CONTROLLI CHIMICI DEGLI ALIMENTI CRITERIO OPERATIVO N 6 CRO 06 Revisione 01 del 15.02.13 Pagina 1 di 5
CONTAMINANTI CHIMICI NEI PRODOTTI ALIMENTARI Il Regolamento Ce n. 1881/2006 e s.m.i. definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari. E essenziale mantenere il tenore dei contaminanti a livelli accettabili sul piano tossicologico al fine della tutela della salute pubblica. I prodotti alimentari elencati nell'allegato al citato Regolamento non possono essere commercializzati se contengono uno dei contaminanti elencati in una quantità superiore al tenore massimo indicato nell'allegato medesimo. L art. 3 del medesimo Regolamento specifica i divieti in materia di uso, di miscelazione e di detossificazione. Con il piano di monitoraggio per la ricerca della presenza dei seguenti contaminanti chimici nei prodotti alimentari di origine vegetale: nitrati, piombo, cadmio, benzo(a)pirene, micotossine, lo scopo è di garantire ai consumatori alimenti igienicamente sicuri e di promuovere l'applicazione dei principi delle buone pratiche agricole. Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) sono composti organici ubiquitari la cui presenza negli alimenti può essere dovuta a contaminazione ambientale, processi di lavorazione o trattamenti termici di cottura. L interesse sanitario per gli IPA è legato alla cancerogenicità sperimentalmente mostrata da vari di essi, e in particolare dal benzo[a]pirene, il composto più studiato e generalmente usato come indicatore della classe e nella valutazione del rischio sanitario della miscela IPA. I singoli IPA sono comunemente presenti negli alimenti a livelli da <0,1 μg/kg a circa 100 μg/kg. L assunzione giornaliera media di BaP attraverso gli alimenti viene stimata approssimativamente tra 50 e 300 ng/persona, superiore a quella per inalazione (stimabile intorno a 20 ng/persona). Gli alimenti che risultano contribuire maggiormente all assunzione di IPA sono i cereali e gli oli. Vari IPA sono stati classificati dalla IARC (1987) come probabili o possibili cancerogeni per l'uomo. E stato dimostrato che l esposizione alle miscele IPA comporta un aumento dell insorgenza di tumori soprattutto in presenza di benzo(a)pirene. L'attività cancerogena è dovuta ai prodotti del metabolismo di queste sostanze che sono pertanto considerate pre-mutagene. Per l anno 2013 si è ritenuto di prevedere un controllo per la ricerca degli IPA su prodotti destinati alla prima infanzia e olii destinati all alimentazione umana. Per il monitoraggio per la ricerca della presenza nitrati, piombo, cadmio di I campioni dovranno essere effettuati preferibilmente su prodotti vegetali di produzione regionale, prelevati principalmente presso i mercati ortofrutticoli, depositi all ingrosso, industrie prima della loro trasformazione, ipermercati e supermercati e i produttori locali. Per quanto attiene agli esercizi di ristorazione collettiva si ritiene che il campionamento debba essere effettuato presso i fornitori. Le modalità di campionamento ed analisi sono stabilite dal Regolamento Ce n. 836/2011 e s.m.i. per il controllo ufficiale del tenore di nitrati in alcuni prodotti alimentari, dal Regolamento Ce n. 333/2007 e s.m.i. per il controllo ufficiale dei tenori massimi di piombo, cadmio, mercurio, stagno inorganico e idrocarburi policiclici aromatici, nei prodotti alimentari. Per la validità giuridica del campione si raccomanda di attenersi alle modalità di campionamento previste dalle norme di riferimento sopra indicate. Il Laboratorio di riferimento è il DAP di Bari. MICOTOSSINE Le micotossine sono un gruppo eterogeneo di sostanze chimiche prodotte dal metabolismo secondario dei miceti e tossiche per l animale e per l uomo. Sono molto resistenti al calore e non vengono completamente distrutte dalle normali operazioni di cottura, né dai diversi trattamenti a cui vengono normalmente sottoposte le derrate durante i processi di preparazione degli alimenti. Pertanto, le stesse CRO 06 Revisione 01 del 15.02.13 Pagina 2 di 5
micotossine o loro derivati ancora attivi possono persistere dopo la morte del micete ed essere presenti anche quando il prodotto stesso non appare ammuffito. Le micotossine si sviluppano sia sulle piante prima del raccolto (contaminazione da campo) che nelle derrate vegetali dopo il raccolto stesso, durante i processi di conservazione (in magazzini, silos, ecc.), trasformazione e trasporto. La loro possibile presenza in molti alimenti costituisce oggi un motivo di crescente preoccupazione per la salute dei consumatori. Esiste certamente una forma di contaminazione diretta, alla quale sono esposti alimenti come cereali (mais, frumento, riso, orzo, segale, ecc.), semi oleaginosi (arachidi, girasole, semi di cotone, ecc.), frutta secca ed essiccata, legumi, spezie, caffè e cacao. Le micotossine possono anche essere ritrovate come residui o metaboliti tossici nei prodotti alimentari che derivano da animali alimentati con mangimi contaminati, costituendo un tipo di contaminazione indiretta di rilevanza considerevole per l uomo a causa degli elevati livelli di micotossine potenzialmente presenti nei cereali destinati alla produzione di mangimi vegetali. Nonostante siano di fatto riconosciute come potenzialmente tossiche per l uomo, le micotossine rimangono sostanzialmente sottovalutate, a parte alcune specie particolarmente note. In generale si può affermare che l impatto di queste infezioni sulla salute dipende dalla compresenza di diversi fattori, quali la quantità di micotossina assunta con gli alimenti, la tossicità del composto, il peso corporeo dell individuo, la presenza di altre micotossine e fattori dietetici. Di seguito l elenco delle micotossine più conosciute. Le Aflatossine, sono oggi considerate le più pericolose per la salute umana ed animale. Esse sono prodotte esclusivamente da alcuni ceppi di Aspergillus flavus e da quasi tutti i ceppi di Aspergillus parasiticus. Chimicamente sono dei derivati della cumarina e vengono denominate con le sigle B1, B2, G1, G2, M1, M2 (metaboliti idrossilati rispettivamente di B1 e B2 che si riscontrano nel latte di lattifere alimentate con mangimi contaminati da aflatossine B1 e B2). Sono essenzialmente delle epatotossine, perché l organo maggiormente colpito nelle infezioni da aflatossine è il fegato; Tra esse la più potente è la B1, che per questo è stata oggetto di molte approfondite ricerche. La Ocratossina A (OTA) è una micotossina prodotta da funghi del genere Aspergillus e Penicillium. Essa viene generata nella fase di stoccaggio delle derrate alimentari, in particolare cereali, frutta secca, cacao e caffè. Sull uva da vino invece è presente già alla raccolta. Il principale organo bersaglio dell OTA è il rene. La Patulina è una tossina prodotta da un numero elevato di funghi del genere Aspergillus e Penicillium. E essenzialmente presente nella frutta e negli ortaggi, ma la sua presenza è correlata soprattutto alla contaminazione da P. expansum nelle mele. Il grado di contaminazione è generalmente proporzionale a quello di ammuffimento, ma la tossina rimane confinata alle parti ammuffite. Essendo la patulina resistente ai processi industriali di lavorazione della frutta, i prodotti da questi derivanti costituiscono le principali fonti di assunzione per questa tossina. Le Fumonisine fanno parte delle Fusariotossine, così definite perché prodotte da diversi funghi di campo della specie Fusarium, soprattutto F. verticilloides e F. proliferatum. Le fumonisine attualmente studiate sono la Fumonisina B1, B2 e B3. Il cereale più frequentemente contaminato da queste tossine è il mais, ma la tossina è stata ritrovata anche nel sorgo e, a livelli modesti, nella birra e nel cacao. Anche i Tricoteceni sono un gruppo di sostanze prodotte da varie specie fungine dei generi Fusarium. Sono attualmente noti circa 170 tricoteceni, la contaminazione si ha principalmente in frumento, orzo, avena, segale e mais. I tricoteceni si suddividono sostanzialmente in due gruppi, quelli appartenenti al tipo A includono principalmente le tossine T-2, HT-2 e diacetossiscirpenolo (DAS), e quelli del tipo B che includono principalmente il deossinivalenolo (DON), noto anche come vomitossina. Ulteriore tossina prodotta da funghi del genere Fusarium è lo Zearalenone (ZEA). Esso è principalmente presente nel mais, ma può riscontrarsi anche in cereali quali orzo, grano, sorgo, miglio e riso. CRO 06 Revisione 01 del 15.02.13 Pagina 3 di 5
Il piano verte sul campionamento per analisi di prodotti vegetali destinati all alimentazione umana per la ricerca di tali contaminanti. I campioni dovranno essere effettuati preferibilmente presso: depositi all ingrosso, importazione, stabilimenti produzione, ipermercati e supermercati nel pieno rispetto del Reg Ce n. 401/2006 e s.m.i. (Reg Ue n. 178/2010). I controlli devono essere effettuati in alimenti immessi sul mercato, siano essi di produzione nazionale, comunitaria o prodotti importati. I tenori massimi di contaminante sono indicati del Reg. Ce n. 1881/2006 e s.m.i. E opportuno sottoporre a campionamento prodotti che contribuiscono tutti in misura significativa all'esposizione della popolazione umana in generale o di gruppi vulnerabili di consumatori, quali i bambini. Le derrate alimentari più suscettibili alla contaminazione sono rappresentate dai cereali, frutta secca, semi oleaginosi, spezie, legumi, caffé nonché succhi di frutta e marmellate per quanto riguarda ad es. la patulina. Per l'italia il problema della contaminazione di prodotti locali è connesso soprattutto con l'importazione di derrate da parte di Paesi terzi. MODALITA Tipologia di campionamento: la normativa di riferimento è il 401/2006 e Reg Ue n. 178/2010. Laboratorio di analisi: gli esami saranno eseguiti dal Laboratorio DAP di Bari. Per quanto attiene ai controlli analitici per la ricerca dell OTA nel vino imbottigliato e nel vino sfuso pronto per il consumo, è sufficiente procedere con 4/5 aliquote (da 1 litro per il vino sfuso) dello stesso lotto, con una metodica di campionamento analoga a quella prevista dal DPR n. 327/80. Con il campionamento effettuato ai sensi del Reg del Reg Ce n. 401/2006 e s.m.i. (Reg Ue n. 178/2010) è possibile la ricerca anche dei metalli pesanti (piombo e cadmio) per le matrici alimentari ove gli stessi siano previsti dalla normativa (vedi tabella Tab.01 Piano dei controlli chimici SIAN, Tab.05 Piano dei controlli chimici SIAV) ACRILAMMIDE L' acrilammide è l'ammide dell'acido acrilico e dell'ammoniaca, che si forma naturalmente negli alimenti a seguito di processi di cottura (es: cottura al forno, alla griglia o frittura). A temperatura ambiente si presenta come un solido incolore e inodore. È un composto cancerogeno, mutageno, tossico. La Commissione Europea ha adottato la Raccomandazione n. 2010/307/UEe la Raccomandazione del 10.01.2011 sulle analisi dei tenori di acrilamide negli alimenti. L ultimo rapporto EFSA ha evidenziato che per i gruppi di prodotti alimentari interessati non si rileva una tendenza alla diminuzione dei tenori di acrilamide e non risulta chiaro, per ora, se le linee guida sviluppate dalle industrie alimentari abbaiano ottenuto gli effetti auspicati. Pertanto con la citata Raccomandazione del 2010 la Commissione intende continuare a raccogliere i dati sui tenori di acrilamide in alcuni prodotti alimentari. E stata riscontrata la presenza di acrilammide in diversi alimenti, quali pane, patate, biscotti e caffè, anche preparati a livello industriale e della ristorazione. Nei controlli analitici effettuati a livello nazionale nell anno 2008, i tenori più elevati sono stati riscontrati nelle patatine fritte e nel caffè torrefatto. Si riportano di seguito le indicazioni sulle modalità di formazione di acrilammide su alcune matrici, reperite dalle Linee guida (Toolbox) e messe a punto dalla Confederazione Europea delle Industrie Agroalimentari (CIAA), che forniscono indicazioni per meglio mirare i campionamenti. Patate, patate fritte e prodotti a base di patate fritte Modalità di formazione: L acrilammide si forma da una reazione tra l aspargina e degli zuccheri riducenti (entrambi presenti naturalmente nelle patate). Si forma a temperature superiori a 120 C. La quantità di acrilammide che si forma dipende: CRO 06 Revisione 01 del 15.02.13 Pagina 4 di 5
dalla temperatura dal tempo di cottura, dalla quantità di asparagina e zuccheri riducenti nelle patate. Prodotti della panetteria, Biscotti, Crackers e fette biscottate e Cereali per la prima colazione Modalità di formazione: L acrilammide si forma da una reazione tra l aspargina (presente naturalmente nella farina e nei cereali) e degli zuccheri riducenti. Si forma a temperature superiori a 120 C. L acrilammide si concentra nella crosta La quantità di acrilammide che si forma dipende: dalla formulazione del prodotto dalle condizioni di tostatura dal tempo e dalla temperatura di cottura, dalla quantità di asparagina e zuccheri riducenti presenti. Pur considerato che ad oggi non sono ancora stati definiti dalla Comunità europea i limiti di accettabilità, che saranno determinati a seguito dei risultati delle indagini effettuate dai Paesi membri, in caso di positività analitica, l ASL dovrà provvedere a disporre affinché la Ditta adotti le procedure mirate a contenere i limiti di acrilammide così come indicate nelle Linee Guida Toolbox, messe a punto dalla Confederazione Europea delle Industrie Agroalimentari (CIAA), che forniscono indicazioni per meglio mirare i campionamenti, reperibili al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/food/food/chemicalsafety/contaminants/acrylamide_en.html CRO 06 Revisione 01 del 15.02.13 Pagina 5 di 5