Vittorino Andreoli I segreti della mente Capire, riconoscere, affrontare i segnali della psiche Rizzoli
Proprietà letteraria riservata 2013 RCS Libri S.p.A., Milano ISBN 978-88-17-06413-2 Prima edizione: gennaio 2013
Prefazione C è un sogno che mi accompagna da molti anni: scrivere un manuale che, anziché indirizzarsi ai medici, agli psichiatri o agli psicologi clinici, parli a tutti. Oggi, in queste pagine, il mio sogno trova fnalmente concretezza. È costante nella mia mente, ogni qualvolta incontro un adolescente, un adulto, un vecchio che abbia bisogno di cure psichiatriche, la domanda se sarebbe stato possibile impedire che quel disturbo della mente si manifestasse o che almeno non arrivasse allo stato di gravità che purtroppo osservo. Una domanda non solo lecita oggi, ma doverosa. È passato quel periodo storico in cui i disturbi mentali erano ritenuti fatali, legati a un determinismo verso cui non c era nulla da fare. La malattia mentale legata alla familiarità, alla genetica. Sappiamo che certamente la biologia ha un ruolo, ma che non è mai tale da provocare meccanicamente un disturbo psichiatrico, poiché vi contribuiscono anche le esperienze esistenziali, a partire dall infanzia, e poi vi gioca un ruolo importante l ambiente in cui si vive: inteso come ambiente fsico, ma soprattutto relazionale. Insomma, oggi è possibile impedire il disturbo della mente, o almeno è possibile attenuarne le manifestazioni. La vita di ogni persona malata si sarebbe potuta svolgere V
VI I segreti della mente in maniera più serena e con minor sofferenza: ecco la risposta a quell interrogativo. A questo scopo non servono tanto gli psichiatri e gli strumenti (limitati) che hanno a disposizione, bensì una consapevolezza e una conoscenza dei disturbi della mente, in modo che le persone che attorniano chi vive la condizione di disagio e mostra comportamenti inusuali e strani, possano accorgersi che si tratta di un inizio di qualcosa che va affrontato subito e seriamente. Nei miei cinquant anni di psichiatria sono rimasto talora persino sconvolto dall osservare che persone vicine a un adolescente con comportamenti devastanti, o a un anziano che ha precorso la morte naturale con un suicidio, hanno minimizzato segnali che invece erano chiari, se solo avessero avuto una conoscenza più precisa di ciò che non può essere considerata una «normalità», sia pure confusa e diffcilmente defnibile. E non sostengo che avrebbero potuto fare qualcosa di risolutivo, ma certamente si sarebbero potute attivare per usare i presidi disponibili, quelli della psichiatria che sono tanto più effcaci quanto più si mettono in atto tempestivamente sulle «stranezze», sui disagi, sui momenti di diffcoltà esistenziale. Insomma mi sono convinto che la psichiatria vera è quella che lotta affnché i disturbi mentali non insorgano e non, come si crede, quella che si ritiene possa guarire le manifestazioni gravi. Una tale psichiatria preventiva si attiva solo se c è una conoscenza, dentro le famiglie, le scuole, le comunità, dei segni iniziali con i quali i disturbi si manifestano. Al loro insorgere, alle prime avvisaglie. La psichiatria, questa disciplina complessa ed enormemente imperfetta, ha bisogno delle persone comuni, dei familiari, persino dei vicini di casa di chi mostra idee assurde e comportamenti deviati; ha bisogno che la società nel suo complesso riconosca i primi segni dei disturbi della mente poiché è questa l unica maniera per poter operare impedendone lo sviluppo, fno a raggiungere i quadri eclatanti che
Prefazione rendono diffcili gli interventi terapeutici e talora danno il via a storie di incomprensione, e addirittura di violenza. Il mio sogno è che questo libro possa dare un messaggio pratico su cosa guardare, su come interpretare quei comportamenti che consideriamo occasionali, passeggeri, capricci, legati magari all età o a un banale stato di stanchezza e di crisi. La tendenza a minimizzare serve a negare un problema, e così quell inizio «ignorato» o sottovalutato può trasformarsi in un disturbo. E se la mente si ammala, ne soffre tutto il corpo, le relazioni sociali saltano e dunque la vita si fa diffcile se non impossibile. In psichiatria sempre maggiore importanza ha preso il concetto di quantità, la considerazione cioè che esiste una continuità, da leggero a grave, di segni iniziali che possono diventare sintomi, e formare sindromi, malattie mentali. La paura è un meccanismo di difesa poiché permette di prevenire dei rischi. Senza paura del buio un bambino correrebbe e potrebbe sbattere la testa da qualche parte. La paura del traffco, che si attiva quando si deve attraversare una strada, aiuta a stare attenti alla possibilità, e dunque al rischio, di esser investiti da un auto. Ma quantitativamente la paura può crescere e assumere progressivamente una dimensione che impedisce a una persona di fare qualsiasi cosa, poiché giunge a percepire un rischio, un pericolo, in ogni azione. La paura da difensiva diventa offensiva e disturba la vita rendendola diffcile. L ansia è una percezione di mal d essere che scatta quando si devono affrontare situazioni nuove, non abituali: un esame, un incontro affettivo. L ansia attiva l attenzione e le capacità mentali. Il battito del cuore accelera per fornire più energia ai tessuti per prepararsi ad affrontare una prova nuova che immaginiamo diffcile. Si tratta di un ansia buona, ma se aumenta quantitativamente può raggiungere la dimensione dell angoscia e allora è come se ci si trovasse in un tunnel di cui non si vede la fne ed è come se mancasse il respiro. A questo punto la funzione che aveva, diventa disturbo VII
VIII I segreti della mente poiché non solo non facilita una prova mai esperimentata prima, ma la impedisce. La mente si blocca, e si rimane immobili come se si fosse incapaci di qualsiasi pensiero e azione, incluse quelle abituali e più comuni. E così accade per la tristezza: un sentimento stupendo poiché permette di cogliere le diffcoltà di vivere, il dolore delle persone care, ma se aumenta quantitativamente diventa depressione e la depressione giunge a una incapacità totale, poiché ci si sente del tutto inadatti, e persino si avverte la colpa di esistere e di non sapere aiutare l altro. E allora si desidera uscire dal mondo. Queste osservazioni si spostano anche su comportamenti che si è portati a considerare «banali», come stare davanti a un computer e navigare in Internet. C è un limite oltre il quale da un uso utile, si passa alla dipendenza e allora Internet diventa il mondo che sostituisce quello reale. E quel giovane o quell adulto rifuta la vita umana per quella virtuale. Ecco, occorre fare in modo che il principio della quantità guidi la nostra osservazione, quella su noi stessi e sugli altri, e che dunque la paura sia e rimanga difensiva, che l ansia aiuti a vivere per affrontare le diffcoltà senza trasformarsi mai in angoscia, che la tristezza non diventi malinconia, ma mantenga quel carattere di sentimento umano capace di espressioni straordinarie, come saper consolare e magari far sorridere chi in quel momento ha subìto una perdita o una delusione. E analogamente bisogna essere critici verso l attrazione del computer e saperne limitare il fascino con la consapevolezza dei rischi per la salute della mente. Insomma, le caratteristiche tipicamente umane, come la commozione, la sensibilità, la tristezza oppure la gioia devono rimanere tali e non perdere la dimensione della normalità, e diventare sintomi e poi disturbo della mente. Per mantenere la mente sana occorre accorgersi dei disturbi fn dall inizio, averne un sospetto motivato per poter mettere in atto interventi che possono essere semplici e svolgersi dentro i legami umani ordinari, ma possono anche aver bisogno di consigli di qualche professionista psicologo o psichiatra, per poter intervenire subito.
Prefazione E quanto prima accade, tanto più è facile ottenere un risultato, e talora basta solo la terapia della parola; al contrario, se non si è tempestivi si impone il ricorso agli psicofarmaci, ai ricoveri in ambienti psichiatrici. E in questo caso a me si continuerà a porre la domanda del perché non si sia potuto impedire al paziente che ho davanti di diventare un malato di mente. Quel sogno che si realizza con questo libro, si lega a un bisogno medico, quello di far conoscere a tutti i segni critici iniziali, allo scopo di fermare una progressione quantitativa che si fa malattia della mente. Verona, novembre 2012
I segreti della mente
Parte prima