Promozione dell agio a scuola:

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PATTO per la SCUOLA Promozione dell agio a scuola: interventi integrati FRONTEGGIARE IL DISAGIO PER PROMUOVERE IL BENESSERE A SCUOLA (ex progetto SbulloUniamoci) Il progetto Promozione dell agio a scuola: interventi integrati nasce per promuovere il benessere di preadolecenti ed adolescenti all interno delle scuole sec. di 1 grado, fronteggiando le situazioni di disagio relazionale e sociale. L OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sta incoraggiando sempre più l insegnamento della LIFE SKILLS EDUCATION (abilità e capacità generiche che permettano agli alunni di acquisire un comportamento versatile e positivo grazie al quale possano affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita di tutti i giorni) all interno delle scuole come un efficace strumento di prevenzione primaria alle dipendenze (Parson 1988) e dell aggressività (D. Olweus 1980). Le proposte qui riportate mirano a far acquisire agli alunni queste abilità e competenze, consapevoli, che non sono una risposta esaustiva a tutti i problemi, ma coscienti che il lavoro con le persone, e soprattutto con i ragazzi, ha bisogno di tempo e d interazione con le altre componenti educative fondamentali per la crescita evolutiva (famiglia, scuola, comunità, ). Il progetto è promosso dall Assessorato ai Servizi educativi e Scolastici dell Unione Terre d Argine, dalle Istituzioni scolastiche aderenti al Patto per la Scuola e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi. SINTETICA DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI PER LE SCUOLE SECONDARIE DI 1 GRADO a.s. 2013-2014 www.terredargine.it

2 PROPOSTE FORMATIVE PER GLI ALUNNI LABORATORI DI EDUCAZIONE SOCIO-AFFETTIVA (LIFE SKILLS) In base alle richieste ed osservazioni pervenute in fase di verifica finale, nell anno scolastico 2013-2014 il laboratorio avrà una durata di 20 ore comprensive di monitoraggio dell andamento della classe. Si ricorda in ogni caso che l allungamento del laboratorio per situazioni di particolare rilevanza e complessità deve comunque avvenire solo previa richiesta scritta della scuola nonché autorizzazione del Settore Istruzione. classi 1 SMILE SCHOOL Benessere personale e benessere del gruppo Il benessere personale e il clima di classe sono legati e s influenzano vicendevolmente. Il clima di classe può essere quindi definito come la percezione collettiva che gli alunni hanno del loro stare in classe con i diversi insegnanti e che è tale da influenzare la loro motivazione e il loro impegno. Avere un buon clima di classe è importante per gli studenti, che trovano in un ambiente favorevole un incentivo all apprendimento, e per gli insegnanti, che possono con tranquillità svolgere il loro programma. Il laboratorio di educazione socio-affettiva è finalizzato al miglioramento ed al rafforzamento del benessere individuale e di gruppo nei ragazzi, e tende a migliorare la conoscenza di sé e reciproca all interno del gruppo classe, favorisce l espressione e il riconoscimento delle reciproche emozioni, dei bisogni personali e sociali. Tale percorso è stato pensato specificatamente per le classi prime, al fine di sostenere i minori nel passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria, favorire la costruzione del gruppo classe e la costruzione di un identità positiva. Lavorare sull autostima rientra nel campo della prevenzione del disagio e della promozione del ben-essere. Esso si pone come obiettivo principale l aumento dell autostima e delle capacità relazionali - comunicative dei giovani-alunni. Classi 2 FOR GROUP Dinamiche di gruppo, gestione dell aggressività e convivenza civile La scuola e la classe rappresentano, oltre alla famiglia, un luogo primario di socializzazione e costruzione della cittadinanza attiva. Essa è per gli studenti un importante laboratorio relazionale e uno dei più importanti contesti di interazione, partecipazione e crescita. Imparare a vivere insieme e a rapportarsi all interno della scuola è il presupposto fondamentale per diventare cittadini consapevoli e sviluppare buone prassi di convivenza. Però all interno delle interazioni tra i compagni di classe molto spesso l alunno s imbatte in difficoltà relazionali e di gestione di conflitti e di aggressività tra pari. Imparare a gestire queste difficoltà e modificare gli atteggiamenti non corretti di certo non è cosa facile, soprattutto nel riuscire a far comprendere che il rispetto delle persone riconosce il primato della legge rispetto all interesse individuale e vieta di tenere comportamenti che ledano legittimi interessi altrui. Inoltre all interno del percorso si vuole sottolineare quanto importante sia mantenere un comportamento di correttezza e di rispetto verso le persone, soprattutto quelle appartenenti alle categorie deboli per sviluppare quei concetti di solidarietà e vicinanza alla base del vivere in comune.

3 Classi 3 PARLAMI DELL AMORE. Affettività e sessualità e malattie sessualmente trasmissibili La sfera emozionale affettiva riveste una notevole importanza nello sviluppo dell individuo, soprattutto nelle fasi di vita dell adolescenza, in cui il ragazzo e la ragazza cominciano a definire le proprie scelte personali e sociali. Inoltre, la fase di vita della preadolescenza e dell adolescenza comprende anche lo sviluppo della dimensione sessuale, coinvolgendo diversi aspetti della personalità, che, andando al di là dell identità corporea del soggetto, coinvolge l identità psicologica e sociale della persona nei suoi rapporti con gli altri. In questa direzione, educare alla sessualità non vuol dire solo stimolare nel ragazzo una graduale presa di coscienza delle caratteristiche somatiche e fisiologiche proprie dei due sessi, ma soprattutto estendere tale consapevolezza agli aspetti psico-sociali che la sessualità coinvolge. In questa prospettiva, è quindi fondamentale fornire agli adolescenti la possibilità di confrontarsi e riflettere in un clima di fiducia e di ascolto reciproco attraverso l educazione socio-affettiva. Un percorso moderno di educazione affettivo-sessuale deve rispondere pertanto alla necessità di dare informazioni biologiche associate a un educazione socio-affettiva tesa alla conoscenza non solo dell anatomia degli organi sessuali e della fisiologia della riproduzione, ma anche della dimensione relazionale a esse correlata; deve proporre attività in cui ragazzi vengano guidati a osservare emozioni, sentimenti, modi di esprimere affetto e di mettersi in relazione con gli altri. A tale scopo il percorso formativo lavorerà su 4 dimensioni fondamentali: quella culturale, biologica, relazionale - affettiva e riproduttiva. SANINMENTE Prevenzione delle sostanze e delle dipendenze Negli ultimi anni si sono moltiplicati i rapporti di ricerca scientifica che informano sul continuo abbassarsi dell età del consumo di sostanze legali e illegali da parte dei minori. In Italia l età del primo contatto con l alcol risulta la più bassa d Europa. I dati più preoccupanti relativi al consumo di alcol in Italia riguardano la popolazione giovanile e in particolare la fascia di età tra gli 11 e i 15 anni. Negli ultimi anni si stanno inoltre diffondendo modelli di consumo di alcol tipici dei Paesi del Nord Europa, in particolare tra i giovanissimi. Crescono i consumi di alcol fuori pasto e gli episodi di ubriacature (binge drinking). Gli stili di assunzione, le tipologie di sostanze psicoattive legali e illegali, le nuove dipendenze, la pressione mediatica che incita a stili di divertimento sempre più privi di limite hanno ampliato e incrementato notevolmente il rischio di maturare dipendenze patologiche nei ragazzi e i conseguenti danni alla salute. L evidenza scientifica ha messo in luce che i periodi chiave di rischio per l abuso di sostanze si verificano durante le principali transizioni nella vita dei ragazzi, in modo specifico nella preadolescenza e adolescenza. Il percorso proposto si prefigge di sensibilizzare ed informare sulle conoscenze delle sostanze e soprattutto sulle conseguenze dell uso e abuso di sostanze psicoattive, sui rischi di dipendenza. Il fine ultimo è quello di rafforzare i fattori di protezione negli studenti, riducendo gli esiti negativi e rendendoli meno vulnerabili alle fonti di stress e alle situazioni di disagio.

4 PROPOSTE FORMATIVE PER GLI ALUNNI MINORI INQUIETI (F)attori di protezione e comportamenti a rischio in preadolescenza e adolescenza La preadolescenza e l adolescenza è un periodo di cambiamento in cui la persona si muove dalla dipendenza all indipendenza, una crisi di identità che si esprime attraverso esperienze che possono portare ad un comportamento conflittuale. In questa fase i ragazzi assumono comportamenti a rischio legati alla sessualità, all abuso di sostanze e problemi emotivi come la depressione e altri disturbi del comportamento. Questa fase evolutiva è anche un momento in cui il ragazzo desidera rischiare - osare : ogni volta che si supera un esperienza azzardata ci si sente potenti, accettati, definiti; è un età in cui correre rischi calcolati significa accettarsi, farsi accettare e trionfare rispetto alle ansie del conflitto adolescenziale. Quindi il tema del rischio assume maggiore rilevanza quando si considerano i comportamenti degli adolescenti in relazione alla loro propensione al rischio connessa proprio con la loro particolare condizione evolutiva. Per prevenire i comportamenti a rischio e le eventuali conseguenze negative è quindi importante rafforzare nei ragazzi i fattori di protezione e aiutarli a capire i meccanismi che li possono indurre ad attivare comportamenti dannosi per la loro vita e salute. LA RETE SIAMO NOI L utilizzo delle nuove tecnologie e i rischi della rete Il miglior modo per intervenire sul comportamento dei ragazzi nell utilizzo dei media, in un ottica di prevenzione ad ampio raggio, richiede la necessità di muoversi su una dimensione educativa che tenga conto dei loro bisogni affettivi, sociali, di riferimento, di conoscenza, ecc. e dei loro diritti, primo fra tutti quello alla partecipazione ai sistemi di convivenza cui appartengono. In tal senso le attività del percorso formativo/informativo rivolte agli studenti sono state suddivise in 3 tipologie a seconda che lavorino principalmente su: 1. Il riconoscimento delle emozioni (livello affettivo Area Mi emoziono): finalizzate a far riflettere sui bisogni, sulle motivazioni, sulle rappresentazioni, sul significato di certi comportamenti, anche in base al contesto di riferimento (scuola, famiglia, ecc.); 2. La conoscenza tecnica (Livello cognitivo Area Acquisisco informazioni): finalizzate a fornire nozioni sulla funzionalità degli strumenti, sulle caratteristiche della rete, dei media, ecc.; 3. L aspetto valoriale e la questione dei diritti (livello civico Area Rifletto sui miei diritti): finalizzate a far riflettere e dibattere sui diritti e sulle responsabilità associati ai bisogni, ai ruoli nella società, ai principi morali che orientano il comportamento individuale e sociale e sulle caratteristiche della Cittadinanza Digitale. CRITERI PER LA RICHIESTA DEI LABORATORI: Obbligatorietà di un consiglio di classe iniziale e finale di almeno 1 ora. Disponibilità ad organizzare un incontro di presentazione del progetto e dei laboratori riunendo i genitori delle classi che saranno coinvolte e uno di restituzione finale qualora l operatore ne vedesse la necessità (suddivisi per classe o assembleare). La scuola deve impegnarsi all organizzazione di tali momenti che devono essere effettuati in orario facilitante la partecipazione (dopo le 18.00). Disponibilità di max due docenti anche se non formati, ma motivati. Qualora il laboratorio fosse seguito anche da docenti non formati, sarà necessario dedicare il consiglio di classe pre-intervento come momento di micro- formazione in cui verranno condivise in modo chiaro e preciso le modalità e le regole della presenza del docente non formato (segreto professionale, responsabilità, messa in gioco, comportamento, ). Qualora si verificassero situazioni in cui il docente non formato costituisse ostacolo al lavoro dell operatore, ne verrà richiesta la sostituzione immediata. Tale modifica, quest anno in via sperimentale, verrà monitorata con indicatori per verificare l indice di partecipazione di nuovi docenti e l efficacia del laboratorio.

5 Classi 1-2 - 3 PROGETTO L operatore amico Supporto tra pari Spesso i preadolescenti e gli adolescenti preferiscono confidarsi e ricercare aiuto rivolgendosi ad un coetaneo piuttosto che agli adulti, siano essi genitori o insegnanti. È un approccio informale, vicino alle naturali modalità dei ragazzi di dare e ricevere aiuto e che permette di potenziare tali capacità mediante compiti e ruoli simili a quelli che spontaneamente si attivano in una relazione di amicizia. L operatore amico agisce come sostegno per gli alunni da poco arrivati a scuola, offre supporto emotivo ed affettivo quando un compagno vive un momento difficile come l arrivo in Italia da un altro Paese o alcune difficoltà familiari, o legate alla relazione con i coetanei. Il corso dura 20 ore in orario extrascolastico. CRITERI PER L ADESIONE AL PROGETTO OPERATORE AMICO: Nomina di un docente referente che avrà il compito di mantenere i contatti con i formatori, supervisionare gli operatori amici durante l orario scolastico e partecipare agli incontri di presentazione, monitoraggio e verifica. Supervisionare gli operatori amici durante l orario scolastico Partecipare agli incontri di presentazione, monitoraggio e verifica. Disponibilità a destinare il tempo richiesto dai formatori per svolgere un attività che coinvolge l intera classe per la presentazione del progetto e la selezione degli operatori amici tramite la nomina dei pari (indicativamente max 5 ore) Riepilogo delle proposte formative Classe terza Classe prima corso Smile school Benessere personale e benessere del gruppo Classe seconda corso For group Dinamiche di gruppo, gestione dell aggressività e convivenza civile corsi Parlami dell amore Affettività e sessualità e le malattie sessualmente trasmissibili Saninmente Prevenzione sostanze e delle dipendenze Minori inquieti (F)attori di protezione e comportamenti a rischio in preadolescenza e adolescenza La rete siamo noi L utilizzo delle nuove tecnologie e i rischi della rete per tutte le classi ATTIVITà DI SOSTEGNO SOLO per la Classe terza L operatore amico Il supporto tra pari all interno della classe Mentoring Chance School Inclusione sociale Progetto Ponte Inclusione sociale

6 Progetti di INCLUSIONE SOCIALE Mentoring Chance School Prende spunto in parte dall esperienza delle scuole di seconda opportunità, interventi di prevenzione e lotta alla dispersione scolastica nati negli anni 90 nelle città di Napoli, Roma, Torino, Verona, Reggio Emilia e Trento, e in parte utilizza la metodologia del Mentoring. Si rivolge agli alunni a rischio di abbandono scolastico (drop-out) e prevede la costruzione di percorsi personalizzati di supporto didattico o di rimotivazione allo studio attraverso la collaborazione con associazioni, agenzie educative e di volontariato del territorio e in rete con il Servizio Sociale. Il fine è di ricostruire in questi ragazzi la motivazione e la capacità di coltivare le aspirazioni frustrate dai continui fallimenti scolastici e personali e rafforzare alcune loro potenzialità utili ad affrontare in modo più sereno anche il percorso curricolare scolastico. Tipologie di intervento intervento individualizzato con eventuale inserimento in associazione (il ragazzo viene inserito per 2-3 mattine alla settimana per più mesi, all interno di un associazione del territorio, con un programma di attività da svolgere, concordate dagli insegnanti e operatori dell associazione); intervento individualizzato di supporto didattico (il ragazzo resta a scuola e per 2-3 volte alla settimana viene seguito da un educatore che svolge la propria attività fuori dalla classe, in un orario concordato con gli insegnanti); Destinatari Il percorso si rivolge ad alunni, bocciati e non, di tutte le classi, con competenze scolastiche di base limitate, e/o il cui rapporto con l istituzione scolastica è compromesso da precedenti fallimenti. In entrambi i casi si tratta di costruire un intervento che mira ad evitare la fuoriuscita dell alunno dal circuito scolastico. Criteri per l attivazione del progetto: L intervento può essere proposto solo se nella classe in cui l alunno è inserito viene svolto o è stato svolto negli anni precedenti un laboratorio di educazione socio-affettiva; Il consiglio di classe deve dare la disponibilità a partecipare almeno a due incontri (uno prima dell attivazione del progetto, uno a fine anno, di verifica del percorso); ai cdc partecipano anche gli educatori/ operatori coinvolti nei progetti individualizzati. Il consiglio di classe nominerà un referente che segua l andamento del percorso; É necessario concordare, a priori, con il consiglio di classe e con gli educatori di supporto all alunno, un programma didattico con obiettivi e argomenti personalizzati chiari e precisi. La scuola deve coinvolgere la famiglia dell alunno e realizzare un incontro in cui si concorda con essa la possibilità di sperimentare questa azione d inclusione e stipulare, prima dell inizio del percorso, un contratto formativo. Sono previsti incontri di monitoraggio (circa 2 l anno), a cui partecipano l insegnate referente, l educatore che segue il percorso, la famiglia, l alunno/a e il referente del progetto dell Unione Terre d Argine; Al termine dell esperienza si svolgerà una verifica insieme a tutti i soggetti coinvolti. Compiti del docente referente: Non è indispensabile che l incarico venga assunto dal coordinatore di classe, ma piuttosto da un docente disponibile e motivato a seguire il percorso; tale docente diventa punto di riferimento per i colleghi del consiglio di classe e deve essere informato in caso di assenze dell alunno, comportamenti scorretti o per qualsiasi altra informazione ritenuta importante. Egli dovrà: comunicare al coordinamento dell Unione Terre d Argine l eventuale mancata frequenza dell alunno e/o le difficoltà riscontrate durante il percorso; predisporre, in accordo con i colleghi e gli educatori obiettivi e argomenti del percorso; partecipare agli incontri di monitoraggio e verifica; curare la comunicazione con i soggetti coinvolti (operatori che svolgono supporto didattico, coordinatori del progetto dell Unione Terre d Argine, famigliari); convocare e incontrare, insieme al coordinatore dell Unione Terre d Argine la famiglia ogni qualvolta ci sia necessità.

7 Progetto Ponte É un intervento realizzato in rete tra la scuola e il Sistema di Istruzione Professionale. Il percorso prevede laboratori professionalizzanti da svolgere 1-2 volte alla settimana presso istituti professionali, allo scopo di rimotivare gli allievi ed aiutarli, con la pratica, a fare delle scelte per l orientamento. Destinatari: percorso rivolto specificatamente agli alunni ripetenti, in uscita dalle scuole medie (classi 3 ). Criteri per l attivazione del progetto L intervento ha uno scopo orientativo. É dunque importante verificare la coerenza tra gli interessi manifestati dagli alunni e i laboratori scelti e che ci sia una reale motivazione/intenzione dei ragazzi a proseguire, dopo la licenza media, nell indirizzo professionale scelto. Il consiglio di classe deve nominare un referente che segua l andamento del percorso; Viene concordato con il consiglio di classe, e con l istituto professionale in cui viene inserito l alunno, un programma di obiettivi ed argomenti che dovranno essere inclusi nel percorso curriculare. Si chiede al consiglio di classe di valorizzare questa esperienza per la sua funzione educativa; Il consiglio di classe e/o il docente referente devono incontrare, prima dell inizio del progetto, l educatore coinvolto nel supporto didattico, allo scopo di definire obiettivi ed argomenti del percorso individualizzato. Le scuole firmano un accordo con gli istituti professionali; La scuola deve coinvolgere la famiglia dell alunno e realizzare un incontro in cui si concorda con essa la possibilità di sperimentare questa azione d inclusione e stipulare, prima dell inizio del percorso, un contratto formativo. É previsto un incontro iniziale di programmazione e uno di monitoraggio a metà percorso (circa mese di Aprile) a cui partecipa il docente referente del progetto. Al termine dell esperienza si svolgerà una verifica insieme a tutti i soggetti coinvolti. Compiti del docente referente: Non è indispensabile che l incarico venga assunto dal coordinatore di classe, ma piuttosto da un docente disponibile e motivato a seguire il percorso; tale docente diventa punto di riferimento per i colleghi del consiglio di classe e deve essere informato in caso assenze dell alunno, comportamenti scorretti o per qualsiasi altra informazione venga ritenuta importante. Egli dovrà: comunicare mensilmente al coordinamento dell Unione Terre d Argine le assenze degli alunni ed eventuali difficoltà riscontrate nel percorso del ragazzo; predisporre, in accordo con i colleghi e gli educatori le schede obiettivi e argomenti; partecipare agli incontri previsti (prima dell avvio del progetto, di monitoraggio a metà percorso e di verifica finale); curare la comunicazione con i soggetti coinvolti (operatori che svolgono supporto didattico, coordinatori del progetto dell Unione Terre d Argine, referente scuola Vallauri); convocare la famiglia per la firma del contratto formativo.

8 CORSI DI FORMAZIONE PER GLI insegnanti SMILE SCHOOL La gestione della disciplina, la definizione regole e del conflitto in classe. In questi ultimi anni tenere la disciplina è un problema crescente per molti docenti. Anche il Ministero della Pubblica Istruzione ha introdotto misure restrittive modificando lo Statuto degli studenti e delle studentesse (D.P.R. n. 235/2007, entrato in vigore il 2 gennaio 2008) per incrementare il ricorso alle sanzioni nei confronti degli alunni indisciplinati, fino a inserire il cinque in condotta (Decreto Ministeriale 16 gennaio 2009, n. 5 e Circolare Ministeriale n. 10 del 23.01.2009). Inoltre, è ormai consolidato che lavorare all interno della classe, per diversi docenti, sia oggi molto più difficile che nei precedenti decenni. Molti insegnanti dichiarano la propria difficoltà nel gestire la dimensione dell autorità: dosandola a volte in modo eccessivo, per condurre la relazione educativa all interno dei binari della direttività, altre volte rinunciando al ruolo, rischiando di scivolare in un accoglienza superficiale dei bisogni dei ragazzi e di sacrificare il percorso di apprendimento e di crescita, pur di salvare il rapporto amicale. Diverse sono le con-cause di queste problematicità: prendendo spunto da questi elementi di criticità, il corso di formazione vuole aiutare i docenti a comprendere i vari fattori che interagiscono fra loro e cercare di trovare le strategie per migliorare la gestione della classe, della disciplina e del conflitto. (24 ore) Per informazioni: REFERENTI DEL PROGETTO: Dott.ssa Rita Andreoli Tel. 059 649713 - rita.andreoli@terredargine.it Dott.ssa Sonia Massidda Tel. 059 649702 - sonia.massidda@terredargine.it Oppure il docente referente della Scuola www.terredargine.it PATTO per la SCUOLA