLA PROVINCIA PER IL RAFFORZAMENTO DEI SERVIZI ALL IMPIEGO - IL MODELLO LOMBARDO L ESPERIENZA DELLA PROVINCIA DI LECCO

PROPOSTA DI PROGETTO DI LEGGE. Qualità, innovazione ed internazionalizzazione nei sistemi di istruzione, formazione e lavoro in Regione Lombardia

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Indicazioni operative per la predisposizione della proposta di budget per l anno 2010.

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione

LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE: METODOLOGIA

P R O V I N C I A D I B I E L L A AVVISO DI BANDO PUBBLICO

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

BANDO SPORTELLI PER L ASSISTENZA FAMILIARE IN RETE PROGETTI PER IL POTENZIAMENTO DEI SERVIZI A SPORTELLO

Il Direttore DISCIPLINARE DEL PROCESSO DI BUDGET 2015

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI

POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE

1. Oggetto e struttura del disegno di legge

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 24 Dicembre 2010, n. 8 Bilancio di previsione della Regione Lazio per l'esercizio 2011;

PROTOCOLLO D INTESA IN MATERIA DI APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE O CONTRATTO DI MESTIERE di cui all art.4 del D.lgs 14 settembre 2011 n 167

DISPOSITIVO PROVINCIALE OBBLIGO FORMATIVO

DECRETO N Del 13/04/2015

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.

LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 3 AGOSTO 2001 REGIONE VENETO

Offerta formativa sperimentale d istruzione e formazione professionale nelle more dell emanazione dei decreti legislativi di cui alla legge 28 marzo

Contabilità e fiscalità pubblica

DIREZIONE GENERALE CULTURA FORMAZIONE LAVORO Servizio Formazione Professionale

ASSOCIAZIONE AMBIENTE E LAVORO

LEGGE REGIONALE N. 36 DEL REGIONE PIEMONTE. Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale.

Ambito Distrettuale 6.1

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

Contratto di Programma per l attivazione di progetti di tracciabilità dei rifiuti

POR Campania Complemento di programmazione Capitolo 3 Misura 4.7. Sezione I Identificazione della misura

NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI

DOTE SCUOLA - Percorsi di Istruzione

1 - CODICE PROGETTO COSTRUZIONE DI UN SISTEMA PER L A P P R E N D I S TAT O 2 - TIPOLOGIA DI INTERVENTO/AREA FUNZIONALE DEL PPL

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DELLE PROCEDURE DI RICERCA, SELEZIONE E INSERIMENTO DI PERSONALE E PER IL CONFERIMENTO

PROGETTO DI POLITICHE ATTIVE SUL LAVORO a valere sull UPB CAP.908 della Regione Lombardia

Allegato alla DGR n. del

Regione Piemonte - Direzione Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro POR FSE Ob. 2 Competitività Regionale e Occupazione

Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole

REGOLAMENTO PER GLI STAGE

REGIONE UMBRIA Bando per la presentazione di proposte progettuali a favore dei giovani in attuazione dell intesa politiche giovanili anno 2015

DISPOSITIVO PROVINCIALE EXTRA-OBBLIGO FORMATIVO

A cura di Giorgio Mezzasalma

Piano delle Performance

ACCORDO TERRITORIALE TRA REGIONE DEL VENETO E UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO DIREZIONE GENERALE

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE VENETO IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

Area Disabilita. Assistenza scolastica per l autonomia e la comunicazione dei disabili LIVEAS

PIANO DELLA PERFORMANCE

Presidenza del Consiglio dei Ministri

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ

DIREZIONE GENERALE DIRITTI DI CITTADINANZA E COESIONE SOCIALE

Programmazione Pubblica/Mercato

Bando di concorso INNOVADIDATTICA. Progetti di innovazione didattica a sostegno dell obbligo di istruzione

LA FORMAZIONE PROFESSIONALE

LA GIUNTA REGIONALE. VISTA la legge regionale 7 dicembre 2001, n. 32 concernente Interventi a sostegno della famiglia ;

Assistenza tecnica funzionale alla

COMUNE DI MONTEBELLO JONICO

PROGETTI INNOVATIVI INTEGRATI PER L INCLUSIONE SOCIALE DI PERSONE SVANTAGGIATE

CGIL CISL UIL. Gli Enti Bilaterali emanazione delle parti sociali (alle quali resta la competenza delle politiche Roma Corso d Italia, 25

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE

ALLEGATO B. D.I. n. 436/2000 artt. 1 e 4 I PERCORSI FORMATIVI PER ADULTI OCCUPATI

Progetto ChORUS. Competenze, Organizzazione, Risorse Umane a Sistema

Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI

REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEI CORSI PER MASTER UNIVERSITARI E DEI CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

Istruttoria della domanda di finanziamento e valutazione progetti

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Linee di indirizzo per la stesura del Piano aziendale della formazione e del Rapporto annuale della formazione (PAF e RAF)

Deliberazione del Direttore Generale N Del 22/09/2015

II.11 LA BANCA D ITALIA

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

CONVENZIONE DI COOPERAZIONE TRA PREMESSO

ACCORDO TRA LA REGIONE MARCHE L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE. Visti: - gli artt. 117 e 118 della Costituzione che assegnano alle Regioni competenze

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.

CORSO FORMAZIONE REVISORI

Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca - - Art. 1. Art. 1.

MISURE DI SOSTEGNO A FAVORE DEI PICCOLI COMUNI DELLA LOMBARDIA.

AVVISO 02/14 per il finanziamento di una formazione individuale a catalogo

DGR 399 DD LA GIUNTA REGIONALE

DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO

Transcript:

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 Direzione Generale Formazione Istruzione e Lavoro LINEE D INDIRIZZO E DIRETTIVE PER L OFFERTA FORMATIVA ANNO FORMATIVO 20032004 Allegato alla D.G.R. n. 7/12008 del 7 Febbraio 2003 Pagina 1 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 Premessa Le presenti Linee di Indirizzo e Direttive per l Offerta formativa rappresentano lo strumento di programmazione unitaria del complesso di azioni a cofinanziamento regionale che la Regione Lombardia intende promuovere nel corso dell anno formativo 2003 2004. Le Linee di Indirizzo si riferiscono, per quanto riguarda le tipologie formative, anche ai corsi riconosciuti dalle Province ai sensi dell art. 27 della L.R. 95/80. Le attività formative promosse e cofinanziate dalla Regione Lombardia hanno raggiunto un livello di articolazione e dimensione che, unito all evoluzione dell assetto di competenze a livello nazionale e locale ed alla forte dinamica di cambiamento disegnata nel Programma Triennale della Formazione (approvato dal Consiglio Regionale in data 19/11/02) ed impressa al quadro complessivo del sistema della formazione e dell istruzione, impongono come necessario uno sforzo di armonizzazione e semplificazione del sistema regionale. L Atto di indirizzo dell Offerta Formativa 20022003 (DGR 14/6/2002 n. 7/9359) ha già proficuamente intrapreso tale percorso adottando ed attuando la logica e le finalità espresse all interno del Programma Triennale della Formazione 20022004 attraverso l introduzione pratica di due strumenti fondamentali: il Fondo Unitario della Formazione Professionale il Master Plan della Formazione Professionale in Lombardia che, in relazione alla necessità di percorsi flessibili e adattabili al mutare del contesto normativo, adotta una metodologia operativa per aree di intervento, che forniscono ambiti di azione che possono essere tempestivamente rimodulati in base alle esigenze del sistema. il Programma Triennale della Formazione Professionale Area 1) Servizi per l inserimento lavorativo 2) Sviluppo e sostegno dell offerta formativa ed orientativa per i soggetti in obbligo formativo 3) Sostegno e accompagnamento all integrazione sociale e lavorativa di uomini e donne appartenenti alle categorie svantaggiate 4) Percorsi formativi a favore di donne e uomini adulti disoccupati o inattivi con titoli di studio medio/bassi 5) Formazione superiore 6) Formazione continua/permanente 7)Sviluppo dell imprenditorialità Obiettivo generale Assicurare servizi per l inserimento lavorativo rispondenti alle esigenze specifiche delle diverse categorie di utenza Valorizzare, in logica preventiva, le politiche attive del lavoro, con particolare riferimento alle donne, con azioni improntate alla pari opportunità e ai soggetti appartenenti alle categorie svantaggiate Favorire l integrazione sociale dei soggetti appartenenti alle categorie svantaggiate (qualificazione e personalizzazione dei servizi erogati) prevedendo particolari forme di sussidi ad es. servizi di accompagnamento Favorire, attraverso appositi strumenti di sostegno e conciliazione, l apprendimento lungo l intero arco di vita di individui donne e uomini, promuovendo in particolare la formazione su domanda individuale ed il conseguimento di qualificazioni professionali spendibili nel mercato del lavoro. Diversificare e qualificare l offerta formativa a favore di soggetti che hanno assolto l obbligo di formazione, con riguardo ai percorsi prescelti al fine di favorire un inserimento della componente femminile in settore tradizionalmente maschili e viceversa Migliorare il livello di qualificazione della forza lavoro lombarda, assicurando l adattabilità degli occupati alle mutevoli esigenze delle imprese e stimolando la formazione su domanda individuale, in particolare al fine di consentire una progressione di carriera per la donna. Favorire la creazione di nuove imprese, privilegiando giovani donne e Pagina 2 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 8) Contributi e incentivi 9) Politiche della formazione e servizi per l impiego uomini desiderosi di affermarsi in settori ad alto potenziale di crescita, favorendo la creazione d impresa in un ottica di pari opportunità Promuovere azioni di incentivazione che, integrando gli altri strumenti di politica attiva disponibili, siano in grado di favorire l inserimento lavorativo dei diversi target, predisponendo azioni che prevedano diverse modalità organizzative e di conciliazione e, quindi, consentano la piena partecipazione delle donne alla formazione ed al lavoro. Assicurare, in una logica di integrazione, lo sviluppo e la qualificazione dei sistemi in termini tanto di servizi quanto di strutture con attenzione ai bisogni particolari espressi dalle diverse utenze per es. garantendo con un attenta articolazione degli orari, una maggiore fruibilità del servizio. L opera di riforma e semplificazione procedurale intrapresa dalla Regione Lombardia sta riguardando, una dopo l altra, tutte le attività che competono alla Direzione Generale Formazione Istruzione e Lavoro, innovando progressivamente prassi a volte troppo legate ad una rigidità formale verso modelli procedurali che contemperino la necessaria ottemperanza dei vincoli giuridici con la focalizzazione sui risultati. Per evitare il rischio di non perseguire il loro scopo e quindi veder ridotto il loro effetto, tali sforzi devono peraltro essere ordinati verso un obiettivo unitario, chiaro e condiviso, di semplificazione del sistema nel suo complesso. Tale obiettivo è consustanziale a quello, proprio di tutta la Regione Lombardia ed in atto anche a livello comunitario e nazionale, di una più ampia riforma della governance (in termini di apertura, partecipazione, responsabilità, efficacia e coerenza), finalizzata alla promozione di una sempre maggior partecipazione e responsabilizzazione degli attori pubblici e privati coinvolti nella filiera formazionelavoro ed all introduzione di maggiore flessibilità nelle modalità esecutive della normativa comunitaria e locale. Lo scopo è offrire una risposta più adeguata, secondo un modello di formazione lungo tutto l arco della vita, ad una domanda di formazione differenziata sul territorio, e implementare criteri di qualità più selettivi nell erogazione dei servizi che considerino la differenza di genere, consentendo parità di opportunità, e nella loro certificazione, in grado di garantire a tutti i cittadini, donne e uomini, l accesso ai fondamentali diritti di cittadinanza che il nuovo assetto normativo e sociale stanno definendo. La delineazione di questo disegno unitario, di questo nuovo sistema, può esplicarsi in maniera concreta e non limitata ad un mero velleitarismo strategico solo se è in grado di evidenziare e tener conto delle implicazioni e delle interrelazioni tra i diversi elementi che lo compongono e che riguardano ciascuno i diversi servizi della Direzione Generale. Le presenti Linee di Indirizzo, nel delineare le linee direttrici dell offerta formativa della Regione Lombardia per l anno 20032004, intendono segnare un nuovo passo verso l implementazione di questo nuovo sistema di relazioni e di azioni. semplificazione governance Il nuovo sistema di relazioni Lo sviluppo di un nuovo sistema di relazioni tra gli attori pubblici e privati coinvolti nella filiera formazionelavoro intende configurarsi come patto tra soggetti di natura diversa che concorrono con competenze e responsabilità differenti, al consolidamento di una offerta formativa stabile e di qualità in grado di rispondere alle esigenze espresse dai cittadini e dal sistema economico e sociale lombardi. Lo sviluppo di un patto si deve fondare su una condivisa definizione dei ruoli e delle il patto Pagina 3 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 responsabilità tra i soggetti del sistema e sullo sviluppo congiunto di strumenti e modelli procedurali funzionali al corretto espletamento delle rispettive funzioni che verrà realizzato mediante l attivazione di appositi tavoli. Tale patto si basa, come strumento cardine, sulla piena funzionalità dell accreditamento che è stato introdotto in maniera sperimentale già dal 2002 (D.D.G. 1142 del 29/01/2002) e che vedrà nel 2003 la piena entrata a regime. La Regione Lombardia intende infatti compiere, nell anno formativo 20032004, un passaggio fondamentale nell evoluzione del sistema di accreditamento, portandolo ad essere non solo un fattore di controllo/selezione all ingresso degli operatori, bensì uno strumento di programmazione e di indirizzo dell offerta regionale, così come prospettato nel Piano Triennale. Solo in tal modo potrà instaurarsi e consolidarsi, tra la Regione Lombardia, le Province lombarde, le Parti sociali e gli operatori, un livello di relazione sistemica (il patto ) che consentirà l adozione, da parte della Regione Lombardia, di modalità di affidamento delle attività comuni, condivise e più adeguate ai diversi fabbisogni rilevati nei diversi contesti socio economici del territorio lombardo. La necessaria implementazione di modalità di programmazione, selezione e finanziamento delle azioni basate innanzitutto sulla rispondenza del prodotto ai fabbisogni identificati a livello regionale, provinciale e locale richiede l evoluzione della concezione e dell utilizzo tanto da parte della Regione, delle Province e delle Parti Sociali, quanto da parte degli operatori del sistema regionale di accreditamento in funzione delle Aree Obiettivo illustrate nel Piano Triennale della Formazione Professionale della Regione Lombardia. Attraverso la valutazione dei risultati dell applicazione sperimentale attualmente in corso ed un puntuale lavoro di revisione ed implementazione del set di requisiti, indicatori, e soglie attualmente in vigore, la Regione promuoverà pertanto la definizione del percorso di evoluzione del sistema regionale di accreditamento per la sua piena entrata a regime. La definizione di tale evoluzione/revisione del sistema dovrà tener conto delle differenti caratteristiche della domanda di servizi formativi e orientativi; l offerta dei servizi risponde sostanzialmente, infatti, a tre macro categorie di domanda: Servizi in risposta ad una domanda specifica, definita, obbligatoria per Legge, esplicita (es. corsi di qualifica per l Obbligo Formativo); Servizi in risposta ad una domanda meno definita, diffusa e anch essa esplicita (es: corsi standard a catalogo); Servizi in risposta ad una domanda implicita (es: azioni di tipo innovativo). Le tre tipologie di domanda di cui sopra richiedono specifiche modalità di generazione della risposta, cioè dell offerta formativa e del suo finanziamento. Tali modalità saranno adottate progressivamente a partire dall anno formativo 20032004 in funzione del progressivo affinamento degli strumenti di analisi dell accreditamento nonché dell implementazione di modalità più precise di rilevamento/analisi della domanda. Tali modalità, inoltre, sono funzionali alla piena attuazione degli obiettivi del Programma Regionale di Sviluppo e del P.O.R. dell obiettivo 3 del FSE, in quanto funzionali ad assicurare un offerta formativa: mirata, seppur con pesi diversi, a tutti i target previsti dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale mediante direttive e dispositivi specifici integrata sia sotto il profilo delle modalità di finanziamento (attraverso la programmazione unitaria di diverse linee di finanziamento insistenti sugli stessi target), sia sotto il profilo delle azioni finanziabili (quadro complessivo e trasparente delle diverse azioni in attivazione nel corso dell anno 20022003 al fine di consentire e promuovere opportune ingegnerizzazioni) e Pagina 4 di 65 l accreditamento le caratteristiche della domanda obiettivi generali del PRS e del POR Ob.3

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 semplificata per quanto riguarda gli aspetti procedurali (modalità di gestione e di rendicontazione comuni a dispositivi afferenti a diversi canali di finanziamento) qualificata, poiché erogabile solo da operatori accreditati per le specifiche tipologie formative e/o di orientamento. Le iniziative che saranno promosse nell ambito del presente atto porranno inoltre particolare attenzione al perseguimento delle priorità comunitarie relative alla promozione della società dell informazione, delle pari opportunità e dello sviluppo locale. In particolare, per quanto attiene alla priorità posta dalla programmazione regionale sul tema delle Pari Opportunità, le azioni promosse nell ambito del presente atto dovranno strutturarsi in un approccio integrato che preveda che tutte le politiche cooperino alla promozione dell uguaglianza tra i sessi, sia modificando gli interventi esistenti con l interazione orizzontale della dimensione delle pari opportunità (approccio attivo), sia attuando azioni specifiche e concrete volte a migliorare la situazione delle donne nella società (approccio reattivo). Ciò con l obiettivo di fare del mainstreaming di genere una chiave di lettura innovativa e cogente per la realizzazione di una reale uguaglianza di opportunità indirizzata all empowerment, ossia volta a valorizzare l attuale posizione delle donne nella società, a promuoverne il ruolo in tutti gli stadi della carriera professionale e nei processi decisionali. I dispositivi di attuazione provvederanno, in accordo con gli obiettivi generali propri di ciascuna direttiva, a specificare eventuali priorità regionali e provinciali o obiettivi specifici. La rete territoriale La costruzione di un sistema organico di offerta formativa a livello regionale, articolata a livello di aree provinciali e sub provinciali, richiede come necessaria l identificazione, nelle diverse aree di intervento e tipologie formative che compongono tale offerta ed innanzittutto nella formazione iniziale, di un modello di erogazione che garantisca la piena fruibilità della stessa da parte dell utenza. Tale modello dovrà essere sviluppato a partire dai dati resi disponibili dal sistema di accreditamento, in funzione della creazione di una rete di operatori articolata territorialmente e capace di sviluppare condizioni di cooperazione e di integrazione tra le strutture operanti nell ambito dell istruzione, della formazione e dell orientamento, anche attraverso la loro specializzazione verso specifici segmenti della domanda. Esso verrà sviluppato secondo le seguenti linee: caratterizzazione identificazione dei criteri di articolazione territoriale dell offerta in ambiti funzionali (secondo della rete quanto previsto dall art.138 D.Lgs.112 1 ) adeguati alle diverse tipologie di servizio erogate ed alle caratteristiche della domanda: suddivisioni provinciali e sub provinciali, bacini d impiego, distretti e metadistretti,, definizione delle caratteristiche dimensionali, qualitative e numeriche della rete nelle sue articolazioni territoriali valutazione dell opportunità e delle modalità di applicazione di tali criteri in funzione delle Pari Opportunità Mainstreaming 1 Ai sensi dell'articolo 118, comma secondo, della Costituzione, sono delegate alle regioni le seguenti funzioni amministrative: a) la programmazione dell'offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale; b) la programmazione, sul piano regionale, nei limiti delle disponibilità di risorse umane e finanziarie, della rete scolastica, sulla base dei piani provinciali, assicurando il coordinamento con la programmazione di cui alla lettera a); c) la suddivisione, sulla base anche delle proposte degli enti locali interessati, del territorio regionale in ambiti funzionali al miglioramento dell'offerta formativa; d) la determinazione del calendario scolastico; e) i contributi alle scuole non statali; f) le iniziative e le attività di promozione relative all'ambito delle funzioni conferite. Pagina 5 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 diverse tipologie di servizio, armonizzandole anche con il percorso adottato per la definizione della rete scolastica monitoraggio continuo dell adeguatezza delle strutture di erogazione della formazione e dell orientamento per quanto attiene la qualità delle attività da essi realizzate. La costruzione di una rete territoriale dell offerta presuppone il superamento in ottica sistemica dell attuale differenziazione, concettuale e sostanziale, tra operatori pubblici e privati. A tale fine, e per dare piena attuazione al processo di riforma del sistema intrapreso dalla Regione Lombardia, nel corso dell anno formativo 20032004 verrà data attuazione, di concerto con le parti sociali e le Province, al piano di riordino delle strutture pubbliche di erogazione di attività di formazione e orientamento così come definite dall art.23 L.R.95/80: i c.f.p. trasferiti dalla Regione alle altre amministrazioni locali, quelli ancora in capo, direttamente e/o indirettamente, alla Regione stessa, nonché quelli gestiti da comuni e loro consorzi e comunità montane. Supportando la trasformazione dei centri pubblici in agenzie polifunzionali in grado di proporre, progettare e condurre attività di formazione, orientamento, inserimento ed accompagnamento al lavoro e valorizzando le eccellenze e gli ambiti di specializzazioni di ciascuna, verrà data piena attuazione al principio della sussidiarietà dell azione dei diversi soggetti attuatori, pubblici e privati, che operano nell ambito della formazione e dell orientamento, assicurando, nel contempo, un offerta formativa che per qualità e dimensione sia coerente alla domanda dei diversi ambiti provinciali e delle diverse categorie di destinatari. Tali obiettivi, declinati e perseguiti dalla Regione Lombardia di concerto con le amministrazioni locali coinvolte e a partire dalla sperimentazione avviata da alcune Province, saranno realizzati, dopo l adeguata analisi dell assetto gestionale di tali strutture, attraverso l identificazione degli assetti giuridico/formali ottimali verso cui indirizzare il percorso di evoluzione societaria privilegiando, là dove è possibile, soluzioni che assicurino l integrazione con i servizi all impiego e la partecipazione dei soggetti del mondo del lavoro e delle imprese. A seguito di ciò sarà possibile procedere all elaborazione di adeguati programmi di investimento relativo alle diverse sedi ed alle loro dotazioni tecniche, alla programmazione di azioni di aggiornamento e riqualificazione del personale, elaborate in funzione delle esigenze derivanti dai cambiamenti dell assetto gestionale, dalla definizione di nuovi obiettivi strategici e nuovi settori di intervento. Il risultato atteso sarà l attivazione di dinamiche atte ad un adeguato posizionamento e consolidamento nel contesto del sistema di accreditamento dei centri e la realizzazione di forme strutturate di cooperazione e di integrazione tra le realtà operanti nell ambito dell istruzione, della formazione e dell orientamento, anche attraverso la loro specializzazione verso specifici segmenti della domanda. La generazione dell offerta formativa In forza della piena entrata a regime del sistema di accreditamento, la Regione potrà sviluppare e utilizzare strumenti di affidamento delle attività differenziati a seconda delle aree e delle tipologie di azione che, salvaguardando i necessari requisiti di trasparenza e assicurando uniformità, in ambito regionale, ai processi ed ai criteri, provvedano ad una sostanziale semplificazione delle modalità di relazione tra la Regione e gli operatori. La logica di bando come tradizionalmente intesa potrà essere integrata e/o superata, nel rispetto della normativa in materia vigente, mediante l adozione, in maniera sperimentale e strettamente connessa all evoluzione del sistema regionale di accreditamento, di affidamenti selettivi a fornitori preventivamente qualificati e monitorati costantemente nel tempo e focalizzati sul controllo in itinere ed ex post dei risultati attesi, sia in termini di efficacia della singola azione sia di impatto complessivo dei diversi interventi attivati dalla Regione Lombardia. riordino delle strutture pubbliche consolidamento del sistema uniformazione delle procedure di assegnazione Pagina 6 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 Tale semplificazione ab origine renderà conseguentemente più efficace e coeso il processo di semplificazione procedurale e strumentale già intrapreso dalla Regione Lombardia. Data per acquisita la logica propria del fondo unico, l elaborazione della programmazione delle risorse finanziarie (biunivocamente connessa alla definizione degli obiettivi, in termini di impatto, dell azione regionale) dovrà tener conto, oltre che dell attuale indeterminatezza di alcune fonti nazionali ormai considerate strutturali per il finanziamento del sistema (obbligo, apprendistato, ), anche del ruolo delle province. In un ottica di superamento della suddivisione tra piani provinciali e regionali e tenendo conto delle relative competenze collaterali (mercato del lavoro, istruzione, etc.), le province lombarde devono accrescere il loro ruolo di programmazione partecipando attivamente alla definizione dei fabbisogni e delle azioni necessarie al loro soddisfacimento a livello locale, nonché alla verifica dei risultati, in termini di impatto e di efficacia, sui differenti contesti economici e sociali di riferimento. In tale dinamica, i trasferimenti di risorse alle province da parte della Regione Lombardia saranno destinati alle seguenti attività: finanziamento dell attività ordinaria dei CFP pubblici trasferiti al fine di accompagnarli nel percorso di riordino; emanazione di dispositivi finalizzati alla realizzazione, mediante procedure di evidenza pubblica omogenee con quelle adottate dalla Regione Lombardia e rivolte ai soggetti accreditati, degli obiettivi definiti, in termini di destinatari e risorse impegnate, per le diverse aree di intervento prevista; I dispositivi provinciali saranno cronologicamente coordinati con quelli regionali così da consentire al sistema formativo regionale la produzione di un offerta rispondente agli obiettivi generali di rafforzamento e crescita socioeconomica della Regione ed al contempo in grado di soddisfare i fabbisogni specifici dei diversi contesti territoriali. I principali dispositivi di attuazione attraverso i quali saranno perseguiti gli obiettivi previsti dalle diverse aree di intervento sono elencati nella tabella seguente che ne riporta la calendarizzazione, definita al fine di consentire una generazione dell offerta funzionale ad una piena risposta, anche nei tempi di erogazione, alle esigenze dei destinatari finali: semplificazione Regione e Province Area/Direttive Dispositivo di attuazione Periodo di emanazione Approvazione Graduatorie 1) Servizi per l inserimento lavorativo Disp. Orientamento Regione Mar. 03 Mag. 03 2) Sviluppo e sostegno dell offerta per soggetti in obbligo formativo 3) Sostegno e accompagnamento all integrazione sociale e lavorativa di uomini e donne appartenenti alle categorie svantaggiate 4) Percorsi formativi a favore di uomini e donne disoccupati o inattivi con titoli di studio medio/bassi 5) Formazione superiore Disp. Prov. Obbligo Formativo Percorsi di qualifica Feb. 03 Mag. 03 Disp. Reg. Obbligo Formativo Sperimentazione Feb. 03 Mag. 03 Disp. Reg. Obbligo Formativo Integrazione Feb. 03 Mag. 03 Disp. Prov. Apprendisti/e OF Feb. 03 Mag. 03 Disp. Reg. Svantaggio Feb. 03 Mag. 03 Disp. Reg. disoccupati/e extra obbligo Feb. 03 Mag. 03 Disp. Reg. Formazione Superiore Feb. 03 Mag. 03 Disp. Reg. Alta formazione Feb. 03 Mag. 03 Pagina 7 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 Disp. Reg. IFTS da definire da definire Disp. Reg. Occupati/e Prog. Aziendali Feb. 03 Mag. 03 Disp. Reg. Occupati/e Prog. Quadro Mag 03 Lug 03 Disp. Reg. Occupati/e Voucher Feb. 03 6) Formazione continua/ permanente Disp. Reg. formazione perm. Mar 03 Giu. 03 Disp. Reg. Apprendisti/e extra obbligo da definire da definire Disp. Reg. R&S Apr. 03 Giu. 03 7)Sviluppo dell imprenditorialità Disp. Reg. contributi ex L. 1/99 Ott. 03 8) Contributi e incentivi Dispositivo Reg. sostegno alla formazione Feb. 03 Mag. 03 9) Politiche della formazione e servizi per l impiego Dispositivi Azioni di sistema Feb. 03 Apr. 03 Oltre ai dispositivi di attuazione qui indicati, la Direzione Generale Formazione, Istruzione e Lavoro, di concerto con le Province per le misure di loro competenza, nell ambito delle risorse finanziarie stabilite per ciascuna direttiva, potrà nel corso dell anno adottare ulteriori provvedimenti operativi al fine di dare piena realizzazione agli obiettivi prefissati dalle presenti Linee di Indirizzo. In tale contesto particolare rilevanza potranno avere le attività promosse a seguito dell attivazione dei fondi interprofessionali per la formazione dei lavoratori/lavoratrici. Inoltre le Province, nel caso di residui delle risorse di loro competenza, risultanti a seguito del completo soddisfacimento della domanda di qualifica in obbligo formativo Percorsi di qualifica, potranno, in accordo con la Regione Lombardia e previo parere di conformità, emanare dispositivi finalizzati alla realizzazione di azioni afferenti anche alle altre aree e tipologie formative previste da queste Linee di Indirizzo in risposta a specifiche esigenze emergenti a livello territoriale. Tali dispositivi dovranno prioritariamente riguardare le attività collaterali dell Area 2 Obbligo formativo (intergrazione con la scuola media superiore e sostegno), l Area 3.Svantaggio e quindi l Area 5 Formazione Superiore. Pagina 8 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 La caratterizzazione dell offerta formativa Gli standard formativi Per poter esplicare in maniera puntuale il proprio compito di programmazione, il sistema regionale della formazione e del lavoro deve poter contare su strumenti di lettura e classificazione riconosciuti e riconoscibili da tutti gli attori che lo compongono e su di un apparato metodologico e strumentale di valutazione e rilevamento ex ante ed ex post condiviso e che costituisca il riferimento significativo delle azioni di formazione e politica del lavoro promosse dalla Direzione Generale in connessione con il MdL ed il sistema dei servizi per l impiego (Operatori accreditati, parti sociali, referenti dell istruzione e dell università, Regione e Province). In sintonia con il documento predisposto dal tavolo tecnico Regionirappresentanze sindacali nazionali di CGIL, CISL, UIL ed approvato in Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano in data 1 agosto 2002, la Regione Lombardia, a partire dall adozione del modello e dalle procedure per la definizione di un sistema di standard minimi condivisi a livello nazionale, giunga alla costruzione di un sistema/repertorio regionale di profili/figure professionali descritti per competenze. Tali standard minimi riferiti ai percorsi formativi che prevedono il rilascio di una qualifica, trasferiti al livello regionale con gli opportuni adattamenti ed integrazioni, dovranno armonizzarsi con quelli adottati dai Servizi per l impiego per la valutazione delle competenze e costituire un riferimento vincolante per la progettazione delle azioni formative da parte degli operatori accreditati. Gli standard formativi non vanno intesi come definiti una volta per sempre ed immutabili, ma in maniera dinamica, per poter seguire l evoluzione tecnica e organizzativa delle professioni: andranno perciò individuate procedure e modalità per l aggiornamento del repertorio. Gli standard minimi regionali progressivamente implementati costituiranno il riferimento vincolante e comune delle azioni di formazione e politica del lavoro (formazione, orientamento, accompagnamento, domandaofferta, etc). Lo sviluppo e la manutenzione del sistema di standard si esplicherà in maniera correlata all analisi dei fabbisogni formativi che annualmente sarà condotta, anche a livello provinciale, sulla base del modello regionale di standard. Come previsto dal PTFP, al fine di assicurare l aggiornamento e l integrazione incrementale del repertorio in funzione dell evoluzione delle professioni sarà costituita un apposita Commissione Tecnica permanente composta da referenti della Regione Lombardia, delle Province, e dei soggetti attuatori e delle rappresentanze delle parti sociali. Inoltre, tale Commissione dovrà assicurare, in tema di descrizione e certificazione delle competenze, l integrazione con la Pubblica Istruzione, con i Servizi per l Impiego, e con gli organismi nazionali, regionali e provinciali responsabili dell analisi dei fabbisogni formativi e della definizione di profili e qualifiche professionali. Il percorso di sviluppo di standard regionali riguarderà innanzitutto l Area dell Obbligo formativo, avvalendosi delle risultati delle elaborazioni svolte nella realizzazione del progetto di Sperimentazione di nuovi modelli nel sistema di Istruzione e di Formazione intrapreso nell anno formativo 20022003. Il libretto formativo La definizione di un modello di standard riconosciuto, oltre ad essere elemento necessario per l integrazione del sistema della formazione con quello dei servizi per l impiego ed il Mdl e strumento fondamentale per la precisa programmazione dell offerta regionale di servizi, costituisce standard minimi definizione di un modello sperimentazione Pagina 9 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 un presupposto necessario per sviluppare un sistema di certificazione delle competenze. La certificazione delle competenze acquisite attraverso percorsi formativi (e di accompagnamento/ orientamento) ed il riconoscimento di crediti formativi costituisce il primo atto a cui il sistema nazionale ed i sistemi regionali che regolano le azioni formative e di politica del lavoro sono tenuti nei confronti dell utenza. La Regione Lombardia e le province, di concerto con gli attori del sistema, perseguiranno tale risultato attraverso la definizione di procedure comuni, tali da garantire la reciproca riconoscibilità sia a livello territoriale, sia a livello di ambiti di governo (fra sistemi diversi: scuola, formazione, lavoro, ) delle competenze acquisite dai soggetti attraverso percorsi scolastici, formativi, lavorativi. Si individueranno inoltre modalità per tradurre in termini di competenze anche le qualifiche già conseguite nel passato, consentendo una sincronizzazione del sistema e più agevoli rapporti con i Servizi per l impiego. Gli Enti territoriali saranno progressivamente responsabili anche dell accertamento e della certificazione per le attività formative sulle quali hanno competenza, come già in atto nell ambito della formazione esterna apprendisti In tale ambito, la Regione Lombardia procederà all introduzione di uno strumento specifico che, sperimentato inizialmente nell area dell obbligo formativo nonché nell Area 6 Formazione Continua e permanente attraverso la realizzazione di un progetto sperimentale rivolto ai dipendenti di società di fornitura di lavoro temporaneo, dovrà estendersi a tutti gli individui che fruiscono di servizi orientativi e formativi. Il libretto formativo personale (DM 174/01) costituisce lo strumento chiave della certificazione di competenze, vera e propria carta d identità formativa e professionale del soggetto, che registra l insieme di competenze che il candidato ha acquisito o quelle da acquisire durante il percorso formativo o attraverso percorsi lavorativi o personali. La definizione della struttura del libretto formativo dovrà avvenire in accordo con le indicazioni provenienti dagli specifici tavoli tecnici e dagli organismi tecnici operanti ai vari livelli sul tema della certificazione delle competenze. certificazione delle competenze coinvolgimento dei soggetti il libretto formativo Pagina 10 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 Indicazioni procedurali generali La Regione Lombardia, secondo quanto disposto dalla L.R. 1/00 e di quanto affermato nel POR FSE Ob.3, identifica le Province quali riferimenti istituzionali cui demandare la programmazione territoriale e la gestione delle attività a cofinanziamento pubblico (regionale, nazionale e comunitario). Nell ambito di tale processo di progressiva condivisione delle responsabilità e dei ruoli, è opportuno procedere, nell ottica di quanto affermato nel PTFP, alla definizione di regole base comuni per quanto attiene le tematiche procedurali e gestionali. Come previsto dal PTFP, tutte le risorse di cui alle presenti linee di indirizzo, ad esclusione delle risorse destinate ai CFP pubblici trasferiti, saranno assegnate attraverso modalità di evidenza pubblica. I dispositivi di bando relativi ad attività di orientamento e/o formazione, siano essi emanati dalla Regione o dalle province, saranno predisposti secondo regole comuni fissate dalla Regione Lombardia e confrontate con le Province, e saranno rivolti ai soli soggetti accreditati e dovranno riportare la parità e l uguaglianza di opportunità in modo esplicito. Tutti i dispositivi, che dovranno necessariamente contenere indicazioni che incentivino la presenza femminile, dovranno riferirsi chiaramente alla programmazione regionale ed indicare la provenienza regionale dei fondi allocati, nonché i riferimenti previsti per il Fondo Sociale Europeo. Tali adempimenti dovranno essere osservati anche dagli avvisi di selezione e da ogni comunicazione pubblica prodotta dai soggetti gestori delle attività finanziate. Per i dispositivi di competenza provinciale sarà indicata anche la Provincia di riferimento. Percorsi di qualifica in Obbligo formativo L elemento di maggiore innovatività riguarderà l AREA 2 OBBLIGO FORMATIVO e segnatamente dei percorsi finalizzati al conseguimento di qualifica professionale. Per tale area che, in considerazione dei dettati normativi nazionali, richiede a tutto il sistema di procedere al progressivo consolidamento dell offerta ed alla sua armonizzazione, anche facendo tesoro delle risultanze della sperimentazione attualmente in corso di attuazione, verranno definite modalità di programmazione e gestione delle attività adeguate alla necessità di realizzare un offerta formativa stabile ed al contempo capace di adeguarsi alla massima rispondenza ai fabbisogni dell utenza e dei territori di riferimento. L offerta relativa alla realizzazione, nell Area Obbligo Formativo, di percorsi biennali 2 per il conseguimento della qualifica professionale e di percorsi annuali per il conseguimento della qualifica (rivolti a drop out scolastici con frequenza di almeno 2 anni di SMS), sarà promossa attraverso la messa in atto di dispositivi sviluppati unitariamente dalla regione e dalle province I dispositivi dovranno essere finalizzati a dare la possibilità (diritto) a tutti i giovani lombardi tra i quindici ed i diciotto anni di operare la scelta tra la scuola media superiore e percorsi di formazione professionale identificati in base ad una offerta formativa proposta da soggetti selezionati mediante un applicazione selettiva dei criteri dell accreditamento finalizzata a discernere i soggetti in grado di garantire livelli adeguati di servizio in rispondenza alle specifiche esigenze del contesto socioeconomico territoriale di riferimento. L identificazione dell offerta formativa proposta dagli operatori selezionati sarà operata pertanto dalle province che, attraverso appositi bandi sviluppati in base a criteri guida regionali utili ad una unitarietà ed omogeneità delle procedure, potranno in tal modo focalizzare l offerta territoriale in Regione e Province dispositivi di bando comunicazione i percorsi di qualifica definizione dell offerta formativa 2 o triennali nei casi previsti dalla normativa Pagina 11 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 funzione della domanda e dei comparti di maggior riferimento ed anche operare un ruolo di sostegno all orientamento/raccordo di domanda e offerta formativa. L offerta così generata potrà vedere un ulteriore elemento di consolidamento strutturale nel finanziamento delle attività per il biennio 20032004 e 20042005. Nell ambito del dispositivo percorsi di qualifica Obbligo le province potranno finanziare anche progetti afferenti, oltre che alle tipologie 2.A e 2.B, anche alla tipologia 3.A1 (percorsi FLAD di qualifica di I livello per soggetti svantaggiati). La realizzazione degli interventi sarà gestita, in conformità con le indicazioni del presente atto, dalle province le quali, in questo modo, potranno esplicare al meglio anche l attività di monitoraggio e verifica dei risultati. Per quanto attiene ai secondi e terzi anni di percorsi di qualifica intrapresi nell anno formativo 20022003, fatta salva la persistenza dei requisiti di finanziabilità dei corsi (numero allievi minimo e requisiti dell operatore), essi saranno finanziati mediante assegnazione diretta delle risorse da parte delle province di riferimento all interno dei Dispositivi provinciali sull obbligo formativo. Altri percorsi Gli altri percorsi dell area obbligo (percorsi semistrutturati in alternanza per adolescenti con difficoltà di integrazione scolasticoformativa o di apprendimento, percorsi individualizzati per l inserimento in percorsi formativi già avviati, percorsi pluriennali realizzati in integrazione con la scuola secondaria superiore, percorsi formativi preprofessionalizzanti di orientamento), così come le azioni previste dalle altre aree di intervento (Orientamento, Formazione Extra Obbligo, Formazione Superiore, Formazione Continua e Permanente) saranno realizzati attraverso l emanazione di dispositivi regionali che prevederanno meccanismi di declinazione territoriale finalizzati a consentire al sistema formativo regionale la produzione di un offerta rispondente agli obiettivi generali di rafforzamento e crescita socioeconomica della Regione ed al contempo in grado di soddisfare i fabbisogni specifici dei diversi contesti territoriali. Alle Province, nel caso in cui si rendessero disponibili risorse residue a seguito del completo soddisfacimento della domanda di qualifica in obbligo formativo, sarà comunque consentito di utilizzare tali risorse per l attivazione, in accordo con la Regione Lombardia e previo parere di conformità, di Dispositivi provinciali in aree considerate a livello locale prioritarie e con azioni e tipologie formative integrate con quelle regionali, e prioritariamente nell ambito delle attività collaterali dell Area 2 Obbligo formativo (intergrazione con la scuola media superiore e sostegno) nonché l Area 3, e quindi dell Area 5 Formazione Superiore. La regione lombardia, attingendo alle risorse a propria disposizione, potrà attivare un dispositivo regionale relativo all Area 2 Obbligo formativo al fine di soddisfare specifici fabbisogni territoriali residui a seguito dei corrispondenti dispositivi provinciali. Allo stesso fine la Regione Lombardia potrà attivare un dispositivo regionale integrativo per la formazione degli Apprendisti. I dispositivi Regionali e Provinciali relativi alla formazione degli Apprendisti verranno elaborati secondo regole omogenee e condivise, elaborate di concerto con le Parti Sociali anche in funzione delle eventuali modifiche normative del settore. Alle province competerà la gestione delle attività formative riconoscibili ai sensi dell art. 27 della L.R. 95/80. Attività realizzate dai CFP pubblici trasferiti Come previsto dal Programma triennale della formazione professionale al fine di accompagnare i CFP pubblici trasferiti alle Province nel percorso di riordino sopra definito, l assegnazione delle risorse necessarie al loro finanziamento per l A.F. 20032004 avverrà per l ultimo anno mediante Pagina 12 di 65 i percorsi di integrazione con la scuola i dispositivi relativi alle altre aree dispositivi regionali integrativi Formazione ex art. 27 L.R: 95/80

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 assegnazione diretta in funzione di piani provinciali elaborati in base a specifici dispositivi. I CFP pubblici trasferiti non potranno pertanto partecipare agli altri bandi promossi dalle Province. Le Province provvederanno a definire, secondo le rispettive competenze, la pianificazione delle attività e dei servizi formativi, tenuto conto dell ammontare di risorse loro assegnato in ciascuna direttiva e dei volumi di utenza attesi, dando adeguata informazione delle rispettive linee programmatiche alle parti sociali. Le proposte formative provenienti dagli attuatori pubblici dovranno essere formulate sotto forma di Progetto Quadro sugli appositi formulari on line elaborati d intesa tra Regione e Provincia contenenti, chiaramente suddivisi per ciascuna direttiva: l indicazione sintetica dei volumi di attività che intendono realizzare, le quantità e l informazione di genere relative all utenza, femminile e maschile, che intendono coinvolgere nel processo formativo, nonché il finanziamento richiesto; l indicazione analitica delle attività che essi intendono attivare (titolo delle singole attività formative od orientative, numero degli allievi attesi suddiviso per azioni, calendarizzazione di massima mese di avvio del corso delle singole azioni, specificazione delle azioni per tipologia formativa, costo preventivato per azione, tipologia utenza per azione, numero edizioni, certificazione finale). A seguito della valutazione delle proposte per quanto attiene alla rispondenza con le linee programmatiche date e la validità economicofinanziaria del progetto, le Province procederanno all approvazione dei rispettivi piani assegnando le relative risorse finanziarie agli attuatori con la condizione che le attività ed i servizi formativi medesimi siano avviati entro e non oltre 45 giorni dalla data di inizio prevista. Conseguentemente le Province presenteranno alla competente Unità Organizzativa Formazione e mercato del lavoro della Direzione Generale Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione l atto di approvazione del proprio piano per ciascuna Direttiva di riferimento Nel corso della realizzazione delle iniziative previste, le Province potranno autonomamente autorizzare i CFP pubblici trasferiti ad effettuare modifiche di programmazione delle attività previste all interno di ciascuna direttiva, facendo comunque salvi i seguenti parametri di ciascun progetto quadro: importo complessivo del progetto (suddiviso per Direttiva) numero minimo di destinatari previsto (suddiviso per Direttiva) numero minimo delle ore di formazione preventivate(suddiviso per Direttiva). piani provinciali relativi ai CFP pubblici variazioni dei piani Al fine di procedere ad una programmazione il più possibile aderente alle esigenze territoriali, le Province potranno proporre, in casi di particolare necessità e rilevanza, variazioni di programmazione tra iniziative afferenti a direttive diverse. Tali variazioni dovranno comunque essere oggetto di specifica approvazione da parte degli uffici della Regione Lombardia. La durata di ciascun Progetto quadro sarà fissata in rispondenza all anno formativo di riferimento e non potrà quindi essere superiore ai 12 mesi. Nel corso e al termine delle attività gli operatori finanziati dovranno presentare, ai sensi dell art. 1 c. 34 della l.r. 18/2000, le certificazioni intermedie e finali della spesa per ogni progetto quadro approvato secondo le indicazioni della sezione Spese ammissibili, certificazione della spesa e rendicontazione finale. Saranno considerate ammissibili le spese sostenute dagli operatori durante tutto il periodo di durata dei progetti quadro approvati. Tali costi rientrano nelle quote computabili delle spese generali riconosciute per quota parte dei singoli progetti. ammissibilità delle spese Pagina 13 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 Attività di rilevanza regionale L attuale configurazione, all interno della programmazione regionale dell Area Attività e centri di rilevanza regionale è definita dai contenuti di atti programmatori specifici che hanno portato dentro il sistema l opportuno recepimento di evidenze affermatesi, nel corso del tempo, per iniziativa diretta della Regione e di alcuni tra i più qualificati attori, pubblici e privati, del vasto sistema formativo lombardo. Lo scenario attuale (A.F. 20022003) dell Area si è articolato in tre tipologie di attività: a) I Centri di Formazione Professionale Alberghieri (CFPA), oggi Sedi Territoriali dell Agenzia regionale per il lavoro; b) Un parte qualificata della formazione nei settori beni culturali, socioassistenziale e agricolo; c) Alcune realtà ed esperienze considerate emblematiche per unicità e/o importanza nel panorama lombardo. La necessità di ridefinire, per l A.F. 20032004, i connotati dell Area si pone come una logica conseguenza dell ultima fase del decentramento completata nel 2002 con il definitivo trasferimento di strutture, risorse ecompetenze dalla Regione alle Province. A questo riguardo il Programma triennale della formazione professionale prevede una specifica Area di intervento (Area 7) e, come strumento di riordino, la definizione di Piani di attività di rilevanza regionale condivisi con le parti sociali. Il percorso di riordino si svilupperà lungo le seguenti direttrici: valorizzazione e sviluppo delle realtà esistenti identificazione e selezione, in stretto raccordo con la fase evolutiva del processo di accreditamento, delle strutture e delle esperienze che possano appartenere ad un ambito di rilevanza regionale Con queste premesse l Unità Organizzativa Formazione e Mercato del lavoro della Direzione Generale Formazione, Istruzione e Lavoro della Regione provvederà a definire con apposito atto la pianificazione delle attività e dei servizi formativi, tenuto conto dell ammontare di risorse proprie a ciò disponibili e dei volumi di utenza attesi. Le proposte formative provenienti dagli attuatori identificati dovranno essere formulate sotto forma di Progetto Quadro sugli appositi formulari on line contenenti, chiaramente suddivisi per ciascuna direttiva: l indicazione sintetica dei volumi di attività e di utenza che si impegnano a perseguire e del finanziamento richiesto; l indicazione analitica delle attività che essi intendono attivare (tipologie formative, numero allievi, calendarizzazione di massima). il riordino delle attività di rilevanza regionale il piano delle attività di rilevanza regionale A seguito della valutazione delle proposte per quanto attiene alla rispondenza con le linee programmatiche date e la validità economicofinanziaria del progetto, l Unità Organizzativa Formazione e Mercato del lavoro procederà all approvazione dei progetti e delle relative dotazioni finanziarie con la condizione che le attività ed i servizi formativi medesimi siano avviati entro e non oltre 30 giorni dalla data di inizio prevista. La durata di ciascun Progetto quadro sarà fissata in rispondenza all anno formativo di riferimento e non potrà quindi essere superiore ai 12 mesi. Nel corso e al termine delle attività gli operatori finanziati dovranno presentare le certificazioni intermedie e finali della spesa per ogni progetto quadro approvato secondo le indicazioni dei documenti Spese ammissibili, certificazione della spesa e rendicontazione finale. Pagina 14 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 Indicazioni gestionali In questa sezione vengono illustrati i criteri fondamentali di programmazione, progettazione e realizzazione delle attività e che devono essere osservati da tutti i dispositivi di attuazione delle presenti Linee di Indirizzo. In funzione di particolari tipologie di azione o di intervento, le presenti indicazioni, se del caso di concerto con le Province, potranno trovare ulteriori specificazioni, o eventuali modifiche, nell ambito dei relativi dispositivi regionali o provinciali o nell ambito di un più complessivo lavoro di revisione dei modelli procedurali e gestionali generali che la Regione Lombardia intende svolgere attraverso l attivazione di tavoli di lavoro specifici con la partecipazione delle Province e delle Parti Sociali, nonché degli operatori al fine di procedere ad una semplificazioni degli adempimenti che regolano il patto tra gli operatori del sistema. Nella messa in opera delle norme previste nelle presenti linee di indirizzo e delle eventuali successive modifiche o integrazioni, le Pubbliche Amministrazioni coinvolte dovranno attenersi a quanto previsto dall art.1 della L.241/90, evitando ogni ulteriore appesantimento amministrativo o procedurale per gli operatori beneficiari. Modalità di presentazione Per la redazione della domanda di finanziamento e della modulistica dei progetti dovrà essere utilizzato esclusivamente il formulario on line predisposto per ogni dispositivo su Internet dalla Regione Lombardia in accordo con le Province, all indirizzo: http://www.monitorweb.it oppure agli indirizzi provinciali riportati sui singoli dispositivi. Valutazione delle domande La valutazione delle domande di finanziamento sarà effettuata da appositi nuclei costituiti presso la Regione Lombardia con Decreto del Direttore Generale Istruzione, Formazione, Lavoro o presso le Province competenti con i relativi atti provinciali. I criteri di valutazione per ciascuna iniziativa saranno definiti nel relativo dispositivo regionale e provinciale di attuazione anche mediante l introduzione di principi miranti a garantire la massimizzazione dell impatto delle iniziative stesse e della loro efficienza economica ed in armonia con le linee indicate dal programma triennale della Formazione Professionale. L attività di valutazione, subordinata alla verifica dell ammissibilità dei soggetti (D.G.R. 6251/01 Accreditamento dei soggetti che erogano attività di formazione e di orientamento ) e delle domande, riguarderà gli aspetti tecnici e didattici dei servizi proposti, la capacità (qualitativa e quantitativa) dell offerta rispetto alla domanda individuata ed eventualmente la capacità del Soggetto Gestore in relazione alla specifica proposta. In particolare, i criteri di valutazione dovranno articolarsi nelle seguenti Categorie: Congruenza della proposta, Caratteristiche del Soggetto Gestore in relazione alla specifica proposta e Rispondenza alle priorità generali e specifiche nazionali, regionali e provinciali, con particolare attenzione a quelle indicate dal POR Ob.3. Calcolo del finanziamento Il Soggetto Gestore, nella formulazione del preventivo, procederà al calcolo del finanziamento richiesto in base ai parametri massimali di costo qui indicati ed alle specifiche indicazioni riportate nelle singole Direttive e Dispositivi. Per il calcolo del costo della formazione il Soggetto Gestore dovrà procedere utilizzando le seguenti formule: COSTO ATTESO FORMAZIONE = COSTO ORARIO X NUMERO ORE Pagina 15 di 65 monitorweb criteri comuni categorie e priorità preventivo

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 Dove VALORE ATTESO ALLIEVI è il numero minimo obbligatorio per attivare la classe definito per la tipologia formativa COSTO ORARIO è il parametro massimale di costo orario definito per la tipologia formativa NUMERO ORE è il numero di ore formative previste dal Soggetto Gestore. In alcuni dispositivi potrà essere previsto anche un valore premio relativo ad un eventuale numero allievi ulteriore rispetto al valore atteso (fino al massimo del NUMERO ALLIEVI PREMIO eventualmente definito per la tipologia formativa), il Soggetto Gestore può, a sua discrezione, aggiungere ai costi formazione l incremento dato dal valore premio, secondo la seguente formula: premio Dove VALORE PREMIO = NUMERO ALLIEVI PREMIO X COSTO ORA/ALL PREMIO X NUMERO ORE NUMERO ALLIEVI PREMIO è il numero aggiuntivo di allievi, oltre a quelli previsti obbligatoriamente per attivare la classe, fina al numero massimo definito per la tipologia formativa COSTO ORA/ALL PREMIO è il parametro massimale di costo orario per ogni ALLIEVO PREMIO definito per la tipologia formativa NUMERO ORE è il numero di ore formative previste dal Soggetto Gestore In tal caso il costo totale della formazione è dato dalla somma costi formazione più valore premio: COSTO TOTALE FORMAZIONE = COSTO ATTESO FORMAZIONE + VALORE PREMIO Nel calcolo dei costi della formazione non sono da considerarsi: a) le indennità di frequenza degli allievi, che saranno gestite secondo quanto indicato nella specifica Direttiva Incentivi; b) il costo del REDDITO ALLIEVI, che, laddove previsto dalle direttive e dai dispositivi di attuazione, si aggiunge al COSTO TOTALE FORMAZIONE. Il valore così calcolato (COSTO ATTESO FORMAZIONE o COSTO TOTALE FORMAZIONE a seconda del caso) costituisce il riferimento circa l importo massimo che può essere indicato dal Soggetto Gestore in sede di preventivo delle spese. La Regione Lombardia, o le Province, all atto dell approvazione del finanziamento, approvano anche i valori/obiettivo proposti dal Soggetto Gestore: nel caso in cui tali valori/obiettivo (numero degli allievi, numero ore, numero edizioni) scendano nel corso dell attività al di sotto di quelli indicati a progetto, la Regione Lombardia, e le Province per quanto di loro competenza, provvederanno alla riparametrazione del finanziamento secondo le indicazioni contenute in ogni dispositivo. Si ricorda inoltre che l osservanza di tali valori obiettivo costituisce elemento di valutazione anche al fine della definizione di alcuni indicatori relativi all accreditamento delle sedi operative ai sensi del D.G.R. 6251/01 e del D.D.G. 1142 del 29gen2002, Decreto attuativo sull'accreditamento. Il valore obiettivo relativo al numero degli allievi si intende rispettato per il numero di destinatari che hanno frequentato almeno il 75% delle ore corso. Deroghe a tale vincolo potranno essere previste nell ambito dei singoli dispositivi e segnatamente per gli interventi di garanzia sociale e per l apprendistato. Il limite del 75% delle ore per allievo può essere derogato, per un numero di allievi non superiore al 20% degli iscritti iniziali, solo nel caso di discenti che, avendo frequentato almeno il 50% delle ore previste, abbiano abbandonato il corso in forza di un inserimento lavorativo, da documentarsi con qualunque forma contrattuale la cui congruità verrà valutata in sede di rendiconto finale. Laddove il 75% delle ore non fosse raggiungibile per problemi provatamente ascrivibili ad un eccessivo carico familiare, si potranno prevedere azioni che favoriscano la conciliazione, es. erogazione di incentivi per assistenza ai minori/disabili/anziani. valori obiettivo e riparametrazione riconoscibilità delle attività Pagina 16 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 Resta salvo il fatto che, al di sotto del 75 % delle ore di frequenza, (se non disposto diversamente per percorsi formativi normati), l'allievo non ha diritto al titolo rilasciato dalla Regione Lombardia, salvo il riconoscimento di specifici crediti formativi conseguiti all esterno del percorso formativo. Si evidenzia che il finanziamento approvato o riparametrato costituisce il limite massimo di spesa e che l importo finale del finanziamento riconoscibile al Soggetto Gestore verrà determinato in fase di approvazione del rendiconto, sulla base dei costi effettivamente sostenuti, in ottemperanza a quanto stabilito nei documenti Spese ammissibili e massimali di riferimento e Linee Guida per la rendicontazione e la certificazione della spesa e nel rispetto di eventuali indicazioni contenute nelle singole Direttive e nei Dispositivi di riferimento. Al fine di consentire il consolidamento strutturale del sistema regionale della formazione, nel corso dell anno formativo 20032004 la Regione Lombardia potrà introdurre, in maniera sperimentale, modalità innovative di finanziamento e parametrazione dei costi delle attività. riconoscimento dei titoli Parametri Dispositivi Regionali A B C D VALORE NUMERO COSTO COSTO ATTESO ALLIEVI ORA/ALL ORARIO ALLIEVI PREMIO PREMIO 2) Sviluppo e sostegno dell offerta Dispositivi Obbligo 12 110,00 6 4,00 formativa ed orientativa per i Disp. Reg. Sperimentazione Obbligo (Tip. 2.D) 12 110,00 4 6,00 soggetti in obbligo formativo Dispositivi Apprendisti/e obbligo 6 100,00 6 4,00 3) Sostegno e accompagnamento all integrazione sociale e lavorativa di uomini e donne appartenenti alle Dispositivi Svantaggio 6 134,00 4 7 categorie svantaggiate 4) Percorsi formativi a favore di donne e uomini adulti disoccupati o inattivi con titoli di studio Dispositivi Disoccupati/e Extra Obbligo Dispositivi Ass. Progr. Extra obbl. 12 132,00 6 7 5 22,00 medio/bassi Dispositivi Formaz. Superiore 12 132,00 4 8 Dispositivi Master Universitari 15 180,00 Dispositivi Moduli Professional. FAD 15 180,00 Dispositivi Moduli Professional. Didattica 15 180,00 5) Formazione superiore Dispositivi Moduli Professional. Laboratorio 15 150,00 Dispositivi Moduli Professional. Individuale 1 70,00 Dispositivi Moduli Professional. Tirocini 1 70,00 Dispositivi Ass. Progr post diploma 7 22,00 Dispositivi Moduli Professional. IFTS 11 150,00 6 8,00 Dispositivi Occupati/e Prog. Corsuali 8 130,00 5 8,00 Dispositivi Occupati/e Prog. Quadro 6 155,00 6) Formazione continua/ Dispositivi Formazione perm. 6 132,00 4 6,00 Permanente Dispositivi Occupati/e Apprendisti/e extra obbligo 6 100,00 6 4,00 Dispositivi R&S 10 140,00 5 8,00 Attività e centri di rilevanza regionale 12 110,00 6 4 Pagina 17 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 Parametri Dispositivi Provinciali A B C D 2) Sviluppo e sostegno dell offerta formativa ed orientativa per i soggetti in obbligo formativo 3) Sostegno e accompagnamento all integrazione sociale e lavorativa di uomini e donne appartenenti alle categorie svantaggiate 4) Percorsi formativi a favore di donne e uomini adulti disoccupati o inattivi con titoli di studio medio/bassi VALORE ATTESO ALLIEVI COSTO ORARIO NUMERO ALLIEVI PREMIO COSTO ORA/ALL PREMIO Dispositivi Obbligo 12 110,00 6 4 Dispositivi Apprendisti/e obbligo 6 100,00 6 4,00 Dispositivi Svantaggio 6 100,00 4 6,00 Dispositivi Disoccupati/e Extra Obbligo 12 100,00 6 4,00 5) Formazione superiore Dispositivi Formazione Superiore 12 100,00 4 5,00 6) Formazione continua/ Permanente Dispositivi Formazione perm. 6 100,00 4 6,00 Dispositivi Occupati/e Apprendisti/e extra obbligo 6 100,00 6 4,00 Erogazione del finanziamento L erogazione del finanziamento pubblico verrà effettuata come segue: fino al 50% a titolo di anticipo a seguito dell avvio del progetto fino al 40% su certificazione del revisore della spesa effettivamente sostenuta di almeno il 40% dell'anticipo già ricevuto saldo dopo la conclusione del progetto all approvazione della certificazione finale della spesa (rendicontazione finale). Al fine dell erogazione del primo anticipo e dei pagamenti intermedi, è fatto obbligo agli enti privati di presentare a secondo delle competenze a Regione e Provincia garanzia fidejussoria (rilasciata da banche e imprese di assicurazione indicate nella legge 10.06.1982, n.348 o da intermediariì finanziari iscritti nell'elenco speciale di cui all'art. 107 del d.lgs. 385/93), per un importo pari agli anticipi percipiendi. Detta garanzia dovrà avere durata per un periodo compreso tra la data di perfezionamento dell atto equipollente alla convenzione e i 12 mesi successivi alla presentazione della certificazione finale della spesa. Il gestore è tenuto a verificare costantemente la permanenza dell'idoneità dei soggetti che rilasciano la garanzia.. Al fine di garantire quanto disposto nel presente paragrafo, la Regione trasferirà, al momento della approvazione delle presenti linee di indirizzo gli acconti relativi alle risorse di competenza delle singole province per consentire loro di adempiere ai necessari atti amministrativi. flussi finanziari fidejussione Spese ammissibili, certificazione della spesa e rendicontazione finale Ai sensi dell art. 1 c. 34 della l.r. 18/2000 è fatto obbligo agli operatori di presentare la certificazione della spesa rilasciata da un Revisore dei Conti, pertanto per quanto attiene le spese ammissibili e le modalità di certificazione della spesa e della rendicontazione finale di tutte le azioni si fa riferimento ai documenti Spese ammissibili e massimali di riferimento e Linee guida per la rendicontazione e la certificazione della spesa approvati con D.D.G. 5782/647 del 27/03/2002 e successive modifiche ed integrazioni. Nei corsi in cui vengono inseriti disabili sono considerati riconoscibili i costi relativi alla presenza di spese ammissibili e procedure di rendicontazione uniformi Pagina 18 di 65

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 codocenti di sostegno FLH. Delega La delega a enti terzi della gestione dell attività è vietata, fatta eccezione per le deroghe di seguito indicate. Il soggetto proponente dovrà pertanto gestire in proprio le varie fasi operative. Per gestione in proprio s intende quella attuata attraverso personale dipendente o mediante ricorso a prestazione professionale individuale. Le attività di direzione, coordinamento, e amministrazione (comprese le attività di segreteria) devono essere gestite interamente in proprio. La possibilità di delegare fasi delle azioni, limitata a casi particolari debitamente motivati, è legata ad apporti integrativi specialistici di cui gli Operatori non dispongono in forma diretta e che non possono superare in termini di valore il 30% del costo complessivo del progetto. Percentuali maggiori potranno essere valutate solo in casi del tutto eccezionali, per iniziative di particolare valore e innovatività adeguatamente motivate e documentate. La richiesta di deroga al divieto di delega dovrà essere evidenziata in sede di presentazione del progetto nella specifica scheda contenuta nel formulario: all atto della presentazione del progetto si dovranno comunicare le caratteristiche tecniche dell intervento delegato e la relativa quantificazione economica. La società delegata dovrà essere indicata nominativamente nel formulario. Non verrà accolta nessuna richiesta di deroga presentata successivamente alla presentazione del progetto. Il terzo delegato dovrà comunque possedere i requisiti e le competenze richieste dall intervento, e non potrà a sua volta delegare ad altri soggetti l esecuzione, anche in parte, dell attività. Responsabile a tutti gli effetti dell intervento formativo risulterà in ogni caso il Soggetto Gestore anche per le attività delegate. Ai fini del limite del 30% per la deroga al divieto di delega, non si considera delega l affidamento della realizzazione delle attività da parte di associazioni, o consorzi, o società consortili, agli associati o consorziati o da imprese ad altre imprese facenti parte dello stesso gruppo purchè accreditati per la realizzazione delle attività in oggetto. Non sarà ammesso l affidamento di attività a soggetti creati, associati o consorziati in data successiva a quella di presentazione del progetto. In tutti i casi sopra descritti di affidamenti non considerati delega, i soggetti affidatari hanno l obbligo di rendicontare le spese a costi reali, esibendo i giustificativi che saranno assunti nella documentazione del Soggetto Gestore ammesso al finanziamento, a prescindere da eventuali obblighi di fatturazione interna. Non costituisce delega l affidamento da parte delle Province di attività formative, amministrative e orientative a società di lavoro interinali ai sensi e nei limiti degli Accordi Regione/Provincia per il trasferimento dei CFP regionali o delegati agli enti locali e alle Province. delega a terzi associati e consorziati Monitoraggio e controllo Al fine di garantire la massima trasparenza nelle attività di monitoraggio e controllo tanto delle diverse iniziative promosse dalla Regione e dalle Province quanto delle singole azioni finanziate, gli operatori dovranno prestare la massima cura nell adempimento degli obblighi previsti, e segnatamente a quelli relativi a: puntuale aggiornamento della banca dati allievi on line (condizione necessaria per l avvio) certificazione della spese compilazione periodica della modulistica on line relativa allo stato di avanzamento della spesa. La mancata osservanza di tali obblighi comporterà, oltre alla non riconoscibilità delle azioni realizzate, la non ammissibilità del Soggetto Gestore a presentare progetti a valere sui bandi seguenti. Pagina 19 di 65 banca dati allievi

Allegato 1 Linee di Indirizzo 20032004 Formazione A Distanza Le modalità di finanziamento, realizzazione, gestione e rendicontazione delle attività di Formazione a distanza saranno oggetto di un apposito atto della Regione Lombardia, che verrà prodotto entro Marzo 2003. Pagina 20 di 65