Gavoi 17/10/2005. A cura del Centro Studi e Ricerche Confesercenti Regionale della Sardegna. In collaborazione con



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Gavoi 17/10/2005 A cura del Centro Studi e Ricerche Confesercenti Regionale della Sardegna In collaborazione con Pag.1 di 31

RAPPORTO SUL TURISMO: ANALISI DEL COMPARTO IN SARDEGNA PER LA STAGIONE 2005 Premessa Come nelle precedenti edizioni (questa è la quinta edizione), anche quest anno il Rapporto sul Turismo 2005 si è sviluppato in tre fasi. Le analisi del comparto sono state effettuate in tre diversi momenti della stagione: la prima nel mese di maggio, analizzando le prenotazioni e le tendenze; la seconda nel mese di luglio, per esaminare lo stato della stagione in corso; infine ad ottobre, a stagione quasi del tutto conclusa, per tirare le somme e analizzare, per quanto possibile con i dati a nostra disposizione, cosa è avvenuto e i risultati economici ottenuti dalle aziende del comparto. Il Rapporto si basa su un modello che prevede di proporre un questionario ad un alto numero di operatori del settore (210), che nella maggior parte dei casi sono gli stessi responsabili della gestione, con l obiettivo di conoscere non solo l andamento dei flussi turistici ma anche altre informazioni più dettagliate sulle problematiche particolari delle aziende turistiche, del contesto territoriale, della qualità delle strutture e dei servizi forniti, etc. Si tratta di un questionario standardizzato, al quale vengono applicate delle variabili dell anno di pertinenza, comunque studiato per poterlo confrontare, nelle diverse fasi dell analisi in corso, con i risultati dell anno precedente. Pag.2 di 31

Durante la stagione, la previsione sui flussi turistici è risultato essere uno strumento informativo fondamentale per gli operatori privati e pubblici, non solo per fare una valutazione sull andamento della stagione, ma anche e soprattutto per intervenire, anche durante la stagione, sull evoluzione della domanda e dell offerta turistica. Avere queste informazioni significa avere una conoscenza dettagliata sul prodotto turistico in modo da poterne programmare lo sviluppo e sfruttare in modo pieno tutte le sue potenzialità. Per questo tutti gli anni la Confesercenti elabora, prima, durante e a fine stagione, uno studio e una serie di indagini presso le strutture turistiche per capire l evoluzione della stagione e fornire agli operatori strumenti in grado di conoscere tempestivamente l andamento della stessa e adottare correttivi in tempo reale, ove fosse possibile, per modificare le tendenze in atto. È un lavoro complesso che impegna la struttura per diversi periodi nei mesi dell anno. Uno studio preliminare che attraverso una indagine conoscitiva effettuata direttamente tra gli operatori consente di avere lo stato di salute del settore, anche in termini di prospettive e di previsioni, negative o positive, per la stagione in corso. Il presente rapporto si basa su un indagine svolta telefonicamente su un campione 210 imprese appartenenti al comparto del turismo, rappresentanti circa il 30% dell intero comparto alberghiero ed extra alberghiero, distribuite su tutto il territorio regionale. Oltre alle imprese nelle zone marino-balneari, si sono intervistate anche alcune strutture situate nelle zone interne del territorio sardo, per avere idea della stagione anche sul fronte del turismo interno, che proprio quest anno è oggetto di approfondimento per cercare di capirne le potenzialità e svilupparne il più possibile le capacità di sviluppo. Pag.3 di 31

Dimensione dell offerta turistico ricettiva Anche se l osservazione ha compreso, come sopra evidenziato, alcune strutture delle zone interne, il sistema turistico regionale si presenta, comunque basato, quasi totalmente sull offerta di servizi turistici legati all attività marino balneare. L offerta ricettiva alberghiera ed extra alberghiera (residence, campeggi, etc.) è costituita da 1.423 strutture 1, distribuite per la maggior parte lungo le coste della Sardegna. La ricettività alberghiera conta 790 strutture con un totale di posti letto disponibili pari a circa 83.000; le restanti strutture extra alberghiere (campings, residences, bed & breakfast, locande, ostelli per la gioventù) sono 294 per un totale di posti letto pari a circa 66.000 a questa si somma l ulteriore ricettività dei B&B (800 circa) e delle strutture agrituristiche autorizzate (circa 514) e delle seconde case regolarmente affittate per una totalità di circa 80.000 posti letto. La tipologia di queste strutture alberghiere è varia, ma non tanto da adattarsi appieno alle richieste diversificate degli utenti finali. Per numero di esercizi, la ricettività alberghiera sarda costituisce circa il 2,3% di quella nazionale, mentre il numero dei posti letto rappresenta il 4,3% del totale nazionale. La quota di strutture ricettive regionali è pari a 0,4 ogni mille abitanti (la media nazionale è 0,6); mentre mediamente ogni albergo ha 45 camere (28 in campo nazionale). Un altro dato degno di nota è il numero di posti letto: in Sardegna ce ne sono circa 40,6 ogni 1000 abitanti. I flussi dei turisti entrano in Sardegna dalle zone di Cagliari, Olbia e Alghero Porto Torres, dove la presenza dei terminal portuali e aeroportuali permettono l ingresso all Isola. In alcune aree molto vicine a questi poli di riferimento l offerta diventa sempre più articolata e diversificata, anche se la quasi totalità di questa offerta riguarda il turismo balneare. 1 Fonte: Crenos Fondazione Banco di Sardegna: 11 Rapporto sull economia della Sardegna Pag.4 di 31

Un altro punto da evidenziare è quello che riguarda il settore diportistico, che in Sardegna può contare su una capacità di accoglienza che è cresciuta in un anno da 14.000 a 17.000 posti barca, tra attracchi pubblici e privati, che però stenta a decollare. Da questi dati si evidenziano immediatamente diversi elementi: nonostante una buona capacità ricettiva, vi è un certo sottoutilizzo delle strutture alberghiere, in quanto il turismo si concentra soltanto in pochi mesi estivi. Un altro dato che influenza negativamente l attività delle strutture ricettive in Sardegna è determinato dalla forte capacità e concorrenza messa in essere dalle seconde case. Quantificare la capacità ricettiva di questo mondo sommerso è praticamente impossibile, ma sicuramente rappresenta una forte offerta per i turisti che arrivano in Sardegna e che vedono in questo tipo di proposta una sistemazione più economica per il periodo di permanenza sul suolo isolano. Un dato abbastanza attendibile riguarda il numero dei posti letto nelle seconde case che raggiungerebbero le 500.000 unità, pari quindi a due volte e mezzo i posti letto disponibili presso le strutture ricettive ufficiali presenti nell Isola. La tipologia ricettiva che risulta più dinamica in questi anni è stata quella del bed&breakfast. Le maggiori difficoltà si manifestano nell offerta campeggistica. Attualmente il numero dei B&B è di circa 800 attività in tutta la Sardegna. Le attività alberghiere sono presenti per circa il 50% nella provincia di Sassari; nelle province di Cagliari e Nuoro troviamo rispettivamente il 29% e il 21% delle attività alberghiere; nella provincia di Oristano troviamo solo il 3% dell universo alberghiero sardo, tendente tra l altro a diminuire. Pag.5 di 31

Percentuali quasi simili si riscontrano anche per quanto riguarda l attività extra-alberghiera: infatti in provincia di Sassari ne abbiamo circa il 48%, il 20% nella provincia di Cagliari, il 25% in quella di Nuoro e, fanalino di coda, Oristano con il 7%. Oltre il 90% dell offerta turistica isolana è rappresentato dalle categorie di strutture che offrono servizi medio alti (alberghi a tre o quattro stelle), quasi tutti ubicati nella fascia costiera delle zone del nord est isolano (Olbia, Arzachena, Palau, La Maddalena), nel Nord Ovest (Alghero, Stintino) e nel sud Sardegna (Villasimius, Muravera, Pula, Cagliari, Teulada) e Centro Orientale (Orosei e Dorgali). Un particolare significativo della struttura ricettiva della provincia di Nuoro è che circa il 20% degli operatori alberghieri è localizzato nell area interna (Barbagia e Ogliastra). Nessuna variazione si è avuta negli alberghi di lusso a 5 stelle (12 alberghi), localizzati in gran parte nella zona nord est Sardegna, 3 nella provincia di Cagliari (zona di Pula Santa Margherita) e una a Nuoro. Le strutture a tre stelle rappresentano circa il 70% degli esercizi alberghieri, mentre quelli a quattro stelle rappresentano circa il 15%. Le attività ricettive di qualità inferiore (una o due stelle) sono circa il 24% del totale. Pag.6 di 31

STAGIONE TURISTICA 2005 ANALISI DEI FLUSSI Come detto sopra, per svolgere l indagine è stato intervistato un campione rappresentativo di imprese turistiche pari al 30% dell intero universo alberghiero sardo. Sono state poste domande riferite in particolare ai flussi stagionali: dalle variazioni dei flussi alla presenza degli stranieri. Si è inoltre data la possibilità di far parlare gli operatori, cercando di mettere in luce tutti i problemi che toccano da vicino la loro attività. Di tali dichiarazioni si farà menzione in chiusura dell indagine. La ricerca e l analisi si basa su una indagine conoscitiva tendente a ottenere informazioni più uniformi e attendibili possibile, al fine di verificare l evoluzione della domanda negli ultimi due anni facendo un raffronto diretto. Il questionario è stato costruito in modo da intercettare l articolazione per localizzazione territoriale, per categorie e per tipologia ricettiva (alberghiero e extra alberghiero). Gli intervistati sono stati invitati telefonicamente a rispondere sulle varie questioni formulate e ad esprimere le loro previsioni e valutazioni sulla situazione locale del turismo e, più in generale, sulla situazione dell andamento economico rispetto al quadro nazionale e internazionale. Il rapporto di collaborazione ormai consolidato negli anni consente di trovare ampia disponibilità a fornire opinioni e notizie. Gli operatori in generale hanno una opinione pessimistica sullo sviluppo del comparto e temono che, sia la situazione locale che quella nazionale di crisi economica e di stagnazione dei consumi, influisca negativamente sullo Pag.7 di 31

sviluppo del turismo. Anche la situazione internazionale sia politica che economica viene vissuta con preoccupazione. In generale, tranne qualche piccola difficoltà, tutti gli operatori intervistai hanno fornito risposte importanti per l indagine, dimostrando ampia collaborazione e disponibilità ad interagire con i temi oggetto di studio e approfondimento. Pag.8 di 31

Tab.1: - Risultato della stagione turistica CA SS NU OR SARDEGNA SARDEGNA 2005 2004 Ottima 13% 10% 20% 0 11% 8% Discreta 58% 47% 50% 32% 47% 37% Sufficiente 26% 30% 14% 58% 32% 29% insufficiente 3% 13% 16% 10% 10% 26% Totale 100% 100% 100% 100% 100% 100% La tabella n. 1 evidenzia il risultato della stagione turistica appena conclusa. Dai dati fornitici dagli operatori del settore, in generale, possiamo affermare che, rispetto alle previsioni e alle aspettative, i mesi di agosto e settembre si sono rivelati trainanti per la stagione, ma questa non è una novità. Il dato globale riferito all intero contesto isolano sottolinea una leggera ripresa della stagione dovuta, come detto sopra, al pienone registrato nei mesi di agosto e settembre. Infatti, il 47% del campione definisce la stagione discreta, il 32% la considera sufficiente, il 10% insufficiente, mentre solo l 11% la definisce ottima. Scomponendo il dato per singola provincia il risultato non è molto differente. Infatti, in Provincia di Cagliari il 58% del campione afferma di aver avuto una stagione discreta, contro un 3% che attesta il contrario. In Provincia di Sassari la maggior parte degli operatori possono considerare la stagione discreta (47%), mentre per il 13% è stata insufficiente. Non và poi tanto male neanche in Provincia di Oristano dove il 58% del campione ha dichiarato di Pag.9 di 31

aver avuto una stagione turistica sufficiente, mentre nessuno l ha definita ottima. In Provincia di Nuoro la situazione non cambia, infatti il 14% del campione ha definito la stagione turistica sufficiente, mentre il 20% l ha definita ottima. In termini più precisi, possiamo affermare che, la stagione è stata giudicata dal 90% del campione (ottima discreta sufficiente) in modo tutto sommato positivo, seppure la valutazione viene riferita al 2004 che è stato un anno non certo esaltante. Tab.2: - Durata della stagione turistica CA SS NU OR SARDEGNA 2005 SARDEGNA 2004 3 mesi 29% 20% 37% 63% 37% 32% 4/6 mesi 48% 50% 50% 32% 45% 46% Più di 6 mesi 23% 30% 13% 5% 18% 22% Totale 100% 100% 100% 100% 100% 100% Dall osservazione della tabella n. 2 vediamo che esaminando il dato a livello regionale purtroppo, ancora troppi operatori (il 37% del totale) hanno una stagione che dura circa tre mesi, corrispondenti al periodo estivo. Mentre il 45% afferma che la durata della stagione è stata di 4/6 mesi e solo il 18% afferma di avere una stagione che dura più di sei mesi. Analizzando il dato per provincia, mentre nelle province di Cagliari, Sassari e Nuoro le percentuali degli intervistati con una stagione pari a tre mesi varia dal 29% al 37%, in provincia di Oristano la percentuale sale al 63%. Un Pag.10 di 31

altro dato che si osserva subito è che sono sempre troppo poche le aziende turistiche che hanno una stagione superiore ai sei mesi, si veda il 5% in Provincia di Oristano e il 13% in Provincia di Nuoro, quindi incapaci di offrire un tipo di turismo che va al di la del marino-balneare. La provincia che ha una stagione turistica più lunga è quella di Sassari con il 30% del campione che afferma di avere una stagione che dura più di sei mesi, questo anche grazie alle compagnie Low Cost che fanno transitare più turisti in tutti i periodi dell anno. Se confrontiamo il dato con quello rilevato nel 2004 possiamo rilevare una certa stabilità, infatti anche l anno passato la maggior parte degli operatori affermava di avere una stagione turistica concentrata quasi esclusivamente nei tre mesi estivi con una media regionale del 32%. Quest anno la durata è stata lievemente inferiore, complici le condizioni metereologiche che non hanno favorito la stagione marino balneare. Purtroppo, questo dato non può essere letto come dato positivo, se si considera che il comparto in oggetto dovrebbe essere il volano dell economia regionale e dovrebbe lavorare a pieno ritmo per almeno 8/10 mesi. Tab.3: - Variazione periodo di apertura attività turistiche (ultimo triennio) CA SS NU OR SARDEGNA 2005 SARDEGNA 2004 allungato 19% 7% 40% 11% 19% 19% ridotto 7% 20% 7% 11% 11% 6% inalterato 74% 73% 53% 78% 70% 75% Totale 100% 100% 100% 100% 100% 100% Pag.11 di 31

I dati contenuti dalla tabella n. 3 sono di fondamentale importanza per la percezione dello sviluppo del sistema turistico. In questa tabella abbiamo sintetizzato l evoluzione dell allungamento della stagione turistica facendo riferimento all ultimo triennio. I dati non sono confortanti, solo il 19% sostiene di aver allungato il periodo di apertura dell attività (il dato è uguale a quello fatto registrare nel 2004), mentre il 70% afferma di non aver avuto variazioni. Questo ci porta ha fare una riflessione molto importante per lo sviluppo del comparto nel suo complesso. Infatti è evidente che la stagione turistica, (come evidenziato anche nella tabella n. 2) è legata esclusivamente al turismo marino balneare che si concentra nei 3/4 mesi estivi e che il turismo legato alle tradizioni, quello enogastronomico, archeologico e culturale in generale stenta a decollare. Esaminando il dato per provincia la situazione non cambia. Infatti, da Cagliari ad Oristano la percentuale di attività turistiche che, nell ultimo triennio non ha modificato il periodo di apertura, varia dal 74% al 78%. La Provincia che ha avuto una variazione più positiva della stagione è quella di Nuoro con un 20% del campione che ha affermato di aver avuto un allungamento della stagione turistica. Tab.4: Variazioni dei flussi turistici CA SS NU OR SARDEGNA 2005 SARDEGNA 2004 Aumentati 19% 10% 40% 5% 19% 15% Diminuiti 39% 43% 0 16% 24% 42% Stabili 42% 47% 60% 79% 57% 43% Totale 100% 100% 100% 100% 100% 100% Pag.12 di 31

Dalla tabella 4, osservando il dato generale si evince che l andamento dei flussi hanno registrato una minore flessione rispetto all anno passato. Infatti, il 24% del campione intervistato (dato regionale) afferma che quest anno i flussi turistici sono diminuiti, contro un 57% che attesta di aver rilevato una certa stabilità, mentre, solo un 19% ha avuto un aumento di presenze. Osservando il dato disaggregato per provincia si rileva la stessa tendenza. Infatti, da Cagliari ad Oristano, la maggior parte del campione intervistato, ha rilevato una certa stabilità dei flussi (42%, 47%, 60%, 79%). In provincia di Nuoro si riscontra la percentuale più alta di operatori che sostengono di aver avuto un aumento di presenze con un +40%, mentre sembra che sia in caduta libera quella di Oristano con un blando +5%. Tab.5: - Nazionalità dei clienti CA SS NU OR SARDEGNA SARDEGNA 2005 2004 Italiani 60% 40% 50% 50% 50% 65% Stranieri 40% 60% 50% 50% 50% 35% Totale 100% 100% 100% 100% 100% 100% Il dato che emerge dalla sintesi della tabella n. 5 è molto interessante. Infatti, se fino all anno scorso avevamo una prevalenza di turisti di nazionalità italiana rispetto agli stranieri (65% - 35%), quest anno si è verificato un centro allineamento (50% - 50%). Il dato aggregato e quello diviso per singola Provincia risulta pressoché identico. Pag.13 di 31

Questa variazione è attribuibile in primo luogo alla sempre maggiore importanza dei voli Low Cost, che fanno arrivare un gran numero di turisti stranieri in tutti i periodi dell anno e in secondo luogo, al contemporaneo standby degli italiani che hanno rallentato sia il periodo che la durata della vacanza. Tab.6: - Sviluppo Turistico e Continuità Territoriale CA SS NU OR SARDEGNA Positivamente 19% 23% 80% 53% 44% Negativamente 32% 20% 3% 5% 15% Non so 49% 57% 17% 42% 41% Totale 100% 100% 100% 100% 100% La lettura della tabella in oggetto mostra il collegamento tra due variabili: lo sviluppo del turismo e la continuità territoriale. Il nostro interesse al quesito è stato dettato dal luogo comune in Sardegna costa più il viaggio che la vacanza. Abbiamo voluto chiedere agli operatori turistici se la continuità territoriale, così come articolata, influisca sullo sviluppo del sistema turistico e in che modo. Dalle risposte degli operatori emergono due fattori rilevanti che scaturiscono dai risultati ottenuti. Infatti il 44% degli operatori intervistati ha sostenuto che la continuità territoriale così come articolata è positiva per lo sviluppo del turismo, mentre il 41% non ha idea di come o se la continuità territoriale possa essere proiettata e influisca sul Turismo. Pag.14 di 31

Da questi dati le considerazioni che possiamo trarre non sono proprio positive e evidenziano un certo grado di disinformazione e di scarso collegamento con le variabili che si intrecciano e concorrono allo sviluppo del comparto. Infatti, la continuità territoriale, così come articolata ora, è in primo luogo solo per i residenti, per cui non fruibile da parte dei turisti che arrivano dalla penisola e dall estero; in secondo luogo sta creando una sorta di effetto boomerang che penalizza, con costi più alti dei biglietti, coloro che non possono usufruire di questa possibilità. Tab.7: Collegamento dell attività con i terminal Portuali e Aeroportuali (mezzi pubblici) CA SS NU OR SARDEGNA si 23% 50% 53% 37% 41% no 77% 50% 47% 63% 59% Totale 100% 100% 100% 100% 100% Un nodo fondamentale per lo sviluppo del sistema turistico nel suo complesso è attribuibile all inefficienza del sistema dei trasporti. Ci si lamenta spesso per il costo dei trasporti, eccessivamente elevato rispetto ad altre mete europee, che rende le nostre località proibitive per la massa o degli scarsi collegamenti tra le zone di vacanza e le porte d accesso all Isola. Analizzando la tabella n. 7 il dato aggregato evidenzia che il 59% degli operatori ha risposto che la sua attività non è collegata ai terminal portuali e aeroportuali da mezzi pubblici, mentre il 41% sostiene di si. Pag.15 di 31

Se scomponiamo il dato per provincia le proporzioni sono pressoché identiche con percentuali che variano dal 77% al 47%. La Provincia che sostiene di aver maggiori collegamenti pubblici con porti e aeroporti è quella di Nuoro (53%), fanalino di coda quella di Cagliari (23%). Tab.8: - Livello occupazionale nelle strutture ricettive CA SS NU OR SARDEGNA Aumentato 32% 17% 23% 0 18% Diminuito 10% 20% 0 5% 9% Stabile 58% 63% 77% 95% 73% Totale 100% 100% 100% 100% 100% La tabella n. 8 evidenzia la situazione occupazionale delle nostre strutture ricettive. Analizzando la tabella osserviamo che nel mondo della nostra impresa turistica regna una certa stabilità; infatti il 73% del campione intervistato, a livello regionale, afferma di non aver modificato la propria forza lavoro rispetto alla stagione precedente, contro un 18% che dice di aver assunto nuovi dipendenti e il 9% che ha diminuito il personale. Analizzando il dato a livello provinciale osserviamo che la situazione di maggior stabilità la si riscontra nella provincia di Oristano, dove il 95% del campione afferma di non aver variato la propria forza lavoro. La provincia dove, invece, si registra un maggior incremento degli occupati è quella di Cagliari nella quale il 32% del campione Pag.16 di 31

ha visto crescere la propria forza lavoro rispetto alla stagione precedente, contro il 58% che la ha tenuta stabile e il 10% che afferma di averla diminuita. Tab.9: - Conoscenza dei sistemi turistici locali CA SS NU OR SARDEGNA Si 35% 37% 63% 37% 43% No 65% 63% 37% 63% 57% Totale 100% 100% 100% 100% 100% Tab.10: - Interesse alla partecipazione ai sistemi turistici locali (per chi ha risposto si alla domanda precedente) CA SS NU OR SARDEGNA Si 70% 70% 36% 37% 53% No 10% 20% 23% 37% 22% Non so 20% 10% 41% 26% 25% Totale 100% 100% 100% 100% 100% Abbiamo chiesto agli operatori turistici qual è il loro grado di informazione relativamente ai sistemi turistici locali, argomento di grande attualità. Dall esame delle tabelle 9 e 10 si nota che, intanto vi è poca chiarezza e poca Pag.17 di 31

informazione sull esistenza degli STL e, anche laddove se ne conosce l esistenza, non sempre se ne capisce l importanza. Analizzando i dati a livello regionale vediamo infatti che solo il 43% degli operatori intervistati sa cosa sono gli STL o, almeno, ne ha sentito parlare, contro il 57% che non ha idea di cosa sia. Le province meno informate risultano quelle di Cagliari, Sassari e Oristano, mentre nella provincia di Nuoro il 63% del campione afferma di conoscere gli STL. In riferimento alla partecipazione degli operatori ai sistemi turistici locali, osserviamo che, a livello regionale, solo il 53% degli intervistati ha manifestato interesse a entrare a fare parte di questi organismi, mentre il 22% del campione, nonostante ne conosca l esistenza, giudica non utile farne parte. Il 25% degli intervistati non esprime alcuna opinione. Analizzando il dato a livello provinciale vediamo che nelle province di Cagliari e Sassari il 70% del campione intervistato ritiene importante la partecipazione agli STL, mentre nelle province di Nuoro e Oristano il dato si riduce rispettivamente al 36% e al 37%. Pag.18 di 31

Tab.11: - sistemi di marketing e promozione delle aziende (risposte multiple) CA SS NU OR SARDEGNA Tour operator 23% 30% 24% 20% 24% Fiere 15% 19% 14% 10% 15% Siti internet 29% 29% 25% 27% 28% Pubblicità varie 32% 22% 36% 43% 32% Altro 1% 0 1% 0 1% Totale 100% 100% 100% 100% 100% Dalla tabella n. 11 si evidenzia che, soprattutto a livello regionale, non vi è molta organizzazione in riferimento alle strategie di marketing e pubblicità da adottare. Infatti, dall esame della tabella, risulta che il 32% del campione intervistato ricorre per far conoscere la propria attività a sistemi di pubblicità vari e generali; il 24% degli operatori fa riferimento ai tour operator, grazie ai quali riescono a coprire la maggior parte della stagione. Intervengono inoltre alle fiere del settore turistico (15%) alle quali però troppo spesso si presentano senza una organizzazione di livello superiore in grado di dare maggiore visibilità alle loro iniziative. Ormai moltissimi hanno il loro sito internet (28%) grazie al quale sono in grado di far apprezzare la loro offerta turistica, anche tramite il loro inserimento nei portali di riferimento per il turismo sardo. Pag.19 di 31

Tab.12: allungamento della stagione turistica CA SS NU OR SARDEGNA Favorevole 97% 93% 100% 95% 96% Contrario 3% 7% 0 5% 4% Totale 100% 100% 100% 100% 100% La tabella n. 12 ha come riferimento una domanda volutamente provocatoria. Infatti abbiamo voluto chiedere agli operatori cosa pensavano dell allungamento della stagione turistica e, nel caso si riuscisse a portare i turisti nei mesi di spalla, se fossero favorevoli a tenere aperta la loro struttura. Dall analisi della tabella si nota che la quasi totalità del campione intervistato capisce l importanza economica e sociale dell allungamento della stagione e, anzi, ne auspica la riuscita. È curioso osservare che, a livello regionale, il 4% degli intervistati non sono d accordo con l incremento temporale della stagione turistica, adducendo il fatto che per loro è sufficiente tenere aperto pochi mesi. Ovviamente, coloro che sono d accordo con l allungamento della stagione sono anche disponibili a tenere aperta la loro attività ricettiva anche nei mesi di spalla, sempre che, hanno riferito, il ritorno economico sia tale da valerne la pena. Pag.20 di 31

Tab.13: - azioni necessarie per l allungamento della stagione turistica (più risposte) CA SS NU OR SARDEGNA Promozione della Sardegna nel nord Europa 21% 22% 29% 26% 25% Sviluppare il turismo ambientale e culturale 22% 25% 28% 36% 28% Sviluppare i voli low cost 34% 30% 20% 22% 27% Sviluppare il marketing turistico 23% 23% 23% 16% 20% Totale 100% 100% 100% 100% 100% Il campione intervistato vede, tra le azioni necessarie per l allungamento della stagione turistica, lo sviluppo delle azioni mirate all incremento del turismo definito culturale, fatto di eventi, mostre, iniziative volte a promuovere le bellezze della cultura e della tradizione isolana. Ma non solo: anche l incremento dei voli low cost è visto come una buona opportunità di sviluppo per il comparto in questione. Infatti il 27% del campione sostiene che un incremento di tali voli porterebbe una maggiore presenza turistica, anche al di fuori dei mesi estivi. Osservando i dati a livello provinciale, vediamo che, grosso modo, le percentuali delle risposte si equivalgono in tutte e quattro le province, con delle punte su Cagliari per quanto riguarda i voli low cost (34%) e Oristano per quanto riguarda lo sviluppo del turismo culturale e ambientale (36%). Pag.21 di 31

Tab.14: - Grado di soddisfazione per la politica regionale per il turismo CA SS NU OR SARDEGNA Soddisfatto 16% 20% 27% 26% 22% Non soddisfatto 74% 70% 20% 26% 48% Non so 10% 10% 53% 48% 30% Totale 100% 100% 100% 100% 100% Dalla tabella 14, analizzando il dato a livello regionale, viene fuori una situazione poco felice, in riferimento alla politica regionale di sviluppo del settore turistico: la maggior parte degli operatori intervistati (48%) non è contento affatto dell attività della Regione per lo sviluppo del comparto e il 30% non si esprime, non avendo neppure cognizione delle azioni intraprese dall Amministrazione. Solo il 22% del campione intervistato si ritiene soddisfatto. A livello provinciale però, troviamo situazioni molto diverse a seconda dei territori esaminati. Infatti mentre nel cagliaritano e nel sassarese i non soddisfatti sono circa il 70% del campione, nelle altre due province la percentuale scende intorno al 20%. Per quanto riguarda invece coloro che non si esprimono, nelle prime due province la percentuale è al 10% mentre nelle altre due è tra il 48% e il 53%. Ciò può voler dire che, in fondo, ci può essere stata una scarsa attività di informazione e di attenzione nelle province di Nuoro e Oristano, mentre le attività intervistate nelle province di Cagliari e Sassari risultano essere più attente. Pag.22 di 31

CONCLUSIONI Quest anno la stagione turistica, ancora una volta, si conferma quasi totalmente posizionata sul turismo marinobalneare. Da alcuni decenni, nonostante le dichiarazioni che negli anni sono state effettuate dai rappresentanti politici del comparto, tutto si concentra nei pochi mesi estivi senza determinare consistenti variazioni dei flussi verso i cosi detti mesi di spalla. Nella prima fase di analisi la stagione ha fatto registrare una situazione incerta, con giugno abbastanza buono, in termini di presenze, seguito dal mese di luglio in calo, recuperando poi nel mese di agosto e di una piccola parte di settembre. I motivi del non incremento delle prenotazioni possono essere diversi: in primo luogo il fatto che, a differenza delle passate stagioni, le condizioni climatiche stanno, purtroppo, variando anche in Sardegna, dove spesso assistiamo a stagioni estive turbate dal cattivo tempo. In secondo luogo, è da mettere in risalto il fatto che vi sono località turistiche nel Mediterraneo che offrono servizi e zone altrettanto belle a prezzi inferiori ai nostri: la Sardegna continua a rimanere una regione di forte interesse ma cara da visitare e quindi non alla portata di molti. Insieme a queste ragioni è opportuno però far rilevare che oggi sempre meno gente prenota con molti mesi d anticipo: il turista ha cambiato abitudini ed è portato a prenotare all ultimo momento (soprattutto gli italiani); il sistema dei last minute ha conquistato una fetta di mercato rilevante, per cui molte volte ci troviamo di fronte a situazioni nelle quali le prenotazioni vengono effettuate la settimana prima della partenza e quindi le strutture ricettive si riempiono solamente all ultimo minuto. Il sistema dei last minute è molto utilizzato perché consente al turista di Pag.23 di 31

poter scegliere fino all ultimo momento la meta delle proprie vacanze, risparmiando, peraltro anche un bel po di soldi. Non va trascurato neppure l elemento di incertezza della situazione internazionale e del clima di paura e sfiducia creatosi con il terrorismo. Inoltre benzina, tariffe e prezzi in aumento hanno colpito gli italiani ancora prima di andare in vacanza, frenando ulteriormente il flusso turistico. Le carenze strutturali continuano ad essere uno degli elementi frenanti dello sviluppo turistico in Sardegna. La maggior parte degli operatori si è lamentata del fatto che non è pensabile che ci possa essere un maggior sviluppo del comparto in zone come quella di Villasimius e Costa Rey se per arrivare da Cagliari occorre fare più di un ora di auto e, se non si ha l auto, occorre stare ad aspettare autobus spesso pieni che non riescono a soddisfare l enorme richiesta dei passeggeri del periodo estivo. Non a caso un consistente numero di operatori indica quale intervento prioritario la creazione o il miglioramento dei collegamenti di Porti e aeroporti e l intero territorio Isolano. La stessa continuità territoriale, in particolare la sua estensione agli altri scali, oltre a quelli di Roma e Milano, raccoglie circa il 90% dei consensi. Il turista si muove nel mondo per tante ragioni (per divertimento, per rilassarsi e riposarsi, per attività sportive e culturali, per visitare città e luoghi e per tanti altri motivi) ma, sempre più comunque, lo spinge la matrice culturale del luogo turistico visitato che offre qualcosa di specifico e di particolare che va oltre il sole e il mare. Su questo terreno non pare che in Sardegna si stiano facendo passi in avanti significativi essendo il nostro turismo ancora basato sul binomio sole-mare con incostanti iniziative tendenti a costruire una più vasta e articolata strategia per la valorizzazione dell offerta turistica basata su un modello turistico di più ampio respiro territoriale, in grado di determinare un diffuso sviluppo socio economico di tutta la regione. Pag.24 di 31

L obiettivo di ampliare consistentemente la presenza dei vacanzieri anche nei mesi di luglio e agosto resta un fine da raggiungere su cui si è prodotto ben poco. Investire cospicuamente in termini di risorse finanziarie e umane puntando al turismo di qualità e che valorizzi tutto il patrimonio storico, archeologico e ambientale. Il turismo balneare e quello culturale e ambientale possono essere le carte vincenti sulle quali puntare per un nuovo modello turistico anche al fine di allungare la stagione. Programmazione, progetti, investimenti e formazione devono essere gli obiettivi a cui mirare senza tentennamenti per il turismo del futuro. Ancora si attende l emanazione della legge regionale sul turismo per indicare concretamente le norme e le direttrici dello sviluppo del comparto che dovrà diventare il volano per tutta l economia sarda. La costruzione del sistema turistico sardo e i sistemi turistici locali sono l asse portante per uno sviluppo turistico integrato e diffuso che coinvolga l intera filiera turistica e tutte le imprese interessate: imprese artigiane, agricole e dei servizi (ristorazione, trasporti, cultura e divertimento). Dall analisi è emersa una scarsa conoscenza di questo strumento il che fa sospettare che sul piano della concretezza ci sia ancora molto da fare e che il processo può essere più difficile e complicato di quanto non appaia. Lo strumento del sistema turistico locale o distretto è infatti strategico anche per realizzare l obiettivo fondamentale: l allungamento della stagione turistica ad almeno otto mesi l anno. Senza la creazione dei distretti turistici, senza il potenziamento delle infrastrutture, senza la qualificazione dell offerta turistica e la sua promozione, sarà impossibile fare del turismo il comparto centrale dello sviluppo. Pag.25 di 31

Una forte accelerazione dello sviluppo turistico è strettamente legata all organizzazione distrettuale che in Sardegna non c è ne nella cultura dell imprenditore, ne in quella politica. Occorre un progetto generale di riforma e di programmazione dello sviluppo del comparto, accompagnato e guidato dallo strumento legislativo e ordinativo del turismo (legge regionale del turismo). Dal punto di vista economico il turismo determina uno scarso sviluppo economico indotto, in quanto sfrutta solo marginalmente le produzioni locali e non determina ricadute dirette negli altri settori produttivi. La mancanza dell Osservatorio Regionale non consente di monitorare i flussi turistici ne di avere le informazioni specifiche riguardanti il comparto nel suo complesso, anche al fine di adottare azioni, piani di sviluppo e di marketing. L assenza di un unico soggetto in capo al quale attribuire la promozione del prodotto turistico sardo, oggi frantumato in tanti enti (enti regionali, comuni, operatori privati, consorzi, etc.) non consente di svolgere una efficace e incisiva promozione del comparto. La stagione turistica può essere considerata chiusa con un risultato non omogeneo nelle varie realtà turistiche, anche se, nel complesso, il segno negativo non è stato così pesante come si poteva prospettare alla fine di luglio. Nel contesto regionale il comparto alberghiero si dimostra quello più robusto e dinamico, in continuo miglioramento qualitativo sia dal punto di vista strutturale che dei servizi offerti e in grado di resistere alla crisi in atto che ormai diventa ogni anno più preoccupante. Si distingue, più delle altre zone, il Nord Sardegna, la Gallura e la Costa algherese. Bene anche la performance del sud Sardegna, dove i poli di Pula e Villasimius fanno i migliori risultati. Male l Oristanese e la costa del Sulcis Iglesiente. Difficoltà e debolezza nel Nuorese e vanno meglio le strutture Pag.26 di 31

della costa ogliastrina. Continua lo sviluppo e il processo di potenziamento dell offerta di nuove tipologie ricettive (agriturismo e B&B) già iniziata alcuni anni fa. Perdono terreno e presentano difficoltà le strutture a una e due stelle. La componente turistica italiana conferma la sua crescita anche quest anno mentre si perdono fette di turismo internazionale, proiettato su altre mete più concorrenziali in termini di qualità e di costi. Le mete della Croazia, della Grecia, della Spagna, della Tunisia e dell Egitto sono le concorrenti dirette e le più agguerrite del nostro turismo. Anche i voli low cost stentano a dare i risultati sperati. Il loro sviluppo deve passare attraverso un modello di pacchetti turistici organizzati che faccia diventare anche questo segmento un vero volano di sviluppo turistico. I flussi apportati da questo tipo di voli sono formati da turisti che volano a pochi euro. Il problema dei servizi turistici troppo cari se non organizzati potrebbero creare problemi al territorio piuttosto che aggiungere valuta pregiata. L Italia è cara e la Sardegna lo è ancora di più. Bisogna pensare a sviluppare il sistema turistico sardo per uscire dalla logica individualista nella quale ciascuno pensa di poter essere più bravo dell altro. Il sistema turistico locale, che mette insieme pubblico e privato in una logica di rete e di valorizzazione del complesso delle risorse turistiche, culturali, ambientali, etc. è la formula vincente per il turismo futuro. La prospettiva per il turismo si ripresenta difficile, a forte rischio di perdere ulteriori quote di mercato. Continueremo a perdere terreno soprattutto per la concorrenza di paesi come Spagna, Portogallo, Turchia e Tunisia che offrono opportunità nettamente migliori con un sistema ricettivo qualitativamente alto e prezzi contenuti. Bisogna puntare, in attesa dei nuovi modelli e di aver portato a compimento le riforme del sistema, alla promozione del nostro turismo. Il rischio può essere di andare fuori mercato. Bisogna superare in fretta il blocco e Pag.27 di 31

intraprendere azioni di promozione e di marketing del turismo sardo per sostenerne lo sviluppo sui mercati nazionali e internazionali. La Sardegna è strutturalmente cara, oltre che mancante di un prodotto turistico ben organizzato territorialmente in rapporto a ciò che offre. Sono costosi i trasporti e sono cari alberghi e ristoranti. Bisogna rinnovare e ristrutturare le nostre reti di comunicazione stradale, ferroviaria, porti e aeroporti e creare le attività di assistenza, accoglienza e informazione del turista. La realtà e la prospettiva fanno emergere un trend calante per il turismo isolano. Questo è il terzo anno che si sta registrando un numero inferiore di presenze (sensibilmente diminuite soprattutto nell ultima stagione), che ha dato un contraccolpo alle buone performance degli anni precedenti. Occorre urgentemente sciogliere alcune questioni strategiche che elenchiamo da tempo: 1. informazioni e dati: nel turismo sono carenti o inesistenti. Per fare un efficace politica sul turismo bisogna conoscere gli aspetti quantitativi e qualitativi, anche al fine di effettuare un efficace gestione delle strutture. 2. marketing e promozione: da anni non svolgiamo una efficace promozione del prodotto turistico sardo. È necessario creare un soggetto efficiente che promuova il prodotto e i servizi del turismo, armonizzando le varie spinte pubbliche (comuni) e private (aziende). 3. il prodotto turistico: bisogna valorizzare, partendo dalla risorsa attrattiva che in Sardegna è il mare, le altre risorse ambientali, culturali, archeologiche, promuovendole a livello nazionale e internazionale. 4. investimenti: è necessario investire nel miglioramento della rete infrastrutturale dei trasporti pubblici, delle comunicazioni e dei servizi (informazioni al turista, assistenza, accoglienza etc.). Sarebbe opportuno, inoltre, Pag.28 di 31

migliorare i servizi complementari quali il commercio, la ristorazione, l artigianato, l agroalimentare, affinché si crei un indotto complessivo che possa coinvolgere l economia isolana, aiutandola ad uscire dalla fase di stallo e recessione in cui si trova ormai da troppo tempo. 5. Formazione: occorre programmare interventi massicci di formazione a tutti i livelli con la creazione di nuove figure professionali per il comparto, il management turistico rappresenta uno degli strumenti strategici per lo sviluppo del comparto. 6. allungamento della stagionalità: per l allungamento della stagione occorre diversificare l offerta uscendo dalla quasi unicità del turismo balneare. Occorre integrare singole aziende turistiche nel sistema dell accoglienza e dei servizi turistici integrati, dentro la logica del sistema locale, arricchendo l offerta turistica e sfruttando tutte le potenzialità delle risorse locali con particolare riferimento al settore culturale, ambientale e eno-gastronomico. Nel 2004 le presenze turistiche nelle strutture ricettive sono nel complesso diminuite del 2% circa (dato ISTAT). Sarebbero diminuiti più sensibilmente gli italiani (meno 2,5%) rispetto agli stranieri (meno 1,7%). Gli arrivi in generale sono aumentati leggermente ( più 0,3%). La situazione stagione 2005 si può ipotizzare in linea con quanto già accaduto nel 2004. E importante specificare che il dato delle presenze regionali non tiene conto dei turisti che soggiornano nelle seconde case e che sfuggono alle rilevazioni ufficiali ma che, secondo i dati attendibili elaborati da più fonti, si aggirerebbero intorno ai 20 milioni, che si aggiungono agli altri 10,5 milioni di soggiorni nelle strutture alberghiere e extra alberghiere. Pag.29 di 31

Nonostante il calo delle presenze la spesa turistica nel 2005 si è mantenuta sugli stessi livelli del 2004. in generale le aziende ricettive hanno mantenuto il budget dello scorso anno il che fa pensare che si siano venduti più servizi aggiuntivi oppure che si siano ritoccati verso l alto i listini prezzi. Questa ultima ipotesi appare quella più credibile. Tendono a diminuire i pernottamenti alberghieri, accorciandosi in media da 12 a 8 giorni e diminuiscono anche la quantità dei servizi richiesti (meno pensioni complete, meno consumazioni al bar, meno extra a tavola). Nella crisi in atto, che possiamo definire recessione, hanno influito anche le condizioni climatiche che soprattutto a luglio e agosto non sono state delle migliori. Una estate difficile per la Sardegna e per il turismo italiano che manifesta, al di la della crisi economica e del calo dei consumi tutti gli elementi di crisi strutturale alla quale bisogna rispondere con politiche di sviluppo e di ammodernamento del comparto, adeguate alla pesante situazione. Altri paesi crescono molto; ne è un esempio la Spagna che, con i suoi 53,6 milioni di turisti, è cresciuta del 6% nel 2005 diventando la seconda potenza turistica mondiale, avendo trasformato il comparto nella principale fonte di ricchezza e di lavoro (11 12% del PIL); la Tunisia da gennaio a agosto ha registrato un più 15% e gli italiani, rispetto al 2004 sono in aumento del 7,6%. I fattori critici sono: 1. prezzi troppo alti in rapporto alla qualità dei servizi, che sono percepiti come poco vantaggiosi. Italiani e stranieri puntano su mete più economiche. 2. troppi hotel di bassa qualità. La metà circa delle strutture alberghiere italiane (36.000 hotels) è costituita da strutture atre stelle che hanno un prezzo medio troppo alto rispetto a una qualità bassa. Pag.30 di 31

3. pochi investimenti nella cultura. Le aree archeologiche, le città d arte monumentali costituiscono, insieme all offerta marino balneare i due segmenti strategici dell offerta turistica italiana, compresa di quella isolana. Al confronto con altri partner europei l Italia ne esce malconcia perché gli investimenti in rapporto al PIL sono inferiori a quelli della Spagna (0,35%) e della Germania (0,39%). Sperare in un cambiamento di rotta delle tendenze in atto è pura illusione. Servono investimenti e progetti di sviluppo nazionali e regionali. Serve una nuova politica di sviluppo e potenziamento del comparto, evitando che regioni e comuni vadano ognuno per conto proprio. Una politica di sviluppo nazionale che individui i punti di crisi e li aggredisca con tempestività per bloccare l emorragia del turismo che dal 2000 ad oggi ha già perso 5 milioni di turisti stranieri, in buona parte tedeschi. Le regioni, che sono le vere protagoniste dal punto di vista politico e istituzionale, hanno il ruolo centrale. La Sardegna deve individuare con urgenza e determinazione le strategie politiche e di programma che facciano uscire il turismo da questa crisi lenta e inesorabile che potrebbe portare ad un declino irreversibile, anziché essere una enorme forza di crescita, di ricchezza e di occupazione, come si è manifestato in altri paesi lungimiranti e intraprendenti. Pag.31 di 31