SINTESI DELLA LEZIONE La lezione è iniziata con un primo approccio, una panoramica, sui punti salienti del Cooperative Learning che possono essere cosi sintetizzati: 1. due parole su Gruppi e Ruoli; 2. accenno ai modelli; 3. sperimentare i modelli; - JIG SAW (Costruzione ad Incastro) sugli elementi fondamentali del Cooperative Learning - 4. le competenze sociali; 5. come insegnare le competenze sociali; 6. sperimentare la CARTA AT e il ROLE PlAY. I gruppi di solito devono essere piccoli e di numero pari per non generare antagonismo. Bisogna tener conto del tempo nella creazione dei gruppi di lavoro poiché le due forze sono direttamente proporzionali - Poco tempo piccoli gruppi -. I gruppi possono essere distinti in: A. GRUPPI BASE; B. GRUPPI FORMALI; C. GRUPPI INFORMALI. Gruppo Base o più comunemente GRUPPO CASA, è un gruppo duraturo ove tutti stanno bene con tutti. Gruppo Formale o più comunemente GRUPPO ATTIVITA, è un gruppo creato solo per la specifica ed unica attività presa in esame. Gruppo Informale o più comunemente GRUPPO FLASH, è un gruppo di brevissima durata, una due ore. Per la determinazione dei Gruppi vi sono vari modelli tra cui il SOCIOGRAMMA Nome Pos. Neg. BIANCHI X ROSSI X VERDE X NERO X Scelte Gruppo Base Gruppo Esclusi Ottimo solo ad individuare il Gruppo degli Esclusi JIG SAW A B C A B C A B C A A A B B B C C C
Studiare proficuamente in gruppo. Un'utopia? Prova a rispondere alle domande qui di seguito. Hai l impressione che i tuoi alunni sembrino demotivati al lavoro scolastico e alla scuola in generale? Ti piacerebbe far lavorare gli alunni in gruppo ma hai la sensazione che alla fine non sai bene se servono e come valutare i risultati? Hai una classe eterogenea per capacità, conoscenze, provenienza geografica? Vorresti differenziare l offerta didattica? Ti chiedi come sia possibile conciliare gli aspetti cognitivi e quelli sociali? Ti accorgi che ogni anno che passa gli studenti sembrano sempre peggio, dal punto di vista comportamentale? Nelle pagine che seguono vengono inserite alcune notizie sul Cooperative Learning. L obiettivo non è garantire una preparazione approfondita, ma solo incuriosire colleghi di ogni ordine e grado. Il cooperative learning è una filosofia educativa oltre che essere un metodo didattico Cos è il Cooperative learning in breve Il cooperative learning è un metodo didattico, poi scopriremo che è molto di più, che permette di far lavorare gli studenti in gruppo facilitando, nel contempo, l acquisizione di abilità sociali. Quindi è un sistema che permette di apprendere sia contenuti disciplinari che comportamenti sociali di collaborazione e cooperazione. È un metodo di insegnamento a mediazione sociale di tipo orizzontale (vengono strutturati i compiti perché siano gli alunni a lavorare autonomamente tra loro). L apprendimento è sicuramente un processo attivo individuale ma perché questo possa avvenire è importante che il processo sia condiviso e vissuto socialmente. Richiede all insegnante di agire in modo diverso, cioè di assumere un ruolo diverso all interno della classe. Il CL, per funzionare bene, ha bisogno di un clima di classe cooperativo (non che bisogna aspettare di averlo per poter cominciare a lavorare con il CL, visto che esso stesso contribuisce a creare un certo clima di classe). Il clima cooperativo non lo si crea solo perché facciamo lavorare gli studenti con le tecniche di CL, ma perché all interno della classe c è un sistema organizzativo routinario che favorisce un buon clima. Il CL non è un metodo adatto solo per le scuole elementari, ma è stato promosso e sperimentato in tutte le fasce di età e di gradi di istruzione. Non voglio però mettere troppa carne al fuoco, né mettere paura dando il messaggio che il CL sia difficile, che funzioni solo con pochi (insegnanti o alunni che siano) e in condizioni ideali (la classe perfetta).
Siti sul Cooperative learning http://www.laprimaveradellascienza.it/ http://www.abilidendi.it/cooperative-learning.htm http://www.scintille.it/ http://xoomer.virgilio.it/massimogaburro/index.htm http://www.scuolaer.it/page.asp?idcategoria=129&idsezione=380&id=40125 http://www.vivoscuola.it/us/gbrmsm103/index.htm Il clima di classe Perché il metodo dia buoni risultati è necessario creare un clima di classe adatto. Non è necessario creare questo clima prima di usare il metodo CL, in quanto il metodo stesso facilita la creazione e il mantenimento di un'atmosfera serena all'interno della classe. Gli elementi caratterizzanti un clima positivo sono schematizzati di seguito. Ti sembrano tanti gli elementi? Certamente lo sono però non è necessario attivarle tutte e tutte insieme. Parti da quelli che più controlli e poi estendi.
Schema del clima di classe Elementi che contribuiscono al clima positivo
R&D Johnson, Slavin, Sharan, Cohen I principali autori sono In Italia Mario Comoglio Autori a confronto: alcune definizioni di Cooperative Learning Pur coerenti tra loro, gli studiosi storici esprimono sfumature diverse nelle applicazioni. Secondo quanto riportato da Comoglio e Cardoso, Strother (1990) ha tracciato un quadro delle opinioni dei diversi teorici dell'apprendimento cooperativo esistenti, dopo aver inviato loro una lettera nella quale chiedeva di indicare quali fossero a loro parere gli elementi fondamentali del Cooperative Learning. Deutsch (cit. in Strother, 1990, p. 158) nella sua risposta ha usato i termini motivazione, responsabilità individuale e di gruppo, possibilità di apprendimento delle competenze sociali, opportunità di darsi aiuto reciproco. I Johnson (cit. in Strother, 1990, p. 158) hanno individuato: interdipendenza positiva, responsabilità individuale, insegnamento diretto di competenze sociali e cooperative, interazione faccia a faccia, controllo dei comportamenti relativi al compito e delle competenze di interazione ovvero valutazione individuale e revisione in gruppo dell'attività. Slavin (cit. in Strother, 1990, p. 158) sostiene invece che gli elementi chiave sono la struttura incentivante dello studente che si sostanzia attraverso riconoscimenti e incentivi, la presenza di rinforzi positivi nei confronti di comportamenti cooperativi efficaci e la struttura didattica del compito che si realizza attraverso una attenta preparazione previa del lavoro di gruppo. Sharan (cit. in Strother, 1990, p. 159) enumera invece: la presenza di gruppi eterogenei, di pianificazione dei compiti di apprendimento, la responsabilità individuale data dai ruoli agiti dagli studenti, l'importanza del ruolo dell'insegnante nel costruire un clima cooperativo, una efficace pianificazione, la revisione del lavoro svolto. La Cohen (cit. in Strother, 1990, p. 159) infine indica responsabilità individuale e di gruppo, interdipendenza positiva, costruzione di competenze di lavoro di gruppo, modellamento sul compito da parte dell'insegnante, revisione del lavoro svolto. Da questa breve disamina ne consegue che gli elementi che caratterizzano l'apprendimento cooperativo più ricorrenti tra i teorici sono: 1. l'interdipendenza positiva (Johnson, Cohen); 2. la responsabilità individuale e di gruppo (Deutsch, Johnson, Sharan, Slavin, Cohen); 3. l'insegnamento delle competenze sociali (Deutsch, Johnson, Cohen); 4. la valutazione individuale e la revisione del lavoro svolto (Deutsch, Johnson, Sharan, Cohen); 5. l'interazione promozionale faccia a faccia o aiuto reciproco (Deutsch, Johnson, Sharan, Cohen).
COMOGLIO MARIO Prof. Ordinario di Didattica E-mail: comoglio@ups.urbe.it Link: http://emagistra.unisal.it In 536 pagine, Comoglio spiega i vari modelli di apprendimento cooperativo, il ruolo dell'insegnante Insegnare e apprendere in gruppo: il cooperative learning. E'il primo libro in italiano sull'apprendimento cooperativo (cooperative learning). Tra gli addetti ai lavori viene definito come "la bibbia dell'apprendimento cooperativo". Mario Comoglio, autore e docente di didattica all'università Salesiana di Roma, ha raccolto in questo volume anni di studi e di esperienza negli Stati Uniti. Il libro, come un polittico, presenta alcune finestre in grado di sostenersi autonomamente dal contesto, ma che considerate assieme in esso trovano maggiore profondità espressiva. E'il caso per esempio del quinto capitolo, dedicato alle ricerche e ai risultati sull'applicazione del cooperative learning, che evidenzia il ricco e lungo cammino svolto nel tempo dai ricercatori per fondare anche dal punto di vista statistico e scientifico il metodo. Il capitolo sulle ricerche suffraga l'impostazione descrittiva ed operativa anticipata nelle pagine precedenti: il contesto nel quale si colloca oggi l'apprendimento cooperativo e le motivazioni pedagogiche per un suo utilizzo, attraverso una lettura della società complessa. Ancora unico nel suo genere, il testo offre una descrizione comparata delle diverse modalità di applicazione in classe, secondo alcuni autori. Questa analitica descrizione, delinea un nuovo modo di condurre la classe anche da parte dell'insegnante, oltrechè di esprimere in modo diverso valutazioni e tempi di gestione. Conclude il libro una guida per l'applicazione didattica al fine di facilitare all'insegnante l'applicazione didattica. Come applicare il Cooperative Learning Una guida (veloce) all applicazione del Cooperative Learning Cosa si deve fare nel momento in cui si decide di avvicinarsi al Cooperative Learning? Si deve pensare subito ad una attività strutturata o, invece, cercare di avvicinarsi gradualmente se stesso e le classe all applicazione del nuovo metodo? La gradualità aumenta la tranquillità di insegnante e ragazzi e diminuisce le probabilità di un insuccesso. Per essere graduali è opportuno seguire un percorso che passa attraverso tre tappe fondamentali: analisi della situazione; cooperative informale; cooperative formale. L insegnante che si avvicina alle attività strutturate seguendo una lenta progressione conosce i suoi ragazzi e riesce a proporre attività stimolanti e a creare gruppi di persone compatibili. Chi propone troppo presto attività articolate rischia di creare gruppi poco inclini al lavoro o, ancora peggio, in cui sorgono conflitti inattesi.
L analisi della situazione Il lavoro in piccoli gruppi è pensato per creare attività che consentano l'integrazione e la valorizzazione di ogni ragazzo; per creare lavori di questo tipo è importante conoscere approfonditamente gli interessi extrascolastici, la motivazione e le capacità di ciascuno; è fondamentale anche conoscere quale sia la qualità delle relazioni interpersonali all'interno del gruppo classe e quale rapporto ogni studente abbia maturato nei confronti della scuola, delle materie, degli insegnanti. Per raccogliere questi dati ci sarebbe bisogno dell'intervento di tutto il Consiglio di Classe, che ha il compito di preparare gli strumenti più idonei per la raccolta di queste informazioni. Test d'ingresso, sociogrammi, colloqui strutturati, interviste strutturate ai genitori (oltre a tutti gli strumenti che già vengono utilizzati all'inizio dell'anno all'interno di quell'insieme di iniziative che vanno sotto il nome di accoglienza) se utilizzati in maniera metodica, consapevole e sistematica possono fornire al Consiglio di Classe una miniera di informazioni che possono poi essere utilizzate per creare i gruppi e definire le attività nel corso dell'anno. Il cooperative informale Il Cooperative Informale rappresenta il ponte tra attività tradizionali e attività strutturate in Cooperative Learning formale. Con Cooperative Learning Informale si indicano tutti quei modi brevi e specifici di lavorare in gruppo che possono seguire una presentazione o spiegazione da parte dell insegnante. Esempi di Cooperative informale sono: 1) la discussione a coppie prima della lezione; 2) la preparazione alla lezione a coppie; 3) la spiegazione intermittente; 4) la presa di appunti e/o la schematizzazione a coppie. Il Cooperative Learning Informale è legato ad attività che durano un ora e possono essere adattate al canovaccio delle lezioni tradizionali. Il Cooperative Informale ha il pregio di far entrare la classe in contatto con i principi fondamentali del Cooperative Learning in modo graduale e adatto al livello della classe e all esperienza dell insegnate. È possibile fare assieme (insegnanti e alunni) conoscenza con: 1) l interdipendenza positiva (soprattutto di scopo, di ruolo, di materiale e di valutazione); 2) l interazione promozionale faccia a faccia; 3) le abilità sociali di base come: a) parlare a bassa voce; b) alzarsi senza far rumore con sedie e banchi; c) dare e chiedere aiuto;
4) le competenze cognitive nelle quali si dovrà già essere abili quando si affronteranno attività organizzate come leggere in modo significativo; 5) fare domande che stimolino 6) l approfondimento; 7) riassumere; 8) schematizzare; 9) la revisione; 10) la responsabilità individuale. Il Cooperative Informale ha anche il pregio di abituare l insegnante al nuovo rapporto con la classe e alla diversa modalità di relazione e di intervento nei confronti degli alunni. L insegnante comincia a rendersi conto che oltre all intervento diretto (spiegazione frontale a tutta la classe) può essere produttivo anche l intervento indiretto (domande e materiali forniti alle coppie o prodotti dalle coppie stesse). Il Cooperative Informale può essere utile anche a chi, pur essendo esperto del metodo, inizia ad applicarlo con classi che conosce per la prima volta. Il cooperative formale 1) Identificare le lezioni da svolgere Si deve predisporre "un piano che possa abbracciare un mese o un quadrimestre, indicando quali argomenti potrebbero essere affrontati dagli studenti in modo cooperativo, quali in modo individualistico, quali in modo competitivo". Questo piano dovrebbe essere elaborato da tutto il Consiglio di Classe. 2) Stabilire obiettivi e compiti Nel Cooperative Learning non basta mettere insieme gli studenti e dir loro di lavorare insieme per raggiungere un obiettivo prefissato. È invece assai importante che essi abbiano chiaro che cosa devono fare e che cosa si pretenderà da loro. Per questo diventa necessario comunicare in modo preciso gli obiettivi da raggiungere e i compiti da eseguire. "In breve, si tratta di precisare con esattezza 4 punti: 1) gli obiettivi didattici e di cooperazione che dovranno essere perseguiti; 2) l interdipendenza positiva da applicare per raggiungere gli obiettivi; 3) la responsabilità individuale in quello che dovrà essere appreso e i criteri di valutazione e di giudizio; 4) i comportamenti che l insegnante si aspetta di constatare o rilevare". 3) Prendere decisioni organizzative Questa fase richiede che si prendano decisioni su: 1) la grandezza del gruppo; 2) la formazione del gruppo;
3) la strutturazione dell aula; 4) i materiali da utilizzare; 5) l assegnazione dei ruoli che dovranno essere ricoperti dagli studenti nel corso dell attività di gruppo. 4) Definire le modalità del processo di controllo (monitoring) e di revisione dell attività svolta in gruppo (processing) "I processi di controllo e revisione dell attività svolta avvengono in due momenti separati e secondo distinte modalità. Il primo (monitoring) si sviluppa durante lo svolgimento della stessa attività ed è condotto dall insegnante (con o senza l aiuto di uno studente) che, attraverso una scheda di osservazione, rileva comportamenti e livello di partecipazione al lavoro di gruppo. Il secondo (processing) avviene al termine dell attività e utilizza le osservazioni fatte dall insegnante e dal gruppo stesso". Il monitoring prevede che al termine di ogni ora l'insegnante, o l'osservatore di gruppo, faccia il punto della situazione e sottolinei il livello di applicazione delle competenze sociali su cui si è deciso di esercitarsi; il monitoring rende possibile un miglioramento del comportamento già dall ora successiva. Il processing è la revisione al termine del lavoro, necessaria per capire cosa ha funzionato e cosa deve essere migliorato e a identificare eventuali percorsi di rinforzo delle competenze non ancora sviluppate in modo adeguato. Per concludere In questi ultimi tempi si parla molto di Cooperative Learning e molti insegnanti hanno cominciato a sperimentarlo. Per passare da attività sporadiche ad attività inserite all interno di un progetto strutturato la gradualità dell applicazione diventa un punto di riferimento irrinunciabile.