Corporate Social Responsibility Prof. Gianluca Colombo Professore Ordinario di Economia aziendale, all Università Svizzera Italiana e all Università degli Studi dell Insubria. MBCF. Il panorama delle imprese italiane è pronto ad accogliere il nuovo modello concettuale della responsabilità sociale dell impresa inteso in senso culturale nonché quale elemento caratterizzante in materia di corporate governance? Qual è il grado di consapevolezza delle imprese italiane per ciò che riguarda le tematiche sociali, ambientali e di sostenibilità? Gianluca Colombo. Il panorama è vario ed articolato. Le banche e, in misura minore, le assicurazioni stanno rapidamente raggiungendo buoni standard internazionali, a livello sia di gestione, sia di bilancio sociale. Le aziende che operano in settori sensibili (ad esempio quelle energetiche) sono ben preparate ad incorporare il concetto di sviluppo sostenibile nelle proprie strategie. Si deve però ricordare che l economia italiana è in prevalenza fatta da PMI per le quali il modello di CSR può essere attuale, ma richiede qualche non marginale adattamento. MBCF. Il tema della CSR sembra talvolta riguardare solo le imprese di ragguardevoli dimensioni. Quale approccio è lecito aspettarsi dalle PMI in tema CSR? Gianluca Colombo. Come dicevo rispondendo alla domanda precedente, il modello di CSR può essere adatto alle PMI, ma richiede non piccoli aggiustamenti; direi una sorta di traduzione nel linguaggio delle PMI. Ad esempio il radicamento nel territorio è un fattore importante per le PMI, anche a livello di vantaggio competitivo. Inoltre le famiglie degli imprenditori e quelle dei lavoratori delle PMI spesso vivono da generazioni nei territori dove opera l impresa e, quindi, sono molto
sensibili al tema dello sviluppo sostenibile. Bisogna poi ricordare che anche il panorama delle PMI è vario; si va dalle microimprese, che spesso hanno pochi margini di libertà strategica ad imprese medie, talvolta fortemente coinvolte in processi d internazionalizzazione e di delocalizzazione. Le seconde sono ovviamente più sensibili ai temi della responsabilità sociale. Infine ci sono specificità di settore che non vanno trascurate. Le imprese della moda e dell abbigliamento sono più interessate al fenomeno del dumping sociale da parte di concorrenti che operano nei paesi emergenti, mentre quelle chimiche, plastiche, ecc. sono più interessate a difendersi dal dumping ambientale. Ad ogni modo credo che una politica europea volta ad incentivare la CSR per le PMI dovrebbe trovare anche nel nostro Paese un terreno fertile. MBCF. Qual è attualmente il grado di sensibilità in ambito accademico in materia di CSR intesa quale progetto di ricerca universitaria? Gianluca Colombo. Vi è un fiorire d iniziative di ricerca e formazione in questo campo, quindi la sensibilità mi sembra elevata. Semmai bisognerebbe aumentare l impegno per iniziative interdisciplinari, che comprendano almeno le dimensioni economico politiche, aziendali e giuridiche, otre ovviamente a quelle tecnologiche. MBCF. Ad oggi, il tema della CSR è affrontato dall impresa su base volontaria. Alcuni esperti della materia propendono per l introduzione di un tessuto normativo che imponga all impresa il rispetto di obbiettivi sociali. Qual è la Sua opinione in merito? E ciò davvero possibile? Gianluca Colombo. Sono per principio contrario all estensione della normativa; credo di più alla funzione di selezione operata dai mercati e dagli intermediati. Sono tuttavia convinto che ad una maggiore sensibilità corrisponderà, nel medio periodo, una rivisitazione dei reati economici. Già oggi si sente la necessità di riformare alcuni reati e di introdurre nuove figure. Mi sembra però difficile che il legislatore riesca ad anticipare la società, da questo punto di vista. Ci sono ovviamente studiosi validissimi che esprimono valutazioni opposte alle mie. Cito ad esempio Guido Rossi, Il conflitto epidemico, Milano, Adelphi, 2003. MBCF. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali attraverso il Progetto CSR-SC si è fatto promotore di un diverso ed innovativo modo di intendere l impresa ed il suo rapporto con la società al punto da proporre alle imprese
stesse il Social Statement (strumento volontario pensato per guidare le imprese nell attività di rendicontazione delle proprie prestazioni sociali). Come giudica questa iniziativa? Gianluca Colombo. Se non si traduce in distorsioni del mercato (ad esempio delle commesse pubbliche) può essere benvenuta, perché contribuisce a diffondere la cultura della responsabilità sociale anche nelle imprese non quotate e in quelle che operano in settori poco sensibili. MBCF. CSR e vantaggio competitivo: in che modo ritiene che la CSR possa fornire alle aziende che la perseguono un vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti? Gianluca Colombo. In parte ho già risposto. Preciso qui che per tutte le imprese che operano nei beni destinati al consumo delle famiglie, vi è una chiara opportunità di segmentazione nel segmento dell economia solidale. Inoltre partnership impresa, pubblica amministrazione e terzo settore possono concretamente ridurre una parte dei costi oggi direttamente o indirettamente a carico delle imprese, migliorandone la posizione competitiva. Ciò vale a livello di singole imprese, ma anche a livello di sistema paese. MBCF. La CSR modifica la concezione tipica di azienda, portando allo sviluppo di una sensibilità e di un attenzione particolari nei confronti dei diversi stakeholders aziendali. Dagli azionisti ai dipendenti, dall ambiente ai consumatori, tutti i soggetti sono interessati da questa nuova dimensione aziendale. Quali sono lo leve per sviluppare un attenta politica in grado di salvaguardare gli interessi di tutte le categorie? Gianluca Colombo. Da economista aziendale, rispondo che non vi è soluzione se non modificando le strutture ed i meccanismi di governo economico dell impresa, che deve accogliere i rappresentanti dei prestatori di lavoro, così come quelli della comunità in cui opera l impresa. Una riforma del governo economico non risolve ovviamente tutti i problemi, perché lascia ad esempio aperto il tema dei confini della comunità. Qual è la comunità di riferimento per un impresa; in alcuni casi è un problema di facile soluzione, in altri molto meno. Ad ogni modo non credo si possa oggi pensare la comunità nei termini pur molto interessanti evocati dal pensiero di Adriano Olivetti Da un punto di vista macro, credo che non sia ancora ben definito
lo statuto di cittadinanza delle imprese e delle organizzazioni non profit. Quali diritti e quali doveri hanno? In che forme si esercita la loro partecipazione alla vita economica dei paesi? Quale grado di democrazia e di trasparenza hanno queste forme di rappresentanza? Le soluzioni date a questi problemi macro incidono fortemente sugli incentivi e sulle possibilità di soddisfare la pluralità d interessi che converge nell impresa. MBCF. La redazione di un Bilancio Sociale, integrativo alle consuete forme di rendicontazione periodica previste, come può aiutare il cittadino a comprendere sotto una diversa luce il capitalismo del nuovo millennio? La consapevolezza di uno sforzo da parte delle aziende volto alla creazione di valore diffuso per la collettività intera, tramite la segmentazione del valore aggiunto tra le diverse categorie di stakeholders, può essere la strada giusta verso un nuova forma di fare azienda? Gianluca Colombo. Non sono un esperto di bilancio sociale. Credo che in linea di massima forme di rendicontazione siano opportune, forse necessarie. Perché siano utili al cittadino (ad esempio) nelle scelte d investimento la strada è ancora molto lunga. Si dovrebbe passare per un consolidamento dei principi contabili (almeno a livello UE), a forme di certificazione, ecc... La segmentazione del Valore per categoria di portatore d interessi, mi pare invece più una forma di contabilità sociale analitica, vale a dire ad uso interno. Anche questa può ovviamente essere utile nella comunicazione al pubblico. Ad ogni modo la cultura economico aziendale del pubblico è tutta ancora da formare e non credo che i bilanci sociali siano molto utili se il pubblico è poco preparato a leggerli criticamente.