1. PREMESSA... 2 2. INSERIMENTO URBANISTICO... 2 3. CLASSIFICAZIONE SISMICA... 4 4. STUDIO IDRAULICO... 4 5. POSA DELLE CONDOTTE...



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Transcript:

INDICE 1. PREMESSA... 2 2. INSERIMENTO URBANISTICO... 2 3. CLASSIFICAZIONE SISMICA... 4 4. STUDIO IDRAULICO... 4 4.1 Configurazione attuale e schema di funzionamento... 4 4.2 Analisi della domanda... 4 4.3 Verifica della rete e diametri progetto... 7 5. POSA DELLE CONDOTTE... 12 5.1 Rispetto delle prescrizioni...12 6. GESTIONE DELLE MATERIE DI SCAVO... 13 7. VINCOLI... 16 8. STUDIO GEOLOGICO... 18 8.1 Considerazioni...18 9. STUDIO ARCHEOLOGICO... 19 9.1 Inquadramento geomorfologico del territorio...19 9.2 Viabilità antica e centuriazione...20 9.3 Evidenze archeologiche...22 9.4 Considerazioni conclusive...22 9.5 Bibliografia di riferimento...22 1

1. PREMESSA La presente viene redatta a descrizione degli aspetti idraulici, geologici, urbanistici ed archeologici relativi agli interventi di progetto. Detti interventi consentiranno di risolvere le criticità del sistema fognante evidenziate durante il lavoro di ricognizione relativamente all agglomerato di Accadia fatto eseguire da Acquedotto Pugliese S.p.a.. Gli interventi consisteranno nella sostituzione dei tronchi di fognatura più vetusti all interno del centro abitato e nella realizzazione di pozzettoni dotati di griglia fissa manuale a monte dei due impianti di sollevamento esistenti ubicati rispettivamente in zona PIP (Contrada Rochiano) e in Via Raffa. Le sostituzioni dei tronchi risultano necessarie al fine di adeguare le condotte fognarie ormai ammalorate in termini di dimensioni e materiale. La realizzazione dei comparti di grigliatura risulta necessaria al fine di garantire il corretto funzionamento dei sollevamenti e preservare lo stato delle pompe. Per quanto concerne le informazioni di carattere archeologico, raccolte sulla base di ricerche bibliografiche svolte dallo scrivente, esse hanno consentito di delineare quelle che potranno essere le problematiche inerenti l interferenza fra le eventuali presenze archeologiche e le opere a previste in progetto. L analisi delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche relative all area di intervento sono riportate nella apposita relazione specialistica facente parte integrante della presente progettazione. 2. INSERIMENTO URBANISTICO Le aree di intervento sono interne al centro urbano di Accadia ed i tronchi fognari da sostituire nonché i pozzettoni previsti per l alloggiamento delle griglie a monte dei sollevamenti, sono univocamente definiti nella loro localizzazione in quanto ricadono nella viabilità e/o in spazi pubblici connessi alla urbanizzazione. In particolare si opererà principalmente in zone di tipo A e B come illustrato in fig. 2.1. Solo due tronchi di progetto (Tr. 42 e Tr.43) e il pozzettone con griglia a servizio del sollevamento della zona PIP ricadranno in zona D, individuate dal Piano Regolatore generale come Aree per artigianato produttivo e commercio ingrosso. Le strade interessate dalla realizzazione delle opere sono pavimentate principalmente con asfalto; solo in alcuni casi si ritrovano mattonelle di asfalto di forma rettangolare, basole e sanpietrini. Per quanto attiene la zona A 2 Area storica di discreto valore ambientale, di recente il comune ha ottenuto un finanziamento Regionale per la riqualificazione urbana del Rione Cassette in occasione del quale la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici ha prescritto il recupero delle zanelle in pietra e l uso di materiali per la pavimentazione appartenenti alla tradizione locale.. 2

Di questa prescrizione bisognerà tenere conto nella stesura del progetto definitivo ed esecutivo. Le larghezze stradali non comportano particolari difficoltà operative ed il loro sviluppo plano-altimetrico è di tipo collinare con dislivelli medi che raggiungono il 3-4%. Fig. 2.1: Inserimento urbanistico delle opere di progetto 3

3. CLASSIFICAZIONE SISMICA Il comune di Accadia è classificata sismicamente come Zona sismica 1 dalla O.P.C.M. n 3519 del 28/03/2003. 4. STUDIO IDRAULICO Lo studio idraulico ha consentito di verificare il funzionamento della rete nel suo complesso, considerando che solo alcuni tronchi esistenti verranno sostituiti. È infatti prevista la sostituzione dei tronchi inefficienti o più vetusti in modo da rendere garantire il sistema di raccolta ed allontanamento ed assicurare contempo il corretto funzionamento della rete il cui schema non sarà variato. Trattandosi esclusivamente di interventi di sostituzione solo di alcuni dei tronchi, risulta evidente che i nuovi tronchi dovranno inserirsi nella rete esistente, pertanto le profondità di posa e le pendenze dei nuovi tronchi risultano sovente già determinate dalle quote di scorrimento dei tronchi non oggetto di sostituzione su cui dovranno innestarsi. 4.1 Configurazione attuale e schema di funzionamento La rete fognante comunale è dotata di due stazioni di sollevamento, la prima ubicata in Contrada Rochiano a servizio della zona PIP, la seconda situata in Via Raffa. I liquami dell intera rete vengono convogliati nell unico impianto di depurazione, a gestione PURA, situato a sud-est dell abitato in località Sotto le Amendole. L attuale recapito è il Torrente Frugno tributario del Torrente Carapelle. L estensione dell intero sistema di collettamento è pari a circa 17,8 km ed è composto principalmente da: Collettori principali in gres DN 200, DN 225 e in PEAD DN 125; Collettori secondari in gres DN 200; Premente in uscita dall impianto di sollevamento della zona PIP (Contrada Rochiano) PEAD DN 110 Premente in uscita dall impianto di sollevamento di Via Raffa in PVC DN 80. 4.2 Analisi della domanda La verifica della rete fognaria proposta nel presente progetto tiene conto della domanda di servizio, intesa nei termini di richiesta di approvvigionamento idrico e di recapito in fognatura, sulla base delle utenze stimate durante il lavoro di ricognizione degli agglomerati della provincia di Foggia condotto da AQP nel 2011-2012. Si è considerata la domanda idrica relativa non solo alla popolazione residente, ma anche alla popolazione delle seconde case, al numero di posti letto disponibili negli alberghi ed al numero degli addetti che operano per le attività produttive (in termini di abitanti equivalenti), nei ristoranti e nei bar. 4

Per quanto riguarda i valori della dotazione idrica giornaliera pro capite da utilizzarsi per la determinazione della domanda, per la popolazione residente si è utilizzato il valore di dotazione idrica netta contenuto nel documento Rimodulazione Piano d Ambito 2010-2018 della Regione Puglia - Ottobre 2009 alla tabella 4.7 e riportata nella successiva fig.4.2.1. Per gli agglomerati aventi popolazione compresa tra 2.000 e 20.000 abitanti, quale quello di Accadia, il Piano prevede un valore al 2018 pari a 150 l/(ab giorno). Fig.4.2.1. Tabella delle dotazioni idriche giornaliere pro-capite per la popolazione residente riportata nella relazione finale allegata alla rimodulazione del Piano d Ambito 2010-2018. La stessa dotazione è stata considerata per la popolazione in seconde case. Per gli alberghi si è considerata una dotazione pari a 500 l/(ab g); per le attività produttive, bar e ristoranti si è considerata una dotazione pari a 350 l/(ab g), come da Piano d Ambito. Di seguito sono riportati, per ciascuna categoria, il numero di utenti ed il valore domanda in termini di dotazione per la definizione della portata di progetto: UTENZE N. (ab) d (l/(ab g)) Popolazione residente 2.420 150 Popolazione seconde case 1.317 150 Posti letto in alberghi 18 500 Addetti attività produttive 329 350 Addetti ristoranti e bar 3 350 Sono stati inoltre determinati i coefficienti di punta giornaliera (C g ) ed oraria (C o ) al fine di tener conto del picco orario di domanda che si instaura durante la giornata di massimo consumo e del normale aumento dei consumi idrici che si ha durante il periodo estivo. 5

La deduzione di tali parametri è avvenuta basandosi sulle curve di domanda estrapolate dal rapporto finale redatto da AQP nell ambito della campagna di ricerca perdite eseguita nell anno 2011 ( Attività di costruzione e calibrazione dei modelli matematici Rapporto finale ). Il coefficiente di punta giornaliero C g da adottare tiene conto del normale aumento nei consumi idrici che si ha durante il periodo estivo. Ricavando tale aumento dalle registrazioni di domanda effettuate per altri comuni si è scelto di utilizzare un coefficiente C g pari a 1,1. La valutazione del coefficiente di punta orario C o è stata invece effettuata facendo riferimento alla curva di domanda adimensionale relativa all abitato di San Ferdinando di Puglia che, analogamente ad Accadia, presenta dimensioni medio-piccole ed ha le caratteristiche di un abitato con popolazione stanziale, quindi non influenzato da forti fluttuazioni stagionali. Fig. 4.2-2: Andamento dei coefficienti di punta relativo al giorno di maggior consumo per l abitato di San Ferdinando di Puglia applicato all abitato di Accadia Dunque, riassumendo i risultati maggiormente significativi, si ha che i valori dei coefficienti di punta utilizzati nei calcoli idraulici sono i seguenti: C g = 1,1 Coefficiente di punta giornaliera C o = 1,4 Coefficiente di punta oraria Sulla base di tali parametri è stata effettuata la stima del fabbisogno idrico in termini di portata di punta giornaliera Q p,g e portata di punta oraria Q p,o e la conseguente portata scaricata in fogna. 6

4.3 Verifica della rete e diametri progetto Per il calcolo della portata scaricata in fogna, si è calcolata la portata di punta oraria della rete idrica Q po moltiplicata per il coefficiente 0,9 di ritorno in fognatura. La portata di punta oraria è stata calcolata applicando il coefficiente di punta oraria C o alla portata di punta giornaliera. La portata di punta giornaliera è stata a sua volta valutata applicando il coefficiente di punta giornaliero C g alla quota parte di domanda relativa alla popolazione residente, alle attività produttive, a bar e ristoranti. Naturalmente le portate turistiche (abitanti in seconde case e alberghi) non vengono moltiplicate per il coefficiente di punta giornaliero essendo le presenze relative solo al periodo estivo. La portata idrica di punta oraria è così definita: Q po Popres. d = 86.400 Pres. Addserv. d + 86.400 Addserv Addbar. d + 86.400 Addbar Popalb. d cg + 86.400 alb. Pop + d 86.400 Secondecas e. 2.420 150 329 350 3 350 18 500 1.317 150 Q = + + 1,1 + + 1,4 = 11,89 86.400 86.400 86.400 86.400 86.400 po l/s. Psecondecase. In definitiva, la portata scaricata in fogna è ottenuta moltiplicando la precedente per il coefficiente 0,9 di ritorno in fognatura: Q Q 0,9 = 10,70 l/s. fogna = po Da tale valore si può ricavare quello della portata che si genera per unità di superficie dell abitato, vista l omogeneità nella distribuzione delle abitazioni. La superficie dell abitato servita dalla rete fognaria è pari a circa 51,60 Ha. La portata che si genera a parità di superficie è: u = Qfogna / A= 10,70/ 51,60 = 0,21 l/(s Ha) Il dato di progetto fondamentale nel proporzionamento delle condotte con moto a gravità è quello della portata fluente; sulla base di tale informazione, la verifica della rete consiste nella determinazione delle velocità che si instaurano nei canali dei quali sono noti forma, materiale, dimensioni e pendenza. In generale, la velocità connessa al transito della portata nera deve essere compresa tra 0,5 m/s e 2,5 m/s. Un ulteriore verifica consta nell accertare che la portata nera affluente al tronco sia inferiore a quella massima ammissibile per il tronco stesso considerando un riempimento massimo h/d pari al 70% nel caso di condotta circolare. La relazione analitica utilizzata nei calcoli è quella di Chezy: c o in cui: - v = velocità (m/s); 7

- K s = coefficiente di scabrezza (m 1/3 /s). Con riferimento alla formula di Gauckler- Strickler per le condotte in gres si è assunto un valore pari a 70; - R = raggio idraulico (m); - i = pendenza del tronco. Data la conformazione attuale della rete, si è scelto di verificarne il funzionamento considerando nello schema solo i collettori principali a servizio dell abitato che vengono riportati nella planimetria di fig.4.3-1 in colore verde. Fig. 4.3-1: Schema dei collettori fognari oggetto di verifica (indicati in colore verde) Tra i collettori oggetto di verifica (riportati in colore verde) vi sono alcuni che non sono oggetto di sostituzione: per tali collettori è stata assunta una pendenza pari a quella minima di riferimento ovvero 0,005 m/m (0,5%). Per quanto concerne i collettori oggetto di sostituzione per la verifica si sono utilizzate le pendenze di progetto; nel caso in cui lo stesso collettore sia costituito da tratti a pendenza diversa si è utilizzata la pendenza massima. 8

Nello schema di verifica sono stati indicati con le lettere dell alfabeto i collettori principali esistenti non oggetto di sostituzione (T.e. A, T.e. B, etc.) e con la numerazione cardinale (Tronco n 1, Tronco n 2, etc.) quelli oggetto di sostituzione. I tronchi secondari di progetto non sono stati verificati visto che, dovendo essere necessariamente di diametro non inferiore a 200 mm (in ottemperanza alle prescrizioni generali di AQP S.p.A.) e dovendo allontanare portate inferiori rispetto a quelle dei collettori principali, il DN 200 mm previsto risulta sicuramente più che sufficiente. Per quanto concerne i diametri di progetto si è scelto di sostituire i collettori ed i tronchi elementari vetusti del DN 125 o 200 mm con condotte in gres aventi diametro 200 mm. Per le condotte ammalorate che allo stato attuale sono costituiti da tubazioni del DN 225 mm, si è scelto di adottare condotte in gres del DN 250 mm. Di seguito vengono riassunti i risultati ottenuti dalle verifiche idrauliche dei collettori principali, numerati secondo lo schema riportato nella figura precedente. RISULTATI DELLA VERIFICA IDRAULICA NELLA CONFIGURAZIONE DI PROGETTO collettore tipologia DN [mm] Area afferente il tronco [ha] Portata [l/s] Portata totale transitante nel tronco [l/s] Pendenza [%] Velocità [m/s] Riempimento [%] Tronco n.42 progetto 200 3,05 0,632 0,632 9,78 0,76 5% Tronco n.43 progetto 200 1,15 0,238 0,238 12,61 0,62 3% T.e. A esistente 200 2,60 0,539 0,912 0,50 0,33 14% T.e. B esistente 200 1,80 0,373 0,373 0,50 0,25 9% T.e. C esistente 200 3,50 0,726 1,410 0,50 0,37 17% T.e. D esistente 200 0,50 0,104 0,684 0,50 0,30 12% Tronco n.26 progetto 200 1,70 0,353 0,581 0,50 0,27 10% T.e. E esistente 200 0,80 0,166 0,166 0,50 0,19 6% T.e. F esistente 200 3,70 0,767 1,431 0,50 0,37 17% T.e. G esistente 200 4,70 0,975 0,975 0,50 0,33 14% T.e. H esistente 200 2,00 0,415 0,415 0,50 0,25 9% Tronco n.13 progetto 200 2,70 0,560 0,560 9,77 0,76 5% Tronco n.8 progetto 200 2,10 0,435 0,435 8,58 0,71 5% Tronco n.27 progetto 200 3,20 0,664 0,664 6,33 0,69 6% Tronco n.25 progetto 200 0,30 0,062 0,062 0,50 0,34 2% T.e. I esistente 225 0,00 0,000 2,322 0,50 0,42 18% T.e. L esistente 225 0,80 0,166 6,532 0,50 0,58 32% T.e. M esistente 225 0,00 0,000 7,507 0,50 0,60 34% T.e. N esistente 225 4,40 0,912 0,912 0,50 0,33 12% Tronco n.5 progetto 250 6,10 1,265 3,546 13,06 1,49 9% T.e.O esistente 225 2,90 0,601 0,850 0,50 0,29 10% T.e. P esistente 225 1,20 0,249 0,249 0,50 0,21 6% Tronco n.36 progetto 250 2,40 0,498 2,820 18,62 1,52 7% 9

Come si evince dal confronto della tabella precedente, tutti i collettori oggetto di verifica sono in grado di ricevere ed allontanare la totalità dei reflui ad essi afferenti con un riempimento comunque inferiore al 70%. Le velocità in condotta risultano in alcuni casi inferiori a 0,50 m/sec. A tal proposito è bene specificare che trattandosi di interventi di sostituzione solo di alcuni tronchi, risulta evidente che i nuovi tronchi dovranno inserirsi nella rete esistente, pertanto le pendenze delle nuove condotte risultano sovente già determinate dalle quote di scorrimento dei tronchi non oggetto di sostituzione su cui esse dovranno innestarsi. Analogamente anche il diametro minimo dei tronchi è imposto dalle prescrizioni di AQP (DN non inferiore a 200 mm) pertanto non è stato possibile variare pendenze e diametri per avere velocità superiori. Alla luce di quanto esposto per i tronchi con velocità inferiore a 0,5 m/sec nel Piano di Manutenzione si dovrà prevedere una maggiore frequenza per la loro pulizia. In definitiva è stata predisposta la sostituzione dei tronchi riportati nella tabella che segue mediante nuove condotte in gres. Complessivamente le nuove condotte avranno lunghezza pari a 4.317,60 m di cui: L=3.809,49 m tubazioni del DN 200; L=508,11 m tubazioni del DN 250. La tabella riassume le caratteristiche dei tronchi di progetto. N. TRONCO VIABILITA' LUNGHEZZA (m) DIAMETRO (mm) ZONA PAVIMENTAZIONE Tronco 1 Vico I Tammaro 101,52 200 B ASFALTO Tronco 2 Via Salvo D'acquisto 82,92 200 B ASFALTO Tronco 3 Via Tammaro 74,40 250 B ASFALTO Tronco 4 Via T. Tasso 122,07 200 B ASFALTO Tronco 5 Via T. Tasso 42,74 250 B ASFALTO Via Alessandrini 174,20 250 B ASFALTO Tronco 6 Via N. Sauro 58,78 200 B ASFALTO Tronco 7 Via N. Sauro 70,84 200 B ASFALTO Tronco 8 Via Divittorio 98,81 200 B MATTONELLE ASFALTO Tronco 9 Via C. Battisti 59,91 200 B MATTONELLE ASFALTO Tronco 10 Via C. Battisti 75,34 200 B MATTONELLE ASFALTO Tronco 11 Via G. Garibaldi 61,54 200 B MATTONELLE ASFALTO Tronco 12 Via G. Garibaldi 73,73 200 B MATTONELLE ASFALTO Tronco 13 Via A. Diaz 262,05 200 B MATTONELLE ASFALTO Tronco 14 Via N. Sauro 135,69 200 B ASFALTO Tronco 15 Via C. Battisti 70,95 200 B ASFALTO Tronco 16 Via C. Battisti 59,81 200 B ASFALTO Tronco 17 Via G.Garibaldi 59,17 200 B ASFALTO Tronco 18 Via G. Garibaldi 61,20 200 B ASFALTO Tronco 19 Viale Cavour 146,70 200 B ASFALTO 10

N. TRONCO VIABILITA' LUNGHEZZA (m) DIAMETRO (mm) ZONA PAVIMENTAZIONE Tronco 20 Via Barbalato 64,25 200 B ASFALTO Tronco 21 Via Mazzini 191,05 200 B ASFALTO Tronco 22 via d'aversa 156,54 200 A MATTONELLE+ASFALTO Tronco 23 via Giordano 39,76 200 A ASFALTO Tronco 24 via d'aversa 15,15 200 A ASFALTO Tronco 25 via Roma 64,16 200 B ASFALTO Tronco 26 via Mirabella 61,4 200 A/B ASFALTO Tronco 27 Via G. Pascoli 82,59 200 B ASFALTO Via Mascagni 86,49 200 B ASFALTO Tronco 28 Via Sottot. M. Miranda 147,20 200 B ASFALTO Tronco 29 Via Vassalli 77,76 200 B ASFALTO Tronco 30 Largo Pascoli 72,00 200 B ASFALTO Tronco 31 Via San Francesco 45,87 200 B ASFALTO Via G. Oberdan 98,01 200 B ASFALTO Tronco 32 Via Vitagliano 78,13 200 B ASFALTO Tronco 33 Via San F. D'Assisi 98,04 200 B ASFALTO Tronco 34 Via Marzabotto 60,24 200 B ASFALTO Tronco 35 Via Vitagliano 55,49 200 B ASFALTO Tronco 36 via Cafongelli 108,50 250 B ASFALTO via Amendola 108,27 250 B ASFALTO Tronco 37 Vico VI Bonito 58,92 200 B ASFALTO Tronco 38 Vico VI Bonito 68,83 200 B ASFALTO Tronco 39 Via Verdi 34,47 200 A ASFALTO Tronco 40 Via Pertini 16,71 200 A ASFALTO Tronco 41 Via Sottot. N. Baiardi 73,90 200 A BASOLATO Tronco 42 via Mattarella (zona PIP) 358,10 200 D ASFALTO Tronco 43 via Mattarella (zona PIP) 103,40 200 D ASFALTO TOTALE DN 200 DN 250 4.317,60 m di cui: 3.809,49 m 508,11 m 11

5. POSA DELLE CONDOTTE Le condotte dovranno essere posate a profondità variabili in funzione dello stato attuale della rete e delle confluenze. Mediamente si dovranno effettuare scavi di circa due metri con punte che possono raggiungere i 3 metri. 5.1 Rispetto delle prescrizioni Per quanto concerne la posa in opera dei tronchi fognari si sottolinea quanto previsto nel presente progetto che dovrà costituire prescrizione per le fasi successive della progettazione: Per i tronchi a maggiore pendenza si dovranno eventualmente utilizzare i pozzetti di salto e si cercherà, ove possibile in base alle quote di innesto esistenti sui tronchi esistenti, di garantire una velocità non inferiore a 0,5 m/sec e pendenze minime del 5. I tronchi fognanti dovranno essere posizionati a debita distanza dalle condotte idriche, queste ultime saranno sempre sovrastanti le condotte fognarie; la distanza misurata in orizzontale tra condotta idrica e condotta fognante non dovrà essere inferiore ad 1 m. Nel caso vi siano interferenze con le condotte idriche occorre che queste vengano opportunamente protette realizzando un cunicolo in c.a. stagno o un tubo protettore in acciaio o in PVC, con adeguata pendenza e pozzetto di ispezione nel punto più basso. L elemento di base dei pozzetti di ispezione deve essere opportunamente sagomato (geometria tubo passante) in modo da conferire adeguata forma e pendenza alla platea al fine di convogliare le acque reflue ed evitare che possano espandersi in platea. I pozzetti di ispezione dovranno essere adeguatamente intonacati e sigillati a perfetta tenuta stagna. I pozzetti di ispezione dovranno essere muniti di scalini in acciaio realizzati a norma di sicurezza, di forma ad U, interasse verticale di 250 mm e distanti 150 mm dalla parete verticale, muniti di rivestimento polipropilene antiscivolo. Tutti i chiusini di copertura devono essere in ghisa sferoidale D400 ed i passi d uomo devono avere una luce minima di 600 mm. In fase di progettazione definitiva sarà necessario verificare ed ubicare correttamente le utenze sulle planimetrie di progetto in modo da individuare con precisione il numeri di allacci. 12

6. GESTIONE DELLE MATERIE DI SCAVO La normativa ambientale (D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 Codice dell Ambiente e s.m.i. ovvero il suo secondo decreto correttivo D.Lgs. 04/08 e il Regolamento recante la disciplina dell'utilizzazione delle terre e rocce da scavo di cui al D.M. n. 161 del 10 agosto 2012) indica gli strumenti e i metodi per gestire i materiali provenienti dagli scavi come sottoprodotto ovvero come materiale da destinare al riutilizzo, escludendo, pertanto, le terre e le rocce da scavo dalla disciplina dei rifiuti; solo i materiali di risulta, se non riutilizzati nel sito di provenienza, sono considerati nella categoria dei rifiuti. La normativa Regionale R.R. n. 6 del 12.06.2006 esclude dalla classificazione di rifiuto tutti i materiali di risulta avviati al riutilizzo diretto all interno dello stesso cantiere (artt. 2 e 3 del RR n.6). Per i materiali di risulta provenienti dagli scavi (terre e rocce da scavo) il R.R. n. 6 prevede che, qualora il materiale da scavo non sia utilizzabile direttamente presso i luoghi di produzione, dovrà essere avviato preliminarmente, secondo le modalità autorizzative già richiamate, ad attività di valorizzazione quali, a titolo esemplificativo, recuperi ambientali di siti, a recuperi di versanti di frana o a miglioramenti fondiari. Le terre e rocce da scavo che non vengono avviate a riutilizzo diretto, come sopra specificato, sono da considerarsi rifiuti e come tali sono soggetti alle vigenti normative. L articolo n. 6 del suddetto regolamento prevede l obbligo della redazione di un elaborato che indichi il bilancio di produzione (espresso in mc) di materiale da scavo e/o da demolizione e/o di rifiuti, indicando specificatamente: le quantità di materiale da scavo e materiali che risultano da demolizione e costruzione che verranno destinati al riutilizzo all interno del cantiere; le quantità di materiale da scavo in eccedenza da avviare ad altri utilizzi; le quantità di rifiuti non riutilizzati in cantiere da avviare al recupero presso centri di riciclaggio o, in ultima analisi, in discarica, indicandone la destinazione (ubicazione e tipologie di impianto). Al termine dei lavori dovranno essere comunicate agli enti competenti le effettive produzioni di rifiuti e la loro destinazione. La principale lavorazione di progetto da cui deriva la produzione di materiali di risulta è rappresentata dallo scavo a sezione ristretta per la posa delle tubazioni per una lunghezza totale di oltre 4.340 m. Nella presente relazione vengono di seguito definiti alcuni contenuti del Piano di Utilizzo del materiale da scavo che dovrà essere redatto nelle successive fasi di progettazione e dovrà rispettare quanto previsto nell art. 5 del DM 161/2012 ed al suo allegato 5. Nelle successive fasi di progettazione si dovrà prevedere un riutilizzo del materiale di risulta proveniente dagli scavi opportunamente vagliato e privo di argilla per il rinterro delle tubazioni di progetto per diminuire la quantità di materiale proveniente da cave di prestito. Il completamento del riempimento degli scavi, stimato in circa 25% del materiale utilizzato 13

proveniente dagli scavi, avverrà sempre con materiali classificabili come appartenenti ai gruppi A1, A2/4 A2/5 e A3, provenienti da cave di prestito. In aggiunta a quanto sopra, la impresa appaltatrice dovrà impegnarsi ad avviare il materiale di risulta proveniente dagli scavi che non potrà essere riutilizzato in cantiere o comunque non troverà altra collocazione in sito, ad attività di valorizzazione quali, a titolo esemplificativo, recuperi ambientali di siti, a recuperi di versanti di frana o a miglioramenti fondiari regolarmente autorizzati (attività R10, di cui all allegato C alla Parte IV del D. Lgs. 152/06), a seconda delle effettive possibilità che saranno riscontrate al momento della esecuzione dei lavori. Infine, il materiale derivante dalla demolizione e dalla fresatura delle pavimentazioni stradali dovrà essere avviato a impianti autorizzati per il riciclaggio dei conglomerati bituminosi per la produzione di materie prime seconde, quali conglomerati bituminosi ed aggregati riciclati. In questo modo sarà ulteriormente ridotta la quantità di rifiuti prodotti dal cantiere, con evidente miglioramento della sostenibilità ambientale. Si precisa che, in accordo con quanto previsto dal citato art. 6 del R.R., le effettive produzioni di rifiuti e la loro effettiva destinazione (riutilizzo, recupero, smaltimento, ecc.) saranno comunicate al termine dei lavori, comprovandole tramite la modulistica prevista dalle vigenti normative in materia. In tutti i casi sopra descritti, il materiale di risulta degli scavi sarà smaltito nel rispetto della normativa vigente. Il residuo delle attività di scavo e demolizione, distinto per codice CER di appartenenza, è il seguente: Codice CER 170302: (miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 17 03 01); Codice CER 170504: (terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03); Codice CER 170101: (cemento); Codice CER 170405: (ferro e acciaio). In fase di progettazione esecutiva definitiva ed esecutiva, così come precisato nel capitolato prestazionale, l appaltatore dovrà procedere alla esecuzione di analisi per la caratterizzazione del materiale movimentato, ai sensi di quanto previsto dagli Allegati 1, 2 e 4 del citato DM 161/2012 al fine di accertare la sussistenza dei requisiti di qualità ambientale dei materiali da scavo. In tal modo, si controlleranno eventuali contaminazioni che potrebbero essere apportate accidentalmente al terreno durante le fasi di cantiere dai mezzi d opera (con particolare riguardo agli idrocarburi). Le eventuali porzioni di materiale che risultassero superare i valori limite di concentrazione indicati nelle tabelle A o B dell allegato 5 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. saranno separate e gestite in maniera conforme alla normativa sui rifiuti, prevedendone l avvio in discarica controllata o ad impianti di trattamento in grado di consentirne l abbattimento degli inquinanti per il successivo recupero. La caratterizzazione chimico-fisica delle terre di scavo sarà effettuata ai sensi dell Allegato 4 del DM 161/2012 mediante le seguenti analisi: 14

analisi granulometrica; determinazione dei limiti di consistenza; conseguente classificazione secondo quanto riportato nella norma CNR-UNI 10006/63; determinazione del CBR in condizioni sature. Per la caratterizzazione chimica saranno esaminati i seguenti parametri: idrocarburi leggeri HCC<12 e pesanti HCC>12; idrocarburi policiclici aromatici IPA singoli e totali; policlorobifenili PCB; metalli pesanti: Cr tot, Cd, Ni, Zn, Cu, Pb, Hg. 15

7. VINCOLI Dallo studio di prefattibilità ambientale è emerso che l abitato è interessato dal vincolo del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI). In particolare si rileva che l intervento è interno alle aree a media moderata pericolosità geomorfologica (PG1) e lambisce aree ad elevata pericolosità geomorfologica (PG2) (cfr. fig. 7-1). Inoltre si riscontra la presenza del vincolo rischio idraulico medio/moderato (R2) e rischio elevato (R3) (cfr. fig. 7-2). Per tale ragione, nelle fasi successive della progettazione, dovranno essere redatti studi di compatibilità geomorfologica ai sensi degli articoli 13, 14 e 15 delle NTA del PAI. Fig. 7-1: Pericolosità geomorfologica da PAI 16

Fig. 7-2: Rischio idraulico da PAI 17

8. STUDIO GEOLOGICO Dalle indagini eseguite in sito si sono ottenute indicazioni inerenti la geologia dei luoghi, la morfologia, la tettonica, la idrogeologia, la stratigrafia ed i parametri geotecnici utili al progettista calcolatore. Per approfondimenti si rimanda alla relazione geologica facente parte integrante della presente progettazione. La geologia è interessata da un unica formazione geologica ma con litologie diverse costituita prevalentemente dalla formazione delle sabbie e argille del Pliocene. Sopra questa formazione, poggia un terreno alterato e di riporto a spessore variabile, come si può vedere nelle stratigrafie allegate. Il valore di V S30 ricade, come da riferimento alla nuova normativa sismica, in classe C (180>V S30 >360 m/sec). La idrogeologia è condizionata dalla presenza di terreni permeabili per porosità; nei sondaggi non si è riscontrata la presenza di falde idriche. L area d intervento è tutta urbanizzata pertanto non sono visibili forme morfologiche particolari. L area in studio, è inserita secondo il Piano per l assetto idrogeologico della Puglia, in gran parte come area PG 1 (area a pericolosità media e moderata) ed un piccolo tratto dello stralcio n. 3 risulta classificata dal PAI Puglia come area a pericolosità geomorfologia elevata PG2. 8.1 Considerazioni Dalla serie di sopralluoghi effettuati e dalle indagini geologiche è scaturito quanto segue: Trattandosi di sostituzione di condotte esistenti da realizzarsi lungo le strade urbane, il reticolo idrografico non risulta interessato dagli interventi. L assetto idrogeologico dell area di studio non verrà in alcun modo modificato. L intervento non determina condizioni di instabilità e non modifica le condizioni ed i processi geomorfologici dell area. L intervento non crea effetti sulla stabilità dell area perché non vi sono incrementi di carichi sul terreno né modifiche all assetto idrogeologico; Gli scavi dovranno essere subito ricolmati evitando ogni ristagno o incanalamento delle acque all interno dello scavo stesso durante la fase di cantiere. Si può concludere affermando che lo studio geologico ha messo in risalto le problematiche generali correlate all esecuzione dell intervento, rinviando di eseguire ulteriori indagini ed approfondimenti in caso di necessità nelle successive fasi della progettazione. 18

9. STUDIO ARCHEOLOGICO L analisi del contesto storico-archeologico in cui andranno ad inserirsi le opere di progetto è stata effettuata dallo scrivente sulla base di dati bibliografici, al fine di valutare la presenza di vincoli e segnalazioni di natura storica e archeologica. A tal fine è stato condotto il vaglio sistematico della bibliografia e dei documenti d archivio nonché la consultazione del Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/P) con particolare riferimento ai vincoli di interesse. 9.1 Inquadramento geomorfologico del territorio Le aree interessate dalle opere di progetto sono relative al territorio di Accadia e ricadono nella regione dell antica Daunia, che comprendeva tutta l attuale provincia di Foggia, delimitata a Nord dalla valle del Fortore, fino al torrente Saccione, ad Est dal mare Adriatico, a Sud dalla valle dell Ofanto con il territorio di Canusium, ad Ovest dal Subappennino daunio. Dal punto di vista geomorfologico in quest ampia regione si distinguono tre distretti ambientali: il Gargano, il Tavoliere, il Cordone Subappenninico (cfr. fig. 9.1-1) Fig. 9.1-1: Carta tridimensionale della geografia fisica (VOLPE 1990, 14, fig. 2). Il Gargano, separato dal fiume Candelaro, con i suoi circa 2000 kmq, è costituito da un altopiano interno, allungato in senso Ovest/Est e alto tra i 600 e poco più di 1000 m, e da una fascia perimetrale formata da ripide scarpate e valli tra cui le più ampie sono quelle di Carpino, Vieste e Mattinata. Sin dall antichità l altopiano garganico è stato occupato da numerosi insediamenti, posti su speroni rocciosi a picco sul mare, come quello di Monte Saraceno. 19