Tavola Rotonda MODELLI DI ANALISI E SISTEMI DI ETICHETTATURA PROSODICA A CONFRONTO



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Tavola Rotonda MODELLI DI ANALISI E SISTEMI DI ETICHETTATURA PROSODICA A CONFRONTO Il Convegno ha costituito una preziosa occasione per riunire, in uno stesso contesto di confronto scientifico, esponenti di approcci all analisi prosodica molto diversi tra loro, sia nelle premesse teoriche, sia nella pratica di laboratorio. Il confronto tra diversi modelli e teorie per l analisi e l etichettatura prosodica si è sviluppato nel corso della Tavola Rotonda, organizzata nell ambito del convegno, attraverso gli interventi dei molti studiosi partecipanti. La discussione ha preso le mosse dalle presentazioni dei relatori Mariapaola d Imperio, Daniel Hirst e Philippe Martin, volutamente scelti quali rappresentanti di diverse "scuole prosodiche" e invitati a discutere alcune questioni che sono, a nostro avviso, di fondamentale importanza per qualsiasi analisi prosodico-intonativa. Chiamare gli studiosi a rendere esplicite e motivare le loro scelte metodologiche sembrava garantire un chiaro confronto dei quadri teorici rappresentati. Tale scelta, inoltre, poteva permettere di ottenere, almeno potenzialmente, risposte diverse e, quindi, di arricchire la discussione ed ampliare la visuale anche su aspetti marginali rispetto alle questioni suggerite. In quest ottica si è anche scelto di proporre agli studiosi un corpus comune di materiali di riferimento. 1. Questioni di analisi prosodica. Ai relatori sono stati proposti spunti di riflessione su questioni problematiche per l analisi prosodica sulle quali ogni studioso, in qualche fase della sua ricerca, si trova a dover prendere una posizione. Nell analizzare una varietà di lingua, ad esempio, il principale banco di prova è rappresentato dalla decisione sul livello di pertinenza di un fenomeno prosodico: è necessario, infatti, decidere quali variazioni debbano essere considerate come fonetiche e quali aspetti siano invece da considerarsi come fonologici; in alternativa, occorre fornire una qualche proposta di integrazione dei due livelli, che richiede, in ogni caso, una presa di posizione relativamente alla rilevanza ed allo status dei diversi tipi di variazione. In modo analogo, nel caso di analisi contrastiva delle caratteristiche prosodico-intonative, indipendentemente dal quadro teorico di riferimento, è necessario individuare gli aspetti utili per il confronto stesso. 2

Altra questione problematica è quella relativa al confronto tra sistemi fonologici di varietà della stessa lingua. Nel caso in cui l obiettivo dello studio sia di carattere fonologico, infatti, l analisi contrastiva richiede che si individuino i criteri per determinare quali differenze di realizzazione possano giustificare o richiedere l introduzione di una categoria fonologica indipendente o, anche, di una categoria diversa a seconda del sistema della varietà. Infine, anche la scelta del tipo di parlato da analizzare rappresenta un momento fondamentale dell analisi della prosodia e dell intonazione, perché da essa dipendono i dati che saranno poi disponibili. In questo senso, gli studiosi possono assumere posizioni diverse a seconda dello specifico obiettivo di indagine o, almeno in parte, dell approccio seguito. Al fine di favorire una discussione relativamente a tali questioni, ai partecipanti della tavola rotonda, ed in primo luogo ai relatori, sono stati quindi suggeriti i seguenti spunti di riflessione: 1) Relativamente alle singole varietà: a. tenete conto della variazione fonetica riscontrabile nei materiali? Come la codificate? b. in una fase preliminare di analisi dei materiali rendereste conto delle modulazioni legate a fenomeni pragmatici e paralinguistici? Se sì, a quali fenomeni fareste riferimento e come li codifichereste? 2) Per un'analisi contrastiva: a. come effettuereste il confronto e cosa confrontereste? b. quali differenze dovrebbero emergere perché si possa parlare di sistemi (fonologici) diversi? 3) Secondo il vostro approccio: a. quali osservazioni è possibile effettuare sulla base di un corpus di dati limitato? b. cosa pensate dell'utilizzo del parlato (semi)spontaneo come stile di eloquio sul quale basarsi per l'analisi delle caratteristiche prosodiche? c. quale pensate possa essere il tipo ideale di materiale per lo studio della prosodia? 3

2. Criteri di scelta dei materiali 1. I materiali sono stati selezionati con l intento di offrire un riferimento comune per facilitare il confronto fra i diversi approcci, le cui metodologie e i cui risultati possono essere difficilmente paragonabili in assenza di una base di dati condivisa alla quale rinviare. In considerazione della variabilità diatopica dell italiano, il corpus raccoglie una campionatura di estratti di parlato dialogico map task 2 raccolto in diverse località italiane del nord, del centro e del sud (Torino, Firenze, Roma, Napoli e Palermo). Tutto il materiale utilizzato è tratto dal corpus CLIPS (Corpora e Lessici di Italiano Parlato e Scritto 3 ). La variazione diatopica costituisce, infatti, una delle prime dimensioni di variazione che gli studiosi cercano di controllare, per rendere più omogenei i campioni di studio utilizzati per le indagini e i relativi risultati. La limitazione degli studi ad una sola varietà rischia, infatti, di rendere analisi e modelli proposti non agilmente generalizzabili ad altre varietà di lingua. Per questo abbiamo ritenuto utile approntare una campionatura che rappresentasse, sia pur nei limiti imposti dalle sue ridottissime dimensioni, alcuni italiani regionali, allo scopo di stimolare una riflessione sulle modalità di trattamento della variazione spaziale in quadri teorici diversi. Per ciascuna varietà il campione raccoglie enunciati tratti da mosse pragmatiche denominate query Y/N e instruct 4. Questi enunciati, caratterizzati da una modalità abbastanza chiaramente individuabile (si tratta di domande polari e di enunciati dichiarativi o iussivi), presentano fenomeni di interazione tra fattori linguistici e paralinguistici e, più in generale, eventi prosodici non chiaramente definibili come fonetici o fonologici; si tratta quindi di casi che pongono il problema generale del rapporto forma/funzione nella prosodia. Infine, il campione selezionato, con le caratteristiche sopra descritte, rappresenta implicitamente anche un riferimento per considerazioni generali 1 Il campione messo a disposizione per i lavori della Tavola Rotonda è contenuto nel CDRom allegato. Gli organizzatori ringraziano F. Albano Leoni, coordinatore del progetto CLIPS, per la gentile concessione della selezione del corpus. 2 Cfr. Anderson A.H., Bader M., Gurman Bard E., Boyle E., Doherty G., Garrod S., Isard S., Kowtko J., McAllister J., Miller J., Sotillo C., Thompson H., Weinert R., 1992, The HCRC Map Task Corpus, Research Paper HCRC/RP-29. 3 Albano Leoni F. (2003), Tre progetti per l italiano parlato: AVIP, API, CLIPS, in Maraschio N., T. Poggi Salani (a c. d..), pp.675-683. 4 Carletta J., Isard A., Isard S., Kowtko J., Doherty-Sneddon G., Anderson A., 1996, HCRC Dialogue Structure Coding Manual, Research Paper HCRC/TR-82. 4

sui limiti e sulle potenzialità euristiche intrinseci nei materiali utilizzati per le indagini empiriche. 3. Gli approcci dei relatori. Gli interventi dei relatori invitati 5 espongono i punti più rilevanti e caratterizzanti delle proposte teoriche elaborate dagli autori e sono a volte arricchite da rimandi ed esempi tratti dai materiali proposti come base condivisa per la discussione. Le relazioni sono precedute da una introduzione di Giovanna Marotta, moderatrice della Tavola Rotonda, intitolata Su alcune questioni di prosodia. In margine alla Tavola Rotonda, che illustra i presupposti teorici alla base della discussione, da un lato sottolineando la centralità della prosodia nel dibattito delle scienze fonetiche, dall altro interrogandosi sullo status della prosodia nella linguistica contemporanea: la questione principale posta è se sia possibile o meno trattare in maniera fonologica (vale a dire sul piano astratto e grammaticale) la fenomenologia intonativa, anche nella descrizione di lingue non tonali come l italiano. L introduzione si conclude con tre brevi biografie dei relatori invitati. L intervento di Mariapaola D Imperio, intitolato Tonal targets and transcription: a phonological approach, si pone programmaticamente nel filone della Laboratory Phonology, un quadro metodologico che ritiene necessario supportare le predizioni delle teorie e dei modelli fonologici con dati sperimentali acustici, percettivi, articolatori e neurolinguistici. Secondo tale approccio, inoltre, è opportuno non utilizzare rappresentazioni (come è ad esempio l Alfabeto Fonetico Internazionale) intermedie tra il dato misurabile e le categorie fonologiche: per quanto esse possano mostrarsi utili in alcuni casi, infatti, sono da considerarsi autentiche rappresentazioni fonetiche soltanto le misure del segnale vocale. Muovendosi in questo quadro teorico di riferimento, la relazione affronta principalmente il nodo dell individuazione dei primitivi della teoria fonologica, i target tonali, e il relativo problema del loro allineamento al piano segmentale. Su questo punto gettano nuova luce recenti dati articolatori raccolti dall autrice sul napoletano, a sostegno dell idea che l allineamento tonale non possa essere compreso a fondo senza indagare la coordinazione del gesto prosodico con i movimenti della curva della f 0. 5 Le relazioni dei relatori e i contributi dei partecipanti alla discussione sono inseriti anche nel CDRom allegato al volume, alla sezione TavolaRotonda. 5

L autrice sostiene infine, richiamandosi ad alcuni recenti studi sull olandese, la sostanziale unità della grammatica intonativa attraverso i diversi stili di parlato (spontaneo, semi-spontaneo, letto). La seconda relazione, dal titolo Phonetic and phonological annotation of speech prosody, presenta MOMEL e INTSINT, gli strumenti semiautomatici messi a punto da Daniel Hirst e dai suoi collaboratori presso il CNRS di Aix-en-Provence, per ottenere una rappresentazione fonetica e una rappresentazione fonologica superficiale della curva prosodica. La rappresentazione fonetica e quella fonologica superficiale, insieme al livello, più astratto, della rappresentazione fonologica profonda, mediano la corrispondenza tra forma acustica e funzioni linguistiche propria dell organizzazione prosodica di una lingua. Mentre i primi due livelli, relativamente più neutri dal punto di vista teorico, possono essere trattati attraverso strumenti semi-automatici, il livello più astratto della rappresentazione fonologica profonda, intrinsecamente più problematico, richiede di essere avvicinato con strumenti qualitativamente diversi. La rappresentazione fonetica è ottenuta attraverso MOMEL, che rigenera la curva della f 0 separando la componente macro-melodica dalla componente micro-melodica presente naturalmente nel segnale vocale. La rappresentazione fonologica superficiale è invece generata da INTSINT, attraverso il quale sono assegnate automaticamente etichette di categorie fonetiche ai punti di snodo della curva melodica precedentemente ricalcolata. La relazione offre anche un analisi-campione di segnali tratti dal materiale comune per la discussione. In appendice alla presentazione, inoltre, è fornito uno script per Praat che consente di separare i segnali vocali di due parlanti registrati in un unico file (come avviene per i dialoghi utilizzati per la base comune di discussione). L approccio fonosintattico proposto da Philippe Martin, presentato nell ultima relazione, dal titolo Models of analysis and prosodic labeling systems, parte da un punto di vista strutturale che distingue, sia sul piano segmentale sia sul piano soprasegmentale dell intonazione, tra forme fonologiche, definite l una rispetto all altra nel sistema, e varianti fonetiche realizzate con caratteri riconoscibili. Secondo l approccio fonosintattico, la struttura prosodica, pur non dipendendo da quella sintattica, si associa ad essa secondo principi (alcuni dei quali illustrati dall autore con esempi dal francese) che vincolano e regolano i modi in cui i due livelli linguistici possono combinarsi. 6

Alla luce di questa proposta teorica l autore procede instaurando numerosi confronti: tra le principali nozioni e unità dell analisi prosodica nella teoria fonosintattica e nella teoria autosegmentale metrica, tra le caratteristiche prosodiche più rilevanti del francese e dell italiano e, infine, tra la prosodia delle cinque varietà regionali di italiano raccolte nel materiale comune per la discussione. Quest ultimo confronto, condotto utilizzando il programma Winpitch messo a punto da Martin stesso, è incentrato sull analisi contrastiva di due contorni intonativi notevoli, il contorno finale e quello di continuazione. L analisi di tali profili melodici, oltre ad evidenziare differenze regolari nelle diverse realizzazioni regionali, costituisce un terreno utile per il raffronto tra teorie diverse: l evidente contrasto di forma e funzione che caratterizza questi due andamenti, infatti, ha fatto sì che essi fossero oggetto di studio in diversi quadri teorici ed in particolare da parte dei fonologi di scuola autosegmentale metrica. 4. Contributi alla discussione. Tra i contributi di coloro che hanno partecipato, in sede di convegno, alla discussione sulle questioni prosodiche da noi poste, ci sembra siano individuabili due tipi prevalenti. Nella prima rientrano i contributi che mettono esplicitamente in evidenza l esigenza di un più facile confronto tra le diverse analisi dei fenomeni prosodico-intonativi; nella seconda si possono individuare i contributi che sottolineano la peculiarità delle indagini prosodico-intonative rispetto a quelle relative ad altri livelli del sistema linguistico. La necessità di un confronto tra le diverse possibilità di analisi prosodica (percepita come particolarmente difficile nel caso di studi sulla prosodia rispetto agli studi segmentali) emerge qualora si considerino sia gli approcci nel loro complesso, sia quelle che potremmo definire le macro-unità di indagine. Il problema del confronto tra gli approcci, con particolare riferimento alla scelta dei primitivi della rappresentazione, è affrontato nei contributi di Gamal e Mereu: il primo mette in evidenza le difficoltà e i limiti di utilizzo delle trascrizioni ToBI e INTSINT, limiti imputabili alla cripticità delle scelte operative riguardanti il livello di astrazione richiesto da entrambe le procedure e dunque, in ultima analisi, la decisione sul tipo di rappresentazione stessa (fonetica o fonologica); il secondo pone il problema dell astrattezza dei modelli nella fase definitoria degli elementi di rappresentazione (pitch accents, pitch patterns, boundary tones, ecc) e delle 7

loro connessioni ai dati fisici, nonché della loro comparabilità e generalizzazione. Considerazioni sulle unità che dovrebbero essere riconosciute come rilevanti per l indagine prosodico-intonativa (in modo analogo al riconoscimento di vocali e consonanti per la parte segmentale), indipendentemente dall approccio teorico, sono riscontrabili negli interventi di Bonvino e De Dominicis. Entrambi si focalizzano sull eterogeneità e la vaghezza delle nozioni di salienza, coesione, frontiera utilizzate come parametri per la segmentazione delle unità prosodiche: la prima si domanda esplicitamente quali siano (per ciascun approccio teorico rappresentato) i parametri fondamentali per la segmentazione nella prassi analitica e conseguente rappresentazione della prosodia; il secondo punta il dito su alcuni assunti problematici nella definizione del Sintagma Intonativo (Σ), quali la presenza di un unico nucleo con valore demarcativo e culminativo e il carattere grammaticale e/o formale degli elementi che lo delimitano. Appartengono invece al secondo tipo i contributi di Giordano, Sorianello, Gili Fivela, Frascarelli che mettono in evidenza i problemi metodologici derivanti dalle peculiarità dell indagine prosodica. Soprattutto nei primi tre la riflessione è incentrata sui correlati normalmente considerati nelle indagini prosodico-intonative e sulla problematicità implicita nel considerare la variazione di questi correlati in fase di analisi fonetico-fonologica. Sono molti i fattori rilevanti per la variazione prosodico-intonativa, fattori che incidono anche in modo sistematico sulle grandezze normalmente considerate in fase di analisi e che rendono di fatto impossibile l individuazione di categorie analoghe al livello segmentale. Il contributo di Giordano suggerisce una più estesa considerazione di caratteristiche e variazioni fonetiche quali l ampiezza (amplitude), la pendenza (slope), la sincronizzazione (timing), l allineamento (alignment), l altezza (pitch level), o chiave melodica (key) dei movimenti intonativi, e la loro integrazione nei sistemi di trascrizione fonetica o quasi-fonologica. Sorianello focalizza, invece, sulle variabili fonetiche che incidono sull allineamento tonale e sulla sua dimensione percettiva e contrastiva: le differenze di allineamento di toni equivalenti per funzione e significato fungono da spia sociofonetica, rendendo il fenomeno un vero e proprio indicatore di marca diatopica. Similarmente, Gili Fivela sottolinea come differenze nell allineamento tonale possano essere manifestazione di differenze nella struttura informativa e si interroga (indagando la sottile linea di distinzione tra valore linguistico e paralinguistico di tali variazioni) sulla natura categoriale e funzionale di 8

alcune di esse. Frascarelli, infine, suggerisce che, nonostante la peculiarità degli eventi prosodico-intonativi, si possa adottare un punto di vista felicemente utilizzato per altri livelli del sistema linguistico, prendendo in considerazione anche per le indagini prosodiche la differenziazione tra costrutti non marcati e marcati. Per concludere, l intervento di Romano e Interlandi (corredato da riferimenti dettagliati e puntuali al materiale messo a disposizione) sostiene fortemente la necessità, in un analisi contrastiva dei fatti prosodici, di un approccio puramente intonetico (condotto, cioè, solo sul piano fonetico); gli autori mettono in relazione differenze fonetiche di configurazione, di allineamento, di scale di variazione, e di velocità di variazione con la codifica di fenomeni pragmatici (come tematizzazioni, focus, enfasi) e di forza illocutoria degli enunciati. I lavori raccolti in questo volume (e nel CDRom allegato) sono il frutto di rielaborazione delle questioni ampiamente e vivacemente dibattute in sede congressuale, che hanno reso ricca e proficua la discussione sui temi da noi proposti, contribuendo a darvi significatività e rilevanza. A tutti i partecipanti va dunque il nostro più sentito ringraziamento. Claudia Crocco Barbara Gili Fivela Renata Savy 9