Ruolo della psicologia oncologica nella gestione del malato di cancro e della sua famiglia

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1 Dottor Gino Aldi Psicoterapeuta Partecipante Sostenitore fondazione Ruolo della psicologia oncologica nella gestione del malato di cancro e della sua famiglia

2 Definiamo la salute La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l assenza di malattia e di infermità» (Organizzazione mondiale della sanità)

3 Salute e malattia nella cultura medica: La cultura medica si è focalizzata storicamente nell attenzione alla malattia biologica e in una certa disattenzione nei riguardi della salute intesa come complesso bio-psico-sociale Lo specialismo incalzante ha fatto sì che si sviluppasse una crescente focalizzazione verso la salute di organo lasciando il paziente nella sua interezza sullo sfondo

4 Le «cure» psico-sociali Per lungo tempo la gestione delle cure psicosociali sono state prese in carico dalle reti sociali di riferimento del malato (la famiglia estesa, il vicinato, ecc.) La crescente spersonalizzazione delle relazioni sociali, il cambiamento dei ritmi e dei tempi di vita ha determinato un crescente isolamento delle famiglie colpite da malattie croniche.

5 Il vuoto di relazioni di cura che si è venuto a determinare rende ancor più fragile l ammalato e la famiglia colpita da una malato di lungo corso, cronica o dal possibile esito infausto. Ne deriva un incremento di sofferenza psicologica che attende risposte in termini di progettazione e organizzazione sociale.

6 La negazione della morte A tutto questo si aggiunge una tendenza della società occidentale a negare ogni forma di confronto con la morte e il morire. Mentre nel medioevo era considerato assolutamente terribile non prepararsi al morire nella modernità è desiderabile che la morte ci colga all improvviso Ai bambini è negato ogni accesso al concetto di morte Parlare della morte con i morienti è considerato ancora un tabù difficile da superare

7 La psicologia oncologica Si occupa della componente SOGGETTIVA della malattia, cioè di quel complesso di eventi che costituiscono il modo in cui il malato VIVE la condizione di essere affetto da una malattia che lo può condurre a morte. Cerca di prevenire l insorgere di eventi psicopatologici o di curare le complicanze psicopatologiche che possono accompagnare il decorso della malattia.

8 Che cosa è la soggettività del malato? E un insieme di vissuti che caratterizzano l esperienza che il paziente vive nella condizione di essere malato. Tali vissuti sono connotati da una miscela di elementi primi: pensieri, emozioni, vissuti corporei, immagini mentali legati alla condizione di malattia. Questo complesso di elementi influenza la capacità di affrontare la malattia o la difficoltà di fronteggiarla

9 Percezione della malattia Compliance Soggettività del malato Dolore Stili di vita salutari Comportamenti relazionali

10 Comunicazione medico-paziente Il malato oncologico nella sua dimensione soggettiva Rapporto con la famiglia Rapporto con la malattia

11

12 Dover morire Negazione Rabbia Trattative con Dio o con il mondo Depressione reattiva Depressione preparatoria Accettazione della morte

13 Reazioni della famiglia Chiusura della comunicazione Incapacità di accettare la reazione di depressione preparatoria Reazione di protezione reciproca

14 Problematiche esistenziali della premorienza Il medico si trova impreparato a gestire l angoscia di fine vita. La sua formazione è centrata sulla cura e sulla vittoria contro la malattia. Il rischio è che l ammalato resti solo nel momento di maggiore necessità di assistenza psicologica perché il «fine vita» non è percepito come questione di competenza medica

15 Temi del fine vita Chi sono? Chi sono stato? Perché sono qui? Che senso ha avuto la mia vita? Perché sto soffrendo? Cosa c è dopo la morte? Cosa resterà di me? Quali colpe ho commesso per meritare questo?

16 Temi del fine vita Come morirò? Quali opere incompiute lascio? Muoio in pace con la vita, con me stesso, con i miei cari? Quali segni della mia esistenza lascio? Qualcuno si ricorderà di me?

17 Fenomeni del fine vita Angoscia esistenziale Disperazione esistenziale Colpa esistenziale Isolamento esistenziale Si tratta di una esperienza di rottura del proprio rapporto con il mondo della quale l angoscia di morire è solo una parte della complessità fenomenologica

18 Sofferenza esistenziale La sofferenza esistenziale non è una malattia. Non è la depressione e tantomeno la paura di morire. E un fenomeno complesso in cui la persona sperimenta il dis-attaccamento alla vita dal mondo delle relazioni e della vita.

19 Sofferenza esitenziale Nella disperazione esistenziale il malato sperimenta: Un conflitto con sé stesso Un conflitto con il suo mondo relazionale Un conflitto con il divino o il potere superiore che lo sovrasta

20 Sofferenza esistenziale Il dolore viscerale e profondo legato all esperienza della malattia terminale innesca una consapevolezza delle relazioni vitali che ci pongono in connessione come noi stessi, il mondo, il divino. Se il dolore fisico o lo stress emozionalespirituale diventano troppo intensi la vita sarà avvertita come futile priva di significato

21 Sofferenza esistenziale Tormentati da questo dolore profondo i pazienti avvertono uno stato di profondo vuoto che toglie significato al senso stesso del vivere.

22 Sofferenza spirituale La paura di non-esistere viene sperimentata in termini di: Paura della morte (piano oggettivo) Mancanza di significato (piano spirituale) Autocondanna (piano morale)

23 Ansia esistenziale E una possente forza che appartiene in maniera ontologica alla natura umana. E il confronto con la possibilità del non-essere. La possibilità della morte, che si vivifica nella esperienza della premorienza, può portare alla disperazione o alla riflessione verso il senso della propria vita

24 Frasi Mi disturba la morte, è vero. Credo che sia un errore del padreterno. Non mi ritengo per niente indispensabile, ma immaginare il mondo senza di me: che farete da soli? (Vittorio Alfieri)

25 Colpa esistenziale La possibilità della morte pone la persona di fronte alla responsabilità del proprio agire. La colpa esistenziale è data dalla consapevolezza che la morte toglie la possibilità di esprimere fino in fondo il proprio potenziale di vita La possibilità di venire a patti con il proprio passato riconoscendo il valore delle proprie azioni e delle loro omissioni può essere un esperienza spaventosa ma anche profondamente liberatoria

26 Frasi Morire è tremendo, ma l idea di morire senza aver vissuto è insopportabile. (Erich Fromm)

27 Cure esistenziali Non possiamo dare coraggio ai pazienti che stanno morendo. Tillich afferma che il coraggio si trova nella struttura ontologica del proprio essere. Quindi non può provenire da fonte esterna. Possiamo aiutare i pazienti a raccontare la propria storia per ri-scoprire quel coraggio che ha permesso di vivere la propria vita

28 Cure esistenziali Le cure esistenziali possono essere attivate se il medico diventa capace di: Porsi in relazione di ascolto rispetto ai segnali di rottura della relazione con il mondo Focalizzare piste per attivare racconti che diventino revisioni-di-vita Utilizzare le storie di vita per costruire dialogo e per migliorare il rapporto con il sè

29 Formazione Occorre fare i conti con le mappe veritiere dei percorsi esistenziali e la collocazione di queste mappe nel passato, presente e futuro di ciascun paziente. Metodologicamente si lavora con: il colloquio la narrazione

30 Frasi È necessaria l'infelicità per capire la gioia, il dubbio per capire la verità... la morte per comprendere la vita. Madre Teresa di Calcutta

31 Frasi I cimiteri sono pieni di gente di cui il mondo non poteva fare a meno. (Elbert Hubbard)

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