STALKING: psicologia e legge unite in aiuto della donna D.ssa E.Biscuolo, psicologa - psicoterapeuta Studio Diapason Pavia Associazione per il Ben Essere Lo Stalking è un argomento tanto attuale, quanto ancora immerso in una nube di confusione e poca conoscenza. Molte donne ne sono state vittime, altre non sanno di esserlo e soprattutto non sanno che possono essere aiutate sia dalla psicologia che, soprattutto, dalla legge. Ma di cosa si tratta realmente? A chiunque di noi è successo almeno una volta di chiudere una relazione e di aver sopportato le insistenze del partner lasciato, o di aver avuto uno spasimante indesiderato che ci ricopriva di attenzioni non richieste. Ci sono persone che pedinano la loro vittima, le scrivono, le telefonano in continuazione, cercando in ogni modo di far parte della sua vita. E anche quando non ricorrono alla violenza, a volte distruggono la persona che dicono di amare. Non riescono a pensare ad altro che alla persona che li ha lasciati o che vorrebbero possedere a ogni costo. Le scrivono lunghissime lettere, ma appena possono la seguono, cercano di sapere dove va e chi incontra, tentano in ogni modo di stabilire un contatto diretto. A volte sono travolti dalla rabbia o dalla brama di vendetta per l'abbandono di cui si ritengono vittime. Lacerati fra nostalgia e disperazione, percepiscono il loro desiderio quasi come un dolore fisico. Questi comportamenti irrazionali non sono insoliti negli amanti delusi e, in genere, passano abbastanza presto. Ma cosa succede se persistono, e i tentativi di allacciare o riallacciare un rapporto si trasformano in un inseguimento angoscioso, una molestia intollerabile carica di minaccia che distrugge la vita di chi ne è la vittima? Quand è che un atteggiamento amoroso oltrepassa i limiti della normalità e diventa persecuzione? Esiste una sottile linea di demarcazione, un confine labile che una volta superato trasforma le attenzioni in esagerate e maniacali al limite della sopportazione e fino a sfociare in violenza. Tale fenomeno ha catturato l'attenzione solo negli ultimi vent'anni, soprattutto per alcuni casi che hanno coinvolto personaggi pubblici, diffondendo l'erronea convinzione che si tratti di un problema che colpisce solo i ricchi e i famosi, ma in realtà non è così. Se ne trovano tracce nell'antica Grecia, dove un esempio ci viene dalle pagine di Metamorfosi di Ovidio in cui si racconta l'inseguimento di Dafne da parte di Apollo. La drammatica conclusione della storia?
Dafne preferisce farsi trasformare in albero di alloro piuttosto che cedere. Ciò che più colpisce in questa storia sono le parole rivolte dal dio alla ninfa in fuga, parole che riprendono un tema centrale dello stalking: ''Io non sono un nemico, amor est mihi causa sequendi, è per amore che ti inseguo''. Quotidianamente i mass-media richiamano crimini passionali, spesso definiti di ordinaria follia, sottolineando a volte in modo eccessivo una insana passione presente negli autori di questo tipo di omicidio, adoperando il termine raptus, quando il delitto appare illogico, non razionale, o dovuto alla pazzia. Si tratta dello Stalking, il termine, di derivazione anglosassone, indica letteralmente l inseguire, il fare la posta ; è un termine che nel gergo venatorio individua propriamente gli appostamenti e gli inseguimenti di soppiatto alla preda. Più recentemente questa parole ha preso a denotare un insieme di comportamenti complessi, caratterizzati dalla persistente ricerca di contatto, controllo, sorveglianza relazionale e dall invio di comunicazioni non gradite dirette da un soggetto (il molestatore, lo stalker) ad un destinatario (la vittima), in cui tali attenzioni suscitano preoccupazione e timore. Sindrome del molestatore assillante Il fenomeno dello Stalking, altrimenti detto sindrome del molestatore assillante 1 ha cominciato a destare un certo interesse, non solo nell opinione pubblica, ma anche da parte di alcuni studiosi della psicologia e della sociologia, in seguito a certi eventi, accaduti negli anni 80, in cui la molestia assillante venne indirizzata a dei personaggi di spicco dello Star System, personalità dello spettacolo e dello sport. Tra gli altri ricordiamo le tenniste Martina Hingis e Serena Williams inseguite in tutti i tornei internazionali dai propri persecutori, le attrici Theresa Saldana pugnalata dal suo stalker a Los Angeles nel 1982 e Rebbecca Shaffer assassinata nella sua metropoli dal suo persecutore nel 1989, episodi questi, che hanno ispirato la prima legge anti-stalking in California, in vigore dal 1992. Altre vittime sono state Sharon Stone, Jodie Foster, Nicole Kidman, Steven Spielberg ed in Italia Irene Pivetti e Catherine Spaak (il cui persecutore era un dirigente conosciuto ad un corso di meditazione buddista che per quattro mesi l ha ossessionata con pedinamenti e telefonate oscene). Studi epidemiologici hanno però dimostrato che episodi di stalking avvengono con maggiore frequenza al di fuori del mondo ristretto delle celebrità e dei fatti di cronaca nera, verificandosi all interno di quella vasta area che è la violenza domestica. 1 Curci, G., Galeazzi, G.M. e Secchi, C. (2003). La sindrome delle molestie assillanti (stalking), Bollati Boringhieri, Torino
Curci e Galeazzi (2003) affermano che si può parlare di stalking solamente nel momento in cui si osservano: un insieme di comportamenti di sorveglianza e di controllo, ripetuti, intrusivi, volti a ricercare un contatto con la vittima : questa ne risulta infastidita, preoccupata, spaventata, può essere costretta a modificare lo stile di via e può giungere a manifestare una sofferenza psichica conclamata. 2 La sindrome è costituita da: 1. un attore (stalker); 2. la persona individuata dal molestatore (stalking victim) che percepisce soggettivamente come intrusivi e sgraditi tali comportamenti, avvertendoli con un associato senso di minaccia e di paura; 3. si possono aggiungere, inoltre, una serie di comportamenti associati, che solitamente sono un segnale di sviluppo e di intensificazione nella campagna di molestie, come il passaggio dalle minacce esplicite agli atti di violenza su cose e persone Distinguere lo stalking dal normale comportamento di coppia o da un normale (e non pericoloso) tentativo di riprendere o di mantenere viva una relazione non è facile:quando si cerca di stabilire una relazione con qualcuno, la maggior parte delle persone è in grado, dopo alcune risposte negative, di comprendere che l altra persona non è interessata. Lo stalker no e diventa insistente; quando una relazione si interrompe, è normale che la persona abbandonata si senta particolarmente turbata. Spesso una reazione all abbandono può essere quella di tentare di ristabilire un contatto con l altra persona, supplicandola per avere un altra possibilità di ricostruire il rapporto; lo stalking può produrre ansia e paura nelle vittime; una caratteristica dello stalking è dovuto dalla durata. Queste condotte possono protrarsi per molto tempo anche per mesi o addirittura anni. L essenza del costrutto dello stalking rimane la medesima: ripetute, indesiderate comunicazioni e/o intrusioni che vengono inflitte da un individuo a un altro e che producono paura. 3 2 3 Curci, G., Galeazzi, G.M. e Secchi, C. (2003). La sindrome delle molestie assillanti (stalking), Bollati Boringhieri, Torino Curci, G., Galeazzi, G.M. e Secchi, C. (2003). La sindrome delle molestie assillanti (stalking), Bollati Boringhieri, Torino
Esistono alcune categorie di comportamenti attraverso i quali si può attuare lo stalking: 4 Le comunicazioni indesiderate, di solito sono rivolte direttamente alla vittima di stalking, ma possono consistere anche in minacce o in contatti con la famiglia, gli amici o i colleghi della vittima stessa. Il mezzo preferito di comunicazione e contatto è quello telefonico, con cui inizierebbe la maggior parte delle campagne di stalking, ma anche il controllo a distanza, pedinare, seguire, farsi incontrare "casualmente" sul luogo di lavoro o in ambienti frequentati dalla vittima sono comportamenti comuni. Il telefono rende impossibile o difficile al destinatario sottrarsi all'inizio della comunicazione (per esempio allontanandosi a distanza non comunicativa dallo stalker), decurta sostanzialmente l'effetto scoraggiante di elementi non verbali nell'interlocutore (postura, mimica facciale), elimina il "pubblico attorno" che potrebbe non solo rendersi conto dell'intrusività della comunicazione, ma anche scoraggiarla attivamente, obbliga il molestato a "prestare attenzione", almeno temporaneamente, per discriminare se la provenienza della chiamata sia gradita o meno. A causa dell aumentata diffusione dei telefoni cellulari, lo stalker riesce spesso a raggiungere la vittima in ogni momento. Queste chiamate hanno luogo a qualsiasi ora del giorno e della notte: interrompono le normali attività e disturbano il sonno; inoltre molte vittime denunciano di ricevere messaggi SMS sul proprio cellulare in notevole quantità. 5 Un discorso simile a quello dei messaggi sul cellulare può essere fatto per le caselle di posta elettronica. Il cyberstalking 6 è ancora poco studiato in modo formale, la globalizzazione telematica e la sempre più crescente nascita di reti virtuali, ha comportato di fatto un aumento smodato di casi di minacce, di intimidazioni, di molestie e di persecuzione attuati attraverso i servizi classici offerti da internet: l e-mail ( 80% dei casi ), la chat e siti web. 4 Mullen, P., Pathè, M. e Purcell, R. (2000) Stalker and their victims, Cambridge University Press, Cambridge. In G. Gulotta e Pezzati, S. Sessualità, diritto, processo, Giuffrè, Milano, 2002, pagg. 495-539 5 6 Cass. Pen., Sez. I, 11 maggio 2006, in www.personaedanno.it con nota di BELLINA M., Lo stalker del 2000 usa il telefonino Strano, M. (2004). Cyberstalking. Telematic Journal of clinical criminology, consultabile on line www.criminologia.org
I contatti indesiderati, che possono essere attuati sia attraverso comportamenti di controllo diretto, quali ad esempio pedinare o sorvegliare, che mediante comportamenti di confronto diretto, quali visite sotto casa o sul posto di lavoro, minacce o aggressioni che rappresenterebbero un ulteriore segno di escalation delle molestie nella direzione della violazione del limite dello spazio relazionale pubblico, professionale, lavorativo. È questa la fase in cui l'assedio si trasforma in vero e proprio attacco con alto rischio di violenza, soprattutto quando all'approccio diretto consegue un netto rifiuto e protesta nella vittima. Le intrusioni indesiderate, possono comprendere l effrazione dell abitazione della vittima da parte dello stalking. Queste violazioni di domicilio talvolta sono un mezzo attraverso il quale raccogliere informazioni sulla vittima, talaltra soddisfano la necessità di sottrarre prove, come i nastri delle segreterie telefoniche oppure le lettere inviate, che costituiscono testimonianze contro lo stalker. In qualche caso il movente del furto è la vendetta, altre volte per rubare oggetti di proprietà della vittima o, semplicemente, per sentirsi vicino a lei I comportamenti associati, tra i quali si collocano l ordine o la cancellazione di beni e servizi a carico della vittima, al fine di raggiungerla o intimidirla. Tipiche condotte di questo tipo sono il far recapitare cibo o altri oggetti all indirizzo delle vittima anche a tarda notte, oppure la cancellazione di servizi quali l elettricità o la carta di credito all insaputa della vittima. Molte persone che subiscono molestie assillanti sono donne di un età più frequentemente compresa tra i 18 e i 24 anni. Tuttavia, alcuni tipi di persecuzioni, quali ad esempio quelle legate al risentimento o alla paura di perdere la relazione che nasce dall essere respinti, sono rivolte principalmente a donne tra i 35 e i 44 anni. Alcuni dati statistici sul fenomeno 7 Uno sguardo alle statistiche (per i dati statistici www.stalking.it): una ricerca condotta negli Stati Uniti, circa una decina di anni fa, dal NVAW (National Violence Against Women), su un campione formato da 8.000 uomini e 8.000 donne, ha accertato che l 80% delle vittime erano giovani donne, di età media intorno ai 28 anni. Non mancano dati sulla diffusione del fenomeno in Italia: più in particolare, 7 Modena Group on Stalking (MGS) (2005). Donne vittime di Stalking, Franco Angeli, Milano
dalla ricerca condotta dall ONS (Osservatorio Nazionale Stalking) è emerso un dato sostanzialmente coincidente con la ricerca statunitense, circa l 80% delle vittime sono donne, e, quindi, la maggior parte degli stalkers sono uomini (il 70 è la percentuale italiana, rispetto all 87% americano). La vittima nell'80% dei casi conosce l'autore della persecuzione che dura mediamente un anno e mezzo: lo stalker è il partner o ex (50%), un condomino (25%) o un familiare (5%). Si tratta di persecuzioni che portano il 70% delle volte a disturbi nella vittima (ansia, perdita del sonno, fino al tentativo si suicidio). Solo il 17% delle vittime però ha sporto denuncia. Solo una minoranza, quindi, risulta essere stata perseguitata da uno sconosciuto, e ciò è significativo dell origine o causa del comportamento deviato, nel senso che l intento e l atto persecutorio nascono per lo più - da un legame affettivo/sentimentale finito male o, per lo meno, interrotto per volontà della vittima e non accettato. Si verifica, dunque, la seguente sequenza: uno dei partners pone fine alla relazione; l altro non riesce ad accettare la fine del rapporto e, anziché rassegnarsi, mette in atto la propria vendetta, fatta, appunto, di uno stillicidio pervicace ed instancabile di atti di disturbo. Sotto il profilo degli effetti della molestia assillante, sempre le statistiche statunitensi riferiscono che buona parte delle vittime (circa un terzo delle donne e un quinto degli uomini) avverte la necessità di rivolgersi ad uno psicologo, e non manca a volte - l epilogo violento della vicenda: atti di abuso sessuale nel 31% dei casi e di violenza fisica nell 81%. La letteratura sulle vittime ha finora affrontato quasi esclusivamente il tema dell'impatto psicologico delle molestie che, in parte, è implicito nella definizione stessa della sindrome. Per definizione, infatti, nei casi di molestie assillanti le comunicazioni e la ricerca di contatto indiretto e/o diretto del molestatore risultano non solo sgradite e importune alla vittima, ma anche fonte di preoccupazione e paura per la propria sicurezza personale e/o di persone care, fino ad un vero senso di terrore. L'impatto pratico per le vittime di una campagna di stalking può essere assai gravoso in termini di giornate di lavoro perse e tempo impiegato per aumentare il grado di protezione personale, spese per la sicurezza, traslochi e perfino migrazioni. A tutto ciò si accompagna una variabile frequenza ed intensità di sintomi correlati. Nel più ampio studio epidemiologico disponibile sulle vittime (n = 826), il 30% delle donne e il 20% egli uomini aveva dovuto richiedere counselling psicologico. Rispetto alla popolazione di controllo, inoltre, chi era stato vittima di stalking riportava un maggior senso di vulnerabilità e di insicurezza. Molte vittime di stalking rinunciano ad andare a trovare amici e parenti e mostrano una limitazione della vita sociale. Quasi sempre sono costrette a cambiare numero di telefono ed indirizzo di posta elettronica.
Possono essere costrette a sostenere spese per riparare oggetti di proprietà che sono stati danneggiati (case, automobili, ecc). Ulteriori spese sono correlati all installazione di sistemi di sicurezza ed al ricorso a legali o a terapeuti per fronteggiare le conseguenze dello stalking; parecchie imparano tecniche di difesa personale o acquistano e si esercitano nell'uso di un arma. In un certo numero di casi, le vittime sono costrette a cambiare lavoro o ridurre l impegno lavorativo a causa degli scoinvolgimenti provocati dalle incessanti intrusioni dei molestatori. Molte delle vittime riportano un aumento del numero di ore perse di lavoro, per sottoporsi a counselling o a terapie mediche, oppure per andare in tribunale o fare denuncia dalla polizia; oppure riferiscono uno scadimento del rendimento lavorativo dovuto allo stress. Cosa fare in caso di stalking (alcuni consigli utili) Dal momento che non tutte le situazioni di stalking sono uguali, non è possibile generalizzare facilmente delle modalità comportamentali di difesa che devono essere adattate alle circostanze e alle diverse tipologie di persecutori. Esistono tuttavia alcune regole utili: Innanzitutto, inutile negare il problema. Spesso, dal momento che nessuno vuole considerarsi una vittima, si tende a evitare di riconoscersi in pericolo, finendo per sottovalutare il rischio e aiutando così lo stalker. Il primo passo è allora sempre quello di riconoscere il problema e di adottare delle precauzioni maggiori rispetto a quelle adottate dalle persone che non hanno questo problema. Occorre informarsi sull argomento e comprendere i rischi reali, seguendo dei comportamenti volti a scoraggiare, quando è possibile, gli atti di molestia assillante. Se la molestia consiste nella richiesta di iniziare o ristabilire una relazione indesiderata, è necessario essere fermi nel dire di no una sola volta e in modo chiaro. Altri sforzi di convincere il proprio persecutore insistente, comprese improvvisate interpretazioni psicologiche che lo/la additano come bisognoso di aiuto e di cure, saranno lette come reazioni ai suoi comportamenti e quindi rappresenteranno dei rinforzi, in quanto attenzioni. Anche la restituzione di un regalo non gradito, una telefonata di rabbia o una risposta negativa ad una lettera sono segnali di attenzione che rinforzano lo stalking. Comportamenti molto efficaci per difendersi dal rischio di aggressioni sono quelli prudenti in cui si esce senza seguire abitudini routinarie e prevedibili, in orari maggiormente affollati e in luoghi non isolati, magari
adottando un cane addestrato alla difesa, un modo che si è rivelato molto utile sia come concreta difesa che per aumentare la sensazione di sicurezza. Se le molestie sono telefoniche, non cambiare numero. Anche in questo caso, le frustrazioni aumenterebbero la motivazione allo stalking. È meglio cercare di ottenere una seconda linea, lasciando che la vecchia linea diventi quella su cui il molestatore può continuare a telefonare, magari mentre azzerate la soneria e rispondete gradualmente sempre meno. Per produrre prove della molestia alla polizia, non lasciarsi prendere dalla rabbia o dalla paura e raccogliere più dati possibili sui fastidi subiti. È utile mantenere sempre a portata di mano un cellulare in più per chiamare in caso di emergenza. Se si pensa di essere in pericolo o seguiti, non andare mai di corsa a casa o da un amico, ma recarsi dalle forze dell ordine. Lo stalking diventa reato nel 2009 con il disegno di legge Carfagna-Alfano Misure contro gli atti persecutori, approvato dal Consiglio dei Ministri il 18 giugno. Sono sei articoli per introdurre il reato di stalking, ovvero atti persecutori o molestie insistenti. Il ddl punisce chi si rende colpevole di minacce reiterate o molestie con atti tali da creare nella vittima un perdurante stato di ansia o paura. O un fondato timore per l'incolumità propria o di persona a lei cara. O ancora la costringa ad alterare le proprie abitudini di vita (art. 1). Occorre la querela della parte offesa, che prima ancora potrà chiedere un semplice ammonimento orale (art. 2). Prevista una pena da 1 a 4 anni di reclusione, che potrà aumentare se il reato è commesso dal coniuge separato o divorziato o da persona con cui la vittima ha avuto una relazione affettiva. La pena verrà inoltre inasprita da un terzo alla metà se la persecuzione è diretta verso un minore, se lo stalker è armato o mascherato e se la violenza è esercitata da un gruppo. Si arriva invece all ergastolo nel caso di omicidio preceduto da stalking. D.ssa Emanuela Biscuolo (psicologa - psicoterapeuta) La d.ssa E.Biscuolo, psicologa-psicoterapeuta, è anche specializzata in Psicologia Giuridica. D.ssa E.Biscuolo cellulare:3393140196 email: emanuela.biscuolo@gmail.com Studio Diapason Pavia Associazione per il Ben essere Via Case Nuove, 33/5-27028 S.Martino Siccomario (Pv) cellulare: 3349147515 pagina web: www.studiodiapasonpavia.it email: info@studiodiapasonpavia.it