Protocollo per l'integrazione degli alunni stranieri



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Protocollo per l'integrazione degli alunni stranieri Il Protocollo d accoglienza è un documento che viene deliberato dal collegio docenti. Dovrebbe contenere criteri, principi, indicazioni riguardanti l iscrizione e l inserimento degli alunni immigrati, definire compiti e ruoli degli operatori scolastici, tracciare le diverse possibili fasi dell accoglienza e delle attività di facilitazione per l apprendimento della lingua italiana. Il Protocollo costituisce uno strumento di lavoro che pertanto viene integrato e rivisto sulla base delle esperienze realizzate. La sua adozione consente di attuare in modo operativo le indicazioni normative contenute nell art. 45 del DPR 31/8/99 n 394 intitolato Iscrizione scolastica che attribuisce al collegio docenti numerosi compiti deliberativi e di proposta. Il protocollo d accoglienza si propone di: Definire pratiche condivise all interno delle scuole in tema d accoglienza di alunni stranieri. Facilitare l ingresso di bambini e ragazzi di altra nazionalità nel sistema scolastico e sociale. Sostenere gli alunni neo arrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto Favorire un clima d accoglienza e di attenzione alle relazioni che prevenga e rimuova eventuali ostacoli alla piena integrazione. Costruire un contesto favorevole all incontro con le altre culture e con le storie di ogni bambino. Promuovere la comunicazione e la collaborazione fra scuola e territorio sui temi dell accoglienza e dell educazione interculturale nell ottica di un sistema formativo integrato. Il protocollo delinea prassi condivise di carattere: amministrativo e burocratico (l iscrizione), comunicativo e relazionale (prima conoscenza), educativo didattico (proposta di assegnazione alla classe, accoglienza, educazione interculturale, insegnamento dell italiano seconda lingua), sociale (rapporti e collaborazioni con il territorio) 1. Commissione d accoglienza Il DPR 31/8/99 n 394 all art. 45 Iscrizione scolastica attribuisce al collegio dei docenti numerosi compiti deliberativi e di proposta in merito all inserimento nelle classi degli alunni stranieri.

Per sostenere questi compiti è utile che in ogni scuola si istituisca la Commissione Accoglienza, come gruppo di lavoro e articolazione del collegio. La Commissione rappresenta l istituto e sarà composta dal Dirigente scolastico, da alcuni docenti, qualora presente nell istituto, dal facilitatore linguistico culturale. Le competenze del gruppo di lavoro hanno carattere consultivo, gestionale e progettuale. La Commissione si riunisce nei casi d inserimento di alunni neoarrivati, per progettare azioni comuni, per monitorare i progetti esistenti, per operare un raccordo tra le diverse realtà. L istituzione formale di un gruppo di lavoro come articolazione del Collegio docenti segnala l impegno dell Istituto in questo campo ed evidenzia l assunzione collegiale di Responsabilità. Composizione Dirigente scolastico Insegnanti (1 per plesso) Compiti Consultivi e progettuali Accoglienza degli alunni neoarrivati (relazione scuola / famiglia; osservazione; proposta di assegnazione alla classe) Raccordo tra le diverse realtà (di territorio, distrettuale) Monitoraggio dell esistente Rapporti con le amministrazioni Incontri 3 in un anno, a Commissione costituita, + incontri da prevedere nel caso d inserimento di alunni stranieri. 2. Iscrizione L Iscrizione rappresenta il primo passo di un percorso d accoglienza dell alunno straniero e della sua famiglia. È utile, indicare fra il personale di segreteria, chi è incaricato del ricevimento delle iscrizioni degli alunni stranieri anche al fine di affinare progressivamente abilità comunicative e relazionali che aiutano senz altro l interazione con i nuovi utenti. Si specificano i documenti e le informazioni da richiedere, oltre che gli avvisi, i moduli, le note informative sulla scuola scritte nelle lingue d origine da consegnare ai genitori per facilitare la loro comprensione della nuova realtà scolastica. Materiale di tal genere è stato messo a punto sia da alcune scuole sia da enti locali e provveditorati agli studi che lo distribuiscono alle scuole del loro territorio. La consegna di documentazione bilingue o in lingua d origine, così come l esposizione di avvisi e indicazioni in lingua nelle bacheche e sui muri e le porte della scuola, propongono un volto amichevole della scuola. È anche possibile prevedere l intervento di mediatori linguistici che possano essere messi a disposizione da enti locali e associazioni sulla base di convenzioni e di accordi.

Il primo incontro dei genitori stranieri, sovente accompagnati dal figlio che deve essere iscritto, di carattere inevitabilmente amministrativo, potrebbe concludersi con la definizione di una data per l incontro successivo fra i genitori e il nuovo alunno con uno dei docenti del gruppo accoglienza. Gli uffici di segreteria: iscrivono i minori, raccolgono la documentazione relativa alla precedente scolarità (se esistente), acquisiscono l opzione di avvalersi o non avvalersi della religione cattolica, avvisano tempestivamente il referente intercultura, al fine di favorire le successive fasi dell accoglienza, individuano tra il personale ATA un incaricato del ricevimento delle iscrizioni al fine di affinare progressivamente abilità comunicative e relazionali che aiutano l interazione con i cittadini immigrati, materiali, moduli d iscrizione (in più lingue), scheda di presentazione dell istituto. 3. Prima conoscenza Oltre agli aspetti amministrativi, occorre raccogliere una serie d informazioni di merito sull alunno che consentano d adottare decisioni adeguate, sia sulla classe in cui deve essere inserito, sia sui percorsi di facilitazione che dovrebbero essere attivati. La prima conoscenza può articolarsi in un incontro con i genitori e un colloquio con l alunno, eventualmente alla presenza di un mediatore linguistico. In questa fase si raccolgono informazioni sulla storia personale e scolastica dell alunno, sulla situazione familiare, sugli interessi, le competenze possedute dall alunno. Sarà cura del referente dell accoglienza fornire ai genitori materiale in più lingue per una prima informazione sul sistema scolastico italiano. Il Referente per l Accoglienza effettua tempestivamente un colloquio con la famiglia e con l alunno per raccoglie una serie d informazioni, sul suo percorso scolastico, sulla sua biografia linguistica, articola un colloquio con il bambino, utilizzando anche tecniche non verbali, se necessario, compila un iniziale biografia scolastica dell alunno, facilita la conoscenza della nuova scuola, osserva l alunno in situazione, definisce le modalità d inserimento e i tempi, materiali, traccia di primo colloquio con la famiglia, questionario in più lingue rivolto agli alunni neoarrivati, la scuola nei paesi d origine dei bambini immigrati: schede informative, scheda di presentazione del sistema scolastico italiano (tradotta). 4. Proposta di assegnazione alla classe Gli elementi raccolti durante le due precedenti fasi permettono di assumere decisioni in merito alla classe d inserimento. In alcuni istituti scolastici si ritiene utile inserire l alunno immigrato provvisoriamente nella scuola senza una collocazione definitiva in

una classe, ma facendolo partecipare a laboratori e altre attività al fine di conoscerlo meglio. Occorre tuttavia tenere presente che l alunno straniero vive già una situazione di disorientamento cognitivo e affettivo relazionale che potrebbe essere negativamente accentuata da scelte che prevedono un suo passare attraverso diverse situazioni didattiche e relazionali non definitive. I criteri di riferimento per l assegnazione alla classe devono essere chiaramente indicati nel protocollo di accoglienza e deliberati dal collegio docenti sulla base di quanto previsto della legge n. 40 del 1998 sull immigrazione straniera in Italia e sul D.P.R. 394 Novembre 1999. Tale normativa sancisce che: tutti i minori stranieri, sia regolari che no, hanno il diritto e l obbligo dell inserimento scolastico; l iscrizione dei minori alla scuola dell obbligo può essere richiesta in un qualunque periodo dell anno scolastico; e dall art. 45 del DPR 31/8/99 n 394: I minori stranieri soggetti all'obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all'età anagrafica, salvo che il collegio dei docenti deliberi l'iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto: a) dell'ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell'alunno, che può determinare l'iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all'età anagrafica; b) dell'accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell'alunno; c) del corso di studi eventualmente seguito dall'alunno nel Paese di provenienza; d) del titolo di studio eventualmente posseduto dall'alunno. La Commissione deve provvedere alla ripartizione degli alunni stranieri, evitando classi con presenza straniera predominante (4/5 bambini stranieri al massimo per ogni classe). La Commissione può prevedere un periodo di orario scolastico ridotto per gli alunni stranieri al fine di favorirne l inserimento. I programmi scolastici non devono essere differenziati, ma adattati ai livelli di competenza dei singoli alunni stranieri. Possono essere attivati specifici interventi per facilitare l apprendimento della lingua italiana. CASI PARTICOLARI Inserimento in corso d anno in classe terminale (V elementare, III media): valutare tutte le variabili sopra elencate; prolungare il periodo di osservazione;

prevedere la possibilità di un eventuale ripetizione della classe frequentata nel paese d origine; prevedere un incontro tra i docenti dei diversi ordini di scuola per gestire il passaggio nel migliore modo possibile. AZIONE DI TUTORAGGIO Individuazione per ogni alunno straniero di un ragazzo italiano o immigrato di vecchia data, o nato in Italia da genitori stranieri, che svolga una funzione di tutor, di compagno di viaggio specialmente nei primi tempi. Sono evidenti i margini di flessibilità attribuiti alle scuole e la delicatezza del compito che il collegio docenti può assegnare al gruppo che si occupa dell accoglienza. Per una decisione avveduta e corretta oltre alle informazioni acquisite precedentemente è necessario avere informazione sui sistemi scolastici dei paesi di provenienza, sulla tipologia dei loro curricoli, sulla durata e sul calendario scolastico. Se ad esempio l alunno proviene dal Perù è bene sapere che in quel paese la scuola di base dura sei anni e il calendario va da febbraio a dicembre: un alunno peruviano di sette anni che arriva in Italia a gennaio potrebbe avere già terminato la terza elementare. Uno dei compiti del gruppo accoglienza potrebbe essere quello di raccogliere dati e documentazioni sulla scuola dei paesi da cui provengono gli alunni stranieri. È importante in ogni caso che la scuola si conceda il tempo necessario per prendere decisioni ponderate sull inserimento, per predisporre gli specifici interventi di facilitazione dell apprendimento della lingua italiana e per preparare la classe prescelta ad accogliere il nuovo arrivato. Nel protocollo dovrebbe essere indicato il tempo massimo che trascorre fra il momento dell iscrizione e l effettivo inserimento dell alunno immigrato nella classe. Per riassumere, ci sono due modi di gestire l accoglienza dei minori stranieri di nuovo inserimento: 1) raccogliere, nel primo incontro con la famiglia e l alunno, tutte le informazioni possibili (vedi sopra) e definire l inserimento scolastico in funzione dell età anagrafica, lasciando alle insegnanti delle classi e/o alla facilitatrice linguistica il compito di valutare le competenze pregresse dell alunno. La valutazione viene fatta in funzione del percorso didattico e della definizione degli obiettivi da raggiungere 2) organizzare una fase di accoglienza più lunga (ci sono protocolli che prevedono da una settimana a venti giorni) durante la quale l alunno/a verrà inserito in una o più classi di appoggio e verranno proposte prove di valutazione specifiche per materia. Solo al termine della valutazione verrà definita la classe di inserimento tenendo anche in considerazione la preferenza dell alunno/a. Questa seconda ipotesi richiede tempi lunghi e molte risorse e ha come rischio quello di sballottare ulteriormente questi bambini che sono già n una fase difficile di cambiamento relazionale - sociale della loro vita. La Commissione accoglienza, quale articolazione del collegio:

propone la classe e la sezione tenendo conto dell età anagrafica, dell ordinamento degli studi del paese di provenienza, dell accertamento di competenze e abilità, del titolo di studio eventualmente già posseduto dall alunno, delle aspettative familiari emerse nel colloquio ripartisce gli alunni nelle classi evitando la costituzione di sezioni con predominanza di alunni stranieri fornisce i primi dati raccolti al team docenti che accoglierà il bambino neo arrivato. Il rapporto con il bambino o il ragazzo straniero può essere facilitato anche dall utilizzo di tecniche non verbali quali il disegno, la gestualità, la fotografia, ecc. In alcune scuole si propongono alcune prove logico matematiche, organizzate su diversi livelli di competenza, congegnate in modo di essere intuitivamente comprensibili oppure tradotte nelle lingue d origine. Dagli incontri previsti in questa fase potrà emergere una significativa, per quanto iniziale, biografia scolastica dell alunno. 5. Inserimento nella classe La decisione sull assegnazione a una classe viene accompagnata dall individuazione dei percorsi di facilitazione che potranno essere attuati sulla base delle risorse disponibili. Nel protocollo vengono indicate le tipologie d intervento che la scuola annualmente è in grado d attivare sia attingendo a risorse professionali ed economiche interne sia mediante accordi e convenzioni con enti locali, associazioni, altre scuole del territorio. Vi è una pluralità di modelli d intervento che coniugano in modo diversificato disponibilità di risorse, bisogni specifici, obiettivi didattici perseguibili. Un accoglienza amichevole potrebbe anche concretizzarsi, in particolare nelle classi di scuola media, nell individuazione per ogni nuovo alunno straniero di un ragazzo italiano o immigrato di vecchia data o nato in Italia da genitori stranieri che svolga la funzione di tutor, di compagno di viaggio specialmente nei primi tempi. Inserendo l alunno immigrato nella classe si avrà anche cura di fornire ai docenti della medesima una raccolta di materiale di routine bilingui, o nella sola lingua d origine, per la comunicazione scuola famiglia quali avvisi di sciopero, sospensione delle lezioni, pagamento dell assicurazione integrativa, comunicazione di gite scolastiche, ecc. Il team docenti: favorisce l integrazione nella classe promovendo attività di piccolo gruppo, di cooperative learning, di contesto variato, individua modalità di semplificazione o facilitazione linguistica per ogni disciplina, rileva i bisogni specifici d apprendimento, elabora, eventualmente, percorsi didattici di L2 6. Collaborazione con il territorio Per promuovere la piena integrazione dei ragazzi nel più vasto contesto sociale e per realizzare un progetto educativo che coniughi insieme pari opportunità con il rispetto delle differenze, la scuola ha bisogno delle risorse del territorio, della collaborazione con servizi, associazioni, luoghi d aggregazione, biblioteche e, in primo luogo, con le

amministrazioni locali per costruire una rete d intervento che rimuova eventuali ostacoli e favorisca una cultura dell accoglienza e dello scambio culturale. La Commissione Accoglienza contatta le Associazioni di volontariato che operano sul territorio, stabilisce contatti annuali d incontro per favorire lo scambio di conoscenze e per affrontare tematiche concrete, attiva collaborazione con le amministrazioni locali per costruire percorsi comuni di formazione, per proporre servizi (Centri di Documentazione) ed esperienze comuni (corsi di formazione).

Integrazione degli alunni con disabilità L inserimento degli alunni portatori di handicap nelle sezioni/classi è finalizzato alla piena integrazione di ognuno. La scuola si propone l obiettivo di consentire a ciascuno il pieno sviluppo delle proprie potenzialità. L integrazione degli alunni rappresenta un importante momento di crescita personale e umana per ogni componente della comunità scolastica. Affinché il bambino portatore di handicap possa usufruire del sostegno del docente specializzato è necessario che la famiglia acconsenta a segnalare il disagio del proprio figlio ed occorre l attestazione medico legale rilasciata da uno specialista (certificazione o attestazione di handicap). Per ognuno di questi alunni vengono redatti i seguenti documenti: - la diagnosi funzionale (a cura degli specialisti dell ASL competente, nella quale viene evidenziato il rapporto tra minorazione e i diversi aspetti del comportamento complessivo del soggetto); - il profilo dinamico funzionale (in collaborazione tra ASL, scuola e famiglia, in cui vengono sottolineate le abilità o i deficit e si individuano le aree potenziali di sviluppo del bambino); - il Piano Educativo Individualizzato/Personalizzato (PEI o PEP) che, partendo dalla conoscenza dell alunno, dall analisi della situazione iniziale e dalle risorse, prevede gli obiettivi da raggiungere, contiene la metodologia, i tempi, gli spazi, le modalità di verifica e di valutazione. L insegnante di sostegno (Testo Unico L.297/94) è assegnato alla classe per le attività di sostegno per un numero di ore che dipendono dalle risorse della scuola e dalla gravità dell handicap. L insegnante di sostegno: - Collabora con i colleghi nell impostazione e nella realizzazione del progetto educativo didattico riferito all allievo disabile. - Mette a disposizione la propria competenza e la propria specializzazione didattica. - Predispone/seleziona in collaborazione con gli altri docenti del consiglio di classe/interclasse i percorsi e gli strumenti idonei a sostenere il percorso formativo dell alunno con deficit affinché l iter formativo possa continuare anche in sua assenza. - Collabora con gli altri Istituti nel territorio per progettare in rete.

PROTOCOLLO CONTINUITA PER GLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI Come facilitare il passaggio degli alunni da un ordine scolastico all altro Il passaggio da un ordine di scuola all altro è un momento particolarmente delicato che può assumere caratteristiche di maggior complessità per gli alunni in situazione di handicap. Il presente Protocollo è un documento elaborato per promuovere percorsi operativi di continuità nelle classi passaggio di ogni ordine allo scopo di indicare, a quanti operano nel nostro Istituto, procedure e buone prassi per un positivo inserimento degli alunni diversamente abili. Obiettivi: 1. Favorire il raccordo educativo-didattico tra gli insegnanti della Scuola dell infanzia, Primaria e Secondaria di I grado al fine di: conoscere ed approfondire la situazione dell alunno diversamente abile; agevolare l ingresso nel nuovo ambiente, supportando e sostenendo il bambino/ragazzo nella fase di passaggio da un ordine di scuola all altro; conoscere le strategie metodologiche e didattiche utilizzate dai colleghi degli ordini precedenti. 2. Facilitare il rapporto con la famiglia al fine di acquisire maggiori informazioni sulla personalità dell allievo e sulle necessità particolari così da contribuire a contenere la possibile ansia e diffidenza verso la nuova scuola. Continuità educativa tra Scuola dell'infanzia e Scuola Primaria I fase: Iscrizione Il Dirigente Scolastico incontra la famiglia dell alunno per raccogliere le prime informazioni utili alla predisposizione del suo inserimento in attesa della presentazione della documentazione attestante lo stato di handicap. II fase: Pre-accoglienza (aprile-maggio) L alunno prende visione della nuova struttura scolastica con i compagni della scuola dell infanzia, com è prassi nel nostro Istituto. Lo stesso incontra gli alunni che la frequentano e gli insegnanti tramite la partecipazione ad attività predisposte dalla Commissione Continuità. Qualora il bambino fosse impossibilitato ad effettuare la visita nella data stabilita, occorre prevedere un'altra possibilità d incontro accompagnato da un docente di classe o da un familiare. III fase: Pre-accoglienza (entro giugno) Incontro tra gli insegnanti di sostegno e di classe, dei due ordini scolatici, per il passaggio di informazioni funzionali alla conoscenza dell alunno, iscritto alla futura classe prima, anche attraverso la compilazione di una scheda personale ( Documento per il passaggio delle informazioni dalla Scuola dell infanzia alla Scuola primaria ) con

la quale si potrà redigere un profilo riguardante la relazione, l autonomia, le abilità e le competenze. Al termine dell anno scolastico la scuola di provenienza trasmette alla scuola di accoglienza la documentazione (DF., PEI, Relazione finale). IV fase: Condivisione (entro settembre) Incontro di programmazione prima dell inizio delle lezioni: Il Dirigente incontra l insegnante di sostegno e/o i docenti di classe per trasmettere le informazioni sull alunno. L insegnante di sostegno o curricolare presenta l allievo al team docenti che viene informato circa la disabilità, la personalità (in particolare in riferimento alle difficoltà di apprendimento, alle condizioni affettivo-emotive, ai comportamenti, ecc.) e sugli interventi realizzati nel precedente ordine scolastico emersi negli incontri di preaccoglienza. V fase: Accoglienza (settembre) Nel corso della settimana dedicata all accoglienza verranno effettuate osservazioni e attività finalizzate all inserimento dell alunno nella nuova classe in base ai criteri stabiliti dal Collegio docenti.. Incontro tra i docenti della classe prima con i genitori dell allievo allo scopo di acquisire informazioni sulla sua personalità e/o eventuali necessità e, nel contempo, favorire la collaborazione scuola-famiglia. Continuità educativa tra Scuola Primaria e Scuola Secondaria di I grado I fase: Iscrizione La famiglia procede all'iscrizione dell'alunno presso la segreteria nei termini stabiliti (nel caso in cui l'alunno provenga dallo stesso Istituto). Nel caso in cui l'allievo provenga da un altro Istituto il Dirigente prende contatto con i genitori per una prima fase conoscitiva e raccogliere eventuali necessità. La famiglia provvederà a presentare la documentazione attestante la diagnosi clinica. II fase: Pre-accoglienza diretta (entro maggio) Nell'ambito dei percorsi di continuità messi a punto dalla relativa commissione l'alunno, insieme ai suoi compagni di classe quinta visita il nuovo ambiente scolastico per una prima conoscenza degli spazi, del personale e partecipa ad attività concordate. III fase: Pre-accoglienza indiretta (entro giugno) L'insegnante di sostegno, in collaborazione con i docenti di classe V, predispone per l alunno dva, sulla base della programmazione svolta, le prove in uscita. In seguito(settembre) tali prove verranno prese a riferimento dagli insegnanti delle future classi prime, del nuovo ordine di scuola, per elaborare i test d ingresso. Incontro con gli insegnanti dell'ultimo anno della scuola primaria e secondaria al fine di acquisire informazioni sull'alunno in ingresso e sull'azione educativa svolta nel precedente ordine di scuola, eventualmente anche compilando la griglia di osservazione predisposta dalla Commissione GLH.

Passaggio dei documenti: L insegnante di sostegno consegna in segreteria il Registrofascicolo dell'alunno contenente il PEI., la relazione finale ed eventuali altri documenti utili ad approfondire la conoscenza dell allievo. IV fase: Condivisione Incontro di programmazione prima dell inizio delle lezioni: Il Dirigente incontra l insegnante di sostegno e/o i docenti di classe per illustrare la situazione dell allievo. L insegnante di sostegno o curricolare presenta l allievo al Consiglio di classe che viene informato circa la disabilità, la personalità (in particolare in riferimento alle difficoltà/ ai punti di forza evidenziati, alle condizioni affettivo-emotive, ai comportamenti, al livello di apprendimento raggiunto, ecc.) e sugli interventi realizzati nel precedente ordine scolastico emersi negli incontri di pre-accoglienza. V fase: Accoglienza (settembre- ottobre) Nel corso della prima settimana l'alunno partecipa alle iniziative rivolte alle classi prime finalizzate all'inserimento nella nuova scuola e successivamente, entro la fine di ottobre, segue le attività predisposte all'interno del progetto Accoglienza. Incontro tra gli insegnanti di classe e l'insegnante di sostegno del nuovo ordine scolastico e i genitori dell'alunno per una conoscenza reciproca e un proficuo scambio di informazioni al fine di agevolare l inserimento nel nuovo ambiente. Per casi particolarmente delicati, che passano da uno ad altro ordine di scuola, oltre alle procedure di raccordo, sopraindicate, si possono prevedere, compatibilmente con le risorse umane a disposizione, altre forme di continuità: L insegnante di sostegno dell ordine scolastico precedente accompagna l alunno, nei primi tempi della successiva scolarizzazione e collabora con i nuovi docenti per favorire un sereno inserimento, così come previsto dalla C.M. 1/88 ( Nel caso in cui il primo ambientamento e il passaggio a nuove figure di riferimento costituiscano per l'alunno difficoltà tali da compromettere i risultati raggiunti, potranno essere sperimentati [...] interventi rivolti all alunno da parte dell insegnante di sostegno che lo ha seguito nel precedente ordine di scuola ). Qualora si applicasse tale procedura le modalità e i tempi di attuazione del progetto verranno definite di volta in volta per meglio rispondere alle reali esigenze del singolo bambino/ragazzo.

PROGETTO CRESCERE INSIEME Il nostro Istituto, da diversi anni, elabora progetti destinati agli alunni con disabilità e alle classe accoglienti, allo scopo di favorire il processo d integrazione scolastica. Tali progetti, definiti annualmente per rispondere ai bisogni emergenti, vengono presentati alla Scuola Snodo per L handicap al fine di accedere ai fondi necessari alla realizzazione del progetto stesso, previa valutazione positiva da parte di una Commissione. CRESCERE INSIEME Computergrafia BISOGNI EMERGENTI Il nostro Istituto Comprensivo, costituito da due plessi, comprendente una scuola dell'infanzia, due scuole primarie e due scuole secondarie di primo grado, è frequentato da alunni con disabilità, per i quali è necessario prevedere l'adozione di percorsi personalizzati che, avvalendosi dell'utilizzo di strumenti e metodologie adeguate, portino al pieno successo formativo. Alla primaria nel prossimo anno scolastico 2010-2011, si prevede l'ingresso di alunni diversamente abili provenienti dall'ordine di scuola inferiore. In una prospettiva di continuità metodologica col progetto presentato nello scorso anno scolastico, il presente prevede l'adozione di un sussidio tecnologico, con adeguati software didattici, collegabile anche con la LIM già presente nell'istituto grazie al quale sarà possibile integrare i percorsi personalizzati con il progetto formativo dell'intera classe. L'utilizzo di entrambi gli strumenti informatici (PC e LIM) promuove una più attiva partecipazione del singolo ed efficaci forme di lavoro cooperativo. Il progetto prospetta inoltre l'adozione e il contemporaneo utilizzo di sussidi di aiuto-scrittura, mediante i quali gli alunni eserciteranno e svilupperanno la propria abilità di coordinazione oculo-manuale nello spazio: tracce per pregrafismo, alfabeto stencil... FINALITA - OBIETTIVI Le finalità che il progetto si prefigge sono: facilitare il grado di inclusività nella classe degli allievi diversamente abili attraverso l'utilizzo delle tecnologie informatiche e il supporto di ausilii; aumentare il grado di condivisione delle difficoltà nell'utilizzo delle tecnologie; utilizzare gli strumenti informatici e non a supporto dell'apprendimento; stimolare la naturale curiosità dei bambini nei confronti degli strumenti informatici per rendere significativo l'apprendimento. Per quanto riguarda gli obiettivi didattico-disciplinari, ci si prefigge di: sviluppare l'abilità di coordinazione oculo-manuale; favorire l'acquisizione dei codici linguistici e numerici; sviluppare l'apprendimento attraverso l'uso integrato dei diversi codici espressivi; acquisire maggior autonomia;

compiere esperienze finalizzate ad una prima conoscenza dell'informatica (uso del mouse, utilizzo dei tasti e dei comandi principali); facilitare la comunicazione e la socializzazione; favorire l'attenzione e la partecipazione. DESTINATARI Gli alunni in oggetto, inseriti in piccoli gruppi omogenei e/o eterogenei delle rispettive classi, seguiti dai docenti di sostegno e da quelli curricolari. DURATA FASI DI LAVORO Il progetto verrà realizzato nelle future classi prime della scuola primaria e sarà effettuato in orario curricolare per l'intero arco dell'anno scolastico. Esso sarà suddiviso in due fasi di durata variabile a seconda della risposta degli alunni. La prima fase prevede la familiarizzazione con il nuovo strumento attraverso attività ludiche (quali giochi interattivi ed esercitazioni propedeutiche) e l'utilizzo dei diversi ausilii di aiuto-scrittura (tracce per pregrafismo, alfabeto e stencil, sagome dei numeri, ecc.). La seconda fase si porrà l'obiettivo di stimolare l'interesse per la letto-scrittura e per le attività di pre-calcolo mediante l'impiego graduale di specifici software didattici, che verranno utilizzati per integrare e supportare le attività di apprendimento. VERIFICA VALUTAZIONE Si prevede di effettuare verifiche in itinere mediante l'osservazione del grado di operatività degli alunni. Per quanto attiene alla valutazione, verranno considerati i seguenti aspetti: l'interesse e la partecipazione dimostrate; l'impegno profuso nel superamento degli ostacoli che potranno profilarsi, anche a partire dall'utilizzo dello strumento informatico, che esige modalità di utilizzo ben precise; la capacità di interagire col gruppo classe da parte degli studenti destinatari del progetto.

Protocollo alunni dislessici Il nostro Istituto pone da tempo un attenzione particolare alle problematiche legate alla dislessia, a cui cerca di ovviare con l applicazione del protocollo DSA e attraverso l aggiornamento dei docenti. La dislessia è un disturbo specifico di apprendimento che può verificarsi in ragazzi per il resto normali, cioè senza handicap neurologici o sensoriali o condizioni di svantaggio sociale. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura e/o nel calcolo. Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ha permesso di stabilire che si tratta di una caratteristica costituzionale, determinata biologicamente e non dovuta a problemi psicologici o di disagio socio-culturale. Queste difficoltà permangono dopo la prima fase di acquisizione e si manifestano in un difficile rapporto col testo scritto e la sua decodifica. E' facile capire come in una cultura come la nostra, così fortemente legata alla scrittura, questo problema incida pesantemente condizionando la vita scolastica e in seguito la vita professionale. Molti di questi ragazzi non sono riconosciuti come dislessici e non ottengono alcuna facilitazione o adattamento della didattica che permetta loro di avere pari opportunità di apprendimento. Il mancato riconoscimento ha importanti conseguenze psicologiche, determina spesso l abbandono della scuola e talvolta un futuro professionale di basso livello nonostante le potenzialità di creatività e di intelligenza che questi ragazzi manifestano. Inoltre influisce negativamente sullo sviluppo della personalità e compromette un adattamento sociale equilibrato. Per riuscire a leggere e scrivere devono impegnare al massimo le loro capacità e le loro energie, si stancano molto ed impegnano molto tempo, sono lenti, troppo lenti, commettono errori, saltano parole e righe. Altra caratteristica è la sostituzione in lettura e scrittura di lettere con grafia simile p b d g q- a/o - e/a o suoni simili:t/d - r/l - d/b - v/f e altre non prevedibili. Molti dislessici hanno difficoltà : - ad imparare l'ordine alfabetico, i giorni della settimana, i mesi in ordine. - nell'espressione anche verbale del pensiero, hanno un lessico povero e non memorizzano i termini difficili. - a riconoscere le caratteristiche morfologiche della lingua italiana; quasi sempre le prestazioni grammaticali sono inadeguate. Molti dislessici sono anche discalculici, ovvero non riescono a: - imparare le tabelline - fare calcoli in automatico - fare numerazioni regressive - imparare le procedure delle operazioni aritmetiche. Praticamente tutti i dislessici hanno grosse difficoltà ad apprendere le lingue straniere, in particolare scritte, e la difficoltà maggiore è rappresentata dalla lingua inglese a causa delle differenze molto accentuate tra la scrittura e la pronuncia delle lettere e tra la pronuncia e la scrittura di una stessa lettera in parole diverse.

Per i motivi sopra indicati si invitano i docenti ad applicare gli strumenti compensativi e le misure dispensative nei confronti degli studenti con Disturbi Specifici dell Apprendimento (DSA segnalati dai servizi sanitari) in tutte le fasi del percorso scolastico, compresi i momenti di valutazione finale. Strumenti compensativi: - tabella dei mesi, tabella dell'alfabeto e dei vari caratteri, - tavola pitagorica, - tabella delle misure, tabelle delle formule, - calcolatrice, - registratore, - cartine geografiche e storiche, tabelle della memoria di ogni tipo - computers con programmi di videoscrittura con correttore ortografico e sintesi vocale,commisurati al singolo caso - cassette registrate (dagli insegnanti, dagli alunni, e/o allegate ai testi), mediante anche la predisposizione in ogni scuola di una fonoteca scolastica contenente il testo parlato dei libri in adozione, ed altri testi culturalmente significativi, ( possibilità di collaborazione col Centro del "Libro parlato dell'unione Italiana Ciechi) - dizionari di lingua straniera computerizzati, tabelle, traduttori - richiesta alle case editrici di produrre testi anche ridotti e contenenti audio- cassette o cd-rom Parallelamente, in maniera commisurata alle necessità individuali e all entità del disturbo di apprendimento, si dovrà garantire la dispensa da alcune prestazioni quali: - lettura a voce alta, scrittura veloce sotto dettatura, lettura di consegne, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline; - dispensa dallo studio delle lingue straniere in forma scritta, a causa delle difficoltà rappresentate dalla differenza tra scrittura e pronuncia; - tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio, mediante una adeguata organizzazione degli spazi ed un flessibile raccordo tra gli insegnanti; - organizzazione di Interrogazioni programmate - assegnazione di compiti a casa in misura ridotta - possibilità d'uso di testi ridotti non per contenuto, ma per quantità di pagine.