Tesi congressuale 1 COOPERAZIONE NELL AREA DEL MEDITERRANEO : DALL INTEGRAZIONE SOCIALE ALLO SVILUPPO DI MERCATO



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Tesi congressuale 1 COOPERAZIONE NELL AREA DEL MEDITERRANEO : DALL INTEGRAZIONE SOCIALE ALLO SVILUPPO DI MERCATO Ufficio di Coordinamento - Consigliere Nazionale Coordinatore: Giuliano D ANTONIO - Presidente Federazione regionale degli Ordini della Sicilia: Salvatore RIZZO - Presidente Federazione regionale degli Ordini della Sardegna: Marcello CAREDDA - Facoltà di Agraria: prof. Stefano CARNICELLI, Università degli Studi di Firenze Introduzione Il mediterraneo è da sempre stato luogo di incontro di civiltà, culture, e agricolture che nelle loro particolarità hanno da sempre mantenuto dei legami dalle storiche tradizioni. L'Italia, unico paese d'europa al centro del mediterraneo, offre ai dottori agronomi e dottori forestali italiani l'opportunità di interfacciarsi con le realtà sociali e culturali che interagiscono, e interagiranno sempre più, con le nostre realtà socio-economiche e produttive. Come professionisti e portatori di una visione olistica e sistemica degli ambienti rurali e naturali, saremo prossimamente chiamati ad interfacciarci con un mediterraneo sempre più interculturale, che ci porterà ad operare, sia all'estero che in Italia, in contesti ove la cooperazione delle idee elaborata fra persone che condividono gli stessi obiettivi di sviluppo sostenibile, risulterà di importanza via via crescente. Obiettivi Gli obiettivi di quanto premesso sono da ricercarsi in quelli identificati nella Dichiarazione del Millennio approvata nel 2000 da 186 capi di stato e di governo nel corso della Sessione Speciale dell Assemblea generale delle Nazioni Unite, che stabilisce, come obiettivo centrale, il dimezzamento della povertà assoluta entro il 2015. Tale obiettivo si articola su otto finalità definite Millennium Development Goals, alle quali deve essere improntata l azione di cooperazione a livello internazionale: 1. lotta alla povertà e alla fame; 2. educazione di base universale; 3. eliminazione delle disparità tra i sessi; 4. riduzione della mortalità infantile; 5. miglioramento della salute materna; 6. lotta contro l Aids e le altre malattie infettive; 7. protezione dell ambiente; 8. creazione di un partenariato globale per lo sviluppo. Consiglio dell Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali 1

Non dobbiamo trascurare i principali accordi Internazionali che il nostro paese, sia come Italia sia come UE, ha sottoscritto e nei quali il ruolo del dottore agronomo e dottore forestale trovano un ruolo fondamentale quali: a) L' Accordo di Cotonou sul partenariato con i Pvs (Paesi in via di sviluppo), siglato tra l'ue e l'acp (Africa, Caraibi, Pacifico) nel 2000, che definisce i principi guida a cui i paesi membri della UE si devono attenere nella realizzazione delle iniziative di cooperazione: il rafforzamento dell appropriazione ( ownership ) dell aiuto da parte dei Paesi in via di sviluppo; la promozione della partecipazione degli enti non-statali (ONG, società civile); il coordinamento e la complementarietà delle attività della Commissione e degli Stati membri; il miglioramento della coerenza delle politiche (di sviluppo, agricola, commerciale, dell immigrazione); il miglioramento della qualità degli aiuti (il decentramento, la concentrazione da parte di ciascun donatore dei suoi aiuti in un limitato numero di settori per Paese, la semplificazione delle procedure, l utilizzazione di indicatori che consentano di meglio valutare i risultati). b) Le determinazioni (Monterrey consensus) della "Conferenza internazionale sul Finanziamento dello Sviluppo" tenutasi a Monterrey nel 2002, con particolare riferimento alle fonti di finanziamento che dovranno concorrere al conseguimento degli obiettivi del Millennio e allo sviluppo di un ambiente favorevole per lo sviluppo del settore privato nei Pvs. c) Le decisioni del Consiglio Europeo di Barcellona del 2002 che impegnano i paesi membri in un progressivo aumento dell'aiuto pubblico allo sviluppo (Aps), sia a livello comunitario che di paese. A livello paese l'obiettivo fissato è di un rapporto tra Aps e Pil pari allo 0,7%; con l'obiettivo intermedio dello 0,33% nel 2006. A ciò sono da aggiungere le comunicazioni della Commissione di Bruxelles in merito alla riforma e privatizzazione delle imprese pubbliche e allo sviluppo del settore privato nei PVS. d) Le dichiarazioni di principio e gli impegni assunti nell'ambito del "World summit on the infomation society", tenutosi a Ginevra nel 2003 e a Tunisi. Gli obiettivi che tutti i Paesi mirano a raggiungere, sopra descritti con i vari accordi, hanno come minimo comune denominatore la lotta alla fame attraverso uno sviluppo sostenibile dell economia nei Pvs e la tutela dell ambiente. Avere chiari gli obiettivi che le Organizzazioni Internazionali hanno, significa aver chiaro il nostro ruolo di dottori agronomi e dottori forestali nel teatro della Cooperazione Internazionale. Obiettivi in cui i tecnici, come gli iscritti al nostro ordine professionale, giocano un ruolo determinante; il nostro impegno diventa indispensabile per perseguire e raggiungere quello che il mondo sociale e politico ha definito. Consiglio dell Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali 2

Strumenti Questo momento Congressuale ci offre quindi l opportunità per acquisire e focalizzare le esperienze della categoria nei vari contesti e organizzazioni di Cooperazione Internazionale impegnate nell area mediterranea, così come in altre parti del mondo. Questa occasione diventa momento di conoscenza e sintesi che mette in grado la categoria da una parte di acquisire coscienza del proprio ruolo, e dall altra di porci come interlocutori con le Istituzioni Nazionali ed Internazionali e gli Organismi Governativi e Non Governativi che operano nell ambito della Cooperazione nell area Mediterranea. Lo strumento che meglio troverà applicazione nell obbiettivo di creare un area di operazione tra l UE ed i paesi del mediterraneo è il progetto EUROMED. Il progetto EUROMED detto anche Unione per il Mediterraneo promuove l'integrazione economica e le riforme democratiche in 16 paesi vicini posti a sud dell'unione europea nel Nord Africa e del Medio Oriente. Precedentemente noto come Processo di Barcellona, gli accordi di cooperazione sono stati rilanciati nel 2008 come l'unione per il Mediterraneo (UPM). Il rilancio è stata l'occasione per rendere le relazioni più concrete e visibili con l'avvio di nuovi progetti regionali e sub-regionali di forte rilevanza per coloro che vivono nella regione. I progetti di cooperazione riguardano aree di indirizzo quali agricoltura, economia, ambiente, energia, salute, migrazione e della cultura. Insieme con 27 Stati membri dell'unione europea, i 16 paesi del Sud del Mediterraneo, dell'africa e del Medio Oriente membri dell'unione per il Mediterraneo sono: Albania, Algeria, Bosnia- Erzegovina, Croazia, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Mauritania, Monaco, Montenegro, Marocco, Autorità palestinese, Siria, Tunisia e Turchia. Attualmente gli incontri sono co-presieduti da un rappresentante di un paese mediterraneo ed da uno membro dell'ue. A partire da settembre 2010, l EUROMED ha anche un Segretario generale ed una funzionale segreteria con sede a Barcellona. A seguito dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona, la governance da parte dell'ue sarà riordinata una volta che il SEAE (Servizio Europeo per l'azione Esterna)è stata stabilito. Il progetto EUROMED ha una serie di iniziative chiave all'ordine del giorno quali: Il disinquinamento del Mar Mediterraneo, comprese le zone costiere e marine protette; la creazione di autostrade marittime e terrestri che collegano i porti e migliorare i collegamenti ferroviari in modo da facilitare la circolazione di persone e merci; un programma congiunto di protezione civile in materia di prevenzione, preparazione e risposta alle catastrofi naturali e artificiali; un piano solare mediterraneo che esplora le opportunità per il disinquinamento e lo sviluppo di fonti alternative di energia nella regione; la creazione della Euro-Mediterranean University, inaugurata in Slovenia, nel giugno 2008; la creazione della Mediterranean Business Development Initiative, che supporta le piccole aziende che operano nella regione per prima cosa valutare le loro esigenze e fornire assistenza tecnica e accesso ai finanziamenti. Consiglio dell Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali 3

Il Progetto EUROMED si realizza con una serie di iniziative quali l ENPI MED (European Neighbourhood and Partnership Instrument), ed è strumento con il quale la UE finanzia progetti di ricerca e sviluppo in vari settori in particolare quello ambientale ed agricolo con grande attenzione alle iniziative destinate al risparmio idrico e tutte realizzate tramite la creazione di reti collaborative tra Enti ed Imprese dei paesi del bacino Mediterraneo. Ulteriore strumento coinvolgente la figura professionale del dottore agronomo e del dottore forestale è quello legato all impegno della Cooperazione italiana allo sviluppo realizzati attraverso il nostro Ministero degli Esteri. La Cooperazione allo sviluppo nasce dall'esigenza di garantire il rispetto della dignità umana e di assicurare la crescita economica di tutti i popoli. Nell'esperienza storica, la Cooperazione italiana si è sviluppata, a partire dagli anni Cinquanta, con una serie di interventi di assistenza messi in atto in paesi legati all'italia da precedenti vincoli coloniali. Successivamente l'italia ha avviato un'attività di cooperazione più sistematica intesa a contribuire agli sforzi internazionali volti ad alleviare la povertà nel mondo e aiutare i Paesi in via di sviluppo a rafforzare le rispettive istituzioni. Più di recente le nuove emergenze hanno conferito alla cooperazione un ruolo sempre più fondamentale nella politica estera italiana, in armonia con gli interventi per il mantenimento della pace e la gestione dei flussi migratori. Nel definire iniziative e Paesi in cui intervenire, la Cooperazione italiana tiene conto di linee guida e impegni concordati nel più ampio contesto internazionale (Onu, Ue). Linee guida e indirizzi di programmazione sono stati individuati per il 2011-2013 in un recente documento. In termini di priorità le iniziative sono focalizzate principalmente sul continente africano, sui Paesi nei quali sono stati assunti importanti impegni internazionali (Afghanistan, Libano), nonché in aree nelle quali la presenza del nostro Paese ha radici profonde (America Latina, Medio Oriente e Mediterraneo). In termini di aree tematiche e settori le priorità sono l ambiente e beni comuni, con particolare attenzione allo sviluppo rurale, all agricoltura biologica o convenzionale, alla ricerca di fonti alternative e rinnovabili; Il pacchetto informativo sulla Policy Coherence for Development (2005), elaborato dalla Cooperazione italiana, intende contribuire alla divulgazione di informazioni sulla tematica della coerenza dei paesi donatori nell'adozione di politiche di sviluppo (aid policies) e politiche non direttamente finalizzate allo sviluppo (non aid policies) ma che hanno un impatto significativo sulla crescita dei PVS (commercio, ambiente e cambiamento climatici, agricoltura, lavoro e immigrazione, sicurezza, ricerca e innovazione, energia). Il Comitato direzionale per la Cooperazione ha approvato, nel 2009, il 1 Piano programmatico per l'efficacia degli aiuti e, nel 2011, il 2 Piano programmatico stilati secondo le raccomandazioni formulate in ambito internazionale (in particolare nella Dichiarazione di Parigi del 2005 e nella Accra agenda for action del 2008), che metteranno il nostro paese in linea con le direttive del Dac, il Comitato di aiuto allo sviluppo dell'ocse. Canali, partner e sistema Italia I canali attraverso cui vengono realizzate le iniziative di cooperazione sono: Consiglio dell Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali 4

il canale bilaterale nel caso d'iniziative concordate tra il paese donatore e il Pvs; il canale multilaterale nel caso di iniziative realizzate da un'organizzazione internazionale grazie all'apporto finanziario di vari governi donatori; il canale multibilaterale nel caso d'iniziative concordate e finanziate a livello bilaterale, ma affidate in esecuzione ad un'organizzazione internazionale. I Partner con cui gli organi del M.E collaborano per realizzare le iniziative finanziate sono: Ministeri, Enti pubblici centrali e locali, Università, ONG e Imprese; Unione Europea, Organizzazioni Internazionali e naturalmente i Paesi in via di sviluppo. Nell'ambito di tali "partnership" una linea direttrice della Cooperazione italiana è quella dell intensificazione della collaborazione e delle sinergie con il sistema-italia, con riferimento a quattro pilastri fondamentali: le imprese, le Ong ed il volontariato, le Università ed i centri di ricerca e formazione, la cooperazione decentrata. In questo quadro appare chiaro come la categoria dei dottori agronomi e dottori forestali possa trovare un ruolo fondamentale quale interlocutore Istituzionale nella fase di programmazione e pianificazione degli interventi nei PVS. Conclusioni La cooperazione allo sviluppo nell area del mediterraneo quale strumento di integrazione sociale allo sviluppo di mercato ha assunto un particolare significato alla luce della cosiddetta Primavera Araba. Si è evidenziato come il mondo sia sempre più interconnesso, dove molto spesso il concetto di povertà e ricchezza non passano più tra paesi ricchi e paesi poveri ma solo tra ricchi e poveri come ben espresso da Giancarlo Malavolti del COCIS (Coordinamento delle Organizzazioni non Governative per la Cooperazione Internazionale allo sviluppo). La Cooperazione deve diventare sempre più relazione tra i popoli per lottare insieme di fronte alle sfide di un economia globale. I cooperanti non si devono limitare ad aiutare i propri partner ed i paesi poveri ma devono operare con loro ed al loro fianco. Bisogna prestare particolare attenzione a distinguere il concetto di cooperazione da quello di aiuto o intervento umanitario in situazioni di emergenza e di carattere eccezionale, se pur indispensabile in alcune condizioni non deve marginalizzare il primo. Come già richiamato in precedenza anche in Italia la cooperazione è parte integrante della nostra politica estera, quale strumento per costruire pace e giustizia fra le Nazioni come cita l articolo 11 della nostra Costituzione. In questo contesto che richiede un doveroso continuo adattamento dell approccio alla modalità di pensare, progettare e pianificare un intervento di Cooperazione nei paesi del Mediterraneo per perseguire i processi d integrazione sociale e di sviluppo economico e di mercato dei paesi, il ruolo della figura del dottore agronomo e del dottore forestale può e deve essere rivista come una componente attiva nella fase di progettazione e pianificazione degli interventi e nella fase operativa sul territorio, a fianco agli operatori, ai tecnici dei paesi partner del progetto di Cooperazione ed Integrazione, cosi come nella fase di post valutazione degli interventi.. Consiglio dell Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali 5

Nostro dovere, come categoria, in questa occasione congressuale, trovare sintesi nella nostra diversa esperienza in campo Cooperativo. Ricordando come la nostra figura professionale trova oggi impiego, con grande valore, nelle Organizzazioni Internazionali quali ONU, FAO, ed in generale nelle O.G. che operano nel campo della lotta alla fame ed alla tutela ambientale, così come nelle numerosissime ONG, nelle organizzazioni nazionali quali i progetti di sviluppo del nostro M.E. e non ultimo nelle file dei nostri militari impegnati nelle operazioni Internazionali in cellule CIMIC (cooperazioni civile militare) in cui svolgono il proprio compito per aiutare, con progetti di sviluppo agricolo, i paesi sconvolti da eventi bellici. La nostra esperienza e le nostre capacità progettuali e tecniche così raccolte devono pertanto porsi al servizio di tutta la società e di tutti i popoli. Quadro normativo art. 11 Costituzione Italiana Legge n. 38 del 1979 sulla cooperazione. Legge n. 49 del 1987 sulla riforma della cooperazione Dpr n. 177 del 1988regolamento attuativo sulla cooperazione Legge 288/91, in materia previdenziale e assicurativa per volontari in servizio civile e cooperanti Legge 84/01, per la partecipazione italiana alla stabilizzazione, alla ricostruzione e allo sviluppo di Paesi dell area balcanica Legge n.270 del 20/10/2006, interventi in Libano Legge n.80 del 14/5/2005 Legge n.149 del 10/08/2010, fondi Mae per la Cooperazione allo sviluppo. DPR. n. 384 del 20 agosto 2001 Consiglio dell Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali 6