Ci sono tre tipi di sofferenze dei bambini e dei ragazzi.
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- Lelia Di Pietro
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1 Ci sono tre tipi di sofferenze dei bambini e dei ragazzi. 1. C'è in primo luogo una sofferenza INDISPENSABILE: per crescere bisogna che i bambini imparino ad affrontare e a superare le sofferenze legate all'adattamento alla vita e alla realtà. 2. La sofferenza del SECONDO tipo non è indispensabile, ma talvolta PURTROPPO èinevitabile ed èlegata alle vicende dolorose della vita. 3) La sofferenza del TERZO tipo può e deve essere EVITATA AL BAMBINO. Questa sofferenza ècausata dall'incapacita' dell'adulto di ASCOLTARE, di CAPIRE, di ESSERE ATTENTO E VICINO al bambino. Questa sofferenza ècausata inoltre dalla TRASCURATEZZA, dalla VIOLENZA PSICOLOGICA E FISICA dell'adulto nei confronti del bambino.
2 Maltrattamento Comprende gli atti e le carenze che turbano gravemente il bambino, attentano alla sua integrità corporea, al suo sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono la trascuratezza, o lesioni di ordine fisico, o psichico, o sessuale, da parte di un familiare o di altri che hanno cura del bambino. La definizione comprende diverse tipologie di maltrattamento che possiamo definire ulteriormente, ma che non vanno considerate come forme assolutamente separate ed autonome, in quanto spesso il maltrattamento comporta la compresenza di diverse forme di abuso, ed inoltre in tutte le forme di abuso è sempre presente in qualche misura il maltrattamento psicologico.
3 Maltrattamento psicologico Éla forma più diffusa di violenza di un adulto contro un bambino e nello stesso tempo èla forma più difficile da riconoscere. É fatta di ricatti, di minacce, di punizioni, di indifferenza, di squalifiche, di mancanza di rispetto, di eccesso di pretese, di richieste sproporzionate all età e alle caratteristiche del bambino, tali comportamenti, ripetuti nel tempo, diventano parte della relazione dell adulto nei confronti del bambino o dell adolescente. La violenza psicologica può essere persino più distruttiva di quella fisica o sessuale, e comunque èsottesa sempre a tutte le altre forme di maltrattamento.
4 Maltrattamento fisico Nasce dal bisogno dell adulto di scaricare sul più debole la violenza che sente dentro di sé e contro di sé. Il maltrattamento fisico può essere fatto con pugni, calci, bruciature, graffi, sbattimento contro pareti o pavimenti, con l uso di cinghie, di bastoni o con altre forme di tortura.
5 Grave trascuratezza Si presenta quando i genitori non sono capaci (per assenza di empatia, per difficoltà economiche e culturali o di inserimento sociale, per problemi psicologici) a capire i bisogni materiali ed affettivi dei propri figli e non riescono a curarli e proteggerli, a crescerli in modo sano come sarebbe necessario, minacciando in modo serio la loro sopravvivenza psico fisica..
6 Violenza Assistita Intrafamiliare "qualsiasi atto di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica compiuti su figure di riferimento o su altre figure adulte o minori affettivamente significative, di cui la/il bambina/o può fare esperienza direttamente (quando la violenza avviene nel suo campo percettivo), indirettamente (quando la/il bambina/o èa conoscenza della violenza) e/o percependone gli effetti" (C.I.S.M.A.I, 1999)
7 Abuso sessuale Il minore viene strumentalizzato coinvolgendolo in attività sessuali, nella prostituzione o nella pornografia o in altri comportamenti solo in apparenza meno gravi (per es. giochi sessuali privi di violenza fisica), comportamenti che servono per procurare piacere a qualche adulto e che producono danni enormi al bambino e alla bambina. L abuso sessuale èdi solito realizzato da persone care al bambino (famigliari, parenti, insegnanti, amici di famiglia, religiosi ). Spesso si protrae per anni nel più assoluto silenzio e con grandi sensi di colpa per il minore che lo subisce. Moltissimi bambini, sia maschi che femmine, di tutte le età e classi sociali, subiscono violenza sessuale. )
8 IL MALTRATTAMENTO INTRAFAMILIARE DIFFUSO SOMMERSO NEGATO PERICOLOSO PER TUTTI I COMPONENTI DEL NUCLEO FAMILIARE COMPLESSO SPESSO SOLO SOSPETTO RARAMENTE SUSCITA ESPLICITE DOMANDE DI AIUTO NON SI RISOLVE SPONTANEAMENTE
9 Perché la scuola incontra il disagio Spesso sentiamo l'affermazione "il compito dell'insegnante è quello d'insegnare", é evidente il carattere di razionalizzazione difensiva finalizzata a respingere il contatto con la problematica emotiva e relazionale posta dall'allievo: ma proprio il compito di insegnare infatti non esclude, ma presuppone lo sforzo per comprendere e per contrastare, per quanto possibile quelle interferenze emotive sui processi di apprendimento, che rappresentano un evidente ostacolo alla crescita culturale ed educativa di un bambino o di un ragazzo.
10 Noi crediamo che la relazione adulto bambino e, nello specifico, insegnante allievo, é più importante dei contenuti culturali, dei metodi di insegnamento, della capacità di apprendimento e delle caratteristiche e della storia personale degli alunni, anche ai fini del raggiungimento degli obiettivi cognitivi. Questa relazione deve essere fatta di: rispetto per i diritti del bambino tolleranza per le sue difficoltà accettazione attiva, senza condizioni, del bambino che soffre sensibilità per i suoi bisogni disponibilità ad un ascolto empatico
11 COGNIZIONE ED AFFETTO, PENSIERO E SENTIMENTO, COMPRENSIONE E RELAZIONE SONO SEPARABILI SOLO A PREZZO DI GRAVI DISFUNZIONI: LA CREAZIONE DI UN UOMO PROFONDAMENTE ISOLATO SENZA CORPO, SENZA RADICI, SENZA CONTESTO
12 L EDUCAZIONE E L APPRENDIMENTO SONO FATTI INNANZITUTTO DI ASCOLTO E senza interesse affettivo per l altro non si mette in movimento quel complesso processo mentale, relazionale, comunicativo che è l ascolto.
13 ED ESSERE ASCOLTATO E LA CONDIZIONE DI BASE, PER IL BAMBINO, PER POTER METTERE IN PAROLA AL SUA ESPERIENZA
14 accogliere e far accogliere nel gruppo emozioni positive e negative, senza giudicare, salvaguardando il diritto di tutti ad esprimersi liberamente se accogliamo le emozioni incontriamo anche le emozioni del disagio e del maltrattamento
15 Disagio maltrattamento ed emozioni 1) l'abuso ai danni dei minori èsempre un abuso psicologico, un abuso dei sentimenti del minore 2) se l'abuso èsempre un abuso emotivo, è opportuno che gli operatori delle diverse istituzione aumentino la loro capacità di contatto e di dimestichezza con la vita emotiva dei soggetti coinvolti nelle situazioni di abuso 3) se ciò che èdecisivo nella risposta al maltrattamento èla capacità di incontro con la vita emotiva della vittima e se un tale incontro èsempre fonte di sofferenza mentale, diventa indispensabile imparare a tollerare e a filtrare tale sofferenza, imparando altresì a comprendere e a riconoscere i meccanismi di difesa da essa
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