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Transcript:

Social business Mille menti italiane per Cionet Taglio del nastro per il capitolo italiano della community 2.0 dei Cio. Il managing director Alfredo Gatti ambisce a raccogliere un migliaio di manager per affermare il "made in Italy" in Europa. Dario Colombo

CIOnet, una community anche per i CIO italiani Arriva anche in Italia CIOnet, un social network europeo, quasi un club esclusivo per CIO e IT manager. L Italia è appena partita con 50 iscritti. Impegno di buon vicinato con le altre associazioni Di: redazione 22 giugno 2010 Poco prima di quello francese, prende il via anche in Italia il network dei CIO delle grandi aziende. Tenuta a battesimo da Alfredo Gatti e dal suo team di Nextvalue, CIOnet sbarca in Italia dopo una lusinghiera espansione in Benelux, Spagna e UK. Il primo nucleo attivo di 50 iscritti e i componenti dell Advisory Board italiano hanno il compito di reclutarne un migliaio entro il prossimo anno secondo rigidi criteri selettivi e senza infiltrazioni commerciali a partire da un bacino possibile stimato in 2.300 persone. Per l occasione Hendrik Deckers, fondatore della rete sociale, parla del più grande network di CIO e IT manager attivo in Europa (duemila iscritti previsti per fine anno). La novità rispetto ad altre associazioni e gruppi di interesse - con i quali non c è nessuna contrapposizione di principio, ma molta voglia di collaborare - sta nella piattaforma sulla quale tenersi in contatto con i propri pari in puro stile web 2.0, con iniziative e dibattiti che nasceranno e vivranno online. Ma, come precisano i responsabili del capitolo italiano di CIOnet, sono previsti anche momenti di incontro personale in Italia e in Europa, secondo un programma annuale deciso dal comitato di gestione locale. Guidato da Enzo Bertolini, CIO del gruppo Ferrero, l Advisory Board di CIOnet Italia si è già dato un tema di dibattito, quello della gestione della trasformazione dell IT su scala internazionale e della liberazione di risorse e competenze per fare innovazione. Il programma preliminare di attività prevede già un Summit di CIOnet Italia per la metà del prossimo anno e una serie di quattro incontri riservati alla community a partire dall ottobre di quest anno. La volontà di crescere c è insieme a quella di tenere fuori dalla porta qualsiasi influenza degli sponsor aziendali ed editoriali - che pure sono i benvenuti. E in attesa di coinvolgere anche le organizzazioni pubbliche italiane. Il Summit europeo annuale di CIOnet fissato per l inizio dell anno prossimo segnerà il primo traguardo: l obiettivo è di raggiungere 4 mila iscritti entro la fine del prossimo anno.

Cosa può spingere Enzo Bertolini, CIO del Gruppo Ferrero (nella foto), a presiedere l advisory board di un social network appena lanciato anche in Italia? O per dirla con le sue parole, con tutto lo yogurt che c è, c era proprio bisogno di CIOnet?. Il fatto di essere un iniziativa unica nel suo genere. Un iniziativa che ancor prima di essere annunciata nel nostro Paese ha già ricevuto l adesione di una cinquantina di CIO del made in Italy. In un mondo digitale dominato dai vari Facebook, Twitter e LinkedIn irrompe un social network atipico, che da una parte di sociale ha ben poco nel senso che è aperto solo a una cerchia ristrettissima di persone, per di più previa selezione o invito, ma che dall altra è molto 2.0 in quanto mette tutti i più moderni strumenti sociali a disposizione della community e riesce persino a traslarli offline, nel mondo fisico. Ieri è stato ufficialmente inaugurato anche in Italia CIOnet, il primo social network europeo esclusivamente dedicato ai CIO. Già attivo in Belgio, Francia, Gran Bretagna, Olanda e Spagna, si propone ora anche nel nostro Paese, con l intento di diventare il principale luogo di incontro, discussione e scambio di esperienze tra responsabili dei sistemi informativi aziendali, dentro e fuori dal web. CIOnet Italia, che non è scollegato ma si integra pienamente nel network europeo, ha come referente italiano la società di ricerca e consulenza IT Nextvalue, soprattutto il suo fondatore Alfredo Gatti, ed è regolato da un apposito advisory board, che per l appunto Bertolini ha accettato di guidare nel ruolo di presidente. L advisory board è attualmente composto da una decina di CIO, tutti rappresentanti di noti brand italiani di vari settori, e ha il delicato compito di indirizzare la community tricolore lungo specifiche direttrici sulle quali sviluppare contenuti e discussioni.

Si diceva dell unicità di questa iniziativa che ha spinto il CIO di gruppo di Ferrero ad accettare l incarico. Mi ha colpito il fatto che si trattasse di un social network per i soli CIO, ma quello che mi ha veramente convinto a partecipare è stato scoprire che fosse possibile confrontare la realtà locale, italiana, con quella europea, ovvero il poter scambiare esperienze tra pari grado e crescere sulla base di un intelligenza plurale e internazionale, spiega Enzo Bertolini. Gatti, che in CIOnet Italia copre l incarico di managing director, parla di un unicità frutto della somma di tante unicità. CIOnet è un club esclusivo dove l ingresso avviene solo su invito e con criteri di ammissione rigorosi allo scopo di mantenere la community indipendente, focalizzata sull IT e di alto profilo, sottolinea Gatti. Affinché una candidatura possa essere esaminata e accettata, occorre essere CIO o di qualifica equivalente e disporre di un dipartimento IT di almeno 20 persone o con almeno 2 milioni di euro di budget. Per aziende molto grandi, con una funzione IT che muove budget di decine e decine di milioni, sono accettate anche figure che riportano al CIO. Questo significa per CIOnet essere una rete molto selettiva: vuol dire infatti tagliare fuori nel nostro Paese tutto l universo delle PMI. Ma è una scelta dettata, spiega Alfredo Gatti, dalla volontà di allineare l Italia alla community europea di CIOnet, ovvero far dialogare membri che non hanno soltanto problematiche tecnologiche ma anche di business, persone che magari siedono nei board aziendali. La valenza di CIOnet sta nella sua internazionalità, non lo dobbiamo dimenticare. Malgrado queste barriere all ingresso, si diceva che a CIOnet Italia risultano già iscritti, ancor prima del lancio ufficiale nel nostro Paese, 50 CIO. Gatti e Bertolini rivelano l ambizioso obiettivo di arrivare a 400 entro la fine del 2010 e a 1.000 entro la fine del 2011. Non è poco considerato che il totale dei CIO italiani appartenenti alla classe dimensionale richiesta sfiora le 2.300 unità, afferma Gatti. La piattaforma di CIOnet funziona né più né meno come un classico social network: una volta accettati e iscritti si ha accesso a tutta una serie di informazioni concernenti i membri, italiani e internazionali, e a strumenti di community come messaggistica, forum, sondaggi, slideshow e via dicendo. In più ci sono i SIG (special interest group), stanze con temi verticali di particolare interesse nelle quali si aggregano gruppi più ristretti di partecipanti. Questi temi possono essere suggeriti dagli stessi membri (serve il sostegno comune di almeno 5 CIO) oppure selezionati direttamente dall advisory board. Al momento l advisory board italiano ha attribuito importanza al tema della gestione della trasformazione dell IT su scala internazionale, come a voler salutare l ingresso di CIOnet Italia nella community europea delle rete. I SIG possono poi trasformarsi in eventi veri e propri fuori dal web. Infatti, come abbiamo accennato, un altra peculiarità di CIOnet è che iniziative e dibattiti che nascono online possono diventare momenti di incontro fuori dalla rete, su decisione dell advisory board. In tal senso in Italia sono già stati programmati quattro incontri, che in gergo chiamiamo bootcamp, tra l ottobre 2010 e il maggio 2011 su temi che andremo a fissare, anticipa Gatti. Inoltre ci sarà una vera e propria conferenza annuale, il CIOnet Italia Summit, esattamente tra un anno, nel giugno 2011.

A livello europeo, CIOnet conta già 1.465 iscritti, con l obiettivo di raggiungere quota 2.000 entro la fine del 2010 e quota 4.000 entro la fine del 2011. Dopo l Italia è già previsto che aderiranno al network anche la Germania, la Danimarca e la Svezia. Va detto che CIOnet genera anche un revenue ospitando al suo interno alcuni Business Partner, che pagano per poter accedere alla rete senza però poter intervenire con attività marketing o di vendita, sottolinea Gatti. I Business Partner, vendor IT o società di consulenza, partecipano e sponsorizzano le attività di CIOnet nella figura del loro manager più rappresentativo, in genere il CEO o il COO. Sono però attentamente selezionati e vagliati. E soprattutto il loro numero è molto limitato, aggiunge Gatti. Avrà successo in Italia questa iniziativa? Far iscrivere i CIO a una rete simile non è infatti difficile, lo è farli partecipare attivamente alle attività del network. E il passaggio critico dalle connections alle relationship. Questo sarà proprio il nostro compito, conclude Enzo Bertolini. L advisory board e Nextvalue dovranno stimolare i CIO a relazionarsi con i propri pari italiani e internazionali, spingerli a discutere e a partecipare alle varie attività. Lo si potrà fare solo puntando sulla qualità dei temi e delle iniziative. Il successo dell iniziativa sta nella credibilità di chi partecipa e in quella delle esperienze proposte. E a proposito di credibilità, ecco per concludere l attuale composizione dell advisory board di CIOnet Italia: Enzo Bertolini, CIO del Gruppo Ferrero, presidente Maurizio Brianza, CIO di Bticino Stefano Catellani, direttore sistemi tnformativi di Caprari Marcello Cordioli, CIO di Permasteelisa Augusto Fedriani, disaster recovery manager di Costa Crociere Giovanni Hoz, direttore sistemi informativi della Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza Paolo Magnani, IT vice president di DHL Francesco Nicastro, corporate IT director di Coesia Group Luigi Pignatelli, country IT manager di Saralee Adriano Riboni, direttore sistemi informativi di Sanofi Aventis.

News cura della Redazione (Marianna Quatraro) I Cio (responsabili informatici di tutti i sistemi informatici e informativi di una azienda) che fanno parte di CIOnet Italia sono circa 2.300. La neonata community 2.0, fortemente voluta da Alfredo Gatti di NextValue, vuole arrivare al punto di reclutarne ben altri mille nel giro di un paio d'anni. Obiettivo della rete sociale internazionale per i Cio creata da Hendrik Deckers è quello di scambiarsi idee e arricchirsi reciprocamente. Di Cionet si entra a far parte solo su invito e solo se si è un Cio a capo di una struttura It di almeno 20 persone e/o con 2 milioni di euro di budget o se si è It manager in un organico di almeno 200 persone tecnologiche o a cui vengono destinati 20 milioni di euro per l'it. Si tratta, dunque, di un club esclusivo e riservato ai chief information officer. Cionet Italia ha un Advisory Board presieduto dal Cio del Gruppo Ferrero, Enzo Bertolini e in cui ci sono manager dalle alte credenziali, come Maurizio Brianza di BTicino, Stefano Catellani di Caprari, Marcello Cordioli di Permasteelisa, Augusto Fedriani di Costa Crociere, Giovanni Hoz dell'azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza, Paolo Magnani di Dhl, Francesco Nicastro di Coesia Group, Luigi Pignatelli di SaraLee, Adriano Riboni di Sanofi Aventis. La formula di lavoro e organizzazione di Cionet è quella della community a-la-2.0, con una piattaforma Web di partecipazione moderata, in cui i partecipanti possono fisicamente mettersi a un tavolo per affrontare tematiche definite. Gli obiettivi di CIOnet Italia sono di arrivare a un migliaio di iscrizioni nel corso del 2011 mentre il network europeo conta di toccare i 4.000 iscritti entro quella data. Alfredo Gatti, amministratore di NextValue, ha, dunque, lanciato in Italia il primo social network dei professionisti IT, un iniziativa che mi è capitata mesi fa di incrociare e, incuriosito, ho seguito da osservatore esterno. Poi, dopo che l'advisory board di CIOnet europeo ha studiato le nostre carte, chi siamo, che cosa facciamo, quale reputazione abbiamo, dopo un pò di mesi hanno dato il consenso perché potessimo costituire anche il lato italiano del network... Si parte tra Cio, si parla di temi che prescindono in certo qual modo dalle tecnologie perché i problemi concreti e quotidiani non vengono mai dalle tecnologie. E scambiarsi opinioni sul come fare, come s'è fatto, quali scelte sono state preferite, senza il sospetto di essere sviati da interessi di parte, è fondamentale".

La mission è quella di creare un confronto fra pari, un tavolo di discussione a livello internazionale che possa favorire la crescita delle aziende di Simona Tenentini È stata presentata ufficialmente a Milano in questi giorni la versione italiana di CIOnet: una sorta di social network per manager del 2.0. Aderire a questa rete imprenditoriale, però, non è certo facile come avviene quotidianamente su Facebook. Innanzitutto bisogna essere invitati da un qualsiasi membro già appartenente alla Rete e poi, particolare non trascurabile, è necessario gestire un budget di almeno due milioni di euro. Una sorta di club esclusivo, dunque, ad uso e consumo riservato solo ai manager delle grandi imprese. La mission è quella di creare una sorta di tavolo di discussione "tra pari" per confrontarsi, scambiarsi idee ed opinioni, creare opportunità di discussione a livello internazionale. Il primo CIOnet nasce in Belgio, ad opera di Hendrik Deckers, a seguire subito a ruota sono Olanda, Spagna, Inghilterra e ora Italia e Francia per un totale di circa 1.500 iscritti. Come ha evidenziato il suo fondatore Deckers: «CIOnet è una sorta di Facebook in versione business. Una community dell'eccellenza supportata dal sito online, ma anche da occasioni ed eventi di tipo tradizionale, regolata dagli stessi Cio».

Ad impostare le discussioni sui diversi temi è il board, attualmente costituito da nomi di notevole spessore: si va da Maurizio Brianza di BTicino, a Stefano Catellani di Caprari, da Marcello Cordioli di Permasteelisa ad Augusto Fedriani di Costa Crociere, da Giovanni Hoz dell'azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza a Paolo Magnani di Dhl, da Francesco Nicastro di Coesia Group a Luigi Pignatelli di SaraLee fino ad Adriano Riboni di Sanofi Aventis. Il gruppo quindi detta i temi di interesse sui quali quotidianamente possono confrontarsi tutti gli iscritti chiedendo pareri ed esprimendo suggerimenti e consigli. In Italia sono 2300 i dirigenti che possono a pieno titolo fregiarsi del titolo di Cio. Alfredo Gatti della NextValue, società indipendente di ricerche e consulenza manageriale specializzata nel mercato IT, è il promotore di CIOnet Italia e conta di poter ampliare ben presto la sua community che, per il momento, si attesta a quota cinquanta iscritti. L'Advisory Board è Enzo Bertolini del gruppo Ferrero, che ha aderito all'iniziativa poiché fermamente convinto che «Siamo e saremo chiamati sempre più a operare in contesti internazionali di crescita e sviluppo, dove il confronto di valori, conoscenze ed esperienze diviene fondamentale strumento per la comprensione del contesto sul quale sviluppare strategie di successo. Quale migliore palestra per noi specialisti dei sistemi informativi di una rete di pari come CIOnet, all'interno della quale scambiare esperienze e crescere sulla base di una "intelligenza" plurale e internazionale?». Qual è l'elemento vincente della piattaforma secondo il fondatore Gatti? Sicuramente il carattere internazionale: «I Cio, infatti, sono subito messi fra pari, con i colleghi di altri paesi, per condividere temi e portare l'esperienza tricolore su un tavolo di confronto europeo». Ed, inoltre, l'impegno a sviluppare iniziative di interesse comune per tutti gli iscritti. A questo proposti Alfredo Gatti aggiunge: «CIOnet avrà il suo evento annuale il prossimo 30 giugno 2011 e quattro eventi minori dedicati ai temi scelti dagli special interest group a ottobre e dicembre di quest'anno oltre che a marzo e maggio del 2011».