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noce pero pesco piccoli frutti susino uva da tavola fruttiferi COTOGNO DA FRUTTO (Cydonia oblonga Mill.) Specie di origine medio-orientale, largamente diffusa nel bacino del Mediterraneo, ma adattabile anche al clima continentale della Pianura Padana e dell Europa centrale. In Italia è presente soprattutto nel Meridione ed in alcune zone del Centro-Nord. L interesse per questa specie è in continuo aumento per utilizzo dell industria trasformatrice in confetture, gelatine, mostarde, distillati e liquori. Fruttifica sui rami di 1 anno o più anni; i fiori ermafroditi grandi e unici sono quasi sempre autoincompatibili e necessitano di impollinazione incrociata. La fioritura è tardiva rispetto alle altre pomacee. Il cotogno predilige terreni freschi, profondi, subacidi o neutri; non tollera l alta alcalinità e soffre di clorosi ferrica in terreni contenenti oltre il 4% di calcare attivo. Il sistema di coltivazione è il medesimo del pero ad impianti intensivi o a palmetta. Le distanze di impianto variano da un minimo di 3.5x1 metri all asse centrale, a 4x2-2.5 a palmetta. La produzione per ettaro raggiunge 50/60 tonnellate. La necessità di fertilizzanti per ha è mediamente di 70 U di azoto, 30 U di fosforo, 140 U di Potassio, 10 U di Calcio, 10 U di Magnesio. Nella potatura si eliminano i rami invecchiati, i succhioni e i polloni, mentre si lasciano i rami orizzontali dove avviene la fruttificazione. Non si eseguono speronature a meno che si renda necessario il rinnovo vegetativo in piante invecchiate. Le varietà di cotogno si distinguono in base alla forma dei frutti che possono essere maliformi (Champion, Del Portogallo, Mollesca, Ronda, ) o piriformi (Gigante di Vranja, Lescovatz, Champion, ). Le varietà più comunemente diffuse sono: GIGANTE DI VRANJA: albero molto vigoroso, produttivo, assurgente; frutto grosso, piriforme, acidità media, zucchero elevato, gusto allappante debole. Maturazione primi di ottobre. DI LESCOVATZ: albero di buon vigore, mediamente produttivo, espanso, frutto piriforme di medie dimensioni. CHAMPION: albero di vigore medio, molto produttivo, semieretto; frutto medio; forma tendenzialmente maliforme; acidità forte, zucchero medio; maturazione a fine ottobre. GIGANTE DI VRANJA VIVAI F.LLI ZANZI 79

actinidia albicocco castagno ciliegio fragole fruttiferi mandorlo melo KAKI (Diospyros kaki) Il kaki (diospiro, pomo, loto del Giappone o mela d Oriente) trae origine dalle zone temperate della Cina, da dove si è diffuso nella vicina Corea e in Giappone per poi passare in altri continenti. È conosciuto da tempi antichi e riferimenti bibliografici di questa specie in Cina e Giappone risalgono all'inizio del primo millennio. Probabilmente conosciuto nell'antica Roma, in Europa esso è giunto in tempi più recenti dalle colonie orientali. È stato diffuso in Italia alla fine del 1800. Il kaki appartiene alla famiglia delle Ebenaceae, genere Diospyros, a cui afferiscono circa 400 specie, molte delle quali sono distribuite nelle zone umide dell Asia, dell Africa e dell America Centrale e Meridionale. Quattro di queste rivestono importanza per la frutticoltura e precisamente: D. lotus (portinnesto), D. virginiana (portinnesto e produzione di frutti), D. rhombifolia (portinnesto) e Diospyros kaki, decisamente la più importante per la produzione di pregevoli frutti. HABITAT Il kaki è una specie delle zone temperate calde con differenze varietali assai marcate in rapporto alla resistenza ai fattori climatici. Le cultivar costantemente astringenti sono generalmente più resistenti ai freddi autunnali e invernali, mentre quelle costantemente non astringenti richiedono temperature più miti, specialmente durante la fase di maturazione dei frutti, e traggono giovamento da autunni poco umidi e soleggiati. Il kaki può resistere a temperature invernali intorno ai -15 C. Le gelate tardive nel mese di aprile risultano dannosissime per le gemme miste e per i giovani e teneri germogli in accrescimento. È suscettibile ai venti che possono provocare scosciature nel tronco, soprattutto quando i rami sono carichi di frutti. Il kaki è poco esigente in fatto di terreni, prediligendo comunque quelli sciolti e ben drenati. Rifugge i suoli ricchi di sodio e boro. Nei confronti del D. kaki, il D. lotus è più resistente ai freddi invernali, per cui viene impiegato come portinnesto nelle zone più fredde. SCELTA DELLE CULTIVAR La specie è ritenuta poligamodioica, poiché esistono diverse possibilità di espressione del sesso, ossia: piante con soli fiori femminili; piante con fiori femminili e maschili; piante con fiori femminili, maschili ed ermafroditi. Le cultivar di kaki vengono classificate secondo l astringenza dei frutti alla raccolta: ROJO BRILLANTE Costanti alla Fecondazione Non Astringenti (CFNA = PCNA), con frutti non astringenti alla raccolta, con o senza la presenza di semi (kaki dolce); la polpa è chiara e i frutti sono eduli fino dalla raccolta (sodi), indipendentemente dalla fecondazione. Cultivar: Jiro (con i cloni Maekawa Jiro, Mukaku Jiro, Jiro C.24276), Fuyu (con i cloni Giant Fuyu, Cal-Fuyu), Hana Fuyu, Gosho (O'Gosho), Tenjin Gosho, Suruga. Costanti alla Fecondazione Astringenti (CFA = PCA), con frutti astringenti, indipendentemente dalla presenza di semi; la polpa è chiara e i frutti sono eduli soltanto dopo l ammezzimento. Cultivar: Hachiya, Yokono, Atago, Rojo Brillante, Tomatero, Xato del Bonrepòs, Aneva. Variabili alla Fecondazio- 80 VIVAI F.LLI ZANZI

noce pero pesco piccoli frutti susino uva da tavola fruttiferi KAKI TIPO ne Non Astringenti (VFNA = PVNA), con frutti non astringenti, se fecondati; la polpa è scura e provvista di uno o più semi; i frutti non sono eduli alla raccolta se partenocarpici, richiedendo in tal caso l ammezzimento della polpa. Cultivar: Kaki Tipo, Nishimura Wase e Shogatsu (fecondati), Vainiglia e Mercatelli (impollinatori). Variabili alla Fecondazione Astringenti (VFA = PVA), con frutti astringenti, anche se fecondati; non astringenti solo attorno ai semi; il numero dei semi, seppure elevato, non determina mai la completa commestibilità della polpa. Cultivar: Triumph, Hiratanenashi (con i cloni Tone Wase e Sugita Wase), Aizumishirazu. Le principali cultivar diffuse nel mondo sono: Giappone: Fuyu, Jiro (CFNA); Hiratanenashi e suoi cloni (VFA), dopo trattamento per la rimozione dell astringenza. Cina: Per lo più cultivar astringenti, fanno eccezione alcune cultivar locali CFNA come ad es. Luotian Tianshi. Corea: per lo più cultivar locali del tipo astringente e, più recentemente, anche la cultivar giapponese non astringente Fuyu. Italia: Kaki Tipo (pistillifera, VFNA); al Centro-Nord in assenza di impollinatori per la produzione di frutti da consumarsi dopo la maturazione fisiologica (molli); al Centro-Sud consociata a impollinatori e altre cultivar dello stesso gruppo ma portatrici di fiori maschili (Vainiglia e simili) per la produzione di frutti eduli alla raccolta commerciale (kaki mela); in minor misura cultivar CFNA quali JIRO VIVAI F.LLI ZANZI 81

actinidia albicocco castagno ciliegio fragole fruttiferi mandorlo melo TRIUMPH (CFA) Albero: vigore elevato, provvisto di soli fiori pistilliferi, produttività media. Frutti: pezzatura medio-grossa e forma quadrata in sezione longitudinale; buccia di colore giallo-arancio; polpa giallo-aranciata, di sapore medio-buono. Epoca di maturazione: tardiva. I frutti sono astringenti alla raccolta e richiedono l intenerimento o la rimozione artificiale dell astringenza per essere consumati. Sono adatti alla rimozione della astringenza mediante anidride carbonica, poiché i frutti mantengono la consistenza per un periodo piuttosto lungo. Fuyu, Cal-Fuyu, Hana Fuyu, Jiro, O'Gosho (kaki dolce); in diffusione in Emilia Romagna Rojo Brillante. Spagna: Rojo Brillante. Israele: Triumph (VFA) (90% del totale). Brasile: principalmente la cultivar Fuyu e una sua mutazione pure non astringente, Taubaté (astringente) e Rama Forte (variabile astringente), oltre ad altre cultivar locali. DESCRIZIONE DI ALCUNE PRINCIPALI CULTIVAR KAKI TIPO (VFNA) Albero: elevata affinità con D. lotus, vigore medio-elevato, provvisto di soli fiori pistilliferi, molto produttivo. Frutti: pezzatura grossa e forma rotonda; buccia di colore arancione chiarogiallognola; polpa arancione, di sapore molto buono. HANA FUYU Epoca di maturazione: intermedia. I frutti privi di semi sono eduli solo dopo intenerimento o rimozione artificiale dell astringenza. La rimozione della astringenza causa una perdita rapida della consistenza della polpa e quindi una riduzione della conservabilità del frutto. ROJO BRILLANTE (CFA) Albero: elevata affinità con D. lotus e D. virginiana, vigore elevato, provvisto di soli fiori pistilliferi, elevata produttività partenocarpica. Frutti: pezzatura molto grossa e forma conico-allungata in sezione longitudinale; buccia di colore rosso brillante; polpa giallo-aranciata fino ad arancione-rossastra a maturazione fisiologica, di sapore molto buono. Epoca di maturazione: tardiva. I frutti sono privi di semi e astringenti alla raccolta. La rimozione della astringenza può causare una riduzione della consistenza della polpa, che comunque rimane soda per un periodo piuttosto lungo. CAL-FUYU (CFNA) Albero: vigore medio, con buona affinità su D. lotus, provvisto di fiori sia pistilliferi che staminiferi, produttività medio-elevata. Frutti: pezzatura da media a mediogrossa e forma sferoidale-appiattitoarrotondata; buccia di colore rossoarancio; polpa rosso-aranciata, di buon sapore. Epoca di maturazione: tardiva. I frutti sono eduli alla raccolta (dolci). Adatta come impollinatrice. Predilige ambienti caldi meridionali. TECNICHE COLTURALI Le lavorazioni del terreno sono sostanzialmente riferibili al periodo autunnale (15-20 cm di profondità) e primaverile (1-2 lavorazioni superficiali). Nelle zone fresche si ricorre all'inerbimento totale. Il kaki tollera abbastanza bene la siccità estiva, ma la pezzatura dei frutti può essere migliorata con apporti idrici nei periodi più siccitosi, generalmente in luglio-agosto (6 interventi) e settembre (3 interventi). Nella coltura specializzata sono previsti impianti di irrigazione a goccia. Nelle condizioni colturali italiane, il kaki trae giovamento da concimazioni azotate frazionate nel perio- 82 VIVAI F.LLI ZANZI

noce pero pesco piccoli frutti susino uva da tavola fruttiferi do compreso dalla ripresa vegetativa (febbraio), fino a primavera (aprile-maggio), coincidente con la massima crescita vegetativa e la fioritura. Un apporto limitato di N a lenta cessione, insieme a P e K, all inizio dell autunno sembra efficace per favorire l accrescimento finale dei frutti e l accumulo delle sostanze nutritive di riserva. In un terreno sufficientemente dotato di sostanze nutritive si consigliano dosi annuali di 100-150 kg/ha di azoto, 50-70 kg/ha di fosforo e 70-100 kg/ha di potassio. In suoli ricchi conviene evitare eccessive concimazioni azotate, che possono accentuare lo sviluppo vegetativo a scapito della produzione. Ogni 2 anni può essere utile intervenire con 40 unità di MgO. Le forme di allevamento utilizzate per il kaki includono la palmetta irregolare, la piramide e il vaso. Il vaso, normalmente a tre branche, è ancora in uso in Spagna, mentre in Italia si trova solo nei vecchi impianti. La piramide è la forma che assume naturalmente il kaki, ma è attualmente poco diffusa per le difficoltà a meccanizzare le principali operazioni colturali, potatura e raccolta in particolare. La forma più moderna è la palmetta, che ha sostituito nei nuovi impianti la piramide. I sesti d impianto variano a seconda della forma di allevamento prescelta, del vigore della cultivar e della fertilità del suolo. In un terreno mediamente fertile per la palmetta si adottano normalmente distanze di 3-4 m lungo la fila e 4,5 m tra le file; per il vaso e la piramide le distanze variano da 4-5 m x 5 m e 4,5-5,5 m x 5,5 m, rispettivamente. Tali distanze aumentano in presenza di terreni più fertili. La specie è molto rustica e richiede pochi interventi di lotta contro i parassiti. Tra questi si ricordano: tumore e marciumi radicali, cancro, oidio e muffa grigia sui frutti; sesia (o rodiscorza), mosca della frutta, tortrice, cocciniglia e nematodi. RACCOLTA, CONSERVAZIONE E IMPIEGO DEI FRUTTI RACCOLTA. Il kaki in Italia si raccoglie dalla fine di settembre alla metà di novembre. Si distinguono nettamente due tipi di maturazione: 1) di raccolta, che si manifesta con il completo viraggio del colore della buccia dal verde al gialloaranciato; 2) fisiologica, quando i frutti sono ammezziti, cioè molli e la polpa nelle tipologie astringenti ha perso totalmente l astringenza. Purtroppo non esistono ancora indici di raccolta molto attendibili; fra questi ricordiamo quello legato al contenuto di tannini nei frutti (valutato con cloruro ferrico). Interessante potrebbe essere il contenuto di solidi solubili. RIMOZIONE DELL ASTRINGENZA. L astringenza del kaki è dovuta alla presenza di tannini solubili che sono raggruppati in grandi cellule chiamate cellule tanniche. Quando queste cellule vengono rotte da un morso, mentre si mangia il frutto, esse rilasciano i tannini solubili che interagiscono con le proteine presenti sulla superficie della lingua producendo la sensazione di astringenza. Durante il processo di maturazione (ammezzimento) o durante il trattamento di rimozione dell astringenza i tannini solubili coagulano, diventano insolubili e non si notano più. Esistono vari metodi per rimuovere l astringenza, tra questi: trattamento con alcool (es. etanolo al 15% a 20 C), congelamento, trattamento con CO2,(es. CO2 al 80-98% a 10-20 C per 1-3 giorni), maturazione ed ammezzimento della polpa. Questi metodi sono basati sull azione dell acetaldeide che si forma durante il processo di maturazione del frutto. Un aspetto interessante, non molto sviluppato in Italia è quello legato alla rimozione dell'astringenza medianti trattamenti a base di anidride carbonica e di etilene (massimo 2%), che determina un veloce ammezzimento. In Campania c è chi usa unire ai frutti di kaki una percentuale di mele (15-20%), in genere appartenenti alle cultivar Annurca e Red Delicious. UTILIZZAZIONE DEL FRUTTO. Il kaki non è un frutto molto idoneo alla trasformazione industriale, sia per la morbidezza della sua polpa quando è maturo che per la sua composizione chimica: perde velocemente aromi e sapore, e la polpa tende ad imbrunire. Sebbene sia ricco di zuccheri (16-20%) e quindi ideale per la preparazione di marmellate, il frutto ha pochi acidi organici, circa 0,1%. Questo problema potrebbe essere superato facendo ricorso a correttori dell acidità, ma l elevato contenuto di pectine idro-solubili e di tannini più o meno solubili rende la fase di addensamento (concentrazione) difficile e può portare a un imbrunimento della marmellata con una perdita del tipico aroma del kaki. In Europa i frutti sono destinati principalmente al consumo fresco e raramente alla trasformazione industriale (essiccazione). In Oriente notoriamente il frutto viene consumato essiccato sotto forma di fette o anche di cubetti. Altri usi includono: preparazione di succhi e marmellate; purea congelata impiegata per la pasticceria e gelateria (cultivar Hachiya); produzione di un vino a bassa gradazione alcolica (8%), da cui viene ricavato un distillato; come chiarificante nella preparazione del sakè. USO ORNAMENTALE DEL KAKI. Il kaki viene spesso utilizzato come pianta ornamentale per la bella colorazione verde lucente delle grandi foglie durante il periodo estivo, che vira al giallo, arancio e rosso in autunno, nonché per i frutti di colore rosso-aranciato presenti sull albero spoglio nel tardo autunno. VIVAI F.LLI ZANZI 83

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actinidia albicocco castagno ciliegio fragole fruttiferi mandorlo melo MELOGRANO (Punica granatum L.) CLIMA Il clima ideale per il melograno è quello mediterraneo. Sopporta molto bene la siccità, ma si giova di irrigazioni che migliorano qualità dei frutti e produttività. Fuori dalla regione mediterranea si adatta bene anche in zone dove le temperature minime non superino i -10 C. TERRENO Non è particolarmente esigente anche se preferisce terreni profondi, leggeri e permeabili; è sensibile alla asfissia radicale. È indifferente all alcalinità del terreno, tollera la salinità e la clorosi ferrica. Nei terreni siccitosi, al momento della fioritura, la carenza di acqua può provocare la caduta dei fiori. In particolari condizioni è buona norma effettuare una irrigazione. PIANTAGIONE Le distanze di impianto variano in funzione della fertilità del suolo, della irrigazione e della vigoria della cultivar, da un minimo di metri 3x3 ad un massimo di 6x6. Oggi tende a prevalere un sesto a rettangolo con distanze di metri 4-4, 5x2-3. PRODUZIONE 30 ton. /ha Necessita di: VARIETÀ 210 U. di azoto 150 U. di fosforo 400 U. di potassio WONDERFUL È la varietà più coltivata in California; frutto grosso o molto grosso, di forma rotonda con corona caratteristica; i grani (arilli) sono agrodolci, con semi semiduri e commestibili. Particolarmente adatto alla trasformazione industriale. Il colore esterno ed interno è rosso intenso. L epidermide è resistente alle manipolazioni. Periodo di raccolta ottobre. Caratteristiche: - Brix 13-18 - Acidità 2-3g/100cc - resa in succo 30-45% - fibra bruta 17-21 % - peso max 800g MOLLAR DE ELCHE È la varietà più coltivata in Spagna; frutto medio-grosso di forma rotonda con corona caratteristica; i grani sono dolci, con semi morbidi e commestibili. Adatto al consumo fresco e alla trasformazione industriale. Il colore esterno ed interno è rosso chiaro. L epidermide è resistente alle manipolazioni. Caratteristiche: - Brix 13.5-17,70 - Acidità 0.24-0.35g/100cc - resa in succo 34.42-40% - fibra bruta 3.8-7.9% - peso max 800 g MOLLAR DE ELCHE NOCCIOLO (Corylus avellana L.) La Turchia è il paese di gran lunga più importante nella produzione di nocciole con 600.000 t annue pari al 70% della produzione mondiale, l Italia è al secondo posto con 90-100.000 tonnellate; seguono, molto distanti, l Azerbaijan e la Georgia, gli Stati Uniti e l Iran, la Cina e la Spagna. Tra i paesi emergenti si evidenzia il Cile che, negli ultimi anni, ha fortemente investito in questa coltura, i cui consumi mondiali sono in continua crescita. Come per tutte le specie a frutto secco la coltivazione è completamente meccanizzabile, ciò che consente un forte contenimento dei costi di produzione. LE FORME DI ALLEVAMENTO Una delle forme di allevamento del nocciolo più diffuse è il cespuglio, costituito da tre tronchi, originati da tre piante messe a dimora nella stessa buca, distanziate di 88 VIVAI F.LLI ZANZI

noce pero pesco piccoli frutti susino uva da tavola fruttiferi 40-50 cm, o da una singola pianta e 2 polloni allevati tra quelli numerosi che si sviluppano alla base del tronco. Negli impianti più moderni si preferisce l impianto monocaule e l allevamento a vaso libero. Anche l allevamento ad elevata densità iniziale e un successivo diradamento delle piante è una scelta tecnica che ha una sua validità, in relazione alla vigoria della varietà, alla fertilità del suolo, alla piovosità e alla possibilità di irrigazione. Le distanze di impianto variano da 4,5-5 x 3-5 metri nelle forme di allevamento a cespuglio o vaso monocaule, a 4,5 x 2,5 metri nella forma di allevamento a distanza dinamica. Prove sperimentali, anche recenti, hanno dimostrato che in condizioni di vigoria non elevata, l impianto fitto può durare fino a 15-20 anni prima che lo scadere della qualità dei frutti richieda l eliminazione di una pianta si e una no, sulla fila. La produzione per ettaro è dipendente dalla varietà e dalla densità di impianto, e varia da 200 a 350 Kg dal al 4 fino al 7 anno, da 2.000 a 3.500 Kg/ha in piena produzione. La preparazione del terreno prevede il livellamento che favorisca il facile deflusso delle acque superficiali, la ripuntatura e un aratura leggera con la quale interrare sostanza organica a dosi elevate, fosforo e potassio in ragione dell analisi del terreno. Nella fase di piena produzione l apporto di azoto deve essere di 100/150 Kg/ha in coltura asciutta e 200/250 Kg/ha in coltura irrigua con un rapporto NPK di 2:1:2, distribuendo gli azotati da febbraio a luglio. L irrigazione nei noccioleti di nuovo impianto è indispensabile per ottenere una precoce entrata in produzione e maggiore quantità e qualità delle nocciole. La potatura del nocciolo, sia di allevamento che di produzione, è sempre molto leggera; la prima consiste essenzialmente nella eliminazione dei rami superflui rispettando le branche principali prescelte, la seconda si concretizza in un diradamento della vegetazione esistente del 10-15% Il nocciolo va soggetto a diverse avversità causate da batteri (Pseudomonas avellanae), funghi (gleosporiosi, monilia), acari (eriofide) e insetti (balanino). La raccolta si effettua a macchina con raccoglitrici pneumatiche trainate o semoventi. VARIETÀ PIÙ DIFFUSE TONDA DI GIFFONI Varietà campana, albero a portamento assurgente, di vigore medio; seme rotondo medio (1.2g), peso nocciola 2.50g, resa in sgusciato elevata (46%). Produttività elevata e costante: 3-3.5 ton./ha. Maturazione inizio settembre. Impollinatori: Tonda Gentile Romana, Camponica, San Giovanni, Mortarella. TONDA GENTILE DELLE LANGHE Varietà Piemontese, albero a portamento intermedio, vigore medio, seme rotondo medio (1.2g), peso nocciola 2.60g, resa in sgusciato elevata (45.5%). Produttività: 2.0-2.5 ton./ha. Maturazione fine agosto. Impollinatori: Camponica, Cosford. TONDA GENTILE ROMANA È la varietà più diffusa nel Lazio, albero a portamento intermedio, vigore intermedio, seme rotondo medio (1.4g), peso nocciola 2.70g, resa in sgusciato elevata (45%). Impollinatori: Nocchione, Tonda di Giffoni, Mortarella. ALTRE VARIETÀ INTERESSANTI TONDA DELLE LANGHE TOMBUL È la più importante tra le tante cultivar di origine turca: albero di vigoria scarsa, a portamento molto espanso, molto produttivo; seme piccolo (0,9g), frutto sub-ovoidale, peso nocciola 1,8g, resa in sgusciato molto elevata (52,1%). Impollinatori: Cosford, Tonda Gentile Romana, Palaz. VIVAI F.LLI ZANZI 89

actinidia albicocco castagno ciliegio fragole fruttiferi mandorlo melo NEGRET Di origine spagnola, è la cultivar più diffusa nella provincia di Tarragona dove la coltura è concentrata; albero di vigoria medio-scarsa, a portamento semiespanso, molto produttivo; seme medio-piccolo (1,1g), frutto sub ovoidale, medio-piccolo (2,2g), resa in sgusciato elevata (47,7%). Impollinatori: Gironell, Cosford, Tonda di Giffoni. BARCELLONA Di origine non nota, diffusa in Oregon (USA) e in Francia; albero vigoroso, portamento intermedio, produttivo; seme medio (1,6g); frutto sferoidale, grosso (3,3g); resa in sgusciato elevata (46,2%). Impollinatori: Cosford, Mortarella, Imperiale di Trebisonda. ENNIS Albero a vigore medio, frutto grosso rotondo, molto produttiva, maturazione fine settembre. Impollinatori: Butler, Merveille de Bollwiller. BUTLER Albero di forte vigore, frutto grosso leggermente allungato, molto produttiva, maturazione inizio settembre. Impollinatori: Ennis, Merveille de Bollwiller. FERTILE DE COUTARD Albero vigoroso, frutto grosso rotondo, molto produttiva. Impollinatori: Butler, Segorbe. MERVEILLE DE BOLLWILLER Albero di forte vigore, frutto rotondo appuntito, fioritura tardiva. Buona varietà per regioni fredde. Impollinatori: Lunga di Spagna. Maturazione: metà settembre. SEGORBE Albero molto vigoroso e rustico, frutti rotondi di medio calibro, eccellenti qualità gustative. Maturazione inizio settembre. Impollinatori: Ennis, Merveille de Bollwiller, Fertile de Coutard. CARABEL Albero vigoroso, frutto medio grosso. Maturazione fine settembre. Impollinatori: Merveille de Bollwiller. TONDA DI GIFFONI 90 VIVAI F.LLI ZANZI

noce pero pesco piccoli frutti susino uva da tavola fruttiferi Interventi nutrizionali per il miglioramento produttivo dei Frutti (kaki, melograno, cotogno) Gemma gonfia Germogliamento Bottoni fiorali Fioritura Allegagione Accrescimento frutto Invaiatura Maturazione radicali IDROL-VEG fogliari 50 kg/ha Aumenta la microflora del terreno e migliora la struttura del suolo 50 kg/ha Migliora l assorbimento dei concimi e ne impedisce le perdite LEVO-ENERGY 2 kg/ha Biostimolante, potenzia l accrescimento vegetativo. Previene e cura gli stress 3 kg/ha Migliora lo sviluppo dei frutti, previene e cura gli stress estivi 4 kg/ha IDROL-VEG Migliora l assorbimento e l efficacia dei trattamenti fitosanitari (ph acido). Aiuta la differenziazione delle gemme, aumenta il colore e la qualità dei frutti 5 kg/ha per 3-6 volte da ingrossamento frutto. EVOL Migliora la conservabilità e la shelf-life. Riduce la perdita di peso del frutto N.B.: In caso di dubbi consultare il nostro Ufficio Tecnico L.E.A Srl Tel.+39 059 86.38.811 Fax +39 059 86.38.017 Email: info@leaagricoltura.it Web site: www.leaagricoltura.it Programma di difesa sanitaria del Nocciolo PATOLOGIA Prodotto Commerciale Principio Attivo Dose Note GLEOSPORIOSI (Monostichella coryli) ENOVIT METIL FL TIOFANATE METIL 41,7% 150-175 g/hl DALLA RIPRESA VEGETATIVA ALLA RACCOLTA MORIA DEL NOCCIOLO (Pseudomonas syringae pv avellanae, Erwinia amylovora) MAL DELLO STACCO (Cytospora corylicola) BALANINO (Curculio nucum) ACIBENZOLAR S METILE 50% 50 g/ha RAME OSSICLORURO 32% 250-500 g/hl RAME IDROSSIDO 25% 210-220 g/hl RAME OSSICLORURO 32% 250-500 g/hl RAME IDROSSIDO 25% 210-220 g/hl CORAGEN CLORANTRANILIPROLE 18-20 ml/hl TREBON UP ETOFENPROX 30% 50 ml/hl CIMICI (Pentatomidi Coreidi,Gonocerus acuteangulatus) LAMBDA-CIALOTRINA 9,48% 20-25 ml/hl TREBON UP ETOFENPROX 30% 50 ml/hl I PRODOTTI IDENTIFICATI CON I RISPETTIVI LOGHI SONO DEL GRUPPO SYNGENTA. TABELLE RIFERITE A PRODOTTI FITOSANITARI AUTORIZZATI IN ITALIA ALLA DATA DI STAMPA DEL DOCUMENTO. VIVAI F.LLI ZANZI 91